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Autore: yukikofairy    08/01/2015    3 recensioni
E se, invece di una sola persona, un gruppo di amici si ritrovasse improvvisamente nella terra di mezzo?!
E se avessero solo qualche fugace ricordo dei libri e dei film sul mondo in cui sono capitati?!
Dalla storia:
Il vecchio con un bastone è a pochi passi da noi e ci scruta, serio. Nello sfondo tredici nani, vestiti come a carnevale e armati fino ai denti, ci stanno fissando in un modo che non mi piace. Non mi piace affatto.
[...]
Mentre aspetto che dica qualcosa lo osservo di sott’occhio. Mi ricorda incredibilmente uno di quei dipinti classici, antichi dove sono ritratte persone belle da far male, ma vuote.
«Chi sei?» chiedo, cercando di mantenere la mente un po' lucida.
Lui sorride senza nessun segno di allegria, avvicinandosi con passi di una lentezza esasperante verso di me.
«Sono certo che ti allieterà sapere che stai parlando con il re, umana»

STORIA MOMENTANEAMENTE INTERROTTA.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bard, Fili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Esmeralda:
 

Camminiamo per giorni... e giorni... e giorni. 

O almeno credo. 

Quaggiù il sole non arriva mai, per cui è facile non capire da quanto tempo siamo qui dentro. L'aria è opprimente e sento costantemente la testa girare. 

Sono stanca, sporca e affamata, ma nascondo tutto dietro una maschera d'impassibilità e indifferenza. 

Anche gli altri sono sfiniti ma, come me, cercano di non darlo a vedere. Io però li conosco troppo bene per non accorgermene. 

Ska è tesa e scontrosa, Dav dal nervoso spara cazzate ogni secondo e Lils parla molto poco, ma la notte la sento piangere rannicchiata vicino a me. 

Io invece mi limito ad essere più acida del solito. 

Il che è tutto dire. 

Comunque ci impegniamo davvero per non rallentarli. Non vogliamo che quel tipo continui a dirci che siamo un peso. 

Anche perché se proprio vogliamo parlare di peso metterei in mezzo Bombur. 

Simpatico per carità, ma quanto diamine è grosso?! 

Mi volto verso Ska, che cammina affranta alla mia destra. 

«Se riesco a diventare nutrizionista, una volta tornata nel nostro mondo, giuro che poi torno qui a prescrivere una bella dieta a Bombur» sussurro ghignando.

Noto con sollievo che riesco a farla ridere. Purtroppo però si distrae un attimo e rischia, per colpa di una radice, di finire faccia a terra. 

Fortuna vuole che, invece di cadere, voli letteralmente addosso ad un nano. 

Che botta. 

Lui si volta subito, furioso. 

In questo modo i due sono vicinissimi, quasi alla stessa altezza. Si perché Ska è poco più alta di Lils. Sono due nanerottole.  Meno male che ci siamo io e Dav che alziamo la media del gruppo. 

Quando capisco chi è il nano che ha travolto mi sento sbiancare. Oh no. 

Fossi stata io avrei preferito di gran lunga finire stesa nel fango. 

«Mi dispiace, non volevo» si affretta a dire Ska-Faccia-Più-Rossa-Di-Un-Pomodoro, facendo un passo indietro. 

Non capisco perché con lui si comporti così. Di solito è spigliata e schietta come me. 

Boh, valla a capire.

«Sta più attenta la prossima volta» commenta Thorin secco, voltandosi e tornando a camminare. 

Dio mio questo tipo è più acido di me. 

Assottiglio lo sguardo pronta ad urlargli qualche insulto, quando la mia amica mi tira una gomitata fra le costole. Mi chino in avanti, presa in contropiede. 

«Mi hai fatto male» in realtà, più che dolorante, sono offesa. 

Lei alza le spalle, senza rispondermi. 

«Ma si può sapere che hai?» la fermo prendendola per un braccio per far scorrere gli altri nani, in modo da rimanere in fondo alla fila. 

Per fortuna Lily e Dav sono molto più avanti, altrimenti quel cretino sarebbe già corso in aiuto della sua donzella in difficoltà. 

Che poi, diciamocelo, di sicuro avrebbe solo peggiorato la situazione. 

«Non ho niente. E lasciami» mi risponde freddamente, divincolandosi dalla mia stretta. 

Riprendiamo a camminare, tenendoci però a qualche passo da Bifur e Oin, gli ultimi della fila dopo noi. Si, ho quasi imparato tutti i loro nomi a furia di sentirli nominare. 

