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Autore: Kaito Dark    22/12/2014    0 recensioni
Alicia è sconvolta per via di un incidente in cui è morto un ragazzo e per cui si da la colpa. Quando la sua disperazione raggiunge il limite, la ragazza tenterà un gesto estremo. Proprio quando tutto sembra finito, però, un ragazzo la salva. Così inizia la storia di Alicia alla ricerca della verità sul suo misterioso salvatore
Genere: Mistero, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno successivo Ace aveva delle occhiaie enormi.

“ma che ti è successo?!” disse Alicia quando lo vide

“ Niente, ho solo dormito poco stanotte.”

“ piangere tutta la notte produce questi effetti.”

“ zitta Double, sei insopportabile!”

Alicia, divertita, osservò il battibecco tra fratelli ancora per un altro po’ di tempo, invidiando il loro rapporto, finché non sopraggiunse Alexander:

“ ciao Sherlock!”.

Il ragazzo la fulminò con lo sguardo:

“ non chiamarmi così.”

“ e perché mai? Dopotutto è così che ti chiami.”

“ vuoi litigare già di prima mattina, Alicia Zuccone?!”.

In quel momento qualcuno disse:

“ Oh, avete ricominciato a litigare? Eppure ultimamente sembravate andare molto d’accordo”

Sophie si avvicinò al quartetto e continuò:

“ non è una buona cosa che gli amici litighino.”.

Gli occhi di Elizabeth si illuminarono:

“ se Alexander e Alicia litigassero e non si parlassero più, lui sarebbe tutto mio!”. 

Ace allora commentò:

“ Sono troppo stanco per dirti quanto sia riprovevole la tua affermazione.”.

“ Tutto è lecito in guerra ed in amore.”.

Dopo pochi secondi tutti e cinque scoppiarono a ridere; fu allora che Sophie si avvicinò ad Ace porgendogli sorridente una tavoletta di cioccolato:

“ Nulla cura un cuore spezzato più dei dolci; inoltre il cioccolato ti darà energia, così non ti sentirai stanco durante la giornata.”

“ Ah, ti ringrazio.”.

Andrew prese il dono e, dopo aver tolto l’involucro, gli diede un grande morso:

“ è davvero molto buona, ma, per curiosità, chi ti ha parlato di questa storia?”

“ Solo un demone di passaggio che era preoccupato per te.”

Tutti gli sguardi si concentrarono su Alexander che, leggermente irritato dalla situazione, commentò:

“ Se quella ragazza ti avesse allontanato da noi, avremmo avuto dei problemi nel risolvere quella questione; ho solo agito nel mio interesse.”.

In quel momento suonò la campanella ed Alexander si congedò:

“  Io vi precedo, muovetevi.”.

Di fronte a quella scenetta, Alicia non poté fare a meno che sorridere:

“ è sempre il solito…”

Sophie allora commentò:

“ Dopotutto il demone rosso sangue, campione di tutti i teppisti, non può dimostrarsi carino con gli altri, ci rimetterebbe la reputazione.”.

 

Le lezioni quel mattino si svolsero senza intoppi e, quando arrivò l’ora di pranzo, davanti alla caffetteria si formò una grande rissa di studenti; Questo era dovuto al fatto che, purtroppo, il preside aveva annunciato che da quel lunedì si sarebbero svolte lezioni pomeridiane tre volte alla settimana; Andrew, Double, Alicia ed Alexander si ritrovarono sul tetto della scuola per pranzare insieme:

“ Accidenti! C’è talmente tanta gente al bar che servirebbe in bulldozer per aprirsi la strada.”

“ Se vuoi, posso darti una parte del mio pranzo, Double.”

“ Pranzo? Come te lo sei procurato?!”

“ L’ho portato da casa; anche nella mia vecchia scuola c’era una caffetteria e la situazione era praticamente identica.”

“ Capisco…”

“ Io non la trovo una cosa impossibile prendere il pranzo in caffetteria: io ci ho messo appena 2 minuti.”

“ Mi pare ovvio, sei andato a comprartelo durante le lezioni con la scusa di dover andare in bagno!”

“ Sei solo invidiosa, cara sorellina, perché non è venuta a te questa idea.”

“ Dammi un pezzo di quel panino!”

“ Scordatelo!”

“ Antipatico!”.

Alicia non poté trattenersi dal ridere di fronte a quella scenetta; Le sue risa, tuttavia, si bloccarono quando notò Alexander fissare insistentemente qualcosa che si trovava di fronte alla scuola; si avvicinò alla rete di sicurezza che ricopriva il perimetro del tetto per vedere di cosa si trattasse ma non notò nulla di strano:

“ Cosa guardi, Sherlock?”

“ Niente di importante, devo essermi sbagliato.”.

“ Non mi ha rimproverato per averlo chiamato con il suo secondo nome, dev’esserci qualcosa che lo preoccupa.”

Alexander si allontanò dalla recinzione esclamando:

“ Fa troppo caldo oggi; andiamo in classe a pranzare; lì staremo meglio.”.

Seguendo il consiglio del ragazzo, i quattro ragazzi rientrarono in classe e finirono lì il loro pranzo.

 

Terminate le lezioni, Alexander si congedò freddamente dal gruppo:

“ Ho delle commissioni da sbrigare, bye bye.”.

In un istante il giovane scomparve all’orizzonte senza nemmeno aspettare una risposta dai suoi amici:

“ Non vi sembra che sia stia comportando in modo strano?”

“ Hai ragione.”.

