Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Yume Kourine    23/12/2014    3 recensioni
Gaito ha rapito tutte le Principesse Sirene ma le perle si sono salvate. L'unica speranza sono le Custodi delle Perle.
Ma chi sono queste prescelte? Riusciranno a fermare il terribile piano di Gaito?
Amore, magia, mistero e il tocco inconfondibile delle Mermaid Melody.
*Storia riadattata e migliorata*
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Gaito, Nikora Nanami, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Saga delle Custodi'
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Aria e il nemico

 

“Credo di aver capito” Aria fissò intensamente l'uomo in nero, colui che l'aveva accolta in quello spazio senza limiti e senza forme, ove ogni cosa era oscurità.

“Voi cercate le nostre debolezze e provate a convincerci che sono inutili, ma in realtà sono la nostra forza. Scommetto che la mia è la speranza o l'ingenuità, vero?”

L'uomo sparì e al suo posto apparve uno specchio dal vetro liquido, simile alla sorgente dai riflessi viola che la Custode aveva attraversato poco prima.

Aria sospirò; per fortuna aveva evitato che le creature, invocate dall'uomo, si avvicinassero a lei e la attaccassero.

La castana attraversò lo specchio e, appena uscita, trovò tutte le sue amiche al centro della stanza.

“Aria ce l'hai fatta! Ora ci siamo tutte!”
“Sì, ma le Lacrime?” chiese la castana.

Serena indicò Himeka che mostrò una collana a forma di boccetta contenente un liquido azzurrognolo.

“Wow. Così queste sono le Lacrime?” chiese la Custode della perla blu analizzando con cura l'ampolla.

“Sì. E funzionano. Guarda la perla di Kokoa!”

Aria osservò la collana fucsia di Kokoa: al suo interno stava una lucente perla fucsia, brillante quanto il sorriso della Principessa.

“Ora tocca a te” Himeka allungò il braccio pronta per porgere l'ampolla ad Aria ma un'ombra si mise in mezzo alle due e prese l'oggetto prezioso.

Le Custodi si voltarono verso la figura e impallidirono.

“Salve Principessine... Grazie per il regalo” Aria strinse i denti: possibile che Gaito dovesse apparire nei momenti più importanti?

“Maledetto te la vedrai con noi!” Anita urlò forte come non mai. Ma le pareti erano molto sensibili e così iniziarono a tremare.

Gaito oscillò e Aria ne approfittò per recuperare il flacone ma durante la corsa perse l'equilibrio a causa di una scossa improvvisa e cadde in una voragine, perdendo i sensi.

 

“Ahi... Che diavolo è successo?” Aria si guardò intorno ma il buio fu talmente fitto che impedì alla Custode di riconoscere l'ambiente che la circondava.
“Complimenti signorina 'Risolvo la situazione', adesso siamo intrappolati in questa fossa sotterranea!”

Aria si alzò di scatto non appena sentì la voce di Gaito e istintivamente iniziò a correre ma si accorse che lo spazio era limitato: erano circondati da cumuli di macerie.

-No... Intrappolata con Gaito... Questo no!- pensò la giovane Custode. Poi si voltò verso il ragazzo e lo colpì sulla testa.
“Come hai osato?!”
“Per colpa tua sono chiusa qua dentro!”
“Colpa mia? Se non ci fossi stato io, ora saresti sepolta sotto quelle macerie!”

“Che?!” la ragazza non riusciva a credere che un pazzo come Gaito avesse compiuto un'azione del genere.

“Mi sono buttato nella voragine per seguirti e ti ho fatto scudo con il mio corpo per attutire la caduta.”

Aria arrossì, imbarazzata come non mai, ma poi riacquistò lucidità: non era successo veramente, si continuava a ripetere.

“Non ti credo”

“Sciocca ragazzin...” Gaito non riuscì ad alzarsi e Aria notò una profonda ferita sul petto: non poteva essersi procurato un taglio del genere in passato perché il sangue che bagnava il suo corpo era tinto di un rosso brillante, segno che era fresco.

Quindi ha detto la verità, pensò la giovane sentendosi in colpa.

Gaito stava nascondendo il dolore ma Aria riuscì a capire che stava soffrendo.

Quando la quattordicenne si chinò per guarare meglio la ferita, si accorse che nella sua tasca c'era la boccetta delle Lacrime.

Avrebbe potuto usarla sulla perla e sconfiggere Gaito una volta per tutte.

Strinse forte l'oggetto e poi si rivolse a Gaito che stringeva la mano sul busto sanguinante.

“Quella volta...”

Gaito alzò il capo e puntò i suoi occhi viola su quelli grigi della ragazza.

“Dopo aver perso il potere della perla blu ti chiesi se tu avessi giocato con i miei sentimenti. Non ho sentito la tua risposta... Potresti farlo adesso? E sii sincero, ti prego...”

Gaito rimase in silenzio con lo sguardo fisso su Aria che arrossì leggermente, in che situazione si era cacciata non lo sapeva nemmeno lei.

Il Pantalassa avvicinò il volto a quello della Csutode che, questa volta, divenne interamente paonazzo.

“Non ho affatto giocato: io mi ero innamorato di te. E lo sono anche adesso, Aria”

Aveva sussurrato il suo nome con un tono gentile ed esile, quasi come se fosse il nome di un tesoro prezioso che voleva solo per sé.

La mente di Aria reagì pensando a ciò mentre il suo cuore aveva preso a battere con un ritmo insolito che la ragazza mai aveva percepito. Aria sapeva bene quale fosse il suo dovere di Custode e così non si lasciò sfuggire l'occasione: in un primo momento rimase ferma e indifferente, poco dopo aprì la boccetta e strinse la collana contenente il prezioso tesoro. Gaito si appoggiò sulla parete e chiuse gli occhi, sicuro che presto il dolore sarebbe diventato un lontano ricordo così come la sua vita.

Ma un istante dopo provò una sensazione di piacere e di purezza espandersi dal petto e appena abbassò lo sguardo vide tante gocce d'acqua luminose accarezzargli il corpo caldo.

Poi guardò ancora Aria che osservava incantata la scena, stupita del potere delle Lacrime.

“Perché lo hai fatto?”

Aria sospirò e poi sorrise: “Perché non voglio scappare da questi sentimenti. Mi piaci più di quanto pensassi, Gaito.”

Il ragazzo si mosse e si chinò in avanti come se avesse intenzione di baciarla.

Aria si sentì smarrita e incerta ma poi chiuse gli occhi aspettando di sentire le labbra tiepide del giovane.

Ma invece di quel gesto d'amore sentì qualcosa sfiorarle il collo e appena aprì gli occhi vide che la sua perla stava brillando. In seguito Aria si ritrovò a cadere nel vuoto.

Quando riaprì gli occhi vide tutte le sue compagne attorno a lei.

“Meno male, stai bene. Eravamo preoccupate!”

“Ma come... ci siamo viste poco fa. Poi c'è stata la scossa e...” Aria balbettava mentre un tremendo dubbio prese forma nella sua testa senza però farsi influenzare da esso; non voleva credere a una simile suppozione.
“Cosa dici? Sei rimasta là dentro per tutto il tempo. Ti abbiamo visto schizzare via dallo specchio un attimo fa”

Aria era sbigottita, quel dubbio era diventato realtà. Di colpo si irrigidì: si rese conto che tutto quello che aveva vissuto era la prova, la vera prova.

Il nemico era il suo punto debole, ma anche la causa di una felicità immensa, quella felicità che ogni uomo desidera e vuole possedere.

 

Maledetto Platessa”

   
 
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