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Autore: ShawnSpenstar    04/12/2014    1 recensioni
Tutti noi conoscamo bene la storia dei sei maestri della luce (sette con Kajitsu) che liberarono Gran RoRo dalla tirannia del re del mondo Altrove ma, prima di Dan e soci, c'è stato sicuramente almeno un altro maestro della luce che ha portato quasi a compimento la sua missione. Quella che vi racconterò è l'avventura di questo guerriero, è la storia di una sconfitta certo ma è comunque degna di essere raccontata e io spero di farlo al mio meglio.
Siete pronti per un nuovo, vecchio, viaggio a Gran RoRo?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Julian Fines, Magisa, Nuovo personaggio, Re del mondo Altrove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una questione personale
 
 
La luce del varco si materializzò nella stanza e Julian raggiunse Veirhal e le signore del villaggio; tutto era tornato esattamente come prima… o meglio, quasi tutto infatti il gelido vento che poco prima soffiava impetuoso si era placato a tal punto da sparire del tutto.
Guardò istintivamente verso il muro sul fondo della stanza; rispetto a prima la luce era molto più intensa e per questo l'inglese riuscì distintamente a scorgere il comandante della Stella Blu seduto a terra che abbracciava una Fresia prostrata dalle lacrime, ovviamente, di gioia.
 
"L-la camera de-della p-prigionia no-non c'è p-più" sussurrò stringendosi sempre più al duellante "s-siamo salve!"
 
"Te l'avevo detto che ce l'avrebbe fatta" disse Veirhal sorridente di rimando
 
"Non fingere di avere fiducia in me, razza di pirata" scherzò Julian aiutandoli a rialzarsi
 
"Ah, si? Beh, immagino che sia un comportamento tipico di chi non ha fiducia acconsentire ad accompagnare un umano appena conosciuto in un altro mondo di Gran RoRo rischiando la vita" ribatté ironico
 
"Abbi almeno la decenza di non lamentarti, finora mi sei sembrato tutt'altro che scontento del tuo soggiorno qui" lo irrise sottovoce il Fines accennando alla sacerdotessa
 
A quelle parole Veirhal ebbe un fremito di imbarazzo e arrossì come un adolescente umano alla prima cotta; di fronte a quell'insolito spettacolo l'inglese non poté trattenere una mezza risata, non pensava che sarebbe mai riuscito a far arrossire un granroriano.
 
"Wow, le vostre reazioni fisiologiche agli stimoli sono incredibilmente simili a quelle umane" proseguì il biondo mantenendo il tono scherzoso "anche se, nel nostro mondo, a reagire cosi sono solo i ragazzini di tredici anni"
 
"Se non ti levi quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia entrò dieci secondi te lo leverò io a suon di pugni!" sibilò
 
"Cioè, fammi capire: tu vorresti picchiare l'eroe che ha salvato il villaggio proprio di fronte alla tua bella sacerdotessa; non mi pare un idea molto intelligente"
 
"No io… cioè pensavo che… ah, va al diavolo!" imprecò "vorrà dire che appena avremo oltrepassato la porta d'ingresso di questo paesino mi premunirò di investirti con la Stella Blu e tu non azzardarti ad ammaccarne la chiglia!"
 
"Agli ordini, comandante!"
 
"Ma che comandante e comandante!" protestò ilare "ti ricordi che sono un comandante solo quando ti fa comodo"
 
"Bastava dirlo che preferivi che ti chiamassi imbecille"
 
"Cosa?! No, io non… ahh, lasciamo perdere!" concluse esasperato
 
"Julian, Veirhal, non so proprio come ringraziarvi!" esclamò una Fresia ancora in lacrime
 
"Veirhal un paio di idee le avrebbe" scherzò nuovamente il Fines guadagnandosi una più che meritata gomitata
 
"Ci basta la vostra gratitudine" rispose l'Olamaris prendendo le mani della giovane sacerdotessa
 
"N-non è ve-vero" replicò piacevolmente imbarazzata "p-permettetemi di co-concedervi d-di so-soggiornare a-al villaggio per la p-prossima notte"
 
Come era successo in precedenza per le parole di Julian, Veirhal si ritrovò ancora una volta ad arrossire; era ancora abbastanza sicuro di voler ritornare il prima possibile nel regno di smeraldo ma la sua tanto simpatica quanto poco opportuna mente continuava a ripetergli che "il prima possibile" non voleva necessariamente dire "da solo".
Cercò in ogni modo di scacciare quei dannati pensieri dalla sua stupida testa ma più ci provava più si soffermava in considerazioni personali su di essi e, di conseguenza, più arrossiva.
L'unica possibilità di evitare una figuraccia era di concentrarsi su altro.
 
"Sa-saremo b-ben felici d-di accettare la-la vo-vostra offerta" rispose non accorgendosi ne di ciò che aveva appena detto ne dell'ilare reazione di Julian
 
"Pe-perfetto" concluse la sacerdotessa spostandosi insieme alle compagne verso l'uscita "a-allora alloggerete n-nella casa de-dello spirito"
 
Le ragazze si diressero fuori dalla sala interna del tempio lasciando il povero pilota imbambolato e con un sorriso idiota sul volto; con l'ilarità ancora stampata sul volto, Julian lo affiancò facendo cenno come per uscire e gli diede una sonora pacca sulla spalla per richiamarlo alla realtà.
 
"Ehi, cos'è quella faccia?" domandò con la consueta ironia "guarda che ha detto che dormirai nella stessa casa, non nello stesso letto"
 
"Ti odio Julian Fines!" replicò l'altro spingendo via il braccio e affrettandosi a seguire le sacerdotesse
 
Il duellante inglese rimase per un po' fermo a guardare l'amico andarsene dopodiché rivolse le sue attenzioni al piedistallo di pietra nella stanza; cercò con la mano destra all'interno della corrispondente tasca dei jeans e, dopo alcuni secondi, ne estrasse una carta; si avvicinò quindi alla scultura e tese il braccio destro portando la carta all'interno della corona di luce rossa.
 
"Addio amico" sussurrò "sono molto onorato che tu abbia scelto di combattere con me ma questa è la tua casa, loro… loro hanno bisogno di te"
 
Un'immensa luce rossa invase completamente la stanza impedendo a Julian di vedere alcunché di ciò che stava accadendo, riuscì solo a sentire la carta che lasciava la sua mano per sempre.
Pochi secondi più tardi la luce si affievolì fino a ritornare all'incirca all'intensità iniziale; finalmente, il duellante poté riaprire gli occhi e vide di fronte a lui quella che era stata la sua carta fluttuare in cima al cilindro ed emanare una splendida luce rossa. Sorrise ancora, soddisfatto di aver portato a termine il proprio compito, e, voltatosi, fece per uscire dalla stanza quando si accorse che dalla tasca da cui prima aveva estratto la carta fuoriuscivano una serie di lievi fasci molto simili a quelli provenienti dal piedistallo; incuriosito, il biondo mise di nuovo la mano nella sua tasca e cercò la fonte di quella luce, trovatala il suo sorriso si trasformò in un ghigno orgoglioso.
 
"Quindi… desideri venire con me?" chiese sottovoce "in tal caso… benvenuto Siegfried Drago Imperiale"
 
 
Il re dell'Impatto Devastante uscì dal portone del tempio e lo richiuse rimanendo poi ad osservare per alcuni secondi il sigillo ancora, momentaneamente, infranto; un lieve rumore proveniente da uno degli alberi dello scosceso giardino che circondava la scalinata richiamò la sua attenzione, gli basto poi un occhiata per convincere l'autore del suono a rivelarsi.
 
"Sophia?" domandò sorpreso
 
La ragazzina avanzò di quei pochi passi che le bastarono per uscire dall'ombra e mostrarsi al duellante.
 
"Cosa ci fai ancora qui? Con questo buio poi" disse dolcemente un preoccupato Julian
 
"Vo-volevo s-solo aspettarla signor Julian" sussurrò la piccola "senza lo s-spirito ma-malvagio il buio non mi fa più paura"
 
"Sei davvero pronta per diventare una vera sacerdotessa" fece il duellante prendendo in braccio la piccola "allora, in quanto futura venerabile sacerdotessa, sappi che la leggendaria carta rossa è finalmente tornata al suo luogo d'origine"
 
"Ce l'hai lasciata davvero?! Grazie!!" gioì la bambina
 
"Era il mio compito; forza, ora raggiungiamo gli altri"
 
L'artefice della liberazione del villaggio e la giovanissima apprendista scesero l'interminabile scalinata di pietra e seguirono la luce fino a giungere alla Casa dello Spirito. Appena entrata, la bambina percepì un calore e una tranquillità che, essendo nata in tempi poco felici, non aveva mai sentito prima; davanti ai suoi occhi le sue compaesane ridevano e festeggiavano mangiando e divertendosi in alcune danze come se non ci fosse nessuna minaccia incombente su di loro.
Tenendo per mano l'inglese, Sophia si diresse verso un angolo appartato dell'edificio dove, di sfuggita, aveva visto la madre, raggiunta la donna fece segno a Julian di sedersi e gli chiese quale, tra le pietanze del buffet, avrebbe preferito assaggiare.
 
"Vorrei provare un po' di tutto in piccole dosi" gli rispose l'uomo accarezzandogli la testolina
 
Immediatamente dopo la replica, la bambina si diresse velocemente verso il tavolino al centro della sala lasciando soli i due adulti; La madre sospirò dolcemente osservando con quanto impegno la piccola si muovesse intorno a quel tavolo nel tentativo di raccogliere i cibi più disparati.
 
"E' da molto che non la vedevo così felice" disse delicatamente la donna-gatto "sai, se mi avessero detto che sarebbe stato un umano a renderla tanto piena di vita probabilmente sarei stata io la prima a ridere"
 
"Non fatico affatto a immaginarlo, signora…"
 
"Alysa"
 
"Felice di conoscerla… e comunque, per quel che può valere e cioè poco o niente, le chiedo scusa a nome dei miei simili per quello che i sol…"
 
"No, no, non c'è alcun bisogno di scusarsi" lo interruppe "lei non ha fatto ne farà nulla di male"
 
"Non può esserne certa"
 
"Mi basta sentirmelo"
 
"Grazie" concluse rivolgendosi poi all'appena tornata bambina "vediamo cosa mi hai portato piccola…"
 
Dalla parte opposta dell'enorme sala principale della Casa dello Spirito la sacerdotessa Fresia e Veirhal stavano parlando tranquillamente cercando in ogni modo di nascondere agli altri il rossore che tingeva i loro visi. Il duellante inglese sorrise a quella vista e prese un altro piatto dal vassoio che condivideva con Sophia e sua madre.
 
"Vi dispiace se vado a fare un giro di fuori?" domandò Julian "finite pure voi la mia cena"
 
Si diresse silenziosamente verso l'ingresso; nel cielo, sopra le loro teste, la luna crociata continuava ad emanare i suoi insoliti raggi di luce rivelando, alla vista dell'uomo, squarci di paesaggio.
Il tutto era, nel complesso, di difficile definizione: un ambiente splendido in un mondo magico e meraviglioso ma in una situazione che perfino definire di merda sarebbe stato riduttivo, era molto peggio. Ripensando alle parole di Dragan e Vey poi non poté più impedire alla rabbia di montare; come era possibile che questi maestri della luce, destinati a salvare Gran RoRo, non si facessero vedere, il mondo Altrove era stupendo, lui stesso, pur essendo nessuno, avrebbe voluto combattere per salvarlo.
 
