Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: MusaTalia    03/12/2014    2 recensioni
100. Until that day [100/100]
«Non è mai stata mia intenzione rimanere tutta la vita nell'esercito. Volevo solo stare al tuo fianco. Supportarti. Proteggerti fino a quando non avresti ottenuto ciò per cui hai sempre lavorato tanto duramente. Ed ora ce l'hai. E sono così orgogliosa di te».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'RoyAi Collection'
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067 Quirks

067. Quirks

Stranezze

“E si vedono tuttogiorno, amori nati appunto da stranezze o difetti della persona amata.”, Giacomo Leopardi, Zibaldone

 

Non era previsto. Innamorarsi di Roy Mustang non era proprio previsto. I sintomi c’erano, ma nascosti.

Per esempio, il fatto che Riza sapesse esattamente come Roy prendesse il caffè (lungo, doppio zucchero, appena tiepido). Ma l’aveva imparato ai tempi del suo apprendistato, lei continuava a ripetersi. Niente di più naturale…. Aspetta, in realtà era triplo zucchero. Peggio di un bambino: Roy mangiava tutto dolcissimo. Ma come faceva? Quando Riza, invece, il caffè lo prendeva bollente, ristretto e nero. Praticamente il giorno e la notte. Eppure, si era innamorata di quello strano uomo e del suo caffè extrazuccherato.

Un’altra stranezza di Roy era il suo terrore per gli aghi. E con terrore, intendiamo proprio terrore: sudori freddi, palpitazioni, l’impallidire. Riza doveva accompagnarlo alle visite mediche, non come guardia del corpo, ma come supporto, sia fisico che morale. «Raccontami qualcosa, Tenente» chiedeva lui, e lei con naturalezza raccontava il suo fine settimana, le disavventure amorose di Rebecca… Era un po’ ridicolo, ma tanto tenero. A Riza piaceva, tanto da innamorarsene.

Aveva anche scoperto che il Colonnello, prima di andare a dormire, era solito massaggiarsi le mani con una crema alla lavanda, che lasciava un lieve profumo fino alla mattina dopo. Riza usava quella crema da anni, perché le ricordava sua madre e i cassetti degli abiti in cui riponeva rametti secchi di lavanda per profumarli. Col tempo però l’associazione era slittata dalla mamma a Roy, in maniera tanto naturale da non saperselo spiegare. Ora non erano ricordi a rincorrersi nella sua testa quando sentiva quel profumo, ma desideri di un futuro condiviso. Un futuro da innamorati.

E infine c’era il disordine. Quello snervante, frustrante, familiare disordine, che la faceva sentire a casa. Sospirava più per abitudine che per fastidio alla vista di documenti sparsi sulla scrivania, cartacce sul pavimento, tagliacarte nel posacenere di Havoc. E con un sorriso di innamorata rassegnazione raccoglieva, impilava e sistemava.

Già, non era previsto di innamorarsi di quell’uomo e di tutte le sue peculiarità, ma era successo. Strano? Direi proprio di no.


 

   
 
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