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Autore: Sarabi_ingonyama    14/01/2015    2 recensioni
Sarabi è una leonessa coraggiosa e tenace, piena di orgoglio e forza di volontà. La Regina delle Terre del Branco, però, com'è arrivata fin qui? Forse il suo passato può darci delle risposte...
(primissima fanfiction, abbiate pietà di me e soprattutto...recensite!^^)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mufasa, Nuovo personaggio, Sarabi, Scar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! Ecco qua un nuovo capitolo fresco fresco di computer, spero vi piaccia ;)
Enjoy it XD

CAPITOLO 14 LA CACCIA

Correva da tempo ormai: le zampe le bruciavano e sentiva i muscoli tirati per lo sforzo contrarsi ad ogni movimento. Teneva lo sguardo fisso sulla sagoma ormai nitida della maestosa Rupe dei Re, che usava come punto di riferimento per orientarsi in mezzo a quella pianura sconfinata di rocce e spighe dorate che la avvolgeva in un panorama mozzafiato. Grazie al colore del suo manto, Sarabi si mimetizzava nell'erba secca alla perfezione; in più era sottovento, per cui neppure la preda più sveglia avrebbe potuto accorgersi della sua presenza. Un sonoro brontolìo della pancia le ricordò per l'ennesima volta quanto fosse affamata. Era dal giorno precedente che non faceva un pasto degno di questo nome, così abbandonò la pista per cercare qualcosa di sostanzioso da mettere sotto i denti.
Le ci volle circa un'ora per rintracciare quello di cui aveva bisogno: una mandria di gnu pascolava placida nella pianura, una ventina di membri tutti intenti a brucare che non si erano accorti della predatrice, nascosta nell'erba alta. Sarabi si avvicinò di soppiatto, mettendo in pratica tutto ciò che aveva imparato nella sua vita da semi-solitaria nelle Terre dell'Ovest.
Tutto era pronto e la leonessa stava per attaccare quando un movimento tra le sterpaglie provocò un fastidioso fruscìo, mettendo in allerta le facili prede e mettendole in fuga.
Maledicendo chiunque avesse fatto quel rumore, Sarabi si lanciò all'inseguimento, puntando ad un maschio adulto che zoppicava vistosamente in fondo alla mandria, abbandonato dai compagni e lasciato al suo destino. Nonostante la bestia fosse svantaggiata rispetto alla sua predatrice, non intendeva arrendersi senza lottare. Sarabi afferrò lo gnu per le cosce, facendolo cadere a terra e finendolo con un potente morso alla gola, dissanguando vivo l'animale. La bestia l'aveva colpita con uno zoccolo sulla tempia come ultimo tentativo di difesa, procurandole un profondo taglio all'altezza della tempia.
Senza badarci troppo, la leonessa si concentrò sul suo bottino di caccia e cominciò a sfamarsi.
Il suo pranzo, però, fu interrotto da un rumore di erba calpestata a pochi metri da lei e dalla sua preda. Sarabi si mise in posizione d'attacco, decisa a proteggere la carcassa da altri predatori mangiatori di carogne che potevano tenderle con facilità un agguato in quella pianura desolata. Il misterioso nemico continuava ad avanzare fra l'erba e la leonessa cominciò a ringhiare in segno di avvertimento, ma l'altro pareva non avere intenzione di fermarsi. Sarabi riuscì ad intuire dall'odore che si trattava probabilmente di un suo simile, per di più proveniente dalle Terre del Branco. Si rilassò leggermente, tenendo però gli artigli sguainati nel caso la compagnia si fosse rivelata poco piacevole.
-Chi sei, tu? Fatti avanti- ringhiò nervosa.
