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Autore: Kano_chan    19/12/2014    9 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 53
Capitolo 53



Quando raggiungemmo la riva, l’intera popolazione di Esgaroth, o ciò che ne rimaneva, era rivolta con lo sguardo alla città affondata.
Nei loro occhi c'era l'esatta rappresentazione della frase "avere la morte negli occhi".
Tutti quanti avevano la stessa espressione di dolorosa rassegnazione, di incredulità e di profonda spossatezza. Capannelli di uomini, donne e bambini si facevano forza del dolor comune, facendo i conti con ciò che si era trasformato in cenere.
Arrancando sulla riva mi lasciai cadere a terra distrutta e dolorante. Ogni respiro si trasformava in una fitta lancinante alla gola, laddove le mani di Bolg si erano strette, la spalla mi bruciava da morire e il fianco pulsava dolorosamente ad ogni battito troppo veloce del cuore.
Bain, non appena le individuò, mi superò correndo verso le sorelle, che lo abbracciarono rischiando quasi di cadere per terra tutti e tre nell'impeto del momento.
Io presi a guardarmi intorno. Mi sentivo leggermente stralunata, come se fossi uscita da un giro di troppe danze.
Vidi persone gridare di giubilo per essere riuscite a scampare alla furia del drago e persone gridare il loro dolore per gli amici e i famigliari persi o per le case distrutte. C’erano molti feriti, alcuni di essi gravi; c’erano donne con il viso striato di fuliggine e i capelli bruciati, bambini con il viso rosso di pianto e uomini scuri in volto con i riflessi delle fiamme di Smaug ancora negli occhi.

Fra quegli occhi ne incontrai un paio azzurri che mi si fecero subito incontro, incredibilmente sollevati nel vedermi lì.
Ebbi giusto il tempo necessario per alzarmi e fare alcuni passi zoppicanti, che mi ritrovai stretta nell’abbraccio da orso di Fili.


-    Sia lodato Mahal, sei tutta intera - sospirò stremato contro i miei capelli.
-    Lo stesso vale per te, fortunatamente - replicai con lo stesso tono.
-    Ehi è la mia futura sposa quella che stai cercando di soffocare! - esclamò Kili alle nostre spalle con tono divertito.
-    Hai impiegato tantissimo tempo per tornare! Cos’è successo? - mi domandò allora il fratello maggiore lasciandomi andare.
-    Ho incontrato un ostacolo... - risposi - un orco per la precisione - dissi con disgusto.
-    Un orco? -

Guardai Legolas, sopraggiunto nel frattempo, da sopra le spalle di Fili e annuii.

-    Uno di quelli che ci stava dando la caccia da Bosco Atro e probabilmente che ci ha attaccati da Bard - spiegai - mi ha detto di chiamarsi Bolg - aggiunsi.
-    Bolg? Il figlio di Azog il profanatore? - domandò scioccato Oin.
-    Non sapevo fosse figlio di Azog... - dissi stupita, capendo quanto fossi stata effettivamente in pericolo - è lo stesso che ha cercato di uccidere Kili e purtroppo non sono riuscita ad ucciderlo - resi noto lanciando un’occhiata all’interessato.
-    E scommetto che è stato quello a spingerti ad affrontarlo da sola e quasi sguarnita - osservò Fili con evidente tono di rimprovero.
-    In realtà è stata la necessità di dare a Bard il tempo di fuggire prima che il drago ci incenerisse - replicai - e poi sì anche per quello... - ammisi con un’alzata di spalle.
-    Il mio papà ha ucciso il drago? -

Una voce flebile alle mie spalle mi fece voltare la testa di scatto, i tre figli di Bard ci avevano raggiunto.

-    Sì tesoro - risposi io con un sorriso mesto.
-    E dov’è? - domandò Sigrid.

Io non sapevo davvero cosa risponderle; non avevo idea di che fine avesse fatto il loro coraggioso padre.

-    Sarà morto -

Una terza voce, appartenente ad uno degli abitanti di Esgaroth, si intromise nel discorso.
Senza che me ne accorgessi intorno a noi si era formato un gruppo di persone piuttosto forbito.


-    Questo non si può sapere - replicò a sorpresa Legolas.
-    Beh, se è morto non mi stupisco, è sempre stato un sovversivo. Il Governa.. -
-    Il Governatore è stato il primo ad abbandonare la nostra città - esclamò Bain furente, zittendo all’istante chi aveva parlato.
-    Ha ragione il ragazzo. Quell’uomo avrà anche un certo talento per gli affari, ma non è di alcuna utilità quando succede qualcosa di grave! - concordò un altro.
-    Se dobbiamo dare la colpa a qualcuno, qui, diamola a loro! - sbottò una donna dai capelli neri indicando me e i miei amici.

