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Autore: Mew_vale    03/01/2015    4 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 22.

 

 

Massimiliano

Sono svegliato dalla porta che sbatte; Chi diavolo c’era nella mia stanza? Non è un buon risveglio visto che sento la lingua impastata, la testa come un macigno e lo stomaco sotto sopra. Faticosamente poso i piedi a terra e mi domando, cos’ho combinato ieri sera? I miei ricordi si limitano all’incontro con Isabella.

 Ti ho baciato perché ero confusa. Ed ero confusa perché… Perché pesavo e penso a un altro.

La mia espressione si tinge di tristezza. Lei ha conosciuto un altro, uno che ama più di quanto ha amato me visto che lo ha scelto a me!

Poi l’incontro, anzi lo scontro, con Diego Mendoza e la sua falsa preoccupazione.

In seguito ho visto un appartamento, e sono entrato in discoteca con Jimmy, e del dopo ho fatto tabula rasa. Quel che è certo, è che ho passato la notte con una donna visto l’inconfondibile profumo e la porta che sbatte alle 05.30 di mattina.

Riesco a raggiungere il divano su cui sprofondo nuovamente e trovo sul tavolino un biglietto accanto al mio cellulare.

E’ stato bello consolare il tuo povero cuore infranto! Penso che, quando leggerai queste righe, non ti ricorderai di quanto successo stanotte e di ciò che ti ho detto. Se ti interessa arrivare all’Ecomoda preparato a ciò che ti aspetta da oggi in poi, vieni a fare colazione alle 07.15 al Cafè Charme.

Purtroppo me la devo svignare e rientrare dalla finestra prima che mio padre si svegli e si accorga che ho passato la notte fuori! Un bacio.

P.S.- Ti ho memorizzato il mio numero nella rubrica.

Giulia Valencia.

Giulia Valencia? Ma stiamo scherzando? Dio, cos’ho combinato!

 

Patrizia

Sono seduta sullo scendiletto e lo guardo dormire in quello che fino a pochi giorni fa era il suo letto, nella sua stanza da letto che fino ai suoi 12 anni è stata piena di modellini di macchinine, per poi passare a un arredamento più neutrale in legno chiaro, e che lui ha personalmente arredato nuovamente una volta tornato dagli States, scegliendo parenti blu e mobili minimal, il necessario: un letto a due piazze, due comodini con lampade, un armadio, una scrivania una sedia da ufficio e una poltrona. Gli passo una mano tra i capelli scuri, ammirando i lineamenti così simili a quelli di suo padre. Penso a quanto sia cresciuto! Posso ricordare il momento in cui scoprii che stava crescendo dentro la mia pancia. Mi sentii terrorizzata! Un paio di anni prima, avevo raccontato a Daniele la bugia di essere incinta e mi trattò come la peggiore delle donne. Con che coraggio potevo andare da lui a dirgli che ero incinta? Certo è, che quella volta lui sapeva essere vero e che il padre era lui. E da lì il matrimonio. Questo matrimonio scoppiato, pieno di casini e di bugie. Bugie che sono state svelate, e spero di riuscire a godermi ancora qualche anno come moglie di Daniele Valencia, come una moglie vera!

David emette un gemito, prima di stiracchiarsi e sbadigliare.

“Ti ho svegliato?” Gli domando dolcemente.

“Mamma, che ci fai a casa mia?”

“Sei tu che non sei nella tua nuova casa!” A questa mia affermazione, David si guarda intorno.

“Devo essermi addormentato. Giulio e Giulia erano chiusi a parlare, così mi sono steso aspettando che finissero per salutarli, e devo aver preso sonno. Ho il cellulare scarico, che ore sono?”

“Sono le sei. Ieri sera dormivi così profondamente che non me la sono sentita di svegliarti, ti ho tolto le scarpe, la cravatta e ti ho coperto.”

“Oddio, Camilla! Dovevo vedermi con lei ieri sera!” Afferma, colpendosi la fronte.

“Vedrai che capirà quando le dirai che ti sei addormentato qui.”

“Mi darà per disperso! Vado a casa, così mi cambio e carico un po’ il cellulare prima di andare all’Ecomoda.” Dice, mentre s’infila le scarpe.

“Non bevi neanche un caffè?”

“Sì, un caffè lo bevo! Giulio e Giulia?”

“Dormono ancora!”

“Buongiorno figliolo.” Lo saluta Daniele, quando c’incontriamo in corridoio. Daniele è già vestito.

“Ma stai già uscendo?” Gli domanda il nostro figlio maggiore.

“Sì, ho un incontro a colazione dall’altra parte della città. Ci vediamo più tardi all’Ecomoda. Patrizia, potrei parlarti un secondo?”

“Certo. Ciao tesoro di mamma!”

“Ciao mamma, ciao papà.”

Insieme a mio marito mi dirigo verso la porta, e mi domando cosa debba dirmi. Lo accompagno alla macchina che è già stata messa dall’autista fuori dal garage, e devo dire che la brezza mattutina è fredda, soprattutto se sei ancora in vestaglia.

“Dimmi Daniele.”
“Patrizia, vorrei che chiedessi ai ragazzi di andare a farsi un giro questa sera, vorrei che cenassimo da soli tu ed io! C’è qualcosa di cui vorrei parlarti.”
“Brutte notizie Daniele? Con l’aria che tira ultimamente!”

“No, non sono brutte notizie, non ti angustiare.”

“Va bene Daniele, allora mi faccio mandare la cena dal Le Noir, dal Copernico o dal Bonterra che a te piace tanto?”

“Da nessuno dei posti che hai elencato. Patrizia, mi manca la tua cucina.”

“Io cucino in questa casa da venti cinque anni, cioè da quando ho frequentato la scuola di cucina per mogli annoiate!” Gli rispondo, come una sorta di frecciatina.

“Lo so perfettamente Patrizia, e so perfettamente che io ho sì e no assaggiato ciò che hai cucinato in tanti anni. Ma ti ho promesso che le cose sarebbero cambiate, e quello che ti dirò questa sera, sarà il primo passo.”
“Va bene Danielino, e preferisci carne, pesce o piatto unico?”

“Vada per il piatto unico. In cambio potrei chiederti di evitare frecciatine che riguardino il mio comportamento degli ultimi anni? So bene quello che ho fatto, e soprattutto quello che non ho fatto!”

“Va bene Daniele, eviterò!”

“Patrizia, mi sto impegnando davvero.” Mi dice, accarezzandomi una guancia. Il suo sguardo mi trafigge l’anima e la fredda brezza delle sei della mattina, mi ci vuole per far sbollire le mie guance!

“Lo vedo Daniele.”

“Sarò a casa per le diciannove. Ci vediamo più tardi all’Ecomoda?”

“Dimentichi che io non ho azioni in quella società, per tanto non mi è mai stato concesso di partecipare alle anteprime delle collezioni né ad altre riunioni!”

“Da oggi potrai, e se Armando avrà qualcosa da ridire vorrà dire che ci litigherò, non sarebbe una novità! E poi Giulio è senza patente, qualcuno dovrà pur accompagnarlo. Tu sei mia moglie, e hai il diritto che ha Beatrice Pinzon Solano di partecipare all’evento di oggi!”

Ma Betty e Armando si sono sposati in regime di comunione dei beni perciò le azioni di Armando sono anche di Betty, penso tra me e me.

“Ok Daniele, ci sarò. Sai perfettamente che me ne sono sempre infischiata delle opinioni di Armando e di quello sgorbio!”

“Ecco la Patrizia che mi ha sempre attirato. Ci vediamo dopo.”

“A dopo Dan…” Cerco di dire, ma lui interrompe la mia frase lambendo il mio labbro superiore con le sue di labbra. Poi mi accarezza una guancia, sale in auto e l’autista chiude la portiera, lasciandomi lì immobilizzata.

“A dopo Daniele.” Dico, a non si sa esattamente chi visto che lui non può più sentirmi. Rientro a casa esultando.

“Grazie signore, per aver reso possibile il miracolo!”

 

Betty

“Buongiorno amore mio!” Dico ad Armando, entrando in cucina. Lui è già vestito di tutto punto.

“Buongiorno dottoressa mostro, ecco il caffè.”

“La riunione e la presentazione sono alle 11, e tu sei già inamidato e profumato alle sette di mattina?”

“Non volevi parlare con i nostri figli, calamite di guai, prima?”

“Va bene, allora andremo in azienda un po’ prima dell’ora prevista!”

Io mi siedo a tavola, e addento una brioches. Pesando che oggi incontrerò Mario Calderon, mi verrebbe voglia di snobbare la riunione.

“Stai pensando di ignorare la riunione, vero?” Mi legge nel pensiero mio marito.

“Sì, un pensierino lo sto facendo!”

“Amore mio… dovrai vederlo oggi e poi basta fino al lancio.”

“E poi verrà il giorno in cui accidentalmente lo incontrerò mentre uscite insieme! Calderon non sta rientrando solo in azienda ma anche nella mia vita.”

“Nella mia vita, solo nella mia. Io ti giuro che mi guarderò bene per tenerlo a distanza da te, e non sarai costretta a sopportarlo! Questo mi sembra un buon compromesso, ma sai che se non vuoi che io lo veda ancora, non lo farò amore mio.”

“No Armando, abbiamo già affrontato quest’argomento e sai come la penso. Non sono il tipo di donna che tiene il marito al guinzaglio e gli fa fare tutto ciò che vuole o non vuole, e questo lo sai. Ma odio a morte Mario Calderon!”

“Io spero che almeno quei due pescivendoli di Giulio e David, evitino di picchiarsi anche oggi!”

 

David

La prima cosa che faccio una volta entrato in casa, è attaccare il mio smartphone alla presa. Sullo schermo compare l’immagine della batteria, e di fianco lampeggia un triangolo giallo con un punto esclamativo. E’ proprio a secco! La seconda cosa che faccio è infilarmi sotto la doccia, pensando a qualcosa per farmi perdonare da Camilla! La mia è stata una buca clamorosa, questa doveva essere la prima notte a casa sua. Chissà cosa avrà pensato ogni volta che scattava la segreteria telefonica! Uscito dalla doccia, mi avvolgo in vita un asciugamano e controllo il cellulare ansioso di poterlo accendere ma mi accorgo che la carica si riduce ad una strisciolina rossa. Poco dopo sento bussare alla porta della mia stanza e fa capolino Michael.

“Ma dove diavolo eri finito?” Mi rimprovera.

