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Autore: Justice Gundam    16/12/2014    4 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 2 - Incontri ad Iridopoli

"E finalmente... siamo arrivati!" esclamò soddisfatta una ragazzina di circa dodici anni, guardando ammirata lo spettacolare stadio che sembrava sorgere dalle acque del bacino di Iridopoli, una delle più grandi e magnifiche città del suo continente natale. Aveva già visto quello spettacolo, quando aveva accompagnato Ash a partecipare al torneo di circa due anni prima, in cui il giovane allenatore di Kanto aveva ricevuto un piazzamento di tutto rispetto... ma ancora adesso, vedere una città così grande e attiva la riempiva di entusiasmo, facendole ricordare che era anche quello il motivo per cui aveva cominciato il suo viaggio. "Ragazzi... confesso che sono molto emozionata! Non credevo che vedere ancora una volta questo posto mi avrebbe messo così in agitazione!"

"Tu saresti in agitazione, sorellina? Pensa me, che sono qui per competere nel mio primo campionato!" rispose, a metà tra il sarcastico e il trepidante, un ragazzino di un paio d'anni più giovane, mettendosi a posto gli occhiali che indossava. Dopo settimane passate a viaggiare assieme per Hoenn, allenando assieme i loro Pokemon, Max e Vera erano finalmente arrivati giusto in tempo all'appuntamento a cui nessun allenatore degno di questo nome vorrebbe mai mancare: il campionato annuale, in cui gli allenatori che possono vantare le otto Medaglie della Lega hanno il diritto di sfidarsi per l'ambito titolo di Campione! Il giovane neo-allenatore aveva affrontato parecchi avversari pericolosi, ma aveva dimostrato una grande bravura e un talento innato, grazie anche alle sue abilità strategiche... ed era riuscito a completare il giro del Capipalestra di Hoenn in un tempo che, pur non potendosi definire record, era stato comunque breve!

Il viaggio era stato a volte difficile, grazie soprattutto a quei fanatici del Team Vicious che avevano attaccato Max e i suoi compagni, portando Vera a doversi mettere in una situazione molto difficile per salvarlo... ma ora che Ash e i suoi compagni erano riusciti a sradicare la malvagia organizzazione, tutto era tornato più o meno alla normalità, e il resto del viaggio non aveva riservato ai due fratelli particolari disavventure. Ed ora, eccoli lì, di nuovo in procinto di varcare le porte dello stadio di Iridopoli, questa volta per fare il tifo per Max.

"Comunque, per il momento siamo arrivati! E in tempo utile per iscrivermi, potrei aggiungere!" disse Max, guardando orgogliosamente lo stadio davanti a loro. Quel tempo passato a viaggiare tra foreste, sentieri scoscesi e luoghi aperti, sfidando le intemperie e gli imprevisti della natura, aveva fatto bene al ragazzino, che ora era diventato un po' più alto e meglio piantato, pur avendo ancora un fisico infantile. Indossava ancora la sua classica maglietta verde con gli short di colore grigio chiaro e le scarpe da ginnastica verdei e nere, ma sopra di essi ora portava una giacchetta nera senza maniche, tenuta aperta sul davanti, che gli dava l'aria di essere più grande e più esperto.

Anche l'abbigliamento di Vera era cambiato, e non poco - adesso, i due ciuffi di capelli castani che le scendevano dalla fronte erano diventati più lunghi, e al posto della sua bandana, indossava una sorta di grande fiocco rosso che faceva da cerchietto per i capelli, con una striscia bianca su ciascun lembo. La sua tenuta da allenatrice era a sua volta cambiata molto, e anche se ora indossava sempre i suoi short neri aderenti, portava anche un brazioso vestito a tubino di colore rosso, senza maniche, con delle orlature nere sul petto e sulle spalle, con lo zainetto sulle spalle e una sorta di marsupio giallo portato dietro la schiena, legato all'altezza della vita. Le sue scarpe da ginnastica erano perlopiù gialle, nere sui talloni e rosse sulla suola.

"Allora, credo che sia il caso di farlo subito, Max." disse Vera, dando un'occhiata all'orologio. Per quanto cominciasse a fare tardi, il sole era ancora alto nel cielo in quel caldo pomeriggio d'estate. "Adesso sono le cinque, e dovremmo avere ancora un'ora e mezza per fare tutte le necessarie procedure prima che gli uffici chiudano. So che il torneo vero e proprio comincia dopodomani, e domani c'è solo il discorso di presentazione di Adriano... ma è sempre meglio arrivare con un po' di anticipo!"

"Su questo siamo perfettamente d'accordo." disse Max, rivolgendo un pollice in alto alla sorella maggiore. I due fratelli si avviarono lungo la strada che, a partira dalla costa, portava allo stadio attraversando il ponte che sovrastava il lago di Iridopoli... ma si fermarono quasi subito quando Vera andò a sbattere contro una persona che arrivava dalla strada laterale, e che probabilmente non stava prestando neanche lui molta attenzione a dove stava andando: un giovanotto dall'aspetto un po' anonimo, con i capelli neri un po' scompigliati, vestito di una maglietta bianca a maniche corte con pantaloni neri e scarpe da lavoro. Vera e il ragazzo si urtarono, e finirono per perdere l'equilibrio per un attimo!

"Ah! Attenta, Vera!" esclamò Max, muovendosi verso la sorella, che per fortuna riuscì a recuperare l'equilibrio, mentre il ragazzo sconosciuto veniva afferrato al volo da una ragazza mora dagli occhi verdi, vestita in maniera altrettanto comune, che si precipitò ad aiutarlo. "Vera, va tutto bene?"

"Sì, tranquillo, Max... scusate, signori, ero un po' distratta e non stavo guardando dove andavo." disse Vera, rivolgendosi ai due ragazzi, e notando che sembravano piuttosto schivi e ritrosi. Stavano già cercando di allontanarsi, quasi volesse ridurre al minimo il tempo in cui dovevano parlare con degli estranei. Tuttavia, quando sentirono le parole di scusa di Vera, si fermarono per un istante, e la ragazza si voltò, alzando una mano verso i due fratelli. Vera notò che aveva la carnagione molto pallida, il che non era esattamente molto comune per un abitante dell'assolata regione di Hoenn. Tuttavia, non ci badò più di tanto - molto probabilmente erano turisti venuti da qualche continente lontano per assistere al campionato.

