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Autore: Ladyoftherainbow    09/12/2014    2 recensioni
Ai cadetti dei Machine Robo Rescue è stata data la possibilità di passare un anno in una delle più prestigiose scuole del Giappone.
E tra litigi, amicizie e nuovi amori e vecchie minaccie che si risvegliano, quest'anno sarà indimenticabile.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8: LINGUE DI FUOCO

“Senti, Asso”  disse Deborah, venerdì. “Che ne  dici se usciamo insieme per andare al cinema, o a mangiare insieme?” Lui la guardò sorridente, anche se era già annoiato. Solo perchè aveva avuto la sventurata idea di portarla con lui alla festa di Halloween, quella ragazza credeva di poterlo controllare. Uffa! Pensò. Tuttavia sapeva che un vero gentiluomo non avrebbe mai e poi mai trattato male una ragazza. Quindi dovette regolarsi. “Ma certo!” il viso della ragazza si illuminò. “Questo mercoledì sono libero.” Convenne lui. “Ho sentito però che gli unici film che fanno sono Eclipse e Titanic.” Sapeva che dalla scelta dei film l’aveva conquistata. “Andiamo a vedere Eclipse!” disse lei. Tipico. “Dopotutto assomiglio un pò a Bella!” disse muovendo i capelli castano scuro. A parte per gli occhi. Troppo chiari e noiosi. Pensò Asso, ma non lo disse. “Non preoccuparti, vengo a prenderti io, che so, per le 19.30? il film comincia alle 20.30, avremmo tempo per uno spuntino!” Lei sorrise e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, si allontanò. Rin lo guardava e tentava di trattenere una risata.”Oh, chiudi il becco, Rin!” Lei gli fece una linguaccia.

Asso si vestì alla perfezione. Una giacca, camicia bianca e dei pantaloni neri. Era molto affascinante, con i capelli lisciati un pò. Scese le scale: “Ehi, Asso, dove vai cosi conciato?" gli chiese Taiyoh. Asso lo guardo scocciato: “Questo modo di ‘conciarsi’ e molto in voga, e piace alle ragazze!” Rin pensò a me Taiyoh mi piacerebbe anche senza niente addosso. Ed arrossì violentemente  all’immagine  mentale che le era venuta in testa. “Esco con Deborah, non aspettatemi in piedi!” Taiyoh gli urlò dietro "Perché mai dovremmo aspettarti!” Makoto gli diede un pugno in testa “Sta quotando un film, razza di idota!”

Asso camminò in fretta verso la fermata. Poi cambiò idea e decise di passare dal boschetto dietro casa. Era ormai completamente circondato dagli alberi quando senti quell’odore. Era da tanto tempo che non lo sentiva, ma il Red Wing che era in lui lo riconobbe subito: odore di fumo. Annuso l’aria e scoprì che proveniva da est. Senza esitare un secondo decise di seguire la scia. Scoprì un incendio abbastanza grande. Prese il suo Keyboy e disse “Fire Robo!” Lui rispose immediatamente “Asso! Sono felice di sentirti!” “Anchio ma adesso ho bisogno di te. È scoppiato un incendio ed abbiamo bisogno di te! Ti invio le coordinate!”

Pochi minuti dopo Fire Robo e le sue unità di supporto arrivarono. “Lascia fare a noi, Asso!” Asso gli fece di sì. Poi prese il Keyboy “Keyboy, controlla che non ci sia alcun essere umano nei paraggi.” Il Keyboy fece un piccolo scan e rilevò una presenza. “Maledizione!” pensò Asso. Si tolse la giacca e si arrotolò le maniche della camicia. “Asso!” lo fermò Fire. Lui si girò “Stai attento!” Lui gli sorrise e corse.

Trovò una bella ragazza dai capelli castani quasi completamente circondata dal fuoco. Lei singhiozzava. “Aiuto…coff, coff, qualcuno mi aiuti…” Asso si aggrappò ad un albero per raggiungerla, ma un ramo infuocato si stacco, ustionandogli il braccio “Ahia!” imprecò lui. Ciononostante si issò. Poi camminò su un altro ramo e si buttò. La ragazza si spaventò “Non farmi del male!” lui la guardò, stupito. “Sono venuto a salvarti!” Lei scosse la testa “Nessuno può salvarmi! Moriremo!” Accidenti mi e capitata un’isterica! Pensò Asso. Ignorando le sue flebili proteste la prese e se la caricò sulle spalle. Poi tirò una liana verso un ramo robusto e si issò con la ragazza. È leggera come una piuma! Penso, distrattamente. Poi la trascinò verso una piccolo grotta, in attesa che Fire finisse di spegnere il fuoco. 


