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Autore: scImMIA    21/11/2008    4 recensioni
Dall'alto della navicella non potevo nemmeno lontanamente immaginare che le cose sarebbero andate diversamente ...
Dopo i tre anni di attesa ero tornato per aiutarti a combattere i cyborg, per conoscerti, per scoprire chi eri per la mamma e cosa saresti diventato per me ... per me, che non ti avevo mai avuto al mio fianco ...
Ma le cose sono cambiate così tanto e così all'improvviso ... Papà, nel mondo in cui vivi, io non sono mai nato.
Adesso basta ciondolare e seguitemi! Mi raccomando, leggete e recensite! Vi sfido ad arrivare alla fine! XD Un bacione a tutti da scImMIA.
E' STATO INSERITO UN NUOVO CAPITOLO, IL N°88!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti. Premetto che mi spiace molto non essere riuscita ad aggiornare la settimana scorsa ma haimé, ho avuto alcuni inconvenienti che mi hanno obbligato a fare slittare l'appuntamento ^^" Sorry
Ma ora eccomi quì, anche se mezza malata, con un capitolo pronto che, nonostante abbia terminato accompagnato da un'emicrania da record, spera insieme a me di essere all'altezza. Ringrazio chi continua a seguirmi nonostante il numero ingente di capitoli, spero che proseguirete con il farlo ... resistete, manca molto meno di quanto possiate immaginare.

ka93: Ultimamente dormo parecchio male ma ti ringrazio per la domanda ^^" Come vedi sono quì, leggi il capitolo e fammi sapere se ti piace, ok? Baci

Pepesale: Il conto alla rovescia voleva rievocare proprio quel momento del movie perché fino ad ora non avevo messo 18 in azione e pertanto ho pensato che sarebbe stato divertente fare una cosa un po' più studiata ^^ ti ringrazio per il complimento su tale momento. Light non è un personaggio così scontato come sembra e presto tornerà in azione ... Per Vegeta si vedrà XD Baci, e grazie per l'altra rece, mi ha fatto molto piacere ...

Vegeta4ever: L'ultima volta ho utilizzato Word per pubblicare e forse non mi sono rimasti i caratteri come al solito ... da me però si leggeva benissimo ^^" Il futuro è ancora incerto e di sicuro non voglio apparire prevedibile ... Fammi sapere se il capitolo ti piaccia :) baci (e grazie anche a te)

Rory_Kaulitz: XD Trunks si è impantanato da solo con la narrazione, se l'è cercata ma io non faccio altro che dargli la possibilità di rendere nota la sua storia. Ecco il "prossimo" capitolo, leggi e dimmi se ti piace! A presto!


Ecco, anche se con il mal di testa furente e il naso tappato, vi lascio al nuovo capitolo nella speranza che sia di vostro gradimento. Per chi non l'avesse notato ho scritto un'originale un po' di tempo fa, mi farebbe piacere l'opinione di chichessia se qualcuno andasse a leggerla.
Alla prossima raga, io vado a mangiare un po' di vitamine ^^
Baci
scImMIA

 

 

 

 

CAPITOLO 82
- IL PIANO PER FERMARE BABIDI -

 

