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Autore: Ya_mi    05/12/2014    4 recensioni
Dal capitolo 1:
-[...] Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-
L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era... diversa.
Come lui.
Dal capitolo 15:
Non avrebbero dovuto fargli effetto le piaghe sparse sul corpo di quella ragazza, né l’espressione triste sul suo viso. [...] Si stava dimostrando debole, aveva abbassato le sue difese e ora stava accadendo l’inevitabile.
Lui, che era il solo tra i più soli, lui che aveva fatto voto di una vita dedita alla pura conoscenza e all’assenza di ogni tipo di legame, proprio lui... stava facendo andare in malora tutto quanto per una ragazzina.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Yami: ma buonsalve a voi, minna-sama! No, non tiratemi pomodori, vi prego! Lo so che non mi sono fatta vedere per due mesi, mi dispiace tanto!
Lavi: miss Yami è stata davvero molto impegnata con i suoi corsi universitari e per questo non ha avuto molto tempo per scrivere...
Angelica: oltre al fatto che a detta sua questo capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere...
Yami: puoi dirlo forte! È stato veramente un parto, ho faticato come una dannata per farmi venire alcuni pezzi! Ma alla fine ce l’abbiamo fatta, è questo che conta, giusto?
Angelica: ma perché? Cosa succede di tanto strano in questo capitolo?
Lavi: e perché anche questa volta ci siamo solo io e Ann?
Yami: perché quando vedrete cosa succede capirete che è meglio così, credetemi.
Lavi e Angelica: ...
Angelica: non so cosa ne pensi tu ma non promette niente di buono...
Yami: dai, su, non farla sembrare una cosa così drammatica! Ti assicuro che voi due siete gli ultimi che potrebbero avere qualcosa da dire sugli eventi di cui leggeremo tra poco!
Lavi e Angelica: va bene, se lo dice lei...
Yami: diamine, mi sembra impossibile di essere già arrivata a questo punto, ho in mente questo capitolo da mesi e pensare di averlo scritto e pubblicato mi fa un effetto stranissimo...
Lavi: è emozionata, miss Yami?
Yami: eh sì, lo sono parecchio, questo è un capitolo importantissimo! Avrei qualche comunicazione per voi ma lascerò tutto alla fine, adesso vi lascio leggere.
Lavi: buona lettura a tutti, ci vediamo alla fine come sempre!
 
CAPITOLO 22 – È anche per questo che ti amo
 
-Ann, spostati! Sta venendo verso di te!-
 
L'avvertimento di Lavi non arrivò abbastanza tempestivamente, Angelica ebbe appena il tempo di alzare la testa e individuare l'akuma che l'aveva puntata prima di venire afferrata per le braccia e scagliata contro una delle fontane del Patio degli Aranci, il cortiletto porticato sul retro della cattedrale della città spagnola di Siviglia.
La giovane scivolò a terra con espressione dolorante e si rialzò tenendosi una mano appoggiata alla schiena.
Lavi la raggiunse di corsa e si informò sulle sue condizioni.
 
-Stai bene?-
-Credo di sì, niente di rotto, direi.-
I due esorcisti sollevarono lo sguardo per controllare la situazione.
-D'accordo, dividiamoci quelli rimasti: io prendo quei 3 akuma laggiù e tu prendi i due più vicini.-
-Sicuro di farcela?-
-Sicurissimo. Facciamola finita!-
 
esclamò il rosso scattando in avanti.
Angelica lo seguì brandendo le sue spade e con un colpo netto tagliò in due il corpo del primo akuma.
Il secondo le diede più da lavorare e la fece cadere all'indietro un paio di volte, provocandole delle spiacevoli fitte alla schiena.
Alla fine riuscì comunque a debellare il nemico ed estrasse le lame dal suo corpo metallico per allontanarsi prima di venire travolta dall'esplosione.
Si voltò per vedere a che punto fosse Lavi e vide che erano rimasti due Livello 3 che gli stavano dando del filo da torcere.
Senza avvicinarsi direttamente allo scontro la ragazza mise una mano in uno dei canaletti che attraversavano il cortile e collegavano tutte le fontane, congelando l'acqua e facendo spuntare dalla fontana più vicina a uno dei due akuma una morsa di ghiaccio che lo costrinse a cessare la sua offensiva nei confronti dell'esorcista dai capelli rossi.
Mentre Lavi riusciva finalmente ad aver ragione del suo avversario, Angelica corse verso quello che aveva intrappolato e lo distrusse con un unico fendente ben portato.
L'ultima esplosione rimbombò nel cortile, seguita dal silenzio di tomba che indicava che lo scontro era finalmente finito.
I due ragazzi incrociarono gli sguardi e si sorrisero.
 
-Caspita!-
-Cosa?-
chiese Angelica, non capendo cosa potesse averlo sorpreso così tanto.
-Hai combattuto veramente bene, sei migliorata tantissimo!-
Lei arrossì, non aspettandosi una lode così improvvisa.
-Oh... grazie.-
 
Lavi non fece in tempo a rispondere perché nel frattempo all'interno del cortiletto si era creato un capannello di gente che li aveva circondati e che li stava caoticamente ringraziando per aver evitato che gli akuma compiessero una strage.
Nonostante non fossero abituati ai bagni di folla i due esorcisti si permisero il lusso di prendersi qualche pacca sulla spalla, visto che ritenevano di essersi meritati quei ringraziamenti.
Dopo qualche minuto riuscirono a dileguarsi e ad uscire dal Patio degli Aranci per dirigersi con calma verso il loro albergo, non fosse stato per una ragazza che, uscita insieme a loro dalla massa disordinata della folla, si era messa a seguirli insistentemente e non accennava a volersi allontanare da loro.
Era una giovane molto attraente, dalla carnagione olivastra e grandi occhi castani. I capelli erano lunghi fino ai fianchi, neri come il carbone e talmente ricci da sembrare quasi crespi.
Il suo seno prosperoso era messo ben in evidenza dalla generosa scollatura dell'abito bianco che indossava e ciò che faceva innervosire di più Angelica era il modo con cui sventolava ciò che di interessante aveva da mostrare davanti agli occhi di Lavi.
 
