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Autore: Justice Gundam    10/12/2014    4 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Digimon Tamers Reload
Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 22 - Tutti ad Hypnos
 
 
"E questo... è tutto quello che c'è da dire." affermò Takato, terminando il discorso e la sua spiegazione ai suoi genitori, che erano rimasti là ad ascoltare con crescente incredulità. Era tutto così incredibile e straordinario, che i signori Matsuda non riuscivano a raccapezzarsi che fosse la verità neanche ora che avevano di fronte un autentico Digimon, e che avevano visto altri Digimon in giro per la città. 
 
"Io e Guilmon... assieme a tutti i nostri amici Tamers... abbiamo intenzione di partire per DigiWorld per salvare Calumon, impedire ai Deva e a Zhuqiaomon di minacciare la Terra... e scoprire che cosa sia questo D-Reaper che preoccupa tanto i Digimon." continuò Takato, accarezzando distrattamente Guilmon sulla testa. Adesso era il momento decisivo... bisognava vedere cosa avrebbero risposto i suoi genitori... "E quindi... ecco, questo è quello che volevo dire. Mi sembrava giusto, a questo punto, dirvi chiaramente come stanno le cose."
 
Dopo qualche secondo, passato a guardare Takato e il suo Digimon a bocca spalancata e ad occhi sgranati, finalmente il signor Matsuda riuscì a recuperare abbastanza presenza di spirito da rispondere. "Ma... ma... ma... Takato, che diamine ti è saltato in mente? Hai... hai idea di quanto pericoloso possa essere? Quei... quei Digimon hanno devastato mezzo quartiere, ed erano sul nostro stesso territorio, dove avevamo noi il vantaggio... in teoria! Adesso che andate nel loro mondo... come sperate di cavarvela! Sarete circondati dai pericoli dappertutto!"
 
"Questo... questo è vero, non lo possiamo negare." affermò Takato, rimproverandosi tra sè per essersi lasciato scappare quel particolare. "In effetti... non ho pensato molto al fatto che ora giocheremo sullo stesso campo dei Digimon, e non più sul nostro... ma... è una cosa molto importante, mamma, papà... solo noi e i nostri compagni possiamo fermare Zhuqiaomon e impedire che questo disastro si estenda anche ad altre città del Giappone... forse del mondo intero... Solo noi sappiamo come affrontare i Digimon... e poi, scusate, ma non saremo esattamente solo noi ragazzi! Questi... questi signori di Hypnos, che studiano i Digimon e cercano delle contromisure, sembra che vogliano parlare con noi Tamers! Se... se hanno cambiato idea su di noi, e se non ci considerano più un pericolo, allora forse ci aiuteranno ad andare nel Mondo Digitale, e..."
 
Si fermò un attimo per riprendere fiato, sorpreso di essere riuscito a dire così tante cose in così poco tempo. "Phew... accidenti, mi manca il fiato... comunque... sì, avete capito quello che voglio dire, non è vero? E'... è una cosa che dobbiamo fare noi, e non possiamo tirarci indietro proprio adesso!"
 
"Ma anche se questi di Hypnos vi aiuteranno... non vuol dire che voi saprete quello a cui andate incontro!" protestò giustamente la signora Matsuda, apparendo sempre più frenetica per la sorte del figlio. "Sarebbe come andare nella giungla da soli! Anzi, fose anche peggio!"
 
Guilmon si grattò distrattamente la testa con una zampetta artigliata. "Beh... non so esattamente cos'è una giungla, ma so che il Mondo Digitale è molto pericoloso, snchese non l'ho mai davvero visto prima..." affermò. "Però... io aiuterò Takatomon e lo difenderò con tutte le mie forze! E poi, c'è con noi anche qualcun altro che conosce il Mondo Digitale! Non saremo da soli!"
 
"Per favore, mamma... papà... per noi è molto importante..." disse Takato, quasi mettendosi in una posa di supplica. 
 
Seguirono altri lunghi, tesi momenti di silenzio... e i signori Matsuda restarono lì, senza sapere cosa dire o fare. Che cosa si può dire al proprio figlio quando quest'ultimo si sta preparando ad affrontare un viaggio così pericoloso... assieme ad una delle stesse creature che fanno tanta paura al resto dell'umanità? Era un momento di assoluta incertezza e tensione...
 
Finalmente, con un sospiro, il signor Matsuda pose una mano sulla spalla di Takato, che alzò la testa di scatto e guardò con trepidazione i suoi genitori. "Figliolo... forse hai ragione tu. Forse, in questo caso, l'unica vera soluzione è che siate voi ad occuparvi di questo problema, per quanto preferirei che voi ragazzi ne rimaneste fuori. Ma... immagino che ormai non ci sia più niente da fare a proposito, dico bene? Ormai... la situazione è degenerata troppo perchè si possa sperare di guardare dall'altra parte, e sperare che qualcun altro risolva tutto al nostro posto. Takato... Guilmon... io voglio solo sperare che voi sappiate quello che state facendo..."
 
