Ma ora eccomi quì, anche se mezza malata, con un capitolo pronto che, nonostante abbia terminato accompagnato da un'emicrania da record, spera insieme a me di essere all'altezza. Ringrazio chi continua a seguirmi nonostante il numero ingente di capitoli, spero che proseguirete con il farlo ... resistete, manca molto meno di quanto possiate immaginare.
ka93: Ultimamente dormo parecchio male ma ti ringrazio per la domanda ^^" Come vedi sono quì, leggi il capitolo e fammi sapere se ti piace, ok? Baci
Pepesale: Il conto alla rovescia voleva rievocare proprio quel momento del movie perché fino ad ora non avevo messo 18 in azione e pertanto ho pensato che sarebbe stato divertente fare una cosa un po' più studiata ^^ ti ringrazio per il complimento su tale momento. Light non è un personaggio così scontato come sembra e presto tornerà in azione ... Per Vegeta si vedrà XD Baci, e grazie per l'altra rece, mi ha fatto molto piacere ...
Vegeta4ever: L'ultima volta ho utilizzato Word per pubblicare e forse non mi sono rimasti i caratteri come al solito ... da me però si leggeva benissimo ^^" Il futuro è ancora incerto e di sicuro non voglio apparire prevedibile ... Fammi sapere se il capitolo ti piaccia :) baci (e grazie anche a te)
Rory_Kaulitz: XD Trunks si è impantanato da solo con la narrazione, se l'è cercata ma io non faccio altro che dargli la possibilità di rendere nota la sua storia. Ecco il "prossimo" capitolo, leggi e dimmi se ti piace! A presto!
Ecco, anche se con il mal di testa furente
e il naso tappato, vi lascio al nuovo capitolo nella speranza che sia di vostro
gradimento. Per chi non l'avesse notato ho scritto un'originale un po' di tempo
fa, mi farebbe piacere l'opinione di chichessia se qualcuno andasse a leggerla.
Alla prossima raga, io vado a mangiare un po' di vitamine ^^
Baci
scImMIA
CAPITOLO 82
- IL PIANO PER FERMARE BABIDI -
Lo scontro tra Darbula e il mio amico Gohan era iniziato da
un pezzo e io, assieme a mio padre e gli altri, lo osservavamo poggiati a quelle
rocce rossastre e facilmente friabili che erano apparse all'improvviso al posto
della stanza in cui eravamo. La stessa magia era stata fatta anche nei confronti
di Vegeta e del signor Goku, mi aveva spiegato Piccolo, perché secondo
lui le scosse create per colpa dello scontro violento andavano ad intaccare
lo stato della sfera di MajinBu e quindi il mago, per evitare che la sua creatura
si svegliasse prima del momento propizio, creava una sorta di teletrasporto.
In quel frangente scoprimmo grazie a Kaioshin che ci trovavamo nel regno di
Darbula, il mondo dei demoni, e che probabilmente il nemico dalla faccia rosso
fuoco avrebbe potuto avere ancor più la meglio contro il giovane sayan
che faceva di tutto pur di non soccombere.
Gohan sfrecciò lontano dal suo obiettivo, si intrufolò tra delle
rocce per riprendere fiato mentre con una mano si toccava la ferita sanguinante
che aveva lungo il braccio destro. Da quando Darbula aveva sfoderato la sua
lancia le cose erano peggiorate poiché, anche nel corpo a corpo, il nemico
poteva attaccare l'avversario da una distanza maggiorata mentre il sayan, che
non aveva nessuna arma con se, non poteva fare altrettanto. Crillin riteneva
che fosse scorretto utilizzare quei mezzi e anch'io mi trovai d'accordo con
lui in principio finché non ripensai a quando combattevo i cyborg nella
mia epoca affiancato dalla spada che portavo sempre con me ... Avendo cambiato
idea al riguardo dovetti comunicare al piccoletto ciò che avevo pensato
e così mi esprimei motivando la mia risposta con alcune parole famose:
"Il fine giustifica i mezzi". Ricordo bene che il piccoletto rimase
perplesso ma dal mio canto, proseguivo dicendo che Darbula faceva bene a comportarsi
così se voleva vincere così come io anni prima mi ero affidato
(inutilmente) alla spada per distruggere i cyborg ... comunque sia, alla fine
il discorso cadde inesorabilmente dinanzi agli eventi che seguirono. Gohan era
ancora nascosto quando l'avversario iniziò a cercarlo con gli occhi,
cosa che ovviamente poteva evitare visto che l'aura del ragazzo era ben udibile,
ed infine, quando notò un pezzo della tuta verde del sayan svolazzare
oltre una roccia poiché il proprietario si era nascosto malamente, scattò
in quella direzione accompagnato da un grido di guerra che fece trasalire un
poco il piccolo Goten. Il fratello di quest'ultimo però, avendo capito
che era stato scoperto, attese fino all'ultimo dopodiché caricò
un onda sul palmo della mano, balzò fuori dal suo nascondiglio e la scagliò
a distanza ravvicinatissima sul viso del demone obbligandolo a fermarsi poiché
ferito e soprattutto colto di sorpresa.
