Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: DirceMichelaRivetti    16/12/2014    1 recensioni
Nick Fury non rimane certo fuori dai giochi, sebbene abbia lasciato la direzione del nuovo SHIELD a Coulson.
Fury porta avanti la sua lotta all'HYDRA: ha i mezzi per farlo e il supporto degli agenti Burton e Romanoff, all'occorrenza.
Presto scoprirà che l'HYDRA potrebbe essere ancora più pericolosa di quanto si creda; incontrerà nuovi alleati e nemici; oggetti e luoghi misteriosi e inquietanti.
Le indagini di Fury si intrecceranno con quelle del nuovo SHIELD e si rivolgerà anche a Coulson e ai suoi per poter far fronte alle varie minacce che si profilano.
Inoltre, rimane da svelare il mistero che circonda le origini di Skye.
Fitz, poi, sta cercando il proprio riscatto, il modo per tornare come prima o anche migliore.
Ho messo l'avviso "spoiler" perché seguo la serie in inglese e, quindi, ogni tanto potrebbero esserci delle anticipazioni.
Ho messo "What if" perché, pur cercando di aderire il più possibile alla serie, ho sviluppato una mia idea circa l'alieno della Guest House, circa Skye e circa le incisioni e la porterò avanti.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Fury, Nuovo personaggio, Phil Coulson, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Un paio di ore dopo che la Vedova Nera si era addormentata a Zilina, i suoi colleghi si risvegliavano nel castello ad Hasselbach. Fury e Barton si destarono, si vestirono e si incontrarono nella sala da pranzo dove li attendeva Afdera, assieme ad una ricca colazione.

I due uomini riempirono i piatti con uova, pancetta e wurstel, la donna bevve caffelatte accompagnato da due brioche al cioccolato. Dopo la colazione, Fury recuperò dal SUV tutto il necessario e così furono pronti a partire. Salirono in cima alla torre più alta del maniero, in cima alla quale si trovava lo studio di magia della ragazza.

“Non è un po’ da cliché il praticare magia su una torre?” chiese Barton ironico.

“La torre è una forma che canalizza bene le energie, pensa anche solo ai fulmini!” ribatté la ragazza.

“Dunque è questo il tuo laboratorio?” domandò invece Fury, guardandosi ben attorno per memorizzare ogni dettaglio.

.” rispose Afdera, sistemando il necessario per il teletrasporto “Questo è uno dei miei studioli. In ognuna delle mie residenze ne ho pronto uno basilare, perché non si sa mai, in ogni caso sono tutti collegati coi sigilli di teletrasporto e quindi, quando manca qualcosa, mi è facile recuperarlo da qualche parte.”

“Ah, giusto, ieri hai detto che il teletrasporto lo hai funzionante solo per dove hai lasciato un altro sigillo.” Clint era sospettoso “Come mai ne hai uno proprio in stazione?”

“Ne ho ad ogni aeroporto o stazione a cui abito vicino e a quelli più importanti. Non si consumano energie a tracciarne e mantenerne tanti, ma solo quando li di usa.”

“Che ore sono?” domandò Fury.

“Otto e cinquanta, signore.” rispose Clint.

“Perfetto, abbiamo il tempo per ripassare il piano. Appena giunti, ci separeremo. Noi andremo in stazione per conto nostro e lei arriverà più tardi, accompagnata da qualche domestico.”

“Domanda!” intervenne Clint “I domestici da dove vengono? Non dovremo coinvolgere anche loro, spero.”

“No, come ho già detto ieri, evocherò degli spiriti di Mercurio che mi aiutino nella sceneggiata.”

“E non ti affaticherai?”

“No, devono solo parlare e camminare.”

“Torniamo al piano!” li richiamò Fury “Afdera farà in modo di farsi notare e andrà a prendere posto in prima classe che è nelle carrozze di coda, in particolare lei sarà proprio nell'ultima. Noi due, invece saremo in testa al treno, appena dopo la locomotiva, così che, quando ci arriverà la notizia che Afdera è sul treno, avremo una scusa per attraversarlo tutto e guardare i passeggeri in cerca di Rumlow. Una volta individuato, lo osserveremo e capiremo quanti uomini ha di scorta e quali sono. Durante il cambio a Vienna, noi due ci allontaneremo per precederlo a Bratislava, dove l'attesa per il cambio sarà più lunga. Durante il transito a Vienna, se te la sentirai, tu Afdera dovresti trovare la maniera di avvicinare Rumlow e tenerlo d'occhio per conto nostro e, una volta a Bratislava, condurlo in trappola da noi.”

