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Autore: ToInfinityAndBeyond_    12/01/2015    2 recensioni
-Nash, non ce la faccio..-
-Devi restare forte. Per me, per te, per tutti-
-Non ho mai avuto una ragione per sorridere-
-Allora d'ora in poi fallo per me- rispose Nash abbracciandomi stringendomi forte a se mentre le lacrime mi graffiavano il viso.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NEW YORK:



Finalmente il giorno di partire ed andare a New York era arrivato ed in quel momento io ero seduta accanto a Federica sui sedili dell’aereo.
Le lancia un’occhiata al suo volto, e la vidi con la testa appoggiata alla mia spalla con le cuffiette infilate nelle orecchie mentre dormiva.
Sentivo il suo respiro regolare e sembrava così calma quando dormiva, cosa che era tutto il contrario quando poi era sveglia.
Finalmente dopo 9 ore di aereo eravamo arrivate a New York e Federica sembrava davvero turbata nell’aver interrotto il suo sonno così bruscamente.
Quando arrivammo a destinazione con il taxi, ci trovammo di fronte ad un gigantesco ed immenso grattacielo che sembrava non avesse una fine e che continuasse anche oltre il cielo.
-Staremo qua?- domandò incredula Federica spalancando la sua bocca impressionata.
-Sì- esclamò mia madre, anch’ella emozionata.
Subito dopo entrammo e quando salimmo tutti i piani, circa ventidue, per arrivare alle nostre stanze, entrammo posando le valige al suo interno.
-Questa deve essere la vostra, la mia è quella accanto- disse mia madre uscendo per andare nell’altra camera.
Era davvero enorme, con una bellissima vetrata che aveva la visuale su Central Park, quasi innevato.
-SIAMO A NEW YORK!- quasi strillò Federica buttandosi a capofitto sul suo letto, quello vicino al muro.
-Sì Fede, ma non urlare altrimenti ci cacciano ed addio vacanza ahaha- la scherzai io dirigendomi alla vetrata.
Lei rise ed annuì, poi quando ci assicurammo che la porta della stanza era chiusa ed il badge l’avevamo noi, Federica si sedette sul mio letto chiedendomi
-Quando vedrai Nash?- sorridente e felice come una Pasqua.
-C’eravamo messi d’accordo che quando sarei arrivata sarei potuta andare da lui in qualsiasi momento- le risposi tenendo un tono di voce bassa per evitare che mia madre potesse sentire qualcosa.
-Oggi?- propose lei.
-Siamo appena arrivate Fede!-
-Appunto! Non c’è niente di meglio che un bacio di Nash per darti il benvenuto a New York, Gre- scherzò lei ghignando.
Io annuii e sorrisi.
-Ragazze!- ci chiamò mia madre da fuori la stanza.
Noi accorremmo subito da lei, aprendola.
-Okay, io ora devo andare al lavoro, voi divertiteti pure, l’importante è che verso sera vi facciate trovare in albergo. Se andate a fare un giro, fate attenzione: New York è una città davvero grande e ci sono davvero parecchie persone, perciò fate le brave! A stasera- ci raccomandò mia madre per poi salutarci.
Subito dopo chiudemmo la porta e rientrammo in camera.
-Okay, io direi di andare ora da Nash- disse lei aprendo le valigie.
Sembrava più impaziente lei di vederlo che io a prima vista.
-Okay, ma non ti sembra di essere un po’ frettolosa?- le chiesi io guardandola.
Lei sospirò per poi iniziare a frugare nella sua valigia per cercare dei vestiti.
Io nel frattempo aprii  la mia, anche se non sapevo ancora cosa indossare sinceramente.
-Cosa dici di mettere? Fa abbastanza freddo fuori- chiese lei lanciandomi un’occhiata.
Io feci spallucce e dopo alcuni minuti, tirai fuori dalla valigia un maglione grigio chiaro e dei jeans neri, mentre Fede indossò una felpa nera e dei jeans.
Quando poi avevamo entrambe finito di vestirci io e Federica uscimmo dalla camera e chiamai Nash che dopo alcuni squilli rispose
-Pronto?-
-Nash! Io e Fede stiamo uscendo dall’albero, dove ci troviamo?-
-Baby Girl! Come si chiama l’albergo?-
Quando glielo dissi, mi avvertì che sarebbe arrivato a prenderci e che non era molto distante da lì.