«Non so nemmeno io che ho» si guarda intorno nervosa «probabilmente è la foresta» 

Sbuffo. Ovvio che la foresta ci sta mandando fuori di testa peggio di qualunque droga ci sia nel nostro mondo, ma io non mi stavo riferendo all’aria o agli animali.

«Con la mia domanda intendevo che ti prende quando c'è lui nei paraggi» si volta di scatto verso di me, gli occhi verdi sgranati. 

«Lui chi?» sussurra sulla difensiva. Sbuffo di nuovo, facendo un cenno del capo verso Scudodiquercia, a qualche metro da noi. 

«Guarda che mi comporto normalmente» non dico niente… mi basta alzare un sopracciglio «e poi, sia te che Dav, dovreste stare più attenti a come vi comportate. Se si incazza sul serio poi ci pianta qui dentro, il che vuol dire morte certa» 

Non ha tutti i torti, ma non me la racconta giusta. Secondo me le piace un po' quello scorbutico. 

Comunque evito di controbattere, troppo stanca per continuare il battibecco. 

Cammino più veloce di alcuni nani, andando ad affiancarmi a Bofur. E' sicuramente uno dei più simpatici del gruppo. Almeno per me. 

«Ciao Lingualunga» mi sorride e io rispondo con una linguaccia. 

Non so perché ma alcuni di loro stanno iniziando a darci dei soprannomi. 

Ska è Bambolina, forse perché sembra fatta di porcellana, Lily è Capellid'oro, soprannome che non ha bisogno di spiegazioni, e io sono Lingualunga. David ha avuto un culo immenso perché, essendo maschio, gli hanno risparmiato questa sofferenza. 

«Ho fame e mi fanno male i piedi» mi lagno a voce bassa, per non farmi sentire dai rompipalle del gruppo. Mi riferisco principalmente a Thorin e il pelatone Dwalin. 

Bofur ride. La testa si muove leggermente e, insieme ad essa, anche il cappello. 

«Non sei la sola, Lingualunga»

Mmmmmmmm 

Mi chiudo in un ostinato silenzio per il resto del giorno. Alla fine lo scorbutico si decide a farci riposare e dormire qualche ora. 

Mi siedo accanto a Bilbo e Dav. 

Tutti mangiamo giusto qualche galletta di miele, regalo di Beorn, e beviamo solo pochi sorsi d'acqua. Il cibo e l'acqua stanno finendo e noi ancora non vediamo la fine di questa maledetta foresta. 

Dire che ho una paura tremenda è poco. 

Ma questo non posso farlo vedere ai miei amici. La forte del gruppo sono io. Un grosso peso da portare quando si è stanchi e demoralizzati. 

«Posso chiedervi una cosa?» la voce di Bilbo mi riscuote dai miei pensieri. Noto incuriosita che sta guardando me e i miei amici. 

«Certo» risponde Ska, sorridendogli. 

«Beh avete dei nomi inusuali. Hanno un significato?» Oh ma che carino. Mi verrebbe da spupazzarlo tutto, con quella faccina tenera e furbetta. 

Guardiamo tutti e tre Lily, che sta già diventando rossa, sapendo che è lei quella che parla volentieri di significati di nomi, cose spirituali e roba varia. 

Mi indica «Esmeralda significa speranza» quella che vorrei avere in questo momento «David vuol dire» 

«Essere vivente privo di un cervello» la interrompo, ghignando. In risposta mi arriva uno schiaffo in testa. 

«David significa amato, scelto» continua lei mentre io mi tocco il punto colpito, guardando Dav offesa. 

Lily si indica 

«Lilian significa giglio, generalmente simbolo di purezza» infine Ska «E Alaska è ciò contro cui si infrange il mare» 

Kili emette un leggero fischio «è un bel significato Bambolina» esclama, guardando la rossa, che stringe gli occhi. 

«E allora potresti anche avere la grazia di chiamarmi con il mio vero nome» commenta ironica.  

«Sono tutti bei nomi» si intromette educato lo hobbit, prima che Kili possa risponderle. 

Gli altri nani annuiscono e noi non possiamo far altro che sorridere. 

Mi stiracchio, lasciandomi andare ad un gran sbadiglio. 

Con la coda dell'occhio noto Lily e Fili parlare tra loro. Quei due sembra stiano legando parecchio. 

Prima o poi stresserò la mia amica in cerca di pettegolezzi, ma adesso sono troppo stanca. 

Il buio ormai è molto fitto. 

Ci rannicchiamo tutti vicini per riuscire a dormire un po’, mentre Thorin inizia il turno di guardia.

