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Autore: Poison96    24/12/2014    1 recensioni
AU Tutti Umani | Delena ovviamente | Probabile OOC | Ansia! Aiuto!
Damon, un uomo ormai, consapevole delle sue debolezze e dei suoi sentimenti verso Katherine.
Elena, donna indipendente, forse un pò troppo dura, con un anello di fidanzamento al dito e un matrimonio da organizzare.
Damon ed Elena si sono amati e poi si sono lasciati, perchè, anche se ci piaccia o no, tutto è destinato a finire.
Ma se un evento li facesse rincontrare? Se i loro cuori ormai calpestati siano destinati a risanarsi a vicenda nonostante tutte le difficoltà che saranno costretti ad affrontare e che hanno già affrontato? Elena sarà capace di mettere da parte tutto il risentimento che prova per Damon? Oppure andrà avanti con la sua vita che ha faticato a ricostruire?
Dal prologo:
"Perché ora come ora, io non merito di amare né di essere amata, ma se mai fossi in grado di farlo, amerei lui, lui, che mi ha lasciata qui, da sola a ricomporre i pezzi di me stessa"
Dal 4° capitolo:
"Chiudi a chiave il cuore, soffochi tutto ciò che c’è di buono, aspettando inconsciamente che l’amore torni con la chiave giusta stavolta"
Sempre vostra - MySecretGarden
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Elijah, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note d’autrice: eccomi qui in anticipo per augurarvi un buon natale (anche se con un giorno di anticipo) e perché sarebbe stato difficile aggiornare poi. Ringrazio tutti come al solito e vi lascio al capitolo.
Tutto dal punto di vista di Damon.

Ci sentiamo alle recensioni! :) Un bacio, sempre vostra - MySecretGarden
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My Little Girl

Cosa c'è 
e cosa no
che ci portiamo via
chissà se ciò che senti
lo sentirai per sempre
cosa va
e cosa no
in questa fantasia
e come non é andata
e cosa non è stato
-Ligabue, "Ciò che rimane di noi"

 
Per un attimo ho pensato che quando mi avrebbe visto, mi avrebbe tirato uno schiaffo. Ma non l’ha fatto. Si è comportata da donna matura, che so di aver contribuito a crescere. E mi sento fiero di ciò.

Era una bambina impaurita dal mondo quando l’ho conosciuta. Impaurita da tutto ciò che la circondava, da quello che provava per me. Ricordo che una sera, mentre pioveva, l’ho trovata sotto casa mia. Era completamente bagnata dalla testa ai piedi, ma non gliene importava niente. Aveva una cosa importante da dirmi…

-Elena… che ci fai qui?

-Lo so che sono l’ultima persona che vorresti vedere, che per come ti ho trattato non mi meriterei assolutamente niente, ma ho bisogno di parlarti e ho bisogno che tu mi ascolti…

Le avevo detto che l’amavo. Esattamente una settimana fa , io ero a in camera sua. Avevamo fatto l’amore, e le avevo detto che l’amavo. Lei si è chiusa a riccio, troppo spaventata per affrontare quello che davvero sente per me. È così che fa Elena. Quando una cosa le fa paura scappa. Si chiude in se stessa e ti lascia fuori. Ho cercato di farla ragionare, perché in fondo so quello che prova per me, ma se non vuole lottare, se preferisce lasciar perdere, andarsene piuttosto che restare, allora niente ha più senso. Ho preso le mie cose e me ne sono andato. Non l’ho più vista ne sentita. Fino ad oggi.

-Entra, ti stai congelando – ma lei sembra non volersi muovere da lì.

-No, ho bisogno di dirti qualcosa e di dirtela ora, o dopo sarà troppo tardi. O forse già lo è

È nervosa, si morde il labbro, sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e fissa gli occhi nei miei. È decisa.

-Non sono qui per dirti che mi dispiace di averti detto quelle cose la settimana scorsa. Non mi dispiace perché mi hanno permesso di capire che senza te Damon, io non ci so stare. In questi mesi, sei stato capace di entrarmi dentro come nessuno mai, e ho bisogno di quel bene che mi fai. Ne ho bisogno con tutta me stessa. Ho bisogno di sentirti addosso e dentro di me. Ho bisogno dei tuoi sorrisi grazie a me. Ho bisogno delle sfuriate, dei battibecchi, dell’amore che sei capace di darmi.
Ti amo Damon. Ti amo così tanto quasi da star male.


Non voglio sentire nient’altro. Mi butto sulle sue labbra. È un divorarsi, un cercarsi e un bisogno vitale di sentire uno la pelle dell’altro. È fuoco che nasce da una scintilla. È amore. Puro e semplice. E non so chi devo ringraziare per avermi fatto conoscere Elena, perché io in Dio non c’ho mai creduto e tantomeno nel destino. E allora a fanculo i ringraziamenti. Voglio solo pensare a quest’angelo sotto di me. Ti amo Elena. Ti amo e non posso fare a meno di urlare al mondo intero che io Damon Salvatore sono innamorato di te Elena Gilbert.

