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Autore: titty_93    12/12/2014    1 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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42. La resa dei conti
 
"Che minchia ci fai qui De silva?" - domandò Leonardo con un pizzico di paura mescolata alla rabbia verso quell'uomo che sembrava voler diventare il peggiore dei suoi incubi, una persecuzione, forse la punizione per quel poco di male che aveva commesso.
Cercava di allontanarsi da quella pistola il più possibile toccando poi la schiena con il pianerottolo della cucina. Filippo con sorpresa abbassò l'arma e alzò l'altra mano contenente una valigia di metallo. Probabilmente c'erano quei maledetti soldi.
"Voglio regalarti un altra possibilità" - De silva allungò il braccio porgendo quell'oggetto a Leonardo che istintivamente deviò lo sguardo.
"Che minchia ti serve?".
"Un piccolo aiutino".
"Per cosa?".
"Per fuggire da questo cazzo di paese".
"Hai la tua fortuna a portata di mano, io non ti servo per una minchia".
"Ho bisogno che tu venga con me e mi aiuti a oltrepassare il confine senza che io venga scoperto".
"Cosa??".
"Tu puoi tranquillamente andare in giro senza che la polizia ti stia dietro. Pretendo che tu mi faccia procurare carta d'identità e passaporto falsi".
"Ma io non lo so chi minchia fa queste cose".
"Di questo non ti devi preoccupare piccolo mio" - aggiunse facendogli una carezza - "ti ci mando io da un tizio che ti procurerà tutto".
Un altra volta. Un altra volta Leonardo venne risucchiato in quel vortice maligno, un vicolo, un labirinto senza uscita. Aveva promesso a se stesso di non scendere mai più a patti con la mafia, e doveva mantenerla quella promessa, doveva ribellarsi, come da poco tempo a questa parte Domenico gli aveva insegnato di fare. E come non fece tanti anni prima. Perchè se ne pentirà. Finirà col pentirsi di aiutare quell'uomo e i sensi di colpa aumenteranno sempre di più. 
"NO!" - urlò Leonardo con tutta la voce che aveva - "non faccio una minchia di quello che mi hai chiesto. Non ti aiuterò".
Filippo rimase sorpreso -"ricordati che ti ho salvata la vita...Per ben due volte".
"Per quanto tempo ancora oserai rinfacciarmi di avermi salvato la vita?" - Leo lo spinse via con tutte le forze che aveva -"io non te l'ho chiesto! E poi l'ultima volta me l'hai messa tu in pericolo, la vita! Hai costretto me e una ragazzina innocente a vedere come i nostri corpi man mano si bruciassero".
"Non ti permettere più di parlarmi così. Adesso fai quello che ti ho chiesto".
"Questa volta no. Questa volta decido io. Non sono più un bambino, non sono più una marionetta nelle tue mani, non puoi manovrarmi a tuo piacimento. Sono cresciuto. Sono un uomo ed io dico basta! Esci dalla mia vita! Non tormentarmi più. Se lo farai adesso sono anche disposto a mentire e dire che non ti ho mai visto, ma vattene!".
"No! Ora vieni con me" - De silva trascinò per il braccio Leonardo fino alla porta di casa, ma il ragazzo riuscì a liberarsi - "in questa storia ci siamo infilati insieme e insieme ne dovremo uscire. O ci salviamo tutti e due o andiamo a fondo tutti e due".
"Io non ho collaborato con te per prendere quei soldi, il mio unico obiettivo era quello di trovare Veronica Colombo che mi ha costretto a vivere una vita di merda assieme a te!".
Filippo a quel punto, forse preso dalla disperazione perchè per la prima volta nella sua vita si vedeva spaesato, senza nessun appoggio e forse senza una via d'uscita, prese la pistola e la puntò nuovamente di fronte al ragazzo.
"Non parli più adesso? Non mi offendi più? Andiamo".
