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Autore: alex_clacethompson    23/12/2014    1 recensioni
Sarah e Alex sono cugine e per dimenticare i dolorosi ricordi si trasferiscono in un nuovo paese per iniziare una nuova vita. una volta arrivate faranno incontri particolari che gli cambieranno la vita per sempre...e il legame che si creerà con i nuovi vicini di casa le porterà in un mondo estraneo al nostro...
P.S. è la mia prima fanfiction quindi non criticate sul modo di scrivere. grazie
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Daemon, Nuovo personaggio
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 – ALEX
 
Sono isolata dal mondo esterno. La musica mi rimbomba nella testa. È l’unica maniera che ho per non pensare al passato e ai dolorosi ricordi legati ad esso. C’è un motivo per cui ascolto sempre la musica a tutto volume e riguarda la mia famiglia. Mio padre adorava cantare in macchina e quando eravamo insieme tenevamo la radio con il volume al massimo e cantavamo a squarciagola. Questa è una delle poche cose che conservo della mia famiglia; quando i miei sono morti ho fatto di tutto per non vedere più le cose che me li ricordavano … era troppo doloroso da sopportare …
Una canzone degli Imagine Dragons parte alla radio e io, come una cretina, inizio a cantare a squarciagola, ovviamente modificando un po’ le parole, ma non mi accorgo della presenza di qualcuno dietro di me. Questo qualcuno mi tocca la spalla e io, cercando di non mettermi a urlare perché ha interrotto una delle mie canzoni preferite, mi giro. Mi trovo davanti un ragazzo, un bel pezzo di ragazzo con occhi azzurri come il cielo, alto all’incirca un metro e novanta che mi fissa. << Cosa cazzo vuoi? >> gli chiedo con un tono scocciato. Perché quel ragazzo non mi toglieva gli occhi di dosso? A me danno fastidio i ragazzi troppo appiccicosi, io ho bisogno dei miei spazi ed è per questo che non do mai troppa confidenza ai ragazzi che ho appena conosciuto. << Tutto bene? Te lo chiedo perché ho sentito urlare … >>. Oltre che bello è pure stronzo. Perfetto. << Io sto benissimo. Sei tu che ci senti male perché io sono intonata. Non come le altre ragazze che inventano le parole perché non riescono ad impararle. >> così dicendo non facevo riferimenti puramente casuali a ciò che realmente facevo io. Il ragazzo sembra stupito della mia risposta, forse non se l’aspettava. Bene Alex 1 sconosciuto 0!
<< Se lo dici tu … comunque da quello che “cantavi” prima mi pare di aver capito che si trattava di una canzone degli Imagine Dragons giusto? >> cavolo quel ragazzo ha davvero riconosciuto la canzone << Si, esatto. Era “warrior”, la mia canzone preferita. Ma quindi piacciono anche a te? >>. E tutta questa confidenza da dove è uscita, mi rimprovero da sola per la mia stupidità ma devo ammettere che se davvero gli piacciono gli Imagine Dragons è un grande, perché loro sono il mio gruppo preferito da sempre. << Se devo essere sincero li adoro. E inoltre tu mi hai stupito: non pensavo che le ragazze ascoltassero musica di quel genere, pensavo che fosse musica da maschi. >> ecco che arriva la parte maschilista che ogni uomo ha in se … è una cosa che non sopporto, perché i maschi si ritengono per chissà quale motivo superiori alle ragazze ma , in fondo lo sanno tutti che le femmine sono più intelligenti dei ragazzi in tutti i campi. Ma in fondo ha colto nel segno perché io non sono una ragazza come le altre, a me non piace avere intorno un sacco di persone, preferisco stare da sola o al massimo con persone con cui sono tanto in confidenza. Mi dispiace ammetterlo ma è un pareggio: Alex 1 sconosciuto 1.
Essendo sovrappensiero non mi accorgo della domanda che mi ha fatto lo sconosciuto << Ma mi è concesso sapere come ti chiami oppure dobbiamo rimanere sconosciuti? Io sono Andrew. Andrew Thompson. >>. Ah quindi lo sconosciuto voleva fare amicizia. Va be, essendo la nuova arrivata in paese mi farà comodo avere qualche amico … << Io sono Alex. Alex Jackson. Mi sono appena trasferita dal New Jersey e sono nuova in città. >> cavolo Alex magari non gliene frega niente di dove sei, mi dico rimproverandomi da sola …
In quel momento sento un rumore in lontananza di una macchina che si avvicina, sarà mia cugina che torna dal supermercato. Tempo due minuti e Sarah scende dalla macchina, apre il baule e tira fuori due enormi contenitori pieni di vernice verde e bianca. Il mio incubo inizierà a momenti.
Andrew guarda lei e poi guarda me << Mi sa che è meglio se vado, così ti lascio con tua sorella a lavorare. Be ci vediamo poi a scuola. Ciao Alex! >> io lo guardo e non faccio in tempo a dirgli che Sarah non è mia sorella ma mia cugina che è già sparito lasciando dietro di se delle strane scintille, ma penso che è soltanto un’allucinazione, come mi è già accaduto in passato.
Mia cugina si avvicina e mi chiede << Ma chi era quello? È carino non trovi? >> io la fulmino con lo sguardo e le rispondo << Lui è Andrew, un ragazzo che da come ho capito frequenta la scuola dove la zia ci ha iscritto. >> preferisco non dire alla cugina che trovo Andrew veramente carino perché so che poi inizierà a comportarsi in modo strano, la conosco troppo bene.
Comunque lei continua a fissarmi con uno strano sorriso stampato in faccia, che non si può definire come un buon segno perché so cosa mi aspetta: un pomeriggio fatto di vernice e terra. Fantastico! << Cugina sei pronta per sporcarti per benino e ridipingere la staccionata? >> io la guardo malamente ma so che per lei l’arte in qualsiasi forma è come la musica per me, una cosa che le ricorda suo padre, morto insieme ai miei in quel maledetto incidente. Ho un bellissimo ricordo di uno dei tanti pomeriggi passati in famiglia e Sarah e mio zio erano sempre insieme, avevano un legame veramente forte. Quel pomeriggio mia cugina aveva realizzato un ritratto dei nostri padri: era una bellissima scena, perfetta da immortalare, dove loro due si erano abbracciati come fanno due fratelli che si vogliono bene. Se ci penso mi viene da sorridere perché quello è stato uno dei migliori pomeriggi passati in famiglia.
Non so come ma sono riuscita a dipingere la staccionata senza fare danni irreparabili. Mi meraviglio di me stessa. Mi giro verso Sarah e la vedo soddisfatta e devo dire che abbiamo fatto un buon lavoro, in giro non c’è più traccia della vecchia vernice tutta scrostata che c’era prima. La zia sarà soddisfatta.
   
 
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