È passato un anno da quella sera del concerto a New York al Madison Square Garden, Francis e Justin non stanno più insieme dal Maggio 2008, si sono lasciati ed il motivo della loro rottura è tutt’ora ignoto al grande pubblico, soltanto i diretti interessati sanno cosa sia realmente accaduto.
Francis non ne aveva fatto parola con nessuno, neanche con i suoi più cari ed intimi amici si era confidata, era un peso che portava dentro di sé, un segreto che non riusciva a rivelare.
I questi anni Francis De Laurentiis, meglio conosciuta come Francis “em” è diventata una persona differente da quella che era in passato:
Subito dopo la separazione col cantante, la ragazza si era chiusa in sé stessa nel vero senso della parola, non parlava più con nessuno, né voleva vedere nessuno, preferiva la solitudine attorno a sé.
Provò a concentrarsi sulla sua carriera da ballerina, che con la scuola aperta a Napoli aveva spiccato il volo, soprattutto a livello internazionale; ma non riusciva a pensare o a far nulla di costruttivo, al contrario era in fase di distruzione.
Chenille, Nina, Jay, Eddy, Mike, MamaSu, tutti cercarono di starle accanto in quel momento così difficile per lei, ma nessuno poté far niente per farla star meglio.
La rottura con Justin l’aveva devastata, lasciandole un vuoto nell’anima e nel cuore che nessuno e niente era in grado di colmare, neanche il ballo.
Così, decise di prendersi un anno sabbatico per cercare di ritrovare sé stessa e sparì dai radar dei suoi conoscenti, lasciando una lettera indirizzata ai suoi amici, che diceva:
“Ho bisogno di ritrovare me stessa, di starmene per conto mio. Non so quanto mi ci vorrà, forse qualche mese, o qualche anno, vi prego non cercatemi. Non ho telefoni con me, né un indirizzo dove potrete trovarmi. Rispettate questa mia volontà, e lasciatemi andare. A presto. F.”
[…]
Era tornata nella sua terra, in Argentina, aveva fatto un lungo viaggio prima di arrivarci: era partita dal Brasile, passando per il Venezuela, la Giamaica, Cuba, Santo Domingo, Messico, ma nessuno di quei posti la fece sentire a casa come era successo mentre era a Buenos Aires, la sua città natale.
Purtroppo la ragazza era entrata nel giro della droga leggera, aveva cominciato a fumare erba e la sua cerchia di amici sud americani non era tra le più raccomandabili.
Tentarono a farle provare qualcosa di più pesante: come la cocaina, o l’eroina, ma era riuscita a non cadere in tentazione.
Nonostante affermasse di tenere tutto sotto controllo, era diventata ormai dipendente dalla marjuana e dall’alcool.
Non passava una sera in cui non si ubriacava bevendo shot alcolici e si “riuniva” con qualche compagno occasionale a fumare erba.
L’unica cosa che sembrava avere sotto controllo era la sua intimità: non era stata con nessun uomo in quel suo lungo viaggio, sembrava essersi chiusa al mondo maschile, come se si rifiutasse di star con loro, come se odiasse chiunque possedesse un pene.
[…]
Arrivò a Buenos Aires nel Dicembre 2008, doveva sostarci per qualche giorno, al massimo una settimana, ma qualcosa la tenne lì nella sua terra per ben tre mesi.
Un giorno della seconda settimana di sua permanenza a Buenos Aiures, mentre camminava per la calle Florida (una via molto famosa della città Argentina, per le esibizioni di tantissimi ballerini di tango, ballo tipico del paese) un uomo che avrà avuto sì e no una cinquantina d’anni, era per strada con una coppia di bellissimi ballerini di tango, che si esibivano su una canzone che lui stesso aveva fatto partire da un gira dischi portatile, la fermò per un braccio tra la folla e con occhi che gli brillavano dall’emozione le disse totalmente incantato:
- Esperanza!
Francis lo guardò negli occhi per qualche secondo, e si stupì dall’intensità con cui la stesse guardando, ma poi infastidita, gli mise la mano sulla sua che le bloccava il braccio, e gli rispose in spagnolo:
[Ovviamente continuo a scrivere il dialogo in italiano, anche se è in spagnolo]
- Giù le mani! Io non mi chiamo Esperanza…
Si riuscì a leggere sul suo volto, il momento esatto in cui l’uomo venne ferito dalle parole della ragazza.
Francis non aveva usato un tono di voce e un atteggiamento gentile, come in passato avrebbe fatto; al contrario fu molto sgarbata ed infastidita, ma fu catturata dai suoi occhi, e dal suo modo di guardarla che quasi le fece credere che quell’uomo avesse un forte bisogno di lei, o di chiunque fosse stata quella Esperanza.
Questo signore aveva capelli bianchi, folti, medio lunghi come ogni uomo latino che si rispetti.
Li portava legati con un codino al centro della testa, con una restante quantità di capelli, lasciati sciolti lungo il collo.
Portava i baffi, anch’essi folti bianchi, e aveva due grandi occhi castani.
Non era molto alto, ma era messo bene fisicamente, la cosa che la colpì maggiormente fu un dente d’oro sul lato sinistro della sua dentatura superiore.
Era il classico bell’uomo ispanico, che nonostante l’età riusciva a dimostrarne almeno dieci di meno, grazie al suo fisico asciutto e bell’aspetto.
- Mi scusi… señorita…
Francis lo guardò intensamente, mentre lui abbassava lo sguardo, visibilmente dispiaciuto dalla brutta reazione della ragazza, e con umiltà si inchinò a lei leggermente col capo, per scusarsi.
Francis non smetteva di guardarlo, e più lo guardava, più la sua curiosità cresceva.
Sentiva un certo tipo di trasporto verso quell’uomo, insolito e strano per la “nuova lei”.
Mosse qualche passo in avanti, come se il suo corpo la costringesse ad andare e dimenticare l’accaduto, ma una vocina nella sua testa le diceva di fare il contrario, così tornò in dieto da quell’uomo e con sguardo accigliato, ma soprattutto con più garbo: gli disse:
- Mi scusi, señor… chi è Esperanza?
