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Autore: Strawbana    31/12/2014    1 recensioni
Una what if incentrata su una fantasia che mi è venuta in mente ascoltando la canzone No More di Hatsune Miku.
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Dopo una serie di spiacevoli eventi, il quattordicenne Kageyama Reiji si rifiuta di uscire di casa e di vedere anche i suoi stessi parenti. L'unica persona di cui accetta la presenza è Cassandra Andrei, una sua compagna di scuola di origini italiane che lavora part time nel negozio che consegna mensilmente delle provviste a casa del ragazzo. Lentamente, la giovane riesce a far uscire Kageyama dal suo guscio, convincendolo a riprendere la normale routine quotidiana. In seguito i due ragazzi si troveranno insieme ad affrontare il crudele trattamento che adolescenti giapponesi riservano a coloro che ritengono diversi. Fra pregiudizi, bullismo e sofferenza i due ragazzi riusciranno a trovare la strada per un futuro felice?
Bana part~
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kageyama Reiji, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Cassandra guardò sorpresa l’amico.

-Vuoi venire con me…?

Kageyama abbassò lo sguardo ed annuì timidamente. La ragazza si morse le labbra, combattuta.

-Dovrei chiedere a chi mi ospita se è possibile... E poi Okinawa è lontana, sei davvero sicuro di voler allontanarti così tanto da casa tua?

Il ragazzo continuò a fissare il pavimento: erano passati quasi dieci anni dal suo ultimo viaggio fuori porta, la sua casa era l'unico posto che considerava davvero sicuro in quella città, ma solo perché era l'unico luogo in cui era certo di non incontrare persone sgradevoli come i suoi compagni di scuola, vicini pettegoli, professori invadenti e debitori arrabbiati. Okinawa era davvero lontana da quel suo posto sicuro, ma allo stesso modo era lontana da tutto ciò che Reiji voleva evitare, le probabilità di incontrare qualcuno che conoscesse lì erano pochissime. E poi avrebbe avuto Cassandra vicina ventiquattro ore su ventiquattro, se fosse stato in difficoltà la sua amica sarebbe subito corsa in suo aiuto. Per il castano il gioco valeva la candela.

-Io... Io sono convinto di riuscire a farcela. È solo una settimana e se riesco a fare questo potrò fare qualsiasi cosa!

Andrei sospirò, non essendo molto convinta della cosa.

-Ci saranno anche i miei amici lì, dovrai provare a legare almeno un po' con loro. Te la senti?

Kageyama annuì ancora, ormai deciso su cosa fare, e la castana sospirò nuovamente.

-Va bene, vedrò cosa è possibile fare. Ma tu dovrai dirlo ai tuoi nonni, no?

Il ragazzo si irrigidì: non aveva tenuto conto dell'opinione dei suoi parenti, potevano dirgli di no. Ma Reiji si scrollò, ritrovando la sua decisione, li avrebbe convinti ad ogni costo.

 

Fischiettando tranquillamente, Cassandra svolgeva come ogni pomeriggio le mansioni che le erano state affidate dal proprietario del mini-market. Stava giusto lavando il pavimento quando il suo cellulare squillò. La ragazza prese il telefono e guardò il nome comparso sul display: “Kageyama Reiji”. Appurato che fosse una cosa importante la castana si girò verso il suo superiore, facendo cenno al cellulare.

-Capo, è una cosa importante, posso fare una piccola pausa?

L’uomo fece cenno di sì e Cassandra rispose.

-Kageyama, dimmi!

-A-Andrei, ecco… Ehm…

La giovane si incuriosì: il suo amico sembrava un po’ ansioso.

-Qualcosa non va?

-Beh… Ho parlato con i miei nonni del viaggio e…

-Ti hanno detto di no?

-No, non mi hanno detto niente in realtà…

-Mh, che intendi?
-Vogliono conoscerti prima di dirmi sì o no…

Cassandra sorrise inconsciamente.

-Tutto qui? Per me va benissimo! Quando dovrei incontrarli?
-Oggi…

-Dopo il lavoro a casa tua?

-Sì...

-Come al solito allora, nessun problema!

La castana sentì il suo amico fare un verso contrariato prima di avere una risposta vera e propria.

-A dopo allora...

Il ragazzo chiuse la chiamata e Cassandra poté tornare al suo lavoro.

