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Autore: KissMe    09/11/2008    2 recensioni
La sera del Diploma la Darbus ha annunciato che Sharpay e Chad frequenteranno l'Albuquerque University mentre tutti gli altri saranno lontani. Ma Sharpay continuerà ad essere la reginetta ora che tutto cambia? E soprattutto cosa succederà se questi due personaggi così diversi, anzi proprio opposti si trovassero a costruire una solida amicizia? Nascerà qualcosa di più? Una narrazione dal punto di vista di sharpay che si trova catapultata in una realtà che aveva creduto completamente diversa, è come seguire il flusso dei suoi pensieri mentre racconta attimo per attimo quello che le succede...buona lettura ^^
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Chad Danforth, Sharpay Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho appena fatto la più clamorosa figuraccia della mia vita, molto peggio di quel sogno che ho fatto una volta dove ero sul palco e di colpo mi accorgevo di essere senza…trucco! Shokkante da morire, mi ha perseguitato per mesi interi quell’incubo. E’ in momenti come questo che sento di più il bisogno di avere accanto mio fratello, sì lo so sono ripetitiva, ma che ci posso fare? Per i gemelli è dura separarsi, insomma ho vissuto tutti i miei diciotto anni con lui, non siamo mai stati distanti più di un giorno e anche se litigavamo sempre almeno avevo una valvola di sfogo.

Entro in aula, che poi più che un’aula è un immenso auditorium, ci staranno almeno ottocento persone. Rimango sbalordita, ero abituata alle quattro file di semplici banchi alla East High, cavoli nel giro di dieci minuti mi stanno crollando davanti tutte le certezze come un castello di carte. Mi accorgo di non essere l’unica ritardataria e mi affretto a prendere posto un tantino sollevata. Mi siedo, accavallo le gambe e mi metto composta e pronta ad ascoltare come sempre…se qualcuno ascoltasse questo mio pensiero storterebbe il naso, ma è vero io ascolto le lezioni che mi interessano…un attimo…ma che lezione è questa??

Guardo l’orario, ah sì storia del teatro…il mio entusiasmo si spegne quasi subito, sento che sarà una mattinata lunga e noiosa. Come se non bastasse ora entra il professore, caspita è proprio come me l’ero immaginata, possibile che li facciano tutti con lo stampino??

Si avvicina a passo pesante alla cattedra, con cipiglio severo guarda verso la miriade di studenti che nel frattempo si è ammutolita. Sembra quasi che ci guardi uno per uno, devo dire che mi mette parecchia soggezione. Lo scruto mentre guarda dall’altra parte e mi viene da ridere quando capisco cosa e chi mi ricorda…è una specie di fusione tra un tricheco e la Darbus. Oddio aiuto! Mi sta fissando, mica sarà capace di leggere nel pensiero?! Mi faccio piccola piccola e mi accorgo che non guardava me, in realtà guardava un ragazzo poco distante da me, ma sto tizio è pure strabico quindi è normale che mi sia confusa.

Inizia le lezione, biascica pure non parla normalmente e dopo cinque minuti già non gli sto più dietro. Ho terribilmente sonno, man mano che i minuti (o forse sono secondi) passano abbandono la mia posizione composta ed impettita e mi trovo a fissare il vuoto con la testa sorretta dalla mano. Penso alla Julliard, lì si che avrei fatto faville, lì non ci sono materie teoriche solo ed esclusivamente pratica. Immagino mio fratello e Kelsie che ora si staranno divertendo da matti, insieme. Un sorrisetto mi si dipinge in faccia mentre penso che tra loro due c’è del tenero, l’hanno capito tutti ormai. Ma non resto allegra per molto, cavoli quella borsa di studio la volevo io!! Se non fosse stato per quella pulce di Zara, come si faceva chiamare? Ah sì Jimmy the Rocket...patetico! Sbuffo ed un istante dopo sento una specie di schiocco fortissimo sul mio banco che mi fa sobbalzare. Oh no! Il tricheco mi fissa minaccioso, ad un passo da me e con una bacchetta in mano…

