«Ok,
Hinata. Dimmelo ancora. Ho l’assoluta urgenza di sentirmelo dire un’altra
volta»
gambe
lunghe e snelle, lasciate appositamente scoperte dalla corta gonna
s’accavallarono.
«beh…
l’istituto apre fra cinque g-giorni, Ino-chan»
lunghi
quanto scuri capelli lisci vennero scossi da un sussulto, all’urlo disperato
che si levò conseguentemente.
«Non è
possibile! Come farò?! Come farò! Non ho neanche comprato il libro che dovevo
leggere per compito! Nessuno sano di mente riuscirebbe a finirlo in cinque
giorni! Oddio!»
in quel
momento, non era un mistero per nessuno il fatto che Ino Yamanaka non avesse
fatto assolutamente nulla durante le vacanze estive e, per di più, non si fosse
preparata all’incombente inizio scolastico.
«Io l’ho
letto in tre giorni, il libro. È molto interessante»
un paio
di occhi verdi sorrisero, coperti per un attimo dalle palpebre velate di
leggero ombretto rosa.
«pronto?!
Io ho detto sani di mente, Sakura. Non è una novità che tu, sana di mente, non
lo sei. Stai con quel dispotico di un Uchiha!».
Hinata
sospirò, socchiudendo gli occhi chiari e piegando le labbra in un leggero
sorriso.
Si
prospettava un nuovo, lungo ed interessante anno scolastico.
.Tutto Ciò che c’è da Dire.
.Capitolo Cinque.
Con un leggero fruscio, la finestra della camera da letto
si aprì lentamente, spinta ed aiutata da un leggera alitata di vento. La brezza
notturna non era poi così fredda come annunciavano i meteorologi al
telegiornale, bensì tiepida, quasi piacevole. Spinse pacatamente le tende rosso
rubino che coprivano il legno dei cardini della finestra, facendole frusciare
leggermente e scostare dal loro posto.
Da quella postazione in cui lei si trovava, era possibile
intravedere – tende permettendo – il cielo oscurato dalle tenebre della notte,
illuminato più che fiocamente dalle sporadiche stelle che si vedevano a causa
dei numerosi lampioni stradali.
Era stesa su quel letto a baldacchino dal legno di mogano
e le tende, rilegate ai piccoli pilastri del letto posto negli angoli, color
panna. Le bastava solo guardarsi intorno per capire che quella non era casa
sua. A prescindere dai muri che, completamente nell’ombra, sembravano grigio
scuro se non totalmente incolori, ma il lusso con il quale era rivestita quella
camera, non poteva appartenere altro che alla magnificenza degli Uchiha.
Parlando in termini finanziari, probabilmente avere Sasuke Uchiha ai propri piedi – le piaceva pensarla così, da brava femminista qual’era – si poteva rivelare una grande benedizione. Ma, ricordandosi che di finanziaria non gliene importava proprio un bel niente, Sakura Haruno si strinse nelle spalle nude, lasciando che un lieve sorriso aleggiasse sulle labbra sottili e ancora brillanti di quel poco di lucidalabbra che era rimasto.
Era stata una serata (e una nottata, aggiunse, maliziosa)
decisamente lunga.
Convinto dalle pressanti moine di Sakura, Sasuke aveva
messo a disposizione la sontuosa residenza Uchiha per un piccolo – a parole di
Sakura – e veloce raduno fra amici, vecchi e nuovi.
L’Haruno sorrise colpevole al solo pensiero, ricordandosi come se quella scena fosse avvenuta dieci secondi prima, l’espressione dell’Uchiha non appena aveva visto Naruto Uzumaki e Ino Yamanaka varcare con decisione il portone di casa sua. Oppure non proprio i due soggetti, più che altro ciò che portavano: birre e alcolici.
«La sai una cosa, Sakura? Quando i miei mi avevano detto che sarei dovuto rimanere in casa da solo avevo pensato a qualcos’altro da fare» s’inasprì Sasuke Uchiha, guardando sfilare Hinata Hyuga con un sorriso timido davanti a lui per sgattaiolare affianco ad Ino, già nella sala dove si sarebbe tenuto quel piccolo raduno.