L’uomo, mostrò subito segni di orgoglio ed educazione allo stesso tempo, come se fosse stato un uomo d’altri tempi, e sfuggendo al suo sguardo, come se si sentisse inferiore: esclamò:
- Perdonatemi se vi ho turbata, señorita, ma devo… devo avervi scambiato per qualcun’altra… una mia vecchia… cara conoscente.
Quelle parole non aiutarono Francis a calmare la sua insolita fame di curiosità, così gli si avvicinò portandosi una mano sul fianco e abbassando il capo, disse:
- Señor… scusi se sono stata scortese, poco fa… non avrei dovuto.
L’uomo sembrò apprezzare quelle parole, ma dopo averle rivolte un rapido sguardo in silenzio, si affrettò a dirle:
- Non è necessario che vi scusiate, señorita, sono stato io indisponente nel fermarvi.
Francis abbozzò un sorriso, ma non le riuscì, erano mesi che non sorrideva e aveva quasi dimenticato come si facesse.
Ci furono una manciata di secondi di silenzio, poi la ragazza disse all’uomo:
- Sa… è tutta una vita che cercavo di tornare in Argentina. Non conosco nessuno qui… e lei è l’unico ad avermi fermata non per chiedermi un autografo o una foto insieme… mi piacerebbe sapere chi sia questa signora che cercava con così tanto desiderio in me.
L’uomo accigliò lo sguardo, cominciando a chiedersi quale celebrità potesse mai essere la ragazza, ma poi fu distratto dalle sue parole e non trattenne un sorriso abbassando lo sguardo.
- Una vecchia amica… le somiglia incredibilmente, señorita…
Intanto i due ballerini di tango, si avvicinarono, avendo notato Francis ferma a parlare con l’uomo e per poco non gli prese un colpo ad entrambi.
Francis era diventata molto famosa, soprattutto nel mondo del ballo, e due ballerini di tango, non potettero non riconoscerla.
- Oddio…!!!
- Ma è Francis!!!
La ragazza si voltò di scatto verso i due ballerini, che con agilità e grazia le si avvicinarono entusiasti e sorridenti, e Fran provò di nuovo a sorridere, ma ancora una volta fallì.
La ballerina di tango era molto alta e snella, con dei tacchi a spillo che accentuavano la sua altezza, un vestito nero molto sensuale, con una gonna stretta in vita ma larga verso la fine, con una rosa rossa attorcigliata tra i capelli legati con uno chignon basso, tipico delle ballerine di tango e un rossetto rosso sulle sue labbra medio-sottili che richiamavano la sua acconciatura.
Il ragazzo invece indossava un pantalone nero, una camicia bianca e un gilet nero. Aveva i suoi folti capelli neri color della pece gelatinati e riportati all’indietro.
Entrambi avevano volti marcati, e di un colorito abbastanza bronzeo, tipico degli Argentini, ed entrambi erano molto belli nonché eleganti soprattutto nei movimenti: come se continuassero a ballare anche mentre gesticolavano o camminavano.
- Non posso crederci… sei tu, Francis?
L’uomo guardò la ragazza accigliato, poi la ballerina di tango notando la sua espressione gli disse:
- Don Julio, questa ragazza è una nota ballerina mondiale…
L’uomo alzò lo sguardo verso Francis sorpreso visibilmente, e continuò a fissarla per qualche secondo, mentre la ballerina aggiunse sorridendo dolcemente in direzione di Francis:
- Sai… lui non segue molto le vicende attuali dal mondo… è un amante del ballo, specialmente del tango…
Francis socchiuse le labbra in una specie di sorriso comprensivo, e guardò l’uomo, ma poi la ballerina riprese parola e disse:
- Ad ogni modo, sono onorata di conoscerti, io sono Paula, lui è il mio compagno di ballo José e questo è mio padre Julio…
Francis si sorprese nel sentire che quello fosse il padre della ballerina, soprattutto dopo averla sentita dargli del “Don”, ma poi pensò che era semplicemente una forma di rispetto.
Francis la guardò e prese parola prima di cominciare a sembrare strana agli occhi di quei due ballerini che la fissavano ansiosi di sentirle dire qualcosa:
- Molto piacere…
- Paula, chi ti ricorda?
Don Julio indicò Francis con un cenno di capo, mentre guardava con complicità la figlia, la quale accigliata rispose di getto:
- Beh… Alicia Keys…
- E’ identica, sembrate sorelle…
Aggiunse il ballerino, quasi incantato per la bellezza di Fran.
Francis si arrese ai sorrisi, non riusciva a formulare uno convincente, così si concentrò sull’uomo, che estrasse una foto dal suo portafoglio e le mostrò una donna immortalata mentre danzava qualche passo di danza, non si vedeva molto bene, ma per quel poco che riuscì a vedere , notò che si somigliassero molto.
Ne fu immediatamente sorpresa, tanto da averne paura.
Alzò subito gli occhi sull’uomo, e i due si capirono senza dire una singola parola: Don Julio si accorse dello stupore di Francis e finalmente Francis capì lo sguardo che quell’uomo le aveva rivolto quando l’aveva fermata tra la folla, poco prima.
[…]
Francis aveva deciso di fermarsi con quelle persone per qualche giorno, anche se non le conosceva affatto, sentiva di dover restare con loro.
Chiese a Don Julio tutto su quella misteriosa donna Esperanza, che le somigliava terribilmente, e l’uomo, davanti ad un buon bicchiere di vino in un ristorante in cui era solito recarsi per la cena, dopo una settimana esatta dal loro primo incontro, le raccontò la storia di quella donna.
[…]
- Esperanza Jaràl era il suo nome… siamo cresciuti insieme nel quartiere meridionale della città di Rosario “Parque Casado”. Io ero figlio del dentista di paese, mentre lei era figlia di due musicisti di strada, molto poveri.