"Io non ci vengo con tia, mi hai tradito e continuerai a farlo perchè è nella tua natura. Questa volta non mi allontanerai dai miei cari, hai capito? Piuttosto preferisco che m'ammazzi!!".
Qualcuno aprì la porta con violenza sbattendola. Era Domenico che presto si scagliò contro De silva. 
"Finalmente ti ho trovato lurido bastardo!!" - urlò Calcaterra. Era armato anche lui. Presto entrambi finirono a terra con una colluttazione senza fine. Leonardo voleva riuscire a fermarli, a fermare tanto meno la furia di Filippo, ma i loro corpi roteavano così velocemente sul pavimento che Leonardo ebbe paura di saltare addosso a Domenico.
"Scappa Leonardo! Scappa cazzo!"- riuscì a dire tra un pugno e l'altro Mimmo.
Ma Leonardo non poteva lasciarlo li. Con quale coraggio? Lasciare li l'uomo che l'aveva sempre trattato come un padre, nelle mani di un folle, di uno psicopatico mafioso. In giro non c'erano telefoni, l'unico era nella tasca dei pantaloni del poliziotto quindi non poteva neanche avvertire la Duomo. Che fare adesso? I due per terra si sferravano pugni, calci, forse moriranno entrambi. Leo ebbe un blocco,un attacco di panico, rimase fermo, immobile, per qualche strana ragione non riusciva ad intervenire. I muscoli sembravano essersi paralizzati. Non rispondevano. Era completamente inerme, ma doveva trovare quella forza nascosta dentro di se per intervenire, non poteva lasciare Domenico ad un triste destino.
Non seppe da dove trovò il coraggio per reagire, ma con un movimento veloce prese le pistola che sfuggì dalle mani di Domenico e la prese tra le mani. Puntò per terra. I due continuavano a rotolare sul pavimento. Leonardo doveva sparare, doveva mettere lui fine a tutto questo. Ma farlo costerà tanto. E se sbaglierà? Se quella pistola colpirà Mimmo? Non se lo sarebbe mai perdonato. Ma doveva provarci, ed era arrivato proprio ora il momento di mettere in atto quegli insegnamenti ricevuti da Filippo e che adesso, gli si ritorcevano contro. Allungò le braccia, puntò sul corpo di Mimmo e non appena vide che De silva fu sopra di esso, con occhi lucidi, fermi, quasi freddi, una freddezza disarmante, sparò.
Istintivamente chiuse entrambi gli occhi, la paura di aver colpito la persona sbagliata lo faceva impazzire. Aprì lentamente uno e poi anche l'altro. Tirò un sospiro di sollievo quando vide De silva coprire il corpo di Domenico con una ferita visibile alla schiena, dalla quale iniziava a fuoriuscire un enorme quantità di sangue.
Domenico si alzò presto e abbracciò Leonardo - "è tutto finito tesoro. Adesso è tutto finito"- sospirò cullandolo tra le braccia come se fosse un bambino.
Leonardo non aveva mai sparato a nessuno prima d'ora, si era limitato solamente a colpire delle figure di carta o delle bottigliette di vetro. Non ne andò fiero di averlo fatto, non si sentiva forte per questo, ma un senso di libertà gli invadeva l'anima. Si era liberato di Filippo De silva e soprattutto aveva salvato la vita di Calcaterra. 
"L'ho ammazzato Domenico?" - chiese poi.
"Non lo so".
Fu Domenico ad avvicinarsi al suo corpo e premere due dita sul polso sinistro - "è ancora vivo. Avviso la Duomo e chiamo un ambulanza".
Leonardo annuì e vide l'uomo a terra tossire appena per poi girarsi con la schiena rivolta verso il pavimento. L'istinto lo portò ad andargli vicino.  Si inginocchiò accanto a lui. Non se lo seppe spiegare neanche a se stesso, ma Leo non provava neanche un po di pena per lui. Era così sbagliato?
Filippo poi allungò il braccio e strinse la mano del ragazzo. Aveva il viso pallido, gli occhi socchiusi, e la bocca che sputava sangue.
