Premessa cronologica: questo capitolo,
come il precedente va considerato come integrazione/missing
moment dell’inizio dell’episodio 9; i successivi capitoli, invece, saranno da
considerare contemporanei agli episodi 9 e 10.
Uscito
dall’area ospedaliera, Fitz decise che davvero
sarebbe stata una buona idea mettersi a lavorare al dispositivo per riuscire a
rendere funzionanti gli aerei anche in caso di cieli impraticabili:
effettivamente lo spazio aereo europeo era chiuso a causa della recente
eruzione.
Il
giovane si diresse nel salotto comune per cercare Mack
e chiedergli di aiutarlo o, meglio, fargli compagnia, era parecchio abbattuto e
la presenza di un amico gli avrebbe fatto bene … almeno non sarebbe rimasto solo
a ricordare com’era bello lavorare in squadra con Simmons.
Era certo che l’amica gli avrebbe dato una mano più che volentieri, se lui
gliel’avesse chiesta, ma non se la sentiva.
Nell’area
relax, tuttavia, non trovò Mack, bensì Bobbi, che faceva zapping, e Skye
che lavorava al pc. Il giovane si avvicinò a
quest’ultima e le chiese: “Lavori già sulla città con la corrispondenza che
abbiamo trovato?”
“No,
Coulson vuole l’esclusiva su quello, si è chiuso nel suo ufficio coi dati. Io
stavo cercando informazioni su Kadosh.”
“Cos’hai
scoperto?”
“Nulla.
Nulla di nulla.” Skye scosse la testa, sconsolata
“Sembra un personaggio creato a tavolino! Non c’è niente che possa dare indizi
sulla sua vera identità o su come faccia le sue ricerche, oppure sulle sue
fonti, su come ottenga le informazioni od altro!”
“È
appena mezz’ora che cerchi.” l’apostrofò Bobby, senza distogliere lo sguardo
dal televisore.
“Va
beh, di solito mi basta per trovare una pista, un indizio o qualsiasi cosa! Su
questo Kadosh si trovano solo i suoi video e blog
gestiti dai suoi fan, ma nulla su di lui, sembra che nessuno ne sappia nulla!”
“Non
sono tutti esibizionisti come Stark che in
teleconferenza dice: Io sono Ironman.” Bobbi scimmiottò “O
famosi come Steve Rogers.”
“Devo
pur trovare qualcosa!” Skye strinse i denti, tornò a
fissare lo schermo ed esclamò: “Toh!, di nuovo la lucetta
azzurra. Abbiamo un’altra intercettazione, ascoltiamo?”
“Sì,
sì!” esclamarono sia Fitz che la Morse, stringendosi
attorno alla ragazza, per sentire meglio.
La
prima voce era quella che Simmons aveva identificato
come quella di Whitehall.
-Devi recarti a Zilina, in Slovacchia. Lì incontrerai il signor Rostislav, da cui dovrai comprare la bottiglia.
-Una bottiglia?
Devo fare un viaggio oltreoceano per una bottiglia?
-Rumlow, non lamentarti e obbedisci. Ti è andata già bene
che abbiamo deciso di salvarti durante la distruzione del Triskelion.
Con l’intervento di chirurgia plastica a cui sei stato sottoposto, saremo
sicuri che né Coulson, né qualcuno dei suoi uomini possano riconoscerti.
-Sì, certo,
proprio per la chirurgia plastica … come se non c’entrasse il fatto che mi
avete portato alla cybertech e mi avete trasformato
in un deathlock.
-Kaminsky sta venendo da te, ti porterà i nuovi documenti e
il biglietto aereo per Francoforte: è l’unico aeroporto europeo aperto, poi
dovrete proseguire in treno.
-Dovremo?
Credevo di andare solo.
-No, Kaminsky partirà con te e a Francoforte troverai una
squadra di supporto.
-Ahahaha, cos’ha di speciale questa bottiglia, per meritare
tante attenzioni?
