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Autore: Spensieratezza    03/01/2015    1 recensioni
Questa è una storia che parla di tre fratelli: Alisea, Alan e Zaffiro e ci sarà anche tanto, tanto amore fraterno!!
Sentì Zaffiro prendergli la mano e si sentì inaspettatamente protetto dalla sua stretta. Si voltò, sentendosi un po’ avvampare quando lo guardò negli occhi.
“Che tipo di visione? Non farmi stare in pensiero, Alan..” disse Zaffiro, prendendogli il viso tra le mani, ma Alan, imbarazzato, si allontanò dalle mani calde e premurose di suo fratello, sfuggendo a quegli occhi azzurri e preoccupati, quegli occhi azzurri come l’oceano atlantico.
(....) “Quanto sei idiota..” disse Alan, nascondendo la testa sul suo braccio coperto dalla felpa.
Non alzò più la testa per un po’. Rimase così, inspirando l’odore della felpa del fratello. era confortante. Sapeva di..casa.
Zaffiro rimase fermo, sorridendo e guardandolo. Alan poteva sentire il calore venire dal corpo di Zaffiro. Calore umano.
Senza quasi rendersene conto – o forse se ne rendeva conto e questa era la parte peggiore – alzò la testa per appoggiarsi al collo di Zaffiro.
ATTENZIONE: questa storia la metto come conclusa, fino a che non capirò come mandarla avanti.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 10:00. ora di matematica. Mancava ancora un'ora all'inizio dell'intervallo, e Alan si era già perso nel mondo delle nuvole e delle sue fantasie.
 
"E non è neanche capace di fingere di stare concentrato sulla lezione" Pensava Zaffiro, nel banco a fianco del fratello, con sbigottimento. (per errori burocratici, Alan aveva incominciato la scuola un anno prima degli altri bambini, per questo era in classe con Zaffiro ). 
 
Se continua a guardare cosi sfacciatamente il vuoto, il professore finirà per accorgersene" Pensava Zaffiro con rabbia. Intanto Alan stava ricopiando su un quadernetto, una frase che aveva letto sul libro dei profeti, e che l'aveva colpito molto. Zaffiro si sporse un pò per leggerne il contenuto. 
 
 
i tuoi figli non sono tuoi, sono figli e figli e figli della nostalgia che la vita ha di sè
vengono grazie a te, ma non da te
e anche se stanno con te, tuttavia non ti appartengono.
Puoi dargli il tuo amore, ma non i tuoi pensieri
perchè hanno pensieri loro
puoi custodire il loro corpo, ma non la loro anima
poichè l'anima dimora nella casa del domani,
e là tu non puoi andare nemmeno in sogno
 
 
Zaffiro non fece in tempo a ribattere a quanto aveva appena letto, che qualcun altro fu più veloce e prese il quadernetto dalle mani di Alan. "Ma bene, adesso ci gingilliamo a scrivere quello che ci pare invece di star attenti alla lezione, eh?"

Alan si fece paonazzo e cercò maldestramente di riprendersi il foglio, con scarsi risultati. Alle sue spalle i compagni ridevano.
"Professore, me lo ridia per favore". Disse Alan, ma l'insegnante teneva il quaderno fuori dalla sua portata.

"Non prima di aver letto che cosa aveva di tanto importante da scrivere, da non poter assistere alla lezione, il nostro provetto poet...."  l'insegnante non riusci a finire la frase, che Zaffiro con destrezza gli sfilò di mano il quaderno.

"Mi scusi, professore, ma sono cose personali di mio fratello, che non credo vorrebbe venissero lette".  Disse con spavalderia Zaffiro, sotto lo sguardo irritato del professore, l'aria di gratitudine di Alan e gli sguardi curiosi dei compagni. 

"Bene, ragazzo, sei coraggioso, molto coraggioso, io apprezzo il coraggio, e anche la solidarietà fraterna".  Disse il prof con un sorriso maligno. "Un punto di nota per Alan e uno per Zaffiro per la sua insolenza". 
"Che cosa? Nota perchè? Perchè non gli ha fatto leggere una cosa personale? E io per aver difeso mio fratello?" 

"DUE note di demerito per Zaffiro, e se non sta zitto, diventeranno CINQUANTA. " concluse minaccioso il professore andando a prendere il registro, tra le risate generali. 

"Mi dispiace tanto, Zaffiro, è tutta colpa mia" disse Alan in un soffio.

