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Autore: CL_Kiki    02/12/2014    1 recensioni
Questa storia l'abbiamo scritta io e mia cugina! I B2ST sono la nostra band preferita e sono loro che ci hanno dato l'ispirazione!
"Due ragazze, un'opportunità per realizzare il loro sogno. Andra tutto bene o ci saranno degli imprevisti inaspettati?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Han... Haaan... Principessa - Seob era entrato in cucina - Cos'è quest'odore di brucia-a-at... >

< Mh? - la ragazza era seduta con aria pensierosa - Cosa? >

< I-I-IL POLLO!! > indicò il forno dietro di lei con espressione di terrore.

< Il pollo?? - la ragazza si voltò, dal forno fuoriusciva del fumo nero - OH NO!!! - si alzò di scatto, prese i guanti da cucina, spense il forno ed aprì... a causa del fumo tossì leggermente ma della loro cena... - Mi dispiace... >

Seob osservava quella che doveva essere la loro cena: pollo al curry.

< Il mio dolcissimo pollo... assaporavo già il gusto della carne sul mio palato... >.

< Scusami tanto - Hannah aveva il volto calato ed un'espressione dispiaciuta per l'accaduto - preparo subito qualcosa per rimediare... >
< No... lascia perdere >

< Perché? > si stupì per ciò che aveva appena detto Seob.

< Ormai il danno è fatto...il mio desiderio andato distrutto - disse portando le mani sopra il tavolo con il volto rivolto verso il pollo fumante - Niente può colmare questa mancanza...questo desiderio di pollo al curry >

< OOOH insomma - sbuffò - non l'ho fatto mica apposta a bruciarlo! Lo farò domani sera >

< No...tu non capisci... - girò leggermente la testa osservandola con la coda dell'occhio - io volevo mangiarlo questa sera. Degustavo già il suo sapore...adesso niente potrà saziarmi! >

< Quanto la fai teatrale - disse prendendo il vassoio e buttando il contenuto all'interno di un sacco - è solo un pollo >.

< Addio...mia dolce cena > disse mentre osservava la scena.

< Seob! Adesso basta scherzare... >

Hannah era seriamente stufa di quanto la stava portando allungo quella situazione, era dispiaciuta per aver fatto bruciare la cena...adesso doveva cercar di preparar qualcosa in pochissimo tempo, per preparar il pollo aveva impiegato quasi l'intero pomeriggio, erano quasi le otto di sera, doveva darsi una mossa.

< Ma io ero serio...volevo davvero mangiar il pollo questa sera >

< E ti ho ripetuto che mi dispiace per averlo bruciato > rispose mentre cercava tra gli scaffali.

< Mm... > chiuse gli occhi facendo un'aria pensierosa.

< Adesso che hai?> domandò osservandolo curiosa.

< Ho deciso! >

< Cosa! Hai pensato a cosa vorresti per cena? - si mise a cercare nuovamente tra gli scaffali - Dipende cosa ti passa per la testa non posso far miracoli... >

< Lascia tutto come si trova >

< Eh?? Che intenzioni hai? > si voltò stupita.

< ... - sorrise mentre le prese la mano - Andremo a mangiare indiano questa sera >.

< CHE COSA?! Vorresti uscire??? >

< Si! Che c'è di strano >

< Seob ti rammento che non siamo come le coppie normali...e se dovessero riconoscerci? Non abbiamo avuto ancora il consenso della casa discografica per rivelare la nostra storia >.

< Ti fidi di me? >

Hannah osservava il suo volto, aveva paura a dire si...non voleva correre il rischio, ma l'idea di cenare fuori come una normale coppia lo desiderava da tempo...

< ....dovrei accettare? > disse titurbande

< Non te ne pentirai... >

< Va bene - disse infine dopo qualche secondo di indecisione- Ma ad una condizione >

< Cioè? >

< Non scegliere posto affollati...vorrei cenare normalmente, senza problemi. >

< Conosco il posto giusto... >

Sistemati per l'occasione, scesero da casa in direzione del locale dove Seob andava di solito con il resto dei ragazzi. Era un quartiere poco affollato, isolato della periferia...effettivamente li non li avrebbero riconosciuti, non vi erano molti ragazzi della loro età o su di li...ma persone molto più avanti negli anni.

Hannah osservava incuriosita le strade, sembravano come quelle che aveva sempre visto negli anime giapponesi, solo con uno stile diverso.

< Manca poco - disse il ragazzo sorridendo - Qui puoi stare tranquilla, le persone che frequentano questo locale sono miei amici...e tutti quelli che frequentano non ascoltano il nostro genere musicale...sono...mmm...molto più tradizionali. >

Il volto della ragazza era sempre più confusa, in che razza di quartiere era finita? Era questa la domanda che si poneva osservando sia il volto di Seob, sia quello che vi era fuori dal finestrino.

Pochi minuti dopo, l'auto si fermò davanti ad un piccolo locale interrato.

< Siamo arrivati...adesso devo solo posteggiare >

< Dici sul serio? - chiese dubbiosa vedendo il posto -Davvero tu venivi qui a mangiare?? >

< Certo! E' il posto dove fanno il miglior cibo indiano della città. Vedrai...appena assaggi ti ricrederai! >

Trovato il posto un po’ più avanti, Seob strinse la ragazza per i fianchi e si avviò verso la gradinata per scendere giù nel locale. Hannah era molto dubbiosa, il quartiere sembrava quasi abbandonato, nell'insegna del locale qualche luce non funzionava e non dava la sensazione di esser pulito...voleva solo scappare da li, ma aveva promesso a Seob che si sarebbe fidata di lui.

< Ci siamo... - disse Seob scendendo l'ultimo gradino ritrovandosi davanti ad una porta completamente di legno...ad Hannah sembrava quasi marcio... - Erano mesi che non venivo qui... >

Hannah osservò il suo volto così raggiante di felicità, quasi stentava davvero a credere a quello che stava succedendo. Il ragazzo aprì la porta, ed una luce avvolse i loro corpi immersi nel buio.

Hannah dovette socchiudere gli occhi per quanto fosse forte il contrasto fra la luce all'interno e il buio all'esterno. Non appena furono all'interno, rimase stupita...era tutt'altro come se l'immaginava. Non era una taverna, un posto sporco e puzzolente come aveva immaginato, al contrario...era splendente, le pareti erano di color ocra dove delle tende rosse e blu ricadevano fino al pavimento di mattoni; i lampadari erano delle finte candele che davano quella sensazione di calore che di solito si avvertiva visitando quei luoghi originali.

Il locale non era abbastanza grande, all'ingresso c'erano alcuni tavoli ed un enorme arco centrale divideva la stanza con un'altra dove erano sistemati altri tavoli ed, infondo alla stanza in un angolo, erano posizionati dei grossi cuscini...li, seduti sopra, vi erano alcune persone che parlavano tra loro ed al centro vi era posizionato il narghilè.

< Benvenuti >

Un uomo vestito con una tunica arancione ed un turbante bianco in testa fece un inchino mettendo le mani giunte davanti al petto.