Dalla macchia di paglia giallastra uscì timidamente una leonessa chiara, con il manto color del grano e gli occhi turchesi come il fondo di una pozza d'acqua limpida. Era meravigliosa: elegante, slanciata, le zampe lunghe e affusolate. Teneva lo sguardo fisso a terra, come una cucciola che aspetta di essere sgridata dalla madre. Sarabi si chiese se davvero incuteva così tanto timore. Si rese conto che in confronto alla leonessa sconosciuta lei era proprio impresentabile: il pelo era sporco e trascurato, i muscoli guizzavano sinuosi sotto la pelle strappata e lacerata dalle spine delle erbacce della savana, gli occhi rossi e paonazzi per la corsa praticamente fuori dalle orbite. Insomma, non era un gran bello spettacolo.
La giovane non parve farci caso e si avvicinò a Sarabi con un sorriso gentile sulle labbra. Aveva l'impressione di aver già visto quella leonessa da qualche parte...
Un flasback la riportò indietro a quella mattina, quando quella stessa leonessa che stava di fronte a lei stava partendo per la suo prima caccia.
[Sarafina...]
-Uao! Sei stata fortissima! Quello gnu era enorme!- l'espressione sul volto di Sarafina era di vero stupore e ammirazione.
-Anni di pratica.- rispose con un borbottìo scocciato la figlia di Erevu, gettandosi nuovamente con voracità sulla preda.
-Tu devi essere Sarabi, vero? Piacere, io mi chiamo...-
-Sì, lo so come ti chiami, Sarafina. Il piacere è tutto tuo.-
La leonessa abbassò le orecchie, delusa dalla risposta acida della compagna.
A Sarabi, in qualche modo, quella tizia ricordava Usiku: dolce, un po' timida ma tenace. Quegli occhi azzurri, poi, erano identici a quelli di sua sorella. Sarabi si chiese quando mai l'avrebbe rivista: non se, quando, perché ormai era certa che fosse ancora viva. Se fosse stato diversamente, allora sul luogo della lotta avrebbe dovuto esserci il suo corpo, o almeno ciò che ne era rimasto, invece non c'era nulla.
Sarabi squadrò di nuovo dall'alto al basso la leonessa chiara per cercare di dedurre l'esito della prima caccia. Non c'erano segni né di inseguimento né tanto meno di sangue attorno alla bocca, cosa che avrebbe dovuto essere presente nel caso avesse abbattuto una preda. Evidentemente non era andata molto bene.
-Ancora nulla?-
Sarafina scosse la testa sconsolata. Tutta la gioia di qualche minuto prima era scomparsa e aveva lasciato posto ad un'evidente preoccupazione.
Il sole stava già cominciando a tramontare all'orizzonte e la leonessa era ancora a mani vuote. Tornare alla Rupe senza prede, voleva dire essere esiliati a vita nelle Terre di Nessuno, dove ogni forma di vita è inesistente, o quasi. Sarebbe stata meglio la morte.
Un raggio colpì Sarafina negli occhi, facendola tornare alla dura realtà dei fatti.
-Oh, no! Il sole sta già tramontando!- dagli occhi uscirono delle piccole goccioline argentate che riflettevano la luce arancione del vespro -come faccio, adesso?-
A Sarabi fischiarono le orecchie a sentire tutte quelle lagne, ma non potè fare a meno di sentirsi in pena per la giovane compagna.
Sarafina si asciugò le lacrime con una zampa e la sbattè a terra con forza, poi superò Sarabi stringendo i denti per non piangere.
-Dove stai andando?-
-A Nord, verso le Terre di Nessuno.- biascicò Sarafina.
-E cii stai andando...di tua spontanea volontà?? Ma sei impazzita?!- Sarabi cominciò a perdere la pazienza.
-Non ho altra scelta! Se torno nelle Terre del Branco verrò esiliata e sorella sarà declassata da capo cacciatrice perchè la colpa verrebbe attribuita a lei, in caso di mio fallimento. Preferisco morire piuttosto di vedere il mio nome oltraggiato e disonorato in questa maniera. Dì agli altri che sono rimasta coinvolta in un incidente fatale con qualche bestia, o che un ramo mi ha spezzato la schiena mentre inseguivo la preda, ma fa in modo che io venga ricordata, ti prego.-