 

 

Alexander corse verso il fiume ed in un istante arrivò; lì, in piedi ad ammirare il riflesso del sole sull’acqua, c’era un uomo vestito con un completo grigio tipico di un uomo d’affare; sulla testa aveva poca capelli, ormai quasi tutti grigi e in bocca stringeva una sigaretta mezza consumata; appena lo vedi, il sangue iniziò a ribollire nelle vene del Demone Rosso Sangue ed i suoi occhi colmi di collera si tinsero di un rosso cremisi; scattò verso quell’uomo:

“ Byron!!!!”.

Un’istante prima di raggiungere il suo bersaglio, però, un proiettile colpì la spalla di Alexander, arrestando la sua corsa; il giovane si voltò di spalle e vide tre uomini vestiti di nero con in mano delle pistole puntate su di lui; solo in quel momento l’uomo davanti a lui voltandosi iniziò a parlare:

“ è da tanto che non ci vediamo, Alexander. Vedo che non sei cambiato.”.

Alexander, reggendosi la spalla sanguinante e tentando di trattenere la sua ira, esclamò:

“ Cosa ti porta qui, carogna?!”

“ Volevo solo vedere che bel luogo di villeggiatura ti sei scelto per i tuoi ultimi anni di vita; noto con piacere che ti sei fatto degli amici.”.

Fu a quelle parole che l’ira di Alexander non poté far altro che esplodere in una minaccia:

“ Prova solo a torcere loro un capello ed io ti…!!!”

“ Non è mia intenzione fargli del male; il tempo ormai sta per scadere e quando succederà, un cadavere di cui liberarsi sarà già abbastanza.”

“ Tu non ci metterai mai le mani sopra, Byron!”

“ E chi me lo impedirà? Tu, forse? Hai la chiave, questo è vero, ma tra 2 mesi non ne avrò più bisogno.”

“ Vattene da qui!”

“ Me ne vado, caro Alexander, me ne vado, ma ricordati una cosa: non vola basso perché sono io qui quello col coltello dalla parte del manico; un solo passo falso e ti ritroverai sul fondo dell’oceano a far compagnia ai pesci!”

“ Non mi spaventi! A te serve la chiave e solo io so dov’è!”

“ Non potrai difenderti all’infinito con quella minaccia… tra 52 giorni questa storia finirà… e tu andrai a far compagnia a Stephan!”

“ Non osare nominare mio fratello!!!”.

In uno scatto d’ira Alexander scattò verso l’uomo ma un proiettile alla gamba lo fermò nuovamente, facendolo cadere in ginocchio:

“ Arrivederci, Alexander, goditi questi ultimi giorni.”.

 

 

“ è in ritardo; dove cavolo si sarà cacciato? Che diavolo, Alexander fa sempre di testa sua, ed io che per una volta, per ringraziarlo dell’ospitalità, ho preparato la cena!”.

Fu in quel momento che Edward sentì la porta di casa aprirsi lentamente:

“ Finalmente, ce ne hai messo di… Alexander!”.

Edward corse incontro all’amico che, sanguinante, era riuscito a trascinarsi fino a casa, accasciandosi sull’uscio dell’abitazione; il giovane osservò le sue ferite e, vedendo il sangue fuoriuscire, esclamò:

“ Chiamo un’ambulanza!”.

In quel momento, però, Alexander afferrò il braccio con cui l’amico aveva preso il telefono esclamando:

“ Niente ambulanza! La ferita alla spalla è solo un graffietto e quella alla gamba guarirà con il tempo; prendimi delle garze dallo sportello della cassetta del pronto soccorso per arrestare l’emorragia.”

“ Ma sei impazzito!? Sei ferito gravemente, devi andare in ospedale a farti curare!”

“ Sta zitto e ascoltami! Vuoi che mi fidi di te? Allora prendimi le garze e cuciti la bocca!”.

Guardando negli occhi l’amico, Edward vide uno sguardo mai visto, pieno di rabbia, di odio e allo stesso tempo di determinazione, e comprese che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea; così decise di assecondarlo: corse a prendere le garze, i cerotti e il disinfettante e gli medicò le ferite; mentre lo faceva, notò che sull’entità della ferita alla spalla Alexander aveva ragione; ciò che davvero lo preoccupava, però, era la gamba: qualunque cosa gli avesse causato quella ferita per fortuna aveva evitato l’osso ed i muscoli non sembravano danneggiati seriamente ma la pelle era lacerata e l’emorragia sembrava non volersi arrestare:

“ Va bene così, Edward, l’hai fasciata abbastanza.”.

Fu allora che il giovane Watson con tono freddo si decise a porre quella fatidica domanda:

“ Come ti sei fatto queste ferite?”.

Tentando di dissimulare, il Demone Rosso Sangue disse:

“ Un teppista che ho battuto tempo fa si è voluto vendicare ed ha deciso di farlo con una pistola.”.

Messo di fronte ad una nuova bugia, Edward esplose in una sfuriata:

“ Non mi prendere in giro, Alexander! So bene in che guai ti sei cacciato! Credi che il signor Wheize non mi abbia informato prima di partire!? Conosco tutti i tuoi segreti Alexander, quindi smettila di mentirmi e fidati di qualcuno al di fuori di te stesso una volta nella vita!!!”.

Fu in quel momento che, per la prima volta dalla morte di Stephan, Alexander si sentì di potersi confidare con qualcuno su ciò che gli stava accadendo:

“ Ho incontrato Byron oggi e…”

  
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