Alla sera nella quale era corso in ospedale insieme a suo padre solo per sapere che sua madre non sarebbe più tornata.

Questa volta, però, era Andy ad essere in pericolo ed Ephram non sapeva proprio cos'avesse fatto se un'altra tragedia avrebbe colpito la loro famigli in così poco tempo.

-Andrà tutto bene. Andrà tutto bene.

Continuava a ripetersi come una litania incoraggiante mentre Nina concentrandosi sulla guida teneva a freno tutti i suoi timori e, di tanto in tanto, poggiava la mano sul ginocchio di Ephram sorridendole sicura.

Avere Nina lì con lui era davvero una benedizione.

Quando, finalmente, raggiunsero il Denver Hospital si precipitarono di corsa al Pronto Soccorso chiedendo di Andy Brown.

Nella tensione del momento ad Ephram sembrò strano catalogare il padre come paziente. Lui che in quel luogo aveva sempre avuto una veste ben più prestigiosa.

Un'infermiera cortese diede loro notizie utili.

Il signor Andy Brown era stato trasferito nel reparto ortopedia e traumatologia.

Ephram sembrò un po' rincuorato mentre Nina gli poggiava una mano sulla spalla e proseguiva con lui verso l'ascensore.

Qualche ammaccatura e, forse, qualche osso rotto erano certamente un male accettabile se paragonato alle terribili ipotesi che avevano attraversato la mente del ragazzo in quelle ore.

E già sapeva che la prima cosa che avrebbe fatto quando gli avrebbero permesso di vedere il padre sarebbe stato chiedergli scusa.

Perché nonostante gli attriti e le incomprensioni di quell'ultimo anno, Ephram aveva capito una cosa: voleva bene a suo padre.

E quella terribile sensazione di precarietà gli aveva fatto ricordare non solo gli scontri avuti con il genitore ma anche i momenti belli di quando era bambini: le sfide a flipper e i gelati e i giochi al luna park che avevano condiviso a Coney Island.

Certo le mancanze di suo padre erano difficili da digerire ma lui poteva dire di essersi comportato da figlio esemplare negli ultimi tempi?

Era in lotta con questi pensieri e con buoni propositi di cambiamento quando un dottore di mezz'età con le gote rosse e degli occhietti miopi ma rassicuranti li raggiunse.

"Tu sei Ephram, giusto? Il grande e pignolo Dottor Brown si è raccomandato perché venissi a rassicurarti!"

Ad Ephram, finalmente, venne da sorridere. A quanto pareva la fama precedeva sempre il padre e tutti al Denver Hospital avevano stima del rinomato neurochirurgo da quando aveva eseguito, con successo, un intervento mai tentato prima su un paziente in coma.

"Come sta mio padre, dottore?"

"Ha un lieve trauma cranico e una gamba ingessata ma, a parte questo e uno bello spavento, direi che sta abbastanza bene. Lo terremo in osservazione qualche giorno. Vai da lui...Sono sicuro che vederti gli farà dimenticare il dolore!"

E senza remore, dopo uno sguardo di approvazione da parte di Nina, Ephram raggiunse di corsa la stanza dov'era ricoverato il padre.