19 Aprile, 6:45 a.m.
Rina
era sveglia già
da un po', ma non aveva né la voglia né la forza
di alzarsi dal
letto. Tra poco più di un'ora si sarebbe dovuta recare a
lavoro, ma
avrebbe tanto preferito rimanere lì al buio, in pigiama,
seduta sul
suo letto con la schiena contro il cuscino.
Rina si sentiva
depressa. Il che era discretamente strano per lei, che non si
intristiva per le medesime ragioni delle sue coetanee –
ovvero
paturnie prive di fondamento e ragazzi – e da ciò
conseguiva che
Rina non fosse quasi mai depressa.
La sua depressione
era dovuta all'aver così clamorosamente sbagliato ogni cosa.
Era
stata davvero convinta che Daniel Lloyd fosse il
nome del
colpevole, e adesso che aveva sbagliato si sentiva come priva di
certezze.
Forse il Daniel
Lloyd che cercava lei – quello che aveva trascorso la propria
infanzia all'orfanotrofio – aveva mantenuto il cognome dei
genitori
adottivi.. Ma perché mantenere il cognome di qualcuno che lo
aveva
disconosciuto? Oppure – cosa più probabile
– quel Daniel Lloyd
non centrava assolutamente nulla con gli omicidi che si stavano
susseguendo a Londra, ed era solo una persona un po' disturbata come
tante.
Sì, Rina era
depressa.
Si alzò dal letto,
svogliata. Aprì le imposte, e lasciò che un po'
di luce grigiastra
entrasse nella stanza. La luce illuminò le fotografie che
Rina aveva
fatto al Daniel Lloyd che aveva pedinato, e che era andata a far
sviluppare il pomeriggio stesso. Rina le osservò con un po'
di
sufficienza, poi distolse lo sguardo. Come per il caso dell'omicidio
del signor Fernandelli, le sue deduzioni non avevano portato da
nessuna parte.
Solo in quel momento
Rina notò il biglietto bianco che c'era per terra, vicino
alla
porta. Doveva essere lì dalla sera precedente.. Rina si
avvicinò e
lo raccolse.
“Ciao, Rina!
Ti va se domani
pranziamo assieme, dopo il tuo turno? Ti aspetto da quel fish
and
chips che volevamo provare. A domani,
Madia”.
Per un attimo Rina
fu tentata di andare a bussare alla camera della sua amica e dirle
che non ne aveva voglia. Ma, in fondo, che senso aveva comportarsi
così?
Rina
entrò nel fish
and chips, venendo immediatamente travolta dall'odore di
fritto
che aleggiava nel locale. Raggiunse Madia – che era
già a un
tavolo – e si sedette senza una parola.
-Rina!- Esclamò
Madia. -Ma che fine avevi fatto ieri? Dov'eri?-
Rina si tolse la
giacca, la sistemò sullo schienale della sedia, e le
rispose: -Prima
in Darwin Street, e poi a New Scotland Yard.-
Madia la guardò a
bocca aperta. -..Cosa?-
Prima che Rina
potesse rispondere, giunse il cameriere, ed entrambe ordinarono il
loro pranzo. Dopodiché il cameriere se ne andò, e
Madia puntò i
suoi occhi su Rina.
-Vuoi dire che ti
sei messa davvero a investigare sul Padre degli
Orfani?-
-Già.-
-E stai collaborando
con Scotland Yard?!-
-No, niente del
genere.- Disse Rina. -Volevano semplicemente dirmi di farmi i fatti
miei.. E probabilmente dovrei farlo.-
-Ma.. assolutamente
no! Se sei arrivata a parlare con quelli di Scotland Yard, significa
che eri sulla strada giusta! Questo anzi dovrebbe essere un motivo
per farti andare avanti..-
-Fammi capire,
Madia.. Vuoi che mi arrestino, o che mi faccia ammazzare?-
Madia la guardò,
per un attimo perplessa. Poi rise: -No, nessuna delle due. Ma li hai
davvero infastiditi così tanto?-
Anche Rina non poté
trattenersi dal sorridere. -Diciamo che, forse, mi
sono spinta
un po' oltre.-
-Be', Rina, è un
peccato.. Da quello che mi dici sembra che tu e la polizia vi siate
avvicinati al colpevole allo stesso livello. L'unica differenza
è
che tu hai iniziato a interessarti al caso qualche giorno fa, mentre
loro ci sono dietro da undici anni. Però effettivamente
stiamo
parlando di un matto omicida, non è un gioco..