Lo scontro tra Darbula e il mio amico Gohan era iniziato da un pezzo e io, assieme a mio padre e gli altri, lo osservavamo poggiati a quelle rocce rossastre e facilmente friabili che erano apparse all'improvviso al posto della stanza in cui eravamo. La stessa magia era stata fatta anche nei confronti di Vegeta e del signor Goku, mi aveva spiegato Piccolo, perché secondo lui le scosse create per colpa dello scontro violento andavano ad intaccare lo stato della sfera di MajinBu e quindi il mago, per evitare che la sua creatura si svegliasse prima del momento propizio, creava una sorta di teletrasporto. In quel frangente scoprimmo grazie a Kaioshin che ci trovavamo nel regno di Darbula, il mondo dei demoni, e che probabilmente il nemico dalla faccia rosso fuoco avrebbe potuto avere ancor più la meglio contro il giovane sayan che faceva di tutto pur di non soccombere.
Gohan sfrecciò lontano dal suo obiettivo, si intrufolò tra delle rocce per riprendere fiato mentre con una mano si toccava la ferita sanguinante che aveva lungo il braccio destro. Da quando Darbula aveva sfoderato la sua lancia le cose erano peggiorate poiché, anche nel corpo a corpo, il nemico poteva attaccare l'avversario da una distanza maggiorata mentre il sayan, che non aveva nessuna arma con se, non poteva fare altrettanto. Crillin riteneva che fosse scorretto utilizzare quei mezzi e anch'io mi trovai d'accordo con lui in principio finché non ripensai a quando combattevo i cyborg nella mia epoca affiancato dalla spada che portavo sempre con me ... Avendo cambiato idea al riguardo dovetti comunicare al piccoletto ciò che avevo pensato e così mi esprimei motivando la mia risposta con alcune parole famose: "Il fine giustifica i mezzi". Ricordo bene che il piccoletto rimase perplesso ma dal mio canto, proseguivo dicendo che Darbula faceva bene a comportarsi così se voleva vincere così come io anni prima mi ero affidato (inutilmente) alla spada per distruggere i cyborg ... comunque sia, alla fine il discorso cadde inesorabilmente dinanzi agli eventi che seguirono. Gohan era ancora nascosto quando l'avversario iniziò a cercarlo con gli occhi, cosa che ovviamente poteva evitare visto che l'aura del ragazzo era ben udibile, ed infine, quando notò un pezzo della tuta verde del sayan svolazzare oltre una roccia poiché il proprietario si era nascosto malamente, scattò in quella direzione accompagnato da un grido di guerra che fece trasalire un poco il piccolo Goten. Il fratello di quest'ultimo però, avendo capito che era stato scoperto, attese fino all'ultimo dopodiché caricò un onda sul palmo della mano, balzò fuori dal suo nascondiglio e la scagliò a distanza ravvicinatissima sul viso del demone obbligandolo a fermarsi poiché ferito e soprattutto colto di sorpresa.
« Dai figliolo, forza! » urlava Son Goku in direzione di un primogenito che sembrava allo sbando perché subito dopo avere attaccato si era allontanato e si guardava attorno alla ricerca di nuove idee. Dall'alto vide Darbula che con una mano si sfregava il viso con forza e pertanto, visto che l'altro era occupato, il sayan si portò le mani a lato l'una vicino all'altra, piegò le gambe portando un poco più indietro ancora le braccia ed infine, quando sentì che l'energia della sfera che andava formando stava divenendo massima, la scagliò senza indugi verso il nemico che reagì repentinamente di conseguenza: sentendo la forza avvicinarsi Darbula saltò lievemente in un’altra direzione mantenendo chiusi gli occhi facendo in modo che il raggio gli passasse nei pressi del torace ma a pochi centimetri di distanza, gli occhiacci gialli tornarono a scrutare il territorio che oramai comprendeva anche un grosso cratere creato dall’onda Kamehameha scagliata poco prima e dopo aver fatto scomparire magicamente la lunga lancia demoniaca balzò in quell’alto cielo dalla sfumatura curiosa posizionandosi vicino al ragazzo che lo scrutava a bocca aperta, allibito per il completo insuccesso. Nella mente del giovane iniziarono a crearsi innumerevoli ipotesi, altrettante possibili scappatoie che però avevano sempre qualche pecca e quindi andavano scartate. Quel cervello da genietto elaborava di tutto ad una velocità folle basandosi sulle forze che ancora gli rimanevano e quelle che Darbula invece non aveva ancora mostrato e infine poi, non sentendosi comunque all’altezza della situazione, si malediceva per il numero elevato di volte in cui aveva rimandato gli allenamenti che il padre gli aveva offerto … Se avesse letto qualche libro in meno, se non avesse così tanto dato ascolto a sua madre e avesse invece sostenuto ancora una volta Goku, così come aveva sempre fatto, in quell’attimo non si sarebbe ritrovato nei pasticci, non si sarebbe ricoperto di ridicolo dinanzi a Vegeta, Piccolo e persino Goku che, avendolo visto lottare contro Cell quand’era giovane, lo credevano all’altezza. Per Goten poi, che piccolo com’era stravedeva per lui e il padre, doveva essere avvilente assistere a quella che si apprestava ad essere una disfatta. Come se il tempo nella