È una donna ora Elena. È una donna consapevole di se stessa, di quello che vuole e come ottenerlo. La ragazzina che ho conosciuto anni fa non c’è più. o meglio c’è, perché Elena è sempre un po’ bambina nel suo gonfiare le guancie quando è indispettita, nel suo arrossire quando una cosa la colpisce e la imbarazza, in tanti piccoli atteggiamenti che fanno parte del suo essere.

Quando è entrata nel mio ufficio ho pensato che fosse una ragazzina nel corpo di un’adulta, ma mi sbagliavo. Era bellissima in quel suo tailleur nero. Mi sono permesso di indugiare più del dovuto sul suo corpo fasciato alla perfezione. È sempre stata bella Elena, ma rivederla fa un certo effetto.
Mentre parla Elena gesticola. È questo che mi ha fatto notare l’anello. Non ha fatto male, è stata più una consapevolezza inaspettata. Perché si, a parole siamo tutti bravi, ma vedere l’unico vero amore della tua vita con addosso l’anello di fidanzamento regalatole da un altro uomo fa salire la rabbia. Come quando un bambino tiene da parte il suo cioccolatino preferito. Vuole mangiarlo per ultimo così da gustarne a pieno il sapore, ma poi arriva qualcuno che lo mangia al posto suo. E stai sicuro che il bambino si metterà a piangere perché arrabbiato con il “ladro”. Io sono u po’ come quel bambino a cui è stata fregata la caramella preferita.

Non ho fatto scenate, anche se quando l’ho notato avrei voluto prendere a pugni chiunque fosse, ma non sarebbe stato giusto. Anche io ho una fidanzata, certo non le ho chiesto di sposarmi, ma ho smesso di pensare ad Elena come eterna compagna per la vita, e così ha fatto anche lei.

Ci siamo comportati come due persone mature, ma non ho resistito a chiederle di vederci. Ho provato quel bisogno viscerale di rivederla ancora e di chiederle come stia andando la sua vita. Perché come le ho anche detto, essermene andato, non voglia dire che io non abbia smesso di pensare per un solo secondo a lei, di come sarebbe stata senza di me, di come io sarei stato senza di lei e che forse avevo fatto una grande cazzata. Che forse essere egoista per stare con lei, sarebbe stato giusto.

Sento bussare alla porta. Sicuramente sarà Stefan per venire a sapere come sono andate le cose e se era stata davvero Elena a farmi l’intervista.

-Hey Dam! Allora com’è andata?

-Perché non passiamo direttamente alla parte che ti interessa Stef? Senza tanti giri di parole. Sarebbe meglio no?

-Ok, va bene. Allora era lei? – come avevo pensato.

-Si Stef, era Elena.

-Oh andiamo Dam! Non vorrai farmi fare 3mila domande! Racconta!

-Dio mio… sei peggio di una femmina quando ti ci metti. È andata. Fine. Siamo stati entrambi professionali comportandoci come dei perfetti sconosciuti.

La mia risposta non lo soddisfa. Si era aspettato chissà che. Mio fratello è sempre stato un sostenitore mio e di Elena come coppia. Diceva che con lei ero diverso. Felice. E cazzo se aveva ragione, ma quelli sono tempi lontani ormai. Anche se, nel rivederla oggi, è come se non fosse passato un singolo giorno da quando l’ho vista per l’ultima volta.

-E… L’ho invitata a fare insieme una colazione.

-Una colazione Dam?! Sul serio?!

-Hey! Deve ripartire la sera, non avevo molta scelta.

-Non hai potuto farne a meno vero?

-No…

-E che farai domani?

-Andrò a fare colazione con lei e le chiederò della sua vita.

-Tutto qui?

-Sta per sposarsi Stef. Inoltre non posso ricomparire così nella sua vita come se questi anni in cui l’ho completamente ignorata non fossero mai esistiti. In più sono fidanzato ora. Ah e non scordiamoci che lei abita a New York, mentre io vivo qui a Londra, e io non sono bravo nelle relazioni a distanza.

-Aspetta, sta per sposarsi?

-Esatto. Sorpreso?

-Bè direi di si, tu no?

-Non molto a dire la verità. Bè all’inizio si ovviamente, ma ora che ci penso bene no. Elena ha sempre amato l’idea di sposarsi presto e poi nessuno si lascerebbe scappare una come Elena. – c’è amarezza nella mia voce, e quasi stento a riconoscermi. Mi alzo dalla sedia e saluto mio fratello. Katherine mi sta aspettando.
  
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