[…]
- La povertà qui nel nostro paese non manca oggi come non mancava allora… e io rubavo qualche soldo a mio padre per darlo a lei e permettere alla sua famiglia di poter mangiare qualcosa…
[…]
- Non aveva né sorelle, né fratelli, era figlia unica di due giovani ragazzi, che elemosinavano qualche soldo per strada in cambio di musica. Lui suonava la chitarra, e lei il violino, ma soltanto quando si accorsero che la loro figlia fosse molto brava a ballare soprattutto sulle note del tango, si procurarono un Bandoneòn. (una fisarmonica particolare per poter suonare il tango) Ricordo che suo padre all’inizio non sapesse suonarlo, ma poi imparò in fretta e anche molto bene.
[...]
- Suo padre, Ramòn Jaràl, era un artista nato, qualsiasi strumento gli davi tra le mani, sapeva suonarlo alla perfezione nel giro di poche settimane. Sua madre Consuelo Castro Jaràl, invece apprese da suo marito. Lei come sua figlia era più portata per la danza, ma aveva subito un grave incidente alla caviglia, che non le permise più di inseguire il suo sogno di diventare una ballerina di danz. Sapevo che ne soffrisse molto, ma rivide in sua figlia le speranze di poter realizzare quel sogno tramite lei. I soldi per poterle permettere di studiare danza non li avevano, così la ragazza dovette imparare da sola, e visitando strade come questa, riuscì ad imparare guardando le altre. Fu un auto-apprendista, e con gli anni divenne la regina di Calle Florida.
[…]
- C’era un forte legame tra me e lei, eravamo inseparabili sin da bambini ed io ero disposto a far di tutto per lei. Mio padre voleva che diventassi un dentista proprio come lui, ma abbandonai gli studi dopo il mio primo anno di università. Da ragazzo avevo imparato a suonare il Bandoneòn da suo padre Ramòn, così cominciammo a farci spazio su questa strada noi due soli, inseguendo i nostri sogni che sfociavano nello stesso fiume: io volevo essere libero, e diventare un’artista di strada è uno dei modi migliori per esserlo, mentre lei voleva ballare il tango.
[…]
Francis ascoltava assorta quel lungo racconto dell’uomo, riuscendo perfettamente ad immaginarsi scene del passato, anche se non li avesse vissuti in prima persona, le bastò ascoltare il modo in cui gliele raccontava quell’uomo per poterle sentire anche un po’ sue.
Più il racconto andava avanti, più la ragazza cominciava ad avere un macigno in petto: sospettando sempre più che quella donna potesse essere la sua vera madre.
La passione del ballo le accomunava, ma la cosa che era più sconvolgente era la loro incredibile somiglianza estetica… praticamente due gocce d’acqua.
[…]
- Posso farle una domanda?
Domandò Francis, accigliando lo sguardo, e restando tesa e seria in volto, mente spostava lo sguardo in un punto impreciso nel vuoto.
Don Julio la guardò assorto, ogni volta che incontrava i suoi occhi verdi lucenti, gli sembrava di rivedere la sua Esperanza, poi con tono educato le disse:
- Certamente…
- Lei e questa donna… avevate una relazione?
Il cuore di Francis cominciò a batterle senza sosta a quella domanda, e senza rendersene conto, iniziò a guardare quell’uomo come colui che sarebbe potuto essere suo padre, e anche solo l’idea le tolse il fiato, finché l’uomo disse in un sorriso amaro:
- Esperanza mi ha sempre visto come un fratello… io l’amavo, ma l’amore che lei provava per me non era lo stesso.
Francis ne restò sorpresa, e una vena di dispiacere le si lesse in volto.
Voleva scoprire chi fossero i suoi veri genitori, era tutta una vita che aspettava quel momento, e probabilmente l’istinto l’aveva spinta nel tornare in Argentina per poterli ritrovare.
Forse stava costruendo castelli in aria, ma l’istinto le diceva che l’incontro con quell’uomo non era stato casuale e che forse il destino l’aveva messa sulla via per ritrovare i suoi veri genitori.
[…]
Non sa quante ore passò ad ascoltare il racconto dell’uomo, ma non le sembrarono abbastanza per conoscere ogni cosa.
Ad un certo punto, però, l’uomo smise di ricordare il passato e sorridendo timidamente verso la ragazza le disse:
- E’ tutto il giorno che ti parlo di Esperanza… e tutto perché somigli a lei… Ti sarai stufata di sentirmi ricordare un passato ormai lontano.
Francis accigliò lo sguardo, restando sempre un po’ troppo seria ed inespressiva, e disse:
- Al contrario… il suo racconto mi ha fatto capire molte cose, ma molte restano ancora un mistero…
L’uomo cominciò ad essere confuso, e visibilmente spaesato:
- Un mistero?
- Vede, Don Julio… il motivo per cui sono rimasta qui con lei tutti questi giorni… è proprio Esperanza…
- Non capisco Señorita…?
- La donna di cui mi sta raccontando… potrebbe… essere la mia vera madre!
Don Julio fu travolto da quelle parole e per è poco non ebbe un mancamento.
- Señorita…
- Don Julio… La somiglianza impressionante che c’è tra me e questa donna non può essere un caso. Io sono stata ritrovata davanti ad un convento a Buenos Aires nel Maggio del 1984, la prego… mi dica la verità. Lei era con lei quel giorno? Sa… sa qualcosa che…
- Non è possibile!
Francis fu interrotta bruscamente da quell’affermazione, e fu come se quei castelli in aria che stesse costruendo, fossero crollati tutti d’un botto.
Lo guardò negli occhi, visibilmente turbata, ma non una parola uscì dalla sua bocca, e l’uomo dopo attimi di silenzio disse:
- Lei… non poteva…
Sembrò che Don Julio avesse finalmente risolto un mistero che lo tormentasse da tutta una vita, e nel rendersene conto quasi sbiancò.
Si passò una mano tra i suoi folti capelli bianchi, e disperato guardò quella ragazza che sembrava la rincarnazione della sua amata.
- La prego, è importante!
Gli occhi di Fran si offuscarono di un leggero velo di lacrime, che non impiegò molto a far passare, mentre l’uomo la guardava quasi come un colpevole, quasi come qualcuno che sapesse la verità ma che non avesse il coraggio di raccontarla.