-Avvera i
desideri di chi la possiede.
-Senza offesa ma
da quando credete a queste favole?
-Sono molto
scientifico, lo sai, e una delle cose che preferisco è quella di trovare
oggetti ritenuti magici e capirne il funzionamento.
-Sì, è vero che ai
tempi di Adolfuccio, cercavate reliquie come pazzi,
peggio dei cavalieri della tavola rotonda.
-Porti rispetto
per i suoi superiori.
-Sì, mi scusi.
Dunque devo recuperare la lampada di Aladino?
-È una
bottiglia! Devi comprarla, comprarla, mi raccomando!
-E se quello non
vuole vendere?
-Venderà,
venderà, ma devi assicurarti di essere il primo ad averla e, soprattutto, non
devi essere tu, come persona, a comprarla, ma la deve acquisire l’HYDRA stessa.
È l’organizzazione che la compra, siamo ben intesi?
-Agli ordini. Ma
chi vi ha parlato di questa bottiglia? Il vostro nuovo amico, il Dottore?
-All’incirca, è stato il suo contatto e nostro nuovo
alleato, Kadosh.
-Ah, un altro
pazzo mascherato.
A
questo punto la conversazione si interrompeva. Esattamente come la volta
precedente, non era una vera e propria intercettazione, ma uno stralcio di una
telefonata che qualcuno aveva poi trasmesso su quel canale che sapeva essere
tenuto sottocontrollo dallo S.H.I.E.L.D. affinché la
sentissero o, almeno, questa era l’impressione.
“Penso
che dovresti disturbare Coulson.” osservò Fitz.
“Sì,
il tale con cui Withehall parlava, Rumlow, era infiltrato nello S.H.I.E.L.D.”
aggiunse Bobbi.
“Avete
ragione, vado subito, abbiamo già avuto a che fare con un deathlock
e non è stato bello. Prima, però, vediamo se riusciamo a scoprire qualcosa su
questa bottiglia di cui parlano.”
Detto
ciò, Skye aprì youtube e
digitò: Kadosh bottiglia. Il primo video che comparve
nell’elenco sembrava quello che lei stava cercando, quindi lo aprì.
Le
prime immagini furono le solite dei sotterranei fumosi con la musica di
sottofondo, poi apparve Kadosh che iniziò a parlare.
I desideri sono
nostri nemici. Essi ci ossessionano, ci chiamano continuamente e il non
soddisfarli ci rende infelici e sofferenti. Sia gli epicureisti
che gli stoici condannavano apertamente gli uomini che permettevano ai desideri
di trascinare i loro animi da un lato all’altro, in un’affannosa corsa da una
nullità a una sciocchezza. Soddisfare un desiderio non ci porta pace, bensì ne
accende subito un altro più grande e la corsa, la sofferenza continua senza
sosta. Tutte le tradizioni hanno sempre condannato i desideri e gli uomini che
vi cedono. Una leggenda racconta di un diavolo in una bottiglia. Sì, avete
capito bene, una bottiglia infernale. Ovviamente, però, si mostra come un
oggetto portentoso e benefico che può esaudire qualsiasi desiderio … ma
ovviamente al proprio prezzo. Desiderate una bella villa? Il diavolo ve la darà
bene presto: lo zio ricco e i suoi figli moriranno improvvisamente e voi
erediterete tutto. È un giusto prezzo? Io non credo. Altre due sono le cose da
sapere su questa bottiglia: chi muore, possedendo questa bottiglia, consegnerà
la propria anima all’Inferno, è dunque necessario venderla, prima. La regola impone
di venderla ad un prezzo minore rispetto a quello a cui la si è acquistata.
Essa non può essere abbandonata o regalata, o venduta ad un prezzo maggiore; in
ognuno di questi casi, essa tornerebbe nelle tasche del vero proprietario. Come
al solito, prendete le mie parole come una favola, ma guardate queste immagini:
Guglielmo d’Orange, Napoleone, Goffredo di Buglione, Ugone dei pagani, Carlo V, Carlo Magno, Enrico IV di
Francia, Federico Barbarossa … come potete osservare, tutti questi quadri,
dipinti in epoche e luoghi differenti, rappresentano questi grandi della storia
tutti con vicino una bottiglia, sempre uguale. Coincidenze? Io non credo.
