Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Chambertin    16/12/2014    5 recensioni
● || Mini-long | Arno Dorian X Elise de la Serre | SPOILER!ACUnity | Missing Moments || ●
Quando Arno Victor Dorian riapre gli occhi è in una stanza senza pareti, avvolta da una foschia insolita, violacea. E' in una folla di gente, e nota che tutti guardano dei quadri appesi nel vuoto, a delle pareti invisibili. Quei quadri rappresentano sè stesso, con delle diciture: Natus, Puerilis, Juventus e Mortis.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Elise de la Serre
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Juventus
 
agg
giovinezza, gioventù
(da iŭventūs, is)
 
«Sai, Arno, avevi ragione» disse Elise carezzandogli la guancia «alla fine sei sempre lo stesso che rubava i biscotti per me»
Come poteva essersi allontanata da lui per così tanto tempo? Come era riuscita a sopraffare i pensieri più intimi? In parte lo considerava ancora il responsabile della morte di suo padre, ma dall’altra capiva che non era colpa sua, non poteva immaginare il contenuto di quella lettera. In più, ad unirli,  c’era proprio il fatto che condividessero lo stesso dolore della perdita di un padre.
Ma ora Arno stava peggio, perché, di padre, ne aveva perso un secondo.
Elise si impuntò col gomito sul cuscino sottile per guardare negli occhi quello che ormai era un giovane e aitante uomo. «Arno, ti conosco meglio di chiunque altro, e so cosa stai pensando»
Lui continuò a non guardarla, preferendo osservare un punto imprecisato sul soffitto.
«Mirabeau era l’unico che ci avesse dato un’opportunità, e Bellec l’ha ucciso. Mi sento tradito, Elise»
Finalmente la guardò: i capelli ramati le ricadevano sciolti, morbidi, sulle spalle minute, la pelle gli sembrava più candida e rilassata del solito, forse perché almeno la notte poteva non pensare alle missione da svolgere durante il giorno, poteva piuttosto pensare a lui.
Ormai non si meravigliava neanche più di cominciare a pensare a lei nei momenti più difficili della sua vita. Assai spesso gli capitava di fantasticare su loro due mentre aspettava una guardia messa in allarme dietro un muro, acquattato nell’ombra, o a ricordare il profumo dei suoi capelli mentre stava nascosto in un carretto di fieno; stesso profumo che ora sentiva accanto.
«Non darti colpa per quello che è successo. Non potevi fare altrimenti…» Arno annuì, carezzandole la spalla per scendere sul braccio ed infine intrecciare delicatamente le sue dita con quelle di Elise.
«Adesso andremo avanti, cercheremo Germain senza l’appoggio di nessuno, né Templari né Assassini.» lei si stese nuovamente al suo fianco. Poteva sentire il calore di Arno sotto le coperte, un tepore che avrebbe fatto assopire chiunque. «solo io e te…» infatti la sua voce già era più bassa e le parole scandite più lentamente.
«Già…» Arno cominciò a pensare al fatto che da quando aveva ucciso Pierre Bellec non era tornato al Consiglio a fare rapporto su quanto accaduto, eppure era impossibile che non lo avessero già scoperto. Sapeva che ciò che aveva fatto non poteva non avere conseguenze drastiche. Ma non voleva pensarci, piuttosto continuava a sperare per il meglio.
Le passò un braccio attorno alle spalle per farla accoccolare meglio contro il suo petto; sentiva le sue guance fresche contro la sua pelle, sempre più calda, e il respiro sul suo collo era una tentazione troppo forte.
Era un continuo rigirarsi nel letto, a destra, a sinistra, prono, si avvicinava ad Elise, e poi si allontanava perché il calore dentro di lui cresceva ad ogni secondo che passava - e non si rendeva conto che secondo dopo secondo, passavano anche delle ore.
 