-Salve.-
Il giovane, visibilmente preso in contropiede, balbettò:
-Ehm, s-salve. Le... le serve qualcosa?-
La ragazza sorrise sbattendo le ciglia con fare seducente.
-Oh no, volevo solo ringraziarvi per quello che avete fatto oggi. Avete salvato molte, molte persone.-
Lavi, che camminava cercando di guardare altrove (ma la cosa al momento gli risultava particolarmente difficile), rispose titubante.
-Beh, cosa vuole che sia? Non è nulla, è... è solo il nostro lavoro.-
Angelica perse la pazienza e aveva già preso Lavi per un braccio per allontanarlo dalle civetterie della sconosciuta, ma quella la prevenne piazzandosi davanti al ragazzo sporgendosi in avanti e mettendo ancora più in evidenza la scollatura.
-Comunque non mi sono presentata, io sono Inocencia, piacere.-
Strinse la mano ad un esitante Lavi mentre Angelica commentava tra i denti:
-Oh sì, lo vedo quanto sei innocente...!-
Nonostante l'avesse sentita, Inocencia ignorò la sua osservazione e non staccò mai lo sguardo dal viso del ragazzo.
-Vederti combattere oggi è stato... avvincente. E la tua arma è davvero interessante.-
-Ah sì?-
-Oh sì... mi piace molto il tuo martello.-
Angelica notò con orrore come una mano dell'altra ragazza si stesse avvicinando alla gamba di Lavi, che nel frattempo illustrava fieramente le caratteristiche della sua Innocence.
-Beh, in effetti è un'arma molto speciale. Può anche cambiare dimensioni...-
-Ma davvero?-
Nel giro di un secondo il giovane si trovò Inocencia praticamente spalmata addosso che gli accarezzava una gamba e lo guardava con fare seducente.
-Perché non mi fai vedere?-
-Eh? Cosa? No, non è il caso, sul serio...-
-Ma dai, voglio provare a toccarlo...-
Angelica tentò di allontanare Lavi dalle grinfie della sua spasimante, tirandolo per una manica e commentando irritata:
-Insomma, lascialo in pace!-
L'altra sembrò finalmente notare la sua presenza e chiese con noncuranza:
-E tu chi dovresti essere?-
-Io sono la sua ragazza!-
Sia lei che Lavi rimasero sorpresi dalla sicurezza con cui aveva fatto quell'affermazione, reazione non condivisa da Inocencia, che si dimostrò piuttosto scettica.
-Tu? Sul serio tu saresti la ragazza di un tipo così? Stento a credere che uno che potrebbe permettersi praticamente qualunque cosa possa essersi impegnato con una come te...-
La ragazza la guardò disorientata, stringendosi istintivamente nella mantella che le copriva le spalle.
-Cosa vorresti dire?-
-Beh, ma ti sei vista? Sei così banale, piatta e del tutto priva di fascino, praticamente impossibile da notare.-
Lavi avrebbe voluto dire qualcosa per difenderla ma la giovane lo precedette rispondendo a sua volta.
-Quindi pensi che per farmi notare dovrei vestirmi da sgualdrina come te?-
L'altra ragazza parve non apprezzare quell'ultimo commento e ribatté sprezzante:
-Io sarò anche una sgualdrina ma so cosa fare per ottenere ciò che voglio e compiacere gli altri. Tu invece cosa speri di ottenere facendo la santarellina? Sarà solo questione di tempo prima che il tuo "fidanzato"...-
Calcò particolarmente il tono su quel l'ultima parola e lanciò un'occhiata a Lavi.
-... si stanchi di te.-
Angelica decise di aver sentito abbastanza e si staccò dal gruppetto per andarsene per conto suo, esclamando:
-Adesso basta, questo è veramente troppo!-
Lavi la vide allontanarsi e cercò di fermarla.
-Ehi Ann, aspetta!-
Inocencia gli si spalmò addosso con un sorrisetto soddisfatto.
-Finalmente soli...-
Ricorrendo a tutto il suo autocontrollo il giovane si staccò di dosso la sua spasimante dandole praticamente uno spintone e cominciò ad inveire contro di lei.
-Come ti sei permessa di dirle quelle cose?! Come ti permetti di fare simili osservazioni su una persona di cui non sai niente?!-
L'altra si mostrò piuttosto sorpresa per l'eccesso di rabbia del ragazzo e alzò le mani in segno di difesa.
-Ehi, adesso vedi di darti una calmata, è stata lei la prima a darmi della sgualdrina, quindi perché non avrei dovuto...-
-Lei ha fatto solo delle deduzioni riguardo il tuo comportamento. Approcciare il primo che passa  come hai fatto tu non è esattamente ciò che farebbe una fanciulla innocente e virtuosa, no?-
-Come osi...?!-
-Come osi tu offendere la mia ragazza?-
-Ma quindi lei è davvero...-
-Avevi ancora dubbi che non fosse così?-
L'espressione sul volto di Inocencia bastò a confermare per l'ennesima volta la sua incredulità.
-Ma è proprio così che stanno le cose: Angelica è la mia ragazza e questo è perché in lei sono riuscito a trovare qualcosa che non ho trovato in nessun'altra. Puoi crederci o meno ma per me non esisterà mai una donna più bella e attraente di lei e né tu né nessuna persona al mondo riuscirà a farmi cambiare idea.-
 
Sufficientemente soddisfatto e senza attendere che lei gli rispondesse il ragazzo le passò oltre e si affrettò a seguire Angelica.
Ripensava alle parole che aveva appena detto con tanta spontaneità, il discorso gli era uscito praticamente in automatico e il fatto che da quando aveva memoria non si sarebbe mai e poi mai immaginato che sarebbe arrivato il giorno in cui ne avrebbe pronunciato uno simile un po' lo spaventava.
Nonostante la relazione con Angelica che andava contro ogni suo principio, il giovane sapeva di voler ancora diventare un Bookman. La sua volontà di seguire la strada della conoscenza non era mai cambiata.
Sentiva però che Angelica lo aveva cambiato e lo stava ancora cambiando man mano che il tempo passava. Ancora non sapeva in che modo e soprattutto non sapeva se preoccuparsene.
Al momento, comunque, pensò fosse meglio preoccuparsi di calmare la rabbia della ragazza.
Finalmente l'aveva quasi raggiunta e mentre accorciava la distanza tra loro cercò di chiamarla.
 