"Scusateci voi... eravamo di fretta, e non stavamo guardando... scusate! Ci si vede!" disse la ragazza sconosciuta, prendendo poi rapidamente la mano al ragazzo e trascinandolo via con sè mentre quest'ultimo alzava la mano e faceva a sua volta un cenno di scuse. I due sconosciuti si allontanarono rapidamente, lasciando Vera e Max abbastanza interdetti - era una cosa ben strana, preva quasi che non volessero farsi vedere...

"Che persone strane." disse Max, aggiustandosi gli occhiali. "Non erano di qui, sorellina, questo è certo. Hai visto che carnagione bianca e delicata che avevano? Certo non sono persone che devono vedere molto sole."

"Sì... l'ho notato anch'io." rispose Vera, riaggiustandosi lo zaino sulle spalle. "Beh, considerando quanto è popolare il campionato di Hoenn, saranno due turisti provenienti da un altro continente che vogliono assistere, no?"

Max si sfregò il mento, pensandoci un po' su. "Sì, in effetti avrebbe senso. Ma trovo un po' strano il loro comportamento. Hai notato che sembravano quasi avere paura di farsi vedere?" affermò il ragazzino con gli occhiali. "Non è il comportamento che un turista terrebbe di solito, non trovi?"

"Anche questo è vero..." disse Vera, aggiustandosi il fiocco che portava tra i capelli. "Mah. Che ti posso dire, Max? Saranno appena arrivati, e magari saranno un po' nervosi all'idea di trovarsi in un continente sconosciuto. A meno che ovviamente tu non voglia dire che..." Lasciò la frase in sospeso, facendo chiaramente intuire cosa volesse dire. Sperava con tutto il cuore di sbagliarsi, visto che l'ultima volta che avevano avuto uno di quegli incontri fortuiti, era stato con un doppio agente del Team Vicious...

I due fratelli si guardarono preoccupati per qualche secondo, prima che Max sospirasse e scuotesse la testa. "Stiamo diventando un po' troppo paranoici, sorellina..." affermò. "Eppure, dopo quello che è successo con il Team Vicious, non riesco proprio a stare tranquillo... spero solo di sbagliarmi, visto che adesso come adesso, non credo che possiamo più seguirli..."

Max indicò verso il vicoletto dove i due giovani si erano infilati... e in effetti, ormai non c'era più traccia dei due sfuggenti ragazzi, che se ne erano andati così come erano venuti...

 

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Tuttavia, questo non voleva dire che fossero scomparsi. Con un'abilità che avrebbe fatto sospettare che fossero abituati a muoversi furtivamente, i due si intrufolarono nei vicoletti tra le casette che costeggiavano il lago artificiale... e poi, dopo essersi fermati in una piazzetta tra le case, si guardarono attorno per essere sicuri di non essere seguiti, e il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. "Phew... accidenti, ammetto che per un attimo ho preso un colpo. So che al di fuori del continente di Reborn non siamo molto conosciuti, ma non riesco a fare a meno di essere paranoico ogni volta che incrocio qualche sconosciuto."

"Sinceramente, non me la sento di darti torto, Astro." disse la ragazza. "Crescere sulla strada a Reborn City non ti lascia molto spazio per fidarti del prossimo... Comunque, non disperdiamoci in ricordi del passato. Il comandante Solaris ci ha mandati qui per una missione ben precisa, e tu lo sai."

Il ragazzo di nome Astro annuì lentamente. "Me ne ricordo bene, Eclisse. E l'unico modo per ottenere quello che ci serve è essere presenti quando Adriano darà inizio ufficialmente al torneo." affermò. "Dovremo agire in fretta, Eclisse, e tu lo sai. Adriano non è certo un avversario con cui possiamo competere."

"E' per questo che i nostri compagni hanno ricevuto istruzioni su come muoversi e cosa fare quando sarà il momento di agire." replicò tranquillamente Eclisse. "Meglio comunque iniziare i preparativi, il campionato comincerà domani, ed è meglio essere pronti ad agire."

Astro annuì, e i due individui misteriosi si allontanarono tra gli edifici, lasciandosi dietro una Iridopoli che non aveva la minima idea del grave rischio che stava correndo...

 

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La hall di ingresso dell'ufficio per le iscrizioni al torneo di Hoenn di quell'anno era davvero piena - sicuramente molti allenatori di talento erano riusciti a superare la provadegli otto Capipalestra, ed ora erano lì per sottoporsi all'ultima, più importante e decidiva prova per ogni aspirante maestro di Pokemon. Vera e Max si misero in fila, attendendo pazientemente il loro turno mentre la coda avanzava, sfoltendosi sempre di più...

"Accidenti, certo che non mi aspettavo una tale partecipazione." affermò Max. "Ci sono allenatori di tutti i tipi da queste parti. Beh, certo, non posso pretendere che non ce ne siano, però... ecco, raramente ho visto una tale concentrazione di allenatori. Temo che sarà difficile raggiungere anche soltanto gli ottavi di finale..."

"Beh, cosa ti aspettavi, del resto? Gli allenatori da quattro soldi non fanno molta strada, da queste parti." affermò una voce femminile distaccata e sarcastica, prima che Vera potesse dire la sua. Riconoscendo al volo a chi apparteneva, Max si aggiustò gli occhiali, e si volto leggermente, vedendone la proprietaria con la coda dell'occhio: una bambina della sua stessa età, dall'aspetto minuto, energico e scostante al tempo stesso, con i capelli rossicci a caschetto, lunghi fino alla spalle e un ciuffetto ribelle che stava costantemente dritto sulla testa, una maglietta azzurra a mezze maniche con il logo 012 disegnato a colori sgargianti sul petto, pantaloncini corti in jeans e scarpe da ginnastica bianche e rosse, oltre che - particolare che a Max e a Vera giungeva nuovo - un fazzoletto bianco legato sotto una spalla. In quel momento, stava osservando Max e Vera con un'espressione freddamente distaccata nei suoi grandi occhi celesti, e non sembrava particolarmente impressionata dalla magnificenza di ciò che le stava attorno - la città di Iridopoli prima di tutto.