sua mente si fosse fermato si immaginò momentaneamente in una dimensione differente nella quale poteva rivedere tutti gli attimi importanti della sua vita: contro i sayan Radish, Nappa e Vegeta; contro Freezer affiancato dalla squadra Ginew, il misterioso androide, il dottor Gelo e infine lo stesso Cell. Con il tempo era riuscito a maturare in modo sorprendente e se all’inizio la sua figura era un mero ostacolo, negli ultimi stadi la sua presenza era stata decisiva per la salvezza del mondo e in quel frangente iniziò a chiedersi perché proprio in quel momento dovesse regredire tornando ad essere un disturbo … Senza volere andò a ripensare a quel giorno in cui io, assieme a mio padre, fummo loro ospiti a pranzo: rispolverò ogni azione e si andò a concentrare in fine sulla mia figura che senza volere aveva ricreato un piccolo spazietto all’interno della loro vita famigliare come amico anche se non so se definirmi intimo o meno. Gohan andò a ripensare a quel divertente battibecco tra mio padre e Goku in cui ciascuno decantava, a modo proprio, le abilità dei figli e proprio sospeso su di quella riflessione gli venne una perplessità: se avesse perso avrebbero sicuramente pensato che Trunks, il ragazzo venuto dal futuro (ovvero io), sarebbe stato molto più in gamba di lui, più forte e forse addirittura più serio sotto certi aspetti e pertanto il sayan dai capelli corvini sarebbe stato posto ad un piano inferiore nella scala personale di tutti … Gli fece improvvisamente male vedere me davanti alla sua figura, soprattutto riguardo al suo fratellino al quale, certamente, non voleva arrecare delusioni. Anche se fossi stato di maggiore potere, se mi fossi dimostrato in un certo senso più serio, Gohan comprendeva che non lo facevo per dispetto e tanto meno per denigrarlo. Io facevo soltanto il mio dovere al meglio perché sentivo costantemente la responsabilità di fare di più per non fallire e quindi, vista anche la differenza temporale nella quale nel mio tempo regnava continuamente il caos mentre nell’era dei miei amici la pace crogiolava beatamente, avevo avuto doveri incessanti per i quali migliorarmi. Questa che vi sto narrando non è una mia fantasia, credetemi, io e Gohan abbiamo discusso a lungo di ciò e questo è quello che ne è scaturito: una sorta di lieve gelosia (come quella che l’aveva colpito quando Videl pensava ad altro) che alla fine gli diede la forza di reagire come un leone nonostante i pensieri non fossero piacevoli.
Il super sayan si ridestò dal suo sonno che sembrava l’avesse colto improvvisamente, si voltò verso l’avversario e lo colpì duramente con un pugno in pieno viso che obbligò il demone a voltare il volto da una parte per diminuire il dolore secco. Gohan si allontanò un poco, con la mano destra si strinse con forza il polso sinistro e dopo aver concentrato l’energia sulla mano aperta che era rivolta verso Darbula, tempestò l’avversario con una pioggia di onde più o meno insidiose per tutta l’area disponibile di quell’essere. Il signore degli inferi, dopo aver sopportato fin troppo quella seccatura, si trovò costretto a ripararsi volto e torace con il largo mantello bianco dalle punte molteplici lasciando che le onde esplodessero su di esso formando poi delle piccole nuvolette scure. Il grande mantello iniziò a bruciacchiarsi e il demone, vedendo che le sue difese si stavano indebolendo, scattò lontano dal super sayan, con un forte colpo d’aura allontanò le ultime onde che gli erano dirette e poi all’improvviso, sputò sul ragazzo colpendolo sulla divisa verde.
« ATTENTO! LA SALIVA DI DARBULA TI TRASFORMERA’ IN PIETRA!! » urlò con foga Kaioshin dopo essersi portato entrambe le mani vicino alla bocca per indirizzare meglio il suo messaggio in direzione del figlio di Son Goku mentre nel frattempo io e i miei amici, stupiti da questo avvenimento e iniziando a notare che Gohan si stava fossilizzando, iniziammo ad incitarlo a strapparsi di dosso i vestiti contaminati per evitare che il peggio accadesse. Il mio amico, mentre Darbula se la rideva sguaiatamente, toccò la saliva con una mano ma poi, vedendo che nel giro di pochi istanti il guanto si stava mutando, si sfilò questo e in più (evitando preamboli) si stracciò la vestita verde rimanendo così con quella tutina nera quantomeno ridicola … I vestiti precipitarono inesorabilmente verso il suolo e si sbriciolarono quando toccarono le dure rocce. Crillin si avvicinò un poco ai detriti e corrugò le sopracciglia iniziando poi a grattarsi la capoccia con una mano con fare confuso « E’ davvero diventato di sasso … incredibile! ».
Kaioshin si incupì e lasciò a Kibith il compito di illustrare ciò che il superiore stesso avesse voluto dire « Darbula, con la sua saliva, è in grado di tramutare in pietra ciò che vuole e questo fenomeno non è risolvibile purtroppo. L’unica possibilità è quella di eliminare Darbula stesso per far ridivenire tutto quello che è stato trasformato allo stadio in cui era inizialmente ». Il piccoletto si osservò un po’ attorno andando a fissare Goku negli occhi, il quale gli rispose con un gesto di spalle, come per informarlo che non sapesse che dire e pertanto Crillin disse altro affiancandosi ad un Piccolo serissimo « Quindi l’unico modo sarebbe stato quello di eliminare Darbula eh? … » il tappo si voltò un poco indietro e osservò per un millesimo di secondo Gohan che era nuovamente indaffarato « … Quindi se Gohan fosse stato trasformato in pietra noi saremmo dovuti obbligatoriamente intervenire, interessante ».
