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Autore: Corvo_Nero    29/12/2014    2 recensioni
Nel silenzio della notte, la luna piena si rifletteva negli occhi spalancati e vitrei del corpo che galleggiava nelle acque del lago, la bocca socchiusa, un rivolo di sangue che usciva dalle labbra e dal naso, la tunica con una larga macchia brunastra e una freccia che usciva dal petto; solo i versi degli animali notturni rompevano quella quiete, e lentamente il corpo iniziava a affondare, cogli occhi sempre rivolti verso la luna, e con una mente ancora lucida che stava ripercorrendo gli eventi delle ultime ore…
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I due viaggiatori passarono una notte insonne. Syd era di guardia sul carro, con tutti i sensi all'erta, cercando di cogliere nell'oscurità altri segni di agguati provenienti da parte di animali feroci o creature da incubo; Alyss, invece, era avvolta in una coperta vicino al fuoco. Syd aveva suggerito di spostare il campo in uno spiazzo sull'altro lato della strada per avere maggiore visibilità sui dintorni; Alyss acconsentì senza proferir parola, ancora scossa da quello a cui aveva assistito: una bestia, con le vaghe sembianze di un cavallo, avvolto da una spettrale aura fosforescente, aveva aggredito Syd, il quale era riuscito a tenerle testa mostrando delle doti sovrumane; quella fiamma che evocò per distruggere il mostro, poi... “Magia, stregoneria!” pensò la giovane. Quando era piccola, il pastore del villaggio narrò del pericolo che gli stregoni rappresentavano per il mondo civile, così il neonato Vescovato scatenò la caccia contro i possessori di quelle arti malefiche: una persecuzione finalizzata alla salvezza delle anime innocenti, atta a non ripetere la catastrofe dell'Alba Rossa, come diceva sempre nei suoi sermoni. E ora viaggiava insieme a uno di loro, addirittura centenario, come egli stesso aveva affermato.
Ripartirono alle prime luci dell'alba, Syd a cassetta, Alyss sul carro, sempre avvolta nella coperta per ripararsi dalla brezza umida del mattino. Tenendo le redini con una mano, Syd rovistava nella sua borsa da sella recuperata dal suo vecchio cavallo, per riordinare ciò che restava del suo equipaggiamento. Nella sua mente rievocava la furiosa lotta contro l'essere stregato e la voce che sentì in seguito rafforzò i suoi sospetti su chi lo stava braccando.
“Dopo tutti questi anni sono tornate, artefici del mio destino e causa della mia triste esistenza”. Questo e mille altri pensieri si affollarono nella sua mente.
Osservando la lama scheggiata del suo pugnale d'argento, rifletté su numerosi eventi del suo passato: le innumerevoli battaglie, i lunghi viaggi, durante i quali osservò le sconsiderate follie dell'uomo per brama di potere e ricchezza. Rinfoderò il pugnale danneggiato, ripromettendosi di ripararlo appena tornato alla capitale e dopo aver risolto un altro problema, tastandosi il fianco mentre pensava a quella strana ferita che non riusciva a guarire.
Dalla tasca della sua tunica tirò fuori l'anello del Conte Sanders: lo aveva incuriosito subito non appena lo vide e fu per lui un richiamo irresistibile, come se fosse legato ad esso in qualche modo. Ancora una volta si chiese come mai quel nobile tenesse al dito un simile gioiello; era una strana gemma azzurra incastonata su un sottile anello d’oro bianco, che brillava alla luce dell'alba e mandava riflessi multicolore. Lo infilò all'indice sinistro, notando la semplice ma squisita fattura dell'oggetto, per poi rimetterlo nel taschino.
Era mattino inoltrato quando Alyss si sfilò la coperta e si sedette vicino a Syd per fissare con sguardo spento ed assonnato l'orizzonte e il paesaggio circostante; erano ormai a mezza giornata di viaggio dalla capitale e già si potevano vedere le prime fattorie e capanne di boscaioli e cacciatori. Syd rimaneva immobile, col capo coperto dal suo cappuccio e il volto inespressivo.
<< Sei riuscita a dormire un po'? >> chiese alla ragazza.  
<< Credo di sì, anche sono ancora scombussolata...>> Aveva la voce tremolante, poiché in realtà, anche durante il sonno, nella sua mente vorticarono ancora i recenti avvenimenti. Aveva mille domande a cui da sola non avrebbe mai trovato risposta, avrebbe voluto porle a quella persona di cui sapeva poco o nulla, ma le avrebbe risposto? E se lo avesse fatto, le avrebbe detto la verità? O avrebbe fatto solo la figura della ficcanaso? Dopotutto una volta arrivati a Eastar si sarebbero separati. Tuttavia, la curiosità era troppa: per anni era rimasta rinchiusa in un minuscolo angolo ai confini del mondo, e non aveva idea di cosa succedeva realmente oltre le mura del villaggio.