Mentre tali pensieri affollavano la mente del biondo, il suo compagno di viaggio si sedette silenziosamente accanto a lui. Il granroriano colpì con forza la spalla del collega riuscendo a risvegliarlo dai suoi pensieri; era esattamente ciò che voleva, quella notte era troppo bella per essere sprecata in pensieri cupi e tristi.
 
"E così la missione è compiuta, eh" biascicò il duellante di Selveya ancora impegnato a gustarsi alcune delle pietanze della cena
 
"Certo che sei proprio strano" replicò l'altro ironico "prima mi dici di non pensare a certe cose e poi ne parli tu"
 
"Io non ti ho mai detto niente di simile"
 
"Infatti l'ho capito dai gesti"
 
"Seee, come no" fece il comandante nel tentativo di concludere il discorso
 
Con grande soddisfazione di Veirhal, le parole cessarono e i due si misero ad osservare l'enorme portone ligneo che dava l'ingresso al villaggio; erano entrambi consci che il giorno seguente sarebbero dovuti ripartire, la situazione nel frattempo era cambiata certo ma purtroppo l'idea di lasciare il villaggio prima possibile non era semplicemente un loro capriccio, c'erano ragioni ben più profonde.
 
"Sai… sto aspettando" ammise Veirhal "credo che mi basterebbe anche solo un segno favorevole per convincermi a fermarmi qui"
 
"Spero che arrivi questo segno allora" replicò l'altro "faresti felici due persone in una volta sola"
 
"N-ne sei sicuro?"
 
"Certo! Vi comportate come due ragazzini imbranati che si nascondono per non far sapere nulla agli altri, anche se in realtà l'hanno capito anche i muri il vostro segreto" spiegò pacato "due miei cari amici, fino a qualche anno fa, facevano esattamente le stesse cose che fate voi ora"
 
"E-e p-perché hanno smesso?"
 
"Perché non hanno più bisogno di nascondersi ora, sono sposati"
 
A quelle parole, l'espressione tesa e imbarazzata che il granroriano aveva mantenuto sinora si trasfigurò in un sorrisetto ebete il quale rimase fisso sul volto del duellante blu per parecchi secondi, almeno fino a quando Julian non decise di levarglielo con un amichevole, ma deciso, destro.
 
"Perdonami ma non riesco a sopportare quella faccia da idiota alla prima cotta"
 
"E per questo mi devi tirare un pugno forte come una martellata dritto il piena faccia? Sai che ti dico, dovresti trovarti una donna anche tu, secondo me diventeresti meno violento"
 
"Parli come mia madre, lei mi ripete sempre che una vita vissuta da soli non è una vera vita"
 
"Ha ragione lei, dovresti ascoltarla ogni tanto"
 
"Adesso sembri mio padre, se aggiungessi che "dovrei piantarla con le carte e trovarmi un lavoro" saresti la sua copia perfetta"
 
"Vuoi scherzare vero? Incitare qualcuno a non giocare più a Battle Spirits va contro i miei principi morali"
 
I due compagni di viaggio risero fragorosamente, ignorando la festa alle loro spalle che, poco a poco, andava spegnendosi; Il rumore sempre più lieve dietro loro scandiva con precisione il ritorno ai rispettivi tetti delle donne del villaggio che avevano partecipato a quei festeggiamenti non programmati.
I due uomini si alzarono in piedi consci che, tra non molto, avrebbero avuto anche loro il meritato riposo; si erano già messi d’accordo, l'umano avrebbe alloggiato a casa di Sophia mentre il granroriano sarebbe rimasto nella Casa dello Spirito per la notte.
 
Attirato dai rumori, Veirhal si voltò in direzione della sala e rimase incantato a vedere la sacerdotessa impegnata a mettere ordine nella casa: i suoi lunghi capelli neri che ondeggiavano, la dolce espressione affannata del suo viso perfino la pelle bianca e sudata delle sue braccia scoperte era meravigliosa; il duellante di Selveya non aveva mai visto nulla di tanto paradisiaco.
Salutò con un ultimo cenno della mano Julian e si diresse verso il centro della sala dove, dopo aver fermato la ragazza con un gesto delicato, si offrì di concludere ciò che lei aveva iniziato. L'inglese rimase alcuni secondi ad osservare i due piccioncini e non poté non pensare al suo imminente ritorno a casa; chi poteva dire che sua madre, con i suoi discorsi sulle vite vissute in solitudine, non avesse ragione.
 
-Chissà, magari è il momento; è vero che di per se non ho un lavoro ma posso trovarlo e i premi che ho vinto ai tornei sono notevoli - pensò con uno stanco sorriso sulle labbra - io e Amy potremmo essere, come dicono tutti, destinati… ahhh, ci penserò quando sarò tornato-
 
Abbandonò la Casa dello Spirito e seguì Sophia e la madre verso la loro casa. Il cielo sopra il villaggio era sereno come mai lo era stato nei due giorni precedenti che aveva trascorso a Gran RoRo e rispecchiava in pieno lo stato d'animo dell'uomo. Si arrestò improvvisamente al centro della strada principale e alzò la testa verso la volta celeste, era la sua ultima occasione di ammirare il cielo di Gran RoRo e non voleva lasciarsela sfuggire; per gioco, iniziò a collegare tra loro le stelle, una tra le poche cose che accomunavano il mondo Altrove alla terra, ma alla fine riuscì a crearci solo l'immagine di lui con Amy e Mike.
 
Sorrise rassegnato.
 
-Mi mancano davvero troppo i miei amici-
 
Tornato sulla terra, L'umano raggiunse rapidamente la simpatica coppia madre-figlia che gli aveva offerto ospitalità per quella sera e varcò appena dopo di loro la porta di casa. L'ambiente interno ricordava molto la casa del suo collega Shirou, una casa tradizionale giapponese a due piani.
Stando a ciò che Alysa aveva detto, lui avrebbe dovuto dormire da solo nel letto matrimoniale mentre lei e la piccola si sarebbero dovute stringere nel piccolo letto della bambina. Fortunatamente, le proteste di Julian riuscirono a far cambiare idea alla donna; già era un umano e quindi, data la recente storia e di Gran RoRo e del villaggio, un verme per definizione, se poi la padrona di casa gli avesse ceduto davvero il letto probabilmente non sarebbe riuscito a chiudere occhio dai sensi di colpa che, certamente, gli sarebbero venuti.
 
Si distese sul giaciglio che lui stesso si era scelto ma non nemmeno in tempo a chiudere gli occhi che una lieve voce richiedente la sua attenzione; con un sorriso gentile sul viso, il duellante passò da sdraiato a seduto e notò finalmente gli intrusi, o meglio le intruse, che avevano stroncato sul nascere il suo sonno.
 
"Dice che vorrebbe dormire con te" sussurrò Alysa dando alla bambina una spinta d'incoraggiamento "se non ti è troppo di disturbo potresti…"
 
"Non ho alcun problema" rispose interrompendola e facendo poi segno a Sophia con la mano "vieni qui piccolina"
 
La bimba-gatto si salì sul letto e si sedette sulle ginocchia dell'uomo che la cullò dolcemente per alcuni minuti. La madre inizialmente sorrise osservando quella scena ma poi non riuscì a trattenere le lacrime; per quanto potesse suonare cattiva come frase, avrebbe dovuto esserci il padre della piccola li con lei e non un umano.
Lasciò la stanza vergognandosi di quel pensiero meschino non da lei, che colpa poteva avere Julian in ciò che era accaduto al villaggio; doveva assolutamente riuscire a calmarsi, cominciava pericolosamente a pensare come un soldato del re.
 
La donna si distese sul letto matrimoniale freddo e orribilmente vuoto in attesa che la stanchezza si decidesse a chiudere i suoi occhi bagnati. Un lievissimo rumore di passi giunse alle sue orecchie da gatto, particolarmente ricettive;  istintivamente Alysa socchiuse le palpebre in modo tale da poter vedere la scena simulando il sonno e infatti, dopo pochi secondi, nel suo ridotto campo visivo entrò la figura della sua bambina dormiente.
 
"Grazie piccola" sussurrò la voce del loro ospite umano"ma la tua mamma ha bisogno te"
 
La donna sorrise nascondendo il volto nel cuscino; quanto era strano quell'uomo, così diverso da tutti quelli che aveva incontrato finora, così simile al padre della sua bambina. Aspettò in silenzio che Julian lasciasse la stanza, si poi affacciò al balcone e si beò della delicata sensazione del vento notturno sulla pelle.
 
Lontana dallo sguardo di Alysa, la Casa dello Spirito teneva ancora ben accese le sue luci. All'interno, ormai, vi erano solo la giovane sacerdotessa e Veirhal intenti proprio a spegnere le ultime candele sopravvissute a quell'eterna serata di festa; la stanchezza cominciava a farsi sentire nei loro muscoli, Fresia era intenta a spegnere un candelabro da cinque quando le sue gambe cedettero e fu costretta ad accasciarsi a terra per riposare, immediatamente il suo ospite accorse e la portò in braccio fino al letto; la appoggiò delicatamente e la coprì, poi si sedette sul pavimento accanto a lei osservandola mentre tentava disperatamente di tenere aperti i suoi occhi stanchi.
 
"Dovrebbe dormire sacerdotessa" disse il duellante con un tono gentile "ha avuto una giornata densa e piena di preoccupazioni"
 
La ragazza annuì lentamente e si voltò in direzione del muro provando a dormire; fu del tutto inutile, c'erano troppe questioni in sospeso per assopirsi in tranquillità.
 
"No-non potreste r-restare qui a-ancora qualche g-giorno?" domandò lei con una voce quasi impercettibile
 
Le pupille del granroriano si dilatarono dallo stupore.
 
-Al diavolo, uno aspetta tutto il giorno LA domanda e quando arriva non sa cosa rispondere-
 
Il nativo del regno di smeraldo si sedette sul letto accanto alla ragazza e le accarezzò i capelli. Nemmeno lui era conscio di ciò che stava facendo, stava solo seguendo il suo istinto il quale, fortunatamente, decise di fargli il primo favore da tempo ormai immemorabile; Fresia si rilassò e riuscì finalmente a chiudere gli occhi.
Il capitano sospirò sollevato, non pensava di uscire da una simile situazione così facilmente; si sedette di nuovo a terra curando di tenere sempre lo sguardo verso la sua bella.
 
-Che cosa dovrei fare maestro?- si domandò -non è una questione semplice come può sembrare-
 
Si voltò un secondo per contemplare il cielo; la luna crociata era ormai giunta nella sua fase discendente, il cinico conto alla rovescia della realtà l'avrebbe presto posto di fronte ad una scelta importante.
 