"Tesoro... io... non so che cosa posso dire..." mormorò la signora Matsuda, sentendosi confusa e sconvolta dall'incredibile notizia. "Mi... mi sento con le spalle al muro. Non... non posso rifiutare a mio figlio di andare in un posto così pericoloso e spaventoso... so che è l'unica cosa che si possa fare... e al tempo stesso, vorrei potervi tenere qui e lasciare che sia qualcun altro a risolvere il problema che hanno causato gli adulti! Insomma... non c'è proprio altro modo? Possibile che... dobbiate essere proprio voi?"
 
"Mamma..." disse Takato, per poi avvicinarsi alla sua mamma e abbracciarla con tutto il calore di cui era capace. "Ti capisco... io... fino a poco tempo fa credevo che diventare un Digiprescelto... o un Tamer... fosse una cosa divertente, e che io e Guilmon non avremmo dovuto fare altro che divertirci assieme, come farei con i miei compagni di scuola, con Juri-san, Hirokazu-kun e Kenta-kun... ma ho capito che la realtà non è così bella. E che ora che ci è stata data la stessa responsabilità che avevano Taichi, Yamato, Daisuke e tutti gli altri nelle due serie televisive... beh, non possiamo lasciar perdere. Lo facciamo anche per voi, e tu lo sai..."
 
"Sì, lo so, tesoro... ma questo non mi impedisce di essere in ansia e in agitazione per te. Tu... capisci anche questo, vero?" rispose la signora Matsuda, ricambiando l'abbraccio. Guilmon si avvicinò e, con delicatezza, mise una zampa sulla schiena della giovane mamma, cercando di farle coraggio.
 
"Non devi avere paura, mamma di Takatomon... io e gli altri miei compagni saremo con lui, e lo proteggeremo sempre!" affermò il piccolo dinosauro rosso, affrettandosi a tranquillizzare la giovane mamma. "Vedrete... sono sicuro che torneremo tutti sani e salvi!"
 
"Grazie, Guilmon... è così, mamma... papà... vedrete che non ci succederà niente finchè Guilmon e gli altri Digimon nostri amici saranno con noi!" affermò Takato. "Comunque, non durerà a lungo... soltanto qualche giorno, poi torneremo qui! Sono sicuro che non ci vorrà molto!"
 
"Lo spero davvero, Takato..." disse il signor Matsuda, scompigliando affettuosamente i capelli a suo figlio. "E tu, Guilmon... affidiamo Takato a te. Per favore... fai del tuo meglio per proteggerlo!"
 
"Certo, papà di Takatomon. E' quello che ho sempre fatto!" disse Guilmon con un sorriso gentile.
 
 
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L'atmosfera, in casa Makino, non era meno tesa... la rivelazione che Ruki era una Tamer e che, assieme alla sua partner Renamon, aveva già affrontato numerosi di quei terrificanti mostri senza che lei ne sapesse nulla aveva sconvolto Rumiko più di quanto lei si sarebbe mai aspettata - già in passato si era resa conto, con suo grande rammarico, di non essere vicina a sua figlia come avrebbe desiderato... ma pensava almeno di conoscere Ruki abbastanza da sapere quello che lei faceva nel suo tempo libero... ciò che Ruki le aveva rivelato pochi minuti prima (quanto era stato? Mezz'ora... forse anche meno...) le aveva invece fatto capire che non sapeva nulla di Ruki. Per un genitore, questo era un duro colpo, soprattutto quando l' "hobby", per così dire, di sua figlia la portava ad esporsi a così grandi pericoli...
 
La nonna di Ruki aveva preso la notizia con più calma, quasi con filosofia... del resto, Rumiko non poteva dire che la cosa la stupisse. Saeko era sempre stata la più razionale della famiglia, e anzi sembrava quasi avere già dei sospetti sul fatto che Ruki passasse buona parte delle sue notti a girovagare per la città. Certo non immaginava che lo facesse in compagnia di una creatura proveniente da un mondo computerizzato, a combattere contro altre creature simili. E anche questo non l'aveva sconvolta più di tanto... a volte invidiava la capacità di sua mamma di restare calma anche in situazioni simili...
 
"Ho bisogno di prendermi un bicchiere d'acqua..." mormorò, alzandosi dal tavolo a cui era seduta, scuotendo la testa con fare esausto. Camminò quasi in trance verso il lavello della cucina e si versò un bicchiere d'acqua, per poi vuotarlo tutto d'un fiato, come se fosse stato una medicina. Per un attimo, si sentì meglio, non fosse altro che per il fatto che adesso non aveva più sete. Ma i pensieri negativi non l'avevano certo abbandonata, e anzi ripresero a tormentarla non appena tornò a sedersi al tavolo, tenendosi la testa tra le mani.
 