"Chissà perchè, immaginavo che avresti fatto un commento simile, Hitomi!" disse Max, con fare tranquillo. La ragazzina in questione non era altri che Hitomi, una giovane allenatrice proveniente dalla sua stessa città natale, che Max aveva conosciuto poco dopo l'inizio del suo viaggio, e che si era fatta subito notare per il suo comportamento serio, distaccato e sarcastico. Sembrava non mostrare mai particolare eccitazione per qualcosa, anche se Max e Vera l'avevano conosciuta abbastanza a lungo da sapere che dietro quell'apparenza insensibile era una gran brava ragazza. Anche lei, come molti altri, era rimasta invischiata, soltanto poco tempo fa, nella rete del Team Vicious, e se non fosse stato per il provvidenziale intervento di Vera, Drew e Solidad, forse a quest'ora ci sarebbe ancora.

"Ormai ci conosciamo, Max. Sarei quantomeno un po' seccata se tu non lo immaginassi, dico io." affermò Hitomi con un'alzata di spalle. Max ed Hitomi si erano incontrati molte volte nel corso del loro viaggio di iniziazione attraverso Hoenn, sia per combattere fianco a fianco, che l'uno contro l'altra... e a questo punto, erano pari in fatto di vittorie e sconfitte nei loro scontri: due volte aveva vinto Max, e due volte Hitomi.

"Oh, tranquilla, Hitomi. Ho la memoria lunga, io." disse il ragazzino, aggiustandosi gli occhiali, sulle cui lenti brillò una luce di sicurezza. "Per esempio, ricordo bene che adesso siamo due pari nella nostra sfida personale. Speri che questo torneo sia l'occasione per lo spareggio tra di noi?"

"Sarebbe una buona occasione, non lo nego." disse la ragazzina, cercando senza eccessivo successo di far stare al suo posto il ricciolo ribelle che si ergeva sulla sua testa. Dopo aver provato un paio di volte, Hitomi decise di lasciar perdere e si schiarì la voce, riprendendo la conversazione. "Comunque... tornando a noi, spero che la tua squadra sia bene allenata. Ho visto, l'ultima volta vhe ci siamo battuti, che il tuo Gardevoir è diventato parecchio forte, e anche il tuo Swampert. Ma ci tengo ad informarti che anch'io ho fatto i miei compiti, e ho tutta l'intenzione di arrivare prima in questo torneo."

Max sorrise astutamente di rimando. Il Gardevoir di cui parlava Hitomi altri non era che lo stesso Ralts con cui Max aveva fatto amicizia un giorno lontano, che ora era entrato a far parte del suo gruppo ed era diventato un combattente di tutto rispetto, soprattutto dopo la sua evoluzione. "Modestamente, devo ammettere che loro due sono i miei Pokemon più forti ed affidabili." rispose. "Ma non credere che abbia trascurato gli altri. Il mio Manectric, per esempio... è più che capace di farti vedere i Rattata verdi!"

Vera trattenne un risatina divertita. Vedere quei due che si affrontavano così, senza rabbia ma cercando in continuazione di rispondere alle battute dell'uno con altre battute, era sicuramente divertente. Un po' le ricordavano i battibecchi che lei ogni tanto aveva con Drew, anche se Vera desiderava avere la stessa prontezza di parola di suo fratello.

"Bene. Allora quando ci incontreremo al torneo, vedremo se è come dici tu." disse Hitomi. "Per il momento... non vi dispiace, vero, se resto un po' con voi, dopo che ci siamo iscritti? Sapete com'è, non mi dispiacerebbe passare un po' di tempo e sentire da voi le ultime novità."

"Sarà un piacere per noi. Anche a noi piacerebbe sentire da te com'è andato il resto del tuo viaggio." spiegò Vera, notando con un certo sollievo che la coda si stava sfoltendo velocemente, e il banco della registrazione era ormai vicino. Vera e Max attesero con pazienza che tutti coloro che stavano loro davanti finissero... e raggiunsero unfine il bancone, dove Max presentò le sue otto Medaglie e il suo certificato di allenatore. Non trovando nulla di irregolare, gli addetti non ebbero difficoltà a confermare l'iscrizione del giovanissimo allenatore, e una volta che Vera e Max ebbero terminato (cosa per cui non ci vollero più di due minuti in tutto), anche Hitomi si presentò davanti agli ispettori e diede la sua conferma per la partecipazione, dopo aver fatto vedere le sue medaglie...

"Okay... Hitomi, anche tu sei abilitata alla partecipazione al Campionato di Hoenn." disse uno dei commissari, dopo aver scritto il nome della ragazzina sul registro dei partecipanti. Hitomi ringraziò con un cenno della testa, e raggiunse Max e Vera ad un lato della coda.

"Ecco fatto. Ora ci siamo tutti e due." disse lei, con un minuscolo sorriso sulle labbra. "Domani ci sarà la cerimonia di apertura... e dopodomani cominceranno le eliminatorie, quindi è meglio approfittare di questi momenti per preparare un po' i nostri Pokemon."

Dando un'occhiata alla coda ormai enorme che si stava accumulando davanti ai banchi di iscrizione, Vera si disse d'accordo, e i ragazzi uscirono dall'edificio, dirigendosi poi verso l'albergo in cui avrebbero soggiornato per la durata del torneo - un grande e spettacolare hotel su diversi piani, che costeggiava il grande bacino di Iridopoli. Si fermarono davanti al grande edificio, nel cortile dove altri allenatori stavano provando i loro Pokemon e si stavano allenando con loro, in preparazione per la sfida vera e propria.

"Questo mi sembra un posto adatto..." disse Max, fermandosi in un punto abbastanza lontano dal resto degli allenatori. "Allora... chi è che comincia? Vuoi essere tu la prima a farmi vedere i tuoi Pokemon, Hitomi?"

