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Autore: Scarl_Bloom 94    03/01/2015    1 recensioni
Una bambina viene trovata a Bosco Atro da Legolas e da suo padre Thranduil. Le viene dato il nome di Lùthien e successivamente portata a Reame Boscoso. Lùthien cresce insieme al figlio del sovrano e col tempo il loro legame si rafforzerà. Quello che ha sempre visto come un fratello maggiore si rivelerà essere qualcosa di più.
Nessuno però conosce la sua vera identità. Passo dopo passo tutti i segreti verranno svelati.
In questa Fan Fiction ripercorreremo i fatti narrati ne "Lo Hobbit" e ne "Il Signore degli Anelli", dal punto di vista degli Elfi.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Light into Darkness'
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Capitolo 10 - L’unica verità che si può trovare, è la verità su se stessi.
 


 
 
Erano in viaggio da giorni.  Ma entrambi non avevano ancora fatto i conti con i sentimenti che provavano l’un l’altro. Legolas sapeva la verità, sapeva che Lùthièn non l’aveva mai abbandonato e che era stata tutta opera di suo padre. E dal canto suo la ragazza conosceva i sentimenti che l’Elfo nutriva nei suoi confronti. Ella però ignorava il fatto che Legolas non avesse nessuna colpa sui fatti successi anni prima, quando Re Thranduil la spedì da Sire Elrond.  Entrambi si amavano, ma preferivano tenerlo nascosto. Forse per orgoglio, o forse perché ancora non si erano resi conto di quanto forte e speciale fosse il loro amore.
Un amore sopravvissuto secoli.
 
<< Lùthien! >> urlava il Principe Legolas << ma dove ti sei cacciata? >>
 
La cercò dappertutto, ma solo quando alzò il capo verso il cielo, si accorse che la ragazza se ne stava in cima a un albero, intenta a guardare qualcosa. Subito l’Elfo prese a salire sul tronco per raggiungerla.
 
<< Finalmente >>  disse appena le fu vicino.
 
Lùthien ebbe un leggero sussulto non appena si accorse che Legolas le stava accanto. Lo guardò per un secondo, come se si fosse persa in quei suoi occhi color cielo.
 
<< Devi per forza starmi così vicino?  >> Chiese con tono sprezzante.
 
<< Oh…perdonami >> disse subito l’Elfo mortificato   << credevo fossimo compagni di viaggio. >>
 
<< Ascoltami bene >> iniziò a dire la ragazza << ho acconsentito di farti venire con me perché tu hai insistito >> continuò imperterrita << e anche perché forse avrò bisogno di te per salvare i miei amici. Però questo non significa che se mi allontano per cinque minuti tu devi subito venire a cercarmi. Hai capito,Elfo? >>
 
Legolas deglutì appena Lùthien volse a termine il suo discorso. Quella ragazza era inavvicinabile, non sapeva come fare per poterle stare accanto per almeno cinque minuti senza che lei andasse in escandescenza.  Decise di allontanarsi di qualche centimetro per accontentarla.
 
<< Cosa stavi guardando? >> Le chiese dopo poco.  <<  Sempre se posso saperlo. >>
 
La ragazza sbuffò. << Stiamo inseguendo un branco di Orchi, o no? Sto cercando di concentrarmi per capire dove si stanno dirigendo. >>
 
<<  Mi sorprendi ogni giorno sempre di più >> le disse sorpreso. La guardò incantato << come fai? >>
 
<< Gandalf mi ha insegnato le arti magiche.  Tutto quello che so lo devo a lui. >>
 
L’Elfo sorrise << non mi riferivo a questo. >>
 
Lùthien si voltò lentamente verso di lui, sorpresa dalle sue parole. << E a cosa? >>
 
<< Come fai ad essere…così meravigliosa? >> le disse infine.
 
Per un attimo la ragazza parve sciogliersi. Ma subito si ricordò di tutto quello che Legolas le aveva fatto passare e ritornò fredda e scontrosa come sempre. Diede un colpo sul braccio all’Elfo e si alzò.
 