Kibith si oscurò tanto quanto lo era Kaioshin in quel momento « C’è un “ma” però: se Darbula lo avesse o lo dovesse trasformare, la sua vita sarebbe enormemente in pericolo. Se infatti la statua venisse in un secondo momento intaccata o addirittura disintegrata, Gohan sparirebbe all’istante e diverrebbe automaticamente un essere appartenente all’aldilà ». Oltre a me si stupirono in altri e Goten poi, particolarmente colpito da questo discorso, scese con un balzo giù dal sasso dove stava seduto, corse in direzione del fratello finché il padre Goku non lo fermò repentinamente evitando altri disastri « GOHAN! … » urlò il bambino facendosi udire fin dall’altra parte del globo (immaginate Piccolo poveretto ^^) « … Stai attento, non farti più colpire! E’ pericoloso!! ».
Il super sayan si allontanò un poco dal nemico e osservò verso il basso in direzione degli spettatori, tutti suoi amici e sorrise contento e sereno sentendo un caloroso senso di apprensione nei loro sguardi. Ovviamente dovete escludere dal magico quadretto mio padre …
Il combattimento ricominciò: Gohan scattò verso il demone, tentò di colpirlo con un destro in direzione del viso e poi riprovò ancora, numerosissime volte finché finalmente, dopo tentativi estenuanti, non riuscì a percuotere l’avversario facendolo spostare a distanza. Darbula si bloccò dopo pochi metri di viaggio, osservò con i suoi occhi gialli quelli verdi del super sayan e fece concentrare nelle forti braccia una grande quantità di energia. Un’onda d’urto si scatenò dai grandi palmi delle mani creando delle larghe increspature in quell’aria pesante finché queste non si ruppero andando a schiantarsi contro il corpo vigoroso del super sayan. Gohan chiuse con forza i pugni, li portò vicino ai fianchi, fece gonfiare il petto e la sua giovane voce riecheggiò nei dintorni quando l’aura dai riflessi abbaglianti si espanse tutt’attorno frantumando le rocce vicine facendo inoltre concludere definitivamente quella resistenza creata dal nemico. Una montagna di roccia rossa esplose completamente e i sassi di varie dimensioni, dopo avere effettuato una parabola nel cielo, iniziarono a precipitare verso la terra e molto più precisamente in direzione di noi guerrieri che eravamo intenti ad osservare lo spettacolo: alzai lo sguardo e appena vidi che gli oggetti minerari erano fin troppo vicini per i miei gusti, alzai una mano verso il cielo e iniziai molto disinteressato a distruggere quelle rocce con delle piccole e semplici onde luminescenti. Un colpo, uno scoppio e poi una leggera pioggia fatta di polvere terrosa … I miei amici iniziarono a fare lo stesso gesto escludendo due elementi che si comportavano diversamente: Goten, troppo impetuoso, creava dei colpi esagerati che disintegravano gli oggentuncoli ma in più andavano a volte in direzione del “fratellone” e quindi lo metteva (senza volere) più in difficoltà mentre mio padre invece se ne fregava altamente di quello che accadeva perché i piccoli sassi rimbalzavano sulla sua aura che lo proteggeva … Terminata la pioggia mi venne da abbassare lo sguardo verso di lui e studiare ancora una volta quella figura che oramai conoscevo a memoria chiedendomi perché in quel frangente era così impassibile, perché non sciogliesse le braccia da quel rigido incrocio e perché, nonostante la situazione, non avesse più spicciato parola con nessuno. Mentre il piccolo Goten si apprestava a tornare con moto saltellante sulla roccia sulla quale era stato seduto fino a poco prima, mi allontanai in direzione opposta alla sua lasciando per un istante il piccolo senza parole, forse perché si aspettava che gli rimanessi vicino e gli tenessi compagnia. Il piccolo Son però, che sembrava già sul punto di lasciare una sviolinata capricciosa, si rilassò all'istante quando mi vide fermarmi al fianco di mio padre che continuava a rimanere taciturno come se Darbula lo avesse pietrificato con la sua saliva, cosa che però non era.
La sua aria seccata, il suo profilo delineato e perennemente rigido, i suoi occhi severi e scuri non si mossero quando allungai un poco il collo in avanti per scorgere meglio il suo viso permettendo ai miei occhi azzurri di rimirare il suo status. Mi trattenei dall'eseguire qualsiasi gesto che potesse sembrare affettuoso per non metterlo a disagio o arrabbiare e quindi, anche se mi sarebbe piaciuto anche solo appoggiargli una mano sulla spalla, cancellai dalla mente quel desiderio e intersecai a mia volta gli arti cercando poi di intavolare un minimo di dialogo « Cosa ne pensi papà? Di tutto quanto intendo ... » mormorai con tono abbastanza deciso.
