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Autore: TheSandPrincess    01/01/2015    0 recensioni
Adesso sono seduta in spiaggia, a guardare il mare, e il sole che ci si tuffa dentro.
Ti direi che è un tramonto bellissimo, e che vorrei tu potessi vederlo, ma sarebbe una bugia.
Questo tramonto non è bello.
Questo tramonto è rosso, come il sangue che gli dei ci stanno chiedendo di versare, come il sangue che io non voglio veder scorrere.
Questo tramonto è rosso, e mi fa paura, perché ho quindici anni e non voglio morire.

[raccolta | OC | missing moments]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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#1. Canzone ~
Una voce dopo l'altra









 






Il Williamsburg bridge è troppo grande, e loro troppo pochi.
Cahaya se ne rende conto non appena vi mette piede sopra. E per quanto le intenzioni di Percy siano sicuramente state delle migliori, non può fare a meno di pensare che il suo piano potrebbe non funzionare.
Cerca lo sguardo di Michael Yew, ma non lo trova. Lui è troppo impegnato a dare disposizioni, a organizzare quel loro piccolo schieramento, per poter prestare attenzione ai dubbi che ognuno di loro ha dipinti sul volto.
Cahaya segue in silenzio, come tutti gli altri, le istruzioni del capo della casa di Apollo, e come tutti gli altri si limita ad aspettare.
Aspetta che arrivino i Titani. Aspetta che si tratti di combattere, aspetta che arrivi il momento in cui tutto sarà deciso. Aspetta di morire, Cahaya, ed è piuttosto sicura che gli altri stiano facendo lo stesso.
Stavolta non le manca l'aria, non le riesce difficile respirare, e quasi se ne stupisce. Ha soltanto un vuoto dentro, di quelli che non promettono niente di buono, e l'espressione scura. Si chiede quando sia stata l'ultima volta che ha riso, e non riesce a ricordarlo.
«Cahaya»
A strapparla dai suoi pensieri è Michael che, pur senza abbandonare la sua postazione, si è girato verso di lei, con un misto di speranza e disperazione negli occhi.
Lei alza lo sguardo per incontrare quello del ragazzino, sconfitta.
Forse è per questo che non le manca l'aria. È come se avesse già perso, come se fosse già morta, e i morti non respirano.
«Cahaya, cantaci una canzone»
La richiesta è così assurda che, per un attimo, neanche riesce a capirla.
Quando il suo cervello riesce a tradurre i suoni che ha appena sentito in parole, e a collegarle ad un concetto, tutto quello che riesce a dire è «Huh?»
«Cantaci una canzone»
Stavolta la voce è diversa, e Cahaya deve voltare la testa per individuarne il proprietario.
Si tratta di Will Solace, alto, solare, bello. È il sogno di tante ragazze, ma non il suo. Non il suo, perché nel suo cuore c'è sempre stato spazio solo per Lee.
«Sì, cantaci una canzone»
Un'altra voce ancora, seguita da sussurri di approvazione.
Una canzone. Perché vogliono una canzone?
«Per favore, Cahaya»
È di nuovo Michael a parlare. È di nuovo lui a guardarla con quel misto di speranza e disperazione che rispecchia perfettamente quello che sta provando in questo momento.
Senza sapere se sia davvero una buona idea, annuisce.
Michael tenta un sorriso, ma lei già non lo vede più.
Fa un respiro profondo, cercando di riempire d'aria quel vuoto che ha dentro.
Inspira. Espira.
Che canzone, però?
Inspira. Espira.
Qualcosa che la faccia sentire bene.
Inspira. Espira.
Qualcosa che colmi quel vuoto.
Inspira.
«I've paid my dues»
Le prime note le vengono facili, come se la sua voce non stesse aspettando altro.
Non sa se sia stata una buona scelta, ma è la prima cosa che le è venuta in mente.
«Time after time»
È una canzone che conoscono tutti, una canzone che parla di una vittoria sudata, una vittoria che vale più di tutte le altre. Una vittoria come quella per cui tutti loro stanno lottando.
«I've done my sentence, but committed no crime»
Sente la propria voce che si perde nella calma surreale di quella New York addormentata, e spera che raggiunga anche gli altri semidei, stazionati su altri ponti, e che dica loro che c'è ancora la possibilità di vincere. C'è ancora la possibilità di uscirne vivi.
È una speranza vana e infantile, quella di Cahaya, ma le dà forza.
«And bad mistakes, I've made a few»
Qualcuno sta cantando con lei, adesso.
Si volta, e vede Hannah, piccola, bionda, timida, che la guarda insicura, come se avesse paura di aver commesso un errore.
Ma Cahaya le sorride, incoraggiandola, e le tende una mano.
Hannah la afferra, e la sua voce si fa più coraggiosa.
«I've had my share of sand kicked in my face, but I've come through»
Si aggiungono altre voci, tutte diverse, tutte belle, tutte utili.
Cahaya sente la forza di quelle parole propagarsi attorno a sé, allontanarsi come un messaggero invisibile.
Stavolta, è sicura che gli altri semidei, stazionati su altri ponti, li abbiano sentiti.




























Yaw.
Anno nuovo, capitolo nuovo!
*silenzio*
*si rende conto della squallidità di ciò che ha detto e ci stende sopra un velo pietoso*

Dicevamo, ecco il terzo capitolo della raccolta! Stavolta non siamo più al Campo, ma sul Williamsburg Bridge, che durante la Battaglia di Manhattan è appunto compito dei figli di Apollo proteggere.
Per quanto riguarda la scelta della canzone, è We Are the Champions dei Queen, che penso abbiano riconosciuto tutti, e il motivo per cui l'ho scelta è che a mio parere rappresenta perfettamente la condizione dei semidei, costretti a vivere come fuggiaschi nonostante non abbiano fatto nulla di male ("I've done my sentence, but committed no crime").
Le voci "utili" sono invece un riferimento al capitolo precedente, in cui Cahaya dubitava della propria utilità sul campo di battaglia.
Sappiamo inoltre qualcosina in più sul rapporto con Lee, e lo so, lo so che le relazioni tra semidei con lo stesso genitore divino sono malviste, ma amen. Quando ho pensato la storia, connettere Cahaya e Lee mi è venuto quasi naturale, e quando poi mi sono resa conto che erano entrambi figli di Apollo non ce l'ho fatta a sconvolgere tutto. Ormai per me la storia era scritta. Era così.
Spero comunque che la cosa non vi dia troppo fastidio, considerato che, pur essendo un elemento ricorrente, il rapporto con Lee non è certo il fulcro della raccolta. Anzi.
Adesso però, siccome potrei iniziare a sproloquiare, mi dileguo, con tanti auguri di buon anno a tutti :D

-TheSandPrincess-
  
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