Quell'orgoglio sproporzionato e quell'amore per la sua famiglia stupirono molto la leonessa color sabbia e si ritrovò a pensare che, dopotutto, loro due non erano poi così diverse.
Guardò la carcassa dello gnu distesa nella polvere dietro di lei e nella sua mente da cacciatrice esperta si fece largo una strana e pericolosa idea, rischiosa ma necessaria.
-Sarafina!- ruggì Sarabi -ho una proposta da farti...
***
Zingela era distesa su una roccia calda, accanto a tutte le altre leonesse del branco. Sulla cima della Rupe, il Re e la Regina guardavano attenti verso il basso, in attesa del ritorno della neo-cacciatrice. Il principe Mufasa era sdraiato all'entrata della caverna reale, lo sguardo malinconico puntava a terra e spesso si lasciava sfuggire dei pesanti sospiri. Taka camminava nervoso avanti e indietro su un piccolo tracciato ormai molto più marcato di prima alla base della Rupe.
Anche se cercava di nasconderlo, Zingela era incredibilmente tesa. Il sole era ormai giunto allo zenit e di sua sorella nemmeno l'ombra. Un brivido gelido le percorse tutta la schiena, ma la leonessa scrollò la testa nella speranza di scacciarlo via.
Finalmente, una sagoma familiare si avvicinò a loro e trascinava qualcosa con sè, una carcassa abbastanza grande da poter sfamare un intero gruppo di leonesse affamate.
Trascinandosi con fatica per via del pancione, Zingela corse ad abbracciare la sorella con le lacrime agli occhi dalla felicità. Sarafina stringeva fra fauci un grosso gnu e lo esibiva orgogliosa a tutte le compagne che erano venute a complimentarsi per la battuta di caccia. La leonessa beige era colma di orgoglio come mai prima di allora mentre osservava la sorellina trionfante sopra la carcassa.
Ahadi scese dalla cima della Rupe, seguito a ruota da Uru e Taka, che si era già precipitato a salutare l'amica. Ruggendo per richiamare l'attenzione, il Re cominciò il rito di inizazione per la giovane cacciatrice.
-Sarafina, i grandi Re del Passato hanno benedetto la tua caccia, donandoti una preda sana e abbondante.
Hai chiesto di meritare fiducia e il Branco te ne darà.-
A quel punto, da un albero lì accanto, scese un babbuino, reggendo fra le zampe un bastone dal quale pendevano dei frutti esotici e misteriosi. Lo sciamano si mise di fronte a Sarafina, annusando l'aria con aria quasi mistica, poi ruppe un frutto e ne fece uscire il succo rosso.
-Nyekundu jasiri.- disse la scimmia, tracciando una linea porporea orizzontale sulla fronte della leonessa.
-Nyekundu jasiri, rosso coraggio.- disse solennemente Ahadi.
Rafiki prese ancora un po' di quel succo rosso e lo unì alla polvere, creando un miscuglio scuro che spalmò con le dita sulle guance di Sarafina.
-Nyeusi kiburi-
-Nyeui kiburi. Nero orgoglio.-
La scimmia prese infine le fogli di quei frutti e le passò con forza sul mento e sul naso chiaro della giovane.
-Kijani matumaini.-
-Kijani matumaini. Verde speranza. Questi sono i doni che i nostri antenati ti hanno dato, ora, mettili a frutto.-
Il maestoso leone ruggì per primo, sollevando un coro di leonesse che risposero dicendo:
-Fathse leso lea halalela! La terra dei nostri antenati è sacra!-
Quando tutti fecero finalmente silenzio, Sarafina, con il volto dipinto dei tre colori a lei assegnati, salì sul corpo dello gnu deceduto e ruggì con potenza, proclamando la sua vittoria.
Intanto le stelle brillavano in cielo luminose
