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Autore: Fenio394Sparrow    28/12/2014    5 recensioni
{Lo Hobbit|| OC|| Arya!Centric || Movieverse|| Long|| Prequel! Winter is Coming}
{«State sorvolando sulle condizioni in cui lascerete andare, signore.»
Thranduil la guardò stupito, senza capire dove stesse andando a parare Arya. «Non so quale considerazione abbiate riguardo gli uomini, signore, o delle bambine che si accompagnano ad un gruppo di nani, ma vi assicuro che io non sono stupida, e questo accordo mi puzza d’imbroglio. Ci lascerete liberi, certo, ma magari nel mezzo della foresta e senza viveri né armi e saremo alla mercé dei ragni in meno di un giorno, e tanti saluti alla nostra impresa. Perciò penso che vi convenga alzare un po’ la posta, Sire, perché io non faccio beneficenza e i miei servigi non sono a poco prezzo.» Arya sorrise amabilmente.}
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Sette Regni e una Terra di Mezzo'
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Prolologo -
Nothing left to say


Queste gioie violente hanno fini violente.
Muoiono nel loro trionfo come la polvere da sparo e
 il fuoco che si consumano al primo bacio
▪William Shakespeare, Romeo e Giulietta▪


 
 
 
Quanto il dolore potesse essere forte, Arya adesso lo capiva.

Ma non riusciva ancora a capacitarsene. Quella voragine che sentiva al centro del petto, quel vuoto che si espandeva, male, male, faceva tanto male. Non avrebbe retto ancora per molto: sarebbe implosa su sé stessa: crollando, rompendosi, frantumandosi come cristallo. Una volta, oh, una volta non era così fragile. Una volta sì che era forte. Una volta il suo più grande dolore era un quattro a scuola. Una volta era stata al sicuro. Ma una volta era vuota. Una volta non aveva conosciuto nessuno di loro, una volta non era viva.

I volti di Fili, Kili e Thorin le tornarono prepotentemente in viso, i primi due sorridenti e l’altro serioso come al solito. Provò ad alzarsi da terra –quando era caduta?- annaspando, ma non era colpa del bustino troppo stretto. Le mancava aria, non riusciva a respirare. Doveva fuggire, fuggire, fuggire, non vederli …

E all’improvviso, come tutto era iniziato, sparì. Velocissime immagini di persone che conosceva e amava le tornarono alla mente, una appresso all’altra, spedite ma nitide nella sua mente. Chiare e limpide come mai lo erano state. Aveva la sensazione di aver visto qualcuno a lungo perduto ed ora ritrovato –tutta la sua famiglia. Era amara quella parola nella sua mente, forse perché non le bastava. Una consapevolezza si era fatta strada in lei. Le si spezzava il cuore a pensare a ciò che avrebbe fatto e quali ripercussioni avrebbero avuto su Bilbo -non poteva lasciarlo lì.

Tuttavia …
La Contea sembrava avere un bell’effetto su di lui: era più rilassato, tranquillo, e a volte lo aveva visto sorridere –sorridere per davvero. Non uno di quei sorrisi che avevano caratterizzato entrambi in quell’ultimo mese, quelli che servivano a fingere che tutto andasse bene quando era evidente che non era così. Su di Arya, invece, aveva l’ effetto opposto. Non dormiva, mangiava a stento e non usciva.
Certo, Bilbo era ancora in lutto. Capitava, talvolta, che lo trovasse a girare meccanicamente lo zucchero nel tè, il cucchiaino tintinnante sulla porcellana della tazzina; lo sguardo perso nel vuoto tradiva le memorie che, palpabili, scorrevano sulla superficie dell’iride esprimendo tutto il dolore. E quando piangevano. Oh, quando piangevano era una tragedia. Attaccava uno e lo seguiva l’altra. O viceversa. Avrebbe anche potuto essere ilare non fosse stato per la gravità della situazione. Piangevano per ore e ore come fontane.
Dapprima iniziava lei, accasciandosi al suolo; Bilbo provava a consolarla e si ritrovava a singhiozzare sulla sua spalla. Talvolta capitava che si addormentassero in quelle posizioni: Bilbo con la testa poggiata sulla spalla di Arya che aveva il suo capo posato sui riccioli dell’hobbit. La gente della Contea parlava e parlava, ma a loro non importava.

Era stata chiamata puttana e traditrice: non le importava se un paio di hobbit impiccione avevano messo in giro la voce che lei e Bilbo si erano incontrati durante l’avventura di quest’ultimo e successivamente si erano sposati; anzi. Sarebbe stato bello essere davvero la moglie di Bilbo e vivere felici e contenti. Ma lei non lo amava, lei aveva diciott’anni e non voleva sprecare la sua vita in un matrimonio; lei, se si fosse sposata, lo avrebbe voluto fare nella Montagna, con un nano. Non che Bilbo avesse qualcosa che non andava, anzi, ma era il suo più caro amico, come avrebbe potuto sposarlo?