« Dai figliolo, forza! » urlava Son Goku in direzione di un primogenito
che sembrava allo sbando perché subito dopo avere attaccato si era allontanato
e si guardava attorno alla ricerca di nuove idee. Dall'alto vide Darbula che
con una mano si sfregava il viso con forza e pertanto, visto che l'altro era
occupato, il sayan si portò le mani a lato l'una vicino all'altra, piegò
le gambe portando un poco più indietro ancora le braccia ed infine, quando
sentì che l'energia della sfera che andava formando stava divenendo massima,
la scagliò senza indugi verso il nemico che reagì repentinamente
di conseguenza: sentendo la forza avvicinarsi Darbula saltò lievemente
in un’altra direzione mantenendo chiusi gli occhi facendo in modo che
il raggio gli passasse nei pressi del torace ma a pochi centimetri di distanza,
gli occhiacci gialli tornarono a scrutare il territorio che oramai comprendeva
anche un grosso cratere creato dall’onda Kamehameha scagliata poco prima
e dopo aver fatto scomparire magicamente la lunga lancia demoniaca balzò
in quell’alto cielo dalla sfumatura curiosa posizionandosi vicino al ragazzo
che lo scrutava a bocca aperta, allibito per il completo insuccesso. Nella mente
del giovane iniziarono a crearsi innumerevoli ipotesi, altrettante possibili
scappatoie che però avevano sempre qualche pecca e quindi andavano scartate.
Quel cervello da genietto elaborava di tutto ad una velocità folle basandosi
sulle forze che ancora gli rimanevano e quelle che Darbula invece non aveva
ancora mostrato e infine poi, non sentendosi comunque all’altezza della
situazione, si malediceva per il numero elevato di volte in cui aveva rimandato
gli allenamenti che il padre gli aveva offerto … Se avesse letto qualche
libro in meno, se non avesse così tanto dato ascolto a sua madre e avesse
invece sostenuto ancora una volta Goku, così come aveva sempre fatto,
in quell’attimo non si sarebbe ritrovato nei pasticci, non si sarebbe
ricoperto di ridicolo dinanzi a Vegeta, Piccolo e persino Goku che, avendolo
visto lottare contro Cell quand’era giovane, lo credevano all’altezza.
Per Goten poi, che piccolo com’era stravedeva per lui e il padre, doveva
essere avvilente assistere a quella che si apprestava ad essere una disfatta.
Come se il tempo nella sua mente si fosse fermato si immaginò momentaneamente
in una dimensione differente nella quale poteva rivedere tutti gli attimi importanti
della sua vita: contro i sayan Radish, Nappa e Vegeta; contro Freezer affiancato
dalla squadra Ginew, il misterioso androide, il dottor Gelo e infine lo stesso
Cell. Con il tempo era riuscito a maturare in modo sorprendente e se all’inizio
la sua figura era un mero ostacolo, negli ultimi stadi la sua presenza era stata
decisiva per la salvezza del mondo e in quel frangente iniziò a chiedersi
perché proprio in quel momento dovesse regredire tornando ad essere un
disturbo … Senza volere andò a ripensare a quel giorno in cui io,
assieme a mio padre, fummo loro ospiti a pranzo: rispolverò ogni azione
e si andò a concentrare in fine sulla mia figura che senza volere aveva
ricreato un piccolo spazietto all’interno della loro vita famigliare come
amico anche se non so se definirmi intimo o meno. Gohan andò a ripensare
a quel divertente battibecco tra mio padre e Goku in cui ciascuno decantava,
a modo proprio, le abilità dei figli e proprio sospeso su di quella riflessione
gli venne una perplessità: se avesse perso avrebbero sicuramente pensato
che Trunks, il ragazzo venuto dal futuro (ovvero io), sarebbe stato molto più
in gamba di lui, più forte e forse addirittura più serio sotto
certi aspetti e pertanto il sayan dai capelli corvini sarebbe stato posto ad
un piano inferiore nella scala personale di tutti … Gli fece improvvisamente
male vedere me davanti alla sua figura, soprattutto riguardo al suo fratellino
al quale, certamente, non voleva arrecare delusioni. Anche se fossi stato di
maggiore potere, se mi fossi dimostrato in un certo senso più serio,
Gohan comprendeva che non lo facevo per dispetto e tanto meno per denigrarlo.
