Fanfic su attori > Ryan Gosling
Segui la storia  |       
Autore: Suomalainen    08/01/2015    0 recensioni
E se per una trovata pubblicitaria un attore super famoso dovesse tornare alle sue origini? Cosa succederebbe se la sua intera vita fosse sconvolta nel giro di poche settimane? E se la causa di questo sconvolgimento fosse una ragazza comune appartenente ad un mondo completamente diverso dal suo?
Forse però l'amore è sempre uguale, e non fa differenze tra il mondo delle superstar e quello delle persone normali.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Breakaway.

Felt like no one could hear me
Wanted to belong here
But something felt so wrong here
So I prayed I could breakaway.
[Breakaway, Kelly Clarkson]


Ryan

Era quasi ora di partire, tutto era pronto e la macchina mi stava aspettando nel viale davanti a casa. Il telefono iniziò a suonare proprio mentre stavo sistemando le ultime valige dentro il bagagliaio del mio fuoristrada.
«Pronto?»
«Ehi Ryan! Sono Luke, come l'ha presa London?»
«Abbiamo rotto»
«Mi dispiace»
«Non è vero»
«Hai ragione, comunque... Sei pronto?»
«No, non penso.» lo dissi più freddamente possibile, per cercare di far sentire in colpa il mio maneger, ma non servì a nulla, «Fantastico!» rispose contento «Ci sentiamo domattina, quando ti sarai già sistemato»
«Va bene, a domani...» stavo per mettere giu quando la sua voce mi richiamò «Ah... Ryan?»
«Sì?»
«Non attirare troppo l'attenzione per favore»
«Farò del mio meglio.» e chiusi la telefonata.
Mi misi al volante e partii. Non mi serviva il navigatore per andare lì, nonostante fosse passato tanto tempo dall'ultima volta che ci ero andato, la strada la ricordavo benissimo.
Non condividevo per nulla l'idea di Luke, come avrebbe giovato alla mia immagine allontanarmi da tutti e da tutto, per tornare in quel buco di città dov'ero cresciuto? Per di più io e London avevamo rotto, non che me ne fregasse poi qualcosa, ormai stavamo insieme per forza di abitudine, non era più come i primi momenti passati insieme. Io ero cotto di lei, ma da come si erano evolute le cose, dubitavo che lei fosse mai stata innamorata di me, forse le servivo, oppure aveva deciso insieme a sua madre che ero un partito più che decente. Dio, quanto odiavo sua madre. "Almeno adesso non dovrò più vederla" pensai.

