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Autore: yukikofairy    26/12/2014    3 recensioni
E se, invece di una sola persona, un gruppo di amici si ritrovasse improvvisamente nella terra di mezzo?!
E se avessero solo qualche fugace ricordo dei libri e dei film sul mondo in cui sono capitati?!
Dalla storia:
Il vecchio con un bastone è a pochi passi da noi e ci scruta, serio. Nello sfondo tredici nani, vestiti come a carnevale e armati fino ai denti, ci stanno fissando in un modo che non mi piace. Non mi piace affatto.
[...]
Mentre aspetto che dica qualcosa lo osservo di sott’occhio. Mi ricorda incredibilmente uno di quei dipinti classici, antichi dove sono ritratte persone belle da far male, ma vuote.
«Chi sei?» chiedo, cercando di mantenere la mente un po' lucida.
Lui sorride senza nessun segno di allegria, avvicinandosi con passi di una lentezza esasperante verso di me.
«Sono certo che ti allieterà sapere che stai parlando con il re, umana»

STORIA MOMENTANEAMENTE INTERROTTA.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bard, Fili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV Alaska:

 

Per un lungo, lunghissimo istante un silenzio assoluto regna nella casa. 

Sto quasi per credere che nessuno, sia noi che i matti, oserà parlare, quand'ecco che tutti iniziano nello stesso momento. 

Mi porto subito le mani alle orecchie. 

Non è nei miei propositi diventare sorda a vent’anni. 

In questo casino riesco vagamente a capire un paio di frasi, come «Gandalf chi sono?» e «Avevi detto che non c'era nessuno in casa» 

Continuano a parlarsi sopra, fino a quando uno di loro alza di scatto una mano, urlando un perentorio «Basta»

Fortunatamente ubbidiscono al tipo dai lunghi capelli neri, zittendosi subito.

«Gandalf?» mi volto di scatto verso David. Ha una faccia tra l'assorto e il perplesso e sta fissando il vecchio. 

«Si? Sono io» 

Il viso di Esmeralda si distende, mentre inizia a ridere.

«Ho capito, state girando un film su quel famoso libro di cui ora mi sfugge il nome» 

Oddio è vero! 

Alle sue parole, Lily, Dav e io annuiamo convinti.

Anche se, devo ammettere, c'è qualcosa che non mi torna. 

Ho un vago ricordo di essere una grande appassionata del libro che ha come personaggio un uomo di nome Gandalf ma, per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare altro.

«Di cosa state parlando? Cos'è un film?» chiede con voce acuta uno di loro. È giovane, ha i capelli rossi e sembra perso in un mondo tutto suo. In qualche modo mi fa tenerezza.

«Come cos'è un film? Ci state prendendo in giro?» David è allibito. 

Come tutte noi del resto.

Guardando le occhiate che si scambiano però, sembrano seriamente perplessi.

Dove diavolo vivono per non sapere cos'è un film?

«No giovanotto, non stiamo affatto scherzando. Da dove venite?»

Però. C'è da dire che il vecchio ci va giù pesante con il suo ruolo. Sembra quasi che creda davvero di essere Gandalf... Oddio. Altro che “sembra quasi”. Questo ci crede sul serio.

«Bloomington, minnesota» risponde Dav, visibilmente sempre più confuso «sapete che posto è questo? Ieri sera ci siamo addormentati a casa, per poi svegliarci in una radura e»

Non fa in tempo a finire la frase che un nano anziano, dalla lunga barba bianca, fa un passo avanti interrompendolo.

«Hai per caso detto Bloomington, ragazzo?» in un certo senso mi ricorda mio nonno. In formato ridotto, chiaro.  «Mi spiace, ma in tutta la terra di mezzo non ho mai sentito parlare di un posto simile»

Oddio. 

Oddiooddiooddio. 

«Ma che diamine» afferro Esme per un braccio, zittendola prima che possa dire altro, e la trascino lontano da quei matti. David e Lily, che non ha ancora aperto bocca, ci raggiungono subito. 

Ci stringiamo, formando una specie di cerchio.

«Sentite» comincio cercando di usare un tono di voce il più basso possibile, per farmi sentire solo da loro «questi sono davvero convinti di essere i protagonisti di quel libro» parlo velocemente, per paura di essere interrotta dai tipi, e non far così in tempo a spiegare il mio piano ai miei amici. 

Noto che, alle mie parole, Lily ha sgranato gli occhi sconvolta. 

«Quindi che facciamo?» chiede ansiosa, guardandoci.

«Io proporrei di darcela a gambe» commenta Esme, dando una breve occhiata ai nani «dovremmo riuscire a seminarli» 

Scuoto la testa, bocciando la sua proposta. 

«Ti sei dimenticata che c'è un enorme orso là fuori? No non possiamo uscire di qui» mi osservano, presi dalle mie parole «l'unica cosa da fare è assecondarli, facendogli credere che siamo davvero nella terra di mezzo» sento il vecchio vestito di grigio avvicinarsi, così cerco di aumentare ancor di più la velocità delle mie parole «se gli diciamo che sono matti non sappiamo come potrebbero reagire. Per di più sono armati. Restiamo qui. Poi quando loro usciranno andremo con loro e, mentre lotteranno con l'orso, noi scapperemo a cercare aiuto» termino proprio quando l'uomo si ferma ad un passo da me. 