"Con molto piacere." Disse la ragazzina, facendo uscire i suoi Pokemon uno alla volta. Per primo il suo Treecko, ora diventato un possente ed agile Sceptile... e poi la sua agile Mothim, e gli altri Pokemon che la ragazzina aveva catturato nel corso del suo viaggio, e che aveva addestrato: un Sableye, un Pokemon di tipo Spettro / Buio simile ad una creatura umanoide di ombra viola con lunghe orecchie a punta, due gemme sfaccettate al posto degli occhi, e un rubino rosso incastonato sul petto; un Grumpig, un Pokemon simile ad un maiale viola con zampe e orecchie nere, e delle perle poste sulla fronte e sul torace, oltre che una coda a molla che gli spuntava dietro la schiena. Un Walrein, un largo e robusto Pokémon tricheco, prevalentemente di colore blu con delle accentuazioni bianche; e infine un Granbull,  Pokémon viola simile a un bulldog in grado di stare in piedi. la cui caratteristica più notevole era la mandibola inferiore particolarmente pronunciata. Tutti loro si misero in guardia davanti a Max, cercando di sembrare il più terrificanti possibile... e Hitomi sospirò e scosse la testa, richiamando all'ordine tutti i suoi Pokemon.

"Ragazzi, ho chiesto solo di presentarvi, non di cercare di spaventarli." affermò, facendo sì che i Pokemon passassero immediatamente ad un tono dimesso e tranquillo. Il suo Granbull arrivò persino ad incrociare le braccia sul petto e guardare dall'altra parte, cercando di salvare almeno un po' della sua alterigia. "Okay... questa è la mia squadra, Max. Fammi vedere tu cosa hai con te!"

"Con piacere. E inizierò proprio dal mio starter! Ecco a voi il mio Swampert in tutta la sua potenza!" affermò Max, facendo uscire il robusto Pokemon Acqua / Terra, che alzò la testa ed emise un potente richiamo. Al suo fianco, uno dopo l'altro, Max fece uscire tutti i Pokemon che lui aveva preso con sè per accompagnarlo in quella occasione... e subito dopo Swampert, ecco apparire un elegante ed etereo Gardevoir, che si presentò con un ampio movimento delle braccia, fluttuando a mezz'aria quasi senza peso.

Un attimo dopo, ecco apparire un maestoso Manectric, il cui mantello sfrigolava ancora di energia elettrica.

Poi, un potente Mightyena dalla pelliccia nera e lucida, striata di grigio... e un Linoone dall'aspetto agile e sicuro di sè che guardò Mightyena con espressione di sfida, come se volesse sfidarlo a fare meglio di lui nel torneo! Il Pokemon iena dal mantello nero ghignò con evidente sicurezza e drizzò in aria la coda, mentre Manectric li guardò e scosse la testa con fare sufficiente. Possibile, sembrava chiedersi il cane elettrico, che quei due non sapessero fare niente senza finire per sfidarsi a chi riusciva a farlo meglio?

Infine, accanto a Mightyena, apparve l'ultimo dei Pokemon di Max, e quello che lui aveva catturato più di recente - un Dusclops, un Pokemon Spettro dall'aspetto inquietante, con un corpo grigio scuro, di forma sferica, percorso da delle righe orizzontali. Le gambe erano tozze e sembravano non avere piedi, mentre le mani di colore grigio erano direttamente attaccate al corpo. Possedeva un grosso occhio con l'iride rossa al centro della faccia... che era, in effetti, anche l'unico lineamento del volto, infisso in una testa dalla forma vagamente simile a quella di un teschio. Uno sbuffo di fumo grigio si levava dalla sommità della sua testa, dando l'impressione di un ciuffo di capelli.

Gardevoir - la versione evoluta del Ralts che Max aveva incontrato tanto tempo prima, quando ancora viaggiava con sua sorella, Ash e Brock - fece un inchino, e Dusclops strinse le mani a pugno e si presentò piegandosi leggermente in avanti, in quello che era chiaramente inteso come un gesto di amicizia e rispetto... ma che, proveniendo da un Pokemon dall'aspetto così tetro, riusciva comunque ad essere inquietante! Hitomi guardò con attenzione la squadra del suo amico e rivale... e dopo aver sfoderato un piccolo sorriso, cosa alquanto rara per la seria allenatrice, rivolse a Max un cenno di intesa.

"Bene. Mi sembra che tu abbia allenato molto bene i tuoi Pokemon. Sarà un piacere incontrarti nel torneo, quindi vedi di non farti buttare fuoritanto presto, okay?" disse Hitomi. "Beh, vi lascio al vostro allenamento. Io ho il mio modo di allenarmi, e comunque non ho certo voglia di mostrare la mia mano prima che il torneo cominci, giusto?"

Max sorrise con fare saccente. "Ovviamente. Buon allenamento, Hitomi. Stai pur certa che ci vedremo al torneo." affermò, e la ragazzina voltò le spalle ai sue fratelli e se ne andò assieme ai suoi Pokemon, agitando una mano mentre si allontanava.

"Ciao, Hitomi! A presto, e mi raccomando... non farti buttare fuori tanto presto nemmeno tu, eh?" chiese retoricamente Vera, non resistendo alla tentazione di fare a sua volta una battutina sarcastica! Per un attimo, le sembrò di sentire Hitomi sghignazzare sotto i denti prima che lei e i suoi Pokemon si allontanassero... e dopo che furono sicuri che la rivale di Max non potesse più osservarli, i due fratelli iniziarono di buona lena ad allenare i loro Pokemon. "Okay, fratellino, credo che sia il caso di cominciare! Che ne dici, pensi che possiamo già partire dando un'occhiata alle mosse di Dusclops e Gardevoir? Sono convinta che posso darti qualche utile consiglio!"

"Dusssssclops..." rispose Dusclops con voce sibilante, che appariva tanto più inquietante per il fatto che il Pokemon Spettro non aveva una bocca...

Gardevoir rivolse a Max un piccolo sorriso sicuro, e annuì, mentre il ragazzino con gli occhiali ripassava mentalmente alcune delle strategie che si era già preparato in precedenza. "Per me non ci sono problemi. Dopotutto, potrebbe essere utile seguire i consigli di una coordiatrice esperta. Va bene... Gardevoir, Dusclops, cominciate voi! Tutti gli altri, restate a guardare, okay? Sono sicuro che potrete imparare un bel po'!"