<< Sai... Non riesco a togliermi dalla mente ciò a cui ho assistito stanotte... >> Disse con un sussurro... “Ecco fatto” si disse, “male che vada non risponderà”. Si accorse appena di aver utilizzato un tono troppo amichevole con un uomo che conosceva da così poco tempo, anche se, considerati gli eventi della notte scorsa, in cui le aveva salvato la vita in maniera stupefacente, non lo reputava così grave. Attese per una reazione, una risposta di qualche tipo, poi riprese: << Quell'essere... quel mostro, perché ci ha attaccati? E soprattutto... come sei riuscito a batterlo? Una persona normale non potrebbe mai muoversi a quella velocità, con quella forza... e poi, quelle fiamme... Era magia quella, non è vero?? >>
Syd rimase impassibile di fronte a quella marea di domande; in fondo se l'aspettava. Sapeva che una volta che la situazione si fosse calmata avrebbe dovuto dare qualche chiarimento ma, per il bene di quella ragazza, meno sapeva meglio sarebbe stato. Con voce calma e scandendo bene le parole, senza distogliere lo sguardo dalla strada, stringendo le redini del cavallo, Syd rispose: << Mi dispiace di averti coinvolto in questa storia, onestamente non potevo prevedere che il mio passato tornasse a tormentarmi, proprio oggi e proprio in questi luoghi. Posso solo dirti che non ho sempre lavorato per il Vescovato, che in passato ho avuto modo di apprendere arti magiche nel corso dei miei viaggi, le quali tutto sommato si sono rivelate alquanto utili e che le persone per cui lavoro al momento sono a conoscenza di ciò che so fare. >> Mise una certa enfasi sull'ultima frase, quasi a sottolineare che la sua collaborazione con la casta religiosa, che da sempre reprimeva l'esistenza della magia, dipendesse proprio dalle sue innaturali capacità.
<> Questo argomento suscitò una certa curiosità nella ragazza; passato il pericolo, la sua gioviale tranquillità riprese lentamente a mostrarsi nel suo sguardo.
Syd soppesò attentamente i suoi pensieri e le parole da usare. << Per il semplice fatto che l'uomo, nella sua follia, ha pensato prima di tutto di usarla come un'arma>>
Dapprima ci fu un’espressione spaventata sul volto della ragazza, che si trasformò in curiosità.
<< Lo so, la prima domanda che uno si porrebbe, sentendo parlare di guerre e assassinii è: perché? >> E con un leggero sospiro iniziò a spiegarle: << Sicuramente i monaci viaggiatori saranno giunti molte volte nel tuo villaggio per diffondere gli editti vescovali, le notizie dai quattro angoli del regno, annunci reali e via dicendo; quindi immagino saprai già di quanto funesto e sanguinoso sia il passato di questo mondo. Dalla barbarie in cui versava l'uomo, ai tempi delle prime tribù ed insediamenti, sorsero i primi regni, divisi, deboli e aggressivi l'uno verso l'altro. Nacquero poi i Regni dell'Est e dell'Ovest: Eastar e Ebones, i quali, per spartirsi i territori pieni di risorse, le praterie lussureggianti e le ricche miniere, ma anche per motivi culturali e faide personali tra i vari nobili, mandarono al massacro migliaia di uomini e donne. Avidità, orgoglio, vanità e disprezzo per la vita, furono i semi da cui germogliarono orrori come guerre, saccheggi, carestie, malattie... e anche la stregoneria. Eastar e Ebones ricorsero all'uso di arti magiche, manufatti di potere e ogni altro genere di nefandezze sovrannaturali per assicurarsi il predominio nelle loro innumerevoli guerre. Dopo l'ultima grande guerra, dopo quella catastrofe che ne segnò la conclusione, parecchi anni fa, tutti i regni firmarono un armistizio e un accordo per il controllo e la repressione delle arti magiche >>
<< Intendi dire che quel mostro che ci ha attaccato potrebbe provenire da un regno ostile? Ma credevo che fossimo in pace finalmente da molti anni! >> Alyss si posò la mano sul petto dal timore e ansia in cui stava ricadendo, ma Syd cercò di rasserenarla: << Non esattamente: quel mostro è stato mandato per aggredire me; come ho detto, ho un passato lungo e tormentato. Ancora una volta mi rammarico per il tuo coinvolgimento; non è la tua battaglia questa, lo so bene >>.
Cercando di virare il discorso su altri e più innocui argomenti, Syd riprese la parola: << Dunque, una volta arrivati alla capitale, visto che le nostre strade si separeranno, che progetti avrai? Ti stabilirai lì e ti rifarai una vita? >>
Nella mente di Alyss tornarono a riaffiorare ben altri pensieri, più normali, più importanti: scoprire la verità sulla sua famiglia. << Prima di tutto dovrò rintracciare la mia madre adottiva, Anna; da anni dirige una società di mercanti alla capitale, fin da piccola pensai che i miei genitori avessero litigato, si fossero separati, che mio padre mi avesse portata via con sé per chissà quale screzio con mia madre, ma gli ultimi avvenimenti hanno reso dubbio ogni certezza... Ho bisogno... Ho bisogno di capire, di sapere>> Sospirando, lo disse più a se stessa che come replica alla domanda del suo compagno di viaggio.