Mi volto verso di lui con la mia miglior faccia di bronzo, sperando che non abbia sentito. 

«State quindi dicendo che siete di un posto chiamato Bloomington e che non sapete come avete fatto ad arrivare qui?» 

Annuisco ripetutamente, mentre sorrido a trentadue denti, cercando di essere convincente. 

Dopo un attimo però mi rendo conto che il vecchio ha un espressione grave e che, effettivamente, non c'è niente da ridere. 

Mi affretto così a tornare seria, chinando un po' il viso.

Faccio abbastanza schifo come attrice, lo ammetto.

«Certo che è strano» commenta il pazzo, rivolgendoci uno sguardo intenso. 

Dopodiché si volta verso i nani e inizia a camminare verso di loro. 

«Bene direi che per stanotte possiamo riposarci qui tutti insieme. Domani vedremo il da farsi» il tono di voce non ammette repliche.

 

 

POV Lily:

 

Osservo silenziosa queste persone, totalmente fuori di testa, appoggiare le varie cose in giro per la casa. 

Anche le armi. 

La prenderei una di nascosto, se fossi in grado di usarla. Insomma non ho mai pensato che un giorno mi sarebbe potuto tornare utile saper maneggiare una spada.
Evidentemente avrei dovuto pensarci. 

Ska va a prendersi le scarpe che ha lasciato accanto alla sedia e poi torna di corsa verso di noi. 

Ce ne stiamo seduti in un angolo, sopra un po' di paglia. 

Li guardiamo apparecchiare la tavola e iniziare a prendere qualcosa dalle dispense. 

Dopo poco si avvicina a noi un piccolo uomo. 

È più minuto in confronto agli altri, ha ricci castani e una faccina dolce. Decisamente sembra il più normale.

«Ehm scusate» si schiarisce la gola. Sposta continuamente lo sguardo, in evidente imbarazzo «vi andrebbe di unirvi a noi? Sarete affamati» sorride leggermente e io non posso fare a meno di ricambiare. 

«Va bene» esclama Ska, poggiando le scarpe sul pagliericcio e seguendo il tipo basso. 

Dopo un attimo di esitazione si accodano anche Esme e Dav, dando una mano ai pazzoidi ad apparecchiare la tavola. 

Io invece resto seduta nello stesso posto. Con le braccia stringo le gambe e nascondo la testa fra esse, chiudendo gli occhi.

Fa che sia un sogno, fa che sia un sogno.

Ok è inutile che continui a ripetermelo, tanto non riesco a svegliarmi. 

E pensare che ieri mi lamentavo per l'esame di letteratura che devo dare tra un mese. Giuro che se mi sveglio non mi lamenterò più e studierò ventiquattro ore su ventiquattro. 

Oddio forse non proprio così tanto, ma almeno dieci ore al giorno sicure.

«Ehi.. state bene?» una voce gentile interrompe i miei pensieri. 

Alzo poco il capo, trovandomi accanto uno di loro. È seduto a gambe incrociate e addosso ha strati e strati di vestiti. È biondo, giovane ed ha una strana barba. 

Piuttosto carino, in effetti. 

Peccato che sia alto quanto me, il che è tutto dire visto che supero a malapena al metro e cinquanta, e che sia un completo fuori di testa.

Oh mamma. Non ci credo che mi ha appena dato del voi.

«Tutto ok, grazie» noto che al mio "ok" aggrotta leggermente le sopracciglia. 

«Nel senso che va tutto bene» mi affretto ad aggiungere. Sono talmente convinti di vivere nel loro mondo, da parlare anche in maniera strana.

Mi sorride per poi dare una breve occhiata alla sua combriccola. 

«E allora perché ve ne state qui in disparte?» 

Nonostante sia fuori di testa mi ritrovo ad arrossire. 

Perché diamine sto arrossendo? Odio essere così timida. 

Sto per rispondere, quando lui si volta di scatto verso di me, con espressione mortificata 

«Mi spiace, non mi sono ancora presentato» china leggermente la testa «Fili, al vostro servizio» 

Fili.. sarà un diminutivo? Forse di Philip. 

Quando si raddrizza, mi fissa intensamente negli occhi. 

Mio malgrado sento nuovamente le guance bruciare.

«Sono Lilian, ma tutti mi chiamano Lily» rispondo a bassa voce. 

Non sono nemmeno sicura che mi abbia sentito. Dio perché devo sempre avere questo atteggiamento così timido?

«Siete vestiti in modo buffo sapete?!» commenta accennando a me e i miei amici. 

Ecco. Purtroppo con questa frase mi ricorda quanto è fuori di testa. 

«Oh be.. nel nostro paese vestiamo così» sorrido, cercando di stare al gioco come ci ha suggerito di fare Ska. 

In quel momento un rumore di cocci rotti mi distrae. 

Mi volto e noto proprio Ska che ha appena fatto cascare una ciotola sul pavimento, rompendola in più punti.