Sì, forse non
dovresti farti coinvolgere.-
Rina abbassò lo
sguardo. Non aveva pensato a questo.. Lei aveva iniziato a indagare
in quel momento, in pratica. E aveva già ottenuto notevoli
risultati. Mentre la polizia...
Non
fa niente, Rina.
La interruppe
una voce nella sua testa. Le tue deduzioni erano
comunque
sbagliate.
-Ti ringrazio,
Madia.- Disse Rina, nonostante quei pensieri. -Tu sei davvero l'unica
che ha sempre avuto fiducia nelle mie capacità.-
-Ehi, è perché so
riconoscere un potenziale quando lo vedo.- Madia le fece
l'occhiolino. -Dai, parliamo d'altro. Mi sembra che questa storia
stia iniziando a pesarti.. Dimenticatela, eh?-
Rina annuì, ma
nella sua testa non era convinta.
Dimenticarsela,
dimenticarsela.. e come avrebbe fatto? Sentiva che
c'era
ancora qualcosa.
Rina
ritornò alla
sua stanza dopo il turno di lavoro pomeridiano. Le cose erano tutte
come le aveva lasciate quella mattina: il letto disfatto, la
scrivania disordinata.. Quando si sentiva depressa tendeva a lasciare
tutto in disordine. Adesso però avrebbe dovuto provvedere.
Rina si tolse la
giacca, posò la borsa e si avvicinò alla
scrivania. Le foto di
Daniel Lloyd erano naturalmente ancora lì. Prese in mano
quella che
ne immortalava il volto, e la osservò.
Un uomo cadente, che
da troppi anni si era lasciato andare, dai capelli rossi, pieno di
lentiggini.. Il tipico irlandese, adesso che ci pensava..
Daniel Lloyd,
Lloyd.. Irlandese. Lloyd. Lloyd era un cognome tipicamente inglese,
l'aveva già sentito molte altre volte. Eppure quell'uomo
aveva
l'aspetto inconfutabilmente irlandese.
Che
vuol dire, Rina? Potrebbe essere di origine irlandese.
Già..
eppure il fiuto di Rina, o – meglio – il suo intuito,
le diceva che c'era qualcosa di strano.
E
se non si fosse sbagliata? Se Daniel Lloyd fosse stato effettivamente
il Padre degli Orfani? Ma no, era impossibile. L'ispettore Brent le
aveva spiegato il suo alibi di ferro. Però,
però.. fin dall'inizio
– da quando aveva visitato l'orfanotrofio – aveva sentito
che Daniel Lloyd era il nome del colpevole. Dunque?
Rina
si immobilizzò. Il nome del colpevole.
Osservò ancora la
foto, e tutti i tasselli andarono al loro posto.
L'aveva trovato!
Aveva trovato l'aggancio che mancava, che chiariva il senso di tutto.
Si sentiva come se
avesse appena fatto un lungo salto, la testa le girava leggermente.
La polizia non
l'aveva capito, altrimenti le indagini sarebbero andate avanti.
Doveva parlare al più presto con l'ispettore Brent, o con
qualcun
altro della squadra che dava la caccia al serial killer di Londra.
20 Aprile, 7:00 p.m.
Rina
era seduta
fuori Scotland Yard da almeno un'ora e mezza. Non poteva entrare
là
dentro, perché in tutta probabilità la avrebbero
spedita a fuori a
calci, e lei non avrebbe raggiunto il suo scopo. Così
aspettava,
anche se iniziava a fare freddo. Seppellì metà
volto nella sciarpa,
e sperò che presto uscisse qualcuno.
Le sue speranze non
tardarono a realizzarsi. Rina vide uscire dall'ingresso principale di
Scotland Yard l'agente che l'aveva arrestata, l'agente Lawliet.
Rina si alzò in
piedi. Avrebbe preferito parlare direttamente con Brent, ma anche lui
andava bene.
Lawliet imboccò una
delle strade su cui si affacciava Scotland Yard, e Rina si
affrettò
a seguirlo.
Lo raggiunse e gli
si affiancò. -Agente Lawliet, buonasera.- Disse.
Lui diede mostra per
un solo attimo di essere stato colto alla sprovvista.
Dopodiché
tornò all'espressione truce e disinteressata di due giorni
prima.