Tentando di svuotare la mente dalla miriade di pensieri che la affollavano, la ragazza osservò il panorama che si ergeva davanti a loro: superata l'ultima collina videro la Capitale, Eastar, in tutto il suo splendore: contemplò le grandi torri di guardia, le solide mura in granito, il viale che portava a una delle varie entrate in pallido alabastro e marmo; oltre le alte mura si scorgevano le centinaia di case, casupole e, verso il centro della città, più ricchi palazzi, templi, chiese e monumenti di ogni tipo; al centro esatto svettava un alto obelisco squadrato, che partiva dal tetto di un enorme palazzo, sede del trono e dimora della famiglia reale; ogni editto, in partenza dalla capitale verso i quattro angoli del regno, recava la firma del re Georg VI, sovrano da cinquant'anni in una terra tormentata da frequenti guerre e schermaglie; la più lunga, la famosa guerra dei dieci anni contro l'ovest, costò migliaia di anime a entrambe le parti e ingenti risarcimenti di guerra alla fazione sconfitta. Si poteva facilmente immaginare che da tempo gli occidentali covassero propositi di vendetta.

__________
 
 
Oltrepassata l'arcata con la pesante grata di ferro sollevata per permettere il passaggio di carri e passanti, Syd diresse il cavallo verso una piccola piazza con una fontana al centro; c'era un gran viavai di contadini e artigiani, ognuno con ceste, carriole cariche di merci e pacchi di vario tipo che si incamminavano per una piccola viuzza in mezzo a alti palazzi; erano nei pressi, infatti, del quartiere commerciale e, a giudicare dalla ressa, doveva sicuramente essere giorno di mercato. Syd fermò il carro e si voltò verso la giovane, entrambi affaticati per il viaggio lungo e ben più difficoltoso del previsto; in special modo, il volto di Syd era pallido e madido di sudore, cosa che non sfuggì ad Alyss: << Hai una brutta cera, avresti dovuto lasciarmi condurre un po' il carro e riposarti, stanotte non hai chiuso occhio...>>
Syd non diede peso alle sue parole, prese la sua sacca da sella portandosela in spalla e si apprestò a scendere dal carro: << Beh, gli accordi erano di portarti a destinazione, ti auguro pace e fortuna, ragazza >>, disse con un leggero inchino. Alyss non rispose, non sorrise; le dispiaceva dover distaccarsi da un uomo appena conosciuto ma per cui già provava assoluta fiducia, però che poteva fare per indurlo a fermarsi? Rimase immobile e muta in quella situazione, come in quella simile giornata che cambiò profondamente la sua vita: stava per subire un altro distacco, un'altra persona che si allontanava dalla sua vita, pur essendoci rimasta per poco, molto poco tempo.
Si obbligò a dire qualcosa, qualsiasi cosa per prolungare quell'istante: << Ma tu dove andrai ora? Resterai qui a Eastar?>>
Il ragazzo si voltò appena. <> “Uno in particolare. E non vedo l'ora di incontrarlo”, pensò. Era infuriato con Conrad per essere stato spedito in una missione che si era rivelata molto più pericolosa del previsto, in cui è stato costretto a usare le sue arti magiche, contro un nemico sconosciuto, dopo aver subito una ferita che non riusciva a guarire. Gli doveva molte spiegazioni, ma mascherò abilmente la sua furia mentre continuava a rivolgersi alla sua compagna di quel viaggio ormai concluso. <> Syd non riuscì a terminare la frase che la vista gli si appannò di colpo, tentò di aggrapparsi al carro ma mancò la presa e si accasciò al suolo. Alyss trattenne un verso di terrore e si affrettò a soccorrerlo, quando l'occhio le cadde su una macchia brunastra sulla tunica, intrisa del sangue della ferita all'addome.
Cercando di mantenere la calma, Alyss usò uno straccio per fare pressione sulla ferita. Aveva appreso alcuni rudimenti dagli abitanti di RavenMoon, che si trovavano spesso a curare ferite simili, causate da incidenti di caccia. Urlando a squarciagola attirò l'attenzione di alcuni passanti che la aiutarono a rimettere Syd sul carro, non senza interrogare la giovane su cosa fosse successo al ferito che manteneva a stento conoscenza.
Alyss cercava di rassicurarlo ma non aveva la minima idea di cosa fare ora. Chiese ai passanti dove trovare un cerusico nelle vicinanze ma Syd le strinse il polso con forza, malgrado le sue condizioni, tirandola a sé le sussurrò qualcosa; infine Alyss prontamente domandò indicazioni per raggiungere la Grande Cattedrale nel quartiere religioso.
  
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