Seob ricambio il saluto seguito da Hannah che era rimasta ancor colpita da quel locale.

< Come posso esservi utile > domandò ritornando alla sua posizione iniziale.

< Vorremmo sederci al tavolo... > rispose con sorriso Seob.

< Prego - disse indicando con la mano destra - da questa parte >.

I due ragazzi lo seguirono fin nel posto indicato.

< Di solito ragazzi giovani come vuoi non se ne vedono in giro da queste parti...Vi siete imbattuti per caso in questo luogo? >

< Nono - rispose prontamente Seob - ci venivo già prima... >.

< ... - per un attimo rimase in silenzio, stava riflettendo sulle sue parole - Venivi tu prima qui? >

< Sì...l'ultima volta è stato circa 6 mesi fa >

< Allora tu conoscere mio padre >

< Eh?...vuoi dire il cuoco? >

< Si...lui è il titolare di qui...io sono venuto fin qui per aiutarlo...Sai...lui essere molto stanco >

Tra un discorso e l'altro, Hannah era rimasta ad osservar il ragazzo parlare e ricordare vecchi aneddoti causati al cuoco, quella sera aveva conosciuto una parte del passato di Seob...e ciò la fece riflettere su una cosa: lei non conosceva tutto di lui, del suo passato, dei luoghi che frequentava, delle persone che conosceva, dei suoi amici.

Voleva saper molto di più, voleva conoscere anche quel lato di lui che nessuno sapeva. Si era già ripromessa di saper tutto di lui, ma si era soffermata solo al presente, solo da quando era entrato a far parte del gruppo; tutto quello che era prima non aveva idea di cosa nascondesse.

< Han?! >

< ...S-Si? > disse concentrandosi sulla conversazione.

< Che ti prende...è da prima che volevo chiedertelo...non fai che pensare - sorresse la testa con la mano sinistra assumendo un'aria seccata - ed è per questo che siamo qui, non che la cosa mi dispiace... >

< Per prima mi dispiace, davvero...e che pensavo ad una cosa che era successa ad Elena >

< Elena? Ha problemi con Jun? >

< Mh...direi di si, spero che quello che le ho detto gli sia servito per trovare una soluzione >

< Che è successo questa volta >

< Jun le ha proposto di venire con voi quando farete il tuor >.

< WAO! - disse sollevando la testa ed appoggiando la mano sul tavolo - Incredibile, mi stupisce quel ragazzo >

< Già, ma ha sorpreso anche Elena...era confusa se accettare o no. E come suo solito evitava il problema nascondendosi...non imparerà mai la lezione > disse con aria seccata.

< Beh, questa volta ha avuto il suo perché - la ragazza la guardò dubbiosa - Venir con noi non è una scelta facile da fare. Jun l'avrà detta consapevole di quello che sarebbe comportato. Non avremo tempo libero, saremo sempre in giro ed a provare...mentre mangiamo dobbiamo anche trovare il tempo per scrivere...ci riposeremo solo quando finiremo le prove o il concerto...Se Elena deciderà di venir avrà pochissimo tempo da dividere con lui... >

< Il suo problema non era per il poco tempo che Jun le avrebbe dedicato >.
< Ah no? Allora cosa? >

< Si preoccupava per il fatto che lei sarebbe stata una distrazione per lui >
< Fidati...Jun non è un tipo che si distrae facilmente dal suo lavoro...Se si mette in testa una cosa, niente e nessuno potrà fermarlo! Neppure Elena... >

< Lo conosci così bene da scommetterci su? >

< Si! Vincerei ad occhi chiusi >

< Sarà... - disse prendendo il menù - Vedremo più avanti come si evolverà la storia >.

< Si ma... - la ragazza lo guardò - dopo? >

< Dopo...cosa? >

< Quando hai bruciato il pollo l'hai detto, ma poco fa a cosa pensavi? >

< Aaaah... prima... - distolse lo sguardo - a cosa ordinare..non conosco tutti i piatti >
< Haaan....dimmi, ti conosco più di quanto immagini >

< Davvero...pensavo ai piatti... - iniziò a leggere sul menù - Per esempio...che cos'è il Palak Rice? >

< Riso agli spinaci >

< Bleh! Non mi piacciono gli spinaci...mmm...allora, vediamo... >

Seob osservava con molta attenzione la ragazza, capiva benissimo che sotto c'era qualcosa...ma voleva star al suo gioco, quando si sarebbe sentita pronta le avrebbe detto quello che nascondeva.

< Vuoi un consiglio? >

< Mh? Quale? > chiese senza distogliere lo sguardo.

< Prova il Prawn Biryani >

< Il che???? Che roba è? > disse osservandolo

< Risotto piccante ai gamberi e curry... >

< Mmm... visto che a casa ho detto di fidarmi di te, e visto il posto dove mi hai portato...continuerò a fidarmi...proviamo con questo. E tu, invece? >

< Io? Ovvio no? - rispose con sorriso - Il Chicken Tikka Masala! >

< Sarebbe?? >

< Pezzi di pollo serviti assieme ad una salsa che è il masala, ovvero il curry. >

< Ah...adesso capisco perché indiano...Visto che prima hai detto che volevi il pollo al curry e che niente ti avrebbe saziato sei venuto fin qui... >

< BINGO! - scroccò le dite - La mia principessa capisce al volo tutto quello che faccio >

< Tu sei un caso perso...tutta questa strada per un pollo al curry >
< Qui fanno solo il meglio...ed io - disse vantandosi - merito il meglio, no?! >

Con quell'affermazione Hannah si mise a ridere, era buffo...in ogni situazione riusciva a trarre sempre il lato ironico; con lui niente poteva essere preso seriamente...per un verso si sentiva sollevava per questo suo lato, almeno così a casa aveva qualcuno che l'avrebbe distratta dai pensieri.

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Jun era appena entrato in casa; era tutto silenzioso, si avviò verso la cucina dove il tavolo era già preparato per la cena. Sentì alcuni rumori provenire dalla camera da letto e incuriosito andò a controllare.

Quando aprì la porta vide la ragazza in accappatoio prendere una lozione per il corpo che era caduta a terra.

< Jun... - si sollevò da terra - quando sei arrivato? >

< Un istante fa... - disse avvicinandosi alla ragazza - Non ti ho sentito ed iniziavo a preoccuparmi >

< Scusami - disse passando la crema sulle gambe - Sono rientrata prima dall'ufficio e ne ho approfittato per farmi un bagno. Con questo freddo la mia palle sta diventando molto secca >

Jun osservava attentamente la ragazza, aveva notato che alcuni suoi atteggiamenti era insoliti...quando tornava prima l'avvisava o per messaggio o lasciando qualche biglietto.

< Ho già preparato tutto - disse rivolgendosi al ragazzo - Vuoi far prima la doccia o vuoi mangiare? >

< Ceniamo... farò dopo la doccia >

< Ok... mi vesto ed arrivo. >

Rimase in silenzio per tutto il tempo, più la osservava, più era convinto che stesse nascondendo qualcosa.