Io facevo soltanto il mio dovere al meglio perché sentivo costantemente
la responsabilità di fare di più per non fallire e quindi, vista
anche la differenza temporale nella quale nel mio tempo regnava continuamente
il caos mentre nell’era dei miei amici la pace crogiolava beatamente,
avevo avuto doveri incessanti per i quali migliorarmi. Questa che vi sto narrando
non è una mia fantasia, credetemi, io e Gohan abbiamo discusso a lungo
di ciò e questo è quello che ne è scaturito: una sorta
di lieve gelosia (come quella che l’aveva colpito quando Videl pensava
ad altro) che alla fine gli diede la forza di reagire come un leone nonostante
i pensieri non fossero piacevoli.
Il super sayan si ridestò dal suo sonno che sembrava l’avesse colto
improvvisamente, si voltò verso l’avversario e lo colpì
duramente con un pugno in pieno viso che obbligò il demone a voltare
il volto da una parte per diminuire il dolore secco. Gohan si allontanò
un poco, con la mano destra si strinse con forza il polso sinistro e dopo aver
concentrato l’energia sulla mano aperta che era rivolta verso Darbula,
tempestò l’avversario con una pioggia di onde più o meno
insidiose per tutta l’area disponibile di quell’essere. Il signore
degli inferi, dopo aver sopportato fin troppo quella seccatura, si trovò
costretto a ripararsi volto e torace con il largo mantello bianco dalle punte
molteplici lasciando che le onde esplodessero su di esso formando poi delle
piccole nuvolette scure. Il grande mantello iniziò a bruciacchiarsi e
il demone, vedendo che le sue difese si stavano indebolendo, scattò lontano
dal super sayan, con un forte colpo d’aura allontanò le ultime
onde che gli erano dirette e poi all’improvviso, sputò sul ragazzo
colpendolo sulla divisa verde.
« ATTENTO! LA SALIVA DI DARBULA TI TRASFORMERA’ IN PIETRA!! »
urlò con foga Kaioshin dopo essersi portato entrambe le mani vicino alla
bocca per indirizzare meglio il suo messaggio in direzione del figlio di Son
Goku mentre nel frattempo io e i miei amici, stupiti da questo avvenimento e
iniziando a notare che Gohan si stava fossilizzando, iniziammo ad incitarlo
a strapparsi di dosso i vestiti contaminati per evitare che il peggio accadesse.
Il mio amico, mentre Darbula se la rideva sguaiatamente, toccò la saliva
con una mano ma poi, vedendo che nel giro di pochi istanti il guanto si stava
mutando, si sfilò questo e in più (evitando preamboli) si stracciò
la vestita verde rimanendo così con quella tutina nera quantomeno ridicola
… I vestiti precipitarono inesorabilmente verso il suolo e si sbriciolarono
quando toccarono le dure rocce. Crillin si avvicinò un poco ai detriti
e corrugò le sopracciglia iniziando poi a grattarsi la capoccia con una
mano con fare confuso « E’ davvero diventato di sasso … incredibile!
».
Kaioshin si incupì e lasciò a Kibith il compito di illustrare
ciò che il superiore stesso avesse voluto dire « Darbula, con la
sua saliva, è in grado di tramutare in pietra ciò che vuole e
questo fenomeno non è risolvibile purtroppo. L’unica possibilità
è quella di eliminare Darbula stesso per far ridivenire tutto quello
che è stato trasformato allo stadio in cui era inizialmente ».