Sakura scrollò le spalle, sorridendo melliflua ed
ingannatrice.
«stavi pensando a qualcosa di più intimo fra te e me,
Sasuke-kun, uhm?» domandò con un cipiglio malizioso, avvicinandosi a lui in
modo pacato e formale. Il giovane sbuffò scontroso, come avveniva da una
ventina di minuti. Scosse la testa, richiudendo la porta di casa ed
incamminandosi verso il soggiorno.
«a dire il vero no. Pensavo di stare con te e fare
qualcosa di intimo con te, che sono due cose diverse. Non prendermi per il
pervertito che non sono» terminò atono, girandosi appena per osservarla da
sopra la spalla.
Sakura soppesò le parole da dire ma, non trovando nulla di
esauriente per colmare quel silenzio, decise di optare per il correre
lentamente verso l’Uchiha e di afferrargli la mano.
Da quel giorno estivo a casa sua, sotto la doccia, Sasuke
era cambiato visibilmente.
Se prima si manteneva sulle sue, faticando quasi a
chiamarla per nome, ora riusciva persino a fare qualche frecciatina ironica in
sua presenza – e non solo in quella di Naruto, come affermava fieramente
quest’ultimo.
Inoltre sembrava divertirsi a stare con lei. Non si faceva
problemi a chiamarla al telefono di casa, a presentarsi a sorpresa chiedendole
di uscire e affibbiarle qualche soprannome come lei, a volte, faceva con lui.
Mentre Sasuke le stringeva la mano, Sakura si sentì
infondere da una strana quanto fervida felicità.
E le venne in mente che, se poteva giudicare da quel
comportamento, Sasuke Uchiha stava facendo sul serio.
Giusto perché ogni capriccio di Sasuke era un ordine, dopo il raduno che si era rivelato se non altro un festino dove chi non si ubriacava veniva preso in giro, Sakura si sentì in dovere di esaudire la prospettiva che Sasuke aveva avuto di quella serata. Non che poi le dispiacesse, al contrario.
Si voltò un poco, facendo rotolare stancamente la testa
sul cuscino accaldato, giusto per guardare l’orologio che segnava le tre e
mezza precise. Ritornò alla sua posizione iniziale, muovendo un poco le gambe
incastrate fra quelle di Sasuke e attorcigliate nelle lenzuola, facendo
strofinare pelle su pelle.
Tirò su le coperte, nascondendo con un mugugno stanco il
seno nudo e ancora acerbo e coprendo, quasi con un gesto materno, l’addome
dell’Uchiha che, evidentemente stanco, dormiva profondamente.
Poggiò infine la testa sul cuscino, i capelli resi di un
colore neutro dall’ombra sparsi sulla stoffa, le braccia strette a quello
destro di Sasuke, in un vano tentativo di avvicinarlo maggiormente.
Si accoccolò alla meno peggio accanto al fianco del
ragazzo, cercando calore o forse solo un posto in cui rifugiarsi dal buio – suo
nemico fin dall’infanzia. Non seppe dirlo, seppe solo che, vicino al calore di
Sasuke e all’odore carezzevole e delicato della sua pelle, chiudendo gli occhi
perse presto coscienza di sé, per abbandonarsi in quel mondo dei sogni che,
scherzo della vita, non era invidiato per nulla dalla realtà.
Non era stata sua l’idea della festa, pensò amareggiato
Sasuke con un occhio aperto ed uno chiuso, quasi volesse dire “ehi, sono ancora
nel mondo dei sogni ma sono comunque sveglio, parlatemi”. E si sorprese di se
stesso quando comprese, alla bellezza delle sei del mattino, che la festa era
il suo primo pensiero della giornata. Tento di strofinarsi gli occhi con i
pugni chiusi ma presto, notò che era fisicamente impossibilitato.