- Señorita… Esperanza non mi ha mai detto di essere incinta…
Francis restò senza parole, le caddero le braccia e sembrò che non le restasse altro da fare se non arrendersi, ma poi l’uomo continuò parlando:
- Vede, le nostre strade si separarono nel Luglio del ’82 quando un uomo dello spettacolo le propose di lavorare in spagna. Le aveva promesso che sarebbe diventata la ballerina di tango famosa non solo in Argentina, ma anche in tutta Europa.
Don Julio sfoggiò un triste sorriso pieno d’amarezza, mentre guardava nel vuoto:
- Esperanza venne a dirmi che lasciava l’Argentina, soltanto il giorno prima…
Francis si sorprese di quelle parole e con un misto tra rabbia e dispiacere, guardò l’uomo e disse:
- La lasciò il giorno prima? Come poté?
L’uomo abbozzando un sorriso, la guardò e disse:
- Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di esaudire il suo sogno…
- Ma lasciarla…
- Non era lei ad essere innamorata di me, ero io che l’amavo…
- Non significa nulla! Lei aveva rinunciato a tutto pur di starle accanto, e lei cosa fa? La liquida in quel modo?
Julio sorrise amaramente, ed abbassò il capo per qualche secondo tacendo dandole inevitabilmente ragione.
- Beh… ad ogni modo ebbe davvero molto successo in Europa, e nel giro di pochi mesi il suo nome risuonava anche tra la gente che non conosceva niente di tango.
L’uomo rialzò lo sguardo verso Francis e proseguì parlando:
- In Spagna diventò una stella, e come tutte le stelle, cominciò a farsi spazio nel mondo dello spettacolo, conoscendo molta gente famosa… ma lei non fu una stella qualunque… Esperanza fu una cometa che illuminò il cielo per un arco di tempo e poi sparì nel buio…
Francis ascoltava assorta ogni parola che usciva dalla bocca di quell’uomo:
- Rientrò in Argentina soltanto due anni dopo…
- Aveva fallito…
- Purtroppo sono cose che capitano nel mondo dello spettacolo… Hai il tuo momento di gloria, che poi termina senza darti il tempo di rendertene conto…
In quel preciso istante, Francis sperò che una cosa simile non le capitasse mai, soprattutto dopo tutti i sacrifici e le sofferenze che aveva passato per imporre il suo nome nel mondo.
- Esperanza ignorò le mie chiamate e tutti i tentativi di mettermi in contatto con lei… volevo vederla, dovevo vederla, ma lei riuscì a sparire ancora una volta; finché un giorno mi arrivò una sua lettera che diceva…
L’uomo smise di parlare, e accigliando lo sguardo, allungò la mano verso la tasca dei suoi pantaloni e sfilando il portafoglio le disse:
- Leggila tu stessa…
Francis fu sorpresa da quanto l’uomo dimostrasse sempre più di essere legato a quella donna, tanto camminare sempre con una sua foto e una sua lettera nel portafogli.
Don Julio le diede la lettera un po’ stropicciata ed invecchiata, e lei cominciò a leggerla:
[…]
- Caro Julio… ne è passato di tempo, e so di aver sbagliato con te. Purtroppo me ne rendo conto soltanto adesso. Ero toppo stupida ed immatura per capirlo prima, troppo accecata dalla mia voglia di successo. Cercavo di gettarmi alle spalle un’intera vita a patire la fame e la povertà. Ho vissuto nel lusso e nella ricchezza, ho avuto cose e ho vissuto esperienze che neanche sognavo. Ho conosciuto tante celebrità…è stato tutto molto magico, ma niente è paragonabile alla semplicità e alla spensieratezza che avevo quando insieme dominavamo su calle Florida… me ne rendo conto soltanto adesso, amico mio…. Ti prego, non chiedermi di incontrarci, non potrei sopportare di rivederti dopo tutto il male che ti ho procurato. Sono stata un’egoista e un’ingiusta nei tuoi confronti e non immagini quanto soffra la tua mancanza, ma è meglio se tu non veda quanto questa vita lontana dall’Argentina mi abbia cambiata. Non avrei la forza di rivedere i tuoi enormi occhi color nocciola su di me, non adesso. Spero che capirai i miei motivi e che rispetterai questa mia volontà. Nonostante i miei fallimenti, sia nella carriera che con te, la vita sembra volermi dare una seconda possibilità… sento che potrò ricominciare con una persona al mio fianco, molto presto …e questo è ciò che auguro anche a te mio caro e dolce Julio. Ti auguro ogni bene e tutta la felicità di questo mondo, sei la persona più bella e sincera che mi sia capitata nella vita e non smetterò mai di ringraziare Dio per avermi dato la possibilità di aver avuto te. Ti abbraccio. Stammi bene. Tua per sempre. Esperanza.
[…]
Francis smise di leggere ed alzò lo sguardo verso l’uomo, che con occhi chiusi era restato ad ascoltare la ragazza leggere quelle parole che ormai aveva imparato a memoria.
- Tua per sempre?
Domandò indignata la ragazza. Come poteva dirgli quelle parole, dopo tutto quello che gli aveva fatto? Oltretutto conscia dei sentimenti che l’uomo provasse per lei…?
Non riusciva a farsene una ragione.
Don Julio, invece, sorrise e riaprì gli occhi per poterla guardare.
- E’ molto difficile riuscire a comprendere il nostro rapporto se non sei mai stata innamorata…
Una fitta al cuore colpì Francis a quelle parole, che rivide in un millesimo di secondo, il volto di Justin davanti ai suoi occhi.
Scosse il capo e chiuse gli occhi con forza, per vietare a sé stessa di rivederlo.
Riusciva a capire perfettamente cosa provasse, e forse una lettera simile, un giorno l’avrebbe scritta anche lei…
Justin, riusciva a pensare soltanto a lui in quel momento.
Il ricordo del suo sorriso, le abbagliava la vista; il suono della sua risatina, della sua voce, ogni ricordo si era prepotentemente fatto avanti dopo l’affermazione dell’uomo.
Francis non riusciva a sopportarlo, così si alzò da quel tavolo e senza nemmeno voltarsi salutò l’uomo e andò via, prima di poter reagire peggio di come già stesse facendo.