“Certo che lo farò, molto volentieri, però non mi avete detto dove preparerete l'imboscata.” rispose la giovane.

“Te lo comunicheremo una volta arrivati e studiata la zona, comunque sarà un locale, un ristorante, un caffè o un albergo, vedremo.”

“Signore, ma è prudente lasciare lei, inesperta, da sola con un agente dell'HYDRA?” poi si accostò all'ex direttore e gli sussurrò: “Un deathlock, per giunta.”

“Sono convinto che se la caverà: metà dei suoi parenti sono attori!” replicò Fury, quasi ridacchiando “Inoltre ha le sue risorse. Vero?”

“Certo!” esclamò lei, raggiante; aveva appena finito di preparare il sigillo.

I sigilli d'arrivo non erano tracciati materialmente, ma erano impressi nella luce astrale e andavano rinnovati annualmente. Quello che lei aveva sul proprio corpo era una cosa d'emergenza. Il sigillo che avrebbero usato a breve, invece, era un sigillo in vera regola: un cerchio d’oro di venti centimetri di diametro, con inciso un altro cerchio concentrico, che a propria volta conteneva un quadrato, con inscritto un altro paio di cerchi e in fine vi era una specie di croce, di cui le braccia superiori a sinistra erano unite  da altre linee come per formare un rettangolo.

“Signori, ci siamo. Pronti a partire?” chiese la donna.

Gli uomini risposero affermativamente e attesero di vedere che cosa accadesse. La ragazza si concentrò e il suo sguardo tornò vacuo come quello della sera prima, le sue labbra si discussero e la sua voce iniziò a dire: “Imperocchè egli ha commessa di te la cura ai suoi Angeli; ed essi in tutte le vie tue saran tuoi custodi”.

L'aria, ad un metro e mezzo d'altezza dal sigillo, iniziò a vibrare e crepitare, poi ci furono scosse elettriche che apparvero come piccoli e sottili fulmini che partivano da varie direzioni ma culminavano nello stesso centro che, presto, iniziò a vorticare e ad espandersi, fino ad aprire un varco: una finestra circolare di un metro di raggio che si apriva in un vicoletto nei pressi della stazione ferroviaria di Francoforte.

Esortati, gli uomini attraversarono il varco e poco dopo furono raggiunti dalla ragazza, che salutarono e lasciarono sola. I due agenti entrarono in un bar assoldato e, senza dare nell'occhio, raggiunsero la toilette e si chiusero dentro, per fortuna era di quelli con l'antibagno. Fury aprì la 24 ore che aveva con sé e tirò fuori alcuni accessori per il camuffamento: Rumlow conosceva bene i loro aspetti.

Fury, dunque, indossò sgargianti abiti da mussulmano malesiano, con tanto di turbante applicò al volto una folta barba principalmente nera, ma anche un poco brizzolata; infine si mise un naso finto, in modo che sembrasse orientale e non si notasse la schiacciatura tipica africana.

Barton si vestì, invece, da musulmano occidentale si mise una parrucca nera, lenti a contatto scure, un fondotinta per dare un tono arabeggiante alla sua carnagione.

“Stiamo usando la strategia del mettersi in mostra per non essere notati, signore?” domandò Barton, mentre si sistemavano.

“Esatto, Rumlow è troppo concentrato sulla sua missione, per perdersi a guardare la buffa gente che ha attorno.”

“Perché musulmani, signore? Che pretesto possiamo addurre per l'entusiasmo di voler incontrare Afdera? Che, tra l’altro, è mezza ebrea?”

“Beh, tu sei un strano che vive a Francoforte da ormai dieci anni, ne hai sentito parlare, una volta l’hai anche vista, anzi avete discusso d'affari per dei terreni di Ottone. Io sono tuo ospite, sono un iman molto noto nel Borneo e sono qui per tenere delle orazioni in alcune moschee d'Europa. Mi hai parlato di lei e mi hai incuriosito, quindi, quando sentiamo che è sul treno, ti chiedo di presentarmela.”