L'ultima cosa che vedo, prima di sprofondare in un sonno profondo, sono tanti occhietti gialli che mi fissano dall'alto. 


 

Pov Alaska:

 

Occhi. Occhi ovunque ci osservano, insistenti. 

La voglia di urlare e correre fino a quando non ho più fiato per respirare è talmente forte da farmi quasi male. 

So a quali animali probabilmente appartengono quegli occhi. 

Non è difficile da capire. 

Da quando siamo partiti siamo circondati da ragnatele. Oddio. Solo al pensiero vomito. 

Tra la tensione e i crampi per la fame non riesco a dormire. 

Mi alzo piano, evitando di svegliare Dav e Lily, accovacciati accanto a me. Resto qualche attimo immobile, cercando di vedere in quell'oscurità totale il nano di guardia.

 Appena lo individuo mi muovo lentamente, pregando di non pestare qualcuno. 

Fortunatamente mi siedo vicino a lui senza causare danni. 

Noto, con una fitta al cuore, che è sempre Thorin il nano di turno. 

Mi era sembrato, prima di alzarmi, che fossero passate infinite ore da quando mi ero accovacciata per riposare. Speravo così di trovare qualcun altro a fare da guardia. 

Riesco a vedere a malapena i suoi lineamenti. 

«Che ci fai qui?» Sussurra, burbero. 

Si volta verso di me. Nonostante il buio pesto è come se riuscisse a vedermi l'anima. 

«E' un po' difficile dormire, con tutti questi occhi che ci fissano, per una che ha il terrore dei ragni» ammetto, troppo stanca per mentire o rispondere a tono. 

Lui resta zitto a tal punto da farmi credere che non dirà più niente. 

Nonostante ciò mi sento più al sicuro qui che attaccata a tutti gli altri. 

Mi rilasso leggermente, sentendo la testa farsi pesante. 

«Ha un bel significato il tuo nome» 

Alzo di scatto il viso, confusa. Allora stasera stava ascoltando. 

«Grazie» il tono di voce è basso, per evitare di svegliare gli altri «spero solo che il mare, quando si infrangerà, non mi distrugga» un lieve sorriso si fa strada sul mio volto, anche se so che lui non può vedermi. 

Questa volta non risponde. Sento gli occhi chiudersi. 

Mi addormento, appoggiandomi a qualcosa di morbido. 

 

 

Quando riapro gli occhi il buio non è più così totale. 

Probabilmente è l'alba. 

Mi accorgo, con sorpresa, di essere seduta. Il collo mi fa un male cane e metà del mio viso è spiaccicato contro una spalla. Oddio una spalla? Mi tiro su di scatto. 

Finalmente realizzo, con non poco terrore, di essermi letteralmente addormentata addosso a Thorin. 

Lui si volta a guardarmi. 

In un primo momento il suo sguardo è tranquillo, quasi sereno. Subito dopo però torna ad assumere il suo solito atteggiamento burbero. 

«Ben svegliata» commenta ironico, alzandosi. 

Va da gli altri e inizia a svegliarli.

Leggermente intirizzita mi alzo anche io, pronta a dare una mano. 

Nel farlo però noto qualcosa scivolare sul terreno. Lo raccolgo, sorpresa. E' un cappotto blu scuro, orlato di pelliccia. 

Thorin, lo scontroso Thorin, mi ha fatto dormire sulla sua spalla e per di più mi ha coperto con il suo cappotto?

L'aria della foresta sta dando alla testa anche a lui. Non c'è altra spiegazione. 

Mi avvicino a Thorin, che mi da le spalle e parla con Balin, con il mantello tra le mani. 

«Perché non mi hai svegliato questa notte per fare il turno di guardia?» chiede l'anziano nano, guardandolo preoccupato. 

«Volevo solo farvi riposare un po' di più» da una pacca sulla spalla a Balin, chiudendo così il discorso. 

Mi fermo di scatto. 

Magari non vuole che si sappia che ho dormito appoggiata a lui. Beh in realtà nemmeno io voglio che qualcuno lo scopra. In particolare i miei amici. 

Non farei più vita dopo.

Torno velocemente al posto dove ho dormito e lascio cadere il cappotto accanto allo zaino e alle cose del nano. 

Mi guardo intorno, guardinga, per vedere se qualcuno ha notato il mio gesto. Fortunatamente nessuno mi sta considerando. 

Con passi rapidi torno accanto a Dav e Lily e li sveglio. 

 

 

I giorni continuano a susseguirsi, lenti. 