-Domani- pensò -e tutto si ridurrà a un si o un no-
 
 
Il giorno seguente arrivò troppo presto per Veirhal, si era addormentato verso le tre e alle sei e mezza, circa, i suoi occhi cominciarono istintivamente a riaprirsi; nonostante fosse difficile definirsi lucido in tale situazione, decise di assecondare la volontà del suo corpo e alzarsi cercando di non turbare la quiete della sua amata sacerdotessa la quale, al contrario, era ancora tra le braccia di Morfeo.
Completò le operazioni mattutine di rito e si diresse nella cucina del piccolo appartamento sopra la Casa dello Spirito, seguì una veloce colazione, con generi di conforto di sua proprietà perché di "rubare" non se ne parla, e la discesa al piano inferiore. Ora gli rimanevano solo due cose da fare: salutare Julian e decidere se restare o meno; in cuor suo il granroriano sapeva che, in realtà, aveva già deciso ma trovare la forza per tradurre in azioni le sue intenzioni era tutta un'altra cosa.
Prese una grossa boccata d'aria prima di uscire sulla strada; il freddo pungente dell'ambiente sembrò risvegliare le sue terminazioni nervose… sicuramente risvegliò il suo sistema uditivo  perché solo pochi dopo captò un lievissimo rumore proveniente da qualcosa alle sue spalle.
Si limitò a sorridere amaramente, non aveva alcun bisogno di voltarsi per capire che cosa avesse provocato quel rumore.
 
"Sai, avrei preferito non svegliarti" sussurrò
 
"E io invece avrei preferito che tu l'avessi fatto" replicò la ragazza "direi che così siamo pari"
 
Un'imbarazzante silenzio scese tra i due interlocutori per alcuni secondi, almeno fino a che la giovane sacerdotessa non trovò il coraggio di romperlo.
 
"E così te ne vai" constatò
 
"Te  lo giuro, vorrei poter restare" ammise cupo il duellante
 
"Lo so" disse lei abbracciandolo da dietro
 
Aspettarono in silenzio che anche Julian uscisse dalla casa in cui aveva soggiornato per la notte. Non appena lo videro gli andarono incontro con sul volto il tipico sorriso triste di chi sa di dover dire addio ad un amico, dal lato opposto l'umano si fece avanti a sua volta fino ad incontrare l'abbraccio fraterno del compagno di viaggio.
 
"E così è ora di tornare a casa per te" fece Vey rotto l'abbraccio
 
"Già" replicò laconico l'altro "mi mancherà questo posto"
 
"Il sentimento è reciproco, fidati" esclamò divertito il capitano "Gran RoRo è sempre dispiaciuto quando un grande duellante se ne va"
 
Nonostante il tono con cui lo disse paresse quello di una battuta Julian non rise, era lì solo da poco più di tre giorni ma capiva benissimo quanto quelle parole fossero molto più profonde di come apparivano; il nucleo progenitore, che era il cuore di quel mondo, era un essere vivente dopotutto, era davvero possibile che provasse dispiacere alla partenza di un grande esperto di Battle Spirits, sicuramente l'umano l'avrebbe ritenuto un onore.
 
"Guarda che non ho intenzione di partire subito" ribatté Fines "ti accompagno almeno fino alla nave"
 
Come detto, si incamminarono verso le porte del villaggio mentre, dietro di loro, andava radunandosi praticamente l'intera cittadinanza, pronta a tributare il giusto saluto ai due duellanti; accanto a loro stavano la sacerdotessa Fresia, che sembrava voler passare ogni secondo residuo con il suo cavaliere, e la piccola Sophia, che immediatamente si fece prendere in braccio da Julian.
 
"Dov'è la vostra nave?" domandò la bambina a bruciapelo
 
"In quella grotta appena oltre il fiume" rispose l'umano indicando la caverna "l'abbiamo nascosta lì per evitare problemi"
 
Raggiunsero velocemente il luogo e percorsero i pochi metri del corridoio d'ingresso ma, una volta giunti all'ingresso dello spiazzo, si accorsero che qualcosa non andava; la grotta era piuttosto buia, era innegabile, ma, da quel che Vey e Julian ricordavano, la sagoma della Stella Blu risultava abbastanza ben visibile anche dal tunnel mentre ora, nonostante fossero ben più vicini era completamente indistinguibile dall'ambiente.
 
"Che diavolo succede?!" imprecò il pilota "non la vedo… anzi, non è nemmeno qui!"
 
La sacerdotessa accanto a lui si irrigidì a tal punto, come le si fosse gelato d'improvviso il sangue, da rischiare di cadere goffamente a terra; all'Olamaris non sfuggì la preoccupazione della donna amata e immediatamente rivolse a lei tutta l'attenzione.
La ragazza pareva davvero disperata e Veirhal, per quanto gli sarebbe piaciuto che fosse così, sapeva benissimo che non poteva essere per la sua partenza; c'era sicuramente dell'altro.
 
"N-non credevo c-che fo-fossero tornati" balbettò preoccupata "era t-tanto c-che non ci a-aggredivano"
 
"Di chi sta parlando sacerdotessa?" domandò il duellante di Selveya
 
"U-un gruppo di delinquenti c-che agiva i-in que-questa zona e che a-aveva i-in questa g-grotta la s-sua base"
 
"Li ricordo bene quei bastardi!" sibilò una delle altre tre donne che era giunta fin li con i quattro "penso ci spiassero da tempo perché iniziarono le loro azioni solo quando anche l'ultimo uomo fu deportato, dubito che si trattasse di un caso"
 
"Già" prosegui una seconda cittadina con un tono colmo di livore "si fingevano dei grandi uomini, derubandoci a viso aperto e in pieno giorno, ma in realtà erano solo dei vigliacchi, sapevano benissimo che, dato che non c'erano duellanti al villaggio, non potevamo nemmeno appellarci alla legge del re.. loro volevano solo umiliarci"
 
"P-probabilmente so-sono tornati qui e… e ha-hanno v-visto la nave…" biascicò la sacerdotessa quasi in lacrime "… m-mi dispiace ca-capitano Olamaris, a-avrei dovuto a-avvertirla c-che…"
 
"No, no, non pianga, la prego" sussurrò lui avvolgendola in un confortante abbraccio "lei non ha nessuna colpa di ciò che è accaduto, purtroppo la mia nave era molto vecchia e aveva perso da tempo il portellone di chiusura"
 
L'abbraccio si fece più delicato e meno stringente; Veirhal continuò ad accarezzarle i capelli finché non si calmò.
 
"Ah, a proposito" aggiunse con un tono più scherzoso "per favore, mi dia del tu e mi chiami Veirhal… anzi, mi chiami pure Vey"
 
"V-va bene" replicò insicura "le-lei p-può… cioè, volevo di-dire, t-tu puoi fa-fare lo stesso co-con me"
 
"Perfetto" riprese lui "ora però ho bisogno di un'informazione, è di vitale importanza"
 
"Chiedimi pure"
 
"Hai una qualche idea di dove possano essere andati i ladri? Devo assolutamente recuperare la mia nave"
 
Fresia si prese ancora alcuni secondi tra le braccia del capitano, cercando di ricordare se, nelle conversazioni avute con loro, i banditi avessero mai nominato uno dei loro punti di ritrovo; i pensieri si intrecciavano nella sua mente riportando indietro, dai meandri della sua memoria, imprecazioni, insulti, frammenti di frasi e di dialoghi. Niente da fare, non rammentava nulla di particolarmente importante.
 
"N-non rie-riesco a… a ricordare nu-nulla" balbettò
 
"DEVI RICORDARE!!" gridò Vey con un tono tra l'arrabbiato e il lamentoso che fece spaventare la giovane "scu-scusami, n-non volevo urlare; facciamo così, prova a ripensarci ancora un po' e, se non ti viene in mente niente, vorrà dire che li cercherò per conto mio"
 
La ragazza annuì e tornò a rimuginare sul passato consolata sempre dal suo cavaliere. Julian non riusciva a capire a che gioco Vey stesse giocando; il giorno prima aspettava solo un segno del destino per decidere di restare al villaggio per sempre e, ora che quel segno era arrivato, voleva andarsene, anzi, era arrivato perfino ad avere atteggiamenti aggressivi e ad urlare contro la sua amata. Lanciò al collega un'occhiataccia colma di dubbio e disapprovazione sperando che egli trovasse il coraggio di rispondergli sinceramente ma fu tutto inutile, l'altro duellante eluse lo sguardo e seguitò a simulare tranquillità.
 
"Forse ci sono!" gridò Fresia "una volta avevano parlato di una locanda che si trova a sinistra del villaggio non molto lontano da qui, la si può raggiungere in poche ore anche a piedi se non ricordo male"
 
"E' vero, la ricordo anch'io!" disse una delle altre tre "dicevano che, quando avevano messo insieme un bottino di ingenti dimensioni, si fermavano li per la notte e sempre lì attendevano i loro acquirenti; sono sicura che partendo adesso potresti raggiungerli in tempo, Veirhal"
 
"Grazie!" esclamò lui con una voce quasi rotta dal pianto "non esiste una parola in grado di esprimere quanto io vi sia grato in questo momento"
 
 "No-non ce n'è a-alcun bisogno" replicò arrossendo la sacerdotessa
 
"Al contrario, senza il vostro aiuto mi sarei abbattuto e non avrei mai pensato di dare la caccia ai ladri" fece gioioso "ora, grazie a te, ho la possibilità di tornare a casa, non puoi nemmeno immaginare con quante persone debba scusarmi laggiù"
 
La ragazza dalla tunica rossa distese le labbra in un sorriso che, secondo Julian, definire tirato sarebbe stato alquanto riduttivo, era chiaro come il sole che quella nuova speranza in un possibile ritorno a casa, che sembrava aver contagiato il capitano della Stella Blu, non la entusiasmava e che tentava di fare buon viso a cattivo gioco.
 
"Beh" esordì, ad un certo punto, Veirhal "penso che, per me, sia giunta l'ora di mettersi in cammino" si rivolse poi alla sacerdotessa "abbi cura di te, Fresia… a-addio"
 
Le ultime parole furono quasi dei sussurri, un saluto privato; il duellante granroriano si trattenne nell'abbraccio di saluto alcuni secondi più del dovuto dopodiché, liberata la giovane dalle sue braccia, iniziò immediatamente ad incamminarsi verso la strada che l'avrebbe ricondotto dalla sua amata nave. In breve tempo la sua figura svanì all'orizzonte e gli occhi della dolce ragazza smisero di simulare per trovare sfogo in un pianto liberatorio.
 
Per tutta la durata degli eventi, Julian era rimasto immobile e zitto nella speranza che arrivasse il momento in cui il suo ex compagno di viaggio avrebbe finalmente ammesso che stava recitando la parte del bastardo per scherzo e si fosse deciso a parlare sul serio riguardo a quel "segno del destino"; ora lui non era più lì, era corso via a gran velocità, e quel momento non era mai arrivato.
I singhiozzi della povera donna-gatto gli apparivano come delle pugnalate nella schiena: era stato lui a convincere Veirhal a trovare il coraggio per corteggiare la giovane, aveva perfino garantito per lui dell'onesta delle sue intenzioni. Si disgustò per aver riposto fiducia in un essere così meschino;  era la sua grande occasione, sarebbe dovuto rimanere lì per proteggerle… sarebbe potuto essere un eroe.
 