"Andare in un altro mondo... santi numi, andare in un altro mondo... ma come siamo finiti a questo punto?" disse tra sè, tenendo la voce più bassa possibile. Sembrava quasi che avesse paura di sentire le sue stesse parole perchè non voleva farle avverare. "Ruki-chan... come posso essere tranquilla, quando tu stai per andartene da qui... e non ho idea se tornerai mai qui..."
 
Rumiko si mise una mano sulla fronte, pensando che prima di allora non si era mai sentita così impotente. Perchè le cose erano arrivate fino a questo punto? Che razza di domanda... era semplice, no? Tra lei e Ruki non c'era rapporto. Forse, se lei avesse cercato di ascoltarla di più, invece che cercare a tutti i costi di coinvolgerla nei suoi servizi fotografici, nei suoi superficiali hobby... non era davvero tempo che passavano assieme, quello... era soltanto una illusione che lei si era fatta, mentre invece Ruki si allontanava...
 
"Mamma?"
 
Rumiko fece un piccolo salto sulla sedia quando si sentì chiamare dalla sua bambina, che lei credeva ormai essere andata a letto. Sorpresa, la giovane mamma si voltò verso l'ingresso della cucina, e vide Ruki che, con i capelli sciolti, faceva capolino dall'ingresso. Quello che stupì di più Rumiko fu vedere che, una volta tanto, la sua espressione seriosa e quasi costantemente arrabbiata si era addolcita. Adesso, sembrava quasi che volesse parlare a tu per tu con sua mamma...
 
"Ah... Ruki-chan, tesoro... pensavo che fossi già andata a dormire... va... va tutto bene?" chiese Rumiko.
Ruki tirò un piccolo sospiro. "Questo... penso che lo dovrei chiedere io, non trovi? Dopotutto, di noi sei tu quella che ha più preoccupazioni..." affermò. "Io sto bene, mamma... c'era solo una cosa che volevo farti vedere..."
Rumiko sbattè gli occhi un paio di volte... e restò completamente senza parole quando Ruki entrò in cucina, indossando un vestito che Rumiko aveva intenzione di farle indossare in seguito, in uno dei suoi servizi fotografici... e che, a questo punto ne era convinta, Ruki avrebbe rifiutato. Era uno di quei vestiti che la bambina dai capelli rossi odiava a morte - bianco, lungo, sembrava una sorta di abito da sposa, e i pizzetti che lo decoravano non lo rendevano certo meno delicato e femminile! Rumiko era incredula... non si sarebbe mai aspettata che sua figlia prendesse da sola una simile iniziativa!
 
"Ecco... ho pensato che prima che io partissi, ti avrebbe fatto piacere vedermi con addosso l'ultimo vestito che volevi farmi provare." disse Ruki, tirando un piccolo sospiro. "Lo so che il rapporto tra noi non è sempre stato il massimo. Però ti ho sempre voluto bene, mamma, e vorrei che i giorni prima che io parta per DigiWorld... almeno li passiamo assieme, come una mamma e sua figlia."
 
Rumiko sorrise, con le lacrime agli occhi, e si portò una mano alla bocca per qualche secondo... prima di chinarsi verso Ruki e abbracciarla con calore. Un po' impacciata, non abituata a questi gesti così semplici e spontanei, Ruki ricambiò l'abbraccio, e le due, felici di aver ritrovato un punto di incontro, restarono lì per diversi minuti, senza dire una parola, intendendosi semplicemente in virtù del loro ritrovato legame.
 
"Ti voglio bene anch'io, Ruki-chan..." disse a bassa voce. "Mi raccomando... so che tu sei una bambina forte, e so che Renamon ti proteggerà sempre... ma stai attenta, ti prego! Non... non potrei mai rassegnarmi se ti capitasse qualcosa di brutto, e tu lo sai!"
 
"Non avere paura, mamma... tornerò, stai tranquilla, e per quanto tornerò, io e i miei compagni avremo risolto la situazione!" affermò Ruki... riuscendo a strappare un sorriso a Rumiko, che era abituata a sentire la sua bambina dire che se la sarebbe cavata da sola e che non avrebbe avuto bisogno di nessuno.
 
All'esterno, Renamon stava osservando la scena da una finestra, e fece un piccolo cenno di assenso con la testa, contenta che Ruki e la sua mamma si fossero finalmente intese. Poi, non volendo intrudere nei sentimenti privati della sua Tamer, scivolò furtivamente giù dal ramo sul quale si trovava, e atterrò silenziosamente sul tappeto erboso. 
 