“Perfetto.” Barton sospirò e poi chiese: “Adesso, che siamo soli, signore, mi può dire come mai ha acconsentito ad immischiarla in questa vicenda?”

“Mi fido di lei. Lo S.H.I.E.L.D. ha bisogno di alleati e ho voluto metterla alla prova, voglio vedere come se la cava, come sa impiegare le proprie risorse e così via. Per ora procede bene, non trovi?”

“Sì, ma chissà come potrà reagire quando la faccenda si farà seria e pericolosa. Non è abituata a questo genere di cose! Potrebbe agitarsi e andare nel panico. Sono situazioni che richiedono nervi più che saldi!”

“Ieri sera, mi è sembrata disinvolta nell'affrontare cinque membri dell'HYDRA.” gli ricordò Fury, carezzandosi la barba.

Clint dovette incassare, ma subito chiese nuovamente: “Doveva proprio metterla alla prova con una missione delicata e importante come questa?”

“Tutte le nostre missioni lo sono. Conto soprattutto sull'agente Romanov per impedire la compravendita. Dubito che Rostislav sia un brav'uomo, Natasha lo ucciderà: spero che la bottiglia svanisca con lui. Noi riusciremo a uccidere Rumlow o con discrezione, come preferirei, o facendo baccano, se necessario.”

Clint era rassicurato e ringraziò per le spiegazioni. Finito di indossare i travestimenti, i due uomini uscirono dal bagno, ordinarono da bere e poi lasciarono trascorrere un’ora e mezza, prima di lasciare il bar per raggiungere la stazione, a un centinaio di metri da lì.

Arrivati, constatarono con tutto era tranquillo, con discrezione consultarono il tablet per individuare il deathlock ed appurarono che si trovasse in quel luogo che, tuttavia, era troppo affollato per poter individuare con certezza, ad occhio, il fulcro d'energia segnalato. I due uomini si avvicinarono a una biglietteria automatica e inserirono i dati del loro biglietto acquistato online per poterlo stampare; poi cercarono il tabellone delle partenze, guardarono il binario di partenza e lo raggiunsero. Il treno era già lì, Fury si mise a fumare una sigaretta, per avere una scusa per rimanere fuori ancora qualche minuto e scrutare i passeggeri che salivano.

Afdera, invece, dopo essere rimasta sola, si era fermata nel vicolo il tempo necessario per evocare tre spiriti che l'aiutassero nella sceneggiata, simulò anche numerose valigie. Preparato ciò, andò anche lei verso la stazione, preceduta da uno degli evocati che faceva da apripista, mentre gli altri due fingevano di portare i bagagli.

“Permesso! Permesso!” diceva a gran voce il primo, per poi voltarsi verso la ragazza e dirle: “Venga, venga pure avanti, signorina Franchetti.”

All'udire del nome, vari dei presenti iniziavano a bisbigliare e a fare cenni verso di lei. Afdera avanzava con cipiglio un po' snob, senza curarsi della gente attorno, ma con la dolcezza sul volto, senza arroganza, un po' come quelle persone che camminano a un metro da terra non per cattiveria, ma con ingenuità, poiché le era stato insegnato così. Effettivamente era un po' il suo atteggiamento naturale, non si stava sforzando troppo. Sapeva che per farsi notare bastava quello, quindi non fece nulla di particolare per richiamare l'attenzione, nessun capriccio da nobile viziata, anche perché aveva comunque una reputazione da mantenere. Dal momento che erano appena le 9-15, decise di fare una breve sosta al bar della stazione; entrò nel locale col suo seguito, si mise a sedere ad un tavolo e mandò uno degli evocati ad ordinare al bancone. Il brusio sulla sua presenza alla stazione, dunque, aumentò ulteriormente e qualcuno cercava di vederla o avvicinarla, ma i finti domestici interpretavano anche il ruolo di tenere lontani i curiosi.

Perché tanto interesse per una straniera, nobile sì, ma non famosa? Forse vi starete chiedendo. Beh, in Germania erano ancora molto legati alla nobiltà, soprattutto quella locale che continuava a ricoprire un forte ruolo economico e politico a livello comunale o di regione. Tutti, dunque, conoscevano e rispettavano il principe Ottone d'Assia e quindi non era sfuggito loro che egli avesse nominata sua erede una straniera e, per questo, si erano informati su di lei; i personaggi di spicco dell'alta società e della politica l'avevano invitata a feste e cene, poiché sapevano che sarebbe stata lei, in futuro, ad ottenere le ricchezze, le terre e il potete d'Assia e perciò volevano ingraziarsela. Afdera era così divenuta popolare nella mondanità della regione e non passava inosservata.

