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Autore: Blu Notte    13/12/2014    2 recensioni
Londra, 1985. La capitale inglese è sconvolta da anni dai brutali omicidi perpetrati da quello che i media chiamano "Padre degli Orfani". Il serial killer si introduce nelle case delle sue vittime, uccide una coppia sposata, e lascia illeso e orfano loro figlio.
Rina è una ragazza di vent'anni, appena giunta dall'Italia per lavorare e per migliorare il suo inglese. Rina ha una capacità deduttiva ben al di sopra della media, e non è estranea ai casi di omicidio e all'investigazione. Si mette sulle tracce del Padre degli Orfani; il risultato a cui giungerà potrà fare luce anche sui casi irrisolti del suo passato.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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19 Aprile, 6:45 a.m.

Rina era sveglia già da un po', ma non aveva né la voglia né la forza di alzarsi dal letto. Tra poco più di un'ora si sarebbe dovuta recare a lavoro, ma avrebbe tanto preferito rimanere lì al buio, in pigiama, seduta sul suo letto con la schiena contro il cuscino.
Rina si sentiva depressa. Il che era discretamente strano per lei, che non si intristiva per le medesime ragioni delle sue coetanee – ovvero paturnie prive di fondamento e ragazzi – e da ciò conseguiva che Rina non fosse quasi mai depressa.
La sua depressione era dovuta all'aver così clamorosamente sbagliato ogni cosa. Era stata davvero convinta che Daniel Lloyd fosse il nome del colpevole, e adesso che aveva sbagliato si sentiva come priva di certezze.
Forse il Daniel Lloyd che cercava lei – quello che aveva trascorso la propria infanzia all'orfanotrofio – aveva mantenuto il cognome dei genitori adottivi.. Ma perché mantenere il cognome di qualcuno che lo aveva disconosciuto? Oppure – cosa più probabile – quel Daniel Lloyd non centrava assolutamente nulla con gli omicidi che si stavano susseguendo a Londra, ed era solo una persona un po' disturbata come tante.
Sì, Rina era depressa.
Si alzò dal letto, svogliata. Aprì le imposte, e lasciò che un po' di luce grigiastra entrasse nella stanza. La luce illuminò le fotografie che Rina aveva fatto al Daniel Lloyd che aveva pedinato, e che era andata a far sviluppare il pomeriggio stesso. Rina le osservò con un po' di sufficienza, poi distolse lo sguardo. Come per il caso dell'omicidio del signor Fernandelli, le sue deduzioni non avevano portato da nessuna parte.
Solo in quel momento Rina notò il biglietto bianco che c'era per terra, vicino alla porta. Doveva essere lì dalla sera precedente.. Rina si avvicinò e lo raccolse.

Ciao, Rina!
Ti va se domani pranziamo assieme, dopo il tuo turno? Ti aspetto da quel fish and chips che volevamo provare. A domani,
Madia”.
Per un attimo Rina fu tentata di andare a bussare alla camera della sua amica e dirle che non ne aveva voglia. Ma, in fondo, che senso aveva comportarsi così?