“Mi sono addormentato a casa! Immagino che Camilla abbia mobilitato l’esercito!”

“L’esercito e la polizia, la guardia costiera, l’FBI, e persino l’INTERPOL! Ma dai, mica siamo arrivati a questo punto… Avevi il telefono scarico?” Annuisco.

“La vostra serata com’è andata?”

“Bene direi! Ero ansioso di comunicarti una decisione che ho preso. Ho decido di raccontare tutto!  A mamma, papà… a tutti! Farò outing!”

Mi rivela, mentre io strabuzzo gli occhi.

“Come mai hai presto questa decisione importante proprio ora?”

“Questa notte ho conosciuto un tipo, Santiago Selvador!”
“Lo conosco, ma non è quel tizio che ha tutte quelle discoteche e che erediterà l’industria vinicola più proficua dell’America Latina?” Annuisce.

“E’ un bravissimo ragazzo, una persona squisita. Ha offerto da bere a me, Ugo e Camilla, poi lei è andata vie ed è rimasto con me e con Ugo. Finché non sen’è andato anche lui, e sono rimasto con Santiago finché non ha chiuso il club. Abbiamo parlato fino a perdere la voce!”

“In pratica sei appena tornato a casa?”

“Un’ora fa!”

“E lo sai che tra cinque ore devi sfilare?”

“E il caffè e il makeup cosa li anno inventati a fare, secondo te?”

“Io dicevo per il bene di tutti noi comuni mortali, già Ugo non può più vedere nostra sorella neanche in fotografia, non immagino cosa accadrà quando gli dirai che vuoi salire in passerella con quella faccia!”

“Sarà troppo preso dal racconto della mia notte con Santiago e dalla mia notizia!”

“Ed è successo qualcosa tra di voi?”

“Nada de nada! Ma ti devo dire che mi sono sentito così bene… Solo quando sono in posti così mi sento me stesso! E sono stanco di questo, io voglio essere me stesso anche all’Ecomoda, al supermercato, alle numerose feste a cui partecipiamo! Io voglio fare qualcosa per me stesso. Volevo farlo già un paio di settimane fa se ben ricordi, ma con quello che stava succedendo tra mamma e papà, poi fra te e Giulio ho preferito rimandare.”

“Fai bene. E’ ora che tu viva come credi!” Lo incoraggio, dandogli una pacca sulla spalla.

“Temo la reazione di papà!”

“Papà… Di sicuro non reagirà come avrebbe reagito fino a poco tempo fa, hai fatto bene ad aspettare! Io comunque eviterei oggi. Mamma mi ha detto che papà le ha proposto una cenetta casareccia per comunicarle importanti decisioni!” Gli dico, come se raccontassi una storia leggendaria.

“Papà? Una cenetta casalinga? Chi ha telefonato a un’esorcista?”

“Dai, non eri tu quello che sperava in un fondo di umanità in papà?”

“Di cosa pensi che le vorrà parlare?”

“Di sicuro, non di divorzio! O non avrebbe messo su tutto questo ambaradam, ti pare?”

 

Massimiliano

Non posso essere stato così cretino da andare a letto con un’azionista dell’azienda per cui lavoro! Il taxi mi lascia di  fronte ad un palazzo, dove percorro una galleria con lussuose boutique prima di raggiungere la fine, dove si trova il cafè in questione. Vedo Giulia dalla vetrina, seduta a un tavolo. Entro e mi siedo di fronte a lei a testa bassa, senza emettere un suono.

“Ehilà, come mi senti? Mi domanda, fresca come una rosa.

“Confuso, molto confuso.”

“Bhe, sono qui per aiutarti.”

“Giulia, prima di ogni altra cosa devo farle una domanda… Noi questa notte…?” Le domando, lanciandole uno sguardo eloquente.

“Per chi mi hai preso? Per mia nonna, a quanto pare visto che continui a darmi del lei!”

“Lei è un’azionista dell’Ecomoda.”

“Singolare, tu se l’unico che mi tratta come tale.”

“Che vuoi dire?”

“Non ti sei accorto come mi trattano all’Ecomoda, a cominciare dal bene odiato presidente?”

“Io sto sempre alla reception.”

“Allora te lo spiego io, per esempio citerò l’episodio di ieri. Ho domandato a Isabella di andare a prendermi un caffè, e lei lo ha fatto mentre io mi stavo avviando in atelier. Quando sono arrivata lì, c’erano Ugo, Camilla, Lorenzo e Dego pronti con dei fucili a canne mozze puntati verso di me, che mi domandavano dove fossi finita! Io ho dovuto raccontare che ero con te alla reception, ti ricordi quando mi hai detto che saresti andato con Isabella a vedere una casa?”

Io annuisco. Non capisco perché debba parlare di Isabella, e dove voglia andare a parare!

“Quando ho detto questa frase davanti a Diego, è diventato nero in volto ed è scattato come una molla, dicendo che doveva andare da Isabella a firmare degli assegni. E il bello non è ancora venuto, perché poi ho dovuto litigare con Diego per Isabella. Io stavo protestando contro la tua… bella, diciamo, perché non mi aveva portato il caffè e Diego si è prodigato per difenderla, non ti dico in che modo!”

“Prima cosa, non provare più a trattare come la tua servetta Isabella! Punto secondo, lei è bella. Non ha bisogno di gonfiarsi le labbra come canotti e di giare con un seno finto, ma è bella!”

“Bada a come parli! E poi stanotte mi sembrava apprezzassi i miei canotti! E il mio seno è tutto naturale! Ho detto che non abbiamo fatto l’amore, non ho detto che non ci siamo sfiorati!”

Mi rivela, maliziosamente. Io abbasso la testa e sfioro la mia fronte con i polpastrelli. In che guaio mi sono cacciato?

“Ok, i Mendoza non ti rispettano come loro socia. Non capisco questo cosa centri con la notte che abbiamo passato, e con ciò che mi aspetta all’Ecomoda!”

“Sei proprio duro di comprendonio. Ma ripeterlo, come ho fatto questa notte, non mi costa nulla. DiegoArmando Mendoza è l’uomo che ti ha soffiato la tua bella Isabella!”

Mi rivela, con espressione fiera di chi ha raggiungo il suo scopo.  Diego Mendoza? Inizialmente la mia mente scarta questa possibilità.

“Diego Mendoza?” Mi domando, incredulo, distogliendo lo sguardo da Giulia, mentre la mia mente inizia a ricordare.

 

IO: “Dottor Mendoza! Bel posto!”

LUI: “Salve.”

LUI: “Salve Isabella.”

ISABELLA: “Salve dottore.”

[…]

IO: “Isabella dov’è?”

LUI: “E’ andata via con il suo amante!”

[…]

LUI: “Lei cosa ci fa qui? Perché ha lasciato la reception scoperta?”

IO: “Ho chiesto a Freddy si sostituirmi per pochi istanti dottor Mendoza, non è scoperta.”

LUI: “E posso sapere come mai aveva urgenza di venire qui?”

IO: “Dovrei parlare un momento con la signorina Isabella. E Freddy mi ha dato questa busta per il dottor Cèsar Mora.”

BERTA: “Dalla a me. Isabella è dal dottor Valencia!”

LUI: “Ma bene, nessuno mi ha avvisato che lei e Freddy vi sete scambiati i ruoli!”

IO: “Mi scusi dottore, si tratta solo di pochi istanti, di un piccolo favore che ci facciamo, non mi sembra niente di grave.”

DAVID: “Cosa sta succedendo?”

LUI: “Succede che il signore, crede di possedere il diritto e la libertà di disobbedire ai miei ordini e di controbattere di fronte alle affermazioni del presidente!”

LEI: “Dottore, io sono certa che non era sua intenzione. Non è vero Massimiliano?”

IO: “Mi perdoni dottor Mendoza, non intendevo scavalcare i suoi ordini, cercavo solo di giustificarmi.”

[…]

ARMANDO: “Sta succedendo qualcosa? Posso sapere come mai Freddy è ancora alla reception? Non avevate assunto un receptionist?”

LUI: “Certo papà, è il signore qui presente. Che si è preso la libertà non solo di abbandonare il suo luogo di lavoro, ma si farsi carico del lavoro di Freddy di fattorino e, non contento, stava ribattendo ai miei ordini!”

ARMANDO: “Lei è per caso un azionista dell’azienda, o il presidente?” 

IO: “No signore.”

ARMANDO: “Quindi con che libertà controbatte agli ordini che le sono impartiti dai dirigenti?”

ANNAMARIA: “Dottor Armando, permetta che le spieghi. Massimiliano si è assentato solo due minuti per dire una cosa a Isabella, la sua ragazza. Non ha risposto indietro al dottor Diego secondo me, ma cercava solo di giustificarsi.”

ARMANDO: “Non m’importa un fico secco se cercava la sua fidanzata! Poteva aspettare l’ora di pranzo per parlarle!”

BETTY: “Fermi tutti, calmiamoci. Massimiliano lei dica ciò che deve dire alla sua fidanzata e poi torni di sotto, per cortesia!” Sentenzia mia madre.

IO: “Grazie signora.”

LUI: “Isabella, ha fatto quella telefonata?” 

ISABELLA: “Sì dottore, l’avvocato ci aspetta per le tredici di fronte all’Ecomoda.”

ARMANDO: “Avvocato? E’ successo qualcosa?” 

BETTY: “Cos’hai fatto alla mano?”

LUI: “Bhe, possiamo anche raccontarvelo, prima che la notizia si diffonda. Ieri Isabella, con dei suoi amici, ha partecipato alla festa al golf club. Purtroppo è successa una cosa sgradevolissima! L’avvocato Bruno Diaz, ha… non è stato troppo carino con Isabella. Per fortuna sono intervenuto io che passavo di lì e ho potuto evitare il peggio! Per pranzo abbiamo appuntamento con il cugino di Isabella, l’avvocato Leon Carissi, che è anche socio in affari dell’avvocato Diaz. Io intendo licenziare l’avvocato Diaz ovviamente, oltre che mettere al corrente dell’accaduto l’avvocato Carissi e assumerlo!”

IO: “Ti ha fatto del male?”

LEI: “No, hai sentito il dottor Diego. E’ intervenuto e ha evitato il peggio.”

BETTY: “Gli hai spaccato la faccia quindi?”

LUI: “Cos’avrei dovuto fare quando ho visto quello che ho visto?”

ARMANDO: “Mi sembra il minimo! Io come minimo lo farei marcire in galera, quel maiale! Lei si sente bene Isabella?”