-Ann, aspetta!-
-No, torna da Inocencia, sono sicura che vi divertirete insieme!-
Il ragazzo la raggiunse e la fermò prendendola per una spalla.
-Ma cosa stai dicendo? Non mi sembra di aver dato segni di interesse nei suoi confronti...-
Angelica abbassò lo sguardo a disagio.
-È che non dicevi niente, sembrava che ti facesse piacere che lei... e poi lei... insomma... aveva sicuramente degli... "argomenti" migliori dei miei per...-
Qualunque cosa volesse dire Lavi la interruppe con una sonora risata.
-Non ridere di me...-
si offese lei.
-Non sto ridendo di te, rido perché sei tenera.-
Il rosso le mise un braccio intorno alle spalle e insieme ripresero a camminare verso l'albergo, preceduti dalle loro ombre che si allungavano man mano che il sole calava alle loro spalle.
-Almeno adesso sai come mi sentivo io a Firenze...-
-Non é la stessa cosa, a suo tempo non pensavo che tu fossi...-
Si bloccò, incerta sulle parole da usare.
-Che io fossi cosa?-
Il sorriso sul volto di Lavi si allargò.
-Che tu fossi... interessato a me.-
Il ragazzo ridacchiò e si abbassò per darle un bacio sulla fronte.
-E poi a me Jacopo non interessava davvero, mi piacevano le sue attenzioni...-
-Beh, lo spero bene! Se ti fosse piaciuto uno così mi sarei fatto venire dei seri dubbi sulla tua sanità mentale!-
Lei rise.
-Invece il fatto che mi sia innamorata di te ti tranquillizza?-
-Ovvio, è perfettamente normale che tu sia attratta da me! Del resto sono così affascinante e carismatico e...-
-E modesto, soprattutto!-
rise Angelica, tirandogli un leggero scappellotto dietro la testa.
-Come del resto è normale che io non abbia occhi che per te.-
continuò il giovane, con fare sornione.
-Ah davvero?-
sorrise lei, arrossendo e abbassando lo sguardo.
-Certo, come non potrei?-
-Anche se sono una santarellina banale, piatta e priva di fascino?-
mormorò la ragazza, tormentando l'orlo del mantello mentre ripeteva le parole che aveva usato Inocencia per descriverla.
-Credi davvero che avesse ragione? Che io la pensi come lei?-
-Non lo so... di certo non faccio molto per mettermi in mostra e...-
-Questo è perché non ne hai bisogno.-
Lavi le prese le mani perché smettesse di sfogare il suo nervosismo sul tessuto dell'uniforme e le sorrise.
-Io credo che la sua fosse tutta invidia.-
-Invidia? Una così dovrebbe essere invidiosa di me?-
Sollevò su di lui uno sguardo incredulo.
-Certo, ne sono sicuro. Lei si mette in mostra in questo modo perché altrimenti nessuno la noterebbe, è il suo modo di attrarre l'attenzione. Ma tu non hai alcun bisogno di farlo.-
-Tu dici?-
Il giovane ridacchiò.
-Credo di essere la prova vivente che anche senza questi mezzucci riesci a risultare piuttosto attraente. Sarà perché viviamo in un ambiente in cui le donne scarseggiano, ma credimi se ti dico che tu salti all'occhio, sotto molti punti di vista.-
Indicò il suo unico occhio scoperto.
-E se lo noto io che ho un occhio solo, figurati quanto puoi attirare l'attenzione di chi ne ha due! Non per niente a Firenze ho avuto del filo da torcere con quel cicisbeo di Jacopo. L'unica cosa che posso riconoscergli è che se non altro non si può dire che non abbia buon gusto!-
Finalmente anche Angelica si lasciò andare ad una risatina timida.
-Dai, smettila!-
-Ma è vero! Guarda che è davvero dura essere il tuo ragazzo...!-
-Nessuno ti obbliga, sai?-
ghignò ironicamente la fanciulla.
-Se non ti conoscessi bene potrei pensare che tu stia parlando sul serio.-
replicò Lavi, fingendo di offendersi.
-Ma tu mi conosci bene, giusto?-
mormorò lei, appoggiando la testa alla sua spalla e stringendogli un braccio.
-Oh sì, per fortuna sì.-
Per un po' camminarono in silenzio, prima che la ragazza lo rompesse di nuovo.
-Quindi tu non preferiresti mai una come lei, vero?-
A Lavi venne da sorridere al pensiero che si stesse ancora preoccupando di ciò che era successo con la sua sedicente spasimante.
-Non potrei mai. Dì, ma secondo te non aveva freddo ad andare in giro vestita così? È dicembre, miseriaccia!-
 
Angelica rise e la sua risata si concretizzò nell'aria con una nuvoletta di condensa bianca.
Camminarono stretti stretti fino a raggiungere l'albergo, godendo del calore reciproco che derivava dalla loro vicinanza.
Giunti che furono alla locanda si tolsero i mantelli dalle spalle e accettarono la cena che venne offerta loro dai proprietari, una zuppa leggera ma piacevolmente calda.
Quando finirono di mangiare era già buio da diverso tempo e le strade all'esterno dell'edificio si erano fatte silenziose.
I due giovani si avviarono con calma alla stanza loro assegnata, stanchi e del tutto intenzionati a prendersi il loro meritato riposo.
Angelica si tolse la giacca dell’uniforme e la buttò sul letto, lasciandosi scappare qualche piccolo gemito che Lavi non mancò di notare.
 