Le sue labbra non si mossero affatto e i suoi occhi rimasero fissi sulla figura di Gohan che stava nuovamente perdendo terreno sotto la perseveranza del demonio. Non udendo alcun sibilo assottigliai un poco gli occhi e senza volere li abbassai a terra trascinato da una brutta sensazione, come se qualcosa mi dicesse che fosse inutile proseguire ... Alzai lievemente lo sguardo ma lo lasciai fisso dinanzi a me, puntato su delle squallide montagnole senza alcun significato mentre dentro di me le parole che volevo mormorare riecheggiavano forti, quasi ruggenti, cariche di una forza orgogliosa che poi si infranse quando varcarono la soglia delle mie labbra divenendo più flebili e un poco tremule « ... Padre, io ... ». I miei piedi tornarono ancora una volta oggetto del mio sguardo sotto quel silenzio pesante. Incominciai a chiedermi perché a volte fosse così difficile parlare con lui, perché fosse così arduo fargli mormorare anche solo poche sillabe senza troppo spessore, perché a volte fosse così frustrante averlo come padre ... Non riuscivo mai a comprenderlo, i suoi modi erano a volte inspiegabili e inoltre, quando gli chiedevo qualcosa la risposta era o secca o completamente nulla, così come stava accadendo in quel frangente. Lo sconforto si abbatteva su di me ogni qualvolta che ciò accadeva e in quel caso, così come rare volte succede anche oggi, mi estraniavo dalla figura di figlio cercando di diventare quel puro e semplice "ragazzo venuto dal futuro", lo sconosciuto apparentemente senza legami e dai modi un poco distaccati in principio: « Vegeta, io mi stavo chiedendo perché mi avete salvato al torneo » chiesi piuttosto serio e con gli occhi puntati nuovamente sullo scontro facendo in modo che non si staccassero da esso. Non mi voltai per vedere se mio padre mi aveva rivolto lo sguardo, non lo feci minimamente poiché sentii su di me una sorta di peso che non era altro che il suo giudizio trasmesso dalla sua occhiata divertita fatta con la coda dell'occhio perché gli sembrava troppo voltarsi verso di me. Udii uno sbuffo e lo sentii borbottare scocciato « Perché sarai anche un poco più forte del figlio di Kaharoth ma sei anche tu un impiastro. Sono intervenuto perché mi annoiavo e perché ci stavi mettendo troppo per i miei gusti ». Rimasi impassibile a quella risposta poiché me la aspettavo, abbassai lo sguardo dallo scontro andando ad osservare con la coda dell'occhio il principe dei sayan mantenendo la mia compostezza « Solo perché si stava annoiando? ». La domanda sembrò creare fastidio: Vegeta fece scomparire il sorrisetto ironico dal volto, voltò un poco il viso verso di me e assottigliò gli occhi marcando tutta la sua seccatura « Sì, e allora? » domandò a sua volta sprezzante e con voce tuonante, tono che attirò per un attimo le attenzioni di altri. Mi voltai indietro e feci in modo che potesse vedere soltanto la mia sezione posteriore, facendo in modo che dapprima potesse studiarmi soltanto con l'osservazione della mia schiena. Tenni la schiena dritta e tesa come un vero guerriero e prima di incamminarmi nuovamente al fianco del piccolo Goten, mormorai nuovamente la mia con tono distaccato: « Era soltanto per sapere ... Si goda lo spettacolo Vegeta ». Mi allontanai lasciando mio padre pensieroso e perplesso, chiedendosi cosa diavolo mi fosse preso e perché di punto in bianco, dopo tanto tempo, avevo ripreso a dargli del "lei" nonostante lui fosse mio padre. Vegeta tornò a scrutare il combattimento pensando che alla fine facevo bene a trattarlo con in guanti perché, anche se ero figlio suo, egli era pur sempre il principe dei sayan e un tale atteggiamento sarebbe stato consono fin dal principio.
Quando raggiunsi la roccia sopra la quale Goten se ne stava tranquillo, mi sedetti anch'io lasciando che il mio umore rimanesse sotto le scarpe. Il piccolo se ne accorse immediatamente ma non mi proferì alcuna domanda poiché impedito da un ordine muto da parte del suo genitore che pensava che fosse giusto lasciarmi per un momento in pace. Poggiai i gomiti sulle ginocchia, incrociai le dita delle mani e in fine arcuai la schiena lasciando che di conseguenza i miei capelli lilla mi coprissero in parte il viso un poco mesto. Nonostante mi aspettassi qualcosa di simile da quel breve approccio perché Vegeta era pur sempre un essere arrogante e scorbutico, non riuscivo ad accettare le sue parole, continuavo a chiedermi perché non mi avesse mormorato altro ... Speravo costantemente che si aprisse con il tempo, e alla fine un poco lo faceva mostrandolo anche apertamente, ma mi chiedevo però quanto gli costasse per una volta dire il vero, ammettere che aveva fatto una certa azione per me o per altri invece di alzare la sua barriera d'orgoglio e quindi mutare i messaggi. Dopo quasi sette anni speravo che almeno con me quel muro si fosse perlomeno infranto, speravo che almeno nei miei confronti si sarebbe atteggiato da padre anche se un po' severo, ma invece nulla era cambiato ... incominciai a temere che avessi sbagliato tutto quanto con lui.