Seduti a tavola, nessuno dei due disse una parola... finito di cenare, Jun si recò a farsi la doccia mentre Elena sistemò la cucina... il silenzio si prolungò anche quando andarono a dormire. Li, di solito, prima di spegnere tutte le luci, si scambiavano alcune parole su quello che avevano fatto durante il giorno, ma quella sera nessuno dei due disse niente.

Il gioco del silenzio durò anche il giorno successivo... nessuno saluto, nessuna parola, niente di niente. Elena arrivò anche ad evitar il suo sguardo mentre erano seduti tutti al tavolo a pranzo. I ragazzi notarono questo suo atteggiamento e chiesero spiegazioni a Jun, il quale, si limitò a dir solo che non era niente di serio.

< Elena - Han fermò la cugina per il corridoio - Sicura che va tutto bene? >

< Mh? S-Si... perché? >

< A me non sembrava... stai ancora evitando Jun?? >

< Non lo sto evitando >

< Si che lo fai. Prima a pranzo non hai rivolto la parola...che stai combinando >
< Non gli ho rivolto parola perché non avevo niente da dire - disse distogliendo lo sguardo - Uno mica può inventarsi un discorso per parlare! >

< Ah, si certo... - fece un profondo respiro socchiudendo gli occhi - Lo vuoi capire che facendo così sbagli!!! Cavolo Elena...non puoi continuare così, prima o poi lo perderai >
< Ma che ho fatto di male >
< Tutto!!! - si allontanò di qualche passo - No davvero, se non ti accorgi che stai sbagliando...io rinuncio a darti consigli. Sarebbe tempo sprecato >
< Tu mi avevi detto di non evitarlo, no? Ed io lo sto facendo...non parlare con lui non significa evitarlo >
< Non è questo il punto! Non ti sei mai comportata così con lui... neanche all'inizio quando litigavate sempre... ed ora, addirittura, non gli parli? Lo eviti? Allora non oso immaginare quello che fai a casa >

< Quello che faccio sempre... >

< No, Ely... questo che fai non è quello che fai sempre...e se non lo capirai in tempo, sarà tardi >

Rimasero qualche secondo a guardarsi negli occhi prima che Hannah si voltò proseguendo verso la direzione opposta da cui era giunta. Elena non capiva tutto quel discorso, non capiva cosa stava sbagliando...era stata lei prima a dir di non nascondersi, di star accanto a lui..

Ma più i giorni passarono, più il suo atteggiamento nei confronti di Jun era peggiorato; adesso non solo evitava di parlar e distoglieva lo sguardo dal suo, ma evitava di stargli accanto in modo da non toccarsi. Hannah e Seob erano gli unici del gruppo a saper il motivo di tutto quello, avevano provato a far ragionare Elena, ma era stato tempo sprecato. Arresi, rimasero a guardare inermi allo scenario preoccupati per quello che poteva succedere.

Era passata un'intera settimana da quando Jun aveva fatto quella proposta, ed una settimana da quando i due non si rivolgevano più né una parola, né uno sguardo...

Terminato il lavoro nell'ufficio prima del suo solito orario, Elena prese la borsa, salutò i colleghi di lavoro, ed uscì dalla CUBE. Non avvisò Jun, ormai non mandava più messaggi...

Seduta su una panchina di una fermata, osservò la foto che aveva messo come sfondo del suo cellulare: era un'immagine di Jun che aveva preso da un'intervista di una rivista.

Sorrise leggermente, desiderava vedere quel suo sguardo rivolto verso di se...gli mancavano quei suoi occhi, quelle sue labbra, la sua voce, i suoi abbracci.

< Hai sentito le ultime notizie su Yong Jun Hyung dei BEAST?! >

Nel sentire il suo nome, Elena si voltò a guardare alcune ragazzine con indosso ancora l'uniforme scolastica che attendevano l'arrivo del bus.

< Che succede al nostro oppa! >

< Ho sentito dire che per il suo compleanno prenderà alcuni giorni... questo significa che non lo passerà insieme agli altri ragazzi >.

< EEEEEH!? - urlò una ragazza con i capelli legati in una coda - Non sai perché ha chiesto questi giorni?? >

< Purtroppo no - disse l'amica con tono dispiaciuto - l'ho sentito dire da alcune persone davanti all’ingresso della CUBE >.

< Ed io che volevo saltare la scuola per mettermi li davanti in attesa di vederlo per fargli i miei auguri... - disse sospirando una di loro appoggiandosi al palo della fermata - Oppa... >

Nel sentire quei discorsi, Elena si alzò di scatto iniziando a camminare.

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Quella sera, Jun rientrò a casa al suo solito orario. Chiuse la porta dietro si se e poggiò il borsone di fianco l'entrata. Si osservò in giro, questa volta non sentiva nessun rumore provenire da nessuna stanza... Elena non era li.

Prese il cellulare, controllò se avesse mandato qualche messaggio o ricevuto chiamata, ma niente. Iniziò ad innervosirsi. Diede un calcio al borsone prima di dirigersi verso la camera da letto.

Entrò dentro e si sedette sulla punta del letto; iniziò a pensare a cosa le fosse successo per comportarsi in quel modo, dove avesse sbagliato. Si alzò, decise di far un doccia...magari l'avrebbe calmato.

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Quando la porta di casa si aprì, eran passate le sette di sera. Elena osservò la borsa, capì che Jun era arrivato. Si tolse il giubbotto che sistemò con cura dentro un armadio posando anche la borsa.

Prima di preparare la cena, decise di cambiarsi dirigendosi così in camera. Passò davanti alla porta del bagno, la luce era accesa.

" Si starà facendo la doccia... deve essere appena arrivato... "

Osservò per qualche istante con sguardo triste, poi passò ad entrar in camera. Si spogliò e cambiò rapidamente sistemando i vestiti sopra il mobile, d'un tratto la porta si aprì e vide Jun davanti l'ingresso. Indossava solo il sotto della tuta e con una tovaglia in testa cercava di asciugare i capelli. Rimase colpita da quella scena, imbarazzata per essere rimasta troppo tempo a guardarlo, distolse lo sguardo facendo finta di sistemare i vestiti.

Jun lentamente e senza distogliere l'attenzione su di lei, si avvicinò ad un mobile aprendo un cassetto in cerca di una maglietta.

" Adesso che faccio - pensò tra se Elena imbarazzata - Avrà notato che sono rimasta a guardarlo come una tonta... però cavolo, sembra come se l'avesse fatto apposta ad entrare così... - si voltò verso lui lentamente, come se avesse il timore di essere scoperta - Stiamo insieme da pochi mesi, ma ancora non mi sono abituata all'idea di vederlo mezzo nudo girar per casa... - osservò la sua schiena - e non credo mi ci abituerò... "

Jun indossò la maglietta scelta accorgendosi che la ragazza lo stava osservando e si voltò rapidamente. Non capiva cosa le stava succedendo, quell'atteggiamento iniziava seriamente ad innervosirlo.