 

 

POV Alaska:

 

Sono la prima ad alzarmi dopo la richiesta di aiutarli da parte del piccoletto. 

Mentre mi avvicino alla tavola lui mi dice di chiamarsi Bilbo. Che strano nome. 

Effettivamente pensandoci c'era qualcuno che si chiamava così nel libro.

Che palle. 

Vorrei ricordarmelo, ma proprio sembra sfuggirmi dalla mente.

Inizio ad aiutare quegli strani ometti insieme a Dav ed Esme, mentre ci diciamo a vicenda come ci chiamiamo.

I loro nomi sono:

Bofur, Bifur, Bombur, Kili, Oin, Gloin, Ori, Nori, Dori, Balin e Dwalin. E quello che sta parlando con Lily è Fili, il fratello di Kili.

Se non mi risuonassero vagamente familiari, direi che ci stanno prendendo in giro. 

Non riuscirò mai e poi mai a ricordarli tutti. 

Mentre porto una ciotola al tavolo do una veloce occhiata a quello che crede di essere Gandalf e al nano che prima ha zittito tutti. Sono seduti vicino ad una finestra e parlano tra loro. 

Devo essere rimasta qualche secondo di troppo a fissarli perché un nano con un buffo cappello, credo si chiami Bofur o forse Bifur, mi si avvicina, osservandoli anche lui

«Lo stregone sapete già che il suo nome è Gandalf. Quello che è con lui invece è il nostro capo, Thorin Scudodiquercia» a sentire quel nome un flebile ricordo si fa spazio nella mia mente.

Scudodiquercia.

Re sotto la montagna.

Capisco che la ciotola mi è scivolata dalle mani, solo quando atterra con un forte rumore sul pavimento. 

Abbasso immediatamente gli occhi, notando mortificata che l'oggetto si è rotto in tanti piccoli pezzi. 

Quando rialzo la testa, sento il viso andarmi a fuoco. 

Tutti mi stanno fissando, compreso quel Thorin. 

Il suo sguardo è talmente serio da farmi temere per la mia salute. 

Uno che crede di essere un personaggio di un libro potrebbe benissimo uccidermi per aver rotto una stupida ciotola.

«Scusate, pulisco subito» mi affretto a dire, piegandomi sulle ginocchia. 

Ovviamente, visto che ho la gonna, sto attenta a non far vedere niente delle mie grazie a questi matti. 

«Aspettate» alzo di poco lo sguardo, incontrando gli occhi nocciola di Kili, quello giovane e carino, che intanto si è abbassato ad aiutarmi. «vi aiuto» mi sorride. 

Checarinooo. 

Peccato sia svitato. 

«Siete scalza, quindi non muovetevi o rischiate di tagliarvi» 

Ringrazio riconoscente, mentre mi aiuta a pulire. 

Gli altri hanno ripreso a sistemare la tavola e in poco tempo è tutto pronto.

Io, Dav, Esme e Lily sediamo in un angolo del tavolo, in disparte.

Appena la combriccola dei matti inizia a mangiare Esme mi si avvicina, sussurrandomi un «E se avessero avvelenato il cibo?» 

La guardo con un sopracciglio alzato, scettica. 

«Se fosse avvelenato sarebbero già morti» le bisbiglio a mia volta. 

Dopodiché, senza aspettare una sua risposta, mi avvento sul cibo. 

Si avete capito bene, mi ci avvento letteralmente. 

Vorrei vedere voi a non mangiare per un intero giorno. 

Passiamo la serata a divorare tutto e ad ubriacarci, senza quasi mai parlare. Al contrario dei pazzi che fanno casino tutto il tempo. 

Ogni tanto parlano dell'oro, delle armi che il loro popolo forgia e delle loro abitazioni. Più spesso invece ridono e urlano solamente. 

Neanche a dirlo Bilbo, Gandalf e Thorin sono i più composti.

Osservo la tavolata, pensierosa.

Cavolo però... sembrano davvero convinti di vivere nella terra di mezzo. 

Un piccolo dubbio inizia ad insinuarsi nella mente: E se fossimo veramente finiti nel loro mondo?

... Si ok ho pensato una stronzata. 

Sicuramente è colpa del caldo e della stanchezza. 

Verso la fine della serata uno sbadiglio mi sfugge dalle labbra.

Dopo aver pulito tutti insieme il tavolo i tipi strani si siedono davanti al camino, mentre noi ci sdraiamo sulla paglia, in un angolo della stanza. 

Mi addormento stanca morta sentendomi protetta dall'abbraccio di David, mentre in sottofondo i nani cantano.

 

 

Angolo dell’autrice:

 

Macciao!! 

Ringrazio infinitamente chi ha commentato e chi segue la mia storia. <3

Spero che questo capitolo, ancora un po’ introduttivo, vi piaccia. A breve i nostri eroi si rimetteranno in marcia!


Mi ero dimenticata di dirvi che:
- probabilmente seguirò molto il film, e solo poche cose le prenderò dal libro. 
- in questa storia ci sarà Tauriel
- il nostro Thranduil arriverà fra poco, non temete


Un bacio yukiko

 

  
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