067. Quirks
Stranezze
“E si vedono tuttogiorno, amori
nati appunto da stranezze o difetti della persona amata.”, Giacomo Leopardi, Zibaldone
Non era previsto. Innamorarsi di Roy Mustang non
era proprio previsto. I sintomi c’erano, ma nascosti.
Per esempio, il fatto che Riza sapesse esattamente
come Roy prendesse il caffè (lungo, doppio zucchero, appena tiepido). Ma
l’aveva imparato ai tempi del suo apprendistato, lei continuava a ripetersi.
Niente di più naturale…. Aspetta, in realtà era triplo zucchero. Peggio di un
bambino: Roy mangiava tutto dolcissimo. Ma come faceva? Quando Riza, invece, il
caffè lo prendeva bollente, ristretto e nero. Praticamente il giorno e la
notte. Eppure, si era innamorata di quello strano uomo e del suo caffè extrazuccherato.
Un’altra stranezza di Roy era il suo terrore per gli
aghi. E con terrore, intendiamo proprio terrore: sudori freddi, palpitazioni, l’impallidire.
Riza doveva accompagnarlo alle visite mediche, non come guardia del corpo, ma
come supporto, sia fisico che morale. «Raccontami qualcosa, Tenente» chiedeva lui,
e lei con naturalezza raccontava il suo fine settimana, le disavventure amorose
di Rebecca… Era un po’ ridicolo, ma tanto tenero. A Riza piaceva, tanto da
innamorarsene.
Aveva anche scoperto che il Colonnello, prima di
andare a dormire, era solito massaggiarsi le mani con una crema alla lavanda,
che lasciava un lieve profumo fino alla mattina dopo. Riza usava quella crema
da anni, perché le ricordava sua madre e i cassetti degli abiti in cui riponeva
rametti secchi di lavanda per profumarli. Col tempo però l’associazione era
slittata dalla mamma a Roy, in maniera tanto naturale da non saperselo
spiegare. Ora non erano ricordi a rincorrersi nella sua testa quando sentiva
quel profumo, ma desideri di un futuro condiviso. Un futuro da innamorati.
E infine c’era il disordine. Quello snervante,
frustrante, familiare disordine, che la faceva sentire a casa. Sospirava più
per abitudine che per fastidio alla vista di documenti sparsi sulla scrivania,
cartacce sul pavimento, tagliacarte nel posacenere di Havoc. E con un sorriso
di innamorata rassegnazione raccoglieva, impilava e sistemava.
Già, non era previsto di innamorarsi di quell’uomo e di tutte le sue peculiarità, ma era successo. Strano? Direi proprio di no.