"Com'è strano il destino" - riuscì a dire con un filo di voce De silva -"io ti salvo la vita e tu me la togli".
Leo capì le sue intenzione. Gli diceva tutte quelle cose per cercare di farlo sentire in colpa, ma egli non si era pentito neanche per un istante di premere quel grilletto. Se tornasse indietro lo rifarebbe altre cento volte perchè era servito a salvare Domenico.
"Tu la vita non me l'hai salvata" - riprese a dire il ragazzo con ancora la stretta di Filippo forte e possente -" me l'hai resa un inferno!".
Filippo sorrise appena sputando un altro po di sangue - "ed è proprio li che ci rincontreremo...All'inferno!" - aggiunse per poi svenire o morire questo Leo non lo seppe perchè con quelle ultime parole, Leo lasciò andar via le mani di Filippo tra le sue e si precipitò fuori alla porta per prendere una boccata d'aria. Vide Domenico camminare da una parte e l'altra mentre parlava a telefono per poi voltarsi e vedere il volto di Leo quasi sconvolto.
"Non provarci nemmeno a sentirti in colpa" - disse il poliziotto dopo aver riagganciato la telefonata alla Duomo -"l'hai fatto soltanto per salvarmi la vita e in un certo senso hai salvato anche la tua".
Si abbracciarono di nuovo, ma questa volta Leo incominciò a piangere sporcandogli la camicia bianca - "l'ho ucciso io Mimmo? L'ho ucciso io!".
Dopo un po di tempo arrivò sia la squadra che l'ambulanza. Filippo era ancora vivo, ma le probabilità che si possa riprendere, erano veramente poche.  La Duomo lo stava interrogando. Leonardo raccontò tutto. Dal principio. Perchè adesso non aveva più la scusa di trovarsi in ospedale per non parlare. Adesso sputò tutto. Sin dal principio. Da quando venne rapito dall'età di 5 anni fino ad allora. E lo fece con una leggera amarezza, tristezza, perchè rivivere quei ricordi era molto doloroso per lui, ma sentiva di dover rimediare in qualche modo per essersi comportato, a quei tempi, come un vendicatore, un assassino, un mafioso!
E solo allora, dopo aver ritrovato l'affetto di sua mamma, di Mimmo e aver conquistato quello di Carmen, capì che quel mondo in cui era stato catapultato era sbagliato. Era un mondo di violenza, di maltrattamenti, di vendetta, di ingiustizie, di crudeltà. Un mondo a cui forse non era mai appartenuto realmente. Perchè l'amore dei propri cari era molto, molto più forte della sete di potere. 
Domenico lo guardava ed era fiero di lui, del suo cambiamento, per aver consegnato in mano all'antimafia elementi importanti che grazie alla sua testimonianza, riuscirà ad incastrare anche uomini insospettabili. 
Dopo aver parlato a lungo, Leonardo uscì dalla porta di casa sua, allungò le braccia ed ispirò a pieni polmoni un aria che sentiva pulita perchè lui adesso si era liberato di tutto ciò che di cattivo si era insediato dentro di lui. E forse anche lui, in cuor suo, era fiero di se stesso.

Ci siamo liberati di De silva pepepepepe XD. Spero vi sia piaciuto questo capitolo dove Leo è stato l'unico protagonista! Vi aspetto al prossimo capitolo che sarà il penultimo (non proprio perchè come vi ho anticipato ci sarà un epilogo finale dove vorrei aggiungere anche dei ringraziamenti). Non vi darò nuovamente nessun anticipazione, se volete saperlo basta chiederlo nelle recensioni =). 
Vi ringrazio come sempre del supporto, mi dispiace tanto che la storia sta svolgendo a termine =( , ma forse è anche giusto così =).
Passate sulla mai pagina fb dedicata a squadra antimafia con tante news su SAM7 -> https://www.facebook.com/squadraantimafiamania

  
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