State dunque
attenti a ciò che desiderate e distinguetelo da ciò che volete. Per questa
volta è tutto, fino alla prossima … un abbraccio, Kadosh.
“Mmm, quindi se l’HYDRA, come società, compra questa
bottiglia, significa che tutti i suoi membri ne sono i possessori e qualsiasi
desiderio esprimano, si avvererà … potrebbe tornare a nostro favore.” pensò Fitz “Dovrebbero costantemente stare attenti a non
esprimere desideri, altrimenti creeranno una gran confusione. Senza contare,
poi, che ogni membro dell’HYDRA che muore, finirà all’Inferno.”
“Non
crederai a sta roba?!” esclamò Bobbi.
“Ho
tratto delle conclusioni da delle premesse, non ho detto che siano vere.” si
difese il ragazzo.
“Vado
a far sentire tutto a Coulson.” disse Skye, alzandosi
in piedi.
Coulson
aveva ascoltato il resoconto di Skye con grande
attenzione. Quella faccenda della bottiglia, vera o falsa che fosse, non gli
piaceva affatto. Era determinato a impedire che la compravendita avvenisse, per
evitare che l'HYDRA si impossessasse di una potente risorsa o semplicemente per
catturare dei suoi membri e neutralizzati.
Chi
avrebbe potuto occuparsi della faccenda?
Non
voleva mandare qualcuno dei suoi stretti collaboratori, loro li voleva pronti
all'azione per la faccenda della città. Chissà, magari quell’intercettazione
era stata solo una montatura per costringerlo a dividere le proprie forze, ma
non poteva correre rischi.
I
pochi agenti che aveva in Europa erano molto occupati: dopo che sei di loro
erano morti in Belgio, il lavoro era parecchio aumentato per i superstiti.
Avrebbe dovuto scegliere quale operazione in Europa far passare in secondo
piano ... a meno che...
Non
gli piaceva molto quell’idea, ma era l’unico nome che gli veniva in mente ed
era l’unico su cui poteva fare totale affidamento per la buona riuscita della
missione. Phil prese il telefono e chiamò.
“Direttore
Fury, signore, sono Coulson.”
“È
un piacere sentirti, Phil. Senti, se ti autorizzo a chiamarmi Nicholas, la
smetterai di chiamarmi direttore? Visto che ora quel titolo è tuo?”
“È
improbabile, signore. È stato il mio mentore, il rispetto che ho per lei mi
imporrà sempre di chiamarla così.”
Fury,
dall’altro capo del telefono, lasciò uno sbuffo divertito, ma comunque
contento.
“Allora,
che novità, direttore Coulson?”
“Volevo
aggiornarla sugli ultimi sviluppi. Sì, so che non è necessario, che non devo
riferire, ma voglio che lei abbia il quadro preciso della situazione e poi c’è
dell’altro. Mi ascolti.”
Phil
raccontò del significato dei simboli e della città e concluse, dicendo: “Noi,
ora siamo concentrati sul raggiungere la città prima dell'HYDRA, so che avremo
da combatterla sul campo e che loro useranno la maggior parte delle loro forze
e io voglio fare altrettanto. Contemporaneamente, però, c’è un’altra questione
delicata che vorrei affidare a qualcuno del cui successo sono sicuro, senza,
però, dover dividere le mie forze. Io vorrei che se ne occupasse lei, se non è
coinvolto in altro … anche se mi dispiace disturbarla …”
“Dimmi
di che si tratta.”
“Impedire
che l'HYDRA acquisti un oggetto che potremmo definite uno 0-8-4. Hanno inviato
per la missione una squadra di non sappiamo quanti uomini, ma sarà guidata da Rumlow e un altro ex S.H.I.E.L.D.,
Kaminsky.”