LEI: “Sì dottor Mendoza, non si preoccupi. Anzi non vi preoccupate!”

LUI: “Non è successo niente di gravissimo, per fortuna. Ma non può di certo continuare a lavorare per noi! Primo perché non lo voglio, e secondo per rispetto verso una nostra dipendente!”

DAVID: “Io sono perfettamente d’accordo con te Diego. Conti su di noi Isabella!”

IO: “Io vorrei accompagnarvi all’appuntamento con l’avvocato!”

LUI: “A che titolo?”

IO: “Mi scusi?”

LUI: “Io pranzo con l’avvocato Carissi per assumerlo come legale dell’azienda e Isabella mi accompagna, visto che si tratta di suo cugino. Chiuso! Detto questo, intende continuare a disubbidirmi?”

IO: “No dottore.”.

LUI: “Bene, quindi dica quello che deve dire a Isabella e poi torni al suo posto di lavoro!”

IO: “Mi scusi dottore.”

[…]

IO: “Ma che aveva quel tiranno? Mi ha trattato come un criminale!”

LEI: “Faceva solo il suo dovere, tu hai disubbidito al capo dell’azienda!”

IO: “Stai dalla sua parte? Quello mi ha preso in antipatia dal primo istante!”

LEI: “Sei salito e hai discusso con il presidente per dirmi di quanto ti stia antipatico, o devi dirmi dell’altro?”

IO: “Ehi piccola, tutto bene? Volevo sapere che avevi visto la rosa!”

LEI: “Sì, l’ho vista.”

IO: “Frena l’entusiasmo!”

LEI: “Massimiliano, tu ed io dovremmo confrontarci chiaramente!”

IO: “Hai ragione, credo dovremmo definire il nostro rapporto e i progetti futuri! Sono venuto per invitarti a pranzo, ma hai da fare con despota! A cena?”

LEI: “A cena non posso!”

IO: “Ah no? Cosa devi fare?”

LEI: “Potremmo bere qualcosa quando usciamo di qui, ma per le venti e trenta devo essere a casa.”

IO: “Posso sapere perché tanto mistero?”
LEI: “Allora, accetti o rimandiamo?”

IO: “Accetto. Ci vediamo qui fuori quando stacchi allora?”

LEI: “Va bene. Ciao, a dopo.”

[…]

IO: “Non hai detto niente della rosa…”

LEI: “Sei stato molto carino, ti ringrazio…”

IO: “Sembra quasi che ci sia un ma!”

IO:  “C’è, non è vero?”

LEI: “Massi… Io non so neanche che parole usare…”

IO: “Tu non vuoi tornare con me.”

LEI: “Mi dispiace… “

IO: “E-e quel bacio di qualche giorno fa? Perché? Mi merito una spiegazione, non pensi?”

LEI: “Sì, te la meriti ma non so da dove cominciare…”

IO: “Dall’inizio direi! E sarebbe un buon inizio se mi spiegassi perché mi hai baciato se non vuoi più tornare insieme!”

LEI: “Ok… Ti ho baciato perché ero confusa. Ed ero confusa perché… Perché pesavo e penso a un altro.”

IO:  “U-un altro? E-e state insieme? Chi è”

LEI: “Massimiliano, io non ti dirò chi è, mi dispiace…”

IO: “Non mi dirai chi è.”

LEI: “No.”

IO: “Forse è meglio, capisco che tu lo faccia per difenderlo, certo! Ma sappi che quando scoprirò il suo nome, dovrà trovarsi un nascondiglio inespugnabile perché non avrò pietà per lui!”
LEI: “Massimiliano, non diventare assurdo! Mi dispiace per tutto questo! Io so che avrei dovuto dirti subito, la sera della nostra cena, che avevo un altro per la testa… mi dispiace per non averlo fatto e averti illuso per un momento…”

IO: “Per un momento? Tu mi hai illuso e basta… Io credevo davvero che il tuo fosse solo bisogno di tempo!”

LEI: “Mi dispiace…”

IO: “Stavate insieme anche quando mi hai baciato?”

LEI: “Certo che no, non avrei mai fatto questo né a te né a lui. Stiamo insieme da ieri…”

IO: “Ma che animo nobile!”

LEI: “Adesso non trattarmi come se non mi conoscessi…”

IO: “No, io invece è proprio così che ti tratto! L’Isabella che conoscevo io non avrebbe mai preso in giro nessuno, era una ragazza che diceva sempre e subito come stanno le cose, che non amava gli equivoci!”

LEI: “Ho fatto male e mi dispiace.”

IO: “Ci vediamo all’Ecomoda. Ciao.

[…]

IO: “Mi scusi. Credevo se ne fosse andato, dottore.”
LUI: “Avevo dimenticato le chiavi di casa e sono tornato indietro, ora devo scappare o farò tardi. Va tutto bene?”

IO: “Le auguro buona serata dottore, spero che almeno per lei lo sarà

LUI: “Buona serata anche a lei.”

 

Gli sguardi di traverso tra loro, l’espressione beffarda di Mendoza quando si rivolge a me… Come ho fatto a non rendermene conto? Chissà quando si è divertito ieri sera a vedermi smarrito e con gli occhi lucidi!

“Ha perfettamente senso.” Rifletto ad alta voce, con aria sconsolata, mentre tutti i piccoli indizi che non avevo captato in questi giorni vanno al loro posto.

“Mi dispiace dover darti questa pessima notizia! Insomma, la ragazza che hai amato per sette anni, a cui hai proposto le nozze, per cui hai girato il mondo abbandonando la tua vita, si dimentica di te per iniziare una relazione con uno dei ragazzi più ricchi e desiderati della Colombia. Non posso che dispiacermi per te!”

“A me sembra solo che il tuo scopo sia girare il coltello nella piaga!”

“Non è così! Voglio solo farti capire che tu ed io oggi abbiamo un obiettivo comune, che è rovinare Diego Mendoza, rovinare la storia tra lei e Isabella, e magari anche portargli via la presidenza. Sai, se mio fratello ottenesse la presidenza, sarebbe molto gentile con te, al contrario di Diego Mendoza!”

“E’ questo che ti muove? Strappare la presidenza a lui per darla a tuo fratello?”

“Cos’altro dovrebbe essere?”

Rovinare Diego Mendoza, colui che mi ha rubato Isabella e che sfrutta la sua pozione di potere per una vendetta personale nei miei confronti. No, un secondo. Io non sono così! Io non mi presterò al gioco di Giulia! Anche se ciò che ho saputo mi ferisce mortalmente.

“Mi dispiace, non lo farò.” Dico, gettando una banconota sul tavolino, e alzandomi.

“Sei sordo? Non hai capito cosa ti ho detto? Quel tipo ti ha soffiato la donna! E la farà soffrire! Prima o poi la tradirà con qualche modella, o la pianterà per qualche gatta morta! E la tua Isabella che tanto ami, si ritroverà con il cuore infranto!”

“Vuol dire che in quel momento avrà un amico su cui contare, non un nemico che riderà alle sue spalle! Arrivederci.”

Le dico, per poi uscire dalla caffetteria.

 

Camilla

David, che fine hai fatto?! Ieri sera, anzi stanotte, quando sono rientrata, non l’ho trovato a casa mia e il cellulare risulta ancora spento. Ma che fine hai fatto? Mentre esco dal mio appartamento, finalmente squilla e mi risponde dopo pochi istanti.

“Amore mio! Ma che fine hai fatto? E’ da ieri sera che provo a chiamarti!”
“Amore mio perdonami, ho preso sonno a casa dei miei, nella mia vecchia stanza e il cellulare si era scaricato.”

“Mi hai fatto prendere un colpo! Ci tenevo a parlarti ieri sera!”

“Amore mio, sono mortificato, davvero. Vuoi che ci vediamo per colazione?”

Io glielo dico a colazione e poche ore dopo si ritrova Giulio davanti, con i miei genitori e tutti gli altri, rischiando un’altra zuffa? Meglio di no, e poi ho appuntamento con Diego per colazione.

“E’ meglio di no amore mio… Ti va a cena? A colazione ho appuntamento con Diego!”

“Va bene amore mio. Facciamo sempre a casa tua?”

“Ok.”

“Sono molto curioso di conoscere questa cosa importantissima di cui devi parlarmi! Mi dispiace davvero per ieri… Volevo salutare Giulia e Giulio ma erano barricati in camera a cambiarsi inconfessabili segreti, e mentre gli aspettavo mi sono coricato nella mia vecchia stanza e devo aver preso sonno. Mamma era felicissima di vedermi lì, è rimasta accanto a me ad accarezzarmi per diversi minuti.”

Giulio che confessava certi segreti a sua sorella… mi vengono i brividi.

“Che carina, immagino che per lei sia stato emozionante vederti di nuovo coricato nel tuo letto. Adesso raggiungo Diego a colazione.”

“Io ho fatto colazione dai miei, ora sono entrato a casa mia così mi cambio d’abito. Pensi che Diego di parlerà della sua nuova ragazza?”

“Credo di sì, io penso di sapere chi sia. Paola è convinta che si tratti di Isabella, ma ti dirò che inizio a pensarlo anch’io, e la cosa non mi sembra così grave! Tranne per il pettegolezzo che circola su di lei e il ragazzo della reception… Questo aspetto mi preoccupa un po’. David, io devo dirti una cosa. Io ho anche un altro sospetto su mio fratello, temo che abbia avuto una storia con una ragazza che tu conosci fin troppo bene… E ti giuro che non è un pettegolezzo o una cattiveria la mia, io sento che è la sensazione esatta!”

“Di chi parli?”

“Io ho visto Diego e tua sorella Giulia flirtare.”

Dico, dopo un momento di esitazione.

“Giulia??” Esclama lui, con sorpresa.

“Esatto, lei. Io ho questo presentimento… Prendi per esempio le loro continue litigate!”

“E secondo te le loro continue litigate significano che Diego e mia sorella sono stati insieme?”

“Diego si mette con Isabella e Giulia inizia a litigare con loro. Credi che sia solo una banalissima coincidenza?”

“Camilla, senza offesa. Io penso che tuo fratello sia un donnaiolo, e Dio solo sa in che guaio si è andato a cacciare!”

“Forse hai ragione tu, solo mio fratello potrà chiarirmi le idee. Adesso vado da lui!”

“Vorrei che poi mi facessi sapere tutto, soprattutto se centra mia sorella!”