-Signorina Martini, giusto? Che ci fa qui? Ha desiderio di finire in
prigione?-
Era la prima volta –
dopo l'episodio del suo breve arresto – che Rina sentiva la
voce di
quell'uomo..
-No, volevo solo
parlare con lei.- Gli rispose. -Le va di prendere qualcosa? In un
pub, magari?-
L'agente Lawliet la
guardò. La sua espressione non faceva trapelare nulla di
ciò che
pensava, tuttavia Rina ebbe l'impressione che stesse valutando la
situazione.
-Perché no?- Disse
infine.
Rina esultò
interiormente. Forse le era andata bene, con Lawliet. Aveva idea che
l'ispettore Brent non la avrebbe lasciata parlare..
Andarono in un pub
lì vicino, in cui il poliziotto – che si
presentò come Thomas
Lawliet – disse di essere già stato
molte altre volte. Il
locale era piacevole: un po' in penombra, come tutti i pub inglesi,
dall'aria intima, e profumava leggermente di birra..
Si sedettero a un
tavolo vicino a una finestra – fuori cominciava a piovere
– e
comunicarono al cameriere che si apprestò ciò che
avrebbero preso:
Rina un caffè lungo e Thomas Lawliet una cioccolata calda
con molta
panna. Quella scelta lasciò un po' perplessa Rina: di solito
erano
le donne che prediligevano quel genere di dolci..
Tuttavia l'agente
Lawliet non mostrò il benché minimo segno di
imbarazzo, e, quando
il cameriere si allontanò, le disse: -Allora, immagino che
sia
ancora interessata al caso.-
-Sì, è per questo
che ho voluto parlarle. Ho una teoria. Se la reputerà
sbagliata, le
prometto che non disturberò più le vostre
indagini.-
-La ascolto.-
Rina rimase per un
attimo zitta. Ora dipendeva solo da quanto sarebbe stata
convincente.. Frugò nella propria borsa e tirò
fuori la foto di
Daniel Lloyd. La mise sul tavolo. -Guardi bene.- Disse.
-È Lloyd.-
-Forse.- Rispose
Rina, osservando l'agente con i suoi occhi neri, intensi. -Ascolti.
Immagino che voi vi siate avvicinati a quest'uomo esattamente come ho
fatto io. Avete avuto sue informazioni all'orfanotrofio St.
Mathias, avete cercato una persona di nome Daniel Lloyd,
trovando
colui che corrispondeva alla descrizione, e lo avete tenuto d'occhio,
finché non è stato chiaro che non poteva essere
lui l'assassino.-
Thomas Lawliet annuì,
semplicemente.
-Bene. Deve sapere che quando
sono giunta a Daniel Lloyd io mi sono sentita un po'.. delusa. Non
corrispondeva all'idea che mi ero fatta di lui. Da ciò che
avevo
scoperto all'orfanotrofio, mi aspettavo un uomo con visibili
problemi di mente, che pure, nel suo campo, fosse lucido e brillante.
Un uomo confuso e remissivo, e al tempo stesso incoerentemente
crudele. Mi immaginavo di trovare questo, e invece mi è
capitato di
fronte Daniel Lloyd, svogliato e alcolizzato. Assolutamente banale,
se mi è permesso usare questo termine.-
Thomas Lawliet non disse nulla.
Stava ascoltando.
-Poi c'è stata la prova
definitiva: ciò che disse la scorsa volta l'ispettore Brent.
Nonostante quello che suggeriva il mio intuito, Daniel Lloyd non
poteva essere il Padre degli Orfani. Tuttavia.. ho osservato
attentamente quella foto, e mi è venuta in mente una cosa.
Signor
Lawliet, non le sembra che Lloyd sia estremamente irlandese?-
Il poliziotto abbassò la testa e
osservò la foto. -Sì.- Convenne. -Il suo viso
farebbe pensare
così.-
-Però non lo è.-
-No.-
-Lloyd è un cognome tipicamente
inglese, eppure lui sembra essere irlandese.. Ultima cosa, signor
Lawliet. Com'è la fedina penale di quest'uomo?-
-Pulita.-
Rina sorrise. -Immaginavo. Dica,
non le pare un po' strano che un uomo con tali problemi di dipendenza
non abbia mai commesso nulla che violasse la legge?-
Lawliet si rabbuiò. -Sì, a
questo avevo pensato anche io.-
-Se ipotizziamo che il signor
Lloyd facesse uso regolarmente di sostanze stupefacenti, avrebbe
dovuto essere introdotto nel giro, e dunque avrebbe dovuto spacciare
piccole quantità di droga a sua volta.. Ma se anche
ammettiamo che
consumasse solo alcol, e che lo comprasse regolarmente in qualunque
pub o supermercato, è mai possibile che, ubriaco fradicio
dal
mattino alla sera, non abbia mai commesso passi falsi?-
-C'è da dire che sono parecchi
anni che il signor Lloyd non esagera più le
quantità come prima. Da
quando andò a farsi disintossicare, sette anni fa, il suo
stato di
salute è migliorato.-
-Ma lei ha detto che la sua
fedina penale è assolutamente pulita. Prima cosa faceva?-
A questo Thomas Lawliet non seppe
rispondere. Rina sorrise leggermente.