-Presumo che stesse riflettendo sul profondo significato della catarsi nel teatro greco signorina…?-

oddio ce l’ha proprio con me, non ho capito una parola di quello che mi ha detto, ma dal tono è piuttosto arrabbiato e sembra che voglia sapere il mio nome

-Evans-

rispondo mordendomi un labbro. Il sorrisetto che mi rivolge è tutt’altro che rassicurante

-Bene signorina Evans, avrà l’onore di conoscere molte facce nuove oggi pomeriggio-

mi dice con tono falsamente rassicurante mentre mi porge un biglietto che ha appena firmato. Inarco un sopracciglio mentre osservo quel pezzo di carta…a caratteri cubitali appare la scritta DETENZIONE…resto a bocca aperta, pure qui ci deve essere??

-Ma…-

apro bocca per replicare, ma me ne pento subito, un altro schiocco sul mio banco mi fa trasalire

-Niente MA signorina…e che sia chiaro per tutti, qui nella mia aula voglio solo vedere penne che scrivono, sguardi puntati sui fogli e non voglio sentir volare una mosca-

dice con tono sostenuto guardando anche tutti gli altri che assumono la mia stessa espressione sconcertata. Senza che se ne accorga lo fulmino con lo sguardo e  mi lascio andare contro lo schienale della sedia, affranta.

@@@@@@

Sono ormai le quattro di pomeriggio, le lezioni fortunatamente sono finite ed ora mi trovo a vagare per un ala della scuola che sembra totalmente abbandonata mentre tengo stretto tra le dita il biglietto della detenzione. Aula 53 dice, ma perché cavolo non la trovo?? Ad un certo punto però una musica mi giunge alle orecchie, mi fermo ad ascoltare in modo che il rumore dei tacchi non copra quelle note ovattate. Alla musica si uniscono schiamazzi ed incitamenti, cammino cauta mentre cerco di seguire il suono, sembra provenga dal fondo di quel corridoio…aumento il passo e in effetti la musica si fa più alta, sembra musica hip hop o qualcosa del genere. Il mio entusiasmo sfuma, detesto quella robaccia da strada, ma appena alzo lo sguardo mi trovo di fronte all’aula 53 ed è proprio da lì che proviene la musica.

Trattengo il respiro e abbasso la maniglia della porta…come metto piede nell’aula la musica si ferma e decine di paia di occhi si fissano su di me, ma non sono quegli sguardi che mi rendono orgogliosa di essere me stessa, anzi sono sguardi duri, prepotenti e nel loro modo anche altezzosi. Resto impalata sulla soglia, mi sento tremendamente a disagio, ho paura persino a muovere un passo. Il silenzio di gelo viene interrotto da uno dei ragazzi più vicini a me, ha la pelle scura come il resto dei presenti eccetto me, i capelli sono raccolti sul capo in un’intricata rete di treccine ed indossa una felpa nera di almeno tre taglie più grande e dei jeans che ancora un po’ gli crollano fino alle ginocchia

-Guardate ragazzi un fiocco di neve è sceso nei bassifondi-

dice con fare arrogante suscitando le risate dei compagni. Apro bocca per replicare, ma per l’ennesima volta oggi le parole mi muoiono prima di diventare suoni, non reggo più quella situazione, faccio per andarmene, ma una mano calda mi afferra per il polso costringendomi a voltarmi. Mi giro impaurita, ma quello che vedo mi tranquillizza all’istante. Una cascata di fitti riccioli scuri si scuote di fronte al mio viso

-No no no no Evans! Così non va bene…già ti fai mettere in punizione, il primo giorno??-

Chad mi sorride, non mi parla con strafottenza come quell’altro ragazzo

-Potrei farti la stessa domanda Danforth-

ribatto con un sorriso di superiorità. Il ragazzo con la felpa nera si accosta a noi due e dopo avermi lanciato una profonda occhiata guarda Chad con cipiglio severo

-Conosci la principessina qui??-

Chad diventa subito serio e guarda prima me, poi lui

-Sì andavamo insieme alla East High…era una del gruppo-

quell’ultima affermazione mi spiazza, ma scorgo con la coda dell’occhio che Chad mi fa l’occhiolino, decido di non sindacare forse l’ha fatto per mettere a tacere gli altri…un momento, ma mi sta aiutando per caso??

