“Robin
non vorrei risultare polemica… Ma come fanno queste persone ad avere più soldi
di me?” chiese Koala titubante.
L’amica
si era presentata a casa sua quella sera alle nove, dopo aver faticato non poco
per convincerla ad uscire.
L’aveva
portata al Grey Terminal, in un locale che non aveva mai notato, seppur la zona
fosse familiare.
“Per
ora non è questione di soldi, a te mancano i contatti. Può non sembrare, ma
molte di queste persone sono come te: sono molto acculturate, ma le leggi del
paese non permettono loro di mettere in pratica le proprie conoscenze. Vedi
quel tipo laggiù?” disse, indicando un uomo alto, con dei capelli azzurri
acconciati in modo molto strano. “Si chiama Franky. È
un carpentiere eccezionale e potrebbe tranquillamente dirigere l’azienda più
importante del paese. Però non può farlo, perché non è un nobile e deve
accontentarsi di lavorare come dipendente” spiegò.
“Capisco”
disse Koala.
“Poi
c’è Ace, il proprietario di questo bar. Realizza dei cocktail buonissimi e il
suo socio è un cuoco fantastico. Ma questo lo sappiamo solo noi, per i motivi
che conosci bene.
Ciò
che voglio farti capire è che ci sono molte persone che sarebbero felici di
aiutarti: dare un futuro a dei ragazzini non è una cosa semplice, ma se tu
avessi qualcuno disposto ad aiutarti… beh, credo che il traguardo sarebbe molto
più vicino”
Koala
annuì. “Il problema è che io non conosco nessuna di queste persone. Inoltre, le
leggi non mi permetterebbero di realizzare un’impresa simile”
Robin
scosse la testa: “Per le conoscenze ci sono io, ti ho portata qui apposta.
Riguardo alla tua impresa invece, all’inizio potresti fare tutto
clandestinamente. Il governo finge di tenere tutto sotto controllo, ma sono
molte le cose che non sa. E nel frattempo dovresti metterti in contatto con un
nobile disposto ad ascoltarti e a fare in modo che la legge venga approvata,
anche se questa parte non potrà di certo essere realizzata subito”
“Perché,
esistono nobili che sarebbero disposti a farlo?” chiese sarcastica.
“Ce
n’è uno proprio qui stasera. Vieni, andiamo a bere qualcosa e ti presento un
po’ di gente”
Si
fecero strada attraverso la gente, faticando per raggiungere il bancone. In
mezzo a tutta quella gente, Koala non si sentiva molto a suo agio. Era abituata
a lavorare nel silenzio e in totale tranquillità; per quanto il locale potesse
piacerle, non era semplice per lei trovarsi lì dentro e il miniabito che Robin
aveva ripescato dal suo armadio non contribuiva certo a farla stare bene.
“Cosa
bevi?” chiese Robin, alzando la voce per farsi sentire.
“Un
mojito” rispose, urlando a sua volta.
Quando
finalmente ebbero ricevuto i drink, Robin la condusse verso un’uscita laterale.
“Dovremo patire un po’ il freddo, ma è sempre meglio che stare lì in mezzo.
Inoltre ho detto ad un amico di raggiungermi qui non appena gli fosse stato
possibile” disse, sorseggiando la sua bevanda.
Koala
annuì e per un po’ rimasero in silenzio. Nonostante il locale fosse quasi
pieno, non poté fare a meno di notare quanto l’atmosfera fosse rilassata.
Certo, i baristi avevano molto da fare, ma tutto si svolgeva con una scioltezza
inaspettata, come se tutte le persone lì dentro si fossero spogliate dei loro
numerosi problemi per godersi una serata in compagnia. Non poteva certo sentire
i loro discorsi, ma si capiva come parlassero del più e del meno, scherzando e
divertendosi, a differenza dei nobili e delle persone del ceto medio, sempre
pronti a lamentarsi per qualsiasi cosa.
“Va’
tutto bene Koala?” le chiese Robin.
“Sì,
sì, tranquilla. Ogni tanto mi incanto ad osservare le persone” spiegò, con un
sorriso.
“Magai
ce n’è qualcuno più interessante di altri?” Koala notò una punta di malizia
nelle parole dell’amica.
“No,
non credo di essere una che attira i ragazzi” affermò, scuotendo il capo.
Robin
inarcò un sopracciglio. “Beh, il vestito che indossi dice tutto il contrario. E
non hai nulla da invidiare alle ragazze che trovi in giro; sono certa che
qualcuno stasera ti ha già messo gli occhi addosso”
“Punto
primo, il vestito me lo hai portato tu. Punto secondo, non credo nemmeno di
essere in grado di interagire con qualcuno”
“Ace,
stai alleggerendo i drink per caso?”
“Cosa
te lo fa pensare? Rufy, lascia stare i salatini!”