Rina entrò nel fish and chips, venendo immediatamente travolta dall'odore di fritto che aleggiava nel locale. Raggiunse Madia – che era già a un tavolo – e si sedette senza una parola.
-Rina!- Esclamò Madia. -Ma che fine avevi fatto ieri? Dov'eri?-
Rina si tolse la giacca, la sistemò sullo schienale della sedia, e le rispose: -Prima in Darwin Street, e poi a New Scotland Yard.-
Madia la guardò a bocca aperta. -..Cosa?-
Prima che Rina potesse rispondere, giunse il cameriere, ed entrambe ordinarono il loro pranzo. Dopodiché il cameriere se ne andò, e Madia puntò i suoi occhi su Rina.
-Vuoi dire che ti sei messa davvero a investigare sul Padre degli Orfani?-
-Già.-
-E stai collaborando con Scotland Yard?!-
-No, niente del genere.- Disse Rina. -Volevano semplicemente dirmi di farmi i fatti miei.. E probabilmente dovrei farlo.-
-Ma.. assolutamente no! Se sei arrivata a parlare con quelli di Scotland Yard, significa che eri sulla strada giusta! Questo anzi dovrebbe essere un motivo per farti andare avanti..-
-Fammi capire, Madia.. Vuoi che mi arrestino, o che mi faccia ammazzare?-
Madia la guardò, per un attimo perplessa. Poi rise: -No, nessuna delle due. Ma li hai davvero infastiditi così tanto?-
Anche Rina non poté trattenersi dal sorridere. -Diciamo che, forse, mi sono spinta un po' oltre.-
-Be', Rina, è un peccato.. Da quello che mi dici sembra che tu e la polizia vi siate avvicinati al colpevole allo stesso livello. L'unica differenza è che tu hai iniziato a interessarti al caso qualche giorno fa, mentre loro ci sono dietro da undici anni. Però effettivamente stiamo parlando di un matto omicida, non è un gioco.. Sì, forse non dovresti farti coinvolgere.-
Rina abbassò lo sguardo. Non aveva pensato a questo.. Lei aveva iniziato a indagare in quel momento, in pratica. E aveva già ottenuto notevoli risultati. Mentre la polizia...
Non fa niente, Rina. La interruppe una voce nella sua testa. Le tue deduzioni erano comunque sbagliate.
-Ti ringrazio, Madia.- Disse Rina, nonostante quei pensieri. -Tu sei davvero l'unica che ha sempre avuto fiducia nelle mie capacità.-
-Ehi, è perché so riconoscere un potenziale quando lo vedo.- Madia le fece l'occhiolino. -Dai, parliamo d'altro. Mi sembra che questa storia stia iniziando a pesarti.. Dimenticatela, eh?-
Rina annuì, ma nella sua testa non era convinta.
Dimenticarsela, dimenticarsela.. e come avrebbe fatto? Sentiva che c'era ancora qualcosa.



Rina ritornò alla sua stanza dopo il turno di lavoro pomeridiano. Le cose erano tutte come le aveva lasciate quella mattina: il letto disfatto, la scrivania disordinata.. Quando si sentiva depressa tendeva a lasciare tutto in disordine. Adesso però avrebbe dovuto provvedere.
Rina si tolse la giacca, posò la borsa e si avvicinò alla scrivania. Le foto di Daniel Lloyd erano naturalmente ancora lì. Prese in mano quella che ne immortalava il volto, e la osservò.
Un uomo cadente, che da troppi anni si era lasciato andare, dai capelli rossi, pieno di lentiggini.. Il tipico irlandese, adesso che ci pensava..
Daniel Lloyd, Lloyd.. Irlandese. Lloyd. Lloyd era un cognome tipicamente inglese, l'aveva già sentito molte altre volte. Eppure quell'uomo aveva l'aspetto inconfutabilmente irlandese.
Che vuol dire, Rina? Potrebbe essere di origine irlandese.
Già.. eppure il fiuto di Rina, o – meglio – il suo intuito, le diceva che c'era qualcosa di strano.
E se non si fosse sbagliata? Se Daniel Lloyd fosse stato effettivamente il Padre degli Orfani? Ma no, era impossibile. L'ispettore Brent le aveva spiegato il suo alibi di ferro. Però, però.. fin dall'inizio – da quando aveva visitato l'orfanotrofio – aveva
sentito che Daniel Lloyd era il nome del colpevole. Dunque?
Rina si immobilizzò.
Il nome del colpevole.
Osservò ancora la foto, e tutti i tasselli andarono al loro posto.
L'aveva trovato! Aveva trovato l'aggancio che mancava, che chiariva il senso di tutto.
Si sentiva come se avesse appena fatto un lungo salto, la testa le girava leggermente.
La polizia non l'aveva capito, altrimenti le indagini sarebbero andate avanti. Doveva parlare al più presto con l'ispettore Brent, o con qualcun altro della squadra che dava la caccia al serial killer di Londra.