"Bene. Se non altro, questa non è una cosa di cui preoccuparsi ancora." affermò tra sè Renamon. "Adesso, sarei curiosa di sapere qualcosa di più di cosa vogliono questi uomini che fino a poco tempo fa ci stavano dando la caccia. Come mai adesso vorrebbero collaborare con noi?"
 
Come un'ombra, Renamon scivolò furtivamente verso il centro di Shinjuku, sperando di scoprire qualcosa di più. Senza essere vista da nessuno, la Digimon volpina scattò da un tetto all'altro e raggiunse la zona nella quale si era svolto poche ore prima il terribile scontro con Vikaralamon. Quando guardò in basso, dalla sommità di un alto grattacielo, si accorse dei lavori sulle strade attraverso le quali era passato il gigantesco Deva Maiale. Per quanto a quel punto non sarebbe stato possibile nascondere del tutto gli effetti dell'invasione, se non altro si stavano già prodigando per far tornare tutto alla normalità il prima possibile.
 
Aguzzando la vista, Renamon guardò verso i palazzi gemelli di Hypnos, e con la massima cautela si avvicinò ad essi, mimetizzandosi tra le ombre della notte. Dopo essere saltata da un tetto all'altro per qualche minuto, la Digimon arrivò abbastanza vicino alle torri di Hypnos, e i suoi sensi soprannaturali colsero ancora qualche traccia del disturbo dimensionale precedente, ma non se ne curò e diede un'occhiata attraverso una finestra ad uno dei piani più bassi. La luce era accesa, e si riusciva a vedere che c'erano delle persone che lavoravano all'interno... ma non sarebbe stato prudente avvicinarsi ancora da quella direzione, quindi Renamon cercò una sezione del grande edificio che fosse rimasta in ombra, e saltò agilmente fino al tetto, per poi intrufolarsi all'interno ed entrare nella tromba delle scale. Lì non c'era nessuno, almeno per il momento, quindi Renamon pensò che avrebbe potuto arrischiarsi e restare ad ascoltare. Tese le orecchie, sentendo in lontananza le voci di alcuni lavoratori, e cercò di distinguere le parole...
 
"Allora, adesso hanno intenzione di collaborare con questi... Tamers?" 
 
"Già... Yamaki-san ci ha pensato a lungo, almeno così mi hanno detto... e pensa che l'unica cosa da fare sia farsi aiutare da quei ragazzini."
 
"L'amico di oggi potrebbe essere il nemico di domani... e viceversa, eh?"
 
"Che ti posso dire? Qualunque cosa ci sia bisogno di fare per togliere di mezzo quelle cose... quei Digimon! E' per questo che ha fatto mandare degli inviti alle famiglie di tutti quei ragazzi..."
 
"E loro si fideranno di noi? Abbiamo cercato di mettergli i bastoni tra le ruote per tutto questo tempo..."
 
"Non abbiamo molta scelta, a questo punto..."
 
Renamon si ritirò leggermente, sentendo dei passi che si avvicinavano... ma dopo qualche secondo si allontanarono di nuovo, e la Digimon volpe tornò alla sua posizione, tendendo il più possibile le orecchie per provare a sentire qualche altra informazione interessante. Tuttavia, non ebbe altrettanta fortuna - adesso si sentivano soltanto i rumori dei macchinari e dei computer che lavoravano in sottofondo, e delle voci indistinte dei lavoratori che facevano il turno lì per quella sera. Dopo qualche minuto, Renamon decise che non era il caso di rischiare ulteriormente, e scivolò di nuovo fuori dall'edificio, silenziosa come un gatto, chiudendo accuratamente la porta dietro di sè per poi percorrere a ritroso la strada che l'aveva portata fin lì, arrivando in pochi minuti alla casa di Ruki.
 
Come si aspettava, la ragazzina dai capelli rossi era in piedi accanto alla porta d'ingresso, con espressione seria ed illeggibile. Renamon atterrò silenziosamente nel cortile, vicino alla gradinata d'ingresso, e Ruki alzò la testa, rivelando un minuscolo sorriso su quel volto normalmente cupo... "Allora, Renamon? Immagino che tu abbia fatto il tuo giro d'ispezione serale." disse. "Com'è andata?"
 
"Come mi aspettavo, Ruki." rispose la Digimon. "Sembra che non ci sia alcun trucco in quell'invito che quel Yamaki ci ha mandato. Vuole davvero collaborare con noi."
 
"Certo che ne ha di coraggio, per choedere il nostro aiuto dopo tutto quello che è successo." affermò Ruki alzando le spalle. "Bah. Non importa, in fondo immagino che a questo punto i loro obiettivi siano i nostri. Ci presenteremo al suo invito. E avvertirò anche Occhialoni e il suo gruppetto di amici di esserci."
 