“Rumlow? Credevo che Falcon lo
avesse ucciso al Triskelion! È ancora vivo?”
“Così
pare. Ho sentito l'intercettazione, la voce è sua.”
“Era
ridotto veramente male.” ragionò Fury “Che lo abbiano trasformato in un deathlock?”
“Il
suo intuito mi stupisce sempre: sì, nella telefonata si è fatto riferimento a
quel progetto.”
“Un
deathlock ricavato da un ex agente di livello 8 ...
Sì, penso che sia il caso che me ne occupi io, me la caverò con un paio
d'agenti. Appena recuperato lo 0-8-4, passeremo a trovarvi.”
“Grazie.
Ci sono, però, alcune cose da sapere a tal proposito.”
Coulson
riferì tutto quello che avevano sentito sulla bottiglia.
Fury,
conclusa la telefonata, non si soffermò più di tanto a ragionare: aveva già le
idee chiare e precise su come agire. Chiamò immediatamente Clint.
“Agente
Barton, sei ancora in Europa?”
“Sì,
signore. Mi sono fermato a Parigi a trovare Natasha.
Ha bisogno di me?”
“Mi
fareste comodo entrambi.”
“Perfetto,
penso di poter confermare per tutti e due. Istruzioni?”
“Ci
troveremo a Francoforte. Ti manderò dettagli sul luogo. Preferisco non parlare
della missione per telefono.”
“Perfetto,
signore, tra quanto?”
“Partite
subito.”
Google
maps dà cinque ore e ventuno minuti come tempo di
percorrenza minimo per il tratto Parigi-Francoforte,
in condizioni di traffico ottimali. Con gli aeroporti fuori uso, le autostrade
erano stracolme di macchine.
Esattamente
cinque ore dopo la telefonata, Occhio di Falco e la Vedova Nera erano seduti di
fronte a Fury in un bar davanti allo stradone che portava all'aeroporto di
Francoforte. L'ex direttore aveva un tablet davanti a
sé, inclinato quel tanto per vederlo tranquillamente, senza che gli altri due
potessero guardarlo. I due agenti erano vestiti in borghese ed entrambi
attiravano gli sguardi d'apprezzamento di uomini e donne.
“Rumlow se l’è cavata?” si sbalordì Natasha,
dopo essere stata aggiornata su tutta la faccenda “Poco male, lo annienteremo
di nuovo.”
“Quello
che non capisco è perché siamo qui e non direttamente a Zilina.”
disse Clint “Di solito aspettiamo il nemico al traguardo, non lo inseguiamo.”
“Sì,
ma questa volta a abbiamo a che fare con gente che conosce il nostro modus
operandi. Inoltre non possiamo permetterci di fallire. Prima fermiamo Rumlow, meglio è. Diciamo che iniziamo a dargli la caccia
già adesso per avere più possibilità ed occasioni di successo.”
“Non
è troppo apprensivo, signore?” domandò Barton “È vero
che Rumlow era un agente di livello 8, però noi siamo
2 Avengers, più lei!”
“Avrà
una squadra e numericamente e per potenza di fuoco ci supereremo.” precisò Fury
“Inoltre, noi saremo solo due. Non ho rinunciato del tutto alla strategia del
raggiungere l’obbiettivo per primi. Natasha ci
precederà a Zilina ed individuerà il signor Rostislav.”
“E
poi farò in modo di ottenere da lui quella bottiglia?” domandò la donna con
voce seducente per mostrare la tattica di persuasione che avrebbe attuato.
“No.
Non puoi farti regalare quella bottiglia, né rubarla. Potresti solo comprarla
ed è una cosa che non ti chiedo. Perché se è vero quello che la leggenda dice
...” Fury si fece cupo, ragionò e poi disse: “Scopri se quel tale sia
meritevole dell'inferno. Se non lo è, compra la bottiglia a mio nome; se lo è,
uccidilo senza perdere tempo. Con la sua morte la bottiglia dovrebbe sparire,
se non scompare prendila, ma prima di afferrarla pensa sempre che la stai
prendendo in mia vece. Intesi? E mentre ce l’hai non desiderare nulla!”