" Si è accorto che lo stavo osservando... - chiuse gli occhi per la vergogna - so che non ho motivo per comportarmi così...visto che è successo anche altro, cavolo allora perché mi sento come se la mia faccia andasse in fiamme?! Devo sembrargli una completa stupida...sarà meglio uscire da questa stanza "

Elena si spostò verso la porta ma Jun fu più veloce nel fermarla e tirarla verso il letto, la spinta fu forte da farli cader entrambi su di esso. Elena si ritrovò il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo, diventò rossa e distolse lo sguardo.

< Guardami - Jun strinse la presa che aveva sui suoi polsi faccendole socchiudere gli occhi - Ho detto GUARDAMI! > disse quasi urlando

Elena, poco alla volta con gli occhi chiusi, rivolse il suo volto verso lui; aveva paura di quello che poteva succedere...che le avrebbe detto? Che avrebbe fatto?

Jun non era il tipo da picchiare una ragazza, non era così aggressivo come voleva far credere, ma non capiva allora quella paura a cosa derivava...

< Guardami negli occhi - disse con un tono più pacato - dimmi che ti prende adesso...dimmi che cosa ti è successo in questi giorni...perché, credimi... - il ragazzo allentò la presa avvicinandosi al volto della ragazza - ...io così...non riesco più a stare...Perché non mi parli? Perché mi eviti? Perché non vuoi che ti tocchi? - la ragazza non parlava, né aprì gli occhi - Elena... - stava per accarezzarle il viso, quando si voltò. Jun ritrasse la mano e si sollevò - Se ho fatto qualcosa di sbagliato, perdonami... Se i tuoi sentimenti sono cambiati...Se non provi più quello che provavi prima, dillo chiaramente...così da farmene una ragione...Se è davvero così, non ti disturberò più. >

Elena aprì gli occhi, il ragazzo non era più sopra il suo corpo, attendeva una sua risposta stando davanti al letto. Si sollevò sedendosi con il volto rivolto verso il basso, doveva parlare, doveva dire come stavano esattamente le cose, ma non riusciva...le parole si fermavano.

Jun sospirò.

< Come devo fare con te?! Qualsiasi cosa faccia ci porta a litigare... - si sedette al suo fianco - Mi ero ripromesso una cosa - avvicinò la mano sui suoi capelli lunghi - che ti avrei fatta sempre sorridere, che non avrei visto più il tuo volto triste né in lacrime - la ragazza si voltò a guardarlo, lui le accarezzò la guancia - Quando ti ho visto la prima volta, ho sempre desiderato vedere il tuo sorriso...che, a differenza di altri, io ti avrei reso felice ma...non credo di riuscirci... >

Gli occhi della ragazza divennero lucidi, tutto quello che stava dicendo non era vero...voleva, cercava di parlare, ma non riusciva, non trovava la forza di farlo...strinse le mani in pugni.

Jun lasciò cadere la mano lungo il suo braccio, distolse lo sguardo...

" Non andare - pensò fra se Elena mentre osservava il ragazzo - Non andare via... “.

Dai suoi occhi scese una lacrima, Jun si alzò...

" No...non andare "

Stava per far il primo passo, quando si sentì afferar una mano e si voltò a guardarla.

< N-NO... N-Non andare... >

< Che succede? - chiese impassibile - Stai male? >

< No... Non è vero... >

< Cosa? >

< Tu... è vero che... >

< Io, cosa? - si girò nella sua direzione - Che cerchi di dirmi >

< Non è vero che mi rendi triste... Non è vero che non sono felice, che non ti amo più...Non è vero che voglio finirla qui...Non è vero >

Jun era rimasto fermo ad osservare i suoi occhi: quegli occhi marroni - verdi rivolti verso di se erano lucidi e, ad una ad una, le lacrime cominciarono a scendere.

< Non è vero? - disse poggiandole una mano sulla guancia - Allora perché piangi? >

< Perché riesco solo a far casini... solo a creare problemi inutili... a rovinare la felicità - il ragazzo si sedette nuovamente accanto a lei - Io voglio stare con te, voglio essere felice come lo siamo stati fin'ora...voglio passare le mie giornate ad attendere il tuo rientro...a messaggiare, a sentire la tua voce...ad osservare i tuoi occhi... - mise una mano sopra la sua testa - toccare i tuoi capelli... -lentamente la posizionò sulla guancia - toccare il tuo volto - la spostò verso le labbra - sentir le tue labbra sulle mie... >

< Se è così, allora perché in questi giorni hai fatto di tutto per starmi lontana? >

< Perché riflettevo sulla tua proposta... ma ancora non so dar una risposta... ed ho finito per allontanarti, mi dispiace >.

Le lacrime iniziarono a fermarsi; i due non smisero di osservarsi rimanendo per un attimo in silenzio.

< Stupida - disse Jun tirandola a se - Mi hai fatto preoccupare come al tuo solito >

< Mi dispiace > lo strinse forte.

< Non importa se deciderai di venire o no... basta che non mi farai preoccupare come hai fatto in questi giorni. >

< Va bene >

Chiarito ogni malinteso, i due si recarono in cucina intenti a preparare qualcosa per la cena: non avevano fatto la spesa e si adattarono con quel che era rimasto nella dispensa e nel frigo.

< Domani ho la giornata libera - disse Jun - La prima cosa che farò e andar a far un po’ di provviste >

< Ti darò una mano >
< Non hai da sbrigar cose in ufficio? >

< Finirò presto... potremmo andarci insieme >.
< Ok... allora attenderò il tuo rientro >

< Perfetto > sorrise la ragazza mentre era intenta a dosare il sale per il riso.

Era rimasta a osservarlo mentre preparava degli involtini di carne, era così bello... chissà quante altre ragazze l'avevan visto sotto quell'aspetto...

" Già - pensò fra se - quante altre l'avranno conosciuto?! Chissà a quante ragazze avrà rivolto il suo sorriso, i suoi occhi... - le venne in mente le ragazze di quel pomeriggio - e chissà quante ragazze l'avranno chiamato "oppa"... “.

Jun si accorse dello sguardo assente della ragazza.

< Che ti prende? >

< Cosa? > disse osservandolo

< Che stai pensando adesso? >
< Ah... ecco... in verità... >

< Allora? Dimmi >

< Ehm... - disse picchiettando fra se gli indici con lo sguardo rivoto verso il basso - Ad una cosa stupida, ma è da oggi che ci penso su >
< Quindi dimmi >

< Oggi, in fermata... ho sentito alcune ragazze delle superiori parlare di te chiamandoti "oppa" >.

< Di me? Che dicevano? >

< EH? Che dicevano? > domandò stupita

< Si, che hanno detto da farti pensare così tanto >

< Non è quello che hanno detto loro su di te... >.
< Ah no?! Allora cosa? >

< Il fa-fatto che ti hanno chiamato "oppa"... >

< Ti ha dato fastidio? > chiese intento a preparar senza mai distogliere lo sguardo.