Il piccoletto si osservò un po’ attorno andando a fissare Goku
negli occhi, il quale gli rispose con un gesto di spalle, come per informarlo
che non sapesse che dire e pertanto Crillin disse altro affiancandosi ad un
Piccolo serissimo « Quindi l’unico modo sarebbe stato quello di
eliminare Darbula eh? … » il tappo si voltò un poco indietro
e osservò per un millesimo di secondo Gohan che era nuovamente indaffarato
« … Quindi se Gohan fosse stato trasformato in pietra noi saremmo
dovuti obbligatoriamente intervenire, interessante ».
Kibith si oscurò tanto quanto lo era Kaioshin in quel momento «
C’è un “ma” però: se Darbula lo avesse o lo
dovesse trasformare, la sua vita sarebbe enormemente in pericolo. Se infatti
la statua venisse in un secondo momento intaccata o addirittura disintegrata,
Gohan sparirebbe all’istante e diverrebbe automaticamente un essere appartenente
all’aldilà ». Oltre a me si stupirono in altri e Goten poi,
particolarmente colpito da questo discorso, scese con un balzo giù dal
sasso dove stava seduto, corse in direzione del fratello finché il padre
Goku non lo fermò repentinamente evitando altri disastri « GOHAN!
… » urlò il bambino facendosi udire fin dall’altra
parte del globo (immaginate Piccolo poveretto ^^) « … Stai attento,
non farti più colpire! E’ pericoloso!! ».
Il super sayan si allontanò un poco dal nemico e osservò verso
il basso in direzione degli spettatori, tutti suoi amici e sorrise contento
e sereno sentendo un caloroso senso di apprensione nei loro sguardi. Ovviamente
dovete escludere dal magico quadretto mio padre …
Il combattimento ricominciò: Gohan scattò verso il demone, tentò
di colpirlo con un destro in direzione del viso e poi riprovò ancora,
numerosissime volte finché finalmente, dopo tentativi estenuanti, non
riuscì a percuotere l’avversario facendolo spostare a distanza.
Darbula si bloccò dopo pochi metri di viaggio, osservò con i suoi
occhi gialli quelli verdi del super sayan e fece concentrare nelle forti braccia
una grande quantità di energia. Un’onda d’urto si scatenò
dai grandi palmi delle mani creando delle larghe increspature in quell’aria
pesante finché queste non si ruppero andando a schiantarsi contro il
corpo vigoroso del super sayan. Gohan chiuse con forza i pugni, li portò
vicino ai fianchi, fece gonfiare il petto e la sua giovane voce riecheggiò
nei dintorni quando l’aura dai riflessi abbaglianti si espanse tutt’attorno
frantumando le rocce vicine facendo inoltre concludere definitivamente quella
resistenza creata dal nemico. Una montagna di roccia rossa esplose completamente
e i sassi di varie dimensioni, dopo avere effettuato una parabola nel cielo,
iniziarono a precipitare verso la terra e molto più precisamente in direzione
di noi guerrieri che eravamo intenti ad osservare lo spettacolo: alzai lo sguardo
e appena vidi che gli oggetti minerari erano fin troppo vicini per i miei gusti,
alzai una mano verso il cielo e iniziai molto disinteressato a distruggere quelle
rocce con delle piccole e semplici onde luminescenti. Un colpo, uno scoppio
e poi una leggera pioggia fatta di polvere terrosa … I miei amici iniziarono
a fare lo stesso gesto escludendo due elementi che si comportavano diversamente:
Goten, troppo impetuoso, creava dei colpi esagerati che disintegravano gli oggentuncoli
ma in più andavano a volte in direzione del “fratellone”
e quindi lo metteva (senza volere) più in difficoltà mentre mio
padre invece se ne fregava altamente di quello che accadeva perché i
piccoli sassi rimbalzavano sulla sua aura che lo proteggeva … Terminata
la pioggia mi venne da abbassare lo sguardo verso di lui e studiare ancora una
volta quella figura che oramai conoscevo a memoria chiedendomi perché
in quel frangente era così impassibile, perché non sciogliesse
le braccia da quel rigido incrocio e perché, nonostante la situazione,
non avesse più spicciato parola con nessuno. Mentre il piccolo Goten
si apprestava a tornare con moto saltellante sulla roccia sulla quale era stato
seduto fino a poco prima, mi allontanai in direzione opposta alla sua lasciando
per un istante il piccolo senza parole, forse perché si aspettava che
gli rimanessi vicino e gli tenessi compagnia. Il piccolo Son però, che
sembrava già sul punto di lasciare una sviolinata capricciosa, si rilassò
all'istante quando mi vide fermarmi al fianco di mio padre che continuava a
rimanere taciturno come se Darbula lo avesse pietrificato con la sua saliva,
cosa che però non era.
