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Autore: KyraPottered22years    22/12/2014    8 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
(SECONDA STAGIONE DI TWO BODIES, ONE SOUL)
Artemis ritorna ad Asgard, la sua terra natia, dopo circa venti lunghi anni. Il desiderio di conoscere Persefone e Klaus, i suoi fratelli, si realizza, essi sono gli ultimi membri della sua famiglia, il motivo per cui lei è veramente ritornata ad Asgard. E' diventata una guerriera e dopo due anni dalla partenza, proprio quando ha raggiunto l'apice della felicità, ella si accorge di non avere in realtà nulla. Loki è il suo tutto e senza di lui la maledizione dell'Alao Obscuro si è risvegliata.
Il folle richiamo di lui porta Artemis a far riaccendere dentro di lei una passione che aveva attenuato, ma Persefone mette in guardia la sorella prima che sia troppo tardi...
Trailer della storia: https://www.youtube.com/watch?v=h8aTonsSA1A
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Two souls, one heart.



"Dinanzi a me non fuor cose create
se non eterne, e io etterno duro:
lasciate ogne speranza, voi ch'intrate."

cit. Dante,
Inferno, III, 7-9



* * *



* * *

 
 
Nothing goes as planned,
everything will breake.
People say goodbye, in their own special way


6 mesi dopo



Aprii gli occhi di scatto e mi misi subito a sedere. 
Il corpo mi andava in fiamme e i capelli erano bagnati di sudore, attaccati alla fronte e al collo, anch'essi sudati. Mi liberai dalle coperte e mi sedetti con le gambe a penzoloni sul letto. Era il quarto incubo che facevo quella notte; immagini di sangue e morte, scene sconnesse fra di loro senza alcun senso a volte, tuttavia mi fecero passare una notte a girarmi e a rigirarmi sul letto. 
Controllai l'ora, erano le cinque del mattino e il sole ad Asgard non era ancora sorto.
Possibile che fra tutte le notti passate a dormire come un angelo, proprio questa dovevo passarla male? Sbottai dentro di me, mentre mi alzavo con poca eleganza. Ebbi una vertigine, ma dopo un paio di secondi passò, andai in bagno e mi lavai dal sudore. 
Quel giorno avrei avuto l'esame finale per diventare una vera lady e unirmi ai guerrieri iniseme a Sif, Fandral, Volstagg e naturalmente Thor. L'esame finale trattava di combattere in un'arena contro alcuni feroci  prigionieri, davanti ai reali, a nobili e dèi. Quella notte avrei dovuto riposare per bene, ma l'ansia non me lo permise.
Decisi di andare a trovare i miei fratelli e successivamente mi sarei potuta allenare un'ultima volta.

Aprii il guardaroba e presi la mia armatura.
Inoltre, quel giorno, i miei sarti mi avrebbero chiesto quale colore avrei scelto per rappresentarmi; ogni guerriero ha il suo colore e io avrei scelto il mio. Al momento avevo solo una blusa, un sott'abito color panna, corazza di bronzo al busto e bracciali anch'essi dello stesso materiale, pantaloni attillati e neri e dei stivali dello stesso colore. Mi vestii con calma e allacciai la cintura che conteneva le mie due spade, riposte nei loro foderi. Ogni guerriero aveva la propria arma, io avevo due spade, come ero solita a Midgard.
Mi guardai allo specchio prima di andare: parevo uscita da un film ispirato alla cultura greca, ma la cosa che mi piaceva di più dell'armatura era lo spazio che c'era dietro la corazza per far uscire le ali durante il combattimento.
Mi legai i capelli in una coda e uscii, cercando di fare il meno rumore possibile.