< Un po’... ma lo so che mi ci devo abituare... e solo... e solo che...che mi chiedevo, quante ragazze ti hanno definito con quel termine? >

< Quante? - si fermò a pensarci su - Non saprei... >

< Ma non mi riferisco alle tue fan...intendo.... >
< AAAH - disse osservandola - intendi con le ragazze con cui sono stato? >

Il volto di Elena arrossì, aveva capito fin dall'inizio a cosa si riferiva... ma voleva veder fin a che punto si sarebbe spinta.

< Visto che lo sapevi già a cosa mi riferivo, perché non hai risposto subito >
< Così... - sollevò le spalle - mi divertivo >.
< Comunque... rispondi >
< Mmm... quante? > Jun si fermò per qualche secondo a riflettere.

La ragazza deglutì, erano così tante da pensarci pure? Era questo quello che pensava tra se mentre era in attesa di una risposta.

< Non molte, in realtà >

< In quante? >

< Alle superiori sono stato solo con tre ragazze... Da quando ho iniziato a far parte del gruppo non ho avuto storie ma solo ragazze che stavano insieme a noi che mi chiamavano così >

Quella sua risposta la sollevò, fece un lungo sospiro di sollievo.

< Come mai adesso mi chiedi questa cosa? >

< Eh?... >

< Eri gelosa per il fatto che le altre mi hanno chiamato "oppa" >

< Beh... ecco... Il fatto è che noi ci siamo sempre chiamati con il nostro nome...e mai con un aggettivo >

< Veramente - disse Jun osservandola - Solo io ti ho chiamato con il tuo vero nome >.
< EH?? Che significa? >

< Credevo sapessi che JunHyung è un nome che ho scelto per il gruppo >.

< N-Non... Non lo sapevo > disse con stupore

< In realtà... il mio vero nome è JaeSoon >.

< Quindi...ti ho sempre chiamato con un nome d'arte? > chiese sorpresa per la notizia

< Già... >
A quella verità, Elena si sentì per un attimo triste... voleva trovare un modo per essere più intimi, più vicina a lui...ma il fatto di non saper neanche che fino a quel momento l'aveva sempre chiamato con il suo nome d'arte la faceva sentire più distante di quanto non lo fosse prima.

< Come mai adesso sei silenziosa? >

< Perché... volevo cercare un modo per sembrare più intimi... - disse avvicinandosi a lui - Credevo che chiamandoti per nome fosse un modo per sembrare più vicini...ma mi sbagliavo >

< Mmm... vuoi chiamarmi anche tu "oppa"? >

< EEEH? - disse diventando rossa - dovrei chiamarti così?? >

< Lo usano anche le ragazze in una relazione - disse portando gli involtini sul piano cottura - Quindi... vuoi chiamarmi anche tu così? >
< ... - Elena ci pensò per qualche minuto - In realtà... vorrei trovare un altro nomignolo >.

< Come mai? >

< Perché "oppa" sono in molti a chiamarti così, io voglio uno tutto nostro >
< Allora in che modo? >

< Non lo so ancora... ma ci penserò su >

Jun sorrise nel vedere la sua espressione determinata su quell'impresa, per lui non aveva molta importanza...basta che era felice con lei, senza problemi, non importava come si sarebbero chiamati in intimità.

< Per ora pensiamo a finire di cucinare - disse osservando gli involtini cuocersi nella pentola - Ci penseremo dopo >.
 

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Terminata la cena, sistemata la cucina, si recarono sul divano... si sedettero comodamente coprendosi con un plaid ed accese il lettore DVD per la visione di un film che avevano scelto di vedere mentre stavano cenando.

Per l'intera visione del film, i due si stuzzicavano a vicenda per la paura di Elena nel vedersi spuntare all'improvviso persone dal nulla, non era un film horror ma un thriller ma in alcune scene la tensione che si creava permetteva a Jun di creare piccoli scherzi alla ragazza.

Finito il film, si recarono a letto; anche se Jun non aveva lavoro, Elena doveva recarsi in ufficio. Come ogni sera, tranne che nell’ultima settimana, i due si stringevano l'un l'altro per trovare la giusta posizione per dormire. Elena era felice di aver chiarito il malinteso che lei stessa aveva creato e felice per aver prenotato il viaggio...

" Ah vero - disse ricordandosi di non averlo ancora detto a Jun - Devo avvisarlo "

< Che succede? > chiese Jun notando la sua agitazione.

< Jun... ti ricordi che ti ho detto di aver sentito quelle ragazze parlare di te? >

< Mh?...si... >

< Ho sentito - disse sollevandosi per guardarlo nel viso - che hai preso dei giorni di permesso... durante il tuo compleanno >.
< Davvero? Si è già diffusa questa notizia? >

< Si...ed io... >

< Cosa? > chiese incuriosito

< A quella frase sono corsa via... era dispiaciuta per loro e tutte le fan perché non ti avrebbero fatto gli auguri di presenza... Però...allo stesso tempo ero anche felice >

< Felice? Perché? >

Senza dar spiegazioni, Elena sorrise e si recò verso la porta ed uscì lasciando Jun sospettoso per il suo atteggiamento. Qualche istante dopo rientrò con in mano una busta.

< Cos'e? > chiese mentre Elena lo porgeva sul letto.

< Apri... e lo scoprirai >
Jun non se lo fece ripetere due volte, aprì attentamente la busta dove trovò all'interno un itinerario con due biglietti per una mini vacanza nelle località della valle di Murŭng e due giorni nell'albergo Novembre Resort nella città di Gyeongju; sorpreso per ciò che teneva fra le mani, guardò il volto soddisfatto di Elena.

< Non mi avevi detto che i giorni te li avevano concessi, non mi avevi detto neanche quale località ti avrebbe fatto piacere vedere... ma essendo un mio regalo per il compleanno e sentendo la notizia, sono corsa nell'agenzia di viaggi ed ho scelto questa... dicono che in quella valle si possa trovare pace e tranquillità... essendo anche Dicembre troveremo la neve, potremmo riposarci un po’ mentre osserveremo i posti che ho fatto segnare come escursioni... spero che questo piccolo regalo ti sia piaciuto. >

Jun non rispose, semplicemente rimase sorpreso per il gesto che la ragazza aveva appena fatto. Nessuno, fino a quel momento, aveva scelto per lui il posto dove si sarebbe riposato per un paio di giorni, soprattutto nessuno aveva mai fatto un regalo del genere.

< Sei...sei felice, oppure... > chiese osservandolo preoccupata.

< Si...Sono felice... > le rivolse un sorriso

< Ah, meno male - fece un sospiro di sollievo - Avevo la preoccupazione che non ti sarebbe piaciuto andare in quei posti >
< Lo sai benissimo che qualsiasi posto scegli, se ci sei tu, io ci andrei anche ad occhi chiusi >

Elena sorrise, era questo suo modo di essere, di sorprenderla, di essere dolce a modo suo, da farla innamorare ogni giorno di più.
 