“Sì,
signore.” Natasha era sorpresa di vede Fury così
apprensivo: non era nel suo stile; o quella bottiglia era qualcosa di
potenzialmente molto pericoloso, a livello tesseract
o quasi, oppure l'ex direttore era ancora parecchio scosso per l'uscita
dall'ombra dell'HYDRA. Lei non lo aveva mai visto amareggiato o deluso, dopo il
tradimento e lo sfaldarsi dello S.H.I.E.L.D. ma era
sicura che lui non fosse così impassibile e ottimista come voleva sembrare.
“Quindi
come si procede?” domandò Clint, desideroso di entrare in azione.
“Siete
venuti con la tua moto e basta?” gli chiese Fury.
“Sì.
Siamo partiti immediatamente, con lo stretto indispensabile.”
“Va
bene. Natasha, tu prendi la moto e vai a Zilina, parti subito. Barton, io
e te useremo il mio SUV per dare la caccia a Rumlow.”
“Il
tuo SUV?" ripeté Clint con un bagliore negli occhi “Lo adoro!”
“Lo
so. Questa volta c’è la possibilità di sdraiare i sedili posteriori e aprire
una feritoia, in modo tale che tu possa usare tranquillamente l'arco, se
dovremo attaccare lateralmente, mentre siamo in movimento.”
“Potrei
frecciarli anche stando seduto, ma apprezzo.”
Essendo
ormai tutto chiaro e le spiegazioni e istruzioni date, Natasha
salutò, prese le chiavi della moto e se ne andò, lasciando i due uomini soli a
bere e tenere sorvegliata la strada dell'aeroporto. Fury probabilmente teneva
d'occhio anche il tablet, ma non si poteva esserne
certi, poiché un paio di occhiali scuri nascondevano il suo sguardo.
“È
sicuro che passerà proprio da qua?” domandò Barton,
dopo una mezz'ora di attesa.
“Il
volo atterrerà tra venti minuti circa, dovrà recuperare i bagagli e poi i vari
controlli di passaporti, visto et cetera,
quindi non sarà fuori prima di uscire. Non credo farà mosse azzardate come
l’evitare i controlli o usare uscite secondarie.”
“Come
mai questa certezza? Ha le capacità per darsi alla macchia senza essere
notato.”
“Non
ha motivo di nascondersi.”
“Non
sospettano che noi ...?”
“Ne
dubito; ad ogni modo ...” Fury passò all'altro il tablet
che teneva appoggiato al tavolo.
Clint
guardò lo schermo e si accorse che erano visibili le immagini di tutte le telecamere
di sicurezza all'esterno dell'aeroporto.
“Inoltre,
trattandosi di un deathlock, lo rintracceremo anche
grazie a un localizzatore di fulcri d'energia.”
“Quindi,
appena lui arriverà nei paraggi, qualcosa inizierà a bippare
per segnalarlo?”
“Sì,
più o meno intensamente a seconda della vicinanza. Volevo impostarlo per fargli
dire acqua, fuoco, fuochino, ma poi avrebbe attirato troppo l'attenzione.”
“Qual
è la distanza massima a cui lo può rilevare?”
“Tredici
chilometri, quindi inizierà a segnalarlo appena metterà piede a terra.”
“E
tutte le altre apparecchiature elettriche non le rileva?”
“Certo
che sì, ma l'ho calibrato su deathlock. Peterson è stato di grande aiuto per questo.”
I
due uomini tornarono alla loro silenziosa attesa. Per evitare di destare sospetti,
si misero a giocare a carte, ma senza distrarsi. Venti minuti dopo, il
rilevatore iniziò a lanciare un debole segnale, che nella successiva mezz'ora
si fece sempre più intenso.