«Sakura…» chiamò con tutta tranquillità, senza reprimere
uno sbadiglio che fece estendere maggiormente l’espressione insonnolita del suo
volto. Non fu stupito dall’assenza di risposta e chiuse gli occhi, troppo
stanco per poter fare qualsiasi cosa. Ebbe solo la forza di sbattersi la mano
libera in faccia, tentativo piuttosto rude di riprendere conoscenza e di capire
che, maledetta scuola, avrebbero dovuto alzarsi in quel momento.
Si voltò pigramente vero l’altro lato del suo spazioso
letto, vedendo finalmente la causa della sua costrizione nello stare steso. Con
gli occhi fermamente serrati, le labbra dischiuse per respirare e le mani
strette intorno al suo braccio, Sakura Haruno stava beatamente dormendo,
incurante della sveglia che, fastidiosa, poco prima aveva costretto alla veglia
Sasuke. Quest’ultimo sbuffò annoiato, prima di accennare un’ombra di sorriso
intenerito da quella visione. Con la mano libera le mosse lentamente la spalla,
senza riscuotere ancora alcun risultato plausibile. Sbuffò nuovamente,
scostandole con tocco leggero ciuffi di capelli rosati da davanti al viso. Le
regalò una carezza lieve, sorridendo per le imprecazioni che sicuramente
avrebbe sentito da lì a due minuti quando finalmente sarebbe riuscito a
svegliarla.
«Sakura. Svegliati» borbottò con tono più deciso,
corrugando le sopracciglia scure nel costatare che il suo richiamo non destava
dalle dolci braccia di Morfeo la fanciulla al suo fianco.
“Ma con che cosa la svegliano al mattino? Cannonate, bombe
atomiche, fine del mondo…?” non riuscì a rispondersi e, con cautela, tentò di
filare il braccio dalla presa ferrea di Sakura: ci riuscì.
Si alzò a sedere, ancora indolenzito dalla posizione
scomoda utilizzata per dormire, coprendosi nell’intimità con il lenzuolo dalla
colorazione chiara. Gli occhi di tenebra cercarono i boxer dispersi in chissà
quale angolo della stanza, lanciati da quella schiavista che ancora tranquilla,
dormiva sul letto. Li trovò poco distanti dalla finestra e, con un classico
sbuffo che lo accompagnava in quella routine, si alzò dal letto e li indossò in
tutta velocità, un lieve rossore a coronare silenziosamente l’imbarazzo.
Poi, si girò verso Sakura.
Roteò gli occhi verso il soffitto, imbronciando vagamente
le labbra in un classico broncio che aveva dell’infantile e, con passi felpati
ma impetuosi, si avvicinò al letto, pretendendo con quel solo gesto di
svegliare l’addormentata che, serenamente, sembrava caduta in un eterno sonno.
Decise che avrebbe dovuto fare un qualcosa per
poterla svegliare davvero: se le maniere gentili non erano bastate, avrebbe
dovuto passare alle maniere forti. Non poté fare a meno di sorridere sghembo,
inarcando lievemente le sopracciglia scure e comandando alle gambe di piegarsi
sopra al letto, in modo tale da poterci salire.
Mai sottovalutare un Uchiha. Mai permettere ad un elemento di quella famiglia di potersi vendicare.
Francamente parlando non
sapeva bene cosa avrebbe dovuto fare, né quali fossero le sue reali intenzioni.
Si limitò a seguire ciò che il cervello diceva, seguendo alla lettera ogni
ordine che la mente imponeva.
Salì carponi su Sakura,
le gambe leggermente divaricate per permettere a quelle della ragazza di stare
in mezzo. Poggiò le mani sul materasso, stringendo le lenzuola per mantenersi
in equilibrio e strisciò lentamente e silenziosamente – non che ce ne fosse
bisogno, a dire il vero, annotò mentalmente frustrato – fino a quando il suo
naso non sfiorò delicatamente quello dell’Haruno.