“Certo, quando arrivo all’Ecomoda ti riferisco tutto, ci vediamo lì. A dopo!”

“Ti amo mia piccola stilista.” Mi dice, facendomi sciogliere il cuore.

“Ti amo anche io David, non dimenticarlo mai, qualunque cosa accada.”

“Cosa dovrebbe accadere?”

“Dicevo così per dire. A dopo!”

“A dopo piccola mia.”

Come farò stasera a dargli quella certa notizia?

 

Diego

La serata di ieri non poteva essere più perfetta, più dolce, più splendida. Lei era splendida, il suo sorriso era splendido, il ristorante era splendido, il cibo era splendido… Insomma tutto lo era, ogni minimo particolare! Mi sento un uomo sereno, provo un inspiegabile e costante felicità!

Quando vedo mia sorella maggiore entrare nel bar e venire verso il tavolo che già occupo, mi alzo e l’accolgo con un bacio sulla guancia.

“Ciao sorella. Allora, sotto con le domande!” Esclamo, sorridendo. Niente può rendermi arrabbiato, scontroso, isterico oggi!

“Dai, non essere così duro. Questa è una chiacchierata riconciliatoria!”

“Chiamala come vuoi, ma tu hai molte domande da farmi, no? Io ti prometto che risponderò a tutte.”

“Sì, in effetti ho molte curiosità da soddisfare! Paola mi ha detto che la tua nuova ragazza è Isabella!”

“Paola? Come sarebbe che Paola ti ha detto questo? Come fa lei a saperlo?”

“Allora è vero?”

“Rispondimi, come fa lei a saperlo?”

“Bhe la sua è solo una supposizione, visto che prima di lasciarla hai difeso Isabella più volte. Quindi è lei? Ma non sta con il centralinista?”

“Sì, è lei, e no, non sta con il centralinista. E’ un pettegolezzo messo in giro dalla banda delle racchie!”

“Non mi sembra proprio un pettegolezzo infondato, visto che l’ho vestita e truccata io per una cena galante con lui!”

“Diciamo che tra noi, per colpa mia, ci sono stati degli equivoci inizialmente perciò lei pensava di concedere una seconda possibilità alla sua stria con Massimiliano, ma per fortuna ho rimediato in tempo alle mie cazzate!”

“Quindi è un suo ex? Questo spiega parecchie cose… E che genere di equivoci hai creato?”

“Io non so se raccontarti tutto.”

“Non siamo qui per questo? Diego, io sono qui per fare pace, e vorrei che ti fidassi di me al punto di potermi raccontare tutto.” Mi dice, posandomi una sua mano sulla mia.

“Non è che non mi fido di te, è che quel che ho fatto, fa così schifo che mi vergogno a dirtelo! Non mi guarderai più in faccia.”

“Diego, ti prometto che non ti giudicherò!”

No, non posso raccontarle di aver provocato l’infarto di papà di due settimane fa, con il mio comportamento da irresponsabile! Scusa per la piccola omissione, Camilla.

“E’ iniziato tutto quando abbiamo assunto Isabella, quando io stavo ancora con Paola. Io non so spiegarti perché, ma appena ho guardato quella ragazza negli occhi io non sono più riuscito a non fare altro. I suoi occhi celesti mi hanno colpito in un modo che fatico a comprendere! E ieri sera…  mi ha rivelato che è stato lo stesso anche per lei! Che appena mi ha visto gli sono piaciuto subito, e che il mio sguardo l’ha messa in agitazione. Poi però Isabella ha sentito qualcosa che vorrei non avesse mai sentito…”

“Spiegati meglio!” M’invita mia sorella. Prima di rivelarle ciò che è ovvio, respiro profondamente.

“Una sera, prima dell’elezione a presidente, stavo finendo del lavoro in ufficio. Era molto tardi e ho detto a Isabella che poteva andare a casa. Io non sapevo che lei fosse tornata indietro mentre…. Mentre io m’intrattenevo nel mio ufficio con una donna.” Le dico, a testa bassa. Non ho nemmeno il coraggio di fare il nome di Giulia!

“Con Giulia, azzardo.”

“Come fai a saperlo?” - le domando, sbigottito.- “Non dirmi che Paola…”

“No, Paola stavolta non centra niente, anzi lei pensa che io sia matta quando le dico che tra te Giulia c’è stato qualcosa!”

“Tu come fai a saperlo?”

“Io ho visto come Giulia ti stava appiccicata al club l’altro giorno, e ho azzardato quest’ipotesi. Giulia, Diego? Giulia?!” Mi dice con tono di rimprovero, stavolta.

“Lo so che è stata una pazzia, credimi che sono assolutamente pentito! Quella tipa da quando l’ho piantata mi perseguita!”

“Questo spiega l’accanimento di quella ragazza verso te e verso Isabella. Ieri l’ha chiamata sgualdrina!”
“CHE COSA?!” Affermo irato.

“Calmati Diego! Arrivare in azienda e fare una scenata non è un’idea brillante, non oggi soprattutto!”

“Io l’ammazzo quella piccola cretina! Come diavolo si permette lei di dare della sgualdrina alla mia Isabella?!”

“Mi sembra che quella ragazza ti piaccia molto.”

“Non sembra, è! Io… Io non so nemmeno come spiegartelo…” – dico, con un sorriso che emerge spontaneo. –“ Forse perché non so spiegarlo neanche a me stesso! Ma per lei sento una sorta di attrazione a calamita, è stato così fin da subito… E non fraintendermi, non parlo a livello sessuale! E’ qualcosa di diverso, di molto diverso.”

“Io sono sicura che riuscirai a capire di cosa si tratta! Quindi di mi dicevi che questa storia di Giulia, ha causato degli equivoci fra te e Isabella?”

“Sì, anche. Dopo questo episodio io ho provato a baciare Isabella una, due volte… E diciamo che questo ha fatto sì che Isabella si creasse di me una pessima opinione! Poi ho lasciato Paola, ma è arrivato Massimiliano! Ed è allora che Isabella pensava di rimettersi con lui, perché vedeva in me solo un donnaiolo, uno che passa da una donna all’altra così facilmente, che gioca con i sentimenti di tutte, e dopo l’episodio con Pilar Robledo Vazquez, credevo davvero che Isabella si fosse messa con Massimiliano definitivamente. La sera che lei e Massimiliano sono usciti a cena, sono stato alla festa della Texicolor, e ho bevuto così tanto che sono stato a letto con Pilar Robledo Vazquez. E’ stata una grossa stronzata di cui mi sono pentito appena ho aperto gli occhi il giorno dopo!” – racconto, portandomi le mani alla fronte. –“Quella ragazza è venuta a riportarmi la cravatta che avevo dimenticato da lei la notte prima, e lo ha fatto davanti ad Isabella. Puoi immaginare cos’ha pensato, poverina… Questo non ha fatto altro che rafforzare in lei le brutte cose che già pensava di me! Quel giorno, mi sono scolato qualche bicchiere prima di uscire dal lavoro, perché ero disperato, riuscivo solo a pensare che dopo tutte le prove che aveva avuto per non doversi fidare di me, non avrebbe intrapreso altra strada se non quella di rimettersi con Massimiliano, un ragazzo che conosceva bene, di sicuro uno che non ha mai trattato le donne come oggetti, qualcuno di cui sapeva di potersi fidare e con cui aveva un passato in comune! Quella sera, ci ho provato con lei, ma è scappata, e quando sono uscito dall’Ecomoda, ho visto che si baciava con quel tipo. Poi sai cos’è successo al club l’altro giorno... diciamo che quel triste episodio è stato una specie di manna dal cielo, perché ci ha fatti avvicinare e quando l’ho riaccompagnata a casa, ci siamo spiegati e ho potuto giustificare tutte queste mie stronzate, e lei mi ha spiegato che non ha mai avuto intenzione di rimettersi con Massimiliano, ma che cercava solo una via di fuga da quello che sentiva per un tipo come me, un playboy da strapazzo!”

“Immagino che non sia stato semplice convincerla del fatto che le sue intenzioni nei suoi confronti non erano quelle di portartela a letto e darle il ben servito il giorno seguente!”

“Semplice? E’ stato più che complicato! E io sono sicuro che abbia bisogno di più conferme.”

“Con il tempo si renderà conto che con lei ha intenzioni nobili. Il consiglio che posso darti, è di acquistarti la sua più totale fiducia! L’hai convinta che per te non è un capriccio, ma forse si starà domandando << mi tradirà? >> conoscendo il tuo passato. Io me lo domanderei fossi in lei!”

“E cosa posso fare per convincerla che non sarà così?”

“In questi giorni ti è capitato di guardare un’altra ragazza in modo lussurioso?”

Mi prendo un attimo per riflettere, per accorgermi di una cosa che non avevo notato.

“No, non mi è successo… Le altre mi sono passate davanti come fantasmi, compresa Giulia. Escludendo Pilar, se fossi stato sobrio non avrei mai fatto ciò che ho fatto! Non me ne ero neanche reso conto che le altre ragazze mi erano passate davanti.”

“E questo ti infastidisce?”

“No, anzi!”

“E allora verrà tutto naturalmente, lei se ne accorgerà di queste piccole cose! Si accorgerà che non fai più gli occhi dolci alle modelle, alla barista, alla cameriera del ristorante, e via dicendo, e si renderà conto di potersi fidare di te! Comunque tu potresti anche metterci del tuo: dovresti innanzitutto riferirle tutto della tua vita, ovvero se ti capita di ricevere un messaggio da una tua ex dovresti dirle << sai, mi ha scritto questa qui >>, perché se lo dovesse scoprire lei si farebbe mille film e paranoie! Devi semplicemente farla entrare nella tua vita, totalmente!”

“La mia saggia sorellona! Io non so niente di come si fa il fidanzato, con Paola non ritengo di essermi comportato come tale, anche se siamo stati insieme per sei anni!”

“Te la posso fare una domanda?”

“Dimmi.”
“Perché sei rimasto con Paola per tanto tempo?”