La luce della candela ormai si era affievolita al punto di lasciare solo un rivolo di fumo salire nell’aria da un cumulo di cera secca; ma quella luce non sarebbe servita più, perché dalla finestra entravano i primi bagliori dell’alba.
Elise mugugnò come un dolce gattino appena sveglio, e aprì leggermente gli occhi: accanto a lei c’era un Arno scomposto e mezzo scoperto.
Lei sorrise e si soffermò ad osservare il suo corpo: un ammasso di muscoli tonici e ben delineati. Quanti altri uomini avrebbero potuto sperare in un fisico simile?
Si girò verso la finestra; notando le prime luci del giorno decise che era ora di ricominciare la caccia.
Prese la camicetta bianca dalla sedia affianco, infilandosela, e proprio mentre stava per alzarsi dal letto, si sentì afferrare per il polso «ma che..?»
«Non crederai di lasciarmi qui solo come l’altra mattina in mongolfiera, vero?» fece Arno, ancora con gli occhi chiusi, ma col sorriso sul volto.
Elise si avvicinò al suo viso per baciarlo delicatamente, fu un bacio casto, ma pieno di tutto l’amore del mondo.
Arno le passò un braccio dietro la schiena e con un movimento repentino se la portò sotto di lui.
I capelli spettinati le incorniciavano il volto ancora da ragazzina, ma Arno sapeva che quella creatura era tutto meno che una bambina. Con tutto quello che aveva passato, era diventata donna molto in fretta, ma non una donna qualunque, la sa femme1.
Elise gli cinse il collo con le braccia, per farlo abbassare, e mentre affondava le sue dita nei capelli di lui, cominciò un vero e proprio bacio passionale, che durò chissà quanto, forse secondi, forse minuti.
«Ieri sera ti sei addormentata così bene, che mi dispiaceva svegliarti per questo…» le sussurrò Arno dolcemente, mentre passava a baciarle il collo.
Elise neanche ripose, perché quel calore che sentiva la notte prima uscire dal corpo di lui, ora infuocava anche lei, impedendole di parlare.
Arno si era avvicinato talmente tanto al suo corpo che non poté non sobbalzare a quel tocco. Lo sentiva, , e Dio solo sapeva quante volte aveva fatto pensieri malsani su come sarebbe stata quell’esperienza; oh, quante volte ne avrebbero avuto l’occasione, prima di allora, a casa de la Serre, o durante i viaggi a Marsiglia e a Strasburgo, ma la loro posizione di demi-frères2 glielo impediva ogni volta – anche se di sangue in comune ne avevano ben poco.
Ma lì, in quella stanza spoglia della prima taverna che avevano visto, non c’era nessuno a frenare i loro desideri, questo era certo.
Il tocco delle dita di Arno scese dai seni, alla pancia, alla gamba, dove con una leggera pressione invitò Elise ad aprirle, per scoprire finalmente cosa significasse quel sentimento. Lei obbedì.
Arno, si sentì sciogliere in un languido piacere, chiuse gli occhi, mentre con una calma non poi così tanto consona nella sua persona, cominciò a muoversi per far abituare Elise alla sua presenza.
Lei stringeva i pugni sulla sua schiena, lasciandogli segni rossi sulla pelle; gli ansimi di dolore, lasciarono ben presto il posto a quelli di piacere, però.
Elise si muoveva insieme a lui, facendo qualcosa che non credeva neanche di saper fare, ma quello che sentiva dentro di lei la spingeva a muoversi sempre più velocemente, perché il piacere di un attimo prima non era più abbastanza per il suo corpo.
E lo stesso valeva per Arno! La stringeva a sé, nascondendo il viso nell’incavo della spalla, ansimando, tremando.
Poi accadde: una sorta di miriade di fuochi d’artificio esplosero all’istante. Tutto un tratto le braccia non ressero più il peso del suo corpo e si accasciò su Elise, anche lei evidentemente soddisfatta.
I loro respiri erano uno solo, i loro battiti erano uno solo, loro erano diventati una cosa sola.
Si guardarono, sorridenti, stanchi, si abbracciarono e rimasero così, nudi nel letto, come la sera prima, consapevoli che qualcosa fra loro era cambiato – in meglio, ovviamente.
 
Quando Elise si svegliò, il sole era già alto nel cielo e la luce entrava di prepotenza nella stanza dalla finestra aperta, le tende svolazzavano al vento e un foglietto si alzò dal tavolo.

  ~~
  trad. "la sua donna".
   2 trad. "fratellastri"
   3 la frase è la stessa che Elise scrive sul foglietto quando Arno si sveglia nel cesto della mongolfiera alla fine della sequenza "la fuga". La traduzione italiana       del gioco è "Ero di fretta. Dormivi così bene, non potevo svegliarti. Ti amo, Elise."; ho dovuto inserire un'immagine perchè purtroppo il sito non conosce il font usato.
 
  
Ciao di nuovo <3
L'idea era quella di iniziare e concludere subito la storia, così da non dovermela portare avanti per mesi come succede con la long-fic, e così potermi concentrare proprio sulla settima memoria genetica di Assassin's Creed Genderswap ;)

Questo Missing Moment è ambientato, ovviamente (credo si capisca), subito dopo la fuga in mongolfiera, quando finalmente Elise e Arno si dichiarano ufficialmente e si baciano 
∀`)
Devo dire che per me è particolarmente difficile scrivere scene di sesso, anche se non esplicito, perchè un po' mi imbarazza, e un po' faccio il possibile per scrivere le cose più dolci del mondo, anche se a volte esagerate - lo so -.
In realtà nel gioco non viene proprio specificato se Elise e Arno abbiano fatto l'amore già molto tempo prima, io ho voluto immaginare che per il fatto di essere "fratellastri" e poichè i servi, si sa, hanno occhi e orecchi ovunque, non ne abbiano mai avuto l'occasione.

Per il resto direi che ci vediamo al prossimo capitolo!
Salute e pace, e che la Luce Divina ci guidi sempre! <)
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Chambertin