Bilbo, dal canto suo, se ne infischiava altamente di ciò che le persone dicevano: era vero sì che era un Baggins di casa Baggins, ma era anche un Tuc, ed ormai quella sua vena pazzerella aveva preso il sopravvento.
Arya doveva dirglielo.
«Bilbo ..» lo chiamò, tentando di alzarsi mentre si asciugava le lacrime. L’abito da hobbit le andava corto ma non le dava fastidio: sembrava un vestito con minigonna che era solita portare prima; quello in imbarazzo da tanta pelle scoperta era Bilbo. Una volta si sarebbe divertita nel vedere le guance dell’hobbit arrossire violentemente, posandosi sulle sue gambe e risalendo fino al suo viso, ma ormai non riusciva a vedere del bello in niente. Nemmeno nei prati verdi della Contea, il vento fresco fra i capelli, il volo di una farfalla. Le sembrava che tutto avesse perso colore.

«Bilbo, devo dirti una cosa.»
L’hobbit si girò, osservandola. Sembrava stesse bene, ma avvertiva la preoccupazione nel suo sguardo: «Va bene, Arya. Ti ascolto.»
La ragazza prese un bel respiro, sedendosi sulla sedia assurdamente bassa, bassa perfino per lei: «Devo andarmene di qui, Bilbo. Non …» non riusciva a guardarlo negli occhi. «Non mi sento bene. Li vedo dovunque: nelle forme delle nuvole, nei fondi di caffè, nell’ondeggiare dell’erba. Questa … Questa non è casa. Questa è la tua casa, non la mia .. la mia .. » nuove lacrime le stavano appannando la vista, strinse le labbra per non piangere, ma non ce ne fu bisogno.
Le mani di Bilbo corsero dolcemente ai suoi occhi, asciugandoli amorevole come una madre. Poi prese le sue mani fra le proprie, invitandola a guardarlo negli occhi: «Ti capisco, amica mia. Lo vedo come tu ti stia logorando pian pianino, come tu stia sparendo. Questa persona che ho di fronte a me è lo spettro della ragazza sbarazzina e allegra che conobbi tredici mesi or sono, è la sua ombra. Allo stesso tempo, sei cresciuta. Sei cambiata e anche io sono cambiato. Solo che … alcuni cambiamenti sono più grandi di altri, ecco. Ormai io posso cambiare poco, Arya, ma sono cambiato in meglio. Tu sei così giovane, amica mia, ch temo tu possa cambiare ancora. Perché adesso sei più coraggiosa , più saggia, più … ma sì, anche più educata!» e qui Arya ebbe la decenza di lanciargli un’occhiataccia che lo fece sorridere e andare avanti: «Il problema, mia cara, è che stai sparendo. Lo vedo. Non voglio che questo cambiamento ti condizioni a vita. Quindi appoggio questa tua decisione, anche se … anche se ..» gli occhi di Bilbo erano lucidi e la voce aveva iniziato a tremare. Arya si chinò verso di lui commossa e gli posò un bacio sulla fronte sussurrando: «Grazie, o mio Capitano»
Bilbo sorrise e ricambiò il bacio abbracciandola.

Caso volle che Gandalf passasse di lì in quella stessa settimana. Non ci è dato sapere se fu davvero un caso fortuito o il volere dello Stregone a manifestarsi. Arya si sentiva leggermente meglio dopo ciò che lei e Bilbo si erano detti  ed era addirittura uscita un po’ in giro a passeggiare. Addirittura canticchiava a bassissima voce, l’eco di un’abitudine persa nei meandri del viaggio, quando il lusso di cantare non era più possibile da permettersi.
«Gandalf ..? Sei un’allucinazione?» gli chiese quando lo vide davanti al cancello di casa Baggins intento a farsi strada. Quello la guardò male prima di .. intenerirsi? «Quella che sembra un’allucinazione sei tu Arya! Ma Bilbo ti dà da mangiare? Ah, ne devo dire a quell’hobbit!»
Tre giorni dopo, Arya tornò nel suo mondo, le memorie dell’avventura appena vissuta impresse nell’anima.



 
   My age has never made me wise
But I keep pushing on and on and on and on ..

-Imagine Dragons; Nothing Left To Say




 
NdA:
Salve ragazza, sì, tu, ma proprio tu che leggi. Ammettilo che ti ha fatto schifo ;)
Prometto che i prossimi saranno migliori
.
Okay, faccio la seria. Lo so che dovrei continuare Winter Is Coming, ma io ... ecco, il mio cuore appartiene alla Compagnia di Thorin Oakenshield, non a quella dell'Anello. Mi spiego: non mi vengono altro che spin off e tutti incentrati sul periodo Lo Hobbit e non riesco ad andare avanti con quell'altra. Dato che ho notato un certo interessamento per la storia di Arya e che è perfettamente delineata nella mia mente manderò avanti questo progetto, per ora *parte Rains Of Castamere in sottofondo*
Essì. Prima finirò questa e dopo mi dedicherò all'altra che per ora sarà incompiuta. Non odiatemi, vi prego. Ma non voglio darvi le briciole di ciò che potrebbe essere con tanto scarto di distanza. Ergo, beccatevi questa.
BUON ANNO <3
Feniah *^*

PS
Per il momento sono sprovvista di Banner, ma Lil provvederà presto. NON E' VERO, ADEPTA?
   
 
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