Così uscimmo dall’albergo ed entrambe ci sedemmo su una panchina non troppo distante.
-Fatemi solo un favore, se dovete sbaciucchiarvi, abbiate almeno la decenza di un po’ di contegno!- esclamò Federica ridendo ed io con lei annuendo.
-Jack? Ti ha più fatto sapere nulla?- le domandai curiosa.
-Credo che sia ancora a Los Angeles per un tour- rispose sospirando.
Dopo alcuni istanti vidimo una figura correre davanti all’hotel mentre parlava con il portinaio.
Appena si girò, riconobbi quegli occhi azzurri che tanto m i erano mancati in quei mesi.
-Grier!- urlò Federica accanto a me sghignazzando.
Io le diedi un colpetto sulla spalla per pregarla di abbassare la voce.
Subito dopo si girò e quando ci localizzò,  la sua bocca prese una forma ad “O”.
Capii che era davvero sorpreso appena i nostri sguardi dopo tanto tempo si erano finalmente incontrati.
Eravamo entrambi immobili e Federica ad un certo punto disse
-Okay, ora potete sbaciucchiarvi, mi giro- allontanandosi da me di qualche passo.
A quel punto vidi Nash sorridere; quel sorriso che avevo visto solo tramite uno schermo.
Iniziò a correre verso di me ed io verso di lui, come non avevo mai fatto.
Finalmente ci abbracciammo e sentire il suo corpo contro il mio, il suo respiro pesante ed il suo petto che si alzava e si abbassava a ritmo irregolare mi fece quasi tremare l’anima.
Mi aggrappai con le mie gambe attorno al suo bacino e misi le braccia al suo collo con le mani tra i suoi capelli scuri e soffici.
Dopo alcuni istanti le nostre labbra si toccarono e si ceravano come per trovare il bisogno che quel momento fosse reale e non uno dei tanti sogni che mi ero ormai fatta tutte le notti prima di partire per New York.
-Baby girl!-esclamò sorridendomi con quel sorriso dannatamente perfetto.
Lo strinsi ancora una volta e lui sembrò accorgersene perché esclamò
-Hei, calmati! Non ti ricordavo così estremamente espansiva, Gre- ridendo.
Io risi con lui e poi lo lasciai.
Dopo alcuni istanti, Nash si girò e guardò dietro di me e disse
-Ciao Federica!- sorridendole.
-Hamilton! Ma quanto tempo!- gli scoccò lei sogghignando.
-Ti prego, non chiamarmi Hamilton- la supplicò.
A quelle parole lei fece un sorriso beffardo.
-Dove si va ora?- domandò fede guardandosi attorno curiosa.
-Mh… avete già fatto colazione?- ci chiese Nash passandosi una mano tra i capelli.
-Non penso si possa definire una vera colazione quella che ti danno in aereo- si lamentò Federica infastidita.
-Allora che ne dite se vi portò a farla da Starbucks?- propose lui guardandoci alzando un sopracciglio.
-Sì!- rispose quasi urlando Federica con sguardo sognante.
Io e Nash ridemmo a crepapelle.
Appena finimmo entrambi di ridere, Nash mi prese la mano e tutti e tre ci dirigemmo da Starbucks per fare colazione.
Quando finimmo, erano circa le undici e mezza e Nash ci chiese se volevamo venire da lui e Cam e noi accettammo.
Quando arrivammo davanti ad un enorme palazzo, Nash tirò fuori le chiavi di casa ed aprì i cancelli.
Arrivati al settimo piano, tirò fuori delle chiavi diverse da quelle precedenti ed aprì  la porta di casa.
-Prego- ci disse facendoci entrare per poi chiudere la porta dietro di lui.
Vidi gli occhi di Federica girovagare per tutto l’interno dell’appartamento con fare curioso ed io mi unii a lei.
-Avevo sempre visto questo posto dai tuoi video!- esclamò poi lei quasi incredula.
Nash sorrise e poi ci chiese se volevamo qualcosa da bere, io presi dell’acqua, mentre lui e Fede presero del succo d’arancia.
Tutti e tre ci sedemmo al bancone della cucina e Nash si diresse verso le scale che portavano al piano di sopra.
-Arrivo subito- ci disse prima di iniziare a salire i gradini delle scale.
-Sei mesi fa non ci avrei mai creduto che mi sarei trovata nello stesso appartamento che vedevo nei suoi video- mi ritrovai a pensare ad alta voce.