 
All that you rely on
and all that you can fake,
Will leave you in the morning, but find you in the day


"Alagasies, che sorpresa!" Mia sorella mi si avvicinò velocemente e mi strinse in un abbraccio; amavo i suoi abbracci, mi facevano sentire al sicuro e protetta. Forse era questo il potere dell'amore all'interno di una famiglia.
"Ma non dovresti dormire a quest'ora?" Domandò mio fratello, lasciandomi un bacio sulla gota in segno di saluto.
"Oh, non ho trovato sonno stanotte. Penso sia stata colpa dell'ansia." Sorrido prendendomi un po' in giro. Mi siedo sulla comoda poltrona nel soggiorno e stessa cosa fanno Klaus e Persefone sul piccolo divano.
"Oppure è stata colpa del vino che hai bevuto ieri durante la festa." Ridemmo tutti e tre.
"Può darsi." Sorrisi un po'.
Klaus si alzò, avvisandoci che doveva andare a prepararsi.
"Hai dei capelli magnifici, sorella." Osservò Persefone. "Perché li hai legati?" Domandò dispiaciuta. Prima di rispondere mi strinsi nelle spalle e sorrisi giocosamente.
"Mi portano fastidio, sono troppo lunghi." Infatti erano cresciuti parecchio. 
Quando ero arrivata ad Asgard, la chioma arrivava sotto il seno, ma adesso toccava quasi il coccige. "Specialmente durante i combattimenti." Affermai e Persefone si alzò, sciogliendomeli.
"Hai un bel colore, potresti decorarli con fiori e fili d'oro." Risi ironicamente.
"Mi conosci, Persefone, non sono quel tipo di persona che addobba i suoi capelli come un albero di Natale." Risi ancora, ma mia sorella rimase seria e con un aria leggermente confusa.
"Albero di Natale?" Ah, già, sono cose da Midgard. Mi morsi il labbro inferiore, dandomi della stupida. Quando arrivai qui ad Asgard decisi subito di voler diventare una guerriera e il mio tutore fu proprio Thor e la prima cosa che mi disse fu: "Cerca di fare meno riferimenti possibili a Midgard, non verresti capita da nessuno e probabilmente verresti considerata come una pazza", ma qualche volta mi scappava una battutina, come in quel caso.
"Oh, niente, una cosa Midgardiana." Farfugliai con una smorfia stampata in viso. E un'idea mi lampeggiò nella mente come la sirena delle auto della polizia. Mi alzai in piedi e afferrai le spalle di Persefone, entusiasta.
"Sorella, che succede?" Disse con un sorriso miscelato con sorpresa, curiosità e confusione.
"Tu sei brava con i capelli, giusto?" E quella annuì. "Bene, allora riuscirai anche a tagliarli?"
Persefone si allontanò da me e scosse ripetutamente la testa.
"Non ti taglierò mai i capelli, Alagasies, sarebbe uno spreco!" Sbottò seria.
"Oh, ti prego!" La pregai con le mani congiunte davanti al mento. "Ti prego, ti prego, ti preeeeeeego." Cantilennai come una bambina. Quando la sentii sbuffare, capii che avevo appena guadagnato la sua approvazione, sfoggiai così un sorrisone a trentadue denti. 
"Mi sono sempre chiesta come fosse avere una sorella minore, beh, adesso lo so!" Iniziò a camminare verso le scale e a salirle rabbiosamente. "Seguimi, prima che me ne penta."

"Oh, guarda che terribile spreco!" Esclamò pentita Persefone. "Ma che mi hai fatto fare?"
"Secondo me le stanno bene." Commentò mio fratello che se ne stava appoggiato al cornicione della porta e ci sorridemmo giocosamente. I capelli erano corti fin sopra il seno e ondulati, una chioma che mi stava a dir poco bene e che risaltava le mie gote paffutelle. Mi alzai dalla seggiola soddisfatta e lasciai un bacio su una guancia di Persefone e su una di Klaus. Mentre scendevo freneticamente le scale urlai: 
"Ci vediamo tra qualche ora!" E non appena uscii fuori dalla casa dei miei fratelli, spiccai le ali e presi il volo, ignorando gli sguardi allibiti e sorpresi degli Asgardiani.


                                                                                                          * * *

 
Oh, you're in my veins
and I cannot get you out

 