-Tutto bene?-
-Sì... cioè, non lo so. Mi fa male la schiena...-
Il ragazzo si avvicinò e la fece girare per poterla esaminare
-In che modo ti fa male?-
-Mi brucia, è come se ci fosse una ferita.-
Lui annuì.
-Posso provare a dare un’occhiata?-
Dopo qualche secondo di esitazione lei annuì e gli permise di alzare leggermente l’orlo della maglia per guardarle la schiena.
-In effetti c’è una lesione. Non mi sembra grave, però è molto estesa.-
-Devo essermela fatta quando quell’akuma mi ha buttata addosso ad una fontana...-
Nel frattempo il rosso aveva continuato a sollevare il bordo del suo indumento e lei cercò di fermarlo afferrando la stoffa e tirandola giù.
-Lavi, cosa stai facendo?!-
-Cerco di vedere tutta la ferita, ma non posso farlo se c’è la tua maglia di mezzo.-
Fece una pausa per riflettere sul da farsi, poi dichiarò:
-Niente, toglila che facciamo prima.-
Angelica strabuzzò gli occhi e si girò per guardarlo incredula.
-Stai scherzando!-
-No, affatto. Devo esaminare l’abrasione e per farlo non devo avere impedimenti. Cos’è, devo farlo io?-
Lei spalancò gli occhi ancora di più e di nuovo si voltò, dandogli le spalle.
-N-no! Non ci provare!-
Lavi ridacchiò.
-Allora forza, non fare la bambina.-
La ragazza sospirò sonoramente.
-Non guardare, eh!-
Lui, preso un po’ alla sprovvista, scoppiò a ridere.
-No, va bene, non ti guardo!-
Tentennante Angelica sollevò le braccia e si tolse la maglia, appoggiandosela poi sulle spalle per coprire il seno e la parte anteriore del busto.
-Ho... ho fatto.-
 
Lavi si riavvicinò ed osservò con attenzione la schiena della giovane.
L’escoriazione effettivamente occupava gran parte dell’area, spingendosi fino alle spalle e alla base del collo.
In ogni caso constatò con sollievo che non era nulla di preoccupante.
 
-E’ solo una sbucciatura, niente di grave, come pensavo. Adesso comunque le diamo una pulita così stiamo tranquilli, va bene?-
 
Lei annuì e attese che il ragazzo andasse a recuperare l’occorrente per fare quanto le aveva detto senza muoversi da dov’era.
Quando udì i suoi passi che tornavano girò leggermente la testa per vederlo arrivare con una ciotola piena d’acqua da cui pendeva un panno bianco.
Lavi intinse la pezza nell’acqua e la strizzò, avvicinandola poi alla schiena di Angelica.
 
-Va tutto bene? Hai freddo?-
-N-no. No, sto bene.-
 
Le pulì delicatamente la pelle escoriata partendo dal basso per poi risalire verso le spalle.
Si presentò qualche problema quando dovette sollevare il gancetto del reggiseno che gli ostruiva la via, Angelica si lasciò scappare un respiro nervoso e anche lui non si sentiva esattamente a suo agio.
Il suo ovviamente non era teso imbarazzo come nel caso della fanciulla, in realtà era qualcosa di molto simile ad una velata frustrazione.
Terminò frettolosamente di occuparsi della ferita e appoggiò lo straccio nella ciotola.
Poi, con grande sorpresa della ragazza, le prese delicatamente i fianchi e la attirò a sé, abbracciandola da dietro intorno alla vita.
Aveva le mani fredde per via dell’acqua con cui l’aveva disinfettata e questo rendeva solo ancora più evidente la presa delle sue dita affusolate sul suo ventre.
Sentì il suo respiro che le accarezzava il collo e sussultò quando le sue labbra le posarono un bacio su una spalla.
Chiuse gli occhi e inspirò profondamente non appena lo sentì spostarsi più in alto, seguendo la linea del collo e l’attaccatura dei capelli.
Una mano si sollevò per spostarle alcune ciocche bionde dietro l’orecchio, così da lasciare più spazio a cui dedicare attenzione.
I baci si spostarono più indietro e più in basso, lungo la base del collo, le spalle e la parte superiore della schiena, facendosi più attenti quando si avvicinavano alla pelle danneggiata, fino ad arrivare a sfiorare il reggiseno.
La mano che le teneva indietro i capelli, allora, scivolò in giù fino a quando le dita non arrivarono a poggiarsi alla stoffa sottile.
 
-Ann? Posso?-
 
La domanda cadde lasciandosi dietro un silenzio denso, permeato dei loro respiri leggermente affannati.
Angelica si strinse addosso la maglia con cui ancora cercava di coprirsi, per quanto poteva, ed emise un sospiro smorzato.
Attese qualche secondo prima di rispondere e quando lo fece la sua voce era tremante e appena udibile nonostante la quiete che impregnava l’aria.
 
-Sì...-
 
L’altra mano raggiunse quella che già attendeva di portare a termine la prova e con delicatezza slacciarono e divisero i due lembi che tenevano al suo posto l’indumento.
Ma Lavi aspettò a farlo cadere lungo le spalle della ragazza, come lei si aspettava.
La aiutò invece a girarsi perché potesse fronteggiarlo come si deve e si chinò in avanti per baciarla dolcemente sulle labbra, accarezzandole con le sue mani fredde la schiena finalmente del tutto scoperta.
La guidò con calma e pazienza fino a raggiungere alla cieca il letto, sul quale poi la fece adagiare interrompendo il bacio e senza mai rompere il contatto visivo con lei.
Quando fu sdraiata abbastanza comodamente anche il ragazzo salì sul materasso e si posizionò sopra di lei avvicinando il viso al suo per poterla baciare di nuovo, molto brevemente questa volta.
Le prese le mani e gliele portò in alto, appoggiate al cuscino ai lati della testa.
 