“La domanda inevitabile. Io penso perché… Perché quando mi sono reso conto di non amarla più, e non l’amavo più probabilmente perché mi mancava la mia libertà, perché non ero fatto per i rapporti stabili, mi ero affezionato a lei, nonostante tutto, e buttarla via così mi dispiaceva. Credo di essermi trascinato dietro questo rapporto per pietà, per pena nei suoi confronti. Poi Paola s’impuntò tanto per conoscere mamma e papà, e da lì è nata l’amicizia tra di loro, siamo diventati una delle coppie più paparazzate e mi è mancato totalmente il coraggio di chiudere! Così alla pietà si è aggiunta la vigliaccheria. Finché non ho raggiunto il punto di saturazione. So che lei è una tua amica e non ti piace sentirmi parlare così, ma Paola è diventata un agglomerato di cattiveria, ha iniziato a diventare molto più, troppo, vanitosa rispetto al normale, a trattare tutti dall’alto in basso. Da quando ho assolto il mio destino come dirigente dell’Ecomoda, è diventata una sorta di personaggio da rotocalchi, cancellando la persona che in realtà è, e trasformando anche la nostra coppia in una specie di attrazione! Non dico che si sia montata la testa perché ho assunto la direzione finanziaria dell’Ecomoda e poi la presidenza, ma guarda caso la mia entrata ufficiale all’Ecomoda e il suo cambiamento coincidono. Pensa che prima che la mollassi, si è presentata in azienda un giorno e ha iniziato a minacciare Isabella e Berta di licenziamento perché le hanno semplicemente detto che ero impegnato e non poteva passare, ha dato della grassona a Berta, una donna che per noi è come una zia, che lavora per noi quand’era presidente il nonno, e ha trattato Isabella come un’ottenebrata perché le è casualmente andata addosso e le è caduta la sua cara e preziosa Luis Vuitton dalle mani! Lei si merita un uomo che la sopporti così com’è , con tutta la sua la sua superbia, mentre io non mi merito una donna che stia con me per come sono e non per il ruolo che ricopro? Che decida di restare con me anche se decidessi di lasciare la bambagia per fare il pescatore? Non credo che Paola mi avrebbe seguito su un peschereccio!”

“Avrei voluto sentirle prima queste cose, e non avrei pensato determinate cose di te! Sia chiaro, non sto dicendo che hai fatto bene a tradirla più volte. Avresti dovuto prendere il coraggio a quattro mani, senza aspettare che la situazione s’incasinasse tanto.”

“E se dovessi incasinare tutto anche con Isabella? Io non lo so fare il fidanzato!”

“Sei innamorato di Isabella?” Mi domanda mia sorella.

“Io non so neanche cos’è l’amore, come faccio a riconoscerlo?”

“E’ che una mattina ti sveglierai e avrai mille cose da fare, ma ti fermerai a guardarla dormire accanto a te con il dispiacere di destarla, e farai tardi per restare lì a guardarla dormire. E’ che vorrai fare tutto con lei, che non fari che pensarla, che ti sarà innaturale farle del male! E se questo dovesse accadere, ne moriresti e staresti male quanto lei. Ti accorgerai di essere innamorato quando metterai lei e i suoi sentimenti prima di te stesso! Dovete scoprirvi col tempo, e solo così i vostri sentimenti matureranno in modo sano.”

“Hai ragione Cami, io spero solo di non sbagliare tutto, perché ne morirei e so che pretendere da lei una seconda occasione non sarebbe facile!”

“Ma no Diego, perché devi essere così pessimista? Se Isabella per te è così importante, fare il bravo per te sarà naturale come la sete e la fame!”

“Lo spero sorellina! Pensi di telefonare a Paola per raccontarle le ultimissime?”

“Diego! No, non ho intenzione di telefonare a Paola né per riferirle di questa conversazione, né per dirle neanche ciao!”

“Ci sono problemi anche tra di voi?”

“Più o meno, diciamo che Paola sta vivendo in funzione di te e della tua nuova ragazza! Le nostre ultime conversazioni si sono ridotte a questo, e quando avevo bisogno io di parlarle ha riattaccato prendendo come pretesto un appuntamento dal massaggiatore, o dal parrucchiere!”
“Insomma peggiora di giorno in giorno!”

“Quindi capirai che non ho tanta ansia di sentirla!”

“Sei la seconda persona che si lamenta di lei nell’arco di 24 ore. Ieri ho parlato con Roberta, dice che Paola non le ha nemmeno fatto una telefonata!”

“Ha completamente perso il lume della ragione! Non è né la prima né l’ultima donna che viene lasciata a poco tempo dal matrimonio, ma se tutte facessero così…!”

“Se non ti dispiace, vorrei evitare di parlare di Paola. A proposito di Roberta e Lorenzo, hai saputo le ultime novità?”
“No, di cosa parli?”

“Ah, io credevo che fossi informata.”    

“E’ successo qualcosa tra quei due?” Mi domanda, curiosa.

“Mmmm, non proprio. Fai finta che non ti abbia detto nulla, non mi va di spifferarti i fatti loro! Credevo che lo avessi saputo da Roberta!”

“No, non mi ha raccontato niente, ci parlerò quanto prima.”

“Bhe, abbiamo parlato solo di me in questa colazione. Di te cosa mi dici? Procede con David?”

“Sì, procede bene. Ma temo arriveranno giorni duri…”

“Perché lo pensi?”

“Perché oggi gli parlerò della mia breve storia con Giulio, al liceo.”

“Oggi?! Hai scelto il momento peggiore visto che in azienda ci saranno tutti, compreso il suo fratellino preferito!”

“Tranquillizzati, intendevo stasera. Ho paura che decida di chiudere con me.”

“Per così poco? Se lo fa lo sbatto al muro e vediamo se non cambia idea! Di sicuro per lui sarà una pessima rivelazione, si arrabbierà, dirà << perché non me lo hai detto subito? >>, e farà l’orgoglioso per un po’. Ma sei stata con Giulio nove anni fa santo cielo, non credo che chiuderà con te per una cosa successa nove anni fa!”
“Tu non lo conosci come me, per lui il confronto con Giulio, la rivalità con lui è un argomento spinoso e doloroso. Il fatto che io, per quello che ne sa, abbia sempre rifiutato Giulio, che per una volta la ragazza che sta con lui non sia stata anche con Giulio, è una specie di conquista, di riscatto. Reagirà molto ma molto male!”

Mi dice con aria impaurita. Mentre usciamo dal bar, l’abbraccio stringendola a me, sperando che David reagisca con maturità alla notizia.

 

Roberta

Questa mattina l’aeroporto è gremito di persone. Mentre accompagno mio fratello all’imbarco non riesco neanche a guardarlo in faccia e non perché sono una persona che fa delle discriminazioni e che classifica gli altri in base ai loro gusti sessuali, ma perché mi domando che razza di sorella maggiore sono stata per non essermi accorta che da circa quattro anni mio fratello è in conflitto con se stesso su un argomento tanto delicato come l’orientamento sessuale? Cèsar posa il suo bagaglio sul nastro trasportatore e si rivolge a me.

“Cosa succede?” Mi domanda, con un sospiro.

“Mi stavo solo chiedendo dove diavolo sono stata per non accorgermi di nulla in questi anni?”

“Ehi, tu sei la sorella migliore che potessi avere, insieme ad Olga! Roberta, mi serve sapere se manterrai la promessa che mi hai fatto ieri sera!”

“Certo che la manterrò. Tu sei sicuro di volere partite con Martìn? E’ la scelta giusta?”

“E’ l’unica scelta che mi viene in mente al momento. Tu conosci Michael meglio di me, e sai meglio di me che non accetterebbe mai di vivere una storia con me in segreto! Mentre io non sono pronto per niente ad affrontare Olga, papà, mamma, i Mendoza… figuriamoci il resto del mondo! Michael potrebbe anche decidere di fare outing domani, e non sarebbe giusto che io glielo impedissi. Mentre con Martìn so cosa aspettarmi, tutti e due vogliano tenere per noi il nostro orientamento sessuale!”

“Ma a te piace Michael! Non ci hai neanche parlato, magari lui sarebbe disposto ad aspettarti, a rispettare il tuo silenzio!”

“O magari no visto che sapete cosa è successo con lui te, Camilla, Ugo, David… tutto il mondo!”

“Sua sorella, suo fratello e due dei suoi migliori amici!”

“Non insistere, ti prego. Io ho deciso di partire.”

“Allora fa buon viaggio, e spera che Michael sarà ancora qui a pensare a te quando tornerai con le idee più chiare!”

“Magari fra sei settimane penserò già a qualcun altro, o mi sarà fidanzato con una bella ragazza. Chi può saperlo?”

“Chiamami, mi raccomando! Non sparire!”

“Mai sorellina!” Mi saluta abbracciandomi e baciandomi la testa.

“E tu non perdere troppo tempo dietro a Lorenzo. Meriti qualcuno che ti apprezzi!”

Prima di valicare il metaldetector piantonato da due poliziotti, mi rivolge l’occhiolino.

Torno alla mia auto ripesando a tutta questa faccenda. Mio fratello e il mio fratellastro (che però non hanno legami di sangue tra di loro) si piacciono, ma mentre il primo è in confusione da anni, l’altro ha oramai imparato ad accettarsi e ha fretta di uscire allo scoperto. Non mi dispiacerebbe vederli insieme, credo sarebbero una bella coppia! Ma questa è una decisione che deve prendere Cèsar, lui deve tracciare il suo destino. La mia sensazione, tuttavia, è che si penta di questo viaggio. Non so nulla di questo suo amico tranne il nome e che faccia abbia, ma a detta di Cèsar è una brava persona, con cui lui si trova bene.

Una volta immersa nel traffico cittadino alla volta dell’Ecomoda, dove sarà uno dei milioni di miliardi di giorni in cui incontrerò Lorenzo, il mio cellulare squilla. Cavolo, Olga! Ieri sera, dopo le notizie appena apprese da Cèsar, non me la sono sentita di video chattare con lei ma non le ho mandato neanche un messaggio.

“Sei la sorella peggiore del mondo!” Mi dice, appena apro la comunicazione.

“Mi dispiace, ieri sera mi sono addormentata presto, dopo la cena con Cèsar. Ho bevuto troppo!”

“Ti ho aspettato fino a tardi con il pc accesso, e papi si è arrabbiato! Cèsar ha preso l’aereo?”

“Non credo, manca ancora un oretta al volo. Ha fatto il check-in una ventina di minuti fa! Mi dispiace davvero tanto. Facciamo che questa sera mi chiami tu e parliamo per quanto ti pare!”

“Ok, aggiudicato! Ti devo raccontare un sacco di cose!”
“Ora ti devo lasciare, sono quasi all’Ecomoda.”
“Aspetta un minuto, lascia almeno che ti dica il nome del tipo con cui mi sono messa! Non ci crederai mai!”