Gohan scattò in avanti oltrepassando la figura nemica fermandosi poi alle sue spalle, si voltò repentino e scagliò una serie di onde alle sue spalle robuste. Darbula subì l'attacco ma poi, dopo aver fatto comparire nuovamente la sua lancia nella mano destra, la fece muovere molto rapidamente rendendo pressoché nulle le via di fuga del sayan che, con scatti più o meno rapidi, cercava di stargli alla distanza. La punta di duro metallo della lama, grazie ad un'abile mossa, si andò a conficcare nella spalla destra e quindi Gohan, per colpa del male improvviso e atroce, urlò a squarcia gola cercando al contempo di richiudere la ferita che sanguinava copiosamente. Il demone aumentò la sua elevazione e dopo aver caricato indietro la gamba destra, calciò forte l'arto ferito e fece precipitare al terreno il ragazzo che soffriva enormemente.
Una risata stridula si fece sentire in quel luogo e soltanto ad uno solo non diede fastidio questa intromissione: « HAHAHA! Bravissimo Darbula, sei grande! Continua così e la sfera del mio MajinBu sarà presto carica di energia!! ». Il demone si inchinò a terra sapendo che il suo padrone avrebbe visto e apprezzato il suo gesto di sottomissione.
Ancora una volta Goten saltò lontano dal supporto su cui stava e per l'ennesima volta Goku dovette bloccare la sua corsa in direzione del primogenito che, stramazzato a terra, tentava di rialzarsi con il braccio che pareva più sano dei due mentre Darbula nel frattanto si stava rialzando dal suo gesto di auto-annicchilimento.
Goten si voltò su sé stesso mentre il padre proseguiva a tenerlo fermo per le piccole spalle da bambino « Dobbiamo aiutarlo, lasciami andare! ... » urlava il piccolo sayan con le lacrime agli occhi per lo strazio mentre io lo osservavo silenzioso « ... Per favore, lasciami andare, Gohan ha bisogno di me! » ripeté cercando nuovamente di svicolare lontano sotto gli occhi di un guerriero che però era molto più deciso di quanto desse a vedere. Goku infatti, che aveva uno strano sorriso sul volto, cercava con la sua voce calma di tranquillizzare il suo campione mantenendo salda, ma non troppo opprimente, la stretta « Stai tranquillo, Gohan se la caverà vedrai e poi, se la situazione dovesse diventare davvero grave, interverremo. Ma fino ad allora non ci dobbiamo muovere perché altrimenti a Gohan non gli piacerà, lo troverebbe ingiusto ». Il piccolino, con una lacrimuccia pendula all'angolo destro dell'occhio sinistro, osservò muto il genitore che proseguiva con il suo sguardo mentre l'amico Crillin si avvicinava altrettanto sorridente per aiutare l'amico. Il nanetto piegò un poco le gambe andando al livello del ragazzino che si strofinava gli occhi con la manica blu della tenuta da combattimento « Lui è un sayan Goten, quindi è molto orgoglioso. Se uno di noi dovesse intervenire per lui sarebbe un grosso smacco quindi dobbiamo aspettare fino all'ultimo ». Il bimbo sembrò tornare in sé e dopo aver scrutato il fratello rialzarsi in piedi e recuperare vigore si volse in mia direzione: il suo sguardo divenne lievemente cupo avendo intravisto il mio che lo era altrettanto per colpa delle mie riflessioni che non mi davano pace ma poi, cercando di essere nuovamente me stesso e non più un fantasma, sorrisi unendomi ai pensieri appena emessi di Goku e Crillin. Goten sorrise e mi fece pollice alto pensando che il mio malumore fosse scomparso.
Darbula proseguiva a completare il suo lavoro mentre Gohan, conciato piuttosto male per colpa della brutta ferita, barcollava da una parte all'altra evitando con una certa fortuna anche gli sputi che il demone gli mandava nel tentativo di fermare la sua corsa che sembrava non avesse fine e tantomeno scopo se non quello di salvare la pelle e guadagnare tempo. Goku, il padre del mio amico, lasciò che il secondogenito mi venisse nuovamente vicino e dopo aver fatto un cenno al caro amico di accompagnarlo, fece i pochi passi che servivano per raggiungere il namecciano che fino a quel momento non aveva emesso alcun suono e che, con una calma che nascondeva il suo nervosismo, studiava severamente l'andamento del combattimento. Il sayan si affiancò a Piccolo e portò le mani ai fianchi lasciando che Crillin facesse lo stesso. Il Son alzò lo sguardo verso il muso verde (così lo chiama papà) e mormorò la sua con un tono di lieve preoccupazione: « Piccolo, secondo te come si concluderà? » chiese Goku attendendo una risposa. A distanza sentivo ciò che mormoravano e quando vidi la semplicità con cui il namecciano si esprimeva mi chiesi perché fosse stato tanto difficile per Vegeta fare altrettanto con me ...
« Non lo so, tutto dipende da come si comporterà Gohan d'ora in avanti anche se per il momento la situazione è tutt'altro che a suo favore ... » iniziò Piccolo mantenendo la sua faccia seria e le braccia incrociate al petto mentre il mantello, per colpa del vento scarso, rimaneva a penzoloni senza muoversi « ... Attendiamo, interverremo se sarà necessario ». Crillin mosse un passo in avanti fermandosi davanti al sayan che lo osservò con aria poco assorta « E hai un piano per caso? Lo attaccheremo in massa? ». Il namecciano sorrise lievemente lasciando intravedere la sua bianca dentatura dotata di quei canini oltre la norma « Non proprio, ho in mente altro, anche se purtroppo mi servirà qualcuno per mettere a punto ciò che ho in mente ».
« Davvero? ... » disse Goku con gli occhi sbarluccicanti di speranza pensando bene che il prescelto fosse lui « ... E dicci, chi è? ». Il sayan si avvicinò senza accorgersene troppo al namecciano, ma fu soprattutto la sua aria da "cucciolone tenerone" che decretò sul volto di Piccolo un'espressione un poco schifata che venne accompagnata da un grosso gocciolone di sudore. Il genio del piano che doveva rimanere segreto, con un cenno della testa, indicò una persona specifica ed io, vedendo di chi si trattava, sgranai gli occhi consapevole che avrebbe collaborato difficilmente ...