 

Kageyama sedeva sul divano con le braccia e le gambe incrociate e picchiettava velocemente le dita sul suo braccio. Era nervosissimo, ma non poteva mostrarlo apertamente davanti ai suoi nonni, quindi stava facendo l’impossibile per contenersi. Era la prima volta che presentava un amico ai suoi parenti e per di più questo suo “amico” non solo era una ragazza, ma era anche la ragazza per cui provava qualcosa. Se avesse potuto avrebbe camminato nervosamente per tutta la casa, ma la presenza dei suoi nonni lo frenava e la cosa lo stava uccidendo. Come a completare quel quadretto pieno di stress si aggiungeva il fatto che Cassandra era in ritardo e il castano non sapeva se chiamarla al telefono, rischiando di far avvertire la sua agitazione ai nonni, oppure stringere i denti e sperare di non esplodere. Dopo un’altra manciata di minuti si sentì suonare al campanello ed il ragazzo scattò in piedi come una molla e andò subito ad aprire.

-Sei in ritardo.

Cassandra ridacchiò, cercando di ignorare il fatto che il padrone di casa la stesse fulminando con lo sguardo.

-Scusami, è che mi sembrava scortese presentarmi a mani vuote, così mi sono fermata in una pasticceria a prendere qualcosa!

Reiji sospirò e si spostò, permettendo alla castana di entrare. Lei si diresse subito in cucina dove i due anziani stavano bevendo un tè in attesa dell’arrivo dell’ospite. Appena la ragazza comparve sulla soglia, la coppia le sorrise e la nonna di Kageyama fu la prima a rivolgerle la parola.

-Oh, benvenuta cara. Quindi tu saresti la ragazza di cui ci ha parlato nostro nipote?

La giovane fece subito un inchino formale per salutarli.

-Piacere di conoscervi signori, il mio nome è Cassandra Andrei.

Il sorriso della donna si allargò, piacevolmente sorpresa dalle buone maniere della ragazza.

-Il piacere è nostro Andrei. Reiji ci aveva accennato il fatto che eri una gaikokujin, ma non lo sembri per niente. Parli il giapponese in maniera perfetta.

Cassandra si rialzò, sorridendo a sua volta.

-Abito qui da quando ho tre anni, sapere la lingua è il minimo! Ah, ho pensato che fosse scortese presentarmi a mani vuote, così ho portato dei dolcetti.

Dopo qualche minuto si ritrovarono tutti e quattro seduti al tavolo a chiacchierare. Kageyama rimaneva teso come una corda di violino: temeva che la ragazza non piacesse abbastanza ai parenti e che questi ultimi gli proibissero non solo di andare in viaggio con lei, ma anche di vederla ancora. Ma, nonostante le paure del castano, sua nonna sembrava andare d’accordo con Cassandra, infatti chiacchierò per diversi minuti con la ragazza sul perché la sua famiglia si trovasse lì in Giappone, sul lavoro dei suoi genitori, sulla sua rendita scolastica e sui suoi interessi prima di passare al sodo e chiedere del viaggio.

-Reiji non ci ha detto molto su questa settimana, solo che dovreste passare una settimana ad Okinawa…

Cassandra annuì, senza perdere il sorriso.

-Sì, in poche parole in questo consiste il viaggio. Si tratta di una piccola rimpatriata con alcuni miei amici delle elementari, staremo insieme per una settimana e niente di più!

La donna annuì tranquilla.

-Capisco. In questo caso però Reiji non sarebbe un po’ di troppo?

-Oh no, non si preoccupi per questo! Sono più che felice di far conoscere Kageyama ai miei amici e poi sono convinta che uscire un po’ di casa gli faccia bene, non trovate anche voi?

I volti dei due anziani si tesero per un momento: sì, pensavano che uscire di casa facesse bene a loro nipote e quella sembrava una situazione irripetibile, in fondo era stato il ragazzo stesso che aveva chiesto loro di partire per quel viaggio.

-Sì, anche noi pensiamo che gioverebbe alla sua salute, però vorrei chiederti qualche informazione in più se non ti dispiace. Per prima cosa non sarete da soli, vero? Ci sarà un adulto a controllarvi, no?

-Certamente! Saremo ospiti da una mia amica, suo padre è il direttore di un hotel e ci mette un paio di camere a disposizione, saremo sotto la sua supervisione.

-Ottimo, ottimo, così sarà anche più facile avere un recapito telefonico. Dimmi, qual è il nome dell’hotel?

Cassandra sussultò un attimo, poi arrossì appena, decisamente imbarazzata.

-È il Ritz-Carlton Hotel…

I due anziani e il loro nipote rimasero a bocca aperta: si trattava di una catena di hotel di lusso, la camera più economica superava spesso i cinquantamila yen. La donna fu la prima a riprendersi dallo shock e a riprendere la sua aria sorridente.