Diedi un leggero sguardo a Fede, la quale non faceva altro che ingurgitare succo continuando a guardarsi attorno.
Dopo alcuni minuti che io e Federica continuammo a parlare, vidimo Nash scendere dalle scale, ma non era solo a giudicare dagli altri passi che seguivano subito dietro di lui.
-Signore, Shawn Mendes!- esclamò indicandoci il moro che scese dietro di lui dalle scale.
-Nash, andiamo… mi sembra di essere ad una conferenza- scherzò lui dandogli un leggero colpetto sulla spalla.
Subito dopo venne verso di noi porgendoci ad entrambe la mano.
Nash si mise accanto a me presentandoci.
-Lei è Greta, la mia ragazza e lei è Federica, una sua amica- spiegò guardandoci.
Non c’era cosa più bella da sentirsi dire che Nash che mi chiamasse sua.
-Io sono Shawn, piacere- concluse lui sorridendo.
Era un bel ragazzo esteticamente, non troppo alto, muscoloso, occhi marroni e capelli castano scuro abbastanza corti.
-Aspetta, tu sei la ragazza di Jack Gilinsky!- sbottò dopo alcuni secondi Shawn guardando Federica, la quale arrossì improvvisamente annuendo.
-Cam?- chiese poi Nash guardando l’amico titubante.
-E’ ancora in camera sua…- rispose Shawn mordendosi il labbro inferiore.
-Sta ancora male per Eleonora?- chiesi io guardandoli entrambi.
-Sì. Dopo la fase “odio tutto il genere femminile” c’è la fase “non mi muovo dal mio letto nemmeno se la terra stesse crollando”- spiegò Nash mettendola un po’ sul ridere.
Chiesi se potevo andarlo a salutare e il ragazzo dagli occhi azzurri come il ghiaccio acconsentì, accompagnandomi al piano di sopra con Fede e Shawn che ci seguivano dietro di noi.
Nash bussò alla porta della camera chiusa.
-Cam, ci sono delle visite-.
Sentimmo leggero “sì”, il quale sembrava più un lamento che un’affermazione.
La porta della stanza si aprì lentamente e vidi Cam sotto le coperte del suo letto con accanto una ciotola di cereali, un joystick, dei fumetti mentre era intento con lo sguardo sul suo cellulare.
-Cam!- lo richiamò Nash cercando di attirare la sua attenzione.
-Che c’è?- sbottò scocciato lui guardandoci.
-Hei Cam!- esclamai facendo un debole sorriso.
-Ciao Gre- rispose lui riposando il suo sguardo sullo schermo del suo cellulare.
-Ciao Cameron- disse Federica sporgendosi un po’ più avanti in modo che potesse vederlo meglio.
-Ciao Luisa- rispose lui senza nemmeno alzare gli occhi.
-Mi chiamo Federica veramente- lo schernì lei infastidita e seccata.
Non avevo mai visto Cam così ed ora potevo capire come si dovesse sentire Nash quando al telefono mi parlava di lui.
-Se ti serve qualcosa chiamami, ciao Cameron- gli fece sapere Nash prima di chiudere la porta della sua stanza.
Quando eravamo ancora al piano di sotto, Shawn andò di nuovo in cucina a parlare con Federica, mentre Nash prendendomi la mano, mi portò fuori sul lungo balcone che dava una vista stupenda di New York.
-Scusalo, è che sta ancora male…- mi disse Nash prendendomi le mani guardandomi negli occhi.
-Tranquillo, non è colpa sua- risposi io facendo un debole sorriso.
Subito dopo lasciò delicatamente le mie mani per posare le sue sul mio bacino costringendo i nostri corpi a toccarci.
A quella vicinanza mi sentii ancora più bassa, dato che lui era più di un metro e ottanta ed io era già bello se raggiungevo un metro e sessantacinque.
Posai le mie braccia sulle sue spalle e lui mi tirò ancora più vicina a se per poi darmi un caldo bacio sulla fronte e appoggiare la sua guancia sulla mia testa
Posai la mia testa sul suo petto ed avrei voluto rimanere in quella posizione per sempre.
-Solo ora che sei qui tra le mie braccia, capisco davvero quanto mi sei mancata, Gre- sussurrò alle mie orecchie. 


  Nash.

  Shawn.

 Vestiti Gre.



  Vestiti Fede.

 
Ciao ragazze :)
Mi scuso enormemente per questo enorem ritardo e cercherò di essere più puntuale prossimamente!
Buon anno a tutte (anche se in ritardo lol)
Un bacio
Gre :*

 
   
 
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