Grazie a questa maledetta foresta stiamo tutti impazzendo. Le ragnatele continuano ad accompagnarci nel nostro cammino, insieme agli occhietti gialli, e il cibo e l’acqua sono praticamente finiti. 

L’unica nota positiva è che riesco a riposare di più. 

Le notti in cui Thorin è di guardia infatti, dopo essermi accertata che tutti dormono, sgattaiolo via dal mio posto e gli siedo vicino. 

Non ci rivolgiamo mai la parola. 

Semplicemente riesco a dormire se so che è accanto a me e lui sembra accettarlo. 

La mattina mi sveglia prima degli altri e, dopo avergli ridato il mantello con cui mi ha coperto la notte, torno silenziosa al mio posto. 

Per ora sembra che nessuno se ne sia accorto.

 

 

Dopo non so quanti giorni arriviamo al fiume che Beorn ci ha raccomandato di non toccare, né di bere la sua acqua. 

Con non poche difficoltà riusciamo a passarlo. 

Tutti tranne Bombur che casca al suo interno, addormentandosi di colpo. 

Accanto a me sento Esme sussurrare qualcosa, quasi sicuramente «idiota». 

Le do una gomitata e lei mi risponde con un versaccio. 

Adesso ci tocca pure portare gli zaini di quelli che devono trasportare Bofur. Una faticata in più. 

Demoralizzati ed esausti, ricominciamo a camminare.

 

 

«Ora basta! Silenzio! Dico a tutti» 

Sbatto gli occhi confusa. Gli altri smettono subito di litigare tra loro. Ci voltiamo di scatto verso Thorin.

«Siamo osservati» 

Un brivido mi scorre lungo la schiena. 

Io, Dav, Esme e Lily ci stringiamo tra noi, osservandoci attorno impauriti. 

Bilbo decide di salire su di un albero, per riuscire a vedere l’uscita di questa foresta, e io lo accompagno. 

Sono sempre stata abbastanza brava a scalare e ho un assoluto bisogno di vedere il cielo.

Dav protesta, ma io lo ignoro e salgo insieme allo hobbit. 

Sento i nervi tendersi ad ogni movimento, doloranti. Questa sensazione però in qualche modo mi piace. 

Riesce a farmi capire che sono ancora viva. 

Dopo un tempo che mi pare infinito, riusciamo ad arrivare in cima. 

Lo spettacolo che ci si presenta davanti ci emoziona e non poco. Il sole sta tramontando e tutto intorno a noi ci sono foglie rosse.

Il paesaggio è magnifico. 

Respiriamo a fondo l’aria, che sembra così magnifica dopo tutti i giorni in quello schifo, mentre il vento ci smuove i capelli. 

«Riesco a vedere un lago» urla Bilbo, sorridendo «e un fiume. E la montagna solitaria» 

Non posso fare a meno di ridere, felice. Non riesco a crederci. Finalmente possiamo uscire da questo inferno.

«Ci siamo quasi» continua il piccoletto. Da giù però nessuna risposta «mi sentite? So da quale parte andare»  

Niente. Inizio a preoccuparmi.

Sentiamo un rumore provenire dal basso. 

«Ci siete?» insiste lui. 

Nessuna risposta. 

In compenso, notiamo con orrore, dei rumori si fanno sempre più vicini. 

Adesso decisamente non sorridiamo più. 

Scendiamo di poco, ma lo hobbit all’improvviso inciampa su una schifosa ragnatela, cadendo giù.

«Bilbo» urlo, cercando di raggiungerlo, anche se la cosa risulta molto difficoltosa. 

Mi blocco di scatto quando noto, qualche metro sotto di me, una bestia enorme apparire vicino al mio amico, che cade ancora più in basso. 

Il terrore mi invade.

Un ragno, spuntato dal nulla, si avvicina velocemente verso di me. 

Mi guardo intorno, in preda al panico.

Che cazzo faccio?

Quando ormai sta per prendermi, raccolgo l’ultimo coraggio che mi resta e salto nel vuoto. 

Urlo con tutto il fiato che ho in gola, mentre scivolo in una caduta per me infinita.

Infine solo il buio.

 

 

Angolo dell’autrice:

Di nuovo chiedo scusa per il ritardo! Vorrei riuscire a pubblicare più velocemente, ma ho poco tempo libero ed è davvero tosta.

Grazie grazie grazie per tutte le recensioni e per chi mi segue e basta. Siete tantissimi *si inchina grata*

Spero di non deludervi <3

Un abbraccio,
yukiko

  
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