<< Andiamo >> gli disse << se indugiamo ancora rischiamo di perderli. >>
 
Legolas non poté far altro che seguirla. Sospirò profondamente e alzò d’impulso gli occhi al cielo.  Lei lo odiava ancora, ne era sicuro. E il suo odio gli faceva male, tanto male. Doveva far qualcosa, doveva dirle tutta la verità. Forse non l’avrebbe creduta,ma all’Elfo non importava.  E poi a preoccuparlo si aggiungeva anche la questione dell’Orco che voleva rapirla. Perché? Si chiedeva in continuazione. Perché quell’Orco voleva portarla dal suo padrone?  Abbandonò i suoi pensieri per correre dietro alla ragazza. Doveva sbrigarsi oppure l’avrebbe persa di nuovo. La cosa che più gli dava fastidio era che proseguiva da sola per la sua strada, senza nemmeno preoccuparsi se lui vi fosse o meno. Quella sua freddezza lo stava facendo impazzire.
Ma Lùthien stava impazzendo, forse, anche più dell’Elfo. Alcune volte non riusciva a staccare lo sguardo dal Principe. Era bello. Ogni suo particolare la incantava, e lei ne era meravigliata. Nessuno aveva mai attirato così tanto la sua attenzione. E poi quel suo sguardo di ghiaccio…guardare i suoi occhi le faceva male. Perché quegli occhi un tempo non erano così, non erano freddi e distaccati come il ghiaccio. Gli occhi di Legolas erano gentili, caldi e pieni d’amore. Quel suo sguardo blu intenso oramai non era che un ricordo. Stava diventando, a poco a poco, sempre più simile a suo padre.  E forse, era proprio ciò che Sire Thranduil aveva cercato di fare : farlo crescere a sua immagine e somiglianza. Lùthien odiava Re Thranduil, lo disprezzava con tutta se stessa. E a quel punto si era resa conto che per anni aveva odiato la persona sbagliata. Aveva concentrato tutta la sua ira e la sua rabbia su Legolas, senza pensare mai al Re. Solo ora capiva, il colpevole non era che suo padre, non Legolas. E anche se il Principe aveva acconsentito a farla mandare via, non aveva fatto altro che stare al volere di suo padre, del suo Re.  Legolas probabilmente non avrebbe potuto fare nulla per ostacolarlo.
“ Si ma…se è vero che gli stavo a cuore…non avrebbe acconsentito di mandarmi via” , si diceva la ragazza tra sé e sé.
Più ci pensava e più credeva di impazzire. Sire Thranduil le aveva detto che Legolas la amava…ma Lùthien si rifiutava di credere alle sue parole.  Non poteva amarla. Era impossibile.
 
Al calar del sole, Legolas pensò bene di cercare della legna per accendere il fuoco. Lui non avrebbe avuto problemi a viaggiare anche di notte ma Lùthien non era un Elfo, e aveva bisogno di riposare.
Non appena Legolas le accese il fuoco, la ragazza si sedette per riscaldarsi.  L’aria era cambiata. E anche se non lo dava a vedere, aveva molto freddo. L’Elfo si mise a guardarla e notò che la luce del fuoco faceva brillare i suoi capelli. In quel momento sentì il desiderio di allungare una mano per accarezzarglieli, ma qualcosa gli disse che era meglio starsene al proprio posto. Non voleva fare qualcosa di sbagliato.
 
<< A cosa stai pensando? >> decise di chiederle << sembri così…assente. >>
 
<< A…a…niente, va tutto bene >> rispose lei imbarazzata.
 
 Legolas non si arrese. Si alzò e andò a sedersi accanto alla ragazza. Non era più il ragazzino timido di una volta. Era cresciuto oramai, e di certo non si sarebbe arreso davanti all’indifferenza di Lùthien. Stare vicino a lei lo rendeva strano. Provava delle cose che non sapeva nemmeno lui stesso spiegare.  Sorrise quando si rese conto che la ragazza aveva iniziato a sfregare nervosamente le sue mani.  Si avvicinò ancora un po’, fino a quando non fu abbastanza vicino al suo orecchio.
 
<<  Sei…ancora più bella di quanto ricordassi, lo sai? >> le sussurrò.
 
<< Smettila >> disse prontamente la ragazza, senza riuscir però a nascondere il suo imbarazzo << io…non voglio che mi stai così vicino. >>
 
Lùthien fece per alzarsi, ma subito Legolas le afferrò la mano. << No…io devo dirti delle cose. Ti prego, non scappare via, e soprattutto…ti supplico di restare zitta e ascoltarmi. >>
 
Lei si arrese e si rimise a sedere. Era riuscito a farla tacere solo con il suo sguardo.  E i battiti del cuore della ragazza accelerarono a dismisura…
 
<< Quando…tu te ne sei andata da Reame Boscoso…mio padre mi disse che era stata una tua scelta. Io non volevo crederci. Tu…mi avevi abbandonato e così…iniziai a odiarti. O meglio, ho provato a odiarti.  Solo in seguito…ho scoperto che…mio padre aveva mentito a entrambi. Ti aveva detto che io ero d’accordo nel farti andare via. L’aveva fatto per…divederci…perché temeva che… >>
 
 La ragazza lo interruppe. << Allora è…stato tuo padre? Ci ha ingannato entrambi? >> domandò sconvolta.
 