[…]
Justin era ancora un nervo scoperto per lei, che proprio in quel periodo perdeva spesso il controllo di sé stessa.
Non passava notte in cui non piangesse abbracciando un cuscino, immaginandosi ancora tra le braccia del vero amore della sua vita.
L’aveva perso, aveva perso anche lui dopo Emma… e sentiva di non potercela fare.
Dopo la perdita di Emma, era riuscita a trovare conforto in lui, ma adesso? Adesso che aveva perso anche lui in chi avrebbe trovato conforto?
Non esisteva cura che le avrebbe fatto dimenticare quel ragazzo.
[Canzone consigliata per la scena : Alejandro Sanz-He Sido Tan Feliz Contigo]
Ogni notte, prima di dormire, quando non faceva uso di alcol ed era ancora in sé, si lasciava andare a momenti di debolezza e cominciava a ricordare il passato non troppo passato col cantante, riguardando vecchie foto con lui che aveva ancora salvate sul cellulare, e se proprio voleva farsi del male: cercava su youtube video dei live del suo ultimo tour, oppure si lasciava tentare da video amatoriali fatto da qualche fan.
In quegli anni, molte persone nel mondo si erano appassionati alla storia d’amore tra il cantante e la sua ballerina, tanto da creare anche un nome che potesse unire quello di lei e lui. Ricordava ancora il momento in cui vennero a scoprirlo, dopo aver girato per qualche ora su internet, una sera dopo uno spettacolo, mentre si rilassavano sul divano.
[…]
- Justis???
- Ma non significa “giustizia” nella vostra lingua?
- Quello è “Justice” piccola ignorantella…
- Ehii!
Justin poggiava un braccio sulle spalle della ragazza, e a quella sua buffa reazione offesa, la strinse a sé dandole un bacino sulla fronte, mentre ridacchiava contagiando anche lei, poi Fran disse:
- Beh però… mi piace come suona…
- Io le trovo sciocchezze.
- Perché?
Justin si strinse nelle spalle e con risolutezza, disse:
- Non c’è un motivo. Lo penso e basta… insomma non mi piace che la mia vita sentimentale sia al centro delle conversazioni degli alti.
- Così parlò l’ex della Spears…
- Appunto.
- Oh, avanti. Smettila di prenderla così sul serio… pensavo che ci stessimo divertendo.
- Mi sto divertendo…
- Non sei convincente.
- Semplicemente perché ci sono già passato. Danno un nome alla tua coppia, e quando tutto finisce, non fanno altro che ripeterlo, leggendo cose assurde sulla tua storia che neanche tu eri a conoscenza… come se non soffri già abbastanza per conto tuo, ci si devono mettere anche gli altri. Insomma tutta una marea di stronzate che preferisco evitare.
Francis preferì non dir nulla ed acconsentì col capo, constatando che avesse ragione lui. Al ché decise di non dar modo al malumore di prendere il sopravvento e lo strinse in un abbraccio travolgendolo in un bacio dolce.
[…]
Quel ricordo le fece molto male, e adesso esternava la sofferenza con la violenza, oppure commettendo qualche pericolosità; ma fortunatamente non fece niente di pericoloso, se non quello di scaraventare il proprio cellulare contro la parete opposta della camera riducendolo in pezzi; pezzi che restarono lì finché non andò via lasciandoli dispersi in quella camera di motel.
Il cellulare non aveva alcuna scheda telefonica dento, quindi chiunque avesse trovato quei cocci, non avrebbe dovuto raccogliere altro, se non un cellulare ormai in frantumi.
[…]
Trascorse il Natale in Argentina, ma in compagnia di nessuno, lontana da tutto e tutti.
Quell’anno, il 23 Dicembre, ricadeva il sesto anniversario della morte di Emma, gli anni volavano senza che se ne potesse rendere conto.
Quel Natale fu diverso, stavolta Francis aveva un cruccio nella testa, e non faceva altro che pensare a quella donna: Esperanza Jaràl.
Non le fu difficile fare qualche ricerca su di lei e purtroppo fece una scoperta che avrebbe preferito non fare: la donna morì nell’Ottobre del 1984, esattamente cinque mesi dopo la sua nascita.
Non riuscì a scoprire la causa della sua morte, nonostante fosse stata una stella del tango Argentino, la donna morì in sordina dimenticata da tutti.
[…]
Passato il Natale, Francis era pronta a partire, ma prima tornò su quella calle… calle Florida, dove sapeva di ritrovare Don Julio, sua figlia Consuelo, e José.
Il Natale in Argentina, aveva il clima dell’estate, quindi l’unica cosa che avesse per non farsi notare tra la gente, e far avvicinare qualcuno che la riconoscesse, erano un grosso paia di occhiali neri.
Non era particolarmente socievole in quel periodo, e preferiva così.
Individuò l’area in cui sostavano i tre, e restò ad osservarli da lontano, tra la folla, incantandosi nel vedere i due ballare quei passi così sensuali da farle venir voglia di aprire una scuola di tango proprio lì e trascorrerci la sua vita.
In quel momento ebbe un’idea, ma doveva prima parlare con Don Julio.
Così si avvicinò a lui, tenendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni color corallo, leggermente larghi di coscia, e con sguardo basso, provò a formulare una frase che non risultasse ridicola:
- Don Juan…
Fu il meglio che riuscì a dire.
L’uomo si stupì di rivederla, e sorrise gioioso con sguardo emozionato, Francis riuscì a ricambiare il sorriso, anche se sapeva benissimo che il sorriso dell’uomo era dovuto principalmente alla somiglianza che aveva con la sua amata.
Non badò a quel pensiero, e fu distratta dalle parole dell’uomo:
- Francis… che bello rivederti. Credevo fossi partita…
- Non potevo partire senza salutarla…
- Beh non eri tenuta a farlo.
Francis abbozzò un sorriso, cominciando ancora una volta a fallire col riuscire a sorridere, poi disse guardandolo dritto negli occhi:
- Perché non mi aveva detto che Esperanza era morta?