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« Grande mago Babidi … » l’omuncolo malridotto e con la tenuta a brandelli si inginocchiò a terra posando il pugno chiuso per sorreggersi mentre gli occhi, accuratamente sigillati, erano rivolti verso il pavimento « … siamo tornati dalla missione signore. Siamo desolati di essere in così pochi » enunciò poi l’essere dinanzi al loro padrone che li osservava non poco sgomento. Babidi rabbrividì dopo aver numerato più volte lo scarso numero di uomini che era rientrato e con annesso la discutibile quantità di serbatoi d’energia che servivano per raccogliere il vigore degli esseri viventi e trasferirlo nella sfera di MajinBu finché questo non si sarebbe risvegliato. Soltanto sei erano i contenitori bianchi integri tornati alla base su di quelle braccia tumefatte e quindi il mago, rattristato dal magro risultato ottenuto, ordinò ai suoi uomini di inserire l’energia nella enorme sfera. Terminata l’operazione il piccolo mostro si avvicinò al visore dell’energia della sfera e dopo aver notato che la levetta rossa si era spostata di pochissimo, storse il naso infastidito e con passo furente si fermò dinanzi ai sudditi posti in fila in attesa di ordini ulteriori. Il mago si fermò davanti al primo della breve fila, lo adocchiò con la coda dell'occhio dopodiché utilizzò la sua voce fastidiosa per incominciare quello che sarebbe divenuto uno degli interrogatori più brevi della storia: « Allora, posso sapere perché il mio esercito di guerrieri, i migliori scelti in tutto l'universo, è stato decimato in questo modo! VOGLIO UNA SPIEGAZIONE!! » urlò Babidi in preda ad un attacco isterico mentre i poveracci sopravvissuti si osservavano con aria stanca e anche piuttosto scossa. Dopo vari tentennamenti fu proprio il primo a parlare con voce tremula dopo aver avanzato di un passo in direzione del suo signore « Grande Babidi, purtroppo ci sono stati dei contrattempi piuttosto evidenti ... ». Il mago chiuse i pugnetti con forza e iniziò a saltellare come una pulce presa da una nevrosi multipla (e all'ultimo stadio aggiungo io) « CONTRATTEMPI?!?! DISGRAZIATI, ERA TANTO DIFFICILE FARE QUELLO CHE VI AVEVO CHIESTO?! ».
Il suddito iniziò a bofonchiare imbarazzatissimo mentre incrociava distrattamente le dita delle mani guantate, lo sguardo basso evidenziava perfettamente il suo stato d'animo che era realmente l'opposto della spensieratezza « ... Ecco, grande mago Babidi ... Noi ci abbiamo provato ma c'erano due guerrieri che ce lo hanno impedito. Sono stati loro a distruggerci e a obbligarci alla fuga ». Il mago assottigliò gli occhi arrabbiatissimo e il suo rossore sul volto dovuto all'ira non scomparve affatto dopo quella spiegazione « E chi sarebbero costoro? ».
Il guerriero la smise di giocherellare e si rimise dritto con la schiena, come un soldato provetto « Erano due al torneo ed erano davvero fortissimi, forse tanto quanto quegli altri tizi » sentendo quelle parole Babidi si avvicinò alla sfera di cristallo e iniziò a scrutare lo scontro di Darbula che da troppo tempo (per i suoi gusti) stava proseguendo contro quel ragazzotto. Le dita scheletriche dell'omuncolo arricciarono quei baffetti penduli e mentre un lieve mugolio si iniziava ad udire, gli occhiacci verdi tornarono ad intravedere il livello della sfera di MajinBu: la freccetta rossa superava di poco la metà del cerchio, l'energia per il mostro era tutt'altro che sufficiente. Babidi arricciò il naso e si schiarì la voce mentre si portava le mani dietro la schiena « Beh, immagino che sia inutile rispedirvi fuori ancora una volta ... Vorrà dire che riempirò la sfera del mio MajinBu in un altro modo ... ». Tutti i sopravvissuti che erano all'oscuro di tale idea che avrebbe risollevato un poco la situazione, si osservarono un po' curiosi attendendo poi tale rivelazione ignari che loro facevano parte di questa idea ... Il mago si voltò nuovamente verso i suoi sudditi che ancora rimanevano impalati, spalancò le palpebre e fece brillare gli occhi di una luce omicida esclamando parole apparentemente senza senso, cosa che però non era affatto « TATTARATAAAA!!! ». I guerrieri iniziarono a contorcersi contro la loro volontà, le budella iniziarono ad aggrovigliarsi fino a strapparsi mentre le ossa si frantumavano sotto un peso invisibile prima che i corpi interi, dopo un ultimo fremito di vita, esplodessero in mille pezzi insozzando la stanza intera con le scorie rimaste. Nulla rimase degli scagnozzi del mago. Babidi si osservò attorno e grazie ad una magia differente ripulì l'intera stanza da quelle schifezze, tornò alla sua amatissima sfera e con gioia notò che la fantomatica freccetta era aumentata ancora anche se di poco.
« Andiamo avanti a piccoli passi ... » mugolò il mago a denti stretti « ... Ma con Darbula sono al sicuro, tutto andrà a meraviglia » concluse poi per darsi maggiore coraggio, sapendo che se le cose fossero proseguite a tal modo ne avrebbe avuto un grande bisogno.