La vide arrivare nell'arena con le ali ancora spiegate, era di una bellezza incomparabile. Il dio sorrise quando notò i suoi capelli, erano più corti e le donavano molto. Artemis rientrò le ali e iniziò ad allenarsi, quel giorno ci sarebbe stato il suo esame finale, come ci sarebbe stato anche l'incontro fra Loki e Odino per decidere la sua pena. Era da sei mesi in quella lurida cella nei sotterranei e si era abituato al puzzo di cadavere in putrefazione e di sterco di cavallo. Loki era sudicio, come quel posto, non aveva quasi più memoria dell'ultimo bagno che si fece, il massimo che gli veniva portato per lavarsi era una bacinella piena di acqua calda, e con quella si arrangiava. Aveva provato ad urlare e a fare incantesimi vocali, ma Odino ordinò di mettergli una museruola, proprio come una bestia. Loki preferì morire, che vivere un altro di quei giorni. 
In quel momento, mentre era sdraiato sul pavimento sporco e polveroso, aveva gli occhi chiusi e spiava tramite un incantesimo mentale Artemis. Lo faceva già da tempo, era diventato il suo passatempo preferito spiare la gente, ma preferiva di gran lunga osservare e studiare la nuova vita della persona, ormai, più importante della sua vita. Eppure Loki era arrabbiato con lei, perché non era venuta nemmeno una volta a trovarlo? Cosa le costava? Pensava qualche volta a lui? Solo Frigga si era degnata di visitare suo figlio. Loki pensava al suo angelo della morte costantemente e un giorno una rabbia lo invase così tanto che si promise di non spiarla più, ma non resistette più di tre giorni, era più forte di lui. Era troppo piacevole il calore che sentiva al cuore ogni volta che pensava ai suoi occhi, alla sua bocca e a quel corpo che era stato suo più di una volta. La desiderò, ogni giorno. Loki si sentiva stupido ogni volta che si ricordava di averle detto "Ti amo", uno sbaglio che non avrebbe mai dovuto fare e che non avrebbe mai più commesso. Anche se lui lo sapeva e non lo nascondeva a sé stesso quanto la amasse e quanto questo sentimento lo stesse consumando. 
Loki avrebbe voluto essere lì con lei quel giorno, ad abbracciarla, baciarla e sostenerla, perché anche tramite un incantesimo riusciva percepire la sua ansia e la sua paura di non farcela e avrebbe voluto dirle proprio in quel momento quanto lui fosse fiero di lei.
Aprì di scatto gli occhi e la connessione con Artemis finì all'istante, tutto a causa del cigolio della porta principale; ed ecco suo fratello davanti alle sbarre della cella, accompagnato da un gruppo di guardie. Loki avrebbe voluto imprecare o salurarlo velenosamente, come era solito fare, ma la museruola glielo impedì e allora si sentì schifosamente inutile e imbellettato come un salame.
"Fratello, come ti sei ridotto?" Loki aprì una connessione mentale con lui, gli avrebbe parlato nella mente.
"Chi mi ha incarcerato?" Disse Loki acido e freddo; Thor sgranò gli occhi e guardò Loki con sospetto, ma capii poi il gioco del fratello.
"Perché hai scombussolato la vita dei Midgardiani?" Chiese riluttante Thor.
"Per essere un Re, un mio diritto di nascita!" Loki urlò nella mente di Thor e quello si portò una mano alla fronte per il forte fischio alle orecchie.
"Principe, si sente bene?" Chiese una guardia preoccupata avanzando verso Thor.
"Sì, sto bene. Prendetelo e prima di scortarlo alla sala del trono fategli fare un bagno, puzza da far schifo."



                                                                                                         * * *


 
Oh, you're all I taste
at night inside of my mouth
Oh, you run away cause I'm not what you found