Il quel momento arrivarono le
loro ordinazioni. Il caffè – una brodaglia marrone
– fu servito
a Rina, e la cioccolata al poliziotto. Questi ringraziò,
dopodiché
aprì una, due, tre di bustine di zucchero e le
versò all'interno,
nonostante la presenza di una montagna di panna già
zuccherata. Rina
non poté fare a meno di storcere il naso.
-Non rischia un diabete?-
-La prego, vada avanti.-
-Probabilmente colui che pensiamo
essere Daniel Lloyd non è Daniel Lloyd.-
L'agente Lawliet si immobilizzò.
Ma fu solo un secondo, dopodiché iniziò a bere la
sua cioccolata.
-Intende dire che colui che crediamo essere Daniel Lloyd e colui che
lo è veramente si sono.. scambiati le identità?-
-Esattamente. So che è una cosa
possibile. Attraverso vie illegali, è chiaro. Io credo che
sia
avvenuto questo: il vero Daniel Lloyd si è messo in contatto
con
quell'uomo..- Rina indicò la foto -.. che da adesso in poi
chiameremo mr. x. Cercava qualcuno disposto a fare
uno scambio
di identità, perché sapeva bene di avere lasciato
tracce troppo
visibili dietro di sé, e con gli omicidi che stava
perpetrando
presto la polizia si sarebbe messa al suo inseguimento. Mr x, d'altra
parte, aveva bisogno di lasciarsi alle spalle il suo passato, pieno
di chissà quali sregolatezze. Quindi, avendo entrambi la
stessa età
e parecchie altre cose in comune, decisero di portare a termine
questo vantaggioso scambio. Daniel Lloyd era abbastanza sicuro che la
polizia non sarebbe mai giunta sino a lui. Chi avrebbe mai immaginato
una cosa simile? Quando Scotland Yard avrebbe capito che mr x non
poteva essere l'assassino, avrebbe accantonato la pista.-
-Tu però lo hai capito.-
-Devo interpretarlo come un segno
che sei d'accordo con me?-
Thomas Lawliet posò la tazza di
cioccolata. -No.- Disse. -È solo un'intuizione, che non ha
alcuna
base concreta.-
Rina rimase zitta.
-Tuttavia..- Proseguì lui -..
fino ad adesso non siamo giunti a niente con le piste che abbiamo
seguito. E ne abbiamo provate tante, credimi, una meno probabile
dell'altra. Per cui, per rimanere nell'ambito
dell'improbabilità,
perché non tentare anche questa strada?-
Rina fece un sorriso mesto. -Per
lo meno, dal tuo discorso non sembra che la mia idea sia totalmente
infondata.-
-Non penso che sia totalmente
infondata.- Le rispose lui. -Ne parlerò all'ispettore Brent
e ti
farò sapere cosa ne penserà, d'accordo? Se l'idea
gli piacerà,
faremo qualche verifica. Se non lo convincerà.. be', non
sono io che
decido, Rina. Posso chiamarti così?-
Rina annuì e sorrise.
-Certamente. Sei davvero gentile e ti ringrazio.-
A quella frase, anche Lawliet
sorrise.
Rina pensò che il suo volto era
completamente diverso, quando sorrideva.
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Buondì :) Cosa
ne pensate di questo capitolo? Onestamente ne sono abbastanza
soddisfatta (mentre non sono assolutamente soddisfatta di altri). Ma
fatemi sapere: qualsiasi consiglio/critica è sempre molto
ben accetto. Se c'è qualcuno che legge senza recensire.. per
favore, mi dica cosa ne pensa. Ho veramente bisogno di pareri.
Ringrazio coloro che hanno recensito e recensiranno,
Silvia