-Hai paura?-
Lei lasciò che le sue dita si intrecciassero con quelle di Lavi e abbassò lo sguardo, incerta sulla risposta da dare.
-Sì...-
 
si risolse a dire alla fine con un filo di voce.
Con sua grande sorpresa le venne riservato un sorriso comprensivo.
 
-E’ normale, direi, visto che è la prima volta...-
Il giovane si chinò e poggiò la fronte contro la sua.
-Tu sai che non stiamo facendo niente di male, vero?-
-Lo so...-
-Non è sbagliato amare, anche se cercano di farti credere che lo sia.-
Si separò da lei e le prese il viso tra le mani.
-Io ti amo, Ann.-
Angelica sentì che gli occhi le si riempivano di lacrime.
-Non me lo avevi mai detto.-
-Te lo sto dicendo adesso.-
Fece una breve pausa, come se volesse cercare le parole giuste.
-Io ti amo. E voglio amarti in ogni modo possibile. Ma... allo stesso tempo non voglio fare niente che tu non voglia.-
Lei sospirò e si prese un secondo per pensare.
-Anch’io ti amo, Lavi. Io... farei qualunque cosa per te. Tutto ciò che voglio è essere amata da te allo stesso modo.-
 
Lavi appoggiò appena le mani sulle spalle di Angelica e le fece scivolare lungo le braccia della fanciulla, portandosi dietro il reggiseno e la maglia che portava ancora appoggiata al busto, facendoli poi cadere da un lato.
Si sollevò e si mise dritto per togliersi la giacca dell’uniforme e la camicia, si sfilò la bandana dalla testa e riguadagnò la posizione di prima, allontanando le braccia della giovane che erano istintivamente scese a cercare di coprire il seno e baciandola intensamente sulle labbra.
Dai fianchi, dove erano andate a posarsi, le mani del ragazzo risalirono lentamente lungo la vita fino ad arrivare ad accarezzare i lati dei seni, strappandole un piccolo gemito soffocato in parte dalle labbra del rosso che non avevano mai smesso di baciarla.
Lentamente i baci si spostarono verso il basso.
Lasciarono le sue labbra quasi con riluttanza e scivolarono lungo la piega del collo fino a raggiungere il seno destro.
Questo provocò ad Angelica un piccolo sospiro ansioso, cosa che non sfuggì a Lavi, che si risollevò subito per poterla guardare e prenderle il viso tra le mani.
 
-Ti fidi di me?-
le chiese, sorridendo dolcemente.
-Lo sai che mi fido di te.-
mormorò la ragazza.
-Sai che non ti farei mai niente di male, vero?-
-Sì, lo so...-
Lui si sporse per baciarla sulla fronte.
-Se tu non vuoi non andrò oltre. Basta che tu lo dica e io mi fermerò.-
Anche lei sollevò le mani e gli accarezzò il viso.
-Sono solo un po' nervosa. Però... non voglio che ti fermi.-
 
Lavi chinò la testa per baciarla di nuovo, mentre le mani pian piano scendevano lungo le spalle, sfioravano appena i seni, accarezzavano i fianchi e arrivavano alla gonna.
Si rese conto di aver desiderato per mesi ciò che stava accadendo in quel momento.
Aveva desiderato lei per mesi.
Prima d’ora non si era mai soffermato a pensarci, ma adesso era lì, davanti a lui, più bella e perfetta di qualunque cosa gli fosse mai capitato di vedere, e sapeva di volerla tutta per sé.
Non gli importava più delle conseguenze. Per una volta sentiva di volere davvero qualcosa.
Non come quarantanovesima identità dell’aspirante Bookman che in quel momento aveva scelto di chiamarsi Lavi. Questa volta era diverso.
Non era “Lavi”, era lui in quanto uomo a volerla.
E sarebbe stato lui in quanto uomo ad averla.
 
* * *
 
-Mi dispiace, Ann.-
-Lavi, ma cosa succede?-
 
C’era tanta luce. Troppa luce.
Non riusciva a vedere Lavi, sapeva che lui era lì ma non lo vedeva.

Voleva vederlo, all’improvviso si rese conto che il non riuscire a vederlo le metteva angoscia.
La voce del ragazzo giunse da un punto lontano. Davvero troppo lontano.
 
-Mi dispiace, Ann. Te lo avevo detto, non sarebbe potuta durare per sempre.-
 
D’un tratto lo vide.
La guardava da lontano, le sorrideva. Eppure questa volta il suo sorriso non riusciva a rassicurarla.
Era un sorriso spento, senza emozioni evidenti. Uno dei suoi sorrisi falsi.
 
-Sì, lo sapevo. Sapevo che non sarebbe durata per sempre. Ma anche sapendo questo vuoi davvero lasciarmi così? Non hai niente da dire?-
Non le rispose. Semplicemente si voltò, dandole le spalle, e iniziò ad allontanarsi.
-Lavi, ti prego, aspetta! Dì qualcosa!-
Angelica si mise a correre per cercare di raggiungerlo ma si rese conto che più correva e più la sua figura sembrava svanire davanti a lei.
-Lavi, no! Ti prego! Non lasciarmi così! Ti prego!-
Mentre urlava disperata si sentì cadere e il mondo tornò di nuovo buio e vuoto, invaso dal silenzio e da un opprimente senso di solitudine.
 
* * *
 
Angelica si svegliò di soprassalto da quel sogno e d’istinto la prima cosa che le venne da fare fu stringersi addosso le lenzuola e piangere silenziosamente per un paio di minuti.
Quando si rannicchiò su se stessa e fu abbastanza sveglia da avere più coscienza di dove si trovava e di cosa stesse facendo si accorse di non indossare nulla sotto le coperte che la coprivano fino alle spalle.
Si ricordò allora di trovarsi a Siviglia, di essere arrivata nella sua stanza d’albergo, di Lavi che aveva insistito per disinfettarle la schiena, della notte che avevano passato insieme.
Visto l’accaduto si aspettava di girarsi e di trovare il ragazzo addormentato al suo fianco.
L’ansia si impossessò di lei quando si rese conto che in realtà non era così.
 