“Ecco,
ci siamo.” disse Fury “È in una delle prossime automobili che passeranno.” si
sfiorò gli occhiali, aggiungendo: “Chiudi i video della sorveglianza, riduci a
icona il localizzatore e schiaccia l'icona viola a forma di cono.”
Clint
obbedì e si aprì una schermata dove si vedeva la strada che avevano davanti a
loro, ma che mostrava gli interni delle auto che passavano.
“Raggi
X.” constatò Barton “Dove li ha piazzati?”
Fury,
che fissava la strada, non rispose e si limitò ad indicare i propri occhiali. Clint
controllava lo schermo e dopo poco esclamò: “Trovato! È la Lamborghini blu
metallizzata.”
“L'HYDRA
si tratta bene.” commentò Fury, infilando una mano in tasca e premendo un
pulsante di un piccolo telecomando.
“Sono
un po’ appariscenti.”
“Meglio
per noi, anche se temo, a questo punto, che quella funga da esca.”
“Beh,
un deathlock è lì a bordo di certo. Assieme a quattro
uomini armati.”
“L’ho
visto anch’io. Infatti, probabilmente vogliono che noi seguiamo loro e, poi, ci
terranno un’imboscata con altre forze.” Fury si alzò in piedi e lasciò un paio
di banconote sul tavolino.
“Pensavo
che credesse non ci aspettassero.”
“Lo
consideravo assai improbabile, ma non l’ho escluso. Ah, ecco la nostra auto.”
Il
grosso SUV nero sbucò da dietro l'angolo che faceva il palazzo col bar e andò a
fermarsi davanti ai due uomini. Fury montò subito al posto di guida, Clint
caricò il bauletto con arco e frecce che si era portato, molto meno ingombrante
della custodia del contrabbasso, sebbene si facesse notare maggiormente, poiché
era un oggetto insolito. Fury avviò l'auto e si mise subito a seguire la
Lamborghini, che presto prese la direzione della catena montuosa del Taunus.
“Qual
è il piano, signore?” chiese Barton, tenendo gli
occhi puntati sull'auto nemica e avendo già tirato fuori l'arco.
“Purtroppo
dovremo concedere loro l’iniziativa del combattere, probabilmente.”
“Perché,
signore? Non è nel nostro stile. È per la presenza di civili? Per evitare noie
con le autorità?”
“Esatto,
entrambe le cose. Sia perché non voglio che gente innocente venga coinvolta e
rischi di morire, come è già avvenuto in passato, sia perché noi non abbiamo
alcuna giurisdizione ufficiale, quindi qualsiasi cosa faremo sarà un reato.
Preferisco, dunque, non avere polizia tra i piedi, mentre combatto. Aspetteremo
di trovarci soli con loro. Penso proprio che abbiano capito che li stiamo
seguendo e ci stanno portando dove potremo scontrarci.”
“Credevo
stessero andando in stazione a prendere un treno.”
“Non
conosco i dettagli di questi spostamenti, purtroppo.”
“Pazienza,
allora vediamo dove ci portano e poi massacriamoli.” concluse Clint con tutta
la calma di questo mondo.
Il
SUV continuava a seguire la Lamborghini che si allontanava sempre più dai
centri abitati e proseguiva ad inoltrarsi nel Taunus,
tra i suoi monticelli e le sue valli, ciò nonostante, le due auto non furono
mai sole, poiché di tanto in tanto c’erano dei paesi da quelle parti e dunque
varie altre automobili circolavano su quelle strade. Era ormai sera, quando la
Lamborghini si arrestò in mezzo alla strada, dopo aver sterzato in modo da
occupare entrambe le carreggiate.
“Ecco:
ci siamo.” disse Fury, frenando.
“Ci
sono altri tre veicoli dietro di noi.”
“Probabilmente
sono i rinforzi dell'HYDRA.”
“Ce
n’erano due poco avanti di loro, non so se torneranno indietro o non
c’entrassero nulla.”