Un altro calcio in aria, un gancio destro e una piroetta con finale una bella ginocchiata. 
Il fiatone mi impediva di respirare normalmente e mi fermai per regolarizzare i battiti cardiaci, bevvi un po' d'acqua, ma la sputai per lo spavento. Sobbalzai quando vidi Frigga, la regina, a qualche metro distante da me a guardarmi con un sorriso sulle labbra. 
Che figura di merda, imprecai dentro di me e mi asciugai frettolosamente.
"Vostra Altezza." Mi inchinai e quando la riguardai lei era più vicina. 
Fortunatamente rimase impassabile alla mia stupida mancanza di grazia.
"Oggi è il grande giorno." Sorrise, avvicinandosi alle spade, prendendone una per tastare quanto fosse affilata.
"Già." Mi scappò via dalle labbra in un sussurro. La Regina posò l'arma e si avvicinò a me.
"Mio marito vorrebbe parlare con te prima del combattimento, quindi è meglio se vai a prepararti adesso, mia cara." Mi irrigidii subito, se il Re voleva parlare con me era qualcosa di veramente serio.
"Oh, tranquilla, non è niente di grave, vuole solo augurarti una buona fortuna prima dell'esame." Grazie a Dio avevo fatto una buona impressione ad Odino fin da subito e anche a Frigga e ai guerrieri, ma Sif.. lei era diversa con me e non ne capivo la ragione, infatti, non appena sarei diventata una Lady guerriera le avrei parlato.
"Allora, con il suo permesso, io andrei a prepararmi." Dissi gentilmente.
"Va' pure, cara, i tuoi sarti e le tue serve sono già nelle tue stanze." Mi inchinai e mi feci strada volando, così avrei fatto più velocemente.
Non appena arrivai fui spogliata immediatamente e gettata nella vasca con l'acqua più gelata dei ghiacciai del polo Nord. 
"E' f-fred-dissima!" Urlai a scatti, con i denti che sbattevano tra di loro per la forte intensità del freddo.
"Milady, se foste venuta prima l'acqua l'avreste trovata bollente!" Dice uno dei miei quattro sarti, il più odioso, che sarebbe il capo dell'equipe. Un uomo alto e magro, con comportamenti fin troppo aggraziati per un uomo; portava sempre delle parrucche, quel giorno ne aveva una con dei ricci blu. 
Una serva si mette dietro di me per lavare i miei capelli.
"Ma cosa avete combinato ai capelli?! Perché diamine li avete tagliati?!" Domandò rabbiosamente l'altro sarto dai capelli arancioni, sì, avete capito bene, ARANCIONI, come un'arancia.
"Lunghi sono fastidiosi!" Mi difesi, ma fui richiamata da quattro sarti che sembravano in preda alla crisi post-ciclo mestruale; le tre serve erano silenziose e si occupavano dei miei capelli e delle mie unghie.
Ma diamine, stavo andando a combattere, non stavo mica partecipando al Victoria's Secret Fashion Show!
Esco fuori dalla vasca con la pelle più fredda del ghiaccio e vengo subito riscaldata con delle accappatoio e una volta asciugata mi fecero salire su un piedistallo nuda come un pollo e iniziarono a prendere misure. Le prime volte mi vergognavo di mostrare il mio corpo a persone sconosciute dal sesso opposto del mio, ma quando seppi dell'omosessualità di tutti e quattro allora mi sentii tranquilla e a mio agio. Dopo un quarto d'ora, eccomi vestita con un'armatura del tutto nuova, non più in bronzo, ma in ferro, una sotto veste nera, pantaloni attillati e grigiastri, stivali neri. I capelli erano raccolti in numerossissime trecce sottili, legate fra di loro con fili d'argento.
Quando scesi dal piedistallo i sarti mi osservarono soddisfatti. 
"Adesso scegli il tuo mantello, cara." Ecco che si presentò la scelta del mantello e dei guanti del mio colore personale. 
Davanti a me c'era un tavolo con diversi mantelli di diversi colori, da destra: uno blu, uno giallo, uno bianco, uno nero, uno verde, uno azzurro e uno viola. Guardai le stoffe, facendo scorrere le dita sui tessuti morbidi, uno mi colpii a prima vista: quello verde. Lo presi fra le mie dita e apprezzai la morbidezza del tessuto. I sarti si irrigidirono.
"Perché hai messo quello verde, razza di stupido!" Sussurrò arrabbiato il riccio blu ad un sarto.
"Ho fatto la mia scelta." Dissi, indicando il mantello fra le mie mani.
"Ma, milady, quello era il colore del principe Loki e portarlo significherebbe..."
"Me lo mettete voi, o faccio da sola?" Gli domandai acida e arrabbiata.
Loki.
Loki.
Loki.