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I giorni successivi prima della partenza, li trascorsero tra il lavoro e lo shopping. Per Elena quella era la prima volta che sarebbe partita con il proprio ragazzo soli per una vacanza; si sentiva emozionata ma aveva anche paura di combinare una delle sue. Per ogni evenienza, aveva messo un porta fortuna che aveva comprato in una bancarella...non credeva molto a quelle dicerie, ma voleva che per una volta nella sua vita le cose andassero per il verso giusto.

Il giorno della partenza arrivò; per l'occasione, Elena aveva noleggiato un auto e l'autista che nei giorni successivi li avrebbe condotti nei posti designati: era o no anche un modo per far riposare Jun per il duro lavoro che aveva fatto fino ad ora??? Di certo non gli avrebbe fatto far fare tutti quei chilometri.

Il viaggio per arrivare alla prima destinazione nella valle fu abbastanza lunga con 3 soste volute da Elena, i lunghi viaggi fatti sulla macchina per lei era una sofferenza...non tanto perché soffriva la macchina, ma per l'esigenza di stendere tutti i muscoli del corpo.

Dopo 4 lunghissime ore, arrivarono alla destinazione. La prima tappa fu una piccola dependance vicino ad un tempio dove avrebbero riposato per una sola notte in quanto il giorno successivo si sarebbero recati nella città di Gyeongju. Sistemati i loro bagagli, rinfrescati un po’ respirando l'aria così leggera, furono pronti per affrontare la lunga e ripida salita lungo un sentiero per ammirare le meraviglie dei posti circondati in quei boschi.

I posti da visitare erano molte, ma a causa della poca disponibilità di tempo, optarono per una veloce giuda verso i posti più vicini da poter vedere; fra questi vi era una zona abbastanza isolata che si raggiungeva inoltrandosi in mezzo ai fitti alberi: immerso nel verde, iniziarono a sentire un forte fruscio che diventava sempre più forte man mano che si avvicinavano. Alla fine del sentiero, videro una grotta dove un fiume si gettava verso un lago formando una cascata. Dei deboli raggi del sole riuscirono a penetrare fra i rami degli imponenti alberi che circondavano la zone che, a contato di piccole gocce che s'infrangevano con le rocce, formavano un arcobaleno. Elena rimase sorpresa nel veder tale paesaggio; rimpianse il fatto di dover stare per solo un giorno, se tutti i luoghi che vi erano lì eran come quello che osservava, niente valeva al confronto di ciò che provava. Era come diceva la locandina. In quei posti così isolati, così tranquilli, si avvertiva una sensazione di pace, serenità, gioia... nessuno li aveva riconosciuti, nessuno era lì con loro, nessuno aveva ancora chiamato Jun al cellulare... erano davvero soli... finalmente soli.

Rimasero seduti su delle rocce in completo silenzio finché non si fece l'ora di rientrare. Quella notte, dopo aver cenato presto, rilassati nelle acque calde e dopo una doccia, riposarono tranquillamente come se tutta quella passeggiata, quel bagno caldo, quel posto, li avesse liberati dai problemi, dalla tensione che avevano accumulato.

Il giorno seguente non avevano molto tempo da dedicare alle varie escursioni che avevo proposto la sera precedente, nel tardo pomeriggio avrebbero lasciar quel posto. Decisero di affittare delle mountain bike far un giro nelle vicinanze.

Rientrati, sistemati, riposati un po’ e pranzato, finirono di preparar i bagagli e l'auto fu già pronta per portarli nella seconda tappa... hotel Novembre Resort. Li, Elena aveva organizzato una piccola sorpresa per il compleanno di Jun.

Arrivano per l'ora di cena, un cameriere li aveva condotti nella suite all'undicesimo piano: all'entrata vi era un piccolo soggiorno con TV 50 pollici ad alta definizione, un divano ad angolo ed una parete con un camino elettrico divideva l'ambiente con il resto della stanza dove vi era una vetrata che mostrava l'intera città. Proseguendo a destra vi erano due porte, una portava alla camera da letto dove l'arredo era moderno, con pareti bianche, letto rotondo con coperte rosse e petali sparsi sopra, un lampadario con i fili delle luci che creavano l'effetto spirale, una finestra che portava all'ampio balcone dove vi era un tavolo con due sedie. L'altra porta portava al bagno... ma quello di certo non si poteva definire tale...per Elena sembrava più un piccolo centro benessere. Aperta la porta adiaceva ad un piccolo angolo dove si ci poteva privare degli indumenti ed indossare l'accappatoio, proseguendo oltre un separé, al centro della stanza vi era una vasca idromassaggio a forma quadrata, alla sinistra vi era una parete dedicata alla doccia ma che fungeva anche da sauna, a destra, invece, un mezzo muretto e tre gradini dividevano il tutto con quello che per lei rappresentava l'essenziale di un bagno.

Lasciati soli, dopo aver spiegato cosa comprendeva il pacchetto ordinato dall'agenzia, i due ragazzi si prepararono per la cena.

Tutto quello sembrava più un sogno per lei che un regalo per Jun, era più sorpresa lei di lui... sdraiati finalmente nel letto, Elena osservò il viso contento e rilassato di Jun che, non appena appoggiò la testa sul cuscino, chiuse gli occhi per la stanchezza.

" Già dorme - sorrise - Jun... spero che domani tu ti possa rilassare con quello che ti ho preparato... spero che per il tuo compleanno io ti possa lasciare sorpresa come tu hai fatto con il mio... “.

Lentamente si avvicinò al suo viso, non voleva svegliarlo. Osservò l'orologio, segnava la mezzanotte; diede un piccolo bacio sulle labbra.

< Buon compleanno... Jea... >

Jun era ancora sveglio, nel sentire quella frase, strinse al suo petto la ragazza facendo un leggero sorriso. Tutto stava andando come lei aveva desiderato.

Il mattino seguente, Elena si svegliò prima di Jun; aveva organizzato tutto per l'intero giorno. Colazione a letto, passeggiata per le vie del centro, rientro in stanza dove si sarebbero rilassati in quella vasca per poi recarsi nel posto in cui la ragazza aveva scelto per la cena. Tutto era stato scelto dettagliatamente... ma non aveva considerato una sola piccola variante: il tempo.

Fin a quei giorni, il sole risplendeva portando temperature gradevoli... ma quella mattina il cielo si andava comprendo da nuvole. Elena non si fece intimorir da quel piccolo contrattempo insignificante.

La giornata iniziò per come aveva ideato fino alla sera precedente. Aveva fatto portare la colazione, dopo il suo risveglio le aveva portato sul letto e lì mangiato. Si erano presi tutto il tempo che volevano...e dopo aver terminato, si recarono per le vie del centro. La città era abbastanza movimentata, ma tranquilla, nessuno aveva fatto caso a Jun. Entrarono in ogni negozio, fatto acquisti di regalo di ogni genere, comprato piccoli ricordi e scattato foto che avrebbero poi fatto sviluppar per tappezzare la casa come avevano idea prima di partire.

Rientrati in hotel, si rilassarono dentro la vasca come programmato...era tutto perfetto.