"Manec-tric!" esclamò il Manectric di Max, piazzandosi a lato dello spiazzo dove il suo allenatore stava per cominciare la prova...

 

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Per Adriano, l'attuale Campione della Lega Pokemon di Hoenn dopo che il famoso Rocco Petri aveva volontariamente abdicato dalla sua posizione, non avrebbe potuto esserci momento dell'anno più entusiasmante, anche con tutto il lavoro che c'era da fare per fare tutti i preparativi e allestire la città per l'evento. Era bello vedere tutti questi allenatori, persone che provenivano da ogni parte di Hoenn e anche da oltre, riunirsi tutte lì... e, inutile nasconderlo, anche le battaglie che si susseguivano erano eccitanti!

"Beh, sembra che la città sia praticamente pronta per il grande evento." disse Adriano tra sè, con aria soddisfatta, mentre dall'alto del suo ufficio, all'ultimo piano del grande edificio della Lega Pokemon di Hoenn, osservava lo spettacolo della città al tramonto, con sullo sfondo un suggestivo sole che scendeva lentamente dietro le montagne. L'ufficio di Adriano era una grande stanza impeccabilmente pulita e decorata in maniera decisamente artistica, quasi istrionica: alcuni quadri finemente disegnati erano appesi alle pareti, tutti quanti rappresentanti dei Pokemon acquatici nel loro ambiente, e tutti davano un'impressione di gioia e vitalità che bene si addiceva al leader di una delle Leghe Pokemon più amate e popolari del mondo. Le pareti stesse erano decorate in maniera fantasiosa, erano bianche vicino al pavimento e man mano che salivano verso il soffitto, passavano ad un azzurro sempre più intenso fino a diventare blu scure, quasi nere, vicino al soffitto, in modo da dare l'impressione di onde del mare che si infrangevano sulla battigia. La stanza stessa era illuminata da delle lampade alogene che emettevano una luce soffusa, in modo da creare un'atmosfera calma e rilassante. Il giovane esperto di Pokemon d'Acqua tirò un piccolo sospiro, ripassandosi mentalmente il discorso che avrebbe dobuto fare l'indomani per inaugurare ufficialmente la competizione... certo, si preannunciavano dei giorni di duro lavoro, ma in fondo era così che gli piaceva...

Un Pokemon simile ad un grande serpente di mare dall'aspetto elegante e delicato, con un sinuoso ed agile corpo bianco-giallastro, una lunga coda da sirena composta da rombi rossi ed azzurri intersecati, e una sorta di strana pettinatura composta da due lunghi nastri rosati, collegati a due lunghe antenne - poste sopra i suoi caldi occhi rossi e incurvate in modo da formare una sorta di cuore - si avvicinò al giovane Campione, ricevendo una carezza sul fianco mentre a sua volta osservava la città dalla grande finestra.

"So che sei eccitato anche tu, Milotic." disse Adriano al suo Pokemon preferito, un esemplare particolarmente spettacolare di una specie considerata quasi ovunque il Pokemon più bello in assoluto. "E non te ne possso fare un torto, amico mio. Ogni anno, attendo con ansia e gioia questo momento. Chissà che tra i tanti partecipanti non ci sia qualcuno che riuscirà un giorno a raggiungerci e a dimostrare di essere più bravo di noi. Potrebbe accadere prima di quanto crediamo, e tu lo sai. La vittoria è fatta così. E' una compagna volubile, e basta poco perchè qualcun altro la conquisti."

"Milooooo..." disse il Pokemon Tenerezza, con una voce dolce e melodica che sembrava un richiamo lontano. Adriano annuì lentamente, continuando a grattare affettuosamente il serpente marino dietro un orecchio.

"Già... è un ottimo modo per ricordare anche ad un Campione che gli allenamenti e le prove non finiscono mai." affermò Adriano. "Io ricopro questa carica soltanto da poco tempo, ma trovo che le sfide che impone siano alquanto stimolanti. E poi, non posso dire che la popolarità non mi piaccia. No, non ho rimpianti... in questo momento, mi trovo esattamente dove vorrei essere."

Milotic annuì... poi, quando un suono acuto e penetrante raggiunse le sue orecchie, indicò il telefono cellulare che si trovava appeso alla sua cintura. Chiedendosi chi è che poteva chiamarlo a quell'ora, Adriano prese il cellulare, guardò lo schermo... e ridacchiò gentilmente nel vedere il nome sullo schermo, per poi rispondere.

"Pronto? Sì, Ortilla, dimmi pure..." disse. "Sì? Oh, no, per niente! Stai tranquilla, ero nel mio ufficio, e stavo soltanto facendo qualche riflessione assieme a Milotic... dimmi pure, c'è qualche problema? ... Hm... Okay, va bene. No, tesoro, nessun problema. Anzi, credo che potrebbe essere un'esperienza interessante passare la serata fuori assieme ai partecipanti. Dopotutto, domani fai il tuo debutto... sì... sì, certo! No, non sono preoccupato, dopotutto Iridopoli è una città tranquilla, e non ti imbatterai certo in pericoli di alcun tipo. Certo... va bene, grazie comunque per avermi avvisato. A dopo!"

Adriano mise via il cellulare, e rispose a Milotic che sembrava chiedergli se ci fosse qualche problema con il suo sguardo profondo. "Nessun problema, Milotic. La mia nipotina che mi avvisava che sarebbe rientrata tardi." affermò. "Hehehee... sembrava piuttosto eccitata anche lei... in fondo, domani Ortilla farà la sua presentazione ufficiale... e poi entrerà nel mondo delle gare Pokemon. Sarà interessante vedere come se la caverà!"

"Milo, milooootic!" affermò Milotic, in accordo con il suo allenatore. Poi, con un cenno della testa, l'elegante Pokemon serpentino indicò la grande doppia porta all'altro capo della stanza, ricordando ad Adriano che presto sarebbe stata ora di cena...