-E pensare che io farei di tutto pur di avere una chance di cambiare qualcosa-
 
Prese la sua decisione; forse Gran RoRo non aveva più bisogno di lui ma c'era ancora qualcosa che poteva fare.
 
"Non si preoccupi signorina, lo riporterò da lei" esclamò rivolgendosi poi alla sua nuova piccola amica
 
"Credo che il nostro invece sia un addio" disse abbracciandola "abbi cura di te, piccola Sophia"
 
E, senza altre parole, svanì nella stessa direzione del suo compagno di viaggio.
 
 
Il capitano Veirhal Olamaris stava percorrendo l'enorme piana rocciosa alla massima velocità che le sue gambe gli consentivano; i muscoli e le articolazioni gli bruciavano terribilmente ma il suo passo non accennava a diminuire, del resto non poteva permetterselo.
Nella sua mente una solo pensiero risuonava come un mantra.
 
-Ogni secondo perso, casa si fa più lontana… e io non ho un altro posto dove andare-
 
Il dolore era sempre più intenso, la sua resistenza sempre più flebile; si morse le labbra per tentare di ignorare i segnali del suo corpo ma, per quanto un possa fingere che non ci sia, lo sforzo massacrante rimase e anche lui era conscio che, prima o poi, gli avrebbe presentato il conto.
Cedette all'improvviso cadendo rovinosamente a terra; raccogliendo la tanta grinta che aveva in corpo cominciò a trascinarsi, anche strisciando, cercando di percorrere più spazio possibile nell'attesa del momento in cui le sue gambe sarebbero state di nuovo in grado di sostenerlo.
 
Alcuni minuti più tardi fu finalmente in grado di rimettersi in piedi ma i metri che riuscì a percorrere furono davvero pochi . Una certa persona, che a giudicare dal fiatone doveva aver corso quanto se non più di lui, era appena entrata nel suo campo visivo e, soprattutto, uditivo.
 
"Sei davvero patetico" sibilò, con una voce carica di biasimo, l'uomo "su, continua pure a scappare codardo!"
 
Non replicò, secondo lui era giusto così, e rimase in attesa del proseguo del discorso.
 
"Non provi nemmeno un po' di vergogna per te stesso? Hai una vaga idea di come si senta la povera Fresia?" domandò incalzante "la verità è che sei solo un bastardo senza pari, prima cerchi di fregare gli altri con tutte le idiozie su segni del destino e porcherie varie e poi scappi via, spezzando il cuore della donna che ti ama, come il vigliacco che sei in realtà! Sai che ti dico? Va al diavolo, Veirhal, tornatene pure nel tuo regno dove la gente ti crede un grande eroe ribelle"
 
"Tu non puoi capire" ribatté a voce bassissima
 
"Capisco benissimo invece… capisco che sei un essere rivoltante che, di fronte alle responsabilità, fugge nel suo regno dove tutti lo adorano senza che lui debba dimostrare niente a…"
 
"TU NON CAPISCI NIENTE!!!" urlò il granroriano sferrando all'altro un potente destro al volto che lo fece volare a terra
 
Altri pugni altrettanto violenti seguitarono a colpire il viso dell'umano che, in mezzo a quella selva di colpi, faticò anche solo ad intravedere il volto del suo aggressore. Era strano però, la sua espressione non sembrava ne soddisfatta ne irosa, era più… dolorosa.
 
"TU… NON PUOI… CAPIRE!!" gridò di nuovo con il poco fiato che gli era rimasto in corpo "NULLA… NULLA DI CIÒ CHE VEDI E' LA VERITÀ!!!"
 
"E ALLORA DIMMELA TU, GRANDE SAGGIO!!" ribatté l'inglese furioso "DIMMELA TU, LA VERITÀ!!"
 
A quelle parole, Veirhal si bloccò e si alzò nuovamente in piedi riprendendo immediatamente il cammino; non era preoccupato dal fatto di non aver risposto a Julian, sapeva benissimo che ne avrebbe avuto  ugualmente l'opportunità e poi, data la situazione,  la nave restava comunque la sua priorità e lui non aveva intenzione di perdere secondi preziosi.
Come aveva facilmente previsto, Julian lo raggiunse pochi secondi dopo seguendo il suo passo spedito nella direzione della locanda dei ladri.
 
"Cosa ti hanno raccontato Atroon e il maestro Sanol riguardo a questo mondo?" domandò il granroriano con un malcelato disprezzo nella voce "ti hanno per caso detto che "questo è un mondo stupendo in cui si vive in pace e tranquillità" o qualcosa di simile?"
 
"Il tuo ex maestro no, ma Atroon mi ha detto qualcosa del genere" rispose cercando di ricordare le parole del suo primo avversario "se non ricordo male, mi ha spiegato che, prima della dittatura del re, Gran RoRo era un luogo quasi perfetto; personalmente non ho fatto alcuna fatica a credergli… insomma, questo posto è stupendo e…"
 
"Tutte balle" sentenziò laconico l'altro
 
"Cosa?!"
 
"Non mi sembra così difficile" fece con un tono ironico e cattivo "Quelle. Che. Ti. Ha raccontato. Sono. Solo. Un. Mucchio. Di. Stronzate"
 
"Ah si, e invece come la racconteresti tu, questa storia?"
 
"Inizierei più o meno così" esordì allungando il passo "Se ti limiti ad osservarne il suo aspetto esteriore, allora Gran RoRo può davvero sembrarti un paradiso ma ti basterà levarti per un secondo il velo dagli occhi per scoprire quanto la vita in questo mondo in realtà sia spietata e terribile e questo ben da prima che il re divenisse il nostro dominatore assoluto"
 
"Cosa intendi dir…"
 
"Atroon è liberissimo di vedere nel re l'origine di tutti i mali del mondo Altrove ma è merito suo se adesso viviamo in delle case, che prima solo i regni ricchi avevano, e abbiamo un, seppur discutibile, complesso di leggi; molti granroriani sono con lui e non penso che siano tutti degli imbecilli, probabilmente ci sarà un valido motivo, non trovi?"
 
"Ti rendi conto che stai giustificando l'uomo che ha praticamente distrutto il villaggio della tua amata"
 
"E tu ti rendi conto che se non fosse stato lui, prima o poi, sarebbe semplicemente stato qualcun altro, magari un granroriano, probabilmente un mazoku; morale della favola: non sarebbe cambiato assolutamente nulla" sbottò il capitano bloccando poi sul nascere la prevedibile replica del collega "e, per carità, non tirare fuori qualche idiozia sul  fatto che potremmo fare fronte comune perché è solo l'ennesima menzogna raccontatati da quel vecchio bastardo per poter incolpare solamente gli umani del disastro che è Gran RoRo… sai, è molto meno imbarazzante che raccontare la verità"
 
"E cioè?"
 
"E cioè che la schiavitù di Gran RoRo è da imputare più ha quei rifiuti dei suoi abitanti che al re!! Gli hanno servito la mia casa, il mio mondo e la mia libertà su un piatto d'argento senza che io potessi fare nulla per proteggerli!!" disse con le lacrime agli occhi "TUTTO A CAUSA DEL LORO INUTILE, STUPIDO ODIO!!"
 
Non ci fu bisogno di una esplicita replica da parte del duellante umano, il suo sguardo perplesso era una spiegazione più che sufficiente.
 
"Ti suona nuova? Non te l'ha raccontata questa parte? Oh, ma è normale, i bastardi come Atroon sono dei veri assi nel nascondere la sporcizia, credo sia l'unica cosa che sanno fare davvero bene" ricominciò con un tono ancor più carico di cattiveria "ebbene è così, tra le razze di Gran RoRo il sospetto e l'odio regnano sovrani!! I rapporti commerciali tra i regni sono quasi nulli e gli stranieri sono visti con disprezzo in quanto sempre sospettati di voler ficcare il naso negli affari del nuovo regno, anche quando è gente che non conta nulla come me!!"
 
"M-mi dispiace, io non…"
 
"E ALLORA NON TI PERMETTERE DI DARMI LEZIONI DI MORALE!!" era davvero divorato dal dolore "LE RELAZIONI TRA PERSONE DI REGNI DIFFERENTI SONO OGGETTO DI DISCRIMINAZIONE, IN ALCUNI CASI SONO ADDIRITTURA REATI E NON STO PARLANDO DI ROBA DA POCO… E' CONSIDERATO ALTO TRADIMENTO NEI CONFRONTI DEL REGNO!!"
 
"A-alto tradimento?!!"
 
"Già" concluse con un sussurro colmo di tristezza "t-ti hanno mai raccontato la leggenda del re di perla e della principessa di smeraldo?"
 
"No, non hanno mai avuto l'occasione"
 
"E'… è la più b-bella e romantica d-delle leggende di Gran RoRo" iniziò  "molto tempo fa, ben prima dell'arrivo del re, il regno di perla, il più ricco e potente dei regni di Gran RoRo, era governato da un sovrano che, nonostante fosse poco più di un ragazzo, era tanto giusto quanto politicamente abile, rispettato e riverito dal suo popolo e temuto dall'assemblea dei nobili con la quale tradizionalmente condivide il potere; un giorno, durante una missione diplomatica, incontrò la bellissima principessa di smeraldo, chiamata anche la principessa farfalla, incaricata dalle gerarchie del suo regno di strappare un accordo commerciale e un'alleanza… i due si innamorarono perdutamente l'uno dell'altro al punto tale che, nonostante la giovane età di entrambi, suggellare l'alleanza tramite il loro matrimonio. Come accade sempre nella realtà, il loro amore non fu tuttavia universalmente accettato: i nobili videro nell'ascesa della principessa straniera una seria minaccia al loro potere e alla loro influenza e così sobillarono la popolazione del regno insinuando che il re stesse vendendo il suo paese ad una forza straniera, i bastardi pensavano che, trattandosi di ragazzi, ridurli alla resa sarebbe stato facile ma il loro sentimento si rivelò così puro e sincero che risultò impossibile farli crollare" si fermò un secondo ad asciugarsi le lacrime "e così i più importanti tra i nobili, il corpo di polizia dei cavalieri d'argento, presero in mano le armi e, in nome della giustizia per il popolo e dell'amore per la patria, assaltarono il palazzo di perla… uccisero gli amanti e presero il potere"
 
"Ma è una storia atroce" osservò il collega duellante
 
"Già, da noi gli adulti la raccontano sempre ai bambini" spiegò osservano al contempo lo sguardo perplesso che andava formandosi sul volto del suo interlocutore "non l'hai ancora capito? Il motivo per cui questa leggenda viene tramandata… è insegnare sin da piccoli che le quello che i due giovani hanno fatto è, appunto, alto tradimento… e-ed è punito quasi sempre c-con la pena di morte"
 
Si zittì, continuando a guardare l'umano dritto negli occhi; cominciava a leggere anche in lui quelle sensazioni di sconforto, incredulità e disgusto che lo avevano spesso attanagliato durante la sua gioventù e che, ogni tanto, riemergevano ancora oggi.
 
