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Autore: Ladyoftherainbow    14/12/2014    2 recensioni
Ai cadetti dei Machine Robo Rescue è stata data la possibilità di passare un anno in una delle più prestigiose scuole del Giappone.
E tra litigi, amicizie e nuovi amori e vecchie minaccie che si risvegliano, quest'anno sarà indimenticabile.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9: LA FIGLIA DEL COLONNELLO

“Quindi non puoi venire a scuola?” chiese Taiyoh, al mattino ad Asso. Lui diede qualche colpo di tosse. Makoto rabbrividì. “Credo di essermi preso una piccola influenza.” Makoto cominciò ad allontanarsi furtivamente. “Cosa è successo, ti sei divertito troppo, ieri?” chiese Jay. Per un attimo Asso prese in considerazione l’idea di sputare il rospo. “Non sono uscito con lei, ieri sera.” Cominciò. “Ma poi è scoppiato un’incendio e ho chiamato Fire.” Tutti drizzarono le orecchie. Taiyoh chiese “Di che origini era l’incendio.” Asso sospirò. “Ignote.” E si morse le labbra. Avrebbe voluto rispondere dicendo la verità, ma...

Jay lo osservava da lontano. Lui se ne accorse e fece un bel starnuto. Makoto saltò “Meglio andare, prima che ci becchiamo qualcosa anche noi...” fece, pallido. Ringrazio il cielo per la fobia delle malattie di Makoto. Pensò Asso. Taiyoh gli augurò di rimettersi in fretta e spinse Jay fuori, non prima che quest’ultimo gli ebbe tirato uno strano sguardo.

Rimase a letto, in ascolto, fin quando non li sentì lasciare la casa. Poi lentamente, scese dal letto e si diresse al piano superiore. Controllò che nessuno fosse rimasto a casa e andò verso la soffitta. Prese un respiro profondo ed aprì la porta.

Si era immaginato di trovarla lì a dormire, ma trovò il letto vuoto. Controllò se per caso avesse lasciato un messaggio. Niente. Perfino il suo messaggio del giorno prima era scomparso. Ma lei non poteva essersene andata. Ebbe un’illuminazione. Si sedette a terra e disse: “Ehi... sono io.” Non appena ebbe pronunciato queste parole, si sentì un rumore provenire da sotto il letto e la ragazza sbucò. Aveva ancora i vestiti del giorno prima ed era sporca e odorava di fumo. Ma era ancora sana e salva. Lei lo guardò per qualche instante, poi disse “Tu sei Asso?” Lui annuì. “Grazie.” La voce di lei era così leggera e fragile! Lui la guardò un attimo. “Che ne dici di farti un bagno? Ti darà energia, vedrai.” Lei arrossì, di botto. “Non con te.” Lui diventò paonazzo. “Ovvio che no! Figuriamoci!” Lei si rilassò. “Daccordo.” Tentò di rialzarsi, ma cadde nuovamente a terra. Lui la prese lentamente tra le braccia. Lei si dibattè un poco, come un piccolo gattino che credeva di essere un leone. Lui la ignorò e prese il proprio asciugamano. Una volta in bagno riempì la vasca di acqua calda e le diede il proprio bagnoschiuma. Poi le disse: “Questo è lo shampoo di Sayuri. Credo che ti andrà bene, la tonalità dei capelli e quasi la stessa. E usa anche il balsamo.” E si allontanò in fretta.

Dopodichè, prese qualche vestito smesso di Alice. La corporatura era quasi la stessa, solo che Cleopatra era leggermente più piccola. Le lasciò i vestiti sul letto e si diresse in cucina. Non sapeva cosa sarebbe potuto piacere alla ragazza. Decise dunque ti preparare un pò di tutto. Preparò dei cereali e latte, frutta e succhi di frutta, fette di pane con la nutella e altre confetture. Ci mise quasi un’ora a preparare il tutto.

All’improvviso,mentre scaldava il latte, sentì un leggero colpetto di tosse. Si girò e si bloccò. Davanti a lui si trovava la ragazza più bella che avesse mai visto. I lunghi capelli castani le scendevano sinuosi sulle spalle. La pelle era abbronzata, come se passasse molte ore al mare. Gli occhi verdi risplendevano. La corta minigonna che si era messa le calzava perfettamente, mettendo in mostra un paio di splendide gambe, completamente depilate e dei piedini nudi. Amcje la T-shirt le donava un sacco. Era splendida.