"Hai ragione, amico mio. Meglio non far aspettare i miei compagni." affermò il giovane. "Frida è così pignola, in fatto di puntualità... è rigida esattamente come i Pokemon Ghiaccio che allena, oserei dire!"

Anche Milotic ridacchiò della battuta del suo allenatore, riferita ad una dei Superquattro di Hoenn, Frida, una donna di mezza età conosciuta per la sua abilità con i Pokemon Ghiaccio. Dopo che Adriano ebbe richiamato Milotic nella Pokeball, diede un'ultima occhiata al suo ufficio, in modo da assicurarsi che fosse tutto in ordine, e se ne andò, diretto verso un'altra sezione del grande edificio della Lega Pokemon...

 

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Quella sera, davanti ad un piccolo stand di ramen nel centro di Iridopoli, Vera e Max si erano fermati a cenare assieme ai loro Pokemon, tutti quanti fuori dalle loro Pokeball e impegnati a mangiare tutti assieme, senza alcuna preoccupazione al mondo... mentre i due fratelli, seduti ad un tavolo vicino, guardavano divertiti, con davanti a sè le loro tazze di ramen caldo. Ovviamente Vera, essendo sempre stata di buon appetito, aveva ordinato una ciotola di ramen particolarmente grande, e non si era fatta attendere prima di prendere le sue bacchette e cominciare ad aspirare le tagliatelle di frumento fluttuanti nel delizioso brodo di pesce!

"Sei la ragazza dall'appetito più formidabile che conosco, sorellina." disse Max, che stava prendendo qualche pezzo di carne dal suo ramen con un po' più di calma. "Sei sicura di riuscire a mangiare tutta quella roba?"

"Oh, non preoccuparti per me, scricciolo!" lo prese in giro amichevolmente Vera. "Lo sai che anch'io sono una ragazza in via di sviluppo, e devo mangiare molto per crescere!"

"Continuando così, credo che crescerai in larghezza, piuttosto che in altezza." affermò sarcastico Max, guardando poi verso il suo Swampert, che si trovava lì vicino. Il Pokemon Acqua / Terra sghignazzò divertito a sua volta, mentre il Blaziken di Vera scuoteva la testa con un sospiro, e la ragazzina storceva il naso.

"Antipatico." borbottò Vera, cacciando fuori la lingua, prima che entrambi ritornassero a concentrarsi sul loro ramen. In un'occasione del genere, era proprio il piatto ideale per mangiare bene e spendere poco...

Erano arrivati quasi a metà dei loro rispettivi piatti, quando Vera notò qualcuno che si avvicinava, e si voltò in quella direzione assieme al suo Blaziken e al Gardevoir di Max. In effetti, c'era qualcuno che stava dirigendosi con passo allegro verso il loro tavolo, tenendo tra le mani una ciotola di ramen fumante e canticchiando una melodia... una bambina di circa dieci anni, dalla carnagione chiara e con i capelli azzurro-verdini pettinati in modo un po' buffo, con due grandi ciuffi sulla fronte, che scendevano fino quasi ai fianchi su entrambi i lati del corpo, una coda di capelli a forma zigzagante sul retro della testa, e gli occhi chiari, verdi e brillianti, dallo sguardo acuto e penetrante, anche se comunque gentile e vivace. Indossava un grazioso abito da scena bianco composto da un tubino bianco con un grosso fiocco blu decorato da stelle sul petto, che lasciava scoperto il pancino; una gonna bianca devorata da un nastrino blu con un paio di pantaloncini bianchi cortissimi; e un paio di stivaletti azzurri dalla suola alta, alti fino alla caviglia e decorati da delle stelline metallizzate. Sulla gamba sinistra indossava una calza a righe bianche e azzurre che arrivava fino quasi all'anca, e attorno ai polsi e ai polpacci portava dei buffi scaldamuscoli fatti di una soffice stoffa bianca che ricordava un po' una nuvola o il vello di un Altaria. Portava infine un collarino bianco con uno smeraldo scintillante incastonato sul davanti, e un paio di graziosi orecchini di zaffiro di forma romboidale, e si portava con alterigia e sicurezza, anche se non con supponenza. Assieme a lei, stava arrivando un grazioso Altaria, un Pokemon uccello dal piumaggio prevalentemente azzurro e dal corpo a forma di pera, le ali e il ventre coperti da un tipo di piumaggio differente, di colore bianco e simile a del cotone o a delle nuvole. Il collo era lungo e magro, con una testa piccola con un becco minuscolo bianco e guance bianche, gli occhi piccoli e neri, e il capo decorato con due lunghe piume leggermente più scure rispetto al resto del piumaggio. La coda era composta da cinque lunghe piume, quelle ai lati leggermente più lunghe delle altre, le zampe invece erano del medesimo colore azzurro del piumaggio e disponevano di quattro dita, tre anteriori e una posteriore, ma senza artigli.

Max si voltò a sua volta, guardando con sorpresa la bambina che si stava avvicinando, e che si fermò vicino a loro, sorridendo garbatamente. "Buonasera." disse con voce gentile, chiara e cristallina. "Non vi disturbo, se vi chiedo di sedermi qui con voi? Io e la mia piccola Alty avremmo voglia di mangiare assieme a qualcuno..."

Un po' sorpresa da questa piccola sconosciuta che si era presentata così all'improvviso, Vera non ebbe cominque problemi ad acconsentire. "Per me non ci sono problemi, e credo che non ce ne siano neanche per i nostri Pokemon... Max, a te va bene?"

"Certamente, sorellina." affermò, per poi fare alla ragazzina sconosciuta e alla sua altaria cenno di accomodarsi. "Prego, mettetevi pure comode! Siamo molto contenti di conoscervi... ehm..."

"Mi chiamo Ortilla, ho dieci anni, e sono una coordinatrice di Pokemon. O meglio, mi appresto a fare il mio debutto nel mondo delle gare di Pokemon molto presto!" rispose lei con un cenno di gratitudine, appoggiando la sua tazza di ramen sul tavolo di legno, e poi sedendosi di fronte a Max. "E... quella che vedete qui è la mia piccola Alty, la mia Altaria! E' con me da quando avevo cinque anni, e lei era ancora una piccola e dolce Swablu!"