Legolas annuì << sì, è stata tutta opera sua. >> >>
 
<< E’ un essere spregevole >> continuò Lùthien sprezzante.
 
<< Lo so. Di solito un padre non rovina la vita al proprio figlio, ma lui dice di averlo fatto per me, per il mio bene. >>
 
<< Per…il tuo bene? Non capisco. >>
 
L’Elfo sorrise e alzò una mano per accarezzarle il viso. << Ricordi…quella volta in cui tu cadesti nel fiume ed io ti portai in salvo? >>
 
Lùthien annuì leggermente. Il suo cuore iniziò a battere ancora più forte. E aveva anche iniziato a tremare, ma non per il freddo. Tremava perché c’era Legolas accanto a sé che le accarezzava dolcemente il viso.
 
<< Io non capivo cosa mi stesse succedendo. Provavo per te un sentimento molto forte. E in quell’occasione…ti ho dato un bacio. >>
 
La ragazza ricordava quell’episodio come se fosse accaduto ieri. Le mancava l’aria solo al pensiero delle labbra di Legolas sulle sue. Senza accorgersene spostò lo sguardo proprio sulla bocca dell’Elfo, e quest’ultimo sorrise per la sorpresa. I cuori di entrambi sembravano scoppiare dal desiderio che avevano di baciarsi. Questa volta però si trattava di un bacio vero, e non di un leggero sfiorar di labbra.
Proprio in quel preciso istante, quando i loro visi erano vicini, Lùthien sentì un forte calore alla testa. Si accasciò a terra, mentre si teneva il capo con le mani. Urlava dal dolore e Legolas non sapeva cosa fare per aiutarla.
 
<< Lasciami in pace! >> urlava la ragazza come se fosse impazzita.
 
Nella sua testa sentiva di nuovo quella voce. Quella voce che la chiamava, che la desiderava. 
 
<< Tinùviel. Ti sto aspettando. >>
 
Legolas la avvolse nel suo abbraccio, nell’intento di placare il male che sentiva. L’Elfo si rese conto che forse, il mal’essere di Lùthien fosse legato a qualcos’altro.  Qualcosa di malvagio. Suo padre, Thranduil, lo sapeva bene. Per questo la temeva e aveva preferito sbarazzarsene.
La vicinanza dell’Elfo riuscì a calmare la povera ragazza. Piano piano il dolore alla testa passò del tutto e lei si abbandonò completamente tra le braccia di Legolas.
 
<< Va tutto bene. Tranquilla, scopriremo chi è che ti vuole. >>
 
<< Mi…chiama…Tinùviel.  Io sono Lùthien, non capisco >> rispose la ragazza parlando a fatica.
 
L’Elfo sospirò << Non capisco neanche io.  Tu ora non ci pensare, riposa. Troveremo un modo… >>
 
<< Sai una cosa? >> continuò Lùthien mentre chiudeva gli occhi << quando…tu mi abbracci…il dolore scompare. Tu sai perché? >>
 
<< No….non lo so. Ora dormi….domani dovremo proseguire. >>
 
Lùthien non disse più nulla. Si era addormentata tra le braccia del suo Elfo. E da parte sua Legolas era felice di poterla tenere accanto a sé, tra le sue braccia. Quel momento gli ricordava quando da ragazzini si erano avventurati a Bosco Atro. E proprio come allora, si erano dovuti accampare. Gli sembrava come se avesse davanti quella ragazzina di un tempo. Dolce e timida, ma allo stesso tempo coraggiosa e caparbia. Forse l’indomani sarebbe tornata distante e indifferente, ma quella sera poteva almeno guardarla dormire beatamente, stretta a sé.
 
Il giorno seguente quando Lùthien riaprì gli occhi, non vide Legolas accanto a sé. Sorrise d’impulso, ricordando di aver dormito tra le sue braccia. Subito dopo si alzò e si mise un attimo a riflettere su dove possa essere finito l’Elfo. Proprio in quel momento sentì delle  mani intorno alla sua vita.  Si voltò di scatto, alzando il braccio con l’intento di sferrare un pugno. Prontamente Legolas bloccò la sua mano con la propria.
 
<< Legolas!  Sei … sei tu! >> esclamò sorpresa << perdonami…non … >>
 
 L’Elfo la stizzì immediatamente. << Shh. Non è successo niente, tranquilla. >>
 
Lei si rilassò ma subito si rese conto di avere le sue mani addosso. Legolas le sorrideva senza staccarle gli occhi di sopra per nemmeno un attimo. Lùthien non sapeva cosa dire. Ora che anche lei sapeva la verità, tutto l’odio era di colpo scomparso. Quell’odio insensato e inesistente non c’era più a ostacolarli.
 