"Ora capisci perché non avrei mai potuto restare al villaggio miao-miao con Fresia? Non appena si fosse sparsa la voce della mia presenza al villaggio, i soldati sarebbero stati costretti ad una "visita amichevole" allo scopo di mantenere la loro credibilità di fronte agli abitanti dei regni di perla e di zaffiro che collaborano con loro; io amo Fresia, non avrei mai potuto condannarla ad una vita di disprezzo"
 
"Sei proprio sicuro che la situazione sia davvero così tragica? In fondo mi hai detto proprio tu che i regni di smeraldo e di rubino sono i più poveri e meno prestigiosi di tutto il mondo Altrove, la trasgressione potrebbe passare inos…"
 
"Generalmente ti potrei anche dare ragione ma, purtroppo, tra i coinvolti in questa storia ci sono anche io, e io non sono proprio uno qualunque" ribatté sempre più intristito l'altro "immagino che, visto che lì quasi tutti mi odiano, al villaggio del maestro ti abbiano detto che lo dico in giro solo per vantarmi ma, in realtà, io sono davvero l'unica nave libera del regno di smeraldo! Quanti altri maschi giovani come me hai incontrato nei due villaggi che hai visitato finora? Io non dovrei essere libero  e questa, per i soldati, è una ragione sufficiente per considerarmi un sovversivo"
 
"Ma tu non sei un…"
 
"MA QUESTO LO SO IO, LO SAI TU, LO SA SANOL E LO SAPEVANO DRAGAN E ALTRI!!" urlò ormai in preda alla disperazione "ai soldati però non interessa la verità, per loro è il solo fatto che io non sia rintracciabile ad essere inaccettabile; sarei pronto a dichiarare anche adesso che non sono affatto un rivoluzionario, che in realtà sono solo un duellante che vuole divertirsi facendo ciò che più ama… ma non c'è nessuno disposto a crederci e io sono destinato a rimanere un criminale schedato, non potrò mai avere una casa diversa dalla mia nave"
 
Concluse il lungo discorso con l'ultimo grammo di fiato in corpo e cadde a terra stremato; le sue lacrime bagnarono l'arida pianura rocciosa che i due stavano percorrendo e, di seguito, il suo pugno impattò fragorosamente contro la superficie provocando alcune crepe e scaricando tutta la tensione da lui accumulata.
Il suo collega, al contrario, era in piedi accanto a lui con lo sguardo fisso nella direzione che le ragazze avevano indicato; cordialmente, porse la mano destra all'amico e lo aiutò a rialzarsi sorreggendolo poi nell'attesa che egli recuperasse parte delle sue energie.
 
"Beh, e allora? Che si fa?" domandò a bruciapelo il biondo
 
"Si va alla ricerca di quei maiali, li si sconfigge in duello, ci si riprende la nave e, per finire, li si minaccia in modo tanto aggressivo da sperare di convincerli a non assalire più le ragazze del villaggio" elencò con quel ghigno rabbioso e, finalmente, determinato che Julian non vedeva da troppo tempo "è il massimo che posso fare per Fresia"
 
"Un atto d'amore supremo quindi? Ringrazia il cielo che sono un romantico anch'io, altrimenti sarei tentato di prenderti in giro"
 
"Vuoi muoverti o preferisci continuare a sparare idiozie?"
 
"Direi che mi muovo" replicò sorridendo con ironia "voglio vedere il tuo mazzo blu all'opera, sono curioso di sapere come duella l'ultimo uomo libero del regno di smeraldo"
 
 
Dopo aver recuperato le energie, i due ricominciarono la corsa verso la base dei ladri ad una velocità perfino superiore. In pochi minuti ebbero la famigerata locanda all'interno del loro campo visivo; era di dimensioni ridotte e costruita con mezzi di fortuna, si trattava chiaramente di una bettola da due soldi frequentata solo da criminali o, al massimo, da soldati di passaggio.
 
Avvicinandosi ulteriormente, i viandanti riuscirono a scorgere anche la Stella Blu parcheggiata, e per nulla nascosta, dietro alla casupola; ad una rapida prima occhiata non venne notato nessun uomo a montare la guardia ma a Veirhal fu sufficiente una seconda osservazione più attenta per capire che non ce n'era bisogno: oltre al fatto che, probabilmente, avevano disinserito le chiavi, cosa che lui, a suo tempo, per eccesso di sicurezza non aveva fatto, si erano addirittura premuniti di piazzare, sopra l'ingresso, un congegno capace di creare un campo di forza repellente che certamente si poteva rimuovere solo dopo averlo disattivato tramite il comando a distanza.
 
"Al diavolo!" imprecò l'Olamaris "addio speranze di rubarla, dovrò vincerla in duello"
 
"Era prevedibile, no?" osservò il compagno di viaggio "avranno cercato di evitare di commettere i nostri stessi errori"
 
"Riesci a vedere quanti uomini ci sono nel locale?" domandò il granroriano
 
"Ora si" rispose posizionandosi in prossimità di una finestra sporca "non ho proprio la panoramica completa della baracca ma sono quasi certo che siano almeno in sette, tra l'altro, immagino, armati; direi che ci serve un piano"
 
L'umano ebbe appena il tempo di concludere il suo rapporto che l'altro lo prese per un braccio e lo trascinò a forza fin dentro la locanda. Appena entrati, notarono due cose fondamentali: che gli avventori erano in realtà nove e che, però, il gruppo che li interessava, riconosciuto a causa delle chiavi della nave che il leader teneva in bella vista, era composto da solo tre di loro, due umani e un granroriano.
 
"Non sono molti, forse riusciamo a "convincerli" senza duellare" constatò l'umano
 
"Nei tuoi sogni forse" ribatté scherzoso l'altro "conosco come ragiona questa gente, c'è una specie di strano spirito di corpo tra loro. Normalmente giocherebbero a pugnalarsi alle spalle ma, se ora aggredissimo quei balordi, l'intero locale si alzerebbe in loro difesa"
 
"Allora spero tu abbia un piano, idiota" sussurrò Julian al collega
 
"Lascia fare a me" fece deciso Veirhal prima di rivolgersi agli ospiti della bettola "ehi gente, chi è il proprietario di quella bellezza parcheggiata dietro a questa fogna?"
 
"Ti riferisci alla mia nave?" domandò il tizio con le chiavi "voglio essere onesto con un collega, io non la chiamerei affatto "bellezza", la definizione più corretta sarebbe rottame: cade a pezzi,  è piena di modifiche illegali e la vernice è scrostata; ufficialmente non vale un centesimo, ci si potrebbe, forse, guadagnare qualcosa solo rivendendola a pezzi o al mercato nero"
 
"Eppure io conosco qualcuno che sarebbe disposto a pagarti bene per quel rottame" replicò il capitano stringendo i pugni per la rabbia
 
"Ah, si? E chi sarebbe?"
 
"Il vero proprietario del veicolo"
 
"Sei il ladro più banale della storia" lo irrise il delinquente "però devo ammettere che probabilmente hai ragione, solo il vero proprietario di quell'affare potrebbe davvero pagare per riaverlo; ma tu perché ne parli con me? Sai forse dove si trova? In cambio potrei offrirti una percentuale sul compenso"
 
"Allora puoi darmi direttamente i soldi, imbecille, perché il proprietario è proprio qui davanti a te…"
 
L'espressione da furbo che il ladro aveva stampata in volto si volatilizzò per lasciare il posto a uno sguardo tra lo spaventato e l'arrabiato; si volse velocemente in direzione del bancone per afferrare una spranga che, saggiamente, aveva appoggiato poco lontano da lui ma sfortunatamente Veirhal, per una volta, sembrava avere un piano, uno vero.
 
"… eee ti sfido ad un duello a Battle Spirits. Se vinco, tu mi dovrai restituire la nave e voi, bastardi, dovrete smettere di tormentare le ragazze del villaggio miao-miao"
 
"E se rifiutassi?" chiese roteando minacciosamente la sua arma
 
"Non puoi farlo, è la legge del re" ribatté sicuro Vey "e non fingere di non essere un duellante, so che lo sei"
 
"Ma sono anche un criminale, io trasgredisco la legge" lo irrise in tono aggressivo "rassegnati e vattene, non hai l'autorità per impormi di accettare il duello"
 
"Vero" rispose laconico rivolgendosi poi verso Julian "però, per vostra sfortuna, il mio amico qui dietro è un soldato del re…" si avvicinò a piccoli passi al leader "… non fatevi ingannare dal fatto che non indossi la divisa, gli hanno appena concesso il congedo per assistere alla nascita del suo primogenito"
 
"Eh?!" esclamò Julian trattenendo a fatica lo stupore
 
"Zitto e lascia fare a me" sibilò sottovoce "comunque dicevo… ah già; non fatevi ingannare, sarà anche in borghese ma l'arma d'ordinanza ce l'ha e, se rifiuterete il duello, vi mostrerà anche quanto bene sa usarla"
 
Il capo della banda dei ladri mosse il suo sguardo verso Julian, squadrandolo alla ricerca di conferme; il suo viso era chiaramente quello di un duro e l'espressione inflessibile dipinta su di esso incuteva timore, in più la sua mano destra era sempre minacciosamente nascosta nella corrispondente tasca della sua giacca nera; sicuramente il "soldato" teneva lì la sua pistola.
 
"Temo di dover accettare la sfida" concluse il criminale e Veirhal dovette riconoscere che almeno una cosa buona il re l'aveva fatta; era stato capace di incutere così tanto terrore che perfino chi le leggi le trasgrediva di "professione" non aveva il coraggio di violare le sue.
 
"Allora è deciso, sarò io il tuo avversario!" gli disse deciso il capitano prima di gridare all'unisono "VARCO APRITI! ENERGIA!"
 
Oltrepassata la porta di luce, i due duellanti raggiunsero le loro postazioni ai due punti opposti del terreno di gioco, i colleghi del delinquente e il neo soldato e neo padre, almeno secondo le parole di Veirhal, vennero invece automaticamente teletrasportati sulle loggette fluttuanti lungo la circonferenza.
 
"Diamo inizio a questa sfida" esordì determinato l'Olamaris "a te la prima mano!"
 
"Riesco già a vedere il momento in cui mi prenderò la tua ultima vita" sibilo in risposta l'altro, impegnato a pescare le quattro carte "perfetto, fase iniziale…"
 
I primi due turni furono giocati in maniera diametralmente opposta dai due contendenti. Dopo aver pescato la quinta carta come da regolamento, infatti, il leader dei ladri cedette immediatamente la mossa al suo avversario, senza evocare nessuno spirit; al contrario, Veirhal, aiutato dalla buona sorte e confortato dall'atteggiamento rinunciatario dell'avversario, evocò in un solo turno Bulltop, Bestia da Battaglia, Pedone Gustav e un Automa di Pietra a livello 2 e proseguì con un attacco totale al quale il suo avversario replicò rispondendo con la vita a due attacchi e bloccando il terzo con l'uso, in azione lampo, della magia Cortina Nebulosa; in più, grazie all'effetto Sgretola di livello 2 di Automa di Pietra, due carte del mazzo del ladro, per la precisione Guerriero Magnum e Forziere del Sogno, terminarono negli scarti.
 