Renamon annuì. "Sì, credo che sia una buona idea." rispose. "Avremo bisogno di tutti loro se vogliamo sopravvivere nel Mondo Digitale."
 
"Ci affideremo soprattutto alla tua guida, Renamon." affermò Ruki. "E anche se mi secca ammetterlo... a quella del signor re dei Digimon e del suo insulso draghetto." rispose Ruki. "Ma... per adesso, Renamon, è il caso che ti riposi. Domani sarà una giornata dura."
 
"Ne sono consapevole, Ruki." concluse la Digimon volpe. "Buona notte."
 
"Altrettanto." Con queste parole, Ruki salutò la sua amica digitale, e andò a salutare sua mamma e sua nonna. Aveva ancora un po' di tempo per controllare i suoi deck e prepararli per il viaggio dell'indomani... ma non sarebbe successo nulla se si fosse presa un po' di tempo per stare un po' con la sua famiglia.
 
 
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"Ciao, nonno. Sono tornata." disse Alice, rientrando nella camera d'albergo che suo nonno aveva preso in occasione del loro viaggio in Giappone. Robert McCoy era già nella stanza, e stava rimettendo a posto i bagagli. "Com'è andata la giornata?"
 
"Come hai potuto vedere, Alice... è stato un mezzo disastro." affermò l'ex-membro dei Monster Makers, massaggiandosi la fronte con una mano. "Tra il fallimento dell'esperimento di ieri, quel Digimon gigante che ha devastato Shinjuku... e i nuovi preparativi che abbiamo dovuto fare di getto lì ad Hypnos, sono stati due giorni molto faticosi, e non credo che sia finita. Domani c'è un'altra importante operazione da portare a termine, e non sappiamo neanche se sarà sicura..."
 
"Capisco." disse Alice, appoggiando il suo zainetto vicino all'armadio e poi sedendosi sul letto per rilassare le gambe. "Oggi... ho fatto una passeggiata qui attorno."
 
Robert sbattè gli occhi, un po' sorpreso. Alice non era quello che si dice la bambina più loquace di questo mondo, ed era un po' inusuale sentirla che cercava lei stessa di iniziare una conversazione. "Oh? Beh, mi fa piacere che tu sia uscita e abbia visto qualcosa di nuovo... hai visto qualcosa in particolare che ti è piaciuto?"
 
"Non proprio... però ho incontrato qualcuno." affermò la bambina bionda, mentre si scioglieva i codini e appoggiava gli elastici sul suo comodino. "Un ragazzo... Hirokazu, si chiamava. Era simpatico, lo devo ammettere. Siamo stati assieme per un po'... poi lui è dovuto tornare a casa. Spero di rivederlo."
 
"Capisco. Mi fa molto piacere!" affermò Robert, accarezzando la testa alla sua nipotina. "E' bello che tu conosca nuove persone, invece di restare sempre in casa..."
 
"Già..." disse Alice, avendo già sentito quel discorso diverse volte. "A proposito, nonno... posso venire con te all'esperimento di domani? Sono un po' curiosa di vedere come si svolgerà... e cosa succederà."
 
Il professor McCoy rimase per un attimo sorpreso della richiesta, ed esitò per un po' a rispondere. Da un lato, non era esattamente il tipo di ambiente in cui una bambina estranea ai fatti sarebbe stata ammessa tanto facilmente... ma d'altro canto, Yamaki non era esattamente uno che badava tanto alla formalità, e quindi forse una possibilità c'era...
 
"Hm... non so come mai sei così curiosa all'improvviso, ma non ci vedo nessun problema." affermò Robert. "Va bene, contatterò il signor Yamaki e chiederò se puoi venire anche tu a vedere. Ma... mi raccomando, Alice, so che sei una bambina assennata, ma in questo caso devo raccomandarmi ugualmente... non devo toccare nessuno strumento, nè fare nulla di azzardato durante l'esperimento. Stiamo operando con degli strumenti e delle materie di cui ancora sappiamo molto poco, e non abbiamo idea di cosa potrebbe accadere se qualcosa andasse storto nel momento decisivo."
 
"Va bene, nonno." disse Alice, annuendo lentamente. Per un attimo, le venne la tentazione di rivelargli che il motivo per cui aveva deciso di venire anche lei era perchè aveva uno strano presentimento che anche lei sarebbe stata utile... ma non lo disse, temendo che suo nonno pensasse che stava perdendo la testa. "Starò attenta a non fare nulla di strano."
 
"Bene." rispose il professore, annuendo. "Allora... che ne dici, andiamo a cenare, e poi torniamo in camera a dormire? Ci sarà molto da fare, domani..."
 
"A dire la verità, nonno... Hirokazu ed io ci siamo già fermati a mangiare un po' di ramen." ammise Alice. "Adesso sono un po' stanca. Preferirei andare a dormire adesso."
 