-Lavi?-
 
chiamò angosciata scattando come una molla e ritrovandosi seduta.
Non riusciva a dimenticare l’ultima parte di quel sogno, lo vedeva ancora davanti ai suoi occhi.
Mi dispiace, Ann. Te lo avevo detto, non sarebbe potuta durare per sempre.
Continuava a vedere Lavi che si allontanava, che la lasciava senza dirle una parola e quasi senza curarsi di lei.
 
-Lavi?-
 
Mi dispiace, Ann.
Si guardava intorno nella stanza vuota.
Era sola, non c’era nessuno a parte lei.
Te lo avevo detto, non sarebbe potuta durare per sempre.
Avrebbe dovuto alzarsi, ma non si sentiva le gambe.
Continuava a vedere la sagoma di Lavi che svaniva piano piano nella luce accecante.
 
-Lavi!-
Il tono si era alzato di qualche ottava, facendosi più disperato.
-Ann...?-
Finalmente la testa del ragazzo fece capolino oltre la porta del bagno.
-Allora avevo sentito giusto, ti sei svegliata!-
Le andò incontro sorridendo e lei si sentì stranamente leggera.
-Sei qui...-
-Certo che sono qui, dove dovrei essere?-
chiese lui allegro.
-Non... non lo so.-
-Scusa se non ti ho svegliata, ma dormivi così bene che mi dispiaceva disturbarti. Ho iniziato ad alzarmi e a vestirmi, spero che non ti dispiaccia.-
-No... no, non c'è problema.-
 
Prese un gran sospiro e abbassò gli occhi, sentendosi un po’ in colpa per aver pensato che avesse potuto davvero lasciarla lì ma enormemente felice di essersi sbagliata.
Si rese conto con imbarazzo che sollevandosi era rimasta scoperta dai fianchi in su e si affrettò a coprirsi con il lenzuolo, cosa che fece sfuggire a Lavi una risatina mentre si sedeva al suo fianco sul letto.
 
-Non c'è bisogno che tu ti nasconda, non è niente che io non abbia già visto, giusto?-
Angelica arrossì e distolse lo sguardo.
-Io non... non ci sono ancora abituata... credo...-
Lui le sollevò il mento per baciarla lievemente sulle labbra.
-Spero che ti ci abituerai, allora.-
Approfittando della vicinanza la giovane gli buttò le braccia al collo e si strinse forte a lui, sorprendendolo e togliendogli il fiato per un momento.
-A-Ann...! Cosa c'è? E’ successo qualcosa?-
Lei scosse la testa.
-No, non è successo niente...-
-Sei sicura?-
-Io credevo... credevo che te ne fossi andato. E che mi avessi lasciata qui.-
Lo sentì irrigidirsi e credette che si fosse risentito di quel suo pensiero tanto sciocco.
-Scusa, perdonami. Mi dispiace tanto. Non starmi a sentire, dico solo stupidaggini.-
-No. No, non sono affatto stupidaggini.-
 
La prese per le spalle e se la allontanò, guardandola intensamente negli occhi.
Si sporse in avanti e la baciò di nuovo, abbracciandola e accarezzandole la schiena, guidandola dolcemente finché non si trovarono sdraiati.
Dopo qualche secondo si separarono e Lavi si abbassò per appoggiare la testa in seno alla ragazza, gesto che lei accolse silenziosamente posandogli un bacio sulla fronte e accarezzandogli dolcemente i capelli.
Rimasero in silenzio così per un po' finché il ragazzo non riprese la parola.
 
-Prima di conoscere te l’idea che hai avuto non sarebbe stata poi così sbagliata.-
-Cosa vuoi dire?-
Lui sospirò sonoramente e fece una pausa. Quando ricominciò a parlare lo fece sottovoce e a piccole frasi, come se gli costasse fatica.
-Prima di conoscere te... anzi, prima di entrare all’Ordine ero molto diverso. Non mi è mai importato di niente. E soprattutto non mi è mai importato di nessuno. Se in meno di vent’anni di vita ho cambiato quarantanove volte identità ti lascio immaginare in quanti posti io sia stato e... quante persone io abbia conosciuto.-
Angelica lo ascoltava senza fiatare, continuava solo a fissare il soffitto e ad accarezzargli i capelli, i movimenti resi meccanici come se stesse procedendo per forza d’inerzia.
-Nel mio menefreghismo ho sempre deciso che non mi sarei fatto mancare nulla. Non mi interessava minimamente delle conseguenze delle mie azioni, non mi interessava se avrei fatto soffrire altre persone perché loro non erano nulla per me.-
Fece una pausa più lunga durante la quale prese un gran sospiro.
-Credo che tu non abbia mai pensato che tu sia stata la prima che io ho... beh...-
-L’ho sempre saputo.-
replicò Angelica con un filo di voce.
-In ogni luogo dove sono stato riuscivo sempre ad attirare l’attenzione. Facevo in modo di farmi notare, di farmi vedere brillante e attraente.-
-Ci sei riuscito anche con me...-
mormorò la ragazza.
-Dopo poco tempo non mi restava che scegliere. Non mi facevo scrupoli a mentire, a giurare di provare un amore di cui in realtà non sapevo nulla. Ogni mezzo era buono per arrivare ad avere ciò che volevo. Mi bastava una notte. Il giorno dopo sarei sparito senza lasciare traccia e la persona che aveva fatto quei discorsi così facili sull’amare e sui sentimenti non sarebbe esistita mai più.-
 
Il silenzio che seguì fece capire ad Angelica che aveva finito.
Al momento rimase così com’era, continuò ad accarezzare i capelli di Lavi e a guardare il soffitto, senza dire una parola.
Una parte di lei aveva sempre immaginato qualcosa del genere, aveva sempre saputo che in fin dei conti lei era solo una delle tante.
Ma sentirselo dire così, dopo quello che era successo quella notte, le mise addosso una sensazione strana.
Era come se il capo che le premeva leggermente contro il seno le togliesse l’aria con il suo peso e le impedisse di respirare.
All’improvviso si ritrovò a pensare che adesso che aveva accettato di concedersi completamente a lui probabilmente non l’avrebbe più voluta.
 