" Tutto va secondo i piani... è tutto così perfetto - pensava Elena mentre si rilassava cullata da quelle bolle mentre era appoggiata al petto del ragazzo con occhi chiusi - già...fin troppo perfetto - d'un tratto aprì gli occhi - In questi giorni è andato tutto liscio, nessun impedimento, nessuna lite...nessuno che ci fermava...sarà mica un sogno?? - si diede un pizzicotto e per il dolore strinse gli occhi - Ahi... allora... questo non è un sogno... è tutto vero "

< Che hai adesso? > chiese Jun intento ad accarezzar il viso.

< Stavo pensando a quanto sto bene così...a come sono felice di star stretta a te...a festeggiar insieme a te... >

< Anch'io - disse stringendola - sono felice di stare qui con te >.

< Ti sei divertito in questi giorni? >

< Si...sono stato bene insieme a te >

< Sono contenta... ma ho lasciato una sorpresa per ultima >.

< Cosa? > domandò sorpreso

Elena si staccò dal suo abbraccio e lo guardò sorridendo.

< Credevi che il mio regalo finisse con questo? Il viaggio doveva essere il mio regalo per te... ma alla fine ne ho goduto più io che tu... >.
< Elena... >
< Per questo ho organizzato qualcosa per questa sera... voglio che ti vesta elegante... >.

Con ciò, la ragazza uscì dalla vasca.

< Ely... dove stai andando >
< Ci vediamo dopo... > disse mentre si avvolse nell'accappatoio.

Jun non ebbe il tempo di vedere dove stava andando che, dopo aver raggiunto la porta d'ingresso e controllato in giro, la perse di vista.
 

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Jun era ormai pronto da quasi venti minuti, indossava un completo blu scuro, camicia bianca ma senza cravatta, ed i primi bottoni della camicia erano aperti facendo intravedere il tatuaggio che si era fatto qualche anno fa sul petto. Indossava un orologio sul polso sinistro ed aveva lasciato scomposti i suoi capelli biondi. Aveva seguito le istruzioni che Elena aveva lasciato sopra il letto, indossato quel completo e spruzzato e passato sul corpo il profumo e la crema corpo che si trovava sul comodino, era quello che Elena aveva scelto per lui quel pomeriggio: Calvin Klein black. Non aveva notizie di Elena da 2 ore, aveva lasciato dire da un cameriere di farsi trovare pronto per le otto, mancavano ormai 5 minuti...

Si sedette nel divano, in preda al nervosismo si portò il pollice sinistro sul labbro intento a masticare l'unghia. Qualcuno bussò alla porta; colto di sorpresa, corse ad aprire nella speranza di trovarsi la ragazza, ma così non fu. Dietro quella porta, un cameriere si chinò indicandogli la strada che l'avrebbe condotto dalla ragazza.

Tutto quello per Jun era incredibile; fece un sogghigno prima di seguirlo. Nel tragitto, ripensò a tutti i momenti trascorsi con lei; dalla prima volta che l'aveva vista, al loro primo bacio; a quelle sere in quel balcone dell'albergo a Dubai, alle sere trascorse a Seoul; dalla loro prima volta, alla loro convivenza.

Il cameriere si fermò davanti ad un porta, l'aprì indicando di proseguire all'interno. Titubante e con le mani nelle tasche, Jun oltrepassò la porta ritrovandosi in un'ala dell'albergo con uno spiazzarle grande, quasi al centro un tavolo con una tovaglia bianca dal merletto color oro, candele accese e fiori al centro tavola... erano rose rosse. Le luci erano soffuse, le pareti erano vetrate dove dal soffitto ricadevano delle tende bianche dal tessuto leggero, una finestra era leggermente socchiusa ed il vento che entrava faceva muovere le tende.

A quello scenario rimase colpito, si osservò in giro, ma di Elena neanche l'ombra. Avanzò verso il tavolo con piccoli e lenti passi; quando lo raggiunse lesse un biglietto che la ragazza aveva lasciato li per lui.

" Hai sempre fatto tu delle sorprese per me, adesso è il mio turno di sorprenderti “.

Riposò il biglietto e fece un lieve sorriso quando sentì una musica lieve provenire da fuori. Si mese la mani in tasca, si avvicinò alla finestra, scostò le tende...fuori vi erano altre candele posizionate su alcuni angoli dei vari muretti e dentro la piscina vi erano dei fiori di loto con dentro piccole candele. Dritto davanti a lui, vi era un sol palco di legno dove intravide una figura...non poteva che essere Elena.

Con passo lento, si recò davanti ai gradini che salì soffermandosi per qualche secondo. Arrivato sopra, la vide li, ferma ad ammirare la città illuminata dalle luci artificiali dei lampioni e delle abitazioni.

Indossava un lungo abito nero che con la luce si notavano dei brillantini, era avvolta da una pesante sciarpa ed i capelli erano raccolti in una mezza coda a media altezza lasciando quelli sotto leggermente ondulati.

Jun era rimasto colpito dalla sua bellezza, ma non lo diede a vedere... l'unica cosa che pensò in quel momento fu...WAO.

Elena si voltò leggermene verso lui.

< Sei arrivato... - disse sorridendo - Spero che la sorpresa sia di tuo gradimento... Ho voluto ricambiare per tutte le volte che tu l'hai fatto per me...e dirti... Saeng il chuk ha hae >

Jun non aveva parole per descrivere ciò che provava in quel momento, per la prima volta qualcuno era riuscito a sorprenderlo fino a quel punto. Un lieve vento spostò i capelli della ragazza e sentì un dolce profumo, Elena lo riconobbe subito... Jun aveva messo il profumo che le aveva chiesto di mettere. Socchiuse per un attimo gli occhi facendo un lungo respiro per avvolgersi in quel dolce aroma. Quando li riaprì, Jun era sempre fermo li...a pochi passi da lei.

Si voltò ad osservar il cielo...sospirò.

< Mi dispiace che sia capitata questa giornata... il mio regalo, almeno per oggi, rimarrà coperto. - Jun non capì cosa volesse dire - Credevi che tutto si sarebbe soffermato qui? - disse voltandosi per guardarlo appoggiando la schiena nel balcone - Credevi che avessi fatto tutto questo solo per una cena? Beh...non solo - Elena indicò qualcosa infondo a quella terrazza - Li...vedi? Li ho fatto posizionare qualcosa che te l'avrebbe mostrato, ma... - osservò in alto - non questa sera >

Jun cominciò ad intuire a cosa si riferisse...tutto quello...era come lui aveva realizzato per lei, ma non credeva che fosse solo per ricambiare...

< Perché? > domandò senza muoversi e con le mani dentro le tasche.

< Mh?! Beh...non ho considerato una variabile al mio programma - sorrise - il tempo...Quando ho organizzato tutto questo pensavo ci fosse una di quelle sere limpide, senza una nuvola in cielo...solo oggi ho costatato che, anche se avevo organizzato tutto in modo perfetto...qualcosa mi ha impedito di realizzarlo...allora mi sono munita diversamente >
< In che senso? >

< Ho controllato le previsioni... - si allontanò dalla ringhiera - Sai, adesso difficilmente si sbagliano... quindi voglio verificare una cosa... >.