Quel nome si ripeté nella mia testa un centinaio di volte mentre i sarti mi aiutavano ad indossare il mantello. Avevo cercato di non pensarlo e questi quattro stupidi lo nominano così, senza pensare alle conseguenze. Anche se, alla fine, colpa non ne avevano.
Mi misero un po' di cipria, una striscia di ombretto nero sulle palpebre e mi colorarono le labbra con un pizzico di rosso, dopo di che mi lasciarono finalmente andare.
Mentre camminavo per andare verso la sala del trono mi sciolsi i capelli. Prima di entrare, mi specchiai davanti alla porta di bronzo, mi stupii del mio aspetto, quei cosi hanno fatto un buon lavoro. Scossi la testa ed entrai, senza pensarci molto. Appena mi ritrovai davanti al Re e a sua moglie, mi inchinai.
"Mio Re, mi avete convocata?"
"Sì, Artemide." Ormai avevo ufficialmente due nomi: Artemide (Artemis) o Alagasies, ma solo la mia famiglia mi chiamava con l'ultimo. "Volevo solo augurarti una buona fortuna, spero che tu riesca a guadagnarti con onore il titolo di Lady guerriera."
"E lo farò mio Re." Gli sorrisi con gentilezza. Mi irrigidii quando vidi che i suoi occhi (il suo occhio) vagarono sul mio abbigliamento e si soffermarono sul mantello.
"Verde. Come mai questa scelta?" Il suo sguardo mi trasmetteva una terribile ansia. 
E adesso?
"E' il mio colore preferito, mio Re." Odino ridacchiò e disse:
"Certo, certo." Ricominciai a respirare regolarmente. "Ti dispiacerebbe stare al fianco di mia moglie Frigga per un paio di minuti come un piccolo sostegno morale?" Aggottai leggermente la fronte. Sostegno morale per cosa?
"Odino!" Lo richiamò la moglie.
"Certamente, mio signore." E quello sorrise soddisfatto mentre mi avvicinavo a sua moglie, fino a posizionarmi di fianco a lei.
Calò il silenzio per un paio di minuti, mentre la mia ansia per l'esame cresceva, insieme alla curiosità. Il silenzio era così assordante che riuscivo a sentire i battiti del mio cuore e il respiro della regina. Perché dovevo rimanere al fianco della Regina? 
"Fate entrare il prigioniero!" Ordinò Odino e le porte si spalancarono facendo entrare Thor e dietro di lui delle guardie che tenevano Loki in catene.


 
Nothing stays the same
and nobady here's perfect.
Oh, you're in my veins and I cannot get you out.
Oh, you're all I taste
at night inside of my mouth


La Regina afferrò il mio braccio come appoggio, quando invece ero io quella che stava per svenire.
I miei occhi erano sgranati, il mio cuore batteva inferocito contro la cassa toracica, implorando di uscire, le mie mani erano fredde come il ghiaccio e le mie dita iniziarono a tremare come delle foglie. 
Loki Laufeyson, dopo sei mesi, era lì a pochi metri di distanza da me. 
Il rumore delle catene che si scontravano fra di loro mi confondeva i sensi e mi intontiva ancor di più, facendosi sempre più ottavato nei miei timpani.
Il mio respiro si fece più pesante e più lo guardavo, più si avvicinava, più i ricordi riaffioravano nella mia mente e mi odiavo per averlo lasciato marcire lì per sei mesi.
Gli occhi mi si fecero lucidi e iniziarono ad annebbiarmi la vista.
Frigga mi guardò e mi chiese se andasse tutto apposto, ma non le risposi, non ci riuscii. I miei occhi erano puntati sul corpo snello e scolpito di Loki e lo studiavo famelicamente. Notai che i suoi capelli erano cresciuti di molto, erano lunghi quanto i miei, osservai la camminata e l'odio che emanavano i suoi occhi.
Loki non smetteva di fissare Odino e non appena si fermò emise apposta un tonfo assordante con le catene che gli intrappolavano le caviglie. Loki rise freddamente, una risata che non aveva nemmeno un briciolo di gioia, tutta ironia, un suono gruttale che fece tremare la mia anima. Poi si voltò verso sua madre e di scatto i suoi occhi incontrarono i miei, accorgendosi della mia presenza, e io emisi un rumore gruttale, simile a un respiro mozzato. 