-Perché mi dici questo?-
 
chiese alla fine, temendo la risposta.
Lui sollevò la testa per poterla guardare in viso.
 
-Perché a te non voglio mentire su nulla. Voglio che tu sappia chi è colui del quale ti sei innamorata. Voglio che tu abbia la possibilità di scegliere se è quello che vuoi davvero.-
Si tirò su appoggiandosi sui gomiti e si sporse in avanti per prenderle il viso tra le mani.
-Io sono quello che sono, Ann. Forse tu mi stai facendo diventare una persona migliore per certi aspetti, ma nulla può cancellare ciò che sono stato e ciò che ho fatto. Io sono questo: ho fatto tanto male a tante persone e non me ne sono mai curato. Io... io davvero non credo di meritare di essere amato da te. Tu mi stai dando tutto e io non ti merito. Io non merito niente.-
Lei lo interruppe prendendogli a sua volta il viso tra le mani e tirandolo verso di sé fino a fargli appoggiare la fronte contro la sua.
-A me non interessa chi eri o cosa hai fatto prima che io ti conoscessi. Io so solo che da quando ti ho incontrato ho smesso di essere sola e... e mi sono sentita accettata. Quando ti ho incontrato mi sono innamorata di te per quello che sei. Per quello che sei adesso. Ti sto dando tutto di me perché ciò che ti sto dando, la mia fiducia, il mio... affetto, in realtà sono ciò che mi hai dato tu, fin dall’inizio.-
Chiuse gli occhi e lo attirò ancora più vicino finché le punte dei loro nasi non arrivarono a sfiorarsi.
-Io prima non ero altro che un’ombra, la mia esistenza non ha avuto alcun senso fino a che non sei arrivato tu. Non dire che non ti meriti niente, perché se io a questo punto sono la persona che sono lo devo a te. Solo a te. Perciò tu mi meriti e anche se non è molto io ho deciso di darti tutto di me, perché se c'è qualcuno che può permettersi di averlo quello sei tu.-
 
Lavi non sapeva davvero cosa dire, non si aspettava una simile dichiarazione, non dopo quello che le aveva appena rivelato.
Nonostante tutto lei avrebbe continuato ad amarlo e non le importava cosa avesse fatto in passato, nel bene o nel male.
Un sorriso spontaneo gli si disegnò sul volto.
In fin dei conti era anche per questo che Angelica era la prima e l’unica che avesse mai amato.
 
-Non ho mai creduto nell’esistenza di angeli o dei... ma adesso comincio a pensare che tu possa essere davvero una creatura angelica, e non solo di nome.-
Anche lei sorrise imbarazzata.
-Ma dai...-
-Per me lo sei.-
Ridusse la distanza tra i loro visi per baciarla brevemente.
-Solo un angelo poteva farmi perdere la testa così. Solo un angelo può essere così speciale.-
 
* * *
 
-Guarda qui!-
Lavi smise di trafficare con i bottoni della sua giacca e si voltò verso Angelica, che era appena uscita dal bagno.
-Cosa dovrei guardare?-
Lei indicò con un gesto nervoso un punto poco al di sopra della sua spalla sinistra.
-Questo. Guarda cosa mi hai fatto!-
Nel punto dove spalla e collo si incontravano si poteva vedere un segno violaceo di forma circolare grande quanto una moneta.
-Oh.-
Il ragazzo non poté evitare di sorridere.
-Ti diverti, eh? Sei soddisfatto del tuo operato, vero?-
-Devo dire che in effetti lo sono. Penso che ti doni molto.-
commentò lui ridendo sotto i baffi.
-Beh, io non trovo! Per fortuna la giacca ha il collo alto, almeno posso nasconderlo.-
-È davvero un peccato che tu voglia nasconderlo, dovresti portarlo con orgoglio!-
-Certo, poi spieghi tu a Bookman e ai ragazzi dell’Ordine come ho fatto a ritrovarmi un... un succhiotto sul collo?-
chiese ironicamente la fanciulla, arrossendo però visibilmente quando si trattò di menzionare la macchia violacea che era la fonte di tutti i suoi problemi.
-Se vuoi te ne faccio degli altri così possiamo farli passare per lividi.-
sorrise Lavi, mettendole un braccio intorno alla vita e attirandola a sé.
-Sicuro, ci crederanno tutti!-
 
commentò lei sarcastica, prima di venire interrotta dalle labbra del giovane che si chinarono a sorpresa sulle sue in un bacio delicato.
Le dita di Lavi andarono ad ingarbugliarsi alla catenina d’argento che pendeva dal collo di Angelica e il tintinnio metallico del ciondolo risuonò nella stanza silenziosa.
Quando si separarono il ragazzo fece girare il pendente a forma di sole tra due dita e sorrise.
 