“E chi sarà? Ryan Gosling, Bradley Cooper? No, aspetta… Robert Pattinson!”

“Molto meglio. Alexander McNamara Valencia!”

“Valencia? Perché questo nome non mi suona nuovo?”

“Perché è il tuo quasi cugino! E’ il figlio di Marcella Valencia!”

Mi prende un colpo e devo stare attenta al parcheggio, visto che per poco non monto sul marciapiedi rischiando d’investire Wilson! Alzo la mano per scusarmi.

“Mi prendi in giro? Alexander? E come lo hai conosciuto?”

“Ti spiego tutto nel dettaglio stasera, ti dico l’ultima cosa poi entro a scuola. Attualmente si trova a Los Angeles per lavoro e la cliente che sta seguendo è l’amica a cui si è appoggiata Paola, l’ex di Diego!”

“Veramente? Il mondo sembra così bucolico, detta così!”

“Esattamente. Ieri sera c’era una cena tra scrittori, Alexander e suo padre. Pare che Paola abbia svuotato il bar del ristorante, e non faceva che parlare della storia tra Diego e Isabella!”

“Ah, quello. Paola pensa di aver scoperto l’acqua calda!”

“Tu lo sapevi e non mi hai riferito il pettegolezzo?”

“Stanno insieme solo da due giorni, e Diego me lo ha detto ieri. E comunque ormai lo sa mezza Ecomoda, solo zio Armando e zia Betty lo ignorano!”

“Mi consola sapere che non sono l’ultima a venire a conoscenza delle cose!”

“Chissà che crisi di pianto si farà Paola a questa notizia!”

“Per la verità ha solo un sospetto, da come ha parlato ad Alexander. Però non è da biasimare, Diego l’ha lasciata neanche una settimana dopo avere annunciato le loro nozze!”

“Diego l’ha lasciata per giusta causa, prima d’ora non mi ero resa conto dell’egoismo di cui è capace Paola. E’ stata lasciata dal fidanzato e crede sia un motivo sufficiente per cancellare le amiche con un colpo di spugna, esistono solo lei e i suoi problemi!”

“Che cattiveria sorellina!”

“A te ti ha chiamata?”

“No in effetti. Le ho mandato un paio di messaggi su whastapp, ha letto e non ha risposto.”

“Domandati come mai sono così acida nei suoi confronti. Comunque ci sentiamo questa sera, ok? Devo raccontarti delle cose anch’io.”

“Va bene, bacio e buon lavoro!”
“Un bacione Olga, buona giornata!”

“Era Olgetta?” Mi domanda Lorenzo, quando entro nell’ascensore. Non mi ero neanche accorta che fosse dentro, probabilmente arriva dal garage.

“Sì.” Rispondo, senza ombra di emozione e senza rivolgergli uno sguardo.

“Come le vanno le cose?”

“Bene. Chiacchiere confidenziali fra sorelle!”

“Non era mia intenzione immischiarmi nella vostra intimità. Roberta, sei certa che vada tutto bene?”

“Mi rivolgerai questa domanda tutte le mattine? Va tutto bene Lorenzo, abbiamo già chiarito ieri sera, no?”

“Certo, lo so. E’ che mi sembri così scontrosa con me oggi.”

“No, è solo che ieri sera ho bevuto troppo e ho un gran mal di testa.”

“Dovresti evitare l’alcol per un po’ di tempo.”

“Con permesso.” Affermo, ignorando il suo consiglio. In effetti potevo inventare una scusa migliore, visto che ieri sera non ho neanche bevuto così tanto!

 

Massimiliano

L’ho persa! L’ho persa per sempre! Pensavo che venendo qui avrei trovato un’Isabella che aveva superato la morte di sua nonna, e che fosse pronta a rifarsi una vita con me. Invece ha deciso di rifarsi una vita con quel tale! Che sicuramente presto o tardi la farà soffrire!

Quella di Giulia Valencia è stata una doccia fredda, e mi domando perché sia stata così gentile con me. In effetti è stata l’unica onesta, perché?
Vedo Isabella entrare, e mi rivolge uno sguardo titubante.

“Ciao.” Saluta con un filo di voce.

“Buon giorno.” Dico di rimando, non guardandola nemmeno.

 

Quando alzo lo sguardo la vedo che fa il giro del bancone e viene verso di me.

“Cosa vuoi?”

“Massimiliano, io questa notte mi sono resa conto di aver commesso una sciocchezza! E’ stata una pazzia rinunciare a te per un uomo che presto o tardi mi farà del male, che mi tradirà!”

“Isabella, dici davvero?Stanotte sono stato malissimo, desiderando tanto di sentirti dire queste parole!”

“I tuoi desideri sono stati esauditi. Ieri sera ho lasciato Diego Mendoza! Potrai mai perdonarmi amore mio?”

“Una, dieci e cento volte, bambolina!”

 

“Si sente bene?” Mi domanda la voce di Camilla Mendoza, riportandomi alla realtà. E’ entrata in compagnia del presidente, e vedo Isabella guardarlo con uno sfarfallio negli occhi che mi fa ripiombare nell’angoscia.

“Sì dottoressa. Buon giorno presidente.” Saluto, a denti stretti.

“Buon giorno.” Saluta quel tipo, fissandomi. Ormai le carte sono state scoperte e questo ci permette di guardarci francamente. Diego chiama l’ascensore facendo passare il braccio di fronte a Isabella. I due si guardano sorridendo. Non potrebbero per lo meno avere un minimo di rispetto?
“Io prendo le scale, ho voglia di fare un po’ di moto!” Asserisce Camilla sorridendo ad entrambi e dirigendosi dalla parte opposta.

“Dottore.” Lo chiamo.

“Mi dica.” Mi risponde lui voltandosi.

“Sono arrivati i suoi genitori.”

“A quest’ora? Va bene, la ringrazio.” Mi dice, entrando in ascensore. Immagino che appena le porte si sono richiuse, quei due si siano avvinghiati.

“Buon giorno, stimatissimo impiegato della reception! Ecco qui la sua corrispondenza. Ma non mi sembra che lei abbia una bella cera, ragazzo!”

“Buon giorno Freddy, lasci stare.”

“Problemi sentimentali, professionali, o professional-sentimentali?”

“Entrambe le cose si può dire. Buon giorno, Ecomoda. Sono Massimiliano.” Dico, alzando la cornetta del telefono.

“Tesoro mio!”

“Mamma, che bello sentirti! Come vanno le cose?”

“Bene piccolo mio! A te piuttosto! Il lavoro ti piace? Isabella l’hai trovata?”

“Sì e sì mamma.”

“Ah, quella ragazza è così cara! E pensate di restare lì o di tornare in Italia?”
“Mamma, adesso non posso parlare e tanto meno occupare questo telefono. Ti va se ne parliamo questa sera?”

“Va bene amore mio, volevo sentire la tua voce! A questa sera e salutami Isabella!”

“Sì mamma, certo. Ciao.”

 

Isabella

Le porte dell’ascensore si richiudono e non è difficile immaginare quello che succede. Ci guardiamo perfettamente in sintonia e non posso che adorare le fossette che gli si formano ai lati della bocca quando sorride. Diego mi posa una mano sulla schiena, la stessa cosa la faccio io mentre con la mano sinistra gli accarezzo il petto. Le nostre labbra si trovano e si coccolano.

“Non ho fatto che pensarti per tutta la notte, a pensare alla serata di ieri.” Mi rivela accarezzandomi i capelli che ho sciolto e guardandomi negli occhi.

“Lo stesso è successo a me. Ho passato la serata migliore della mia vita!” Gli rispondo, mentre lui mi rivolge un ampio sorriso.

“Hai parlato di noi a tua sorella?” Annuisce.

“E qui ci saranno i miei con una valanga di domande da rivolgermi! Il portiere di notte del mio palazzo mi ha detto che ieri sera sono passati a cercarmi.”

“Facciamo prima ad appendere un manifesto nella hall!”

“Sarebbe più facile, visto che devo rispondere continuamente alla stessa domanda! Il pettegolezzo di te e Massimiliano ha raggiunto le orecchie di tutti, e tutti mi domandano che ruolo ha quel tipo nella nostra relazione!”

“Mi dispiace molto per lui… Viene fin qui per me e scopre che sto con un altro.”

“Non è né colpa tua né mia. Tu quando lo hai lasciato gli hai per caso promesso che un giorno ci avresti ripensato?”

Rispondo con diniego con le testa, mentre Diego blocca l’ascensore prima che arrivi al piano.

“Lui ha fatto tutto da solo, si è illuso di poterti riavere e ha deciso lui di mollare la sua vita e di venire qua senza sapere se ti avrebbe trovata. Tu non devi sentirti in colpa, va bene?”

“Hai ragione. Ma mi dispiace comunque!”

“Sei dolcissima… Sei speciale….”

Mentre lo guardo negli occhi, mi sento una ragazzina, anche se ho la sua stessa età. Ma la sensazione è quella! Quella della prima cotta, del primo bacio, della prima esperienza. Ci scambiamo un altro bacio, prima di ritornare con i piedi per terra. Diego sblocca l’ascensore e quando si aprono le porte, ci sono i suoi genitori che mi osservano come se sapessero tutto.

“Mamma, papà. Buon giorno!” Saluta Diego.

“Caio figliolo.” Saluta Armando Mendoza.

“Buon giorno caro!” Saluta Beatrice.

“Buongiorno signora, salve Dottor Mendoza. Come si sente?” Gli domando, con un moto di agitazione che si può sentire dalla mia voce.

“Salve Isabella, molto meglio la ringrazio. Sarà stata la sua tisana!” Mi risponde, diventando improvvisamente affabile rispetto alla volta scorsa! Io rispondo con un timido sorriso. Dio, mi sento un pesce fuor d’acqua davanti ai suoi facoltosi genitori! Beatrice non fa che guardarmi con un’espressione simpatica comunque.

“Con permesso.” Dico, avviandomi verso la mia scrivania e cavandomi d’impiccio.

 

 

Diego

“Che ragazza carina, no?” Mi dice mamma, guardandomi. Io abbozzo un sorriso che cerco di celare.

“Vi eravate persi nell’ascensore?” Mi domanda Camilla.

“Non hai niente da fare oggi, sorellona?” Lei mi risponde con una linguaccia.

“Avete fatto pace?” Domanda contenta mamma.

“Sì mamma, è tutto apposto tra me e Camilla.” Rispondo, abbracciando mia sorella.

“Questo ci fa molto piacere!” Dice papà.