La sua aria seccata, il suo profilo delineato e perennemente rigido, i suoi
occhi severi e scuri non si mossero quando allungai un poco il collo in avanti
per scorgere meglio il suo viso permettendo ai miei occhi azzurri di rimirare
il suo status. Mi trattenei dall'eseguire qualsiasi gesto che potesse sembrare
affettuoso per non metterlo a disagio o arrabbiare e quindi, anche se mi sarebbe
piaciuto anche solo appoggiargli una mano sulla spalla, cancellai dalla mente
quel desiderio e intersecai a mia volta gli arti cercando poi di intavolare
un minimo di dialogo « Cosa ne pensi papà? Di tutto quanto intendo
... » mormorai con tono abbastanza deciso.
Le sue labbra non si mossero affatto e i suoi occhi rimasero fissi sulla figura
di Gohan che stava nuovamente perdendo terreno sotto la perseveranza del demonio.
Non udendo alcun sibilo assottigliai un poco gli occhi e senza volere li abbassai
a terra trascinato da una brutta sensazione, come se qualcosa mi dicesse che
fosse inutile proseguire ... Alzai lievemente lo sguardo ma lo lasciai fisso
dinanzi a me, puntato su delle squallide montagnole senza alcun significato
mentre dentro di me le parole che volevo mormorare riecheggiavano forti, quasi
ruggenti, cariche di una forza orgogliosa che poi si infranse quando varcarono
la soglia delle mie labbra divenendo più flebili e un poco tremule «
... Padre, io ... ». I miei piedi tornarono ancora una volta oggetto del
mio sguardo sotto quel silenzio pesante. Incominciai a chiedermi perché
a volte fosse così difficile parlare con lui, perché fosse così
arduo fargli mormorare anche solo poche sillabe senza troppo spessore, perché
a volte fosse così frustrante averlo come padre ... Non riuscivo mai
a comprenderlo, i suoi modi erano a volte inspiegabili e inoltre, quando gli
chiedevo qualcosa la risposta era o secca o completamente nulla, così
come stava accadendo in quel frangente. Lo sconforto si abbatteva su di me ogni
qualvolta che ciò accadeva e in quel caso, così come rare volte
succede anche oggi, mi estraniavo dalla figura di figlio cercando di diventare
quel puro e semplice "ragazzo venuto dal futuro", lo sconosciuto apparentemente
senza legami e dai modi un poco distaccati in principio: « Vegeta, io
mi stavo chiedendo perché mi avete salvato al torneo » chiesi piuttosto
serio e con gli occhi puntati nuovamente sullo scontro facendo in modo che non
si staccassero da esso. Non mi voltai per vedere se mio padre mi aveva rivolto
lo sguardo, non lo feci minimamente poiché sentii su di me una sorta
di peso che non era altro che il suo giudizio trasmesso dalla sua occhiata divertita
fatta con la coda dell'occhio perché gli sembrava troppo voltarsi verso
di me. Udii uno sbuffo e lo sentii borbottare scocciato « Perché
sarai anche un poco più forte del figlio di Kaharoth ma sei anche tu
un impiastro. Sono intervenuto perché mi annoiavo e perché ci
stavi mettendo troppo per i miei gusti ». Rimasi impassibile a quella
risposta poiché me la aspettavo, abbassai lo sguardo dallo scontro andando
ad osservare con la coda dell'occhio il principe dei sayan mantenendo la mia
compostezza « Solo perché si stava annoiando? ». La domanda
sembrò creare fastidio: Vegeta fece scomparire il sorrisetto ironico
dal volto, voltò un poco il viso verso di me e assottigliò gli
occhi marcando tutta la sua seccatura « Sì, e allora? » domandò
a sua volta sprezzante e con voce tuonante, tono che attirò per un attimo
le attenzioni di altri. Mi voltai indietro e feci in modo che potesse vedere
soltanto la mia sezione posteriore, facendo in modo che dapprima potesse studiarmi
soltanto con l'osservazione della mia schiena. Tenni la schiena dritta e tesa
come un vero guerriero e prima di incamminarmi nuovamente al fianco del piccolo
Goten, mormorai nuovamente la mia con tono distaccato: « Era soltanto
per sapere ... Si goda lo spettacolo Vegeta ». Mi allontanai lasciando
mio padre pensieroso e perplesso, chiedendosi cosa diavolo mi fosse preso e
perché di punto in bianco, dopo tanto tempo, avevo ripreso a dargli del
"lei" nonostante lui fosse mio padre. Vegeta tornò a scrutare
il combattimento pensando che alla fine facevo bene a trattarlo con in guanti
perché, anche se ero figlio suo, egli era pur sempre il principe dei
sayan e un tale atteggiamento sarebbe stato consono fin dal principio.