L’uomo non reggendo quello sguardo e quella situazione, abbassò gli occhi verso il basso e con un aria triste esclamò dopo qualche attimo di silenzio:
- Perché per me non è mai morta…
La ragazza colpita da quelle parole, lo guardò intensamente, mentre lui sfuggiva ai suoi occhi. Don Julio espresse in poche parole, ciò che provava lei per Emma.
Non disse nulla, lasciò che il silenzio si facesse spazio tra loro, ma poi lui disse:
- La malattia l’aveva distrutta… Nel giro di pochi mesi se l’era portata via….
Francis sbarrò gli occhi e il cuore le si fermò per qualche secondo:
- Che cosa? Malattia? Che malattia?
L’uomo alzò lo sguardo verso di lei, ma soltanto dopo alcuni secondi riuscì a parlare:
- Il cancro… se ne ammalò nel maggio del ’84 e morì nell’ottobre dello stesso anno… purtroppo queste malattie sono infami, non ti lasciano neanche il tempo di renderti conto cosa ti stia capitando.
Francis si portò una mano davanti alla bocca e rischiò di sentirsi male mentre si lasciò andare finalmente ad un pianto liberatorio.
Dovette poggiarsi sul muretto più vicino, accompagnata dall’uomo che si allarmò subito nel vederla reagire in quel modo.
- Francis… ti senti bene?
La ragazza cominciò a piangere, finalmente aveva capito tutto, finalmente era venuta a conoscenza della verità, e si sentì male nel ricordare quante volte avesse maledetto la donna che l’avesse partorito per averla abbandonata.
- Lei sapeva di morire… mi ha lasciato davanti a quel convento perché sapeva che non ce l’avrebbe fatta…
Don Julio appariva confuso:
- Non puoi… non puoi essere sua figlia…
- Ho fatto ogni tipo di ricerche, e adesso ho la certezza che fosse lei la mia vera madre.
La ragazza si avvicinò all’uomo afferrandolo per il colletto della sua camicia, e quasi lo implorò di parlare:
- La prego, signor Julio… lei deve dirmi la verità… se sa chi è mio padre… la prego! La scongiuro me lo dica! Ho il diritto di saperlo!
L’uomo si lasciò trasportare dal momento e strinse Francis in un abbraccio, non trattenendo più le lacrime.
I due cominciarono a piangere insieme, ma con contegno, e soltanto dopo qualche minuto Don Julio tornò a guardarla, e mentre le accarezzava i capelli e le disse:
- Lo giuro… giuro che non so chi sia tuo padre… non mi ha mai parlato di nessun uomo, forse se ne vergognava… Adesso ho capito tante cose. Ho capito il significato di quella lettera dopo ventiquattro anni. Non voleva che la vedessi incinta… La persona con cui avrebbe avuto una seconda possibilità nella vita…credevo parlasse di un uomo… invece si riferiva a te, eri tu la sua seconda chance di rendere la sua vita migliore…
Nessuno mai l’aveva considerata una chance di migliorare la propria vita, nessuno la fece sentire come fece quell’uomo raccontandole della che era la sua vera madre.
Esperanza… così si chiamava, che buffo era stato il destino con lei… si chiamava Esperanza (che in spagnolo significa “speranza”) ed era proprio ciò che la vita le aveva tolto.
[…]
Trascorse tre mesi in Argentina in compagnia di quell’uomo, che la faceva sentire più vicina possibile a ciò che aveva sempre cercato.
Proprio in quei giorni, propose all’uomo e a sua figlia di aprire la prima affiliata della sua scuola di ballo, lì in Argentina.
Grazie ad Esperanza, e alla sua storia, capì che il ballo era la sua unica speranza di uscire da quel tunnel di sofferenza, che stava attraversando da quando la sua storia con Justin era finita.
Il ballo e il suo talento erano la sua unica forza, e lei ne sarebbe potuta uscire a testa alta.
Avrebbe imparato la lezione di vita che indirettamente il racconto di Esperanza e della sua povera famiglia di musicisti di strada, le avevano insegnato.
Come una volta Diego Maradona le disse: “Non tutti i mali vengono per nuocere” e lei avrebbe trasformato quel male, in bene.
Non poteva esservi altro posto al mondo in cui avrebbe voluto aprire la sua scuola, se non nella la sua terra natale…
Successe tutto in fretta: Francis decise di far costruire la prima affiliata della EmsAndFran a Buenos Aires, e a gestirla sarebbero stati proprio Don Julio, sua figlia Paula e José.
Aveva bisogno di ingrandirsi, di diventare quella che aveva sempre sognato, e l’avrebbe fatto lì dove sua madre e sua nonna avevano cominciato anni prima di lei.
Avrebbe insegnato il tango a chiunque avesse voluto, lo avrebbe migliorato, e l’avrebbe condiviso con altri tanti e tanti ballerini esperti che si sarebbero iscritti alla sua scuola.
Avrebbe onorato lei: Esperanza Jaràl, postando foto e gigantografie della donna intenta a ballare il tango; scatti ricavati da giornali o da internet, lì nella scuola.
Quella donna era davvero la fotocopia di Francis… a volte la natura spaventava.
Nel giro di tre mesi, la vita di Don Julio Leòn cambiò grazie all’arrivo di Francis, la ragazza non poteva ignorare ciò che l’uomo avesse fatto per lei, e per ripagarlo di averla aiutata involontariamente a trovare la sua vera madre, gli offrì di lavorare con lei e ricominciare in grande.
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Francis stette lontana dalla famiglia De Laurentiis per un anno, ma poi tornò a sentirsi di tanto in tanto con suo fratello Luigi, la madre, e qualche volta anche con Edo.
Gli unici che non aveva più rivisto, e con cui non aveva più nessun tipo di rapporti erano suo padre e Valentina.
La ballerina si recava spesso a Napoli dal 2009 in poi; seguiva molto la squadra di calcio, e ogni volta che riusciva a liberarsi da qualche impegno, tornava nella sua città per ritrovare i suoi amici Alessandro Siani, Paolo Cannavaro ed Ezequiel Lavezzi; approfittandone anche per gestire la sua scuola di ballo di Fuorigrotta.
Era un ospite fisso allo stadio San Paolo ad ogni partita del Napoli, quando si trovava in città ed ogni volta che riusciva a liberarsi degli impegni per essere accanto alla sua squadra del cuore.