Una ragazza si fa avanti, vestita in modo del tutto discutibile

-Sentiamo fiocco di neve, che hai fatto per essere qui?-

mi chiede con tono tutt’altro che gentile. Non mi lascio intimorire e scrollo le spalle con aria di sufficienza

-Niente di che…ero solo un tantino distratta-

rispondo tranquilla. Non mi va di essere squadrata in quel modo e nemmeno voglio subire un terzo grado da loro quindi parto in contropiede

-Stavate ballando?-

chiedo osservando l’enorme stereo appoggiato sulla cattedra. Domanda errata, tutti si cacciano a ridere e il ragazzo dalla felpa nera mi si para davanti mettendosi tra me e lo stereo

-Lascia perdere, sei lontana anni luce da quello che facciamo noi-

sbotta squadrandomi con disprezzo, Chad si fa avanti

-Dai Shaun lasciala st…-

non gli do il tempo di finire la frase che intervengo io

-E’ una sfida questa…Shaun?-

gli chiedo fissandolo negli occhi. Forse farò l’ennesima figuraccia di quel giorno, ma io sono Sharpay Evans e quella è palesemente una sfida…io non mi tiro MAI indietro. Shaun non dice nulla ma rimane a fissarmi con sguardo duro, tende una mano indietro la musica di prima ricomincia. Non stacca un attimo lo sguardo da me mentre balla, un cerchio si è formato attorno a noi, vedo Chad che scuote la testa con una mano sulla fronte, forse si aspetta il peggio. Devo ammetterlo quel ragazzo si muove benissimo e riesce a mettermi un po’ di soggezione, ma quando vedo che allarga le braccia e mi fa un cenno del capo capisco che è il mio momento. Sfilo i tacchi in un attimo e li appoggio di lato, prima di iniziare cerco di non pensare a nulla e di lasciare che la musica mi guidi, inizio ad abituarmi a sentirla e faccio appello ai ricordi di qualche video hip hop, magari andando per imitazione riesco a non mettermi poi così in ridicolo. Faccio uno scatto verso di lui, non se l’aspetta e indietreggia suscitando le risatine di molti, basta schemi ballo come mi viene e mi sorprendo a saper ballare pure quello stile, certo non come loro ma dagli incitamenti che partono dal gruppo capisco che forse non sono poi così male. Shaun sembra essersela presa e spegne la musica, mi si avvicina minaccioso e per un attimo ho davvero paura. Me lo ritrovo ad un centimetro dal viso, lo sguardo rabbioso e i denti stretti, ma sorprendentemente qualche istante dopo si apre in un sorriso luminoso

-Fiocco di neve, benvenuta nell’aula 53-

resto di sasso mentre urla e schiamazzi di approvazione si diffondono nell’aula. Wow per la prima volta faccio veramente parte di un gruppo e non sono persone che mi stanno accanto solo per uno scopo personale, sono stata accettata per il mio talento e forse anche la sfrontatezza…l’ho sempre detto di essere la migliore!!

Sorrido soddisfatta e mi accorgo che il tempo è passato fulmineo, la mia ora di punizione è terminata, devo dire che mi dispiace pure.

-Devo andare, ci si vede ragazzi-

esclamo infilandomi le scarpe, appena prima di uscire incrocio lo sguardo di Chad che mi guarda stupito ed orgoglioso allo stesso momento. Gli sorrido contenta ed esco di volata dalla porta…infondo non è stata poi così male come giornata

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Scusate sono di frettissima e non riesco a ringraziarvi singolarmente...per ch ha recensito grazie pe ri bei commenti e spero continuiate a leggere questa ficcy un po'strana...un bacio! Grazie a chi ha anche solo letto
  
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