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Autore: Becky Auror    17/12/2014    1 recensioni
E' il 1977 ed Emmeline Vance sta preparando il suo baule per il suo ultimo anno ad Hogwarts. Dalla finestra della sua piccola stanza, ad Hogsmeade, scorge distintamente il castello. E ciò che sta per arrivare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emmeline Vance
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-- Hogsmeade, 1977.
 

Sono molte le persone che paragonano la vita ad un libro. Ogni fase, per così dire, rappresenta un capitolo: c’è l’infanzia, l’adolescenza, la maturità e la vecchiaia, e ognuno di questi può a sua volta essere suddiviso ulteriormente. Il protagonista e autore è colui, o colei, che vive in prima persona lo svolgersi di ciascun capitolo e ne scrive giorno dopo giorno la trama, aggiungendovi le persone importanti, che saranno i personaggi principali, le conoscenze, i personaggi secondari, e non può certo mancare l’antagonista. Perché ogni storia ha un antagonista.
 
Anche ad Emmeline piaceva questo modo di vedere la propria vita ed ora, che mancava meno di una settimana per l’inizio del suo settimo e ultimo anno ad Hogwarts, era consapevole che un altro capitolo, uno dei più importanti della sua vita, di questo ne era certa, si stava per concludere. Mentre osservava una delle torri del castello che si intravedevano dalla finestra di camera sua, sotto il cielo annuvolato, non poté fare a meno di sospirare. Poco dopo voltò le spalle a quel meraviglioso panorama, che molte volte l’aveva fatta fantasticare ad occhi aperti, afferrandosi l’angolo sinistro del labbro inferiore coi denti e sbattendo le palpebre un paio di volte per far mente locale. Il suo baule era aperto ai piedi del letto, quasi la stesse invitando a riempirlo, e vi erano attorno diversi oggetti scolastici disposti ordinatamente. Dal piano inferiore giungevano le note stridenti di Celestina Warbeck -intenta ad elencare, in rigoroso ordine alfabetico, tutti i nuovi incantesimi che l’ultimo mago ad averle rubato il cuore le ispirava- che fuoriuscivano dalla radio e i profumi della cucina, visto che sua madre stava preparando il pranzo domenicale. Mentre la cantante dava dimostrazione dei suoi acuti, coniando la formula “Cuore Locomotor”, Emmeline si sedette a terra ed incrociò le gambe. Allungò poi il braccio per tirar fuori il paiolo da sotto il letto e metterlo in fondo al baule.
«Pozioni» mormorò rassegnata, raccattando il nuovo kit di pozioni che aveva preso in Farmacia il giorno prima e infilandolo a sua volta dentro. Sperava di non dover faticare troppo quell’anno dal momento che era la materia che le dava più grattacapi, ma il ricordo di diverse risate la tranquillizzarono subito. Mentre con la bacchetta spostava l’intera pila di libri scolastici dentro il baule, sentì nelle orecchie le risa di Mary, Alice, Marlene, Hestia e l’immagine di loro, sedute sulle rive del Lago Nero, con i libri aperti e le orecchie attente a ciò che Lily spiegava circa la preparazione di una qualche pozione, le balenò davanti agli occhi. Quei pomeriggi di studio le mancavano tremendamente, voleva già essere sul binario della stazione ad attenderle con le braccia aperte come tutti gli anni.
Con un sorriso sulle labbra, piegò accuratamente la propria divisa, con l’intenzione di riporre anche quella dentro il baule, ma fu incuriosita da uno strano rumore in lontananza che la costrinse a voltarsi di nuovo verso la finestra e lasciare le braccia allungate a metà strada tra il pavimento e il baule. Una leggera coltre di nuvole grigie si stava formando su Hogwarts e si riusciva ad intravvedere qualche lampo. Ciò che aveva appena sentito era stato un tuono che annunciava la pioggia, o la tempesta. Emmeline sistemò la divisa e poi scattò in piedi per andare a chiudere i battenti della finestra, non voleva certo un temporale estivo in camera sua. Girò la maniglia e osservò il castello da dietro il vetro, notando come le nuvole diventavano via via più nere, fitte e grandi. Senza sapere bene il perché, sentì che quell’immagine le causava i brividi e si accorse di aver trattenuto il fiato per diversi secondi solo quando i suoi polmoni si ribellarono, pretendendo un po’ di ossigeno. Un secondo tuono si fece sentire, stavolta con più prepotenza, ed Emmeline sperò che suo padre riuscisse a tornare dal lavoro prima che le prime gocce cominciassero a cadere. Decise fosse meglio tornare a preparare il baule e magari poi scendere per dare una mano in cucina alla mamma, cercando di ignorare lo strano presentimento che sembrava voler nascere dentro la sua testa.
 
Sono molte le persone che paragonano la vita ad un libro, ed ogni libro racconta una storia. Perché una storia possa risultare avvincente, però, ad un certo punto la trama dovrà essere sconvolta; quella di Emmeline, come quella dell’intero mondo magico, stava per raggiungere il suo turning point.

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Non sono molto pratica dell'era dei Malandrini, questa piccola One-Shot l'avevo scritta molto tempo fa; proprio prima di capire che non ero per niente portata per questa generazione. Mi andava però di metterla da qualche parte.
Spero non vi abbia annoiato e grazie a coloro che si prenderanno pochi minuti per leggerla.
Becky Auror.

 
   
 
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