"Oh... beh, questa sì che mi giunge nuova, mia cara. Non è da te fermarti fuori a mangiare con un ragazzo... ma non posso dire che mi dispiaccia." affermò, pensando che quel viaggio in Giappone si stava rivelando un toccasana inaspettato per la sua nipotina. "Va bene, allora. Riposati pure, perchè domani avremo molto lavoro da fare."
 
 
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La mattina dopo...
 
Takato e Guilmon presero un bel respiro, osservando l'enorme edificio che si stagliava minacciosamente sopra di loro, elevandosi per metri e metri. Certo, le circostanze erano cambiate molto... e forse proprio per questo motivo i due amici provenienti da mondi diversi si sentivano strani e nervosi. Stavano per accettare un aiuto da Mitsuo Yamaki, la persona che fino a poco prima era stato il loro avversario più deciso... in modo da raggiungere il Mondo Digitale e salvare Calumon! Era un passo terribilmente importante, e Takato, in quel momento, non era sicuro che ce l'avrebbe potuta fare...
 
No, non doveva pensarla così. Doveva pensare che lui, Guilmon e i loro compagni sarebbero andati nel Mondo Digitale, e avrebbero salvato il piccolo Calumon, oltre che scoperto quale fosse il problema che spingeva i Digimon a scagliarsi contro l'umanità. Qualunque cosa fosse questo D-Reaper di cui sentiva tanto parlare, ci doveva per forza essere un modo di venire a capo di tutto questo...
 
Tirando un piccolo sospiro, Takato si voltò verso i suoi genitori, che sembravano anche loro un po' esitanti alla vista di quell'imponente costruzione. "Mamma... papà... il luogo è questo. So che fa un po' impressione, ma... è solo l'inizio, non preoccupatevi! Ci si abitua!"
 
"Sai, Takatomon, ora come ora non mi sembri molto convinto..." mormorò Guilmon, grattandosi la testa confuso. "Anch'io mi sento un po' intimorito, se devo dirlo..."
 
"Ehm... hai ragione, Guilmon, ma immagino che non si possa fare a meno... hm? Hey, guardate! Mi sembra che stiano arrivando anche Jenrya-kun e i suoi!" esclamò Takato, vedendo arrivare il suo amico cinese, accompagnato da Terriermon, che fluttuava allegramente in aria accanto a lui... e dalla sua numerosa famiglia - padre, madre, un fratello e due sorelle.
 
"Ciao, Takato-kun." disse il Tamer cinese, semplicemente. Le famiglie si salutarono e si presentarono a vicenda, mentre la piccola Shuichon, intimorita dalle dimensioni del grattacielo di Hypnos, abbracciava stretto Terriermon, che si dibattè debolmente, per sfuggire alla presa d'acciaio! "Beh, eccoci qua. Ci troviamo in una situazione un po' ironica, se devo dire quello che penso. Stiamo per collaborare con la stessa persona che ci ha ostacolato fino a poco tempo fa."
 
"Se è di qualche trucco che vi preoccupate, potete stare tranquilli." disse la voce di Ruki, e i due ragazzi si voltarono per veder arrivare la loro compagna assieme a sua madre, sua nonna e - inevitabilmente - la fedele Renamon. "Renamon si è recata personalmente ai palazzi di Hypnos per assicurarsi che non ci fosse nessun inganno. Per quanto strano possa sembrarvi, quel tipo, Yamaki, è sinceramente intenzionato a darci una mano."
 
"Posso confermarlo." disse la volpe ninja. "E comunque, se ci fosse qualche tranello dietro, farei io stessa in modo che quell'uomo si penta amaramente di aver tentato di ingannarci."
 
"Ah..." disse Takato, sentendosi un po' spaesato. "Beh... in tal caso... immagino che possiamo stare tranquilli... A proposito... buongiorno, signora Rumiko... signora Saeko..."
 
"Buongiorno anche a te, Takato-kun." rispose Rumiko, e Saeko fece un piccolo cenno e un sorriso in direzione del giovane Tamer. "Dovevamo esserci anche noi... mi sembrava soltanto giusto, ora che state per intraprendere un viaggio così pericoloso..."
 
Ruki stava per rispondere... quando il suono di qualcuno che stava correndo verso di loro attirò la sua attenzione, e la Tamer dai capelli rossi, immaginando già di chi si trattasse, si voltò in quella direzione. Proprio come previsto, ecco arrivare Hirokazu, accompagnato dal suo Hagurumon che stava sulla sua spalla, cigolando senza dire una sola parola... e Kenta, che pur non avendo un Digimon si era comunque aggregato alla compagnia. Ruki pensò che fosse semplicemente per salutare il suo amico ora che stava per partire. Certo non credeva che il ragazzino con gli occhiali sarebbe stato tanto temerario da aggregarsi alla spedizione...
 