-Il padre della tua amica è il direttore di un hotel così lussuoso? Non è certo una cosa molto comune, sarebbe un vero peccato far perdere a Reiji un’occasione simile.

Kageyama si mise a guardare sua nonna con gli occhi che brillavano, aspettando di ricevere il suo consenso per terminare la discussione. L’anziana guardò suo nipote, ancora incerta: rimaneva un problema da risolvere prima di dare il via libera.

-Bisogna ancora vedere per l’aereo però, non sappiamo se ci sono ancora dei posti disponibili…

-A quello avevo già pensato io, ho parlato con l’agenzia con cui mi sono organizzata e sul mio volo ci sono ancora alcuni posti disponibili! Se mi date subito una risposta posso passare lì prima della chiusura e fare il biglietto anche per Kageyama!

La donna rimase nuovamente sorpresa, sempre in maniera positiva: quella ragazza aveva pensato proprio a tutto, si vedeva che in fondo voleva intraprendere quel viaggio insieme a Reiji.

-Allora nonna, posso?

L’anziana spostò lo sguardo su suo nipote: per quanto tentasse di trattenersi si poteva ben intuire quanto fosse impaziente di ricevere una risposta.

-Beh, ormai è tutto sistemato, ho capito che ti sto affidando a persone per bene e responsabili. Ti do il permesso, ma ad una sola condizione…

-Quale?

-Alla fine della pausa estiva vorrei che tu provassi a tornare a scuola.

Kageyama rimase come pietrificato: tornare alla Raimon significava affrontare non solo le malelingue e i bulli che lo tormentavano, ma anche Daisuke e la squadra di calcio. Il solo pensiero gli riportava alla mente troppi brutti ricordi. Il ragazzo chiuse gli occhi per un momento, facendo un respiro profondo per calmarsi e cercare di non esitare troppo prima di dare una risposta.

-Ok, ci proverò.

Il castano continuò a ripetersi che se riusciva ad affrontare quel viaggio poteva anche affrontare la sua scuola e cercava di farsi coraggio al pensiero che Cassandra sarebbe stata solo in qualche classe più in là rispetto alla sua, pronta ad aiutarlo in caso di bisogno.

-Allora va bene, hai il permesso di partire.

Gli occhi del giovane si illuminarono di una luce tutta nuova mentre si alzava ed invitava la sua ospite a seguirlo in modo da poterle consegnare i documenti necessari alla prenotazione di un biglietto aereo. Quando i due ragazzi furono usciti dalla stanza l’anziana donna sospirò sollevata. Suo marito però rimase un po’ corrucciato.

-Qualcosa non va caro?

-Siamo davvero sicuri che questa sia la cosa migliore per Reiji? Insomma, non ci ha ancora detto perché tutto d’un colpo non è più voluto uscire di casa.

-È vero, ma sono convinta che si sia aperto un po’ con quella ragazza. Sembrano parecchio uniti, ed in fondo lei è la prima amica che ci presenta da… Da una vita in verità. Lasciamo che lo aiuti lei, sembra in gamba e si vede che gli vuole bene. Fra giovani si capiscono di più!

L’uomo sospirò, ancora un po’ preoccupato.

-Spero davvero che possa aiutarlo…

-Cerchiamo di avere fiducia nel nostro piccolo Reiji. È combattivo come sua madre in fondo, se la caverà…

La donna sorrise e bevve un ultimo sorso di te, ripensando alla sua defunta figlia. Per quanto fisicamente Kageyama somigliasse terribilmente al padre, l’anziana aveva sempre pensato che per carattere il nipote somigliasse molto più alla madre e quel pensiero riusciva sempre a rasserenarla: sua figlia continuava a vivere non solo nei ricordi dei suoi cari, ma anche in alcuni atteggiamenti di suo figlio.

 

Gaikokujin = parola usata dai giapponesi per indicare le persone straniere. Letteralmente significa “persona da una terra esterna”

 

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Angolino rotondo

C’è voluta la neve a Taranto per farmi aggiornare, la neve.  Non so se avete presente Taranto, ma la mia è una città così marinara che non ci basta un mare, ne abbiamo due. Comunque parliamo della fic: questo è un altro capitolo di transizione, sta per iniziare una parte interessante che darà una bella svolta alla storia quindi preparatevi. Ma tanto per la prossima volta che aggiornerò ve ne sarete già dimenticati.  O forse no, visto che il numero delle persone che mi minaccia di morte se non aggiorno è aumentato potrei aggiornare più in fretta! Ho detto potrei, non prometto niente.

Auguri a tutti ragazzi, passate un buon capodanno ed iniziate il 2015 con stile!

A presto,

 

-Lau ° 3 °

   
 
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