***
Sarabi guardava quei puntini luminosi splendere nel cielo buio. Erano così luminosi e intensi da poter pensare che sarebbe bastato allungare la zampa per toccarli.
Così vicini eppure così lontani.Era una cattiveria fare delle cose così belle e poi allontanarle da tutti affinchè nessuno potesse tenerle per sè e ammirale come avrebbero meritato.
Un rumore di zampe dietro di lei la distolse dai suoi pensieri.
-Non dovresti essere alla cerimonia in questo momento, Mufasa?-
Il grande leone dalla criniera rossa si sedette tranquillo accanto all'amica, fissando il cielo,
-La cerimonia è già finita. Sarafina sta festeggiando con le sue compagne nella tana. Anzi, probabilmente sta già dormendo.-
-È andata bene?-
-Direi proprio di sì.-
Sarabi sospirò sollevata. Almeno qualcosa in quella giornata era andato per il verso giusto.
Mufasa sorrise e i suoi occhi brillarono per l'emozione. Non dissero nulla, ma il loro silenzio era perfetto. Le parole erano superflue per lui, bastava stare accanto a lei per sentirsi in paradiso.
-Non l'ha preso Sarafina lo gnu, vero?-
La leonessa lo guardò e nel suo sguardo il principe colse un guizzo di divertimento.
-No. Non proprio.-
Mufasa lo sapeva già. La bestia era troppo grande e Sarafina troppo inesperta per una preda simile. Inoltre la carcassa era impregnata dell'odore di Sarabi.
Quel profumo era irresistibile per lui, come i luoghi misteriosi e selvaggi della notte.
Avrebbe potuto rimanere lì a fissarla per tutta la notte mentre la luna le illuminava il manto sporco e arruffato, ma anche così era magnifica.
Più selvaggia del vento nel deserto, più impetuosa del tuono sopra la terra, più splendente del sole di mezzogiorno.
A lui piaceva così. Misteriosa, sensibile, scorbutica a volte.
Le zampe gli fremettero e resistette all'impulso di strofinarsi sul suo petto morbido e fare le fusa come un micio innamorato per un pelo.
-Secondo te cosa sono quei pallini luminosi lassù?- indicò Sarabi.
-Mio padre dice sempre che sono i grandi Re del Passato ci guardano e ci proteggono da lassù. Loro splendono e ci indicano la via giusta, ma non sempre la seguiamo. A volte sbagliamo e finiamo per pentircene, o per fare cose che vanno contro tutto ciò che è giusto.-
-E perchè non ci impediscono di farlo?-
-Beh, questo è il bello. Perchè siamo liberi di fare le nostre scelte.-
Sarabi sorrise e a Mufasa parve crollare il mondo addosso.
-Secondo te c'è anche la mia famiglia, lassù?-
Il volto della leonessa diventò più malinconico e gli occhi si fecero tristi.
Mufasa adocchiò due stelle vicine, che brillavano con grande intensità:
-Certo, non li vedi? Quelli sono i tuoi genitori. Sorrisono, vedi? Sorridi anche tu, dai...-
L'ultima frase suonò più come una supplica che come un incoraggiamento.
-E mia sorella?-
Il principe si diede da fare per trovare una stella abbastanza riconoscibile da identificare, ma non ce ne era nessuna.
-Mi disipiace...i-io non la vedo...-
Inaspettatamente, Sarabi sorrise e si alzò, sembrava scoppiare di felicità.
-Era proprio quello che volevo sapere!-
Si girò e fece per andarsene, ma all'ultimo secondo tornò indietro e leccò affettuosamente la guancia di Mufasa.
-Grazie.- gli sussurrò in un orecchio la leonessa.
Il leone ebbe un brivido lungo la schiena e si voltò giusto in tempo per vedere il corpo snello di Sarabi scomparire nella notte, avvolta nell'oscurità.


ANGOLINO AUTRICE

Bene bene bene...un po' di romanticismo in questa storia di inganno e crudeltà, finalmente XD

Ringrazio The_Visored_Story_Teller per le recensioni e confido in nuovi commenti <3

ciao ciao

Sarabi :)


 
   
 
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