E subito dietro di loro, stavano arrivando anche Ryou e Monodramon, gli unici a non essere accompagnati da nessuno...
 
...o forse no. Poco dopo che Hirokazu, Kenta e Ryou ebbero raggiunto i primi tre Tamers, Ruki vide arrivare di corsa anche Juri ed Elecmon, che davano l'impressione di aver fatto una corsa dall'altra parte del quartiere fino a lì, considerata la velocità con cui arrivarono e il fatto che si fermarono a riprendere fiato per quasi un minuto! Takato, che stava salutando Hirokazu, Kenta e Ryou, si precipitò da Juri non appena la vide così, temendo che le fosse successo qualcosa di male...
 
"Katou-san!" esclamò Takato, mentre Juri alzava la testa, faceva un cenno di assenso e sorrideva garbatamente, pur essendo ancora trafelata. "Katou-san, tutto a posto? Sei arrivata qui di corsa..."
 
"Va... va tutto bene, Takato-kun! Phew..." affermò la ragazzina, cercando ancora di riprendere fiato. "Ho... ho fatto una corsa fino a qui perchè con mio papà stavo ancora... ehm... discutendo se potevo unirmi o meno a voi!"
"Ah..." disse Takato, incupendosi. Sapeva che il signor Katou era un uomo molto severo nell'educazione di sua figlia - per motivi che il giovane Tamer non voleva certo tirare fuori davanti a Juri in quel momento. "Sì, capisco. Scusa, Katou-san, siamo comunque contenti che tu ed Elecmon siate potuti venire!"
 
"Lo... lo siamo anche noi." disse Elecmon, senza la verve che di solito ci metteva. Probabile che anche lui fosse rimasto coinvolto nella discussione non esattamente tranquilla che Juri aveva avuto con suo padre e la sua madre adottiva...
 
Tuttavia, non c'era tempo per trattenersi su queste cose, e Ryou e Monodramon richiamarono l'attenzione di tutti, schiarendosi la voce. "Ehm... Bene, visto che ora ci siamo tutti... forse è il caso che veniamo in fondo a questa faccenda. Se è vero, come Renamon ci assicura, che il personale di Hypnos ha intenzione di aiutarci a raggiungere il Mondo Digitale, allora non vedo perchè dovremmo rifiutare. Il Mondo Digitale è un luogo impervio e pericoloso... e avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile per cavarcela."
 
"Beh... se lo dice il famoso Re dei Digimon, allora è davvero una cosa seria!" affermò Hirokazu. Hagurumon cominciò a far girare più rapidamente i propri ingranaggi e sbattè freneticamente gli occhi, facendo subito capire al suo Tamer che anche lui ricordava i momenti di terrore passati nel Mondo Digitale...
 
"Comunque, è vero. Meglio sbrigarci, non possiamo pretendere che il personale di Hypnos ci dedichi tutta la giornata..." disse Janyuu, guardando poi in direzione dell'ingresso. Riconobbe subito le due operatrici di Hypnos, Reika e Megumi, vestite delle loro uniformi da lavoro, che uscivano dall'ingresso principale della torre, e si presentavano al gruppetto dei Tamers con un inchino. "Beh, a quanto pare hanno già organizzato tutto."
 
"Buongiorno. E benvenuti nella sede di Hypnos." affermò Reika, con formale distacco. "Vi ringraziamo per aver risposto al nostro appello, e vi invitiamo a seguirci all'interno. Il nostro principale, il signor Yamaki Mitsuo, desidererebbe parlare con voi e raggiungere un accordo."
 
"Ma tu guarda." disse Ruki, come sempre portata per le risposte sarcastiche. "E' quantomeno curioso da parte sua, visto che fino all'altro giorno se ne stava comodo in quella torre, mettendoci i bastoni tra le ruote."
 
"Ruki-san, per favore..." si raccomandò Jenrya. Ruki alzò le spalle e ingoiò la frase al vetriolo che aveva pronta. 
"Diciamo che la situazione è cambiata, e che ora è più importante collaborare, piuttosto che ostacolarsi l'un l'altro." proseguì tranquilla Megumi, che certo non si era aspettata che tutti i Tamers fossero aperti e disponibili nei loro confronti. "I Monster Makers hanno a loro volta dato la loro disponibilità, quindi... prego, se voleste seguirci, potremmo discuterne in maniera più approfondita."
 
"Beh... siamo venuti qui per questo, no?" rispose Guilmon, un po' incerto, guardando verso Takato come se cercasse conferma. Il ragazzino tirò un piccolo sospiro e accarezzò la testa al suo amico digitale, per poi voltarsi verso Ryou, che confermò con un cenno del capo.
 