Quando raggiunsi la roccia sopra la quale Goten se ne stava tranquillo, mi sedetti
anch'io lasciando che il mio umore rimanesse sotto le scarpe. Il piccolo se
ne accorse immediatamente ma non mi proferì alcuna domanda poiché
impedito da un ordine muto da parte del suo genitore che pensava che fosse giusto
lasciarmi per un momento in pace. Poggiai i gomiti sulle ginocchia, incrociai
le dita delle mani e in fine arcuai la schiena lasciando che di conseguenza
i miei capelli lilla mi coprissero in parte il viso un poco mesto. Nonostante
mi aspettassi qualcosa di simile da quel breve approccio perché Vegeta
era pur sempre un essere arrogante e scorbutico, non riuscivo ad accettare le
sue parole, continuavo a chiedermi perché non mi avesse mormorato altro
... Speravo costantemente che si aprisse con il tempo, e alla fine un poco lo
faceva mostrandolo anche apertamente, ma mi chiedevo però quanto gli
costasse per una volta dire il vero, ammettere che aveva fatto una certa azione
per me o per altri invece di alzare la sua barriera d'orgoglio e quindi mutare
i messaggi. Dopo quasi sette anni speravo che almeno con me quel muro si fosse
perlomeno infranto, speravo che almeno nei miei confronti si sarebbe atteggiato
da padre anche se un po' severo, ma invece nulla era cambiato ... incominciai
a temere che avessi sbagliato tutto quanto con lui.
Gohan scattò in avanti oltrepassando la figura nemica
fermandosi poi alle sue spalle, si voltò repentino e scagliò una
serie di onde alle sue spalle robuste. Darbula subì l'attacco ma poi,
dopo aver fatto comparire nuovamente la sua lancia nella mano destra, la fece
muovere molto rapidamente rendendo pressoché nulle le via di fuga del
sayan che, con scatti più o meno rapidi, cercava di stargli alla distanza.
La punta di duro metallo della lama, grazie ad un'abile mossa, si andò
a conficcare nella spalla destra e quindi Gohan, per colpa del male improvviso
e atroce, urlò a squarcia gola cercando al contempo di richiudere la
ferita che sanguinava copiosamente. Il demone aumentò la sua elevazione
e dopo aver caricato indietro la gamba destra, calciò forte l'arto ferito
e fece precipitare al terreno il ragazzo che soffriva enormemente.
Una risata stridula si fece sentire in quel luogo e soltanto ad uno solo non
diede fastidio questa intromissione: « HAHAHA! Bravissimo Darbula, sei
grande! Continua così e la sfera del mio MajinBu sarà presto carica
di energia!! ». Il demone si inchinò a terra sapendo che il suo
padrone avrebbe visto e apprezzato il suo gesto di sottomissione.
Ancora una volta Goten saltò lontano dal supporto su cui stava e per
l'ennesima volta Goku dovette bloccare la sua corsa in direzione del primogenito
che, stramazzato a terra, tentava di rialzarsi con il braccio che pareva più
sano dei due mentre Darbula nel frattanto si stava rialzando dal suo gesto di
auto-annicchilimento.
Goten si voltò su sé stesso mentre il padre proseguiva a tenerlo
fermo per le piccole spalle da bambino « Dobbiamo aiutarlo, lasciami andare!