< Cosa? >

< Se davvero nevicherà... >
Un silenziò calò fra i due, le nuvole in cielo iniziarono a comprimersi, era tutto coperto...

Jun non capiva cosa volesse fare con ciò Elena... in che senso aspettava che nevicasse?! Questa era la domanda che si poneva mentre rimase lì ad osservarla in silenzio.

< Ho letto in diversi siti che con la prima nevicata abbondante che rimane fino all'indomani, porti fortuna alle nuove coppie e che bisogna far una passeggiata >.

< Ma la prima nevicata c'è già stata... >

< Ma si è sempre sciolta... adesso che siamo quasi sul procinto dell'inverno, la neve non dovrebbe sciogliersi...e poi non abbiamo fatto la nostra passeggiata >

< Vuoi farla oggi? >

< Si...e poi - sorrise avvicinandosi al ragazzo - Spero di darti il mio regalo >
< Perché non darlo ora >
< Nono... voglio solo aspettare un altro po’ >.

Elena si appoggiò al petto del ragazzo stringendo a se; adorava quel profumo... ne andava pazza, sentir la sua presa, le sue braccia intorno alla sua vita mentre veniva avvolta dal suo profumo, non chiedeva altro.

Tutto era PERFETTO!

Rimasero stretti l'uno all'altro per un paio di minuti, osservando quelle luci ed il paesaggio prima di dirigersi all'interno dove li attendeva la cena che aveva ordinato Elena.


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Con la conclusione della cena, si spostarono al piano superiore del ristorante dove, ad attenderli, vi era un cameriere che li condusse verso dei divanetti messi attorno ad un camino a legna accesa per l'occasione. I divani erano rivolti verso le vetrate della stanza e, solo quando Elena fu vicina a loro, si accorse che aveva cominciato a nevicare.

< Guarda fuori Jun > disse la ragazza appoggiando le mani sul vetro.

Jun la raggiunse mettendole una mano sulla spalla avvicinandola a se; con il volto pieno di gioia, Elena osservava come quei piccoli fiocchi cadevano appoggiandosi a terra ricoprendo tutto di bianco. Adorava la neve, nella città dov'era cresciuta non nevicava mai...doveva spostarsi un paio di chilometri per poter vederla; fin da piccola desiderava stare in una città che potesse soddisfarla in tutto ciò che desiderava...ed in quel momento l'aveva trovata.

< Adesso sento che ho tutto quello di cui ho bisogno > disse con il volto pieno di gioia.

< Che volevi? > chiese Jun osservandola

< La mia felicità... - addolcì lo sguardo - Ho un lavoro che mi permette di poter soddisfare le mie esigenze e desideri, vivo nella città che ho sempre voluto veder, sono circondata da persone che mi vogliono bene per ciò che sono e poi - lo guardò - ho trovato te... e tu completi la mia felicità... Con te sento di poter affrontare qualsiasi ostacolo perché mi dai la forza che non credevo di avere. Ti sono grata per tutto quello che hai fatto fino ad ora per me...per avermi aspettato per tutto questo tempo, per accettarmi con tutti i miei difetti...per amarmi, per avermi detto di rendermi felice ogni giorno...Inoltre - fece una lunga pausa che incuriosì il ragazzo, stava per chiederle cosa volesse aggiungere quando Elena continuò - ho fatto tutto questo sia per stupirti, ma anche per ringraziarti... - si allontanò dal ragazzo avvicinandosi alla finestra - So che aspetti una mia risposta alla tua domanda >

< Quale? > chiese Jun rimanendo fermo mentre osservava la ragazza.

< Di venire con te... di partire insieme a Febbraio... >.

< Hai deciso? >

La ragazza rimase in silenzio osservando la neve scendere lentamente, poi si voltò a guardarlo con un leggero sorriso.

< ... Mi dispiace... >

< Vuoi... Vuoi dire che... > era incredulo
< Avevo trovato tutto un discorso, avevo fatto mille progetti...non volevo dirtelo così...ma adesso... >

Elena si recò verso il tavolino nei divanetti, prese un foglio che era appoggiato sopra e lo passò al ragazzo.

< Fino a stamattina mi ripassavo tutto i punti mentalmente, ma questo contrattempo della neve ha rovinato il finale... >.

< Che... - prese il foglio titubante - .Dovrei preoccuparmi? >

< No - sorrise - anzi... credo che ne rimarrai sorpreso - Jun aprì lentamente il foglio e, come aveva detto Elena, si stupii nel leggere il contenuto - In questo modo, quando sentiremo la nostra mancanza, non dovremmo far altro che osservar il cielo... Nel lungo periodo che saremo divisi, quando sentirò la tua mancanza mi basterà veder le nostre stelle...così mi verranno in mente tutti i nostri momenti felici passati insieme, e saper che anche tu le vedrai, mi farà sentire vicino a te... - Jun la strinse forte a se - Anche noi avremmo momenti in cui saremo vicini ma non abbastanza per poterci vedere e né toccar, ma, come le nostre stelle, saremo li...sotto quell'unico cielo - Jun osservò quei suoi occhi illuminati dalla luce soffusa, rimanendo incantato dalle sue parole - E tanto ci basterà per non sentici soli >

Jun avvicinò le sue mani sul suo viso e molto lentamente iniziò a baciarla.
 

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" Mentre la neve silenziosamente scendeva ricoprendo tutto di bianco, noi rimanemmo lì a guardarci l'uno negli occhi dell'altro... dimenticammo di far la nostra passeggiata sotto quel manto di neve... in quel momento eravamo soli, tu ed io...

Niente... niente avrebbe rovinato quel momento, quella gioia, quell'amore che provavamo l'uno per l'altro.

Ne ero certo... saremmo stati per sempre insieme, allora... adesso perché sono qui, seduto nel nostro divano, in quella che era la nostra casa, con un bicchier di vino fra le mani sperando di veder la porta aprirsi e sentire la tua voce e vedere il tuo sorriso...

Perché, Elena... perché sei andata via? "








Chi non muore si rivede si dice.... E infatti eccoci tornate con il nuovo capitolo! 
Ci siamo riuscite a pubblicare. Ci dispiace esserci assentate così tanto ma, come avevo risposto alle ultime recensioni, l'università ci stringe davvero molto il tempo per scrivere çç

Ma comunqueeeee, come state? Noi abbastanza bene! Siamo tornate ieri da Milano, perchè siamo andate al concerto dei NU'EST, il mio secondo gruppo preferito dopo i BEAST ç/////ç È stata troppo un emozione vederli dal vivo e io, sono riuscita anche a incontrarli, a parlare con loro, con il mio secondo ultimate Min e a farmi autografare Face ç____ç 
Se ci penso piango ancora e vorrei tanto tornare indietro nel tempo per poter rivivere quella giornata altre infinite volte, anche le 12 ore di fila che mi sono fatta, si!
Qualcuna di voi c'era?

Recensite in molti, non vedo l'ora di leggere i vostri pensieri su questo nuovo capitolo! Byee <3

   
 
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