20 Aprile, 7:00 p.m.

Rina era seduta fuori Scotland Yard da almeno un'ora e mezza. Non poteva entrare là dentro, perché in tutta probabilità la avrebbero spedita a fuori a calci, e lei non avrebbe raggiunto il suo scopo. Così aspettava, anche se iniziava a fare freddo. Seppellì metà volto nella sciarpa, e sperò che presto uscisse qualcuno.
Le sue speranze non tardarono a realizzarsi. Rina vide uscire dall'ingresso principale di Scotland Yard l'agente che l'aveva arrestata, l'agente Lawliet.
Rina si alzò in piedi. Avrebbe preferito parlare direttamente con Brent, ma anche lui andava bene.
Lawliet imboccò una delle strade su cui si affacciava Scotland Yard, e Rina si affrettò a seguirlo.
Lo raggiunse e gli si affiancò. -Agente Lawliet, buonasera.- Disse.
Lui diede mostra per un solo attimo di essere stato colto alla sprovvista. Dopodiché tornò all'espressione truce e disinteressata di due giorni prima. -Signorina Martini, giusto? Che ci fa qui? Ha desiderio di finire in prigione?-
Era la prima volta – dopo l'episodio del suo breve arresto – che Rina sentiva la voce di quell'uomo..
-No, volevo solo parlare con lei.- Gli rispose. -Le va di prendere qualcosa? In un pub, magari?-
L'agente Lawliet la guardò. La sua espressione non faceva trapelare nulla di ciò che pensava, tuttavia Rina ebbe l'impressione che stesse valutando la situazione.
-Perché no?- Disse infine.
Rina esultò interiormente. Forse le era andata bene, con Lawliet. Aveva idea che l'ispettore Brent non la avrebbe lasciata parlare..
Andarono in un pub lì vicino, in cui il poliziotto – che si presentò come Thomas Lawliet – disse di essere già stato molte altre volte. Il locale era piacevole: un po' in penombra, come tutti i pub inglesi, dall'aria intima, e profumava leggermente di birra..
Si sedettero a un tavolo vicino a una finestra – fuori cominciava a piovere – e comunicarono al cameriere che si apprestò ciò che avrebbero preso: Rina un caffè lungo e Thomas Lawliet una cioccolata calda con molta panna. Quella scelta lasciò un po' perplessa Rina: di solito erano le donne che prediligevano quel genere di dolci..
Tuttavia l'agente Lawliet non mostrò il benché minimo segno di imbarazzo, e, quando il cameriere si allontanò, le disse: -Allora, immagino che sia ancora interessata al caso.-
-Sì, è per questo che ho voluto parlarle. Ho una teoria. Se la reputerà sbagliata, le prometto che non disturberò più le vostre indagini.-
-La ascolto.-
Rina rimase per un attimo zitta. Ora dipendeva solo da quanto sarebbe stata convincente.. Frugò nella propria borsa e tirò fuori la foto di Daniel Lloyd. La mise sul tavolo. -Guardi bene.- Disse.
-È Lloyd.-
-Forse.- Rispose Rina, osservando l'agente con i suoi occhi neri, intensi. -Ascolti. Immagino che voi vi siate avvicinati a quest'uomo esattamente come ho fatto io. Avete avuto sue informazioni all'orfanotrofio St. Mathias, avete cercato una persona di nome Daniel Lloyd, trovando colui che corrispondeva alla descrizione, e lo avete tenuto d'occhio, finché non è stato chiaro che non poteva essere lui l'assassino.-
Thomas Lawliet annuì, semplicemente.
-Bene. Deve sapere che quando sono giunta a Daniel Lloyd io mi sono sentita un po'.. delusa. Non corrispondeva all'idea che mi ero fatta di lui. Da ciò che avevo scoperto all'orfanotrofio, mi aspettavo un uomo con visibili problemi di mente, che pure, nel suo campo, fosse lucido e brillante. Un uomo confuso e remissivo, e al tempo stesso incoerentemente crudele. Mi immaginavo di trovare questo, e invece mi è capitato di fronte Daniel Lloyd, svogliato e alcolizzato. Assolutamente banale, se mi è permesso usare questo termine.-
Thomas Lawliet non disse nulla. Stava ascoltando.
-Poi c'è stata la prova definitiva: ciò che disse la scorsa volta l'ispettore Brent. Nonostante quello che suggeriva il mio intuito, Daniel Lloyd non poteva essere il Padre degli Orfani. Tuttavia.. ho osservato attentamente quella foto, e mi è venuta in mente una cosa. Signor Lawliet, non le sembra che Lloyd sia estremamente irlandese?-
Il poliziotto abbassò la testa e osservò la foto. -Sì.- Convenne. -Il suo viso farebbe pensare così.-
-Però non lo è.-
-No.-
-Lloyd è un cognome tipicamente inglese, eppure lui sembra essere irlandese.. Ultima cosa, signor Lawliet. Com'è la fedina penale di quest'uomo?-