... » urlava il piccolo sayan con le lacrime agli occhi per lo strazio
mentre io lo osservavo silenzioso « ... Per favore, lasciami andare, Gohan
ha bisogno di me! » ripeté cercando nuovamente di svicolare lontano
sotto gli occhi di un guerriero che però era molto più deciso
di quanto desse a vedere. Goku infatti, che aveva uno strano sorriso sul volto,
cercava con la sua voce calma di tranquillizzare il suo campione mantenendo
salda, ma non troppo opprimente, la stretta « Stai tranquillo, Gohan se
la caverà vedrai e poi, se la situazione dovesse diventare davvero grave,
interverremo. Ma fino ad allora non ci dobbiamo muovere perché altrimenti
a Gohan non gli piacerà, lo troverebbe ingiusto ». Il piccolino,
con una lacrimuccia pendula all'angolo destro dell'occhio sinistro, osservò
muto il genitore che proseguiva con il suo sguardo mentre l'amico Crillin si
avvicinava altrettanto sorridente per aiutare l'amico. Il nanetto piegò
un poco le gambe andando al livello del ragazzino che si strofinava gli occhi
con la manica blu della tenuta da combattimento « Lui è un sayan
Goten, quindi è molto orgoglioso. Se uno di noi dovesse intervenire per
lui sarebbe un grosso smacco quindi dobbiamo aspettare fino all'ultimo ».
Il bimbo sembrò tornare in sé e dopo aver scrutato il fratello
rialzarsi in piedi e recuperare vigore si volse in mia direzione: il suo sguardo
divenne lievemente cupo avendo intravisto il mio che lo era altrettanto per
colpa delle mie riflessioni che non mi davano pace ma poi, cercando di essere
nuovamente me stesso e non più un fantasma, sorrisi unendomi ai pensieri
appena emessi di Goku e Crillin. Goten sorrise e mi fece pollice alto pensando
che il mio malumore fosse scomparso.
Darbula proseguiva a completare il suo lavoro mentre Gohan, conciato piuttosto
male per colpa della brutta ferita, barcollava da una parte all'altra evitando
con una certa fortuna anche gli sputi che il demone gli mandava nel tentativo
di fermare la sua corsa che sembrava non avesse fine e tantomeno scopo se non
quello di salvare la pelle e guadagnare tempo. Goku, il padre del mio amico,
lasciò che il secondogenito mi venisse nuovamente vicino e dopo aver
fatto un cenno al caro amico di accompagnarlo, fece i pochi passi che servivano
per raggiungere il namecciano che fino a quel momento non aveva emesso alcun
suono e che, con una calma che nascondeva il suo nervosismo, studiava severamente
l'andamento del combattimento. Il sayan si affiancò a Piccolo e portò
le mani ai fianchi lasciando che Crillin facesse lo stesso. Il Son alzò
lo sguardo verso il muso verde (così lo chiama papà) e mormorò
la sua con un tono di lieve preoccupazione: « Piccolo, secondo te come
si concluderà? » chiese Goku attendendo una risposa. A distanza
sentivo ciò che mormoravano e quando vidi la semplicità con cui
il namecciano si esprimeva mi chiesi perché fosse stato tanto difficile
per Vegeta fare altrettanto con me ...
« Non lo so, tutto dipende da come si comporterà Gohan d'ora in
avanti anche se per il momento la situazione è tutt'altro che a suo favore
... » iniziò Piccolo mantenendo la sua faccia seria e le braccia
incrociate al petto mentre il mantello, per colpa del vento scarso, rimaneva
a penzoloni senza muoversi « ... Attendiamo, interverremo se sarà
necessario ». Crillin mosse un passo in avanti fermandosi davanti al sayan
che lo osservò con aria poco assorta « E hai un piano per caso?
Lo attaccheremo in massa? ». Il namecciano sorrise lievemente lasciando
intravedere la sua bianca dentatura dotata di quei canini oltre la norma «
Non proprio, ho in mente altro, anche se purtroppo mi servirà qualcuno
per mettere a punto ciò che ho in mente ».
« Davvero? ... » disse Goku con gli occhi sbarluccicanti di speranza
pensando bene che il prescelto fosse lui « ... E dicci, chi è?
». Il sayan si avvicinò senza accorgersene troppo al namecciano,
ma fu soprattutto la sua aria da "cucciolone tenerone" che decretò
sul volto di Piccolo un'espressione un poco schifata che venne accompagnata
da un grosso gocciolone di sudore. Il genio del piano che doveva rimanere segreto,
con un cenno della testa, indicò una persona specifica ed io, vedendo
di chi si trattava, sgranai gli occhi consapevole che avrebbe collaborato difficilmente
...
******
« Grande mago Babidi … » l’omuncolo
malridotto e con la tenuta a brandelli si inginocchiò a terra posando
il pugno chiuso per sorreggersi mentre gli occhi, accuratamente sigillati, erano
rivolti verso il pavimento « … siamo tornati dalla missione signore.