Verso mezzogiorno Afdera si avviò al treno, salì e si mise a sedere, mentre i tre sistemavano i bagagli, poi uno prese posto di fronte a lei, mentre gli altri due presero congedo. Questi ultimi cercarono un cantuccio nascosto e mutarono aspetto per poi risalire sul treno e percorrerlo parlando tra loro di Afdera e, quando capitava che sentissero qualche passeggero parlarne, interagivano con lui, in modo che il brusio fosse generale e dunque che non paresse strano che qualcuno la cercasse. Infatti, c'erano alcuni curiosi che cercavano di andare a sbirciarla. Quel subbuglio era proprio la situazione che Fury aveva voluto: lui e Clint sarebbero passati inosservati e, in più, potevano considerare maggiormente sospetti coloro che erano rimasti impassibili.

Il treno era partito da un quarto d'ora circa, quando il vociferare su Afdera arrivò nel vagone di testa. Fury e Barton diedero il via alla loro sceneggiata e poi si alzarono e iniziarono la ricerca, alzandosi dal proprio posto, si portarono dietro le loro valigette. Nell'intercapedine tra un vagone e l'alto, Clint controllava sul tablet l'intensità del segnalatore del deathlock, per vedere quanto fosse vicino, ma la distanza era troppo poca per avere variazioni nell'intensità. Nel quarto vagone individuarono Rumlow, ma non capirono quanti uomini avesse con sé. Avrebbero dovuto soffermarsi un po' più a lungo per capire, ma, se lo avessero fatto, sarebbero risultati sospetti. Arrivarono infine in coda e si sedettero vicino ad Afdera: Fury accanto, Barton di fronte. Erano soli nel vagone: la prima classe lusso era molto costosa e in pochi la usavano. Quel giorno, per fortuna, Afdera era l'unica passeggera e dunque aveva potuto disperdere lo spirito evocato e loro tre potevano parlare tranquillamente. I due uomini spiegarono quello che avevano osservato e fecero il quadro della situazione.

Dopo circa venti minuti che parlavano, erano nel fitto del discorso quando Afdera iniziò ad avvertire una strana sensazione, le sembrava di percepire delle presenze estranee. Si guardò attorno per capire e notò un perturbamento nell'etere.

“C'è qualcuno!” esclamò la donna per avvertire gli altri.

“Dove? Fuori dal vagone?” chiese Barton, voltandosi verso la porta “Non vedo nessuno; è fuggito?”

“No, non fuori: qui!” dichiarò la ragazza continuando ad osservare il vagone, ma il suo sguardo era divenuto vacuo.

“Di cosa stai parlando? Spiriti?” chiese Fury, precedendo qualsiasi commento sconveniente di Clint.

“Sì ...” rispose lei, assorta nel flusso astrale “I peggiori di tutti, spiriti di Saturno, sono mortiferi, consumano, risucchiano energia, prosciugano. L'unica nota positiva è che finché non si concretizzano almeno un poco, non possono farci del male.

“Quindi per ora siamo al sicuro?" domandò Fury, guardandosi attorno.

Del pulviscolo iniziò a vorticare per aria e ad addentarsi in alcuni nuclei.

“Ora non più. Stanno prendendo corpo." avvertì lei.

Barton prese una delle sue pistole e sparò un colpo contro uno dei nuclei, disperdendolo; allora ghignò: “Funziona!”

Intanto gli altri nuclei stavano assumendo una forma umanoide.

“I proiettili non servono al momento." comunicò lei, infatti il nucleo distrutto si stava riformando.

“Allora che si fa?!” chiese Barton, bruscamente.

Afdera si guardò attorno, un po' spaesata e disse: “Voi cercate di non farvi toccate, io devo trovare il sigillo che li ha evocati e manometterlo in qualche modo!”

“Riuscirai a scacciarli?” domandò Fury.