Con panico mi accorsi che i mormorii di assenso erano piuttosto numerosi.

-    E’ vero! E' colpa vostra se la nostra città è stata distrutta e abbiamo perso i nostri cari!! - urlò un altro.
-    Imprigioniamoli e processiamoli! - gridò un terzo.
-    Qui si mette male... - mormorò Bofur, mettendosi una mano sul capello come per prepararsi a correre via di gran carriera.
-    Idiozie! Chi ci ha aiutato a fuggire? Chi ha organizzato una difesa? Chi ha protetto i nostri figli? - controbattè una voce femminile - e voi avreste il coraggio di processarli?! -

Mi accorsi che la persona che aveva parlato in nostra difesa era la madre di Roran, che ora, stretto al suo fianco, sembrava stare bene ed essersi ripreso. La donna mi sorrise riconoscente e io di rimando a lei.

-    Se solo Bard non fosse morto... - sospirò un uomo con una folta barba - lo faremmo Re! Bard l’uccisore del Drago! Aimhè l’abbiamo perduto-

Io osservai gli occhi di Tilda riempirsi di lacrime. Stavo quindi per dire di smettere di affermare certe scempiaggini, quando una voce a noi nota si levò tra la folla.

-    Bard non è perduto! -

La gente si fece subito da parte e nel cerchio libero apparve proprio Bard, sgocciolante e appesantito dagli abiti fradici e striati dal fuoco, ma in perfetta salute.

-    Papà! - esclamarono praticamente in coro i suoi figli correndo ad abbracciarlo.

L’uomo si lasciò cadere in ginocchio stanco a felice di rivederli, mentre li stringeva a sè e la popolazione iniziava ad esultare acclamandolo Re.

-    Girion era Signore di Dale, non Re di Esgaroth -

Una voce alquanto stizzita si fece largo tra le urla, finchè anche l'enorme e flaccida mole del Governatore non comparì in mezzo a noi assieme ad Alfrid, che aveva l'aria di un (brutto) pulcino fradicio.

 -   A Pontelagolungo abbiamo sempre eletto i Governatori in mezzo ai vecchi o ai saggi, e non abbiamo tollerato l’autorità di uomini capaci solo di combattere. Che “Re Bard” torni al suo regno. Dale ormai è libera grazie al suo valore, e niente gli impedisce di ritornarci. E chiunque voglia può andare con lui, se preferisce le fredde pietre nell’ombra della Montagna alle verdi sponde del lago. I saggi rimarranno qui nella speranza di ricostruire la nostra città, e di godere ancora, tra non molto, la sua pace e le sue ricchezze - disse con tutta la baldanza di cui era capace mentre tremava dal freddo stretto in una coperta che aveva visto giorni migliori.

-    Abbiamo problemi più urgenti di questo - replicò Bard con tono duro, mettendosi al centro del cerchio e sedando le urla contraddittorie che venivano dalla folla - dobbiamo organizzarci - disse.

E finalmente, almeno su un punto, tutti sembrarono d’accordo.

-    Io tornerò immediatamente al Reame Boscoso. Devo informare mio padre di ciò che è accaduto. Intendo tornare domani, al più presto, portandovi tutto l’aiuto che il mio popolo riuscirà ad offrirvi - annunciò Legolas.

Bard annuì e lo ringraziò. Anche io guardai l'Elfo e gli feci un sorriso, al quale lui rispose con un gesto vago del capo prima di correre via nella foresta. A quanto pareva, a parte un accenno di altruismo, non riusciva ad esprimere molto altro.

-    In attesa che l'Elfo torni, io mi occuperò di radunare tutte le provviste che sono state portate in salvo. Mettendole assieme e dividendole equamente, dovremmo riuscire a sfamare tutti senza problemi - disse Fili guardando Bard, il quale si trovò d’accordo con lui.
-    Ti do una mano - disse subito suo fratello avvicinandosi, seguito da alcuni volontari tra il popolo.
-    Io posso occuparmi dei feriti. Bofur, avrò bisogno che tu vada a cercarmi qualche erba utile - disse Oin.
-    Certo! - esclamò l'interessato sorridendo e mettendosi sull'attenti.
-    Ti do una mano anche io - mi proposi, ma lo speziale mi guardò alzando eloquentemente le sopracciglia ingrigite.
-    Oh ci puoi giurare! Infatti sarai la mia prima paziente. Prima ti ricucio e prima potrai aiutarmi - disse, mentre io alzavo lo sguardo al cielo spazientita.