"Direi che possiamo andare." disse il Tamer più grande, e tutti assieme, Tamer, Digimon e famiglie seguirono Reika e Megumi all'interno del palazzo di Hypnos...
 
 
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Quello che trovarono all'interno della grande sala del computer lasciò tutti i ragazzi senza fiato - tranne Ryou, che probabilmente era abituato a vedere ben altre cose. Si trattava di una stanza enorme, piena di macchinari strani... e anche se non era esattamente in ottime condizioni, grazie allo scontro che c'era stato e alla confusione che ne era seguita, era comunque funzionante e ben tenuta. A dare il benvenuto ai ragazzi c'erano già Yamaki e il gruppo dei Monster Makers, che accolsero gli invitati con cordialità.
 
"Wow... non mi aspettavo che il papà di Jenrya-kun lavorasse in un posto così... fantastico!" esclamò Hirokazu, guardandosi attorno stupito. "E quelli sono tutti i colleghi di suo papà... i Monster Makers, quelli che hanno dato origine al progetto Digimon!"
 
"Esatto, Hirokazu-kun." confermò Janyuu, indicando i Monster Makers uno alla volta. "Tutti miei compagni di università... la professoressa Rai Aishwarya, dell'Università di Miskatronic... Babel e Daisy... e il professor Robert McCoy dell'Università di Palo Alto... l'unico che manca è Shibumi, ovvero Goro Mizuno, il vero ideatore del progetto..."
 
Guardando verso Robert, Janyuu si accorse che, in effetti, c'era un elemento in più... una bambina bionda con i capelli legati in due codini laterali, vestita principalmente di nero e bianco in stile Gothic Lolita. "Ah... non credevo che venisse anche tua nipote Alice, Dolphin!" disse, mentre la bambina bionda si nascondeva timidamente dietro il nonno, che le mise una mano sulla spalla per farle un po' di coraggio.
 
Hirokazu riconobbe immediatamente la ragazzina, e sgranò gli occhi incredulo! "AH! Aspetta, tu sei quella che ho incontrato ieri sera! Sì, sei tu, proprio tu! Ma... ma... ma cosa ci fai qui?" esclamò, senza curarsi della presenza di tutti gli operatori di Hypnos. "Non dirmi che anche tu partecipi..."
 
"Hirokazu-kun, dici sul serio? Davvero hai già incontrato questa ragazzina?" chiese Kenta, aggiustandosi gli occhiali come se volesse essere sicuro di averci visto giusto! Alice fece per ritirarsi, ma poi si schiarì la voce e fece un passo avanti, presentandosi timidamente al gruppo.
 
"Ecco..." esordì incerta. "Il mio nome è Alice... Alice McCoy. Il professor Robert McCoy è mio nonno, e io sono qui... perchè ero curiosa di vedere il suo lavoro. Spero... spero di non essere d'intralcio..."
 
"No, no, per niente! Ero... ero solo stupito, ecco tutto!" ribattè Hirokazu, rivolgendosi poi al resto del suo gruppo. "Avevo... incontrato questa ragazza ieri sera, mentre ero in giro per Shinjuku... ci siamo conosciuti, abbiamo parlato un po'... e ci siamo detti che ci saremmo incontrati di nuovo! Ma certo non immaginavo che sarebbe stato qui, in questo posto e in questo momento!"
 
"Oh, ooooh! Certo  che te la sei scelta bene, eh, Hirokazu-kuuuun?" disse Terriermon, sghignazzando maliziosamente. "Ah, questi giovani di oggi! Sono sempre più precoci, dico io!"
 
Un po' tutti ridacchiarono - tranne Ruki, che fece un verso esasperato, e Renamon, che si astenne dal fare qualsivoglia commento - prima che una voce ben conosciuta richiamasse l'attenzione di tutti sul problema attuale. "Benvenuti nella sala di controllo di Hypnos, signore e signori." disse Mitsuo Yamaki, entrando lentamente e aggiustandosi gli onnipresenti occhiali da sole. "Vi ringrazio per aver partecipato così numerosi. Mi rendo conto che la nostra conoscenza è iniziata con il piede sbagliato, per così dire, ma mi auguro... che possiamo lasciarci la cosa alle spalle e collaborare per il bene maggiore."
 
"Yamaki-san..." disse Takato, poi annuì tra sè, speranzoso che finalmente si riuscisse a mettere ordine in tutto quel caos...
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Cavolo, è stato un po' difficile da scrivere... ma spero che vada bene, almeno per adesso! Nel prossimo capitolo... si parte finalmente per DigiWorld, con un'ospite speciale ad accompagnare i nostri Tamers! Sperando di aggiornare il prima possibile... vi mando distinti saluti! A presto!  
   
            
           
  
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