"Altarrrr!" cinguettò Alty, posandosi delicatamente sulla panchetta di legno sulla quale la sua allenatrice si era accomodata, e aprendo le sue graziose ali.

"Oh, quindi stai per diventare una coordinatrice!" esclamò Vera, entusiasta di conoscere qualcuno che aveva il suo stesso interesse per le gare. "Beh, ti dico subito che all'inizio non è per niente facile... non è come una battaglia di Pokemon, le regole sono molto diverse, e bisogna avere molta fantasia ed abilità per creare delle combinazioni di mosse che abbiano un effetto abbastanza spettacolare... ma sono sicura che presto ci farai la mano!"

"Grazie mille! Io ti ho già visto in televisione... tu sei la famosa Vera, la coordinatrice di Petalipoli!" esclamò Ortilla, i cui occhi si illuminarono ancora di più quando riconobbe la celebrità con la quale stava cenando. "Ti sei già fatta una reputazione di tutto rispetto, lo sai? E tu... tu sei?"

"Io sono Max... il fratello di Vera!" rispose Max aggiustandosi gli occhiali. Gli dispiaceva un po' doverlo ammettere, ma era un po' seccato all'idea di passare inosservato mentre sua sorella veniva subito riconosciuta. "E sono un Allenatore di Pokemon... quelli che vedi qui sono i Pokemon miei e di mia sorella! Adesso sono qui per partecipare al torneo di Iridopoli... è la mia prima volta, e mi sento un po' nervoso, sai com'è..."

"Già, già, posso capire... ci sto passando anch'io, in effetti!" affermò Ortilla, tenendo le braccia incrociate sul petto e annuendo saggiamente. "Comunque mi fa molto piacere conoscervi, e spero che vorrete tenervi in contatto con me! Sarò nei paraggi per tutta la durata del torneo, poi comincerò a partecipare alle gare di Pokemon. E... se potessi avere qualche piccolo consiglio da voi, lo apprezzerei senza dubbio! Certo, mio zio mi ha già insegnato molto sui Pokemon... ma sapete com'è, fa sempre bene ascoltare anche le opinioni di qualcun altro!"

"Nessun problema, Ortilla! Saremo lieti di insegnarti un po' di cose... sia a te che ad Alty!" rispose Vera, prendendosi una pausa nei suoi esercizi gastronomici per accarezzare Altaria sulla testa. "A proposito, chi è tuo zio? Da come ne parli, si direbbe che sia una persona che ne sa molto, in fatto di Pokemon!"

Alty sembrò ridacchiare, piegando le ali contro il corpo, e fece un occhiolino ad Ortilla, che ricambiò il gesto e, dopo aver aspirato le fettuccine che aveva preso con le sue bacchette, si pulì la bocca con tutta tranquillità e rispose alla domanda di Vera. "Beh... in effetti, non faccio per vantarmi, ma è una persona che immagino conosciate già anche voi. Mio zio... è Adriano, l'attuale Campione della Lega Pokemon di Hoenn!"

L'effetto fu immediato. Le espressioni di Vera, Max, Blaziken e Gardevoir si congelarono all'istante in una smorfia incredula, mentre un peso di diverse tonnellate, apparso dal nulla, cadeva sul terreno dietro di loro!

 

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"Hm? E' una mia impressione, o quei due sono rimasti sorpresi?" disse tra sè un ben noto ragazzino dai capelli verdi e corti, all'incirca dell'età di Vera, che seduto ad un tavolo un po' appartato, guardava divertito la scena, da una distanza alla quale era abbastanza sicuro che Vera e Max non si sarebbero accorti di lui. In fondo, pensava tra sè il giovane Drew, era più divertente mantenere un po' di mistero, e poi godersi le loro espressioni quando si fosse fatto vivo!

"Del resto, mi sorprende un po' che non conoscessero già Ortilla... beh, ma immagino che con tutti i viaggi su e giù per il mondo che abbiamo fatto per fermare varie bande di esaltati, non ci sia stato molto tempo per aggiornarsi." continuò Drew. "Comunque, pensavo che almeno avessero sentito parlare della sua nascente carriera anche come idol televisiva. Beh, poco importa. Si vede che Vera e Max non sono gente che guarda tanto le ultime tendenze in fatto di musica."

Con tutta calma, Drew accarezzò la testa al suo Absol, che mangiava da una ciotola accanto al suo posto, e poi si rimise a gustare il suo ramen, immaginando che la giornata dell'indomani sarebbe stata molto interessante...

 

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Se solo Drew avesse potuto immaginare quanto le sue aspettative corrispondessero alla verità, probabilmente si sarebbe importo di tenere la bocca cucita, visto che l'universo, in certe occasioni, riesce ad esaudire quello che una persona vuole... nella maniera più diretta e brutale possibile!   

In una stanza segreta, illuminata da una fioca lampada da tavolo e dallo schermo di un computer portatile posto su un tavolo al centro, due misteriosi individui stavano sostenendo una conversazione a distanza con una terza persona dall'aspetto misterioso ed inquietante che faceva bella mostra di sè su una finestra che occupava quasi tutto lo schermo. Non era molto facile vedere tutti i particolari del suo viso, a causa del fatto che era immerso a sua volta nella semioscurità... ma sicuramente si vedeva bene il bagliore rosso del suo occhio sinistro - un occhio bionico che gli dava un aspetto minaccioso, e che fissava i due subordinati con freddezza e crudeltà.

"Comandante Sirius... qui Astro ed Eclisse, della squadra di esplorazione." affermò il ragazzo, dopo essersi schiarito nervosamente la voce. "Abbiamo... abbiamo potuto confermare che il bersaglio si trova qui ad Iridopoli, e domani avremo l'occasione giusta per catturarla durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo campionato della Lega."

Seguì un silenzio lungo ed inquietante da parte dell'uomo sullo schermo, che sembrava stare riflettendo su quanto aveva sentito. "Quello che mi state dicendo è senza dubbio interessante..." affermò infine, con voce chiara per quanto distorta dalla comunicazione. "Ma immagino che vi rendiate conto che state per agire alla piena luce del giorno. Avevamo previsto anche questa possibilità, certo, ma siete sicuri di poter gestire questa situazione?"