Sentì distintamente il
suo lieve e dolce respiro battere sulle labbra un poco secche, e le inumidì
leggermente con la punta della lingua. Studiò il viso rilassato della giovane,
scrutandone ogni particolare:
la lunga frangia che le
copriva quel poco che bastava per intravedere la palpebra chiusa, l’ombra
creata dai capelli sull’ampia fronte, le sopracciglia debolmente inarcate, le
guance pallide colorate fiocamente di rosso (dato sicuramente dall’alcol che la
sera aveva mandato giù abbondantemente), le labbra scarlatte vagamente gonfie
ed il petto che, pacato, si alzava ed abbassava al ritmo del respiro
controllato.
Strinse le labbra,
tirandole in una linea dritta e soddisfatta, avvicinando con cautela il viso a
quello di Sakura, fino a sentire le lenzuola sfiorargli l’addome tiepido ed il
naso scontrarsi piano con quello di lei. Posò la bocca sulla gemella
appartenente all’Haruno, lasciando che gli occhi – forse un po’ stanchi, forse
un po’ desiderosi – si chiudessero e gli permettessero di assaporare quel bacio
mattutino con gli altri sensi, eliminando la vista.
Schiuse un poco le
labbra, lasciando scivolare fra di esse la lingua che passò lasciva sulle
labbra di lei, anch’esse un poco divaricate per permetterle di respirare, ed
andò a carezzare con questa la parte superiore di quella bocca che sapeva un
po’ di alcol, un po’ di lucidalabbra.
Sorrise
impercettibilmente sentendo la lingua di Sakura cercare la sua, carezzarsi
piano e spingersi nell’antro della sua bocca, per approfondire meglio quel
bacio. A dispetto delle sue volontà, l’Uchiha si allontanò con un schiocco,
facendo leva sulle braccia ed osservandola dall’alto della sua posizione.
«A quanto pare ti sei
svegliata, eh?» domandò retorico, inarcando ironicamente un sopracciglio ed
alzandosi sulle ginocchia, con l’intenzione di scendere dal letto.
Per tutta risposta arrivò
un mugugno assonnato e Sakura si rigirò fra le coperte, stiracchiando braccia e
gambe.
«evidentemente… sì» borbottò
cupa, ben consapevole del motivo di quella fretta nello svegliarsi e nel
prepararsi. Sbuffò sconcertata, azzardando un’occhiata verso Sasuke e
reprimendo l’istinto di afferrargli la mano e di spingerlo nuovamente su di sé.
Purtroppo sapeva bene dove sarebbero finiti se avesse fatto così.
«scusa per ieri sera…»
bisbigliò in tono quasi mortificato la ragazza, battendo ciglio un paio di
volte, infastidita dall’insistente luce solare che batteva con prepotenza sui
suoi occhi di smeraldo. Sasuke alzò gli occhi al cielo, per nulla intenerito da
quella richiesta di perdono e azzardò con sicurezza qualche passo verso
l’armadio, aprendo con decisione le ante e concentrandosi sulla scelta dei
vestiti.
«sì, sì… muoviti ad
alzarti. Di certo non aspettano te per iniziare le lezioni» disse atono, senza
nemmeno girarsi per guardarla negli occhi. Sakura sorrise di un sorriso che la
sa lunga, spostando con grazia le lenzuola dal suo corpo e cercando con vago
interesse l’intimo per terra.
Troppo orgoglioso per dire “non fa nulla, mi sono comunque divertito”. Glielo si leggeva negli occ… nella schiena che in quel momento le volgeva, nuda e calda alla sola vista.
«Sasuke…» chiamò con voce maliziosa l’Haruno, alzandosi dal letto ed avvicinandosi al giovane con fin troppa calma. L’Uchiha poté giurare di non aver mai pensato che Sakura, in fondo in fondo, potesse essere… così.
«…eh?» domandò scocciato
afferrando i pantaloni lunghi e neri della divisa scolastica. Sentì le mani
tiepide di Sakura allacciarsi intorno alla vita, le labbra di lei scivolare
lungo le sue spalle larghe.
La ragazza trattenne un
sorriso, com’era solito fare Naruto prima di commettere una delle sue.