-Devo ammetterlo: ho davvero scelto bene.-
Lei alzò gli occhi al cielo.
-Un’altra delle tue botte di modestia?-
-No, semplicemente mi piaci molto con il mio regalo addosso...-
Accompagnò l’affermazione seguente con un sorriso furbetto.
-Ovviamente intendo con solo il mio regalo addosso.-
Angelica avvampò.
-Ti... ti dispiace evitare di fare questo genere di commenti...?-
-Sì, mi dispiace. Scusa Ann, ma sei particolarmente bella quando diventi tutta rossa come adesso.-
Si chinò per baciarla di nuovo, questa volta sul collo.
-Lavi, se mi lasci un altro segno ti taglio le mani!-
Lui sbuffò.
-Uffa, che guastafeste che sei.-
-Sì, certo, va bene. Adesso lasciami, devo finire di prepararmi.-
Invece di fare come gli era stato detto la presa di Lavi sulla vita della ragazza si strinse, strappandole un sospiro esasperato.
-Lavi...-
-Dai, resta qui ancora un po’, abbiamo tempo...-
Lei si sporse e lo baciò, liberandosi dalla sua presa.
-No.-
Quando si staccò lui la seguì, strappandole un altro bacio.
-Dai...-
-No. E adesso preparati anche tu, forza.-
-Sei proprio crudele, lo sai?-
La fanciulla rise mentre si buttava la giacca dell’uniforme sulle spalle e si avviava verso il bagno.
-E tu sei proprio un bambino. Avanti, non perdiamo tempo!-
 
Quando entrambi si furono vestiti ed ebbero finito di sistemare i loro bagagli lasciarono l’albergo e si avviarono lungo le strade vivacemente popolate di Siviglia.
Mentre camminavano Lavi si tolse la sciarpa che si era solo appoggiato sulle spalle e la avvolse intorno al collo di Angelica, che alzò su di lui uno sguardo interrogativo.
 
-Cosa fai?-
-Ti copro, non voglio che tu prenda freddo.-
Fece fare tre giri alla sciarpa prima di annodarla morbidamente sul davanti, lasciando ricadere le estremità sul mantello che le copriva le spalle.
-Grazie...-
mormorò la ragazza, arrossendo.
-Ci mancherebbe.-
le sorrise lui.
-Allora... qual’è il piano per oggi?-
-Andiamo a Cadice con il treno e da lì prendiamo una nave che ci riporti in Inghilterra.-
spiegò Lavi.
-Va bene.-
-Sai, il viaggio di ritorno fino all’Ordine sarà piuttosto lungo, avremo molto tempo da occupare...-
-Ah sì?-
chiese Angelica con simulato disinteresse.
-Oh sì, parecchio tempo da occupare.-
insistette lui, sorridendo sotto i baffi.
-Beh, vorrà dire che dovremo trovare qualcosa da fare.-
-In realtà io qualche idea ce l’avrei...-
disse lui, mettendole un braccio intorno alle spalle che lei spinse subito via.
-Vedi ti tenere le mani a posto, Lavi.-
-Non è quello che mi hai detto ieri sera, Ann.-
Rise quando la vide arrossire violentemente.
-Abituati, è quello che ti dirò da ora in poi.-
La risata del giovane si fece più forte.
-Dai, non ti offendere! È divertente fare queste battute.-
-Non mi sono offesa...-
borbottò lei.
-No no, lo vedo.-
Lavi tentò di nuovo di abbracciarla, gesto che questa volta lei non respinse.
-Sei uno stupido...-
la sentì mugugnare di nuovo.
-È anche per questo che mi ami.-
scherzò lui.
-È vero...-
sussurrò la giovane, sorridendo timidamente.
-È anche per questo che ti amo.-
 
Author
and characters corner:
Lavi: ma quindi sei proprio sicura di non volere un altro bel segnetto sul collo, Ann?
Angelica: tu provaci, se ne hai il coraggio. *attiva Innocence*
Yami: ragazzi, fate i bravi. Non mostriamo queste scene ai nostri amici lettori, dai...
Angelica: direi che con quello che abbiamo mostrato, vedere me che picchio Lavi è l’ultimo dei problemi...!
Yami: beh, devo dire che in effetti tutti i torti non ce li hai... *ride sotto i baffi*
Lavi: dai Ann, a quanto ci dicono c’è chi aspettava questo momento da parecchio, i lettori saranno contenti!
Yami: infatti, infatti! Fatemi sapere se il capitolo è stato di vostro gradimento, vi prego! E adesso passiamo a ringraziamenti e comunicazioni!
Lavi: i ringraziamenti dell’autrice vanno a Mitsuki no Kaze e Isil per aver recensito il capitolo scorso...
Yami: in particolare ringrazio Mitsuki per essere la santa donna che è e perché ha sopportato i miei scleri su questo capitolo, oltre ad averlo approvato e avermi quindi tolto parte dell’ansia pre-aggiornamento.
Angelica: approposito di Mitsuki, lei e miss Yami hanno aperto una pagina condivisa su Facebook sulla quale potrete ricevere notizie più puntuali sui loro aggiornamenti, se siete interessati a seguirle siete i benvenuti!
Yami: con questo capitolo aggiorniamo di nuovo il VR & FH Red Rope, aggiungendo un brano alle theme songs: “Come with me” degli Xandria, scelta perché mi ha ispirata durante la stesura del racconto del passato di Lavi e perché il testo ne riprende perfettamente i contenuti per come li ho in mente io.
Lavi: l’autrice ringrazia inoltre tutti i lettori che continuano a tenere la storia tra le preferite o le ricordate e tutti quelli che ad ogni aggiornamento tornano a trovarci per conoscere il seguito.
Yami: vi ringrazio dal più profondo del cuore, la vostra costanza è rassicurante e mi incoraggia a dare il meglio di me!
Angelica: per il prossimo capitolo purtroppo ci sarà parecchio da aspettare perché tra poche settimane inizieranno gli appelli d’esame e miss Yami è già impegnatissima.
Lavi: non per essere pessimisti ma è probabile che non ci sarà nessun aggiornamento prima di marzo. In ogni caso visitate sempre l’info point per avere più informazioni.
Yami: dato che sicuramente non ci rivedremo per un bel po’ di tempo vi faccio gli auguri di buon Natale, buon anno nuovo, buona Epifania eccetera eccetera. Rinnovando i miei ringraziamenti e il mio invito a farmi sapere cosa pensate del mio lavoro vi saluto e vi do appuntamento al prossimo aggiornamento!
Angelica e Lavi: arrivederci e grazie a tutti!
   
 
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