Dopo quattro ore circa arrivai a destinazione, parcheggiai nel vialetto davanti a casa dei miei. Adesso loro abitavano in un'altra città vicino, più grande e più comodo per me da raggiungere, ma quella casa non erano mai riusciti a venderla, avevano sempre pensato che una casa in campagna sarebbe sempre potuta servire "Per quando sarò nonna" era solita ripetere mia madre. Sì, certo, aspetta e spera.
Scaricai i bagagli ed entrai nella villetta; dentro era esattamente come me lo ricordavo, non era cambiato nulla, il divano davanti al caminetto, le foto di famiglia appese al muro, la cucina bianca e luminosa.
Salii le scale per andare a vedere le stanze, la mia non esisteva più, quando me n'ero andato si era trasformata in uno sgabuzzino, mi ricordo di essermi arrabbiato con i miei per questo, ma adesso capivo perché l'avessero fatto. Entrai in quella dei miei, sarebbe stata mia per le prossime settimane, sistemai le mie cose nell'armadio e disfai il resto dei bagagli, mi feci una doccia e poi scesi in cucina per farmi qualcosa da mangiare.
Finito di mangiare guardai l'ora, le nove e trenta, il tempo sembrava volato, mi buttai sul divano e accesi la televisione. Trovai subito quello che cercavo: trasmettevano la diretta della serata di galà alla quale avevo dovuto rinunciare, c'era lo stesso giornalista che mi aveva intervistato il giorno prima «Ed eccoci di nuovo qua!» stava dicendo emozionato «Ci sono arrivate voci sul fatto che il nostro amato Ryan Gosling non sia con noi questa sera» si diresse verso delle fans «Hai saputo che l'attore Ryan Gosling non sarà qua questa sera?» chiese ad una di loro, «No» rispose lei emozionata «Ne sono rimasta delusa, speravo tanto di incontrarlo» sembrava realmente triste. La trovai quasi patetica, non mi conosceva neanche, come poteva essere triste?
«Sono sicuro che lui ora ci stia guardando» riprese il giornalista «Vuoi dirgli qualcosa?»
«Sì!» urlò la fan «Ryan TI AMO! SPOSAMIII RYAN!» e poi sventolò un cartellone con un mio primo piano. Il giornalista si allontanò un po' e poi rivolto verso le telecamere disse «Come puoi notare siamo tutti tristi per la tua assenza Ryan... Oppure no» corse verso il tappeto rosso e il cameraman inquadrò una coppia appena arrivata. Lui era un attore che era diventato famoso fra gli adolescenti per un suo ultimo film che aveva avuto grande successo e lei era... No. Non era possibile.
«A quanto pare qualcuno non è a tenere compagnia a Ryan questa sera» disse l'uomo e si avvicinò alla coppia «London, dove hai lasciato il tuo fidanzato?»
«Veramente non lo so... Ci siamo lasciati» disse toccandosi i capelli, odiavo quando faceva così, perché voleva dire che si stava per inventare qualcosa.
«Ma come London? Fino a ieri vi amavate così tanto... Cosa è successo?»
«Bhè, ieri sera l'ho trovato a letto con un'altra e così ho deciso di chiudere-»
Spensi la televisione e buttai il telecomando per terra. COSA? Così adesso era colpa mia che l'avevo tradita. Non ci potevo credere. E per di più lei mi aveva già rimpiazzato con un altro. Tirai un pugno al muro, facendomi sanguinare le nocche. Stronza.
Avevo bisogno di bere, ma in casa non avevo nulla, presi le chiavi della macchina e partii.

Julia

Entrai nel pub, ero mezz'ora in ritardo, ma non mi avrebbero detto niente, Ayani mi avrebbe coperta come io solitamente facevo con lei.
«Ehii, pensavo ti fossi persa!» urlò la mia amica non appena entrai
«Scusa, sono rimasta addormentata...»
«Allora? Il colloquio com'è andato?»
«Non so...» risposi «Mi hanno detto che mi avrebbero fatto sapere»
Presi il grembiule e me lo infilai, afferrai il taccuino e mi guardai in giro, era decisamente pieno quella sera, ed erano tutti abbastanza caldi per via dell'alcool in corpo.
«A che ora stacchi?»
«Tra due ore, tu?»
«Mi tocca l'ultimo turno oggi» sospirai, non mi sentivo informa quel giorno, avevo anche una brutta sensazione per il colloquio di quella mattina, non erano stati entusiasti di me, anzi, quando parlavo sembrava quasi che fossero annoiati. "Le faremo sapere entro due settimane", avrei lavorato in quel bar per il resto della mia vita, perché quelle erano le parole in codice per dire che non ero ciò che cercavano.
Fui chiamata da un gesto di un cliente al bancone «Cosa ti posso portare?»
«Tre birre»
«Arrivano» mi spostai vicino al frigo e ne tirai fuori tre, mi chinai per prendere lo stappa bottiglie, quando udii un rumore di bicchieri rotti. Mi alzai di scatto e vidi che era scoppiata una rissa sul fondo del locale. Mollai lì le birre e corsi nella loro direzione, un ragazzo con un cappellino da baseball calato sugli occhi stava tirando un pugno ad un uomo che in zona era conosciuto per essere una testa calda «Smettetela» urlai, cercando di farmi spazio, ma nessuno sembrò sentirmi. Arrivarono altri due ragazzi che iniziarono a picchiare anche loro il ragazzo con il cappello. Mi buttai in mezzo «ADESSO BASTA» urlai, arrivò anche Ayani che si mise di fianco a me con un telefono in mano «Se non ve ne andate giuro che chiamo la polizia» disse decisa. L'uomo fece un cenno agli altri due e uscirono lasciando il ragazzo a terra, cercai di farlo rialzare e poi lo aiutai a camminare «Lo aiuto io, tranquilla» dissi ad Ayani, e poi condussi il ragazzo nello stanzino dove tenevamo il kit di primo soccorso. Lo feci sedere su una sedia, presi dal kit del cotone e ci versai del disinfettante sopra.
«Hai avuto fegato a metterti in mezzo»
«Tu invece non hai avuto un pizzico di cervello per attaccare rissa con Travis»
«Chi?» chiese tra una smorfia e l'altra
«Lascia perdere... Non sei di queste parti eh?» presi una sedia e la portai davanti alla sua, mi sedetti e gli tolsi il cappellino. La sua faccia era una maschera di sangue «Dalla tua faccia deduco di essere messo male» ironizzò, avvicinai il cotone al suo viso «Farà male» lo avvertii, e poi iniziai a pulirlo dal sangue. Non disse nulla, ma si vedeva che il disinfettante bruciava a contatto con le sue ferite; finito di pulirgli la faccia gli diedi un fazzoletto per il naso perché continuava a sanguinare e poi passai a fasciargli la mano destra che aveva tutte le nocche sanguinanti.
«Passerà» lo guardai in faccia, adesso, almeno pulito dal sangue, sembrava molto più presentabile. Sembrava quasi... «Assomigli ad un attore famoso sai?» gli dissi
«Davvero? A chi?»
«Si chiama Ryan Goglin... O qualcosa del genere» lo vidi sorridere divertito «Già, qualcosa del genere probabilmente»
«Viveva qui una volta sai?»
«Interessante»
«Già... Io dovrei tornare di là, come ti senti? Devo chiamare un'ambulanza?»
«Starò bene e se mi prepari qualcosa di veramente forte da bere, starò ancora meglio».