“Scusate, vado da David. Mamma, papà ci vediamo dopo!”

“A dopo mostrilla! Diego hai cinque minuti?”

“Sì papà, andiamo in presidenza.” Dico, facendo strada anche se conoscono perfettamente la strada!

“Betty, dottor Armando posso portarvi qualcosa?”

“Per me no Annamaria, sono apposto così! Amore?” Risponde mia madre.

“Un bicchiere d’acqua liscia magari, devo prendere le mie pillole.” Risponde mio padre, indurendo il tono di voce verso la fine visto che Giulia gli è andata a sbattere addosso guardando il cellulare.

“Mi scusi Armando!” Dice lei.

“Sei una catastrofe! Perché non guardi dove vai, oppure non vai a lavorare visto che fra tre ore ci sarà l’anteprima della collezione?!”

“Calmati, mi stavo solo prendendo una pausa!”
“Sì può sapere perché questa buona a nulla lavora ancora in sartoria?”

“Ancora per poche settimane papà.”

“Armando, bada a come parli! Io sono Giulia Valencia Fernandez!”

“Fortunatamente sei più sciocca di tua madre e non hai frequentato al San Marino, o sarebbe toccato anche ai miei figli il ritornello! Sparisci adesso, va a lavorare!” Le dice, entrando insieme in presidenza. Vedo Giulia lanciare una boccaccia a mio padre mentre lui è di spalle. Che croce, non vedo l’ora che se ne vada! Ci accomodiamo come al solito: io alla scrivania e loro di fronte.

“Salomon mi ha detto che siete passati ieri sera.”

“Esatto, ti abbiamo mancato per poco!” Dice mio padre.

“Salomon ci ha detto che sei uscito con fiori e cioccolatini!” Afferma mamma.

“Ah, Salomon vi ha detto questo?” – domando, strofinandomi le mani. –“Quell’uomo non la smette mai di spettegolare!”

“Adesso puoi anche dirci chi è questa ragazza, tanto oramai lo sanno anche i muri!” Dice papà.

“Ovviamente i muri sanno le cose prima dei genitori!” Mi rimprovera mia madre.

“I muri parlano un po’ troppo!”

“Dai, tanto sappiamo che si tratta di Isabella. E non servivano dei pettegolezzi per scoprirlo! Ho passato più di trent’anni in quest’azienda e l’ascensore non ci ha mai messo dieci minuti per fare dal pian terreno al secondo piano!” Mi canzona papà.

“Ormai sapete ogni cosa, come negarlo? E no, lei non sta e non è mai stata con quello della reception! Cioè, era fidanzata con lui ma non di recente!”

“Non abbiamo neanche aperto bocca!” Dice mia madre.

“Ho immaginato che volevate chiedermelo, lo fanno tutti! E’ un pettegolezzo messo in giro dalla banda delle racchie!”

“Che novità!” Dice mio padre.

“Mi sembra una ragazza tanto carina! Certo, avendoti sempre visto accanto ad una donna forte come Paola mi sembra strano che tu abbia scelto una donna diversa da lei come Isabella!”

“Forse ho bisogno proprio di questo, di una donna mentalmente stabile! E se con << diversa >> intendevi dire che non passa tutta la giornata tra parrucchiere e botique come fa Paola…”
“Assolutamente no amore mio, non volevo dire questo! Non ho mai fatto mistero del mio passato di racchia, come potrei giudicare quella ragazza dal suo aspetto fisico? E poi non la si può neanche definire brutta!”

“Non è appariscente come Paola, si può dire così!” L’aiuta papà.

“E’ esattamente questo che mi ha colpito di lei. Nei suoi primi giorni di lavoro Isabella, si è scontrata un paio di volte con Paola. E io non ho potuto ignorare le differenze tra loro! Paola la trattava coma un derelitto, e Isabella non aveva neanche il coraggio di risponderle indietro… Nonostante Paola fosse ancora la mia fidanzata, non ho avuto dubbi su chi difendere.”

“Mi ricorda una storia che ho già vissuto.” Commenta mio padre, scambiandosi sguardi d’intesa con mamma. Spero di diventare come loro con Isabella in futuro! Io e Isabella, futuro… Davvero sto facendo pensieri simili?
“Parlando d’altro, siamo venuti qua per farti una domanda!” Introduce mamma.

“Sì, una domanda cui vorrei che rispondessi sinceramente.”

“Di che si tratta?”

Vedo mamma che cerca le parole esatte, ma papà va dritto al punto.

“Sei stato con Giulia Valencia?”

Se adesso stessi bevendo qualcosa, mi sarebbe andato tutto di traverso e starei agonizzando al suolo.

“D-dove lo avete sentito questo pettegolezzo?” Domando sfoggiando il sorriso più rilassato che riesco a rimediare.

“La banda delle racchie, sai come sono!” Dice papà,mentre mamma gli lancia un’occhiataccia. Sembra tanto una balla!

“E’ una follia, Giulia ed io? Ma dai!”

“Quindi non è mai successo niente?” Domanda papà.

“Niente di niente papà, ti sembra? Non cadrei mai tanto in basso!”

“Meglio per te, altrimenti prima ti evirerei e poi ti toglierei tutto!”

 

 

David

Sento bussare alla porta e quando dico << avanti >> vedo la mia stupenda fidanzata fare capolino.

“Chiudi gli occhi!” Le dico prontamente, prima che entri. Le vado incontro e l’accompagno verso il divano dove qualche giorno fa si è coricata in preda al suo malore.

“Cosa succede?” Mi domanda sorridendo.

“Aprili!”

Di fronte le ho messo un simpatico orsacchiotto con un sacchettino pieno di cioccolatini.

“Questo è per farmi perdonare per la buca clamorosa di ieri sera, e perché le ultime notti non siamo stati insieme. Mi dispiace amore mio!”

“E’ stupendo amore mio.” Mi risponde, accarezzandomi una guancia. Io le poso una mano sulla gamba avvolte nel jeans, e ci baciamo. Dopo di che lei scarta un cioccolatino e lo morde, guardandomi negli occhi, in un modo tale che potrei anche decidere di perdere ogni inibizione sul divano del mio ufficio, ma non voglio minimamente che la nostra prima volta sia qui! L’altra metà del cioccolatino l’accompagna verso la mia bocca con le sue dita curate.

“Cosa significa?” Le domando, sorridendo.

“Che mi sei mancato tanto ultimamente.”

Dopo esserci baciati ancora, ci accoccoliamo sul divano. Camilla appoggia la testa al mio petto, mentre io accavallo le gambe.

“Michael mi ha dato una notizia bomba stamattina. Ha detto che vuole raccontare a tutti della sua omosessualità!”

“Veramente?”

“Certo. Adesso che i miei vanno di nuovo d’accordo pare, e Giulio ha posato le armi, è il momento giusto.”

“Io mi auguro che tuo padre non reagisca troppo male, per Michael sarebbe un duro colpo.”

“Papà sembra cambiare. Sicuramente reagirà meglio di come avrebbe reagito fino a due settimane fa!”

“Me lo auguro. Quindi la cena è andata bene?”

“Sì, tutto benissimo. Mia mamma ti ringrazia per i fiori, è stata una sorpresa anche per me!”

“Non c’è di che. E- e Giulio come si è comportato?”

“Giulio era un po’ strano. Non faceva che guardarmi, scrutarmi, studiarmi… Ma non gli ho dato la soddisfazione di farmi innervosire!”

“Hai fatto bene. Promettimi che non permetterai mai a Giulio di rovinare la nostra storia!”

“E’ ovvio amore mio, che domande sono? Dimmi della colazione con Diego! Cos’ha detto di lui e di mia sorella?”

“Ha confermato, se la sono spassata!”

“Se lo venissero a sapere mio padre e tuo padre, scoppierebbe un quarantotto!”

“Per carità! Ho promesso a Diego di non farne parola con anima viva, e lo stesso devi fare anche tu!”

“Tranquilla. Sono contento che ti fidi di me.”

“Sei il mio ragazzo. Come potrei non raccontarti tutto?”

Ci sorridiamo, per poi baciarci ancora.

 

Isabella

“Gli incontri con i suoceri sono sempre imbarazzanti, capiamo che tu sia scappata!” Mi dice Sandra, mentre racconto di come mi sono sentita poco prima.

“Comunque ti assicuro che il dottor Armando e Betty sono delle persone squisite, e di certo non avranno difficoltà ad accettarti! Tra l’altro Betty ha origini modeste, proprio come te!”

“Almeno parleremo la stessa lingua.” Asserisco.

“E i tuoi genitori invece? Sanno della tua relazione?” mi domanda Berta. Non me la sento di condividere questa storia con loro! A stento l’ho condivisa con Francesco, Silvia , Massimiliano e Diego.

“I miei genitori sono entrambi morti in un incidente stradale quando avevo 14 anni, perciò mi sono trasferita in Italia con mia nonna.”

“Ah, perdona la domanda indiscreta!” Dice Berta.

“Figurati, non potevi saperlo. Io avrei bisogno del vostro aiuto… Ho saputo che domenica è il compleanno di Diego ma lo conosco così poco per fargli un regalo! Non so da che parte cominciare.”

“Bhe, io penso che potresti parlarne con Camilla! Io penso che organizzeranno una festa o una cosa del genere, parlando con lei potresti chiederle dei consigli!” M’invita Berta.

“Con la signorina Camila? La conosco così poo!”

“Avanti, non morde mica! E’ la sorella del tuo ragazzo, sarà felicissima di aiutarti! Vieni!” Mi risponde, trascinandomi verso l’ufficio del dottor Valencia. Berta bussa una volta, sente l’invito e mi trascina dentro. Che tensione!

“Camilla, perdonami se ti disturbo! Ma Isabella avrebbe bisogno di parlare con te!”

“Perdoni il disturbo, anche lei dottor Valencia.”

“Si figuri, qui può fare come se fosse a casa sua. Parlate pure con calma, io devo terminare la lista ufficiale degli invitati alla sfilata!” Dice il dottor Valencia.

“Potremmo andare in sala del consiglio. Ci vediamo dopo amore!”

“Ciao amore!”

Camilla esce insieme a noi dall’ufficio e mi conduce nella sala riunioni, già allestita con bicchieri, acqua, fogli e matite per la riunione.

“Accomodati. Vorrei che mi dessi del tu, credo sia meglio viste le circostanze! E poi abbiamo solo due anni di differenza!”

