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Autore: LightsWillGuideYou    13/12/2014    0 recensioni
Sono passati ben 15 anni dalla fuga dalla prigione. Un sacco di cose sono cambiate, altre sono rimaste le stesse. Un sacco di persone se ne sono andate, altre cercano di resistere.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Carl Grimes, Daryl Dixon, Judith Grimes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! Scusatemi infinitamente per il tremendo ritardo, ma la scuola mi ha praticamente riempito le giornate. Come vi accorgerete, in questo capitolo ho deciso di non mettere flashbacks in modo da non ''rimepirlo'' troppo. Spero vi piaccia e vi prometto che in questi giorni, per farmi perdonare, pubblicherò anche il prossimo :)


-No, aspetta.. Come si fa il sol?-

Glenn alzò lievemente gli occhi al cielo e rise. Se c'era una cosa impossibile da fare, era insegnare a Judith come suonare la chitarra. Ci aveva già provato anni prima con Maggie, ma anche con lei era stato praticamente impossibile.. Doveva essere una particolarità delle donne, non riuscire a ricordarsi un paio di accordi.
Entrambi se ne stavano seduti sul porticato di casa Grimes, con Lori e Richard che giocavano nel prato lì davanti. Judith non conosceva molte canzoni, così Glenn si era limitato a prendere la prima che gli fosse venuta in mente, che in quel caso si trattava di ''Hey Jude''. Prese la chitarra fra le mani e mostrò per la centesima volta alla ragazza come posizionare le dita sulla tastiera.

-Avremo bisogno di un'altra chitarra, se vuoi imparare a suonare seriamente.. Non possiamo continuare a passarcela così ogni due secondi-

Judith guardò attentamente la posizione della mano del suo insegnante e, dopo aver recuperato lo strumento, la imitò goffamente, poggiando le dita una ad una sulla superficie di legno. Era incredibilmente difficile, imparare quel genere di cose. Tra l'album fotografico aveva anche trovato foto di quello che Sophia chiamava un ''violinista'', con in mano un oggetto simile ad una chitarra, solo con meno corde e decisamente più elaborato. Quello sì che doveva essere difficile da suonare..
Riuscì a tirar fuori un accordo decente e sorrise soddisfatta. Si voltò velocemente, cercando una qualsiasi persona con cui vantarsene, ma dietro di se' non trovò nessuno.
Abbassò le spalle tristemente e si voltò nuovamente verso il giardino. La verità era che stava cercando LUI ma che erano ormai tre settimane che non osava parlargli. Se avesse dovuto dire la verità, in quel momento, pensando lucidamente, avrebbe detto che il motivo del loro litigio era stata una cavolata. Ma lei ci teneva troppo a lui, e quello che aveva fatto l'aveva colpita veramente troppo. Aveva avuto bisogno di tempo per digerire la cosa e recuperare la calma, ed era arrivato il momento per lei di sistemare le cose.
Glenn controllò l'orologio al suo polso e vide l'ora.

-Cavolo, è tardi! Devo andare a vedere come sta Maggie. Continuiamo domani?-
-Certo.. Posso tenerla per esercitarmi un po'?-
-Sicuro! Fa attenzione a far bene gli accordi, o li imparerai sbagliati!-

Detto questo, si alzò velocemente e prese Richard per la vita, mettendoselo sulle spalle mentre il bambino rideva allegramente. Così anche Lori si alzò e, correndo come meglio poteva, si avviò verso le scale del porticato. Osservò l'altezza dei gradini con rammarico e puntò lo sguardo su Judith, che continuava a guardare la tastiera della chitarra come se non si fosse accorta di nulla.

-Zia Judith...-

La vocina di Lori arrivò alle orecchie della ragazza come un lieve richiamo che la bambina fosse stata costretta a fare per ragioni di vita o di morte. Rise lievemente ed alzò lo sguardo, guardando interessata la piccola e poggiando la chitarra ad un lato della sedia sulla quale prima era seduto Glenn. Le piaceva un sacco giocare con lei, dopratutto quando Lori cercava di fare tutto per conto proprio e non ci riusciva.

-Ma come.. Non ce la fai a salire da sola?-
-Dai!!-

Puntò le mani contro Judith e le fece segno di prenderla in braccio. Judith sorrise, scuotendo lievemente la testa, e scese i gradini andando a prendere la propria nipote. Si girò e fece appoggiare a Lori le braccia sulle spalle, in modo che la piccola si attaccasse da dietro. Con le mani, le prese la gambe ed insieme salirono le scale correndo e ridendo.
La bambina cominciò a canticchiare le note di Hey Jude, cercando di recuperare al meglio le parole.

-Hey Jude.. Zia, ma anche tu ti chiami Jude!-

La ragazza rise e poggiò la bambina sul divano del salotto, mettendola in piedi e sistemandole il vestito lievemente sgualcito.