Non sedeva mai in tribuna, dove vi era suo padre: il suo posto era quasi in campo, era riuscita ad ottenere, grazie a sua madre e alla sua carica di vice presidente, un posto a bordocampo, lì dove sostavano fotografi e giovani raccattapalle.
Le voci sul suo rapporto col padre, non smettevano mai di girare in Italia, ma soprattutto a Napoli.
C’era chi diceva che la ballerina e il produttore cinematografico avessero litigato a causa del suo temperamento.
C’era chi dava la colpa alla troppa popolarità della ragazza nel mondo e ciò infastidiva l’uomo, c’è chi la colpa la dava alle sue relazioni nel mondo dello spettacolo che non combaciavano con quelle del padre, e chi diceva che la causa principale fosse che la ragazza facesse uso di marjuana e che il padre la stesse punendo col silenzio.
Addirittura vi fu un periodo in cui la ragazza fu infamata di essere dipendente da cocaina, ma lei era subito scesa in campo, trascinando i giornalisti che avessero fatto questa infamante dichiarazione, in tribunale.
Dopodiché rassicurò i suoi affezionati tramite il suo profilo youtube con un videomessaggio in cui negava categoricamente di far uso di cocaina.
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TRE ANNI DOPO
Francis era diversa, era diventata una persona fredda, distaccata che non relazionava più facilmente con gli altri.
Ogni cosa era cambiata, eppure lei era rimasta la solita ragazza umile, creativa e piena di vita di sempre; con l’unica differenza che adesso la sofferenza l’aveva marcata, non solo esteticamente, ma soprattutto nell’anima.
Adesso, nel 2011, Francis aveva una profonda cicatrice sul labbro superiore sinistro, che a nome di qualche suo fan accanito, era un qualcosa che le donava un tocco in più di sensualità; ma l’incidente che la colpì per farle procurare quel segno indelebile sul suo labbro, lo racconterà più avanti.
La sua vita privata degli ultimi quattro anni era avvolta nel mistero, anche per i suoi amici più intimi.
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Dopo aver trascorso un intero anno lontano da tutti e tutto, nel 2009 tornò in America e diede vita alla catene di scuole della EmsAndFran.
La sua fama crebbe rapidamente nel corso degli anni, così tanto da spaventarla.
Era riuscita ad ottenere contratti con artisti famosi ed internazionali, che pagavano davvero cifre esorbitanti, che lei prontamente investiva nelle sue scuole di ballo ed accresceva il suo numero di strutture aperte nel mondo, gestite da persone fidate, nonché suoi colleghi di ballo.
Si esibiva con un numero di ballerini della sua scuola diverso ogni volta, a dei concerti di artisti internazionale presentandosi come guest-star della serata.
Artisti del calibro di Madonna (la quale mostrava una gran stima nei confronti della giovane ballerina), Enrique Iglesias (col quale aveva instaurato un buon rapporto d’amicizia), Shakira, Ne-Yo, Beyoncé, Christina Aguilera, Lady Gaga, i Black Eyed Peas, anche i Coldplay, gli stessi Bruno Mars e Katy Perry…
Non vi era cantante che non richiedesse di lavorare con lei e con la sua scuola per provvedere a qualche coreografia per i loro video o qualche spettacolo live; e tutti erano disposti a sborsare cifre enormi pur di contendersela.
Il sogno si era realizzato, aveva preso finalmente forma: Francis era diventata davvero la ballerina numero uno al mondo, aveva aperto numerose scuole tra l’America, il sud America e l’Europa… e non le mancavano soldi e fama.
Era diventata una celebrità a tutti gli effetti, tanto da avere un proprio fan club che la seguiva assiduamente in ogni cosa che facesse, un sito internet dove condivideva ogni sua novità, e soprattutto un canale youtube dove era solita postare videomessaggi per i suoi fan, in cui rispondeva alle loro domande direttamente in persona.
Francis non amava i giornali e mai aveva rilasciato interviste alla stampa, perché era dell’opinione che i giornalisti fossero sempre molto bravi a storpiare le parole degli altri e non riportare mai un articolo veritiero; così si costruì il suo proprio angolo riservato a lei e a tutti i suoi fan, angolo chiamato “youtube”
Questo canale le era utile soprattutto per postare sue esibizioni su coreografie di qualche brano musicale che preferiva, accompagnata dai suoi amici di viaggio di sempre: Chenille, Eddy, Jay, Mike (e tutti i ballerini che si iscrivessero alla sua scuola di ballo).
Nonostante l’anno sabbatico che la ragazza si prese lontano da tutti, i suoi fedeli amici del Bronx non l’avevano dimenticata, né le avevano voltato le spalle.
Tutti loro sapevano della sua rottura con Justin, l’intero mondo ne era a conoscenza, e tutti sapevano anche quanto la ragazza ne soffrisse ancora, nonostante fossero trascorsi anni.
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Francis nel 2008, quando ancora le sue cose con Justin andavano bene, aveva firmato un contratto a nome della sua scuola di ballo, in cui metteva per iscritto che avrebbe procurato all’artista i ballerini necessari per ogni suo spettacolo, che fosse un tour, un video musicale o uno spettacolo televisivo.
La EmsAndFrans era legata a Justin Timberlake per sempre, e tutto questo perché Francis si era fatta trascinare dall’amore senza considerare mai la possibilità che un giorno si sarebbero potuti lasciare, e adesso ne pagava le conseguenze.
Se fosse venuta meno a quel contratto, la sua scuola e tutte le sue affiliate, sarebbero andate in fallimento, perché la clausola rescissoria, ricopriva cifre che neanche lei riusciva a raggiungere e in più avrebbe dato un’immagine negativa della sua scuola, mettendosi in cattiva luce agli occhi degli altri artisti, che avrebbero potuto vederla come una società poco raccomandabile.
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Più di una volta si era ritrovata a lavorare col suo vecchio amico Timbaland, dopo la rottura col cantante, eppure ogni volta si era sentita morire per i troppi ricordi, perché le mancava il passato, le mancava quella vita felice che aveva con Justin e non poteva far niente per riottenerla, per riavere il suo amore.