 
Everything is dark, 
It's more than you can take


Gli occhi di Loki si fecero lucidi e tutto quello che volevo fare era gettarmi fra le sue braccia e abbracciarlo, implorandogli di perdonarmi. Una lacrima rigò silenziosamente la mia guancia e gli occhi di Odino e di Thor furono su di lei, sulla mia lacrima, tanto che me la sentii bruciare sotto la mia pelle candida e pallida. Il suo sguardo e i suoi occhi mi riportarono in mente immagini, ricordi, momenti felici e tristi passati con lui e sentii il mio cuore fermarsi sul mio petto per poi ribattere più forte.
Lo vidi ricomporsi e rivolgersi alla madre, non appena il suo sguardo non fu più sul mio mi sentii vuota, offesa, carica di rabbia e frustrazione.
"Loki." Lo chiamò con dolcezza Frigga.
"Salute, Madre." Mi sentii spezzata in due quando udii il suono tiepido e graffiato della sua voce, un suono che mi era mancato tantissimo, un suono che sognavo ogni notte e che iniziavo a dimenticare. Il mio sguardo cadde sui miei stivali di pelle e un'altra lacrima scese.
Non riuscivo più ad alzare gli occhi verso di lui. "Ti ho reso orgogliosa?" Chiese acido, e ironico allo stesso tempo.
"Per favore, non peggiorare le cose." Lo pregò Frigga, ma Loki se ne fregò totalmente.
"Definisci peggiorare." Disse acido come mai lo avevo sentito. Frigga abbandonò la presa sul mio braccio.
"Basta!" Ordinò Odino. "Parlerò con il prigioniero da solo." Gettai un sospiro di sollievo, sarei potuta scappare da quella situazione e andare via.
Quando voltai le spalle per andarmene insieme alla Regina il Re mi fermò.
"Artemide!" Urlò e io mi bloccai sul posto, rigida come un sasso, mentre Frigga era già andata via. "Tu rimarrai insieme a me e Thor." Mi voltai e gli occhi di tutti, anche quelli delle guardie, erano su di me. Respirai silenziosamete con la bocca, nel tentativo di immagazzinare più aria. Salii in fretta i gradini stando attenta a non cadere e mi misi al fianco di Thor.
I miei occhi si piantonarono nuovamente sui stivali.
Sentivo lo sguardo di Loki percorrere il mio corpo, studiandolo con malizia.
Mi era mancato quello sguardo, anche se mi faceva incazzare la maggior parte delle volte.
Sentii Loki ridere nuovamente.
"Non capisco il motivo di tutto questo subbuglio." La sua voce stava avendo un effetto letale su di me, più parlava, più volevo sentirlo parlare. Era una droga. Lui era magnetico.
"Davvero non comprendi la gravità dei tuoi crimini? Ovunque tu vada porti guerra, rovina e morte." Proprio la stessa fine che ha fatto il mio cuore, innamorandomi di lui.
"Sono sceso su Midgard per governare il popolo degli umani come un dio benevolo, esattamente come te." Aggiunse infine con disprezzo.
"Noi non siamo migliori, nasciamo, viviamo, moriamo, esattamente come gli umani." Disse Odino.
"Cinquemila anni in più o meno." Trattenni una risata, ma mi lasciai scappare solo un sorriso. 
"Tutto questo perché Loki brama un trono." Commentò strafottente Odino.
"Un mio diritto di nascita." Ribatté freddo e autoritario Loki.
"Il tuo diritto di nascita era morire! Da bambino, abbandonato su rocce di ghiaccio." Urlò Odino arrabbiato.
Thor si avvicinò al mio orecchio.
"Artemis, va tutto bene?" Solo in quel momento mi accorsi che stavo tremando.
"Non lo so nemmeno io, Thor." E alzai gli occhi per fissare i suoi, facendogli capire così il mio disagio e il mio nervosismo.
"Se vuoi possiamo uscire." Sussurrò ancora.
"No, va bene così." Volevo uscire, ma una parte di me lo impediva. Alzai gli occhi e nel momento in cui lo guardai, i suoi occhi incontrarono un'altra volta i miei.
"Se io non ti avessi salvato, ora non potresti essere qui ad odiarmi." Loki ritornò a guardare il suo padre adottivo.
Ringraziai Odino nella mia mente mille volte. Se Loki non fosse mai esistito, io che fine avrei fatto? Dove sarei? Cosa sarei? Grazie Odino, grazie.
"Se la scure mi attende, per amor della misericordia, finiscimi." Disse Loki avanzando di un passo e le catene emisero dei rumori metallici fra di loro. "Non è che io non ami i nostri colloqui, è solo che... non li amo." Ironia su ironia. Ma questa volta non sorrisi, rimasi seria.