“Il
fatto che io sia ancora sobrio! Ti ho detto che ho avuto una serata difficile
ieri… ho bisogno di bere!”
Ace
scoppiò a ridere: “Lo faccio per te amico! Come credi di riuscire a studiare
domani, se devi smaltire una sbronza colossale?”
“Quindi
dovrei ringraziarti?” chiese il ragazzo scettico.
“Decidi
tu. E ricorda che Robin aveva bisogno di parlarti, dovrebbe essere già
arrivata. Rufy, la pizza devo servirla, non puoi mangiarla
tu!”
Sabo
scosse la testa e svuotò il bicchiere tutto d’un fiato, per poi voltarsi a
cercare l’amica. La individuò poco dopo, notando la sua mano alzata per
attirare la sua attenzione.
“Ehi,
Robin! Come stai?” chiese abbracciandola, una volta che l’ebbe raggiunta.
“Si
sopravvive” rispose lei sorridendo.
“Ace
mi ha detto che volevi parlarmi… qualcosa non va’?”
“No,
no, tranquillo, ma è un discorso un po’ delicato. Lei è Koala, una mia
carissima amica che avrebbe bisogno del tuo aiuto” disse, posando una mano
sulla spalla della ragazza.
Sabo
guardò la ragazza sorridendo: “Ci siamo già incontrati” disse, porgendole la
mano; Koala la strinse: “Immagino che la relazione sia già finita e pronta per
essere consegnata”
“Ehm…
diciamo che ho iniziato a leggere i libri. Ma ho tempo fino a mercoledì, quindi
non è il caso di allarmarsi”
Koala
spalancò la bocca, esterrefatta: “Avevi detto che era per lunedì!”
Sabo
rise, imbarazzato: “Scusami, ma non mi avresti mai aiutato se ti avessi detto
la verità. Non sapevo se avrei trovato i libri lunedì, perciò ho improvvisato”
Vedendo
che Koala stava per ribattere, Robin rise: “Koala, avrai tempo per vendicarti
di Sabo e delle sue trovate da idiota, credimi, anche perché ne dovrai
sopportare molte altre. Però adesso che ne diresti di bere qualcosa e parlare
con lui di ciò che hai in mente?”
Koala
scosse la testa: “Non ho sete”
“Passo
anche io, Ace mi sta rifilando chissà cosa per non farmi ubriacare. Venite,
andiamo a parlare fuori” disse, spingendo la porta dell’uscita laterale.
Non
appena sentì l’aria sferzarle il viso, Koala fu percorsa da un brivido di
freddo. Rimpianse di non aver indossato qualcosa di più pesante.
“Bene
signorine, sono a vostra completa disposizione” disse sorridendo.
“Mi
chiedevo” esordì Robin “Che fine avessero fatto le tue aspirazioni politiche”
Sabo
rise amaramente. “Non hanno fatto nessuna fine. Anzi, direi che la mia carriera
sembra aver preso una svolta”
“Sul
serio?”
“Ieri
sera a cena, ti giuro che ancora non so come sia stato possibile, abbiamo avuto
come ospite George Baker e sua figlia. Mi ha offerto un tirocinio per l’estate”
“Ma
è fantastico!” disse Robin, tanto sincera quanto ironica.
“Come
no, un’estate intera in mezzo a quei bastardi. So che per arrivare in alto
dovrò fare buon viso a cattivo gioco… ma ti giuro che l’idea mi disgusta”
affermò con una smorfia.
“Considerala
una sorta di gavetta. Poi, quando comanderai tu le cose cambieranno, giusto?”
Sabo
alzò gli occhi verso Robin: “Suonano alquanto positive queste tue parole”
“Sono
fermamente convinta che la speranza sia sempre l’ultima a morire. Ora, tornando
a Koala: quello che vuole fare è mettere su una scuola clandestina qui al Grey
Terminal, poi quando tu entrerai in politica, renderai tutto questo legale”
“Mi stai chiedendo di fare qualcosa di
illegale e insabbiare tutto come se niente fosse?”
“Il
fine giustifica i mezzi Sabo, dovresti saperlo anche tu. Ed è per una buona
causa”
“Aspettate”
disse Koala all’improvviso “Robin, forse non è il caso. Non voglio che troppe
persone ci rimettano per colpa mia. Magari ho pensato troppo in grande e…”
“È
proprio qui che ti sbagli Koala” la interruppe Sabo “Nessuno corre dei rischi
per paura di quello che potrebbe succedere. Però così facciamo il loro gioco:
ci voglio ignoranti e senza spina dorsale” disse irritato.
“Lo
so, ma…”
“Niente
ma. Senti, io fino a mercoledì sono impegnato, ma potremmo incontrarci nel fine
settimana, stilare dei programmi, un budget… ci sono un po’ di cose a cui
pensare”
“Quindi
ci stai?” chiese Robin eccitata.
“Esatto.
E giuro che farò di tutto per la riuscita di questa impresa”