Asso non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Era bellissima, mozzafiato, letteralmente. Lei si raschiò nuovamente la gola. “Non va bene?” chiese, la voce incerta. Asso riuscì a tornare in se. “No, no... sei perfetta. Ehm, cioè mozza.. . la colazione è pronta.” Arrossì fino alla punta dei capelli. Poi le indicò la tavola. Lei si buttò, letteralmente sul tavolo della cucina. Lui la osservò mentre si abbuffava. Stava mangiando di tutto, ma non come Taiyoh. C’era una specie di regalità nei suoi gesti, ma naturale non imparata a memoria. Lui la lasciò finire e poi le chiese: “Parlami un pò di te.”

Lei lo guardò, facendo gli occhioni. “Io non ho niente da dire.” Lui la guardò perplesso. “Parlami di tua madre allora.” Lei corrucciò la fronte. “Credo... è morta... mi pare...” Poi scosse la testa in frustazione. “Mio padre mi ha detto che è morta.” Lui la guardo. “Come? Ma te non ti fidi?” Lei scosse la testa. “Ogni volta che glielo chiedevo mi strillava che erano morti e mi frustava.” Asso si infuriò. “Meno male che tu sei diversa dal tuo padre, anche se hai il suo DNA.” Lei lo guardò sorpresa. “Ma lui non era il mio padre biologico.” Asso rimase sorpreso. “Non me lo avevi detto!” Lei sospirò. “Non me lo hai chiesto.” Lui abbassò la testa, sconfitto. Lei continuò, imperterrita. “Lui mi ha rapito dal sottomarino dei miei genitori quando avevo 1 anno. E da quel giorno ho vissuto con lui.” Poi, in confidenza, si avvicinò. Asso deglutì nervosamente, inalando il suo profumo. “Lui voleva un erede, sai. Ma lui è cattivo e strano, e per i tipi come lui è quasi impossible avercelo. Lui mi ha catturato, pensando che fossi un maschio. Quando ha visto che ero una femmina, ha pensato di uccidermi, ma il Capo ha detto che sarei stata un’erede comunque. Allora mi ha allevato perchè anche il capo aveva un’erede! Era un ragazzo ed era anche molto forte e si comportava bene per il Capo. Ma poi l’anno scorso il ragazzo se ne è andato e papà ha dovuto farmi un allenamento... intensivo.” La ragazza ebbe un brivido al ricordo. “Lui mi spronava dicendo che solo così sarei diventata un guerriero, un soldato dei Disastri degno del proprio nome.” Ad Asso mancò il resiro. “Hai detto... un Guerriero dei Disastri?” Lei annuì. Lui le domandò con un filo di voce: “Come si chiamava tuo padre?” Lei lo guardò, mestamente. “Mio padre era il Colonnello Hazard.”

Lui schizzò in piedi. Lei lo guardò sorpresa. Lui tentò di calmarsi. “Sei...” prese un respiro. “Hai mai appoggiato ciò che faceva tuo padre?” Lei scosse la testa. “Hai mai provato a seguire le sue orme?” “Lui lo avrebbe voluto, ma mi sono sempre rifiuitata.” “Quindi non ti consideri in alcun modo... connessa con lui?” Lei scosse nuovamente la testa. “Perchè mi fai queste domande?” Lui si sedette accanto a lei e le prese una mano. Come fa la ragazza più bella che io abbia mai visto ad essere la figlia di Hazard..?! pensò. “Perchè io sono uno dei menìmbri dei peggiori nemici di tuo padre. Sono un Machine Robo Rescue.” Silenzio.

Lei strillò. “Avevi promesso che non mi avresti fatto del male!” Lui alzò le mani, in segno di resa. “Noi non siamo cattivi. Io non ti ho mentito: noi salviamo la gente dai disastri. Ecco perchè stavo spegnendo il fuoco nel bosco. È il mio lavoro. Ma ora sono in un anno sabbatico a scuola.” Lei si calmò, e parve credergli. “Ma ora che si fa?” gli chiese, dando voce alle sue stesse preuccupazioni.

“I miei amici... non so se tutti saranno felici di averti qui... sai tuo padre era il nostro nemico...” Lei annuì, seria. “Capisco.” Lui ebbe un’illuminazione. “Ti terrò nascosta. Per tre giorni.” Lei lo guardò, una domanda negli occhi verdi. “Perchè tre?” “Perchè domani c’è una gita a cui DEVO attendere.”

ANGOLO AUTRICE:

Ecco qua il capitolo 9! per il numero 10, temo che dovrete aspettare un pò, sono piena di preparazioni d'esami questa semana!!! scusatemi >.< 

 

   
 
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