Justin però sembrava averla dimenticata definitivamente, Francis dopo il suo ritorno dal suo anno sabbatico, era venuta a sapere da Chenille che il cantante usciva con la sua “amica” Jessica Biel, e le cose tra loro sembravano farsi serie col passare degli anni.
Come era possibile?
Justin aveva dimenticato tutto l’amore che c’era stato tra loro?
Era stato così bravo nel dimenticarla così in fretta?
E poi… perché proprio lei? Perché proprio Jessica?
Francis non aveva mai espresso una simpatia particolare verso quella che lui chiamava “amica”, anche se quando lei e Justin erano ancora una coppia felice, l’attrice era un tantino invadente, ma restava pur sempre un’amica e basta.
Justin aveva dimostrato a Francis in tanti e in diversi modi che il suo amore per lei aveva la priorità su tutto e tutti… eppure la fiamma di quell’amore si era spenta per sempre.
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Una sera del 15 Dicembre del 2011, Fran, non si sa come, era venuta a conoscenza del fatto che Justin e Jessica sarebbero stati presenti ad una partita di Basket dei Lakers di Los Angeles, così riuscì a convincere Nina e Chenille ad andare con lei.
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In questi anni anche le due amiche di Fran erano cresciute parecchio e stavolta l’aspetto fisico conta soltanto in parte.
Chenille si era imposta come ballerina numero uno della EmsAndFran, fortunatamente con l’apertura della struttura anche a Los Angeles, riusciva a stare molto più tempo con sua madre e sua figlia Anaya, che ormai aveva nove anni.
La EmsAndFran di Los Angeles l’aveva affidata ai suoi fidati amici Eddy e Jay, che grazie anche un po’ all’aiuto di Chenille, gestivano alla grande quella scuola che continuava ad avere sempre più iscritti in quell’enorme città.
La famiglia De Noir viveva a Los Angeles, nella loro casa dei sogni, che grazie all’aiuto di Francis erano riuscite ad ottenere per la stellare somma di ottantamila dollari.
Francis nonostante avesse fatto una full immersion nella sua carriera, riusciva a trovare il tempo di andare a passare un po’ di tempo con MamaSu e la piccola Anaya che cresceva a vista d’occhio e diventava sempre più bella come la madre.
La ragazza aveva dimostrato in ogni modo possibile di essere riconoscente a quella famiglia, e non appena il suo sogno fu compiuto, non si tirò indietro nel dimostrare ad ogni membro di quel piccolo nucleo familiare, quanto fosse loro riconoscente per tutto quello che avevano fatto per lei in passato.
Si era offerta di mettere lei la parte restante dei soldi che mancavano per acquistare quella casa, ma Chenille lo vedeva come un prestito, e non un segno di riconoscenza da parte della ragazza, così le ridava poco alla volta i soldi indietro… anche se forse una vita non le sarebbe bastata per saldare un debito di quarantamila dollari.
Francis non voleva quei soldi indietro perché per lei fu un regalo che aveva fatto ad una delle sue più care amiche, un’amica che non credeva di trovare dopo la morte di Emma.
Così a sua insaputa, aveva aperto un conto in banca a nome di Anaya De Noir, ed ogni volta che Chenille le dava una somma di denaro per saldare il debito, lei andava a versarlo sul conto della figlia, per fare in modo che un domani, se ne avesse avuto bisogno: Anaya avrebbe avuto un gruzzoletto di soldi messo da parte a nome suo.
Aveva mantenuto la promessa fatta a sé stessa, nei primi mesi in cui aveva abitato dai De Noir nel Bronx, e aveva comprato una fantastica camera da letto per MamaSu, che si era sempre sacrificata su quel letto scomodissimo della sua vecchia casa; cercando di ricambiare almeno di un decimo a tutto quello che la donna avesse fatto per lei, dandole un affetto che soltanto le madri danno ai propri figli.
In fine… non poteva non ringraziare lui, quel testone di Mike, che in quegli anni sembrava aver messo la testa a posto.
Francis lo aveva reso titolare e responsabile della sua ennesima scuola EmsAndFran di New York.
Vi starete chiedendo perché New York e non Los Angels dove vi erano sua mare e sua sorella? Beh… per due semplici motivi: Il primo, ed il più importante, perché era a New York che viveva la sua anima gemella… ebbene sì Mike aveva trovato l’amore della sua vita proprio nella città in cui era cresciuto. Una giovane studentessa di medicina di nome Debby, e non è tutto, perché i due erano convolati a nozze nel 2010 dopo la laurea della ragazza ed avevano avuto anche loro una bambina, che avevano chiamato Kimani.
il secondo motivo della permanenza a New York di Mike, era appunto dovuto alla moglie, che aveva tutta la sua famiglia lì e quindi era stato ben lieto ed onorato di occuparsi della EmsAndFran di New York.
[…]Nina Petrova era diventata una famosa personal stylist, tra le celebrità di tutto il mondo.
Lavorava regolarmente per la nota agenzia di moda di Valentino, ed era ufficialmente la stilista di Francis EM, ma accettava anche lavori occasionali da parte di qualche celebrità, che la ingaggiavano in occasione di qualche evento mondano.
La giovane ragazza di solo ventiquattro anni, aveva già riscontrato un successo quasi mondiale grazie al suo talento da stilista.
La sua vita sentimentale, però, non andava meglio di quella della sua amica Francis; infatti la sua storia con Joe era finita dopo quattro lunghi anni a causa della ragazza che voleva concentrarsi sulla carriera.
Il reale motivo per cui lei avesse lasciato Joe, però, era dovuto alla passione che li aveva legati per così tanto tempo, e che da parte sua si era spenta.
L’uomo però continuava ad amarla, e non si rassegnava ad una loro rottura, così a volte la perseguitava per cercare di farla tornare sui suoi passi e rendeva la sua vita impossibile.
[…]
- Non capisco perché tu voglia andare a quella partita di basket, se sai che ci saranno loro…
- Non voglio che tu capisca, Chenille… vorrei solo che mi accompagnassi.
- E se poi dovesse ricon