“Va bene. Perdonami se ti ho interrotto mentre ieri con il tuo fidanzato!”

“Non preoccuparti, dimmi tutto!” Mi dice, rivolgendomi un sorriso e posando un simpatico orsacchiotto sul tavolo.

“Bhe, Diego mi ha detto di averti informato della nostra relazione. Il fatto è che stiamo insieme da così poco che non ho idea del regalo che potrei fargli per il compleanno!”

“Prima di tutto, puoi venire da me ogni volta che ti serve aiuto, o anche semplicemente per chiacchierare! Sì, Diego mi ha parlato di te.”

Mi scappa un sorriso pensando che Diego ha parlato di me alla sua famiglia! Per lui sono una cosa seria! E’ inevitabile che io sia curiosa di sapere cosa le ha detto di me!

“Veniamo a noi! C’è un consiglio che potrei darti!”

Ascolto con attenzione i consigli di Camilla, che è davvero un angelo. Parliamo e parliamo come due vecchie amiche!

 

 

Michael

“Ecco cosa succede a fare tardi!” Mi rimprovera Ugo, mentre proviamo i passi della coreografia con Roberta seduta in platea.

“E non sei l’unico che ha passato una notte d’inferno. Ma che avete tutti? Tutti pensierosi e addormentati in piedi come i cavalli! Prendetevi un sonnifero prima di mettervi a letto!”

“Hai detto qualcosa Ugo?” Gli domanda Roberta scendendo dalle nuvole.

“Tu hai intenzione di venire all’anteprima della mia stupenda collezione, sfoggiando quella faccia?”

“E’ l’unica che ho Ugo! Anche se non piace!”

“Mamma mia che acida! Zzzzz.... E a te? Cosa prende?”

Io mi siedo sulla passerella con le gambe penzolanti, invitando Roberta e Ugo ad avvicinarsi.

“Ho preso una decisione. Intendo dire al mondo della mia omosessualità!”

Roberta sgrana gli occhi sorridendo, mentre Ugo ovviamente esulta!

“Questo è un giorno solenne, una nuova amica si aggiunge a questa grande famiglia! E dimmi, dimmi… Quando pensi di dare la notizia bomba al paparino? Già me lo vedo, Il Ministro dell’Economia Daniele Valencia segue a ruota l’Armando furioso stramazzando al suolo colpito da infarto!” Scherza Ugo, facendosi una risatina.

“Se queste sono le premesse, mi porterò il segreto nella tomba!”

“Non ascoltarlo! Quando pensi di raccontarlo ai tuoi?” Intervego.

“Quanto prima!”

“Mi sembra che hai preso bene la partenza del caro Cèsar!” Afferma Ugo.

“L’ho presa nell’unico modo in cui potevo prenderla! Cèsar è eterosessuale, io sono gay quindi la nostra relazione sarebbe stata impossibile!”

Ugo non fa in tempo ad aprire bocca che una voce mai sentita prima ci interrompe. E’ un tipo con i capelli ricci, scuri e gli occhi nocciola.

“Scusate, sto cercando l’ufficio della presidenza. Ho appuntamento con Diego Mendoza!”

“Mi dica, è cieco per caso? C’è un grosso cartello con scritto << presidenza >> appeso alla porta! E poi cosa ci fa qui nel mio mondo? La vede quella linea? Questa zona è off-limits!”

“Mi scusi, non avevo notato il cartello!” Risponde il tipo, che non mi stacca gli occhi di dosso. Ma che vuole?
“Ugo, non essere sgarbato con il nostro ospite. L’accompagno io dal presidente!” Dice Roberta, smontando dalla passerella mentre Ugo ed io riprendiamo le prove in attesa degli altri modelle e modelli.

 

Francesco

“Piacere, sono Roberta Mora, la direttrice finanziaria.”

Si presenta la prima persona gentile che ho incontrato. Escludendo Massimiliano all’entrata, che sembra uno zombie!

“Francesco Mèsa, sono qui per il posto di direttore del personale.”

“Io sono la sorella di Cèsar Mora, la persona che sostituirai!” Specifica la ragazza, prima di bussare alla porta della presidenza. Quando entriamo, la stanza è affollata.

“Betty, Armando!” Saluta la ragazza rivolgendosi ai due tipi più vecchi che, stando alle riviste che semina Silvia per casa, sono Armando Mendoza e sua moglie.

“Ciao Robertina!” La salutano loro.

“Francesco ciao!”

“Ciao Diego, come andiamo?”

“Bene, bene!”
“Francesco, è un piacere averti qui!”

“Per me è un piacere essere qui Lorenzo!”
“Mamma, papà, Roberta vi presento Francesco Mèsa, è la persona che ho scelto per sostituire Cèsar nel lasso di tempo in cui sarà in Spagna.”

“Molto piacere Beatrice Pinzon Solano!”

“Armando Mendoza, benvenuto nella nostra azienda!”

“Molto piacere. Questa sì che è una vera accoglienza!”

“Di cosa parli? Le segretarie non ti hanno accolto a dovere?”

“Per la verità Diego di là ho visto solo scrivanie vuote. Sono stato nello showroom ho visto delle persone in passerella, e un tipo assurdo mi ha detto << Mi dica, è cieco per caso? C’è un grosso cartello con scritto  presidenza  appeso alla porta! E poi cosa ci fa qui nel mio atelier? La vede quella linea? Questa zona è off-limits! >>. Avete mai pensato di appendere anche un cartello all’entrata con su scritto << attenti al cane >>?”

“Non può che trattarti si quel cretino di Ugo Lombardi! Lo perdoni Francesco, ha qualche ingranaggio mal funzionante!”

“Non si preoccupi dottor Mendoza. Questa è la mia scheda con il mio curriculum.” Dico passando il foglio a Diego, il quale lo infila in una cartellina dopo averlo letto e passato al padre.

“Mi sembra che voi vi conosciate già!” Commenta il dottor Mendoza.

“Per la verità sì, ma poco. Francesco è un amico di Isabella.”

“E di Silvia!” Aggiunge Lorenzo.

“Silvia, la ragazza che non ci vuoi presentare!” Commenta Armando Mendoza.

“Papà non ricominciare. Cosa ne dite di accomodarci di là? Faccio portare il contratto da Berta così Francesco può già iniziare.”

“Sarebbe un onore!”
Una volta aperta una porta scorrevole, ci affacciamo nella sala riunioni già allestita per la riunione di cui avevo sentito parlare da Isabella. Sedute al tavolo ci sono Isabella e Camilla Mendoza.

“Voi cosa facevate chiuse qui?” Domanda loro Diego.

“Cose di donne fratellino!” Gli risponde Camilla, mettendo nella custodia il suo tablet. Diego lancia uno sguardo interrogativo ad Isabella.

“Isabella mi perdoni, potrebbe rintracciare Berta e chiederle l’enorme cortesia di mettersi a lavorare? La mandi qui da noi con il contratto per Francesco!”
“Lo faccio subito dottor Armando, con permesso.”

“Isa, noi possiamo riprendere il discorso quando vuoi! Ora hai il mio numero!”

“Grazie Camilla. Con permesso.”

“Da quando voi due siete entrate in confidenza?” Le domanda Diego.

“Da 15 minuti circa. Sei troppo curioso! Francesco, è un piacere rivederla e in circostanze diverse!”

“Ben ritrovata dottoressa Mendoza.”

“Ci accomodiamo, che dite? Scambiamo due parole nel frattempo, visto che manca un po’ di tempo alla riunione!” Suggerisce Beatrice Pinzon. Tutti prendiamo posto, e i Mendoza cominciano a domandarmi qualcosa circa le mie precedenti esperienze lavorative.

 

Giulia

“Giulia, muoviti! Sono già tutti di la e tra poco arriveranno mamma, papà e Giulio.”

“Arrivo Michael, tu vai che ti raggiungo!” Rispondo a mio fratello, fingendo di sistemarmi il make-up.

Appena sento che entra in sala riunioni, mi affaccio furtiva e vedo che le segretarie,tanto per cambiare,sono rinchiuse in bagno, anche quella sciocca di Isabella. Si starà vantando per aver accalappiato Diego! Questa giornata è già cominciata da schifo visto che Massimiliano ha detto di non voler entrare nei miei piani. Devo almeno riuscire a mettere le mani su quelle stupide cartelline! Senza fare il minimo rumore, entro in presidenza. Al di là della porta, avverto un tale trambusto di voci che è impossibile che mi sentano. Mi guardo in giro sollevando delle carte fin quando la vedo: quella stramaledetta cartellina arancione giace sulla mensola dietro la scrivania e sento che dice << Giulia, portami via! >>. La nascondo sotto la maglietta, dentro l’elastico della minigonna ed esco dalla presidenza avviandomi verso l’ascensore da cui esce la mia famiglia.

“Giulia, andavi da qualche parte? C’è la riunione.”

“Già papà, ma mi sono accorta di aver lasciato l’auto aperta. Scendo e torno su in un battibaleno, tel’assicuro!”

“Basta che non fai tardi. Tanto per cambiare quella banda di sfaticate non è al loro posto!” Nota mamma.

“E ti sorprendi ancora?” Le dico.

“Noi andiamo di la, non fate tardi.”

“Va bene papi.”

“Cos’hai per me?” Mi domanda Giulio, quando mamma e papà si sono allontanati.

“Ho recuperato la cartellina arancione che aveva in mano ieri Diego!”

“Non qui, scendiamo in garage, vieni.” Mi dice, quindi entrambi ci infiliamo in ascensore.

 

 

FINE CAPITOLO 22.

 

Terminato, spero che vi sia piaciuto!

Di cosa avranno discusso Isa e Camilla? Che cosa progettano per il compleanno di Lorenzo e Diego? Che regalo farà Isabella a quest’utimo?

Come pensate che si comporterà Massimiliano nei confronti di Isabella e Diego? E darà corda a Giulia?
Giulio e Giulia scopriranno l’esistenza della RDL grazie alla cartellina arancione recuperata dalla ragazza?
Ha fatto bene Diego a mentire ai suoi genitori sulla storia di Giulia?
Cosa vorrà dire Daniele a Patrizia?
Come andrà la confessione di Michael?

E la reazione di David alla notizia del passato tra Giulio e Camilla, come andrà?
Tutti quelli malcontenti, come si comporteranno nei confronti di Paola, visto che sembrano tutti preferire Isabella? E Paola come reagirà al loro voltafaccia?

Auguro a tutti una buona Domenica!!

 

   
 
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