-Pulita.-
Rina sorrise. -Immaginavo. Dica, non le pare un po' strano che un uomo con tali problemi di dipendenza non abbia mai commesso nulla che violasse la legge?-
Lawliet si rabbuiò. -Sì, a questo avevo pensato anche io.-
-Se ipotizziamo che il signor Lloyd facesse uso regolarmente di sostanze stupefacenti, avrebbe dovuto essere introdotto nel giro, e dunque avrebbe dovuto spacciare piccole quantità di droga a sua volta.. Ma se anche ammettiamo che consumasse solo alcol, e che lo comprasse regolarmente in qualunque pub o supermercato, è mai possibile che, ubriaco fradicio dal mattino alla sera, non abbia mai commesso passi falsi?-
-C'è da dire che sono parecchi anni che il signor Lloyd non esagera più le quantità come prima. Da quando andò a farsi disintossicare, sette anni fa, il suo stato di salute è migliorato.-
-Ma lei ha detto che la sua fedina penale è assolutamente pulita. Prima cosa faceva?-
A questo Thomas Lawliet non seppe rispondere. Rina sorrise leggermente.
Il quel momento arrivarono le loro ordinazioni. Il caffè – una brodaglia marrone – fu servito a Rina, e la cioccolata al poliziotto. Questi ringraziò, dopodiché aprì una, due, tre di bustine di zucchero e le versò all'interno, nonostante la presenza di una montagna di panna già zuccherata. Rina non poté fare a meno di storcere il naso.
-Non rischia un diabete?-
-La prego, vada avanti.-
-Probabilmente colui che pensiamo essere Daniel Lloyd non è Daniel Lloyd.-
L'agente Lawliet si immobilizzò. Ma fu solo un secondo, dopodiché iniziò a bere la sua cioccolata. -Intende dire che colui che crediamo essere Daniel Lloyd e colui che lo è veramente si sono.. scambiati le identità?-
-Esattamente. So che è una cosa possibile. Attraverso vie illegali, è chiaro. Io credo che sia avvenuto questo: il vero Daniel Lloyd si è messo in contatto con quell'uomo..- Rina indicò la foto -.. che da adesso in poi chiameremo mr. x. Cercava qualcuno disposto a fare uno scambio di identità, perché sapeva bene di avere lasciato tracce troppo visibili dietro di sé, e con gli omicidi che stava perpetrando presto la polizia si sarebbe messa al suo inseguimento. Mr x, d'altra parte, aveva bisogno di lasciarsi alle spalle il suo passato, pieno di chissà quali sregolatezze. Quindi, avendo entrambi la stessa età e parecchie altre cose in comune, decisero di portare a termine questo vantaggioso scambio. Daniel Lloyd era abbastanza sicuro che la polizia non sarebbe mai giunta sino a lui. Chi avrebbe mai immaginato una cosa simile? Quando Scotland Yard avrebbe capito che mr x non poteva essere l'assassino, avrebbe accantonato la pista.-
-Tu però lo hai capito.-
-Devo interpretarlo come un segno che sei d'accordo con me?-
Thomas Lawliet posò la tazza di cioccolata. -No.- Disse. -È solo un'intuizione, che non ha alcuna base concreta.-
Rina rimase zitta.
-Tuttavia..- Proseguì lui -.. fino ad adesso non siamo giunti a niente con le piste che abbiamo seguito. E ne abbiamo provate tante, credimi, una meno probabile dell'altra. Per cui, per rimanere nell'ambito dell'improbabilità, perché non tentare anche questa strada?-
Rina fece un sorriso mesto. -Per lo meno, dal tuo discorso non sembra che la mia idea sia totalmente infondata.-
-Non penso che sia totalmente infondata.- Le rispose lui. -Ne parlerò all'ispettore Brent e ti farò sapere cosa ne penserà, d'accordo? Se l'idea gli piacerà, faremo qualche verifica. Se non lo convincerà.. be', non sono io che decido, Rina. Posso chiamarti così?-
Rina annuì e sorrise. -Certamente. Sei davvero gentile e ti ringrazio.-
A quella frase, anche Lawliet sorrise.
Rina pensò che il suo volto era completamente diverso, quando sorrideva.

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Buondì :) Cosa ne pensate di questo capitolo? Onestamente ne sono abbastanza soddisfatta (mentre non sono assolutamente soddisfatta di altri). Ma fatemi sapere: qualsiasi consiglio/critica è sempre molto ben accetto. Se c'è qualcuno che legge senza recensire.. per favore, mi dica cosa ne pensa. Ho veramente bisogno di pareri. Ringrazio coloro che hanno recensito e recensiranno,
Silvia

  
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