"Riteniamo di avere delle buone possibilità." rispose Eclisse. "Certo, per quanto siano presenti molti allenatori di Pokemon degni di nota, non credo che potranno reagire in tempo, con il piano che abbiamo preparato. Posso assicurarle che non ci saranno intoppi, comandante Sirius. Torneremo con la ragazzina e con il Bracciale Smeraldo."

"Molto bene. Mi aspetto molto da voi, quindi non fallite." disse Sirius, senza giri di parole. "Il Team Meteora non è mai stato così vicino alla vittoria finale, quindi fallire adesso sarebbe un insulto a tutto quello che abbiamo costruito. Conto su di voi, Astro ed Eclisse. Se riuscirete nel vostro compito, vi raccomanderò al comandante Solaris per una promozione ad Assi Meteora. Per il momento, vi saluto."

Astro ed Eclisse si inchinarono, e Sirius interruppe la conversazione, chiudendo la finestra che occupava lo schermo del computer portatile. I due giovani, dopo aver tirato un breve sospiro di sollievo, cominciarono a prepararsi per la notte. Sapevano che dovevano essere pronti, riposati e rilassati per il giorno dopo... dall'esito dell'operazione dipendeva il futuro del Team Meteora... e del continente di Reborn...

 

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Nel frattempo, vicino all'hotel nel quale Vera e Max, assieme a molti altri partecipanti al campionato, avrebbero passato la notte... i due fratelli e i loro Pokemon, assieme alla loro nuova conoscenza, si stavano godendo la serata, senza neanche lontanamente immaginare quali nuvole nere si stessero addensando sopra le loro teste...

"Heheheee, davvero questa non me l'aspettavo! E quindi tu sei la nipote di Adriano, il Campione della Lega di Hoenn! E' stata davvero una sorpresa!" affermò Vera con una risatina imbarazzata. "E quando il campionato sarà concluso, comincerai a competere nelle gare di Pokemon... beh, mi fa piacere, anche se immagino che ad un certo punto diventeremo rivali! Sono sicura che farai molta strada!"

"Grazie! E spero che anche tu e tuo fratello ne facciate! Domani ci sarà il discorso di presentazione che mio zio farà a partecipanti e spettatori, quindi... mi raccomando, cercate di non perdervelo!" rispose Ortilla, lasciando che la sua Altaria si posasse sulla sua spalla. "Ora però temo di dover andare. Si è già fatto un po' tardi, ed è meglio che siamo tutti ben riposati per domani. Ci vediamo all'arena, okay?"

"Certamente, Ortilla, e grazie mille per la serata!" rispose Max, mentre lui e la sorella maggiore cominciavano a salutare la bambina dai capelli verdini con una mano. "Se vuoi ci vediamo anche domani sera... e se riesco, ho una mia amica e rivale da presentarti! Ci vediamo!"

Il Gardevoir di Max e il Blaziken di Vera, i due Pokemon che erano rimasti ancora fuori dalle loro Pokeball, si inchinarono educatamente, ed Ortilla e la sua Altaria fecero un ultimo gesto di saluto prima di cominciare a rincasare, avviandosi verso il grande edificio della Lega Pokemon dove il Campione e i Superquattro avevano la loro sede. Una volta che Ortilla ed Alty furono uscite dal loro campo visivo, Vera, Max e i loro Pokemon cominciarono a loro volta a rientrare nell'albergo, decisi a godersi una notte di riposo prima che cominciasse il torneo!

"Devo ammettere che a volte si fanno degli incontri davvero imprevisti, Max. Imprevisti, e anche molto graditi." disse telepaticamente Gardevoir al suo allenatore, mentre il quartetto rientrava nell'hotel, e Blaziken rabbrividì un po' per l'aria condizionata.

Il ragazzino con gli occhiali si voltò verso quello che una volta era stato il suo amico Ralts e strizzò un occhio con fare arguto. "Beh, è più o meno come è successo tra te e me, non credi anche tu?"

"Hai ragione." assentì Gardevoir, l'ombra di un sorriso sul suo volto elegante. Poi, tornando alla sua espressione stoica, il Pokemon Psico fece un cenno con la testa. "A parte questo, conta pure su di me, amico mio. Faremo tutti del nostro meglio per arrivare assieme alle finali."

Max e Vera si scambiarono uno sguardo espressivo, e anche il Blaziken della ragazzina approvò con un cenno del suo becco adunco. "Grazie, Gardevoir. E anch'io, come vostro allenatore, farò tutto quello che posso per farvi vincere!" affermò nei suoi pensieri, ripromettendosi di fare uso di tutto ciò che aveva imparato nel suo viaggio. L'indomani sarebbe stata una giornata molto intensa per tutti loro, ne era sicuro...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Max non sa quanto ha ragione. Domani sarà sicuramente una giornata intensa. Ma non certo nel senso che intende lui...
 

L'idea di inserire Ortilla - personaggio del videogioco Alfa Zaffiro e Omega Rubino - nella mia fanfic mi è venuta di getto. Anche perchè ho trovato un modo di farla stare nella trama, e avrà una parte abbastanza importante da giocare. Tra non molto, il Team Meteora farà la sua mossa... e anche se questo capitolo può sembrarvi un po' disgiunto dall'introduzione che ho fatto, vi assicuro che tutto andrà al suo posto tra non molto! So che questo capitolo è relativamente breve, rispetto alla lunghezza solita, ma serviva a calarsi nel contesto. Tra non molto, le cose cominceranno a farsi movimentate! Oh, e a proposito, prima che me ne dimentichi... i nuovi vestiti di Vera sono presi pari pari da quelli che indossa in Alfa Zaffiro / Omega Rubino. Mi sembrava un buon modo per omaggiare i nuovi giochi della serie... 
 

Bene, questo è quanto per adesso! Cercherò di aggiornare Best Wishes Reload e una delle mie fanfiction di Digimon quanto prima, magari proprio a ridosso di Natale, se ci riesco! E mi scuso se c'è qualche problema con l'aggiornamento... oggi tutto complotta contro questo capitolo! A presto!  

  
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