"Hai così fretta di perdere?" lo prese in giro il granroriano "se vuoi, allora, puoi anche darmi le chiavi adesso"
 
"Non cantare vittoria troppo presto" gli gridò un altro dei ladri dagli spalti "questo è lo stile del nostro capo ed ha quasi sempre funzionato alla perfezione"
 
"Vorrà dire che giocherò le mie chance su quel "quasi", amico" si rivolse allora al suo avversario "a te la mossa"
 
 
TURNO 3
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione" dichiarò il ladro compiendo tutte le azioni obbligatorie
 
"Non ho nuclei da recuperare, quindi passo alla fase principale: evoco Guerriero Calibro, attivo il nexus Nave Madre dell'Infinito ed evoco anche Balder Soldato Scudo"
 
I due simboli bianchi sul terreno di gioco si spezzarono rivelando il fuciliere robotico e l'androide lanciere dai quattro scudi mentre, in contemporanea, da dietro la postazione del duellante emerse, come da uno squarcio nell'aria, un'ipertecnologico vascello.
 
"Fase d'attacco: attacco con Guerriero Calibro!"
 
Il robot alzò il braccio-pistola, caricò i proiettili e sparò una raffica di colpi in direzione della postazione di Veirhal dall'altro lato dell'anello. Gli spirit del granroriano erano tutti adagiati a terra in affaticamento e quindi erano incapaci di bloccare; aveva solo un opzione.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
La prima delle cinque vite incastonate sull'armatura da battaglia del duellante di Selveya esplose e la gemma sul tabellone si spostò dalle vite alla riserva.
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 4
 
 
"Fase iniziale: fase di acquisizione, dei nuclei e poi di recupero" disse tutto d'un fiato Vey osservando la sua squadra recuperare le forze e rimettersi in posizione da combattimento "fase principale: attivo il nexus Duello ad Armi Pari e uso il nucleo di Bulltop per evocare un secondo Automa di Pietra!"
 
Il golem di roccia andò a schierarsi accanto agli altri due spirit battendosi il petto come a voler mostrare la sua forza e intimidire l'avversario, il suo padrone tuttavia portava avanti un altro tipo di strategia e passò la mano senza nessun attacco.
 
 
TURNO 5
 
 
"Nessun attacco, eh!" fece spavaldo il leader della banda di ladri compiendo le principali operazioni di rito e osservando i nuclei scorrere dagli scarti alla riserva
 
"Mi credi uno sprovveduto? Guarda che conosco l'effetto di Balder in fase di blocco, non mi va di buttare via uno dei miei spirit inutilmente" gli ribatté l'altro
 
"Wow, un duellante in gamba… finalmente una sfida degna" si disse "ok, fase principale: evoco Gigandroide"
 
Una gemma bianca dai mille riflessi si materializzò accanto agli altri due spirit schierati; sotto di essa, numerose fessure spaccarono il terreno e, da esso, emerse un guerriero in armatura nera munito di una minacciosa lancia.
 
"Attivo poi la magia Ricarica Nuclei, grazie ad essa, per ogni spirit del genere "Macchina armata" da me controllato, guadagno un nucleo nella mia riserva"
 
"Aspetta un attimo, ma d-davvero no-non ti sei reso conto che non hai nessuno spirit di quel genere? mpff…" chiese Vey trattenendo a stento le risate, un errore davvero grossolano per un duellante esperto quale il ladro diceva di essere
 
"Aspetta a ridere, attivo l'effetto di livello 1 del mio nexus" esclamò mentre, dietro di lui, la nave si illuminava "grazie ad esso tutti i miei spirit dei generi "Macchina" e "Androide" diventano del genere "Macchina armata"; Guerriero Calibro è del genere "Macchina" e Gigandroide e Balder sono del genere "Androide" e quindi, grazie all'effetto della mia magia, guadagno tre nuclei supplementari con i quali elevo a livello 2  Guerriero Calibro e Gigandroide"
 
I due spirit si circondarono di un aura luminosa e si impettirono, consci della loro nuova forza.
 
"Fase d'attacco: attacco con Guerriero Calibro!"
 
La scena del terzo turno si ripeté esattamente identica in quello corrente con lo spirit che prima caricò i colpi e poi puntò in verso la postazione; Veirhal sapeva già cosa fare, poteva magari non sapere dell'effetto del nexus ma conosceva bene quello di livello 2 e 3 di Gigandroide e di perdere uno spirit così non se ne parlava. Restava solo un opzione.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
La barriera bianca intorno alla postazione del granroriano si spezzò in contemporanea con l'esplosione di un'altra vita; ora erano pari, due vite perse a testa.

"A te la mossa"
 
 
TURNO 6
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero"
 
Il nucleo supplementare andò ad aggiungersi ai quattro che, tra recupero dagli scarti e vite perse, componevano il suo bottino di gemme.
 
"Fase principale:  elevo a livello 2 il nexus"
 
La tenda da campo militare, che il turno precedente si era materializzata, lampeggiò illuminando parte del semicerchio dominato dal duellante blu.
 
"Fase d'attacco: attacco con Automa di Pietra!" esclamò deciso selezionando poi una delle due carte rimastegli in mano "Azione lampo! Attivo la magia Blitz grazie alla quale in questo turno, ogni volta che uno spirit con effetto Sgretola attacca, guadagno un nucleo negli scarti"
 
"Anche tu accumuli nuclei, blocco con…"
 
Il ladro non completò la frase perché il suo sguardo si fermò, prima, sul ghigno soddisfatto che il suo avversario aveva ancora stampato sul volto e, dopo, sulle tre dita chiuse sull'ultima carta che aveva in mano.  Il rischio era alto, un errore poteva voler dire perdere il controllo del match, soprattutto a causa di quel nucleo che Veirhal aveva lasciato nella riserva; avrebbe potuto elevare uno dei suoi automi a livello 2 e fare più danni con l'effetto Sgretola ma non l'aveva fatto e per di più aveva ancora una carta in mano. Preferì non rischiare.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
Una potente onda d'urto, scaturita dalle possenti braccia dello spirit, percorse tutto il terreno di gioco fino a colpire il mazzo avversario eliminando la prima carta, uno spirit Artefatto Fjalar;  contemporaneamente il golem caricò fino a raggiungere la postazione dell'avversario e, con due pugni infranse lo scudo.
 
"Attacco anche con il secondo Automa di Pietra!" proseguì il capitano "guadagno un altro nucleo per effetto di Blitz e attivo di nuovo l'effetto Sgretola, perdi un'altra carta"
 
"Azione lampo!" replicò osservando il secondo dei tre Balder che aveva nel mazzo terminare anche esso negli scarti "utilizzo Pozione della salvezza! Pago il costo e sposto un nucleo dalla mia riserva alle mie vite"
 
L'unica gemma rimasta nello scomparto risplendette di una luce intensa e poi tornò a quello che, fino a poco prima, era il suo posto, nello stesso istante il nucleo dell'armatura precedentemente esploso si ricompattò e ricominciò a brillare.
 
"Ne rispondo con la vita!"
 
Una nuova onda d'urto impattò contro lo scudo blu infrangendolo e ripristinando la situazione precedente all'uso della magia bianca
 
"Perfetto!" constatò il criminale già in posizione per il suo prossimo turno "ora i tuoi spirit sono in aff… MA, COME DIAVOLO E' POSSIBILE?!!"
 
Sotto gli occhi stupiti del ladro, gli spirit di Veirhal tornarono in perfetta forma e si ersero pronti a difendere il loro padrone.
 
"Effetto di livello 2 del nexus" spiegò divertito l'Olamaris "durante la fase finale del turno, tutti i miei spirit con effetto Sgretola in affaticamento vanno in recupero… a te la mossa"
 
 
TURNO 7
 
 
Distrattamente, il delinquente dichiarò le fasi obbligatorie del turno. La sua mente era ancora concentrata su come si era concluso il turno precedente e la fastidiosa sensazione che lo assillava era di essersi attenuto troppo alla sua abituale strategia basata soprattutto sulla difesa; non che potesse biasimarsi più di tanto, ricordava solo vagamente l'effetto di livello 1 del nexus avversario, non poteva certo ricordarsi quello di livello 2. Nessuno può conoscere a memoria tutti gli effetti delle carte di Battle Spirits.
 
"Ora, fase di acquisizione"
 
Pescò la prima carta di un mazzo che si faceva ogni turno più sottile e la girò senza troppe aspettative… sensazione completamente sbagliata.
 
"N-non può e-essere v-vero" balbettò esaltato mentre valutava se darsi uno schiaffo per vedere se era un sogno "ho… ho vi-vinto!"
 
"Non mi sembra proprio" sibilò l'altro con un tono cattivo "se noti, ho ancora tre vite"
 
"Non importa… fase principale!" esclamò "abbasso a livello 1 Guerriero Calibro, dopodiché utilizzo il suo nucleo per evocare la protettrice dal cuore di ghiaccio, Freyr Divinità di Cristallo a livello 3"
 
Un cristallo di ghiaccio lavorato cadde dal cielo sul terreno di gioco, da esso emerse una donna dalla carnagione trasparente come il vetro, vestita da un fitto intreccio di fili dorati e imprigionata da vistose manette metalliche ai polsi e al collo.
 
"Fase d'attacco: attacco con Gigandroide!"
 
"Ne rispondo con la vita"
 
Un terzo nucleo sull'armatura del pilota esplose con un potente impatto, Veirhal mantenne l'equilibrio rimanendo aggrappato a una delle sbarre metalliche che sostenevano il terreno di gioco e rapidamente si ricompose.
 
"Turno concluso"
 
 
TURNO 8
 
 
In religioso silenzio, Vey prese la prima carta del suo mazzo e diede un occhiata al numero di nuclei nella riserva.
 
-Sei, tanti ma non abbastanza per giocare al massimo- pensò rimuginando sul come agire "fase principale: elevo a livello due Pedone Gustav e a livello tre uno dei due Automa di Pietra, uso poi la magia Pesca Tre Carte che mi permette di scoprire le prime tre carte del mazzo e di acquisirne una scartando le altre" spiegò dando una rapido sguardo alle tre carte che fluttuavano davanti a lui "Scelgo questa" concluse, scartando Rhino Ceros e Impatto delle Armi
 
"fase d'attacco: attacco con gli spirit elevati di livello" disse, osservando i suoi fedeli guerrieri obbedire a quell'ordine
 
"Rispondo ad entrambi gli attacchi con la vita" sibilò il ladro
 
"COSA?! MA HAI SOLO DUE VITE!!" gridò il suo avversario
 
"E' IMPAZZITO!" esclamò Julian che dalla sua posizione non poteva fare a meno di notare l'assurda calma degli altri criminali
 
Gli attacchi dei due spirit impattarono contro lo scudo blu che proteggeva la postazione del leader dei ladri ma, con enorme sorpresa dei i due avversari, non si spezzò e resistette fino che i due non desistettero.
 