"Non ci pensare, Alan, sono pensieri tuoi che nessuno che tu non voglia ha diritto di leggerli, e intanto quello sbruffone non l'ha avuta vinta" disse Zaffiro con un sorriso. 

"Grazie Zaf, tu puoi leggerli se vuoi"   

"L'ho già letto, caro. sono tuo fratello dopotutto, posso farlo, no? " Disse Zaffiro con un sorriso ancor più ampio.

Alan gli diede una sberla giocosa in testa. 

" Credo che il signorino Alan e il signorino Zaffiro trovino troppa monotona questa lezione per i loro cervelli sopraffini, quindi credo di fare loro un piacere facendoli uscire dalla classe" disse a denti stretti il professore. Alan e Zaffiro si alzarono in piedi, ma Zaffiro indugiò qualche secondo, poi si voltò.

"Non prende il registro, prof? " 

"Prego?" chiese il professore, irritato più che mai. 

"Beh, aveva detto che se avessi detto un'altra parola, le note sarebbero diventate cinquanta."

"ANDATE FUORI, FUORI" Gridò il professore, mentre Alan agguantò uno zaffiro sghignazzante per la collottola, e si trascinò fuori dall'aula con lui, tra le risate generali. 
 
 

 
 
Nel parco della scuola, Alan rimproverava bonariamente Zaffiro: "Non puoi fare a meno di metterti nei guai, eh? avevi già due note, che bisogno c'era di...."
“è una questione di principio, Alan, quello non può permettersi di fare il prepotente solo perchè siede su quella sedia....e poi non mi piace  come ti tratta" aggiunse Zaffiro voltando lo sguardo.
Alan fece un sorriso. "Ti ringrazio per avermi difeso, ma forse dopo hai un pò esagerato. Alle volte bisogna cercare di ripagare la prepotenza con la diplomazia, se si vuole andare ben..." 

"No! No! No! Alan, è sbagliato! non bisogna mai essere troppo teneri con certa gente, altrimenti ti mettono i piedi in testa, dai retta a me Alan, è cosi". Alan sapeva che era inutile insistere. Zaffiro aveva un cuore d'oro, ma era molto testardo, e forse il suo bello era anche questo. Ad ogni modo aveva un cuore generoso, ed era questo che importava. 

"Tu ed Alisea, siete teneri, troppo. è una bella cosa, ma la gente tende ad approfittarsene quando scopre che hai dei punti deboli, che può colpirti, ma non ti preoccupare, ci sono io a badare a voi ".

Quelle parole da adulto  dette da un bambino di undici anni fecero quasi sorridere Alan.  "Tu? Zaf, hai solo un anno più di me, non sei poi tanto grande!"
Zaffiro si girò ridacchiando.  "Non è l'età che fa un uomo, al" Alan si strani a queste parole.

"Che c'è?" 

"Niente, stavo pensando che tutti in aula ridacchiavano e non si sono persi una sola battuta, ma nessuno si è sognato di venire in nostra difesa" .
Zaffiro gli mise una mano sulla spalla. "E ti sorprendi, Al? te l'ho sempre detto, NON DEVI FIDARTI DI NESSUNO, non abbiamo amici, qua. E poi hai me e Alisea, non è abbastanza? " 

"Certo che lo è" disse Alan con un sorriso. 


 
Restarono la restante ora a chiacchierare del più e del meno e dell'ipocrisia dei compagni di classe, che dietro ne dicevano di tutti i colori sul professor Manfredi, ma davanti erano solo bravi a fare i lecchini, e a intervallo suonato quando vennero un gruppetto di ragazzi a  congratularsi per avergli tenuto testa, a Zaffiro montò la rabbia:

"Ah si, eh? E perchè se eri d'accordo, non hai detto niente?"
 
“Ma io...veramente...lo sai com'è il prof..." 

"E tu perchè non hai detto niente? E tu? E tu? " fece eco Alan sotto  il silenzio generale. 

"Avete ragione, lo sappiamo com'è il prof, ma sappiamo anche come siete voi, e non siete meglio di lui"

concluse Alan , allontanandosi con il fratello. 


















Note dell'autrice: 

Specifico che so che per certi versi Zaffiro e Alan possono ricordare Sam e Dean, ma in realtà quando ho cominciato a scrivere questa storia, e anche la versione riveduta, non conoscevo ancora Supernatural O___O

Questo devo specificarlo <3 mi basavo su un amore fraterno che avrei voluto vedere, e mi piace che poi sono stata accontentata scoprendo Supernatural <333  
   
 
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