“Dipende da chi e come li ha evocati.” rispose Afdera, velocemente e corse verso l'uscita del vagone.
I due uomini iniziarono a fronteggiare gli spiriti di Saturno che erano ormai diventati esseri di sabbia compressa che li attaccarono, ma i due agenti schivavano egregiamente gli attacchi. Una serie di pugni, un calcio o due ... qualsiasi cosa quegli esseri sferrassero, i due uomini lo evitavano con grande agilità e destrezza, divertendosi pure.

“Opera dell'occultista di Rumlow.” constatò Fury, prima di balzare all'indietro.

“O della nostra?” ipotizzò Clint, abbassandosi.

Fury scosse la testa e non lo degnò di una risposta.

Afdera si era precipitata fuori dal vagone aveva ispezionato quello che aveva davanti, senza notare nulla; tornata nell'intercapedine tra vagoni, notò che sulla porta esterna era stato tracciato il sigillo di Saturno. Lo osservò qualche istante ed inorridì. Si mise subito all'opera per alterarlo, prese un carboncino e un coltellino che aveva nella sua borsetta e ci lavorò sopra.
Un paio di minuti dopo aveva finito, aprì la porta ed annunciò: “Ora i proiettili avranno effetto.”

Poi richiuse la porta e si appiattì contro la parete, per evitare proiettili volanti.
Udite quelle parole, Fury e Barton estrassero due bocche da fuoco ciascuno e crivellarono gli spiriti di Saturno che tornarono cumuli di polvere inermi.

Rinfoderando le armi, Fury lanciò un occhiata a Barton, come per dire: Visto che ci si può fidare?

Afdera rientrò. Fury si sorprese di non vederla contenta del successo, bensì molto preoccupata.
“Sei pallida, che cosa succede?” le chiese, avvicinandosi “Stanca per lo sforzo?”

“No, è che ... quel pentacolo che li ha evocati rispecchia lo stile di magia di Kadosh! È più rudimentale, non saprei dire se è un imitatore o se lui stesso è qui, ma ha agito di fretta. Se è lui l’occultista di Rumlow, è un grosso problema. Oppure potrebbe essere venuto per me, anche se sarebbe la prima volta che agisce così.”

“Chi?!” fu la reazione di Barton.

Kadosh?” scandì Fury “Coulson me ne ha parlato, l'HYDRA lo ritiene il responsabile dell'eruzione del Vesuvio ...”

“Ah, non mi sorprenderebbe, mi inquieta molto, ma so che, oltre al dottor Strange, lui è l'unico che può esserne in grado.” disse lei.

Si rimisero a sedere, questa volta Afdera e Fury diedero le spalle alla porta d’ingresso, mentre Clint si accomodò davanti a loro.

“Come lo conosci e perché pensi potrebbe avercela con te?” chiese l'ex direttore, deciso ad andare più a fondo in quella faccenda e in quell'ambiente che conosceva solo superficialmente; d'altra parte, lui e Strange erano d'accordo così: il mago sorvegliava e teneva sotto controllo le comunità dedite all'esoterismo, misticismo, occulto e così via, mentre Fury si occupava di tutto il resto e di ciò che era sovrannaturale anche per i maghi.

“Non ci sono molti maghi al mondo. Non molti veri, almeno. Gli appassionati di occulto sono moltissimi, ma i maghi reali sono rari. Ci conosciamo tutti tra di noi, almeno di vista. Una volta all'anno ci ritroviamo per confrontare i nostri studi, parlare e così via. Alcuni si tengono in contatto più o meno stretto, altri possono trovare un maestro o un allievo e così via. Uno dei più promettenti maghi europei era il Duca Ispas Vlad Dragos Bathory di Nagyecsed, nobile rumeno, trentacinque anni circa. Un paio d'anni fa, durante il raduno, è come uscito di senno o, per meglio dire, ha avuto un eccesso di tracotanza. Per farla breve, ha iniziato a dimostrare la propria superiorità colpendo con della magia potentissima chi non volesse, per così dire, sottomettersi a lui. Era un potere vastissimo e primordiale, qualcosa di completamente diverso da ciò che conosco. Mi opposi, all'epoca ero meno esperta di adesso, mi mise fuori combattimento in poco ... E poi è arrivato lui, il dottor Strange che lo ha affrontato, sconfitto e messo in fuga.”

“Eh, Stephen è sempre stato in gamba!” esclamò Fury, con un sorriso.