<<  Tempo fa….mio padre mi aveva promesso a  una principessa di razza Elfica >> le disse d’improvviso << dovevamo sposarci, ma al momento di dire si…io non ci sono riuscito. Le ho detto che non potevo. >>
 
Lùthien deglutì e abbassò lo sguardo. Quella vicinanza le faceva perdere tutte le forze in suo possesso. Non capiva perché Legolas le stava raccontando quell’episodio.   Il solo pensiero di saperlo sposato ad un’altra le faceva contorcere lo stomaco.
 
<< E perché…non potevi? >> si decise a domandare.
 
Lui sorrise ancora una volta. << Perché in quel momento, quando avrei dovuto dire “ sì, lo voglio” mi sei venuta in mente tu. >>
 
Lùthien si sentì morire per l’immensa gioia che provava in quel momento.  Aveva ragione Re Thranduil, Legolas la amava.  Sorrise col cuore che sembrava volesse scoppiare dalla felicità.
 Un rumore quasi percettibile interruppe i due.
Legolas mollò Lùthien e si girò di scatto verso la direzione in cui aveva sentito provenire il rumore. La ragazza portò subito la mano ad afferrare l’arco.
D’improvviso spuntarono una dozzina di Orchi. Legolas li affrontò con la propria spada, mentre Lùthien sferrava frecce contro quei mostri.  Era troppo concentrata a coprire le spalle a Legolas per occuparsi delle proprio. E così un Orco la prese da dietro. Il mostro riuscì nell’intento di farle cadere l’arco a terra e nel frattempo avvolse il suo collo con le sue viscide mani.
 
<< Tinùviel…il mio padrone ti attende. E’ inutile che cerchi di resistere, lui ti vuole…e ti avrà. >>
 
<< Lasciami! Mmm..ostro! >> cercava di dire la ragazza, ma l’aria cominciava a esaurirsi.
 
<< Tu non sai chi sei….se vieni con me, lo saprai. >>
 
Lùthien stava per perdere totalmente i sensi, ma capiva cosa le stava dicendo quel mostro. Lui sapeva la sua vera identità. Avrebbe potuto rispondere alle sue domande. Nessuno era riuscito a darle una risposta prima di allora, su cosa fosse realmente. E ora….aveva la verità a un passo da lei.
In una frazione di secondi si ritrovò a terra, mentre l’Orco cadeva all’indietro con la lama di una spada conficcata nel petto. Legolas l’aveva salvata, di nuovo.
 
<< Lùthien! Stai bene? Non ti ha fatto del male, vero? >>
 
L’Elfo aiutò la ragazza a mettersi in piedi. Respirava affannosamente ma non aveva alcuna intenzione di mettersi a riposare.
 
<< Dove sono gli altri mostri? >> chiese.
 
<< Li ho messi in fuga. …cosa ti ha detto quello? >>
 
<< Niente. Seguiamoli! >>
 
La ragazza si mise a correre inseguita da Legolas. Quest’ultimo cercava di chiamarla, di dirle di fermarsi per recuperare le energie.  Lùthien però sembrava non sentirlo. Solo quando l’Elfo  si parò davanti, allora dovette guardarlo negli occhi.
 
<< Io…devo scoprire chi sono! Quell’Orco sapeva la mia vera identità. E se li seguo…magari scoprirò qualcosa in più >> fu costretta a rivelargli. <<  Lasciami proseguire, ti prego. >>
 
Legolas non sapeva cosa fare. Di sicuro non l’avrebbe lasciata proseguire da sola. << Quel branco di Orchi sta andando a Pontelagolungo. >>
 
<< Bene, andremo lì >> disse la ragazza raggiante.
 
Lùthien fece per mettersi di nuovo in marcia ma Legolas non aveva finito di parlare.
 
<< Noi due…abbiamo un discorso in sospeso >> le ricordò.
 
Lei sospirò.  In cuor suo sapeva che gli avrebbe soltanto fatto altro male.
 
<< E’ tutto chiarito, Legolas. Non è stata colpa tua, ma di tuo padre >> rispose calma. <<  Non abbiamo nient’altro da aggiungere sulla faccenda. >>
 
Sapeva che l’Elfo sarebbe rimasto deluso dalle sue parole.  Non poteva dirgli che lo amava. Almeno fino a quando non avrebbe saputo la sua vera identità.
 
 
 
 
 
Spazio *autrice*
 
I’m Back!!
 
Nooooon ci credo nemmeno iooo! Cioè, ho aperto il computer….ho avviato Word e … Legolas ha avuto il sopravvento su di meeee :D
Mi scuso per l’ ENORME ritardo ^^
E spero che questo nuovo capitolo vi piaccia :)
 
A presto
Bye
Scarl

 
   
 
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