La stavo stringendo tra le mie braccia, quando sentii che allentò la presa e la sua testa si posò delicatamente sulla mia spalla. Le sue gambe si fecero molli e mi preoccupai molto.
“Astrid…?” la chiamai sorreggendola. Niente risposta: aveva perso i sensi nuovamente. La portai in casa sua e la stesi sul letto. Accesi il camino per riscaldarci e mi misi a dormire accanto a lei.
“Buona notte vita mia.” Sussurrai posandole un bacio sulla fronte. Dopodiché mi concessi al sonno.
Aprii gli occhi e mi girai verso Astrid e notai che durante la notte si era svegliata. Come l’ho capito? Aveva cambiato posizione da quando l’avevo messa io nel letto. I suoi lunghi capelli biondi scendevano lungo le spalle e una mano stringeva la mia. In quel momento si mosse ed aprì gli occhi cristallini. Si voltò verso di me senza lasciare la mia mano.
“Buongiorno amor mio…” sussurrò lei.
“Buongiorno fonte di vita.” Le risposi. Oh, quanto l’amavo. Lei sorrise e mi posò un dolce bacio sulle labbra.
“Oggi che si fa?” mi chiese.
“Mmm… non so. La mia ragione di vita cosa vuole fare?” domandai scostandole delicatamente il ciuffo che le oscurava l’occhio meraviglioso.
“La tua ragione di vita vuole fare un bel volo su Sdentato.” Propose.
“Astrid… non vorrei privarti della sensazione di libertà che ti dona il volo ma… tu non ci vedi e non vorrei ti capitassero altre disgrazie…” risposi.
“Hic… vedrai che non succederà nulla.” Mi rassicurò. L’indecisione mi pervase: da un lato volevo renderla felice, vederla gioiosa è ciò che appaga di più, ma dall’altro il fidanzato premuroso che c’è in me non vuole far del male ad una rarità del genere.
“E va bene. Ma solo perché ti amo e voglio renderti la donna più felice dell’universo.” Dissi. Lei sorrise e prese il mio capo tra le mani e mi baciò.
“Ti amo.” Mi sussurrò quando ci staccammo. Si alzò e, con passo abbastanza sicuro, si incamminò verso la seda dove erano posizionati i suoi vestiti.
“Astrid è… è tutto a posto?” chiesi vedendola rattristire.
“Sì è che… Tempestosa… comincio ad essere seriamente preoccupata…” mi rivelò. Mi alzai dal letto e mi diressi verso di lei, poi la presi per i fianchi e la tirai a me.
“Oggi faremo un volo con tutti i cavalieri ed andremo alla ricerca del tuo drago. Va bene?” domandai carezzandole la guancia. Deglutì ed annuì. Scrissi in un foglietto la comunicazione di trovarci tutti all’accademia e lo mandai tramite la posta volante a mio cugino, che avrebbe poi fatto passaparola a tutti i Cavalieri dei draghi. In poco ci ritrovammo tutti all’Arena.
“Ragazzi, oggi faremo un volo per cercare il drago di Astrid. Ormai sono sei mesi che non fa ritorno ed Astrid è molto preoccupata.” Annunciai. Tutti annuirono e, senza dire una parola, salirono sui loro draghi e spiccammo il volo. Sorvolammo il mare del Nord. L’aria era gelida ed avevo molta paura per Astrid.
“Ehi Astrid… tutto bene qui dietro?” domandai.
“Sì Hic, per ora nulla di strano.” Mi rispose. Tirai un sospiro di sollievo: se c’era una cosa che proprio non sopportavo era vedere Astrid soffrire. Le carezzai dolcemente la mano che era poggiata sulla mia spalla e nel momento in cui stavo per darle un bacio, la mia attenzione si rivolse altrove.
“Che c’è Hiccup?” mi domandò Astrid, resasi conto di un mio repentino irrigidimento.
“Ho sentito delle voci. Ragazzi! Fermatevi qui e controllateci dall’alto. Se vi renderete conto che abbiamo bisogno d’aiuto non esitate ad intervenire. Intesi?” ordinai.
“Affermativo Capo!” disse Testa di Tufo. Io, Astrid e Sdentato ci dirigemmo verso le voci da me sentite e ci trovammo davanti una grande nave.
“Cosa…?” sussurrai io, cercando di capire meglio le parole.
“Hic…. Hic dobbiamo nasconderci! Sospesi in aria ci troveranno!” mi consigliò Astrid.
“Sì, hai ragione.”. Trovai una piccola grotta vicina alla nave, grotta nella quale le voci giungevano a noi più chiare.
“S-sono c-cacciatori di draghi…” balbettò Astrid. La guardai ed annui sconsolato.
“Drago Blu che?! Lavorano per questa persona? Devo dirlo a mio padre.” Dissi sconcertato. Mi alzai e mi diressi da Sdentato, seguito da Astrid. Salimmo e spiccammo il volo verso gli altri Cavalieri.
“Allora Capo Hiccup?” domandò ironicamente mio cugino.
“Non c’è assolutamente niente da scherzare, Moccicoso.” Sentenziai chiaro e severo. “Sono cacciatori di draghi che lavorano per un certo… Drago Blu qualcosa, non abbiamo capito bene.”
“Dobbiamo dirlo a zio Stoick, allora.” Ribadì Moccicoso.
“Mocciolo tu chiami Capo Stoick… zio?” chiese Testa di Tufo ridendo.
“Perché no scusami, Testa di yak? Se è mio zio è mio zio.”
“Sembri un poppante!!” lo derise Testa di Tufo.
“Basta ragazzi per favore!!” urlai. “E’ una cosa seria lo volete capire?! Forza, voliamo a Berk e non voglio sentire un solo “ma”! ammonii innervosito.
“Ma…” balbettò Tufo per mettere alla prova la mia pazienza. Mi girai verso di lui e con sguardo glaciale lo zittii all’istante.
Il viaggio per Berk filò liscio, ero stato molto chiaro con i ragazzi. Così chiaro che quasi incutevo paura. Ma ero teso, molto testo: qualcosa di mi diceva che sarebbe successa una catastrofe.
ANGOLO AUTORE
Bella a tutti ragazzi!! Eccomi qui ad aggiornare la mia FF. E’ un capitolo più corto rispetto agli altri. In realtà un po’ molto più corto (lunga vita alla grammatica italiana) rispetto agli altri. Non pensate che mi sia venuto un vuoto immenso e la fantasia se ne sia andata a fare un viaggio per l’ultimo dell’anno. No. Volevo solo lasciare un po’ di suspense. Ah giusto: ho colto l’occasione per augurarvi un felice 2015 e di passare una bella serata e notte.
Un bacione e recensite numerosissimi.
Astrid