"Frigga è l'unica ragione per cui sei vivo, forse c'è anche un'altra persona che tiene a te quanto tua madre, ma non potrai rivedere nessuna delle due." Un'altra persona? Non starà mica parlando di me?! "Trascorrerai il resto dei tuoi giorni nei sotteranei."
No, non può farlo. Non può.
Lo sguardo arrabbiato e deluso di Loki incontra il mio, preoccupato e confuso.
Non posso immaginare la mia vita senza di lui, come non posso immaginare la mia vita con lui. Le guardie iniziarono a strattonare le catene all'indietro e più indietreggiava, più lo stavo perdendo.
L'adrenalina che mi andava in circolo mi stava bruciando le vene e la ragione, infatti, agii senza pensarci, lo feci e basta.
"Padre degli Dèi." Lo chiamai e i miei occhi saettarono sui scalini, scendendone alcuni, mi misi davanti a lui facendo un profondo inchino, dando le spalle a Loki e alle guardie.
"Cosa c'è, Artemis?" Mi chiese Odino con disponibilità, quasi come se fossi sua figlia.
"La prego di prendere in considerazione la mia idea, proprio qui, davanti al futuro Re e al mancato Re." Indicai i due principi, indugiando di qualche secondo sugli occhi di Loki.
"Ti sto ascoltando." Scesi i gradini, fino ad arrivare vicinissimo al dio degli inganni, quando odorai il suo profumo resistetti nel buttarmi su di lui e rimasi impassabile, mettendomi di fianco a lui, un po' più distante.
"Nonostante i suoi crimini, Loki rimane ancora un principe, un reale." Loki mi guardava confuso e non riusciva a capire dovevo volevo andare a parare. "Con tutto il dovuto rispetto, mio Re, ma farlo marcire fra le catene nei sotterranei insieme ai prigionieri non mi sembra un'ottima decisione." In quel momento anche Thor mi guardava indeciso e confuso. "La mia proposta è quella di rinchiuderlo nelle sue vecchie stanze e non farlo uscire più di lì, sorvegliato 24 ore su 24." 
Silenzio.
Silenzio assordante.
"La tua idea mi lascia indeciso, Artemis." 
"Vi prego di tenerla in considerazione."
"E lo farò." Sgrano gli occhi, cercando di trattenere l'entusmo. "Se il principe Loki non combinerà danni per una settimana nelle celle dei sotterranei, allora farò come mi hai consigliato, ma se non sarà così, potrà marcire in quella cella per il resto dei suoi giorni." Mi inchinai goffamente.
"La ringrazio infinitamente, mio Re." Feci un altro profondo inchino.
"Non sei tu che devi ringraziare, ma deve essere Loki." E mi voltai verso di lui. "Prendi esempio da questa giovane, che ha avuto pietà per te." Loki sorrise acido e io mi sentii morire di angoscia, dentro.
"Pietà?" Rise e poi disse, "Ti ringrazio, lady Artemide."
"Non c'è di che, principe Loki." Che cosa ci è successo? Perché siamo diventati improvvisamente così freddi?
"Non è ancora una Lady, lo diventerà presto e tu avrai l'onore e il privilegio di vederla combattere, avrai così un modo migliore per ringraziarla." Odino indicò con il mento Loki.
"Portatelo nell'arena, noi arriveremo tra pochi minuti e lì verrà proclamata pubblicamente la sua pena." Ordinò il Re e improvvisamente lui fu lontano da me.
Quando le porte si chiusero realizzai tutto quello che avevo fatto e una sola domanda pavoneggiava nella mia mente, che cosa ho combinato?
"Artemide, puoi andare." Mi inchinai e due guardie mi affiancarono, accompagnandomi nell'arena.
Mi domando ancora e ancora nella mia mente: che cosa ho combinato?



 
Canzone del capitolo

In My Veins - Andrew Belle



N.d.a

Salve, salvino!!

Riecco che ritornano i nostri due ragazzi innamorati! Questo forse è il capitolo più lungo che io abbia scritto, quindi: apprezzatemi u.u
Cosa ne pensate? Voglio saperlo!
Questa storia vi piace e perché?

Avanti, avanti, sono curiosa!

Recensite e...

ps. Ho deciso di attribuire ad ogni capitolo una canzone che rispecchi un po' la situazione. :D

ALLA PROSSIMA :*
 
 
  
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