A vederci sembravamo tutti in piena forma e per niente stanchi, ma in realtà eravamo distrutti, ed ero sicura che non fossi solo io a domandarmi che fine avessero fatto Thorin e gli altri, su alla Montagna Solitaria. Ma in quel momento non c’era tempo per farsi tali domande; avevamo un obbligo verso la città che ci aveva ospitati e che era stata distrutta.

-    Non ti ho ancora ringraziato per quanto hai fatto per noi - mi distrasse Bard mentre Oin iniziava a visitarmi.
-    Non ho fatto nulla in realtà e non avrei dovuto farlo se non fossimo arrivati fin qui - replicai io mesta, facendo una smorfia quando il nano mi toccò la spalla.
-    Non ti crucciare oltre, il vostro aiuto in questo momento è prezioso. Io ho ucciso il drago, è vero, ma è stato grazie a voi se in così tanti sono sopravvissuti. Questo non dimenticarlo - replicò l’uomo prima di andarsene assieme al Governatore per discutere del piano di emergenza.

Quando Oin finì di ricucirmi e fasciarmi, fui libera di aggirarmi tra la gente, aiutandolo assieme a Tilda e Sigrid a curare i feriti.
Per lo più si trattava di ferite dovute al fuoco e alle fiamme. Bofur andava avanti e indietro portando catini di limo del fiume: adattissimo a placare le ustioni. Avemmo il nostro bel d’affare e quando il grosso fu finito, le prime luci dell’alba superarono la cresta dei monti bagnando il lago d’oro. Mentre la popolazione si metteva a dormire e il silenzio calava pian piano sulla sponda di Lungo Lago, io mi sedetti sulla riva, guardando il sole illuminare le macerie ancora fumanti di Esgaroth.
Se sforzavo gli occhi mi sembrava perfino di vedere un’ala, o una zampa di Smaug, spuntare da sotto il pelo dell’acqua. Poi il mio sguardo fu attratto inesorabilmente dalla cima di Erebor.

-    Dite che sono ancora vivi? - chiesi.

Mentre contemplavo il panorama, Kili e Fili si erano seduti rispettivamente alla mia destra e alla mia sinistra.

-    Non lo so… - rispose stancamente e sinceramente Fili, con la chioma color del grano accesa di riflessi incandescenti laddove non era stata scurita dal fuoco. 
-    Tu cosa credi? - domandò invece suo fratello i cui capelli avevano assunto la sfumatura rossa del legno di Ciliegio.
-    Che siano ancora vivi - risposi, sorprendendomi ad essere così sicura di quell’affermazione.
-    E allora lo sono - replicò lui con semplicità.
-    Siete stati meravigliosi oggi: due degni discendenti di Durin - li elogiai con un sorriso, mentre mi lasciavo andare di schiena sul terreno soffice.
-    Ah nulla di che, potrei rifarlo anche domani - scherzò Fili.
-    Per Mahal come sono stanco... - mormorò Kili appoggiandomi il capo sul grembo, la mia mano corse subito tra i suoi capelli prendendo ad accarezzarli.
-    Sono d’accordo con te fratellino... - assentì Fili, coricandosi al mio fianco e intrecciando le sue dita alle mie.
-    Siamo ancora tutti qui... - sussurrai più a me stessa che a loro.

E lì per lì, nonostante tutta la tragedia appena trascorsa, mi sembrò un regalo splendido.



Spazio Autrice:

Sono reduce dalla visione dell'ultimo film della trilogia quindi scusatemi se sono un pò mesta. Non scriverò le mie impressioni perchè so che molti di voi non lo hanno ancora visto. L'unica cosa che posso dirvi è che adesso mi sembra incredibilmente strano scrivere questi capitoli...
Nonostante tutto non mi accosterò a ciò che ho visto perchè ormai ho deciso di prendere la mia strada e quella manterrò.
Mi sono rimasti tre buchi nel cuore... ma ancora tanta voglia di scrivere la mia!
Ringrazio tutti i lettori, le recensiste, chi mi ha aggiunta nei preferiti, seguiti e ricordati.
Visto che ci vedremo solo venerdì prossimo (spero di riuscire ad aggiornare) vi auguro di cuore di passare uno splendido Natale con le persone a voi più care.

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta

  
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