Uchiha o non Uchiha, gliel’avrebbe fatta pagare per tutte le cose non dette.
«Chupa» squittì seriamente divertita al suo orecchio, prima
di mettere uno dietro l’altro veloci passi affrettati.
«…Inuzuka morirà per
questo. E tu dopo di lui!»
Ritornare in classe
suscitò in Sakura una strana sensazione.
Lanciò un’occhiata
neutrale ai banchi, individuando il fatidico banco.
La prima volta che aveva
baciato Sasuke era stata lì. E, come il primo bacio, lì Sasuke le aveva passato
per la prima volta un bigliettino, chiedendole di uscire.
Sorrise, la testa persa
chissà dove e su quale pianeta, mentre le orecchie percepivano poco
distintamente le lamentele di Ino che, al suo fianco, gemeva sconfortata per
l’imminente inizio dell’anno scolastico.
Si sedette al classico
banco che occupava da circa quattro anni, terza fila a destra con il
“confortante” supporto del muro durante le lezioni più noiose. Non era di certo
un cuscino, ma durante matematica era la cosa più comoda che avesse per
dormire. Ed Ino di fianco a lei, insieme ad Hinata, seduta subito dietro
insieme a Tenten. Naruto, come al solito, si era precipitato sul banco accanto
a quello di Sasuke che, con uno sbuffo seccato, dovette spostare il suo zaino
poggiato del tutto casualmente sul banco
affianco – tentativo inutile di dichiararlo occupato e di vietare all’Uzumaki
di occuparlo.
Kakashi Hatake entrò in
classe, con i suoi classici venti minuti di ritardo.
Ino Yamanaka si giocò
seduta stante la giustificazione per evitare l’interrogazione.
Naruto Uzumaki sfilò
depresso fino alla lavagna, interrogato.
Kiba Inuzuka rideva per
le sfortune dell’amico, ignaro di ciò che gli sarebbe capitato da lì a breve.
Hinata Hyuga, studentessa
modello, tentava di suggerire a Naruto in crisi.
Sasuke Uchiha
sogghignava, premeditando chissà quale vendetta.
Sakura Haruno non poté
fare a meno di sentirsi felice.
Non era cambiato granché.
Semplicemente, tutto ciò
che c’era da dire, finalmente, era stato detto.
«Zitte un attimo ragazze, mi squilla il cellulare… oh, è Sasuke»
Sakura osservò perplessa il display del cellulare, le labbra che irrimediabilmente si piegavano in un sorriso naturale ed emozionato, ancora dopo tanto tempo.
Ino sospirò infastidita, volgendo lo sguardo ceruleo su Hinata che si stringeva nelle spalle, la cannuccia del frullato fra le labbra morbide e carnose.
«Pronto… ah, ciao Sasuke! Sono con Ino e Hinata…sì…»
la Yamanaka alzò la mano, sventolandola civettuola davanti al viso come per dire “sé, tiriamocela” ed Hinata trattenne una risatina divertita. In quel periodo Ino sembrava così di buon umore che era un piacere parlare con lei. Evidentemente aveva ottenuto ciò che voleva: aveva avuto una lunga e passionale storia con Shikamaru Nara – e che storia – ma infine avevano deciso di rimanere solo amici.
Ed ecco un certo Kankuro come nuovo schiavo Yamanaka.
«ehm… una cosa così importante che non puoi aspettare a dirmi? Sì…»
Ino scoccò un’occhiata ad Hinata.
«avrà deciso di chiamarla “amore”, tsè»
sibilò seriamente schifata.
«…le dirà “ti amo”, Ino-chan…»
assicurò la Hyuga curiosa.
«…puoi ripetere Sasuke? Non… eh?»
Ino e Hinata inarcarono le sopracciglia, osservando Sakura incupirsi improvvisamente. Poi, l’esplosione.
«INUZUKA TI AMMAZZO!»
…
Sasuke chiuse la telefonata con un sorriso soddisfatto.
Un Uchiha accetta ma non dimentica.