“Non fu facile nemmeno per il dottor Strange sconfiggerlo.” rispose Afdera con espressione funerea “Da allora Strange si è ritirato chissà dove, nessuno l'ha più visto, mentre Ispas ha assunto lo pseudonimo di Kadosh, fa video per coccolare il suo ego ed è diventato la minaccia principale nell'ambiente esoterico. Poco dopo il suo colpo di testa, mi ritirai in meditazione e compii viaggi astrali per capire che cosa avesse dato tutto quel potere eccezionale a Kadosh e come fermarlo. Dopo alcuni giorni mi apparve una figura di luce, femminile, con una piuma in testa. Capii che era la dea Maat: l'Ordine universale stesso, sorto assieme al cosmo, emerso dal Nun. Mi rivelò che Kadosh è legato al Nun, l'energia primordiale da cui tutto ha origine, ma priva di leggi e quindi caotica e nemica del creato. Noi maghi padroneggiamo il pharn, detto anche luce astrale, che è l'energia che tutto pervade, ma ben sottomessa alle regole dell'Ordine. Il Nun è energia e potere puri e selvaggi. Maat mi affidò il compito di fermare Kadosh e così, in questi ultimi due anni, ho fatto di tutto per sventare i suoi piani.”

Afdera tacque, rimase assorta nei propri pensieri, sembrava molto preoccupata e turbata.

“Penso che tuo zio sarà interessato alle tue informazioni su Kadosh.” Fury cercò di scuoterla dai suoi pensieri.

“Preferirei non ne avesse bisogno.” la donna scosse la testa “Che voi sappiate, Kadosh è nell'HYDRA?”

“Phil si è imbattuto in un paio di intercettazioni che lo nominano. Un nuovo collaboratore dell'HYDRA ha coinvolto anche lui, per quello che si è potuto dedurre.”

“Allora la vostra situazione è molto pericolosa.”

“Siamo noi che abbiamo deciso di assumerci questo rischio e non solo questo.” Fury parlava con grande fierezza “Siamo lo scudo che difende il mondo da qualsiasi minaccia, abbiamo deciso di fronteggiare il pericolo in tutte le sue forme, senza mai temere o indietreggiare.”

“Scusate se interrompo.” disse Clint, che era rimasto all'erta, inoltre era il solo rivolto col viso verso la porta “C'è uno che ci sta spiando.”

Barton, grazie alla sua grande esperienza, sapeva notare gli intrusi, senza che essi si accorgessero che lui li avessi visti.

“Allora non è Kadosh.” dichiarò Afdera “Lui ha altri mezzi, più discreti, per osservare le persone.”

“Chiunque sia, sta continuando a spiarci.” ribadì Clint “E io voglio catturarlo e fargli qualche domanda.”

“Appena ti muovi, quello scappa.” gli fece osservare la donna.

“No. Sta a vedere.” Barton sorrise, rapidamente si chinò e aprì la valigetta che teneva tra i piedi. Estrarre il suo arco, invocare una freccia e scoccarla fu pagare di un secondo.

Il dardo volò veloce a circa un metro d'altezza, perforò senza problemi la porta di ferro, poi si sentì un urlo: la freccia si era conficcata nella coscia dell'uomo.

Clint lanciò uno sguardo trionfante verso la donna, poi si alzò e andò alla porta, l'aprì e trovò l'uomo ferito, appoggiato alla parete che si teneva la coscia sanguinante. Barton lo afferrò per un bavero, lo tirò dentro e lo mise a sedere, poi lo perquisì e disarmò, mentre Fury teneva una pistola puntata contro il prigioniero, per evitare che reagisse.

Nel frugare nelle tasche, Clint trovò un taccuino, pensando potesse contenere informazioni sull'HYDRA, prese anche quello e lo diede alla ragazza, dicendole: “Guarda se c'è qualche informazione interessante.”

Afdera iniziò a sfogliarlo, sgranò gli occhi esterrefatta e balbettò: “Questa è la calligrafia di Kadosh!” guardò con furia l'uomo, gli di avvicinò minacciosamente e ringhiò: “Com'è che hai il suo quaderno? Sei un suo discepolo?”

“No! No!” si affrettò a dire il ferito, spaventato da tale veemenza.

“Come li spieghi questi appunti?! Sono le sue annotazioni su incantesimi, pentacoli, rituali ... Dove lo hai preso?!”