-In un certo senso, piccola...-
-Quindi è la tua canzone!-

Judith adorava stare con Lori. I suoi ragionamenti naturali, i suoi buffi modi di fare, la mettevano sempre di buon umore. Le diede un lieve bacio sulla fronte e le arruffò i capelli chiari.

-Mh.. Mi sembra di sentire uno strano odorino dalla cucina. Che ne dici di andare a vedere cosa sta preparando la mamma mentre io vado a vedere come sta Miles?-

La bambina alzò il naso ed annusò profondamente. I suoi occhi si illuminarono all'odore invitante e saltò giù dal divano correndo in cucina. Judith sorrise un'ultima volta, prima di uscire di casa e di andare verso l'abitazione di Daryl.

 

-C'è nessuno?-


La voce di Judith risuonò per tutta la casa, ma nessuno sembrò rispondere. Conoscendo Miles, a quell'ora lui si sarebbe già trovato al piano di sotto, curioso di capire che cosa portava la ragazza ad entrare lì dentro. Però nessuno di mosse, così Judith suppose che la casa era vuota o che Miles stesse dormendo. Si avviò allora al piano superiore, entrando nella stanza del ragazzo e scoprendo che era vuota. Si guardò un po' attorno e notò che anche le sue armi mancavano. Probabilmente aveva ricominciato i turni di guardia o era andato in esplorazione con Carl. Sarebbe stato da stupidi mandarlo via dopo quello che era successo, ma non commentò. Vide il letto completamente pieni di libri, rullini di foto finiti e una vecchia macchina fotografica appoggiata cautamente sul cuscino. Sospirò, sentendo finalmente di nuovo l'odore del ragazzo in tutta la stanza. Solo in quel momento si rese conto di quanto gli fosse mancato e di quanto aveva bisogno di parlare con lui in quel momento. Eppure lui non c'era.
Si voltò verso il muro della porta e vide tutta la superficie tappezzata di fotografie. Richard e Lori che giocavano, Daryl e Carl che portavano un cervo nel giardino per pulirlo, o Andrea che trasportava con Beth un paio di scatole mediche dentro l'ambulatorio. Ma solo dopo si rese conto di chi fosse il soggetto principale di tutte le foto. Lei. In alcune giocava con Lori, in altre leggeva un libro sul porticato di casa, ed in altre correva verso un Carl sporco di terra appena tornato da una battuta di caccia. Judith si portò una mano alla bocca e rimase quasi sconcertata nel vedere come le foto fossero estremamente precise e ben calcolate quando c'era lei come soggetto principale. Ne prese una e la osservò, cominciando a provare una specie di ansia nel petto mai provata prima. Non poteva parlarci quel giorno.. Non era pronta. Che cosa gli avrebbe detto? Aveva sbagliato tutto, sin da quando se l'era presa per quello che era successo. Solo in quel momento aveva compreso le parole di Miles quando le aveva detto che lo aveva fatto per proteggerla, e si rese conto che non era ancora pronta a parlare con lui.. Si sentiva una perfetta idiota. Attaccò nuovamente la foto al muro e si avviò verso la porta. Stava per uscire, stava per liberarsi da quel peso che le riempiva il corpo, ma proprio quando si trovava a due centimetri dalla porta, Miles svoltò l'angolo e si ritrovarono faccia a faccia l'uno con l'altro.
Miles sgranò gli occhi e fece un mezzo passo indietro. Judith rimase ferma immobile, mentre le sue mani cominciavano a tremare lievemente.

 

Carl sospirò e si passò una mano fra i capelli. Erano cresciuti molto, ultimamente. Nei primi anni dei vaganti, c'era stata Lori che glieli tagliava una volta al mese, ma da quando era morta non glieli aveva tagliati più nessuno. Teneva la testa bassa e pensava, senza neanche fare attenzione alla sua sezione di guardia. Daryl, accanto a lui, sembrò accorgersene ed inarcò un sopracciglio.

-Ehi.. Tutto a posto?-
-No, non proprio.-

Carl si voltò verso l'uomo e sistemò il cappello di Rick in testa.

-Che facciamo se qualcuno finisce come quel tizio che ha attaccato Miles? Voglio dire.. La gente sta cominciando a diventare pazza..-

Daryl sospirò e guardò davanti a se'. Capiva perfettamente il rammarico di Carl. Dopotutto era stato un bel colpo anche per lui e si era sentito dannatamente in colpa, però non c'era bisogno di preoccuparsi.

-Ascoltami, Carl.. Rileyland è piena di gente tosta, che non si è lasciata prendere dalla paura per 16 anni.. Secondo te dovremmo cominciare proprio ora?-
-Io non mi preoccupo di noi adulti. Io mi preoccupo di Judith, Lori e tutti i bambini che arriveranno mai. Dopotutto Miles lo ha conosciuto il mondo senza i vaganti. Che succederebbe se un giorno desse di matto e facesse del male a mia sorella?-
-Ah, ho capito..-

Daryl si portò una mano sulla bocca e cercò di nascondere una lieve risata. Carl sembrò comunque sentire e si voltò di scatto.