Erano le tre di notte passate, nel locale c'eravamo solo più io e il ragazzo della rissa «io dovrei chiudere» gli dissi avvicinandomi a lui, lui mi guardò con sguardo vuoto e si mise in piedi a fatica «Me ne vado subito...» sbiascicava le parole, era ubriaco fradicio, probabilmente gli avevano servito altri drink dopo quello che gli avevo preparato io, perché era veramente messo male.
«Vuoi che ti chiami un taxi?»
«No, io... Ho la macchina qui fuori...»
«Non puoi guidare in queste condizioni!»
«Io sto benissimo. Di quali condizioni stai parlando? Devo solo trovare le chiavi...» si frugò in tasca fin quando non ne tirò fuori un mazzo di chiavi, che io prontamente gli strappai di mano «Se guidi in questo stato sarai un pericolo per te e per gli altri! In che hotel dormi? Ti chiamo un taxi»
«Io ho una casa qua, mica dormo in un hotel»
«Qual'è la via allora?»
«Los Angeles»
«Non siamo a Los Angeles!»
«Strano... Perché io ho una casa anche lì» si mise a ridere «Ho una vita lì... Anche degli amici e una volta avevo una fidanzata» iniziò a blaterare qualcosa riguardo ad un attore famoso, che però non riuscii a seguire. Non potevo farlo guidare in quello stato, ma lui non si ricordava dove abitava, cosa dovevo fare? Non sembrava un maniaco, anzi adesso che lo guardavo bene portava vestiti costosi e sembrava un bravo ragazzo. Sospirai, me ne sarei pentita, ne ero sicura, gli tesi la mano «Vieni con me».

Angolo dell'autrice:
Hola mundo! Lo so sono stata pessima, è da un botto che non aggiornavo (come se ci fosse qualcuno che segue la storia HAHAH). Anyway, ecco a voi il terzo capitolo della storia, fatemi sapere che ne pensate, se vi ha fatto schifo, se è tremendamente prevedibile, se vi è piaciuto, se potrebbe essere usato come carta igenica, insomma qualsiasi cosa che vi venga in mente scrivetela, davvero!
Buon giovedì a tutti!
Suomalainen (;
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ryan Gosling / Vai alla pagina dell'autore: Suomalainen