Fury
passò i propri occhiali a Clint, dicendogli: “Controlla che arsenale hanno.”
Barton attivò subito
la visualizzazione a raggi X e si accorse dell'ampia capacità di fuoco che
avevano gli avversari. Inoltre, con la sua vista normale, notò che i due
veicoli che li prevedevano stavano tornando indietro.
“Signore,
mi concede di scoccare la prima freccia o dobbiamo ancora attendere?”
Fury
aprì parte del tettuccio del SUV e gli rispose: “Procedi pure, ma non scendere.”
Occhio
di Falco di mise in piedi e, sbucando dal busto in si dall'auto, si mise a
scagliare le sue frecce. Quella posizione non era certo comoda, ma per lui e la
sua abilità non era un problema; inoltre, per non essere ostacolato dal poco
spazio, teneva l'arco in orizzontale. Scoccò due frecce esplosive contro una
delle auto che avevano alle spalle ed essa scoppiò, tuttavia i suoi occupanti
riuscirono ad abbandonare in tempo il veicolo e, Kalashnikov alla mano,
iniziarono a crivellare il SUV e presto i loro compagni gli diedero man forte.
Pure tra le fila dell'HYDRA c'era un arciere e costui si concentrava a mirare
Clint, senza curarsi del resto. Le altre due auto erano tornate indietro e si
erano frapposte tra il SUV e la Lamborghini che si era un poco spostata e Rumlow osservava lo scontro senza dire nulla.
Fury,
valutata la situazione, decise che la cosa migliore da fare era utilizzare le
piccole granate di cui il suo SUV era munito e riuscì a far saltare un'altra
automobile con la prima, mentre la seconda la puntò contro un gruppetto di
cinque uomini che stava sparando. Non sapeva se ne avesse uccisi o meno, ma per
qualche momento li aveva dispersi e neutralizzati.
Qualche
momento sembra un tempo molto breve, da nulla, ma in una situazione del genere
ogni secondo è fondamentale. Fu questione di un attimo, quando una delle frecce
nemiche colpì il braccio sinistro di Barton che,
subito, si abbassò per rientrate in auto e rimuovere il dardo, prima di
riprendere a combattere. Clint, per fortuna, indossava dei robusti parabraccia
che avevano impedito alla freccia di trapassarlo, ma la punta si era ugualmente
conficcata per quasi mezzo centimetro nella carne. Fury guardò la freccia
estratta: la punta, lunga tre centimetri, aveva la forma di un serpente. L'ex
direttore imprecò: “Maledizione!”
“Non
si preoccupi, signore, non è nulla. Posso riprendere a combattere subito.”
“No.
Barton, tra due minuti al massimo non sarai più
operativo.” Fury stava schiacciando dei tasti per dare un nuovo comando al SUV
“Questa è una freccia da Viper! Viper
è un nome di battaglia che, al pari di una carica, l’HYDRA dà ai propri
migliori arcieri.” l’uomo prese dal cruscotto una benda e la legò stretta al braccio
dell’altro come un laccio emostatico “Queste frecce sono tutte avvelenate, non
sappiamo quale veleno ci fosse su questa! Potrebbe esserti fatale e non
sappiamo in quanto tempo!”
Dal
cruscotto spuntò un braccio meccanico con una siringa e fece un'iniezione a Barton.
“Ecco
quello ti eviterà di morire per un paio d'ore, ma sentirai altri effetti:
stordimento, fiacchezza, forse perderai i sensi. Rallenterà molto il tuo
battito cardiaco per ritardare il diffondersi del veleno.”
“Che
cosa facciamo, signore?”
“Io
continuo a sparare.” una sorta di mitragliatore spuntò sul cofano “Tu contatta
Coulson e chiedigli se ha basi nei paraggi, altrimenti dovremo andare in un
ospedale pubblico e non è l’ideale per noi. Ah e nel frattempo spera che Rumlow non decida di intervenire: non so quanto il mio SUV
possa resistere ai colpi di un deathlock.”