“Come ti chiami?” le chiese, una volta al sicuro. Lei disse: “Il mio nome è Cleopatra.” Aveva una bellissima voce, dolcissima, ma era molto stanca. “Hai appiccato tu il fuoco, Cleopatra?” Lei annuì. “Perchè?” chiese lui scioccato. “Faceva freddo e volevo riscaldarmi. Poi il fuoco è diventato sempre piu grande e non riuscivo a spegnerlo!” disse lei. Non sembra isterica. Penso Asso. Sembra solo molto sorpresa, e irritata con se stessa. “Eri da sola?” Lei annuì, cupa. “Mio padre è scomparso!” “Cosa?” lui non se lo aspettava. “Era qui con te?” come aveva potuto il Keyboy fare un errore simile? “No! un giorno è uscito dicendo che lui e il Capo avevano trovato il modo per far regnare il Caos. Un modo per sconfiggere i propri nemici. Ma quel giorno non e più tornato.” Asso era sempre più sorpreso: “Per far regnare il Caos? Questo e terribile!” Lei annuì, seria. “Mio padre è una persona molto cattiva e pericolosa. Ogni volta che falliva una missione per il capo, o che qualcosa andava storto mi frustava forte. Quando invece andava bene mi ignorava. Era bello quando mi ignorava. Aveva tante fruste mio papà. E non aveva paura di usarle. Rideva nel vedere il mio dolore.” Asso era scioccato. Chi avrebbe mai fatto una cosa del genere al proprio figlio? Poi senti una fitta al braccio dove si era fatto male. “Ahia!” lei lo guardò, allarmata. “Ti sei fatto male?” Lui scosse la testa. “Una lieve ustione, niente di che.” Lei mise le mani in una piccolo tracolla che lui non aveva neanche notato e tiro fuori una boccetta. “Questa l’ha fatta mio padre. È una boccetta di unguento che cura quasi istantaneamente le ferite. Quando me l’ha dato ha detto ‘non voglio ucciderti, sono umano doposutto. Voglio solo vederti soffrire.’” Per quanto orripilato Asso accettò la boccetta. Ne mise un leggero strato sull’ustione e senti un pò di freddo. Il secondo dopo l’ustione era scomparsa, come se non ci fosse mai stata. “Wow!” lei sorrise “Mio padre era cattivo e sadico, ma anche molto intelligente.”

Finalmente Fire aveva finito. “Dove abiti?” chiese Asso, intenzionato a ripagare il favore. Lei lo guardò seria. “Quando mio padre e il capo se ne sono andati, la casa è esplosa! Sono riuscita a sfuggire in tempo.” “E dove vai ora?” Asso stave combattendo il ribrezzo che provava contro la parola ‘padre’ usata per descriverequel mostro. “Non ho una casa.” La ragazza tremava tutta, e si vedeva quanto fosse fragile. “senti ti porto da noi! Ai ragazzi non lo dirò ora, pero… ti nasconderò!” lei lo guardo dubbiosa “Sei una brava persona?” Lui fu spiazzato dalla domanda. "sì, certo!” “Grazie.” Sorrise. E cadde a terra svenuta.
Asso prese la ragazza tra le braccia. Ancora una volta rimase stupito dal fatto che fosse cosi leggera. “Fire, per favore, portaci a casa!” lui li prese entrambi con una mano e li porto a casa. Poi gli issò verso la porta della soffitta e Asso l’ aprì. Riprese la ragazza tra le mani e la mise nel letto della soffitta. Le lascio un biglietto sul tavolo con scritto : “Non muoverti. Non uscire. Non farti sentire. Sarò li da te domani mattina. Asso” poi si fece riportare giu da Fire e si ridiresse verso casa. Quando fu alla porta si ricordò di Deborah. “Pazienza. Troverò una scusa.”

   
 
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