“Gliel’ho rubato!” esclamò l’uomo.

“No! Non può essere!” reagì, confusamente, la donna “Non si possono rubare cose a Ispas … insomma, lui … lui è Kadosh!”

“Beh, ciò non toglie che gliel’ho fregato da sotto il naso. Io e altri due eravamo stati inviati a prendere contatti con lui e così ci ha ricevuto nel suo manieruccio a Nagyecsed: infilarmi in tasca quel libricino è stato un gioco da ragazzi.”

Afdera esterrefatta: non riusciva a sopportare l’idea che qualcuno, un sempliciotto, fosse stato iun grado di rubare qualcosa a Kadosh, la sua nemesi!

“Forse non è poi un gran genio, il tuo amico.” la punzecchiò Barton.

La donna stava per ringhiargli qualcosa, ma Fury si intromise: “Credo che siano altre le domande da fare a costui, non trovate?” poi si voltò verso il prigioniero “Rumlow sa che siamo qui?”

“Certamente.” era una cosa palese e il ferito non aveva motivo di mentire su ciò “Visto che ti piacciono tanto i supereroi, potresti diventarlo anche tu: Capitan Ovvio!”

“Tu sei sempre stato nell'HYDRA, vero?” gli chiese Clint con scherno e commiserazione “È evidente che non sei mai stato infiltrato nello S.H.I.E.L.D., altrimenti sapresti che provare a deridere il direttore Nicholas J Fury è la peggiore idea che possa mai venire in mente a qualcuno.”

Fury, infatti, si stava preparando a ottenere informazioni dall'uomo. Si sentì però scricchiolare l'aria che si caricò di elettricità. Tutti guardarono Afdera, credendola la responsabile, invece era stupita quanto gli altri, l'unica differenza era che lei guardava verso l'alto. Alzarono tutti lo sguardo e videro che,sopra la testa del ferito, si stava aprendo una sorta di varco misto ad un vortice nero; oltre di esso c'era Kadosh che, senza nulla dire, afferrò l'agente HYDRA e lo tirò dalla sua parte.

Afdera, senza esitare e probabilmente senza ragionare, per l'istinto di conflitto verso Kadosh, spiccò un balzo e si tuffò a propria volta nel varco, lasciando cadere il taccuino a terra.

Tutto ciò accade in una manciata di decidi di secondi.

Fury e Barton rimasero soli e allibiti.

“Che cosa è successo?” chiese Clint, cercando di vincere lo sbalordimento.

“Credo che Kadosh abbia aperto un portale simile al teletrasporto che abbiamo usato stamane e lo abbia sfruttato per rubarci il prigioniero. L'inimicizia con Afdera dev'essere davvero forte se lei si è gettata a capofitto al suo inseguimento.”

“Oppure avevano un piano fin dall'inizio.” Clint tornò subito sospettoso.

Fury scosse la testa negativamente, poi disse: “Dovremo cambiare i nostri programmi. Avviso il mio contatto a Vienna di farci trovare il SUV e una moto. Ci divideremo: tu vai in moto a Bratislava e uccidi Rumlow e, inoltre senti da Natasha se ha concluso la sua missione.”

“Lei dove andrà, signore?”

“A Nagyecsed. L'omuncolo ha detto che Kadosh abita là. Voglio fare luce sulla faccenda e procurarmi informazioni direttamente.”

“E salvare la ragazza.” aggiunse Clint, con una punta di ironia.

“E salvare la ragazza.” ammise Fury, ma prima che Barton potesse dire che si era intenerito, aggiunse: “Gli occultisti li ho sempre lasciati a Strange e non hanno mai creato problemi che dovessimo risolvere noi. Ora questo Kadosh è pericoloso e ce ne dovremo occupare noi, se Strange è davvero scomparso. Avere come alleata la sua principale avversaria degli ultimi anni ci sarà utile, molto più che partire da zero.”

“Aspettiamo qui, fino a Vienna, allora? Speriamo che Rumlow non faccia cercare noi o il suo uomo?”

“Cambiamo travestimento e torniamo ai nostri posti.”

Fury prese la sua valigetta e i due uomini si affrettarono a cambiare look. Mentre si sistemavano, Clint notò che il sipario taccuino di Kadosh era rimasto sul treno: decise di prenderlo e tenerlo tra i suoi bagagli.

   
 
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