"Impossibile" sussurrò senza fiato il capitano
 
"Sbagliato!" replicò l'altro con cattiveria "la risposta corretta è: effetto di livello 1,2 e 3 di Freyr il quale recita che durante la fase d'attacco avversaria le mie vite non possono ricevere danno da spirit i cui PB siano inferiori o uguali ai 6000, anzi 7000, di Freyr"
 
"Al diavolo!" gridò stizzito Veirhal "a te la mossa… ah, ovviamente, grazie al nexus, recupero Automa di Pietra"
 
 
TURNO 9
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei fase di acquisizione, fase di recupero"
 
Le operazioni preparatorie portarono buon frutto alle probabilità di vittoria dell'uomo che, sempre più fiducioso, riservò al suo avversario alcuni insulti e prese in giro, tutte adeguatamente sostenute dalle grida del resto della banda, prima di passare all'azione.
 
"Fase principale: elevo Gigandroide a livello 3, utilizzo poi il nucleo di Balder per evocare il gran protettore Fevnir Drago Scudo"
 
Il nucleo bianco si spezzò al centro dello schieramento del ladro e la luce del nexus, dietro la postazione, si oscurò improvvisamente, quando i raggi ricominciarono a colpire il terreno di gioco il vuoto era stato occupato da un enorme drago bianco con ali nere dure come l'acciaio.
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 10
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, acquisizione e, per finire, recupero" esordì Vey tenendo la nuova carta separata dalle altre "fase principale: utilizzo un'altra magia Pesca Tre Carte" tre carte si elevarono dal mazzo e si misero a fluttuare davanti agli occhi del granroriano "scelgo questa… ora, abbasso i miei spirit e il mio nexus a livello 1 e, sfruttando il nucleo di Pedone Gustav, evoco il guerriero dal pugno di ferro, Titus Eroe Gigantesco!"
 
Il cielo sopra il terreno di gioco si squarciò e una luce azzurra si diffuse nell'aria, dalla fessura calò un titano bianco striato di rosso con due giganteschi pugni e uno sguardo battagliero. L'avversario non fu sorpreso di vedere una carta di tale rarità e potenza, con la magia di prima aveva scartato, insieme a Muro Vivente, Douglas il Gladiatore e se uno scarta una carta del calibro di Douglas può significare che gli è capitato uno spirit ancora più forte.
 
"Attivo l'effetto di Titus all'evocazione, distruggo dieci carte dal tuo mazzo" dichiarò osservando l'impressionante onda di forza generata dal nuovo spirit che raggiunse la postazione nemica causando un esplosione del mazzo
 
"Grrr… bastardo!" imprecò l'altro
 
"Dovresti trattenere gli insulti per la fine del turno…" ribatté ironico il capitano "… perché la festa non è ancora finita; evoco anche il signore dei titani combattenti, Randolph Re Gigante!!"
 
Ancora una volta il cielo si aprì per permettere la discesa di uno spirit, stavolta un anziano e gigantesco essere umano dai maestosi abiti.
 
"Elevo a livello 2 gli Automa di Pietra e passo alla fase d'attacco: attacco con un Automa di Pietra! attivo l'effetto Sgretola e elimino due carte dal tuo mazzo"
 
Il ladro osservò le sue carte Cortina Nebulosa e Gigandroide terminare la loro battaglia senza nemmeno averla iniziata.
 
"Ne rispondo con la vita!" replicò, conscio che l'effetto di Freyr l'avrebbe protetto come effettivamente accadde
 
"Fine turno"
 
 
TURNO 11
 
 
"Fase iniziale!" fece rapidamente il ladro che desiderava arrivare più in fretta possibile al momento del recupero
 
"Fase principale: elevo a livello 2 Fevnir, dopodiché attacco con Gigandroide!"
 
"Rispondo al tuo attacco con la vita!" gridò l'Olamaris resistendo poi come meglio poté alla sensazione di dolore seguente l'esplosione del nucleo
 
"A te la mossa"
 
 
TURNO 12
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero" esclamò Veirhal con una fretta molto simile a quella del suo avversario "fase principale: abbasso a livello 1 i due Automa di Pietra e elevo a livello 2 e 3, rispettivamente, Titus e Randolph"
 
I due golem si chinarono verso la terra, svuotati delle loro energie, mentre, al contrario, i due spirit rari si ersero emettendo un breve bagliore luminoso; ora avevano entrambi 9000 PB, più dei 7000 di Freyr, sufficienti per distruggere le ultime due vite del ladro.
 
"Fase d'attacco: vai Randolph! Attivo Sgretola, perdi tre carte!"
 
Una magia, Purificazione Testuggine, e due spirit, Atrithr Soldato Centauro e Niflheimr Drago d'Acciaio, vennero eliminate ma il criminale non se ne preoccupò; l'unica carta che gli serviva era già nella sua mano.
 
"Ne rispondo con la vita!" esclamò, affrontando impavido il gigantesco pugno che, questa volta, riuscì a sfondare lo scudo e a distruggere un nucleo
 
"Proseguo l'attacco con Titus!"
 
"Blocco con Fevnir che, grazie all'effetto di Gigandroide, raggiunge gli 8000 PB; proseguo con un'azione lampo! utilizzo Aura Fulminante la quale mi permette di aggiungere agli spirit bloccanti con effetto Immunità altri 4000 PB e quindi, poiché Fevnir possiede tale effetto, i suoi PB arrivano a 12000… sei spacciato"
 
"Aspetta a cantare vittoria… attivo l'effetto di livello 3 di Randolph Re Gigante! Ogni volta che delle carte vengono eliminate dal mazzo avversario dall'effetto Sgretola di questo spirit, posso scegliere uno spirit avversario e spostare uno dei nuclei su di esso nella riserva; avendoti eliminato prima tre carte posso spostare un nucleo da Fevnir che così si abbassa a livello 1"
 
L'aura luminosa intorno al drago si affievolì leggermente e la forza esercitata dal gigante bianco e rosso cominciò a farlo indietreggiare.
 
"Ottima mossa!" si complimentò l'uomo "ma i miei PB sono comunque superiori"
 
"Ancora per poco… azione lampo! Attivo la magia Martello Magico; pago il costo con i nuclei dei due Automa di Pietra che vengono quindi eliminati e aggiungo 3000 PB a Titus che così arriva a 12000 PB!!"
 
Il pugno bianco del titano si fece improvvisamente più luminoso e obbligò il drago ad indietreggiare. Dalla nuova posizione, il mostruoso spirit metallico spalancò le fauci e sparò una serie di raggi energetici, nessuno di essi riuscì tuttavia a recare danno all'avversario che, ad una velocità di corsa sorprendente se rapportata alla stazza, raggiunse il drago e gli sfondò il petto con un pugno, distruggendolo.
Il padrone ovviamente era dispiaciuto per la perdita del suo spirit chiave ma non era disperato; con una sola vita rimasta al nemico, due futuri attaccanti e nessun bloccante la situazione, in fondo, era ancora a suo favore, eppure non capiva perché Titus non fosse ancora rientrato nei ranghi.
 
"Che diavolo succede?" domandò "perché non si accascia a terra per la fatica?"
 
"Perché il suo compito non è ancora finito!" rispose determinato l'avversario "attivo l'effetto di livello 1 e 2 due di Titus al momento dell'attacco! Se lo spirit sconfigge uno spirit avversario vengono eliminate dieci carte dal suo mazzo!!"
 
Il pugno bianco colpì violentemente la terra provocando una fenditura di energia che si mosse ad alta velocità verso la postazione del ladro. L'impatto fu violento e l'esplosione fece deflagrare anche il mazzo; le carte rimanenti volarono in aria ricadendo poi rapidamente negli scarti dove vennero immediatamente cancellate. Solamente l'ultima di esse vi giunse con un lento planare… l'ultima del mazzo in assoluto.
 
"A te la mossa" concluse ironico il duellante di Selveya "mi spiace ma non hai più carte per continuare… hai perso!"
 
E il criminale non poté fare altro che accettare in silenzio la sconfitta e abbandonare il terreno disperato.
 
 
"Ho vinto il duello!" esclamò Veirhal una volta tornato anch'egli nel locale "ora devi mantenere le tue due promesse o il mio amico soldato ti farà passare molto in fretta la voglia di vivere"
 
L'altro non replicò, si alzò rapidamente e con uno scatto tentò di raggiungere la porta ma fu tutto inutile, il duellante del regno di smeraldo lo intercettò e, afferrandolo per il bavero della giacca, lo sollevò da terra.
 
"Questo non lo dovevi fare, amico" alluse con un tono molto cattivo che non lasciava presagire nulla di buono per il ladro "la mamma non ti ha insegnato a mantenere… le… PROMESSE?!!" concluse scaraventandolo, con un pugno, sopra uno dei tavoli del locale in posizione prona
 
Uno dei suoi uomini si mosse per andare in aiuto del capo ma fu sufficiente un sinistro di Julian per convincere tutti gli altri avventori  a non tentare azioni troppo temerarie.
 
"Non ti preoccupare Vey" fece l'umano "ti copro io con questi bastardi"
 
"Grazie!" replicò il granroriano ritornando poi al suo avversario
 
"Ti sono mancato?" domandò ironicamente, prima, colpendolo al volto con un uno-due e, poi, sbattendo violentemente il suo volto sul tavolo "allora ti è bastata la lezione?"
 
"Va al diavolo!" ribatté con aggressività
 
"Un giorno, probabilmente, lo farò" disse, rifilandogli un altro pugno "ma, poiché per ora sono qui…"
 
Si diresse verso il centro del locale.
 
"… tu manterrai…"
 
Afferrò una delle sedie di legno del locale.
 
"… LA TUA PROMESSA!!"
 
La sedia impattò violentemente contro la schiena del ladro andando in mille pezzi. Il corpo del malcapitato venne percorso da un intensissimo dolore che lo face svenire; sollevandolo di peso dal tavolo, Veirhal lanciò il bastardo fuori dal locale dopo aver recuperato il comando e le chiavi della nave dalla sua tasca, dopodiché rientrò nel locale rivolgendo un'occhiata abbastanza eloquente agli altri criminali presenti nella bettola.
"Provate anche solo a parlare male alle ragazze del villaggio e finirete tutti come lui" era il messaggio sottinteso in quello sguardo, messaggio che, tra l'altro, tutti recepirono alla perfezione dato che, in pochi secondi, ogni singolo delinquente abbandonò il locale terrorizzato.
 
"E portatevi via quel sacco di letame che voi chiamate capo!" gridò infine Veirhal volgendosi poi verso il compagno di viaggio con un sorriso soddisfatto "allora? Che ne pensi del mio duello?"
 
"Davvero niente male!" fece l'umano con entusiasmo "Sebbene io preferisca una vittoria per eliminazione delle vite devo ammettere che la combinazione tra i tuoi spirit chiave è eccezionale nella distruzione del mazzo, il potere di livello 3 di Randolph è davvero sorprendente perché è un effetto che ti aspetti più da uno spirit viola e quindi spiazza l'avversario, a Titus non resta che completare l'opera eliminando lo spirit bloccante e dieci carte dal mazzo… davvero una grande strategia!"
 