******

Da lontano proseguii ad ascoltare attento la conversazione tra Piccolo e il signor Goku che stava proseguendo lentamente poiché il namecciano, per motivi che non voleva rivelare, lasciava pochi indizi che potessero indicare un piano delineato. Il sayan poi, che in più di un'occasione aveva dimostrato la propria carenza d'intelletto (detta così però sembra che gli stia dando dello stupido ... cosa che non penso in realtà), cercava ogni qualvolta di snocciolare qualche informazione che però, anche se aiutato dall'amico Crillin che pure lui non capiva a fondo, non voleva arrivare. Il tutto era rimasto sospeso lasciando un'unica cosa in evidenza: Piccolo aveva bisogno di mio padre per mettere a punto il suo piano.
« Dai Piccolo dimmi di più. Non ci ho capito niente! » piagnucolo Goku disperato dal fatto che fosse l'ennesima volta che non riusciva a cogliere qualcosa di nuovo dallo sguardo imperscrutabile dell'altro. L'ex Dio della Terra ringhiò e dovette urlare in faccia al sayan apparendo scortese e irritatissimo « FAI QUELLO CHE TI HO DETTO E BASTA. NON C'E' ALTRO CHE DEVI CAPIRE, ZUCCONE! ». Goku aggrottò un poco le sopracciglia un po' impettito ma dopo uno sbuffo e un "E va bene" con un tono pesante, avanzò di pochi passi verso il campo di battaglia. Si fermò quando raggiunse una roccia che era vicino al suo figliolo, portò le mani ai fianchi della bocca e dopo aver inspirato molta aria urlò più ché poté « GOHAN, TIENI DURO! FAI DEL TUO MEGLIO FIGLIOLO, NOI NON INTERVERREMO SE POSSIBILE! ».
Il primogenito dell'eroe guizzò in alto del cielo, si fermò quando sentì di essere per un attimo al sicuro e si voltò in direzione del genitore che ancora rimaneva vicino a quel grosso masso « MA PERCHE' MI DICI QUESTO PAPA'? » urlò Gohan verso Goku che rispose pochissimo dopo con il suo solito sorriso sul volto: « HO FIDUCIA IN TE RAGAZZO MIO, SCONFIGGILO! ». Il super sayan riuscì soltanto a sorridere prima di ritrovarsi Darbula nuovamente addosso.
Goku ritornò verso di noi e prima di raggiungere suo figlio minore si fermò un istante a fianco di Piccolo. I due si osservarono e si creò un lieve silenzio che soltanto il più giocondo ruppe poco dopo accompagnato da un suo sorriso: « Andava bene così? ». L'alieno sorrise smettendo di fare lo scorbutico « Certo, al resto ci penso io » sibilò con un tono un po' strano, forse un poco malefico ...
Goku si avvicinò a Goten e si mise seduto anch'egli sulla stessa roccia visto che vi era abbastanza spazio « Allora, come andiamo? » disse il Son sorridente al suo piccolo campione mentre con una larga mano gli scompigliava tutti i capelli del poveretto che però, a discapito di chi possa pensarla diversamente, se la rideva come un matto facendo intuire che per lui tutto andava a meraviglia. Senza volerlo posai gli occhi su di loro per un solo istante pensai che sarebbe stato una bestialità pretendere che in un futuro prossimo mi sarebbe potuta capitare una cosa anche solo simile ... « E tu Trunks? ». Mi svegliai improvvisamente da quello che era un mio viaggio momentaneo, scrollai un poco la testa e forse vergognato da quel mio atteggiamento confuso, non alzai lo sguardo verso il signor Goku. « Sì, tutto bene, grazie ... » bofonchiai giusto per fare cadere la discussione, cosa che però non accadde visto che il "nemico/amico" di mio padre insistette con un'altra domanda: « Sul serio? ».
Non risposi, voltai il viso davanti a me e alzai gli occhi andando a risalire poco a poco la figura di Vegeta che rimaneva piantata in quella zona ristretta. Lasciai che l'azzurro dei miei occhi rimanesse confuso sotto quella piccola cascata di capelli glicini quando, avendo raggiunto con i primi il volto di papà, notai che guardava in mia direzione. « Sì, non si preoccupi ... » riuscii soltanto a mormorare riabbassando lo sguardo quando compresi che, ancora una volta, non ero io l'oggetto del suo sguardo ma bensì Goku. Se accadeva qualcosa di particolare Vegeta entrava nello stato d'allerta soltanto se la stranezza comprendeva il suo eterno rivale ...
Gli occhi color della notte rimasero fissi sulla figura di Goku per parecchio tempo mentre nel frattanto riecheggiavano tutt'attorno i boati della lotta e le nuove esplosioni: la sua espressione proseguiva a rimanere livida per colpa delle riflessioni che rimbalzavano nella sua mente, per colpa di quella discussione che aveva iniziato ad ascoltare troppo tempo dopo il principio, per colpa di quell'incoraggiamento secondo lui di troppo nei confronti dello sbarbatello ormai alla deriva, come se fosse stata l'ennesima sottolineatura dei loro propositi ... Non si pose domande sul perché non lo guardassi, sul perché mi ero atteggiato in maniera schiva con lui poco prima e sul perché proseguissi con tale atteggiamento. In quel momento non rientravo minimamente nei suoi programmi. La sua indifferenza non mi faceva sentire meglio ...
Il principe dei sayan si voltò nuovamente verso lo scontro e ci mostrò la schiena ancora una volta. Rimasi com'ero e non mi accorsi che sia Goku che Goten mi osservano impensieriti, avendo compreso che qualcosa non andasse ... non la smisero finché non accadde ciò che fece allarmare per un attimo pure me: Gohan venne colpito duramente al braccio ferito e questo lo fece schiantare a terra dopo un viaggio rapidissimo durato millesimi di secondo. Darbula scivolò nel cielo con una rapidità che aveva dell'inverosimile e poi, dopo aver riempito la bocca di saliva, sputò in direzione del ragazzo che purtroppo, ridotto com'era, faticava a muoversi rapidamente. Di lì a un attimo accadde ciò che scatenò qualcosa nel mio burbero padre: Piccolo scattò verso Gohan, lasciò che la schifosa sostanza lo colpisse e poi, prima che la fossilizzazione andasse bel oltre il livello che aveva raggiunto nel giro di pochi secondi, si strappò il mantello e il turbante di dosso facendoli schiantare addosso a una roccia. Il namecciano scattò in direzione del demone e rapidamente iniziò con esso un combattimento che aveva come parola d'ordine "velocità": i colpi erano rapidi, leggeri ma colui che riusciva a prendere di sorpresa l'altro aveva la possibilità di comandare per i minuti successivi.
Vegeta scoppiò di rabbia sentendosi preso in giro, sciolse la stretta delle braccia e chiuse i pugni con forza. Voltai gli occhi verso di lui quando percepii tutta quella forza tremenda e poi, quando dopo una frazione rapidissima di librò in cielo, scattai anch'io in piedi, con il naso rivolto verso l'alto per studiare meglio la situazione: Piccolo ricevette un pugno sul viso che lo obbligò a voltare la faccia a lato, Darbula colpì ancora con maggiore potenza facendo allontanare maggiormente il namecciano. Vegeta apparve alle spalle del demone e lo colpì alla nuca con tutta la forza che poté facendolo schizzare in direzione del suolo e facendogli creare all'impatto una voragine gigantesca nella quale, per poco, Gohan non venne coinvolto. Papà si mosse in direzione di Piccolo e lo afferrò rudemente per il collo della parte superiore della tuta da combattimento facendo in modo che i loro volti fossero piuttosto vicini « Hai preso l'iniziativa, vero muso verde?! Se quì c'è qualcuno che deve prendere il posto di quel marmocchio sono io, non ti immischiare! ».
Piccolo scacciò mio padre e lo riportò a distanza ragionevole, sogghignò con aria beffarda facendo irritare maggiormente l'altro « E chi l'ha deciso? Tu? ». I due iniziarono a discendere mantenendo i loro sguardi rivolti su colui ognuno di loro aveva dinanzi. Le rocce vicine si scostarono un poco quando Darbula, subito dopo essersi ripreso dall'attacco, si issava con il preciso scopo di riprendere la situazione sotto controllo, cosa che però non accadde subito perché qualcosa lo distolse dai suoi obiettivi.
« L'unico che può mettere fine a questa buffonata sono io soltanto, levati di mezzo! » sbraitò Vegeta carico di rabbia perché sentitosi preso in giro dall'intromissione del namecciano nello scontro. Piccolo assottigliò gli occhi ma la sua fermezza gli permise di reggere il confronto « Nessuno ha stabilito che dovevi intervenire tu ».
« Questo vale anche per te! ».


Papà non si accorse di essere caduto in trappola ...

 

 

 

 

... Continua ...

  
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