Vendetta era stata fatta.
End.
…non vi appioppo nessuna
scusa per giustificare il mio ritardo. Chiedo solo perdono ç_ç.
È un capitolo corto,
inutile ed insensato. Ma pieno zeppo di SasuSaku come piace a me. Divertente,
sensuale, amichevole, leggera, frivola.
Per una volta via angst e
depressione, suvvia xD
Spero che lo gradiate,
visto che i personaggi mi sembrano giusto un poco (ma solo un po’, eh) OOC xD
Solo due piccole spiegazioni:
1) la storia del “chupa” è una stronzata. Ma mi serviva
visto che questo capitolo è dedicato ad una persona particolare, e non potevo
fare a meno di metterlo. Ciò che Sasuke ha detto a Sakura al telefono,
ovviamente, è “chupa”. E tutti odiano Kiba per questa parola, perché la usa
soprattutto lui XD
2) Ino: sta con Shikamaru perché… perché quel piccolo
accenno è per Aka e Luly. Sta con Kank perché, quel misero accenno, è per Rò.
Una via di mezzo mi è sembrata la cosa migliore XD
Dedicato a
SakuraChan92: consideralo come la
seconda parte del tuo regalo di compleanno =.= non c’è lemon, okay (quello era
nella prima =.=) però c’è il… uhm… definiamolo “meoH =ç=” ed il “CHUPA” che ti
piace tanto. E poi dovevo dedicarlo per forza a te. Senza di te non avrei mai
riso così tanto per la scena con le Yaoi fan alla fumettopoli (*scena* fan
yaoi: SasuNaru spacca! Rory&Lau: SASUSAKU POWER! GRRR! Fan yaoi: ok…O.O). ti voglio bene Tra[O]llallà! XD
E grazie tante a chi ha
seguito questa fanfic, che agli esordi era solo una shot senza senso ed è
divenuta una mini long-fic XD Grazie davvero ragazzi.
Vi adoro ad uno ad uno.
Specialmente grazie a
coloro che hanno recensito:
Hila92 (ricordati che le pantere sono NERE non rosa XD)
Crusade (*-* grazie, grazie!)
Bambi88 (…Ino sta con Kankuro. Ino sta con Kankuro. Shika
l’ha lasciata per Tem, te lo dico io)
Kry33 (beh, come vedi Sakura ha la doppia personalità.
Dopo un po’ di tempo via l’imbarazzo et voilà malizia!)
Poppetta714 (sì, SasuSaku power =ç=)
Celian4ever (sì, metal =ç=)
Sasukina94 (eh, chi non vorrebbe essere al posto di Sakura,
sotto la doccia? XD)
Terrastoria (tranquilla adorata. Ogni tuo sbaglio è un onore per
me U.U)
Nicole_chan (grazie mille tesoVo, grazie *///*)
Martnyny (io regina delle SasuSaku? *///* grazie! Appena
potrò, leggerò la tua storia, promesso U.U)
Sae (io aspetto la mail. Aspetto come la moglie che
attende il marito andato in guerra ç_ç)
Miss England (ricomponiti O////O mi servi tutta intera, mica
sciolta XD)
Kira33 (invidiami U.U io credo sempre e comunque nel
SasuSaku. Ogni esitazione è una battaglia persa U.U)
AtegeV (…Ino stava con Shika. Stava con Shika e Kankuro è
solo un trastullo *smile* ama il SasuSaku che fa bene!)
Kimi (non ti preoccupare. Se ti aspetta la fisica, da me
attende psicologia. Damn!)
Deliaiason88 (*___* tutto ciò che ho da dire!)
Nana93 (avrei dovuto alzare il rating per la lemon U.U però
gustati il dopo-lemon XD)
E un grazie aggiuntivo a
coloro che hanno messo questa fanfic nel preferiti <3
Ricordate: SasuSaku POWER! ‘cause SasuSaku is METAL!
(…and Hentai U///U)
Ps. Scusate eventuali
errori. Ormai appena finito di scrivere non ricontrollo più XD
Rory.