Capitolo 1
Dawn si passò lentamente la spazzola rosa fra i lunghi capelli biondi canticchiando malinconicamente a labbra serrate.
Si perse per qualche attimo nel suo sguardo, riflesso nello specchio, e tirò un sospiro profondo, quasi come se credesse che in tal modo i pensieri più terribili potessero svanire.
Aveva, senza neanche essersene resa conto, appoggiato la spazzola rosa sul tavolino davanti a lei, fece per riprenderla eppure ora non era nemmeno lì.
Una voce familiare riprese a sussurrare il motivetto proprio dove la ragazza l'aveva interrotto.
Le mise una mano sulla nuca e le fece scorrere le setole fra i capelli, accarezzandola.
Dawn rimase impietrita, con gli occhi spalancati e le labbra tremanti. Guardò nello specchio, ma riuscì solo a vedere una camicetta dal taglio femminile, la testa era troppo in alto rispetto a lei.
Sapeva perfettamente chi fosse anche senza averne la certezza, certo, ma tutto quello non era possibile, non era realtà e non stava accadendo a lei.
Era un sogno, sì, un incubo.
E lei poteva svegliarsi, le bastava solo sollevare le palpebre, proprio così, senza fretta.
Buio.
Non riuscì a distinguere nulla se non il buio.
Era sdraiata a terra, su di una superficie fredda e nel momento che fece per rialzarsi la testa le parve pesantissima.
Qualcosa le pesava sulla folta chioma sbiadita.
Si portò le mani al volto per riuscire a capire cosa stesse succedendo e incontrò una superficie pelosa.
Quella non era lei, qualcuno doveva averle messo addosso una stupida maschera.
Le dita le scivolarono velocemente all'insù analizzando lo strano oggetto.
Delle cuciture andavano a formare un triangolo, più su c'erano due pezzi di plastica leggera.
Arrivò fin sopra il suo capo e riconobbe due sporgenze che si slungavano verso l'alto, erano orecchie.
Aveva indosso una stupidissima maschera da animale, ma perché?
Cercò di sfilarsela, ma qualcosa la teneva legata al suo collo.
Tastò alla cieca e si rese conto che un lucchetto la teneva legata alla sua testa.
Delle luci al neon illuminarono improvvisamente la stanza.
Non era molto grande, le pareti erano scrostate, la porta in metallo era leggermente aperta, le piastrelle del pavimento erano in pessime condizioni e lasciavano intravedere il cemento sotto di esse.
Nell'angolo a sinistra, sopra di una brandina, vi stava un materasso lurido e sporco:
Dov'era?
Perché si trovava lì?
Cosa stava succedendo?
Si fece coraggio e si mise in piedi.
Uscì incespicando dalla piccola stanzetta ed entrò in un corridoio lungo una quindicina di metri.
Qualche neon non funzionava a dovere e alcuni punti erano al buio.
Vide chiaramente che alla sua destra, dove il corridoio finiva, vi era un'altra stanza.
Entrò col fiato corto in quello che doveva essere stato un bagno.
Davanti a lei vi erano tre lavandini sporchi di ruggine, di fianco tre cabine wc, due con la porta rotta e traballante, mentre quella nel mezzo ne era completamente priva.
Gli specchi erano frantumati a terra, solo un pezzo era ancora appeso.
Si vide chiaramente.
Aveva la testa di un coniglio. Un coniglio bianco.
Che qualcuno le avesse giocato un macabro scherzo?
Una sensazione nuova cominciò a scorrerle nelle vene, i muscoli del suo corpo si contrassero e cominciarono a tremare violentemente.
Lanciò un urlo assordante cercando di strapparsi di dosso quell'assurda maschera.
Si lanciò nel corridoio cominciando a correre, sbattendo contro le pareti fino a schiantarsi contro una grande porta di legno e ruzzolando all'interno di un nuovo ambiente.
Stette qualche secondo sdraiata a terra, finché il respiro affannoso non ridiventò controllato.
Si portò in ginocchio con gli occhi fissi sul pavimento.
Piano piano alzò anche il capo.
Il cuore le smise di battere nuovamente.
Davanti a lei c'era un numeroso gruppo di individui immobili a fissarla, ognuno con indosso una stupida maschera.
Un ragazzo aveva la sua stessa maschera da coniglio, dietro un altro con una maschera da orso, un cane, due maiali, due leoni, due cavalli e due criceti.
Si alzò barcollante ed emettendo solo qualche gemito.
Chi erano quelle persone?
Angolo dell'autore
Non sono nemmeno sicuro di essere tornato, eppure eccomi qui, mi mancava immensamente, mi mancavano gli autori, mi mancava tutto.
Non so perché sono sparito, ma l'ho fatto.
Dovevo tornare, dovevo farlo, mi spingeva una forza sconosciuta, quindi ho deciso di cominciare in fretta e furia una nuova serie.
Ed eccoci qua con Judge, pronti per essere giudicati per i vostri peccati?
E' davvero un dispiacere leggere che questo fandom sta andando a rotoli, ho visto proprio un quarto d'ora fa che una mia vecchia amica ha deciso di andarsene per sempre.
Che dire, triste...