"Grazie amico, sono molto onorato di ricevere i complimenti di un duellante abile come te" disse Vey con sincerità "adesso però credo che tu debba tornare nel tuo mondo, giusto?"
 
"Non prima di aver festeggiato con te la buona riuscita della nostra impresa" rispose Julian voltandosi verso il bancone "oste! Facci due birre!"
 
"Sissignore!" replicò l'uomo spaventato
 
"E non avere paura di noi" proseguì il biondo "non è vero che siamo soldati, era solo un piano per affrontare i ladri senza farci ammazzare"
 
"Fiuuu" sospirò l'oste visibilmente tranquillizzato dalla nuova scoperta "in tal caso, datemi qualche secondo e avrete le vostre birre"
 
"Ti dobbiamo anche un tavolo e una sedia" scherzò l'inglese "quanto fa? Esiste una moneta granroriana?"
 
"Prima dell'arrivo di voi umani, da noi vigeva il baratto" spiegò Veirhal divertito " non ti preoccupare, puoi tranquillamente pagare con i tuoi soldi, grazie ai continui arrivi di umani conosciamo alla perfezione il loro valore corrente"
 
"Ah, perfetto!" esclamò il campione estraendo dal portafogli il necessario
 
"Grazie!" rispose l'oste "eccovi due birre gelate"
 
"Grazie a lei" risposero i due in coro sollevando poi i boccali "alla salute!"
 
Non ebbero nemmeno il tempo di portare i bicchieri alla bocca che la porta si spalancò: sulla soglia stava una figura longilinea dal volto coperto da un cappuccio e completamente avvolta in un manto marrone, nulla era visibile del corpo se non le due mani, e parte delle braccia, intente a reggersi ad uno strano bastone, in cima al quale risaltava una splendida gemma. Appena mise piede nel locale, si accasciò a terra come senza forze.
Julian si precipitò immediatamente in suo aiuto; con un movimento unico, l'uomo rovesciò il corpo e sciolse il laccio del mantello rivelando uno spettacolo assolutamente inaspettato.
 
Distesa tra le sue braccia c'era una delle donne più belle che avesse mai visto, una splendida ragazza dal fisico perfetto e dai vistosi capelli rosa di una bellezza che nemmeno i segni, peraltro molto evidenti, delle sofferenze che aveva recentemente dovuto patire riuscivano a eclissare.
La sua carnagione molto chiara faceva si che le traccie di polvere e le arrossature dovute al troppo tempo passato sotto il sole fossero ancora più evidenti e il respiro faticoso non era certo un buon segno.
 
"Questa ha attraversato il deserto a piedi!" esclamò Julian "portate un panno bagnato!"
 
L'inglese sollevò leggermente la testa della ragazza per aiutarla a respirare; la sua temperatura corporea era disumana, il biondo era stupito che fosse anche solo riuscita a ad arrivare in piedi fino a quella bettola di merda in cui si trovavano.
Nell'attesa del panno bagnato, il duellante rimase a tenere d'occhio la rosa onde evitare che la situazione precipitasse; notò, tra le gambe di un tavolo li accanto, il bastone a cui poco prima la donna si appoggiava, probabilmente era rotolato fin li quando ha rovesciato il corpo e altrettanto probabilmente alla "nuova amica" avrebbe fatto molto piacere ritrovarlo li con se.
Si avvicinò strisciante al tavolo, senza mai perdere di vista la giovane sofferente, e prese in mano il bastone. Appena le sue mani vennero a contatto con il legno, la gemma  in cima reagì, esplodendo in un meraviglioso spettacolo di luce rossa che si espanse fino a diffondersi in ogni angolo del locale; gli altri due avventori, appena tornati dalle cantine, rimasero a loro volta estasiati.
 
"Che diavolo hai fatto?" domandò Veirhal
 
"Io? Proprio null…"
 
Non finì la frase. Davanti a lui, la ragazza che fino a poco prima pareva più morta che viva ora stava ritta sulle sue ginocchia e lo guardava con gli occhi arrossati.
 
"Sei sveglia! Come s…"
 
Ancora una volta l'uomo fu interrotto da qualcosa di inaspettato… in questo caso, molto inaspettato; la ragazza si era lanciata di peso addosso a lui e lo aveva abbracciato con grande impeto, come se lui fosse stato un caro amico d'infanzia.
 
"N-non… cough, cough… n-non po-posso credere… d-di a-a-averti… trovato" disse lei faticosamente
 
"Temo si sbagli, signora" provò a spiegare l'inglese imbarazzato "è impossibile che lei stia cercando me;  sono certo che non ci siamo mai incontrati, non poteri mai dimenticare una così bella donna"
 
"I-io i-invece… io ti c-cerco da se-sempre" singhiozzò stringendo ancora più forte
 
Julian non si oppose oltre, lasciò cadere il bastone, che ancora emanava la sua intensa luce rossa, e la abbracciò a sua volta.
Non aveva idea del perché la ragazza si stesse comportando in quel modo, ne del perché le dicesse quelle parole e neppure del motivo per cui, alla fine, avesse ceduto anche lui, non sapeva niente, sentiva solo che, in quel momento, quella era la cosa giusta da fare; quando l'abbraccio si completò, una strana sensazione lo percorse, una sensazione speciale, di quelle che ti fanno sentire come se fossi a casa. Era come se quell'incontro fosse stato scritto dal destino.
 
"T-ti ho cercato… per così tanto tempo!"
 
 
Note: Julian lascia definitivamente Supremo Drago del Caos e aggiunge Siegfried Drago Imperiale al suo deck principale.
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
E così, dopo ere geologiche, sono finalmente riuscito a terminare il sesto, lunghissimo capitolo della nostra altrettanto lunga storia, per vostra fortuna i prossimi due capitoli saranno decisamente più brevi (spero la cosa non vi dispiaccia) oltre che, tra l'altro, meno intensi (vi avverto già che, nei prossimi due capitoli, non ci saranno duelli); concludo questa introduzione allo spazio ringraziando, come al solito Lacus, Hika, Meteor e tutti quelli che hanno letto e apprezzato i precedenti capitoli di questa storia nella speranza che possano apprezzare anche questo.
 
Venendo al capitolo, devo ammettere che ci sarebbe molto da dire (e che probabilmente non riuscirò a spiegare tutto per cui, se avete qualche dubbio, fatemelo sapere):
1)  Partendo dalle cose più "tecniche", immagino abbiate notato che i primi due turni del duello li ho scritti in modo diverso; la mia idea era di imitare quello che accadeva in quegli episodi dell'anime con duelli non importantissimi in cui molti dei turni non venivo mostrati ma solo raccontati dal narratore, in questo caso (visto che è la prima volta) ho usato questo metodo solo per i primi due turni ma in futuro potrei utilizzarlo molto di più (non è che mi faccia impazzire ma purtroppo scrivere un duello è lungo e complicato e rischierei di metterci una vita a capitolo).
2) Vi saranno, nel corso di tutta la storia, frequenti  "digressioni" riguardo aspetti sociali e culturali di Gran RoRo (ovviamente pensati da me sulla base di quanto viene detto nell'anime) che so bene che possano non sembrare particolarmente attraenti ma spesso saranno fondamentali per capire la storia e i comportamenti dei personaggi; in questo capitolo, ad esempio, hanno avuto una parte rilevante nello spiegare il comportamento di Veirhal (che mi ha permesso tra l'altro di introdurre anche a Julian la leggenda delle precedenti incarnazioni di Yuuki e Kajitsu) e occuperanno ancora una grossa parte del racconto anche nel prossimo capitolo. So bene che rischio di soffermarmi su cose che non interessano, ma purtroppo Julian non è un ragazzino di dodici anni come Dan, ho bisogno di motivazioni e storie un po' più elaborate e cupe per sviluppare la sua avventura.
3) E' finalmente arrivata anche la cara coprotagonista di questa storia, la nostra guardiana del mondo altrove preferita, so che non è esattamente un comportamento da Magisa quello che ho descritto in conclusione di questo capitolo ma, fidatevi, vi sono dietro motivazioni più che più che valide che verranno raccontate tuttavia nel prossimo capitolo (questione di suspence… see, come no!); l'arrivo di Magisa è tra l'altro anche il motivo principale per cui questo capitolo è molto dedicato a Veirhal,  da qui in poi il nostro capitano tenderà a non essere più la seconda voce e quindi mi sembrava giusto fargli avere un po' di spazio (purtroppo, per quanto mi piaccia, l'avventura di gruppo in cui tutti hanno lo stesso spazio è praticamente impossibile da scrivere).
 
Fine… penso di aver detto tutto il necessario; vi aspetto al prossimo capitolo di questa storia che spero di riuscire a concludere in tempi un filo più brevi.
 
Alla prossima, da ShawnSpenstar.

 
 
Come sempre vi do il mazzo dell'avversario affrontato nel capitolo, in questo caso il leader dei ladri; la mia idea era di creare un mazzo senza spirit chiave rarissimi e fortissimi (del resto non è che ogni duellantelo da nulla che i nostri incontrano sulla loro strada può avere uno spirit extra raro) ma con carte medie ben assortite e sostenute da una strategia (in questo caso difensiva) intelligente capace di compensare l'inferiorità del mazzo.
 
DECK: 42 carte
 
Fevnir Drago Scudo x 1, Cannone di Ferro MK-II x 1, Freyr Divinità di Cristallo x 1, Niflheimr Drago  d'Acciaio x 2, Gigandroide x 3, Seerauber Automa Marine x 1, Atrithr Soldato Centauro x 2, Artefatto Fjalar x 2, Balder Soldato Scudo x 3, Guerriero Magnum x 1,  Artefatto Velind x 2, Guerriero Calibro x 3, Cortina Nebulosa x 2, Muro Silenzioso x 3, Pozione della Salvezza x 3, Potente Elisir x 1, Aura Fulminante x 2, Ricarica Nuclei x 2, Nobiltà d'Animo x 2, Purificazione Testuggine x 1, Forziere del Sogno x 1, Riparo degli Artefatti Sacri x 1, Nave Madre dell'Infinito x 2
 
successione turni
 
Turno 1: Guerriero Calibro, Balder Soldato Scudo, Pozione della Salvezza, Nave Madre dell'Infinito + Cortina Nebulosa
Turno 2: Automa di Pietra, Bulltop, Bestia da Battaglia, Pedone Gustav, Blitz + Duello ad Armi Pari
Turno 3: Ricarica Nuclei
Turno 4: Automa di Pietra
Turno 5: Gigandroide
Turno 6: Pesca Tre Carte
Turno 7: Freyr Divinità di Cristallo
Turno 8: Randolph Re Gigante + Eleva Livello (scartate: Rhino Ceros, Impatto delle Armi)
Turno 9: Fevnir Drago Scudo
Turno 10: Pesca Tre Carte + Titus Eroe Gigantesco (scartate: Muro Vivente, Douglas il Gladiatore)
Turno 11: Aura Fulminante
Turno 12: Martello Magico
 
 
P.S: riguardo a questo tipo di duelli (che si concludono per distruzione del mazzo avversario) volete che nel resoconto dei turni vi metta anche le carte eliminate o possono bastare quelle acquisite? Fatemelo sapere, grazie.
  
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