-Che c'è da ridere?!-
-Chi? Io? Niente!-
-Daryl Dixon!-

A quel richiamo improvviso, Daryl non potè fare a meno di mettersi a ridere ancora di più. Si piegò sulle sue gambe e lasciò andare la risata. Si voltò verso Carl e notò che lo stava guardando come se fosse pazzo. Così si ricompose e si schiarì la voce.

-Tu, amico mio, hai paura che succeda qualcosa fra Miles e Judith, quindi il tuo cervello sta elaborando tutte le possibili alternative per trovare un modo per dividerli. Dico male?-

Carl rimase a bocca aperta e si zittì. Si schiarì la gola e tornò a guardare il suo fucile. Sì, era protettivo nei confronti di Judith, ma non gli era neanche mai passato per la mente quel genere di cose.

-Stai delirando, Daryl..-
-Sì certo, come no.. Ascoltami, Carl: ho cresciuto Miles e ti posso dire che se c'è una persona adatta a tua sorella, quella persona è lui. Non darà di matto e non farà del male a Judith. Capito?-

Carl gli diede un veloce sguardo ed abbassò la testa, annuendo lievemente.

 

 

-Che ci fai qui? Qualcosa non va?-

Judith rimase in silenzio, cercando le parole migliori da dire a Miles. Semplicemente non sapeva che cosa dire. Di punto in bianco, vedeva Miles in un altro modo. Probabilmente lo aveva sempre visto così ma non se ne era mai accorta, ed adesso la sua presenza la metteva in agitazione.

-Ehm.. No, niente. Volevo semplicemente dirti che mi dispiace, che sono stata una stupida e che ho capito perchè ci tieni tanto a proteggermi.. Tutto qui, ci vediamo in giro!-

Judith riprese fiato dopo quel gigantesco sforzo di mantenere la calma e fece per uscire dalla stanza il più velocemente possibile. Miles la guardò passargli accanto per poi fermarla prontamente con un braccio. La ragazza osservò prima la mano sul sul braccio e poi spostò lo sguardo verso gli occhi di Miles. In quelle tre settimane passate sembrava essere cambiato. Sembrava più maturo, più sicuro di se' e in grado di prendersi cura delle persone che amava..Ormai la cicatrice si vedeva veramente poco, era soltanto una riga bianca che passava dal suo sopracciglio ed arrivava a pochi centimetri dall'occhio. In qualche modo lo rendeva ancora più bello di quello che poteva essere già di suo. Il ragazzo sospirò e Judith rabbrividì cercando di immaginarsi che cosa le poteva dire di tanto importante.

-Aspetta.. Anche io ti devo parlare.-
-Miles, non rendermi le cose più difficili. Ti ho già chiesto scusa e quello di cui dovevamo parlare lo abbiamo detto. Quindi perfavore lasciami andare.-
-Non sperare di cavartela così, Grimes. So che te ne sei accorta!-
-Accorta di cosa? Sei fuori di cervello?!-

Miles alzò gli occhi al cielo, sbuffando e voltando lo sguardo da un'altra parte. Aveva bisogno anche lui di coraggio. Chiuse gli occhi per un secondo e sospirò, prendendo con la mano libera la schiena di Judith e tirandosela vicino. La ragazza sgranò lievemente gli occhi e lo guardò per un lungo momento. Il ragazzo non sapeva se continuare o lasciarla andare. Aveva la possibilità di dimostrarle finalmente tutto, eppure qualcosa lo fermava. Aveva paura che Judith non ricambiasse, che non lo avrebbe mai perdonato, eppure sentiva il bisogno di farlo. Ma mentre pensava a tutte quelle varianti, qualcosa nello sguardo della ragazza cambiò. Le sue braccia sembrarono rilassarsi ed i suoi occhi si velarono di lacrime. Ed allora Miles capì quello che stava succedendo, e sentì in un certo senso il via libera.

Entrambi si avvicinarono sempre di più, arrivando finalmente a toccarsi con le labbra, e chiusero gli occhi. Istintivamente, Judith posò un braccio sulla spalla di Miles, mentre questo glielo liberava dalla sua presa. Entrambi iniziarono a sentire un nuovo calore mai provato fino a quel momento. Il ragazzo teneva le braccia strette attorno al corpo di Judith come se la dovesse proteggere da una qualsiasi entità che li voleva separare, e quella stessa stretta faceva sentire la ragazza al sicuro come quando Rick la abbracciava da piccola. Era il primo bacio per entrambi, eppure sembrava che fossero nati per farlo, l'uno con l'altra. Era stato un lungo percorso, eppure ci erano finalmente arrivati. Miles, che fino a quel momento aveva tenuto in spalla tutte le armi, finalmente se ne liberò e, senza dividersi da Judith, chiuse la porta della stanza.

  
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