Fury,
tenendo comunque sempre monitorate la percentuale di resistenza dell'auto, si
concentrò sui comandi interni per sparare col mitragliatore esterno e lanciare
razzi. Avrebbe voluto provare a colpire la Lamborghini, ma era certo che Rumlow sarebbe sopravvissuto all’esplosione e allora
sarebbe passato lui stesso al contrattacco e ciò non sarebbe stato bene. Il suo
piano era resistere, magari sembrare in difficoltà, fino al momento della fuga.
Fuga, sì; non era mai stata tra le sue opzioni preferite, ma da quando l'HYDRA
era uscita dalle ombre, aveva dovuto ricorrervi più di una volta per poter
sopravvivere e, soprattutto, far sopravvivere altri. In passato, era parecchio
dispiaciuto quando un agente moriva in missione, ma le perdite erano una
dimostrazione della devozione alla causa, dell'impegno e dell'onore. Più di una
volta aveva autorizzato missioni senza il recupero degli agenti. Ora, però, che
erano così pochi e i nemici così potenti, non poteva permettere di sprecare
nemmeno una singola vita, tanto meno quella di un validissimo combattente come
era Barton.
Clint,
intanto, si era messo in contatto con Coulson.
“Bene,
ci è arrivata la vostra precisa posizione.” si sentì dire dalla voce di Phil
dall’altro capo del telefono.
“Hai
basi o uomini di fiducia in zona?” chiese Clint, con la voce un po’ strascicata
e impastata a causa del veleno.
“No,
mi spiace. In Germania siamo presenti solo a Berlino e in Baviera, per il
momento. Con i propulsori potreste arrivarci in non troppo tempo, ma ci sono le
montagne da attraversare, il che vi rallenterebbe parecchio.”
“Maledizione!”
ingiuriò Fury, che stava ascoltando.
“Aspettate,
voi siete in Assia!” esclamò Coulson “Ho un'idea,
anche se non è sicura al 100%.”
“Parla!”
lo esortò Fury, preoccupato che il SUV subisse troppi danni per poter
consentire la fuga.
“In
una valle a 28 chilometri da voi c’è un paesino di circa mille anime: Hasselbach. È un possedimento di Ottone d'Assia, quindi Afdera dovrebbe avere una certa autorità
anche lì... Andate e fate il suo nome per ricevere cure, io la avviserò, così
potrà telefonare e dare conferma alle vostre parole.”
“Sia,
speriamo il bene. Non dirle il mio nome, però, mi presenterò come Theo
Robinson.” precisò Fury.
“Perfetto.”
concluse Coulson “Se avrete bisogno di altro non so se potrò aiutarvi: la
nostra missione si sta facendo molto interessante e richiederà quasi tutte le
nostre forze, credo.”
“Grazie,
non preoccuparti, ce la caveremo.” disse Barton, che
però stava sudando, poiché col battito rallentato, meno ossigeno circolava nel
suo corpo e, dunque, i muscoli si affaticavano più facilmente “Ecco, ci sono
arrivate le coordinate del paese. Grazie, paio e chiudo.”
Fury
iniziò a impostare il pilota automatico e chiese all'altro: “Te la senti di
scoccare qualche freccia fumogena?”
“Sì.
Ne aggiungerò anche qualcuna col fumo soporifero. All'aria aperta non li
addormenterà ma li renderà frastornati per qualche minuto.”
“L'importante
è che non vedano la direzione che prendiamo. Scocca dieci frecce e poi buttati
dentro.”
Clint
obbedì. Di rimise in piedi e sporse dal tettuccio. Con la sua volée alzò una
fitta coltre di fumo. Si rigettò in auto, affaticato per lo sforzo di accasciò
sui sedili posteriori. Il tettuccio si richiuse. Fury avviò la modalità volo e
l'auto di sollevò e gran velocità sfrecciò verso il paesino impostato come meta
nel pilota automatico, che non aveva problemi di visuale.