Siamo desolati di essere in così pochi » enunciò poi l’essere
dinanzi al loro padrone che li osservava non poco sgomento. Babidi rabbrividì
dopo aver numerato più volte lo scarso numero di uomini che era rientrato
e con annesso la discutibile quantità di serbatoi d’energia che
servivano per raccogliere il vigore degli esseri viventi e trasferirlo nella
sfera di MajinBu finché questo non si sarebbe risvegliato. Soltanto sei
erano i contenitori bianchi integri tornati alla base su di quelle braccia tumefatte
e quindi il mago, rattristato dal magro risultato ottenuto, ordinò ai
suoi uomini di inserire l’energia nella enorme sfera. Terminata l’operazione
il piccolo mostro si avvicinò al visore dell’energia della sfera
e dopo aver notato che la levetta rossa si era spostata di pochissimo, storse
il naso infastidito e con passo furente si fermò dinanzi ai sudditi posti
in fila in attesa di ordini ulteriori. Il mago si fermò davanti al primo
della breve fila, lo adocchiò con la coda dell'occhio dopodiché
utilizzò la sua voce fastidiosa per incominciare quello che sarebbe divenuto
uno degli interrogatori più brevi della storia: « Allora, posso
sapere perché il mio esercito di guerrieri, i migliori scelti in tutto
l'universo, è stato decimato in questo modo! VOGLIO UNA SPIEGAZIONE!!
» urlò Babidi in preda ad un attacco isterico mentre i poveracci
sopravvissuti si osservavano con aria stanca e anche piuttosto scossa. Dopo
vari tentennamenti fu proprio il primo a parlare con voce tremula dopo aver
avanzato di un passo in direzione del suo signore « Grande Babidi, purtroppo
ci sono stati dei contrattempi piuttosto evidenti ... ». Il mago chiuse
i pugnetti con forza e iniziò a saltellare come una pulce presa da una
nevrosi multipla (e all'ultimo stadio aggiungo io) « CONTRATTEMPI?!?!
DISGRAZIATI, ERA TANTO DIFFICILE FARE QUELLO CHE VI AVEVO CHIESTO?! ».
Il suddito iniziò a bofonchiare imbarazzatissimo mentre incrociava distrattamente
le dita delle mani guantate, lo sguardo basso evidenziava perfettamente il suo
stato d'animo che era realmente l'opposto della spensieratezza « ... Ecco,
grande mago Babidi ... Noi ci abbiamo provato ma c'erano due guerrieri che ce
lo hanno impedito. Sono stati loro a distruggerci e a obbligarci alla fuga ».
Il mago assottigliò gli occhi arrabbiatissimo e il suo rossore sul volto
dovuto all'ira non scomparve affatto dopo quella spiegazione « E chi sarebbero
costoro? ».
Il guerriero la smise di giocherellare e si rimise dritto con la schiena, come
un soldato provetto « Erano due al torneo ed erano davvero fortissimi,
forse tanto quanto quegli altri tizi » sentendo quelle parole Babidi si
avvicinò alla sfera di cristallo e iniziò a scrutare lo scontro
di Darbula che da troppo tempo (per i suoi gusti) stava proseguendo contro quel
ragazzotto. Le dita scheletriche dell'omuncolo arricciarono quei baffetti penduli
e mentre un lieve mugolio si iniziava ad udire, gli occhiacci verdi tornarono
ad intravedere il livello della sfera di MajinBu: la freccetta rossa superava
di poco la metà del cerchio, l'energia per il mostro era tutt'altro che
sufficiente. Babidi arricciò il naso e si schiarì la voce mentre
si portava le mani dietro la schiena « Beh, immagino che sia inutile rispedirvi
fuori ancora una volta ... Vorrà dire che riempirò la sfera del
mio MajinBu in un altro modo ... ». Tutti i sopravvissuti che erano all'oscuro
di tale idea che avrebbe risollevato un poco la situazione, si osservarono un
po' curiosi attendendo poi tale rivelazione ignari che loro facevano parte di
questa idea ... Il mago si voltò nuovamente verso i suoi sudditi che
ancora rimanevano impalati, spalancò le palpebre e fece brillare gli
occhi di una luce omicida esclamando parole apparentemente senza senso, cosa
che però non era affatto « TATTARATAAAA!!! ». I guerrieri
iniziarono a contorcersi contro la loro volontà, le budella iniziarono
ad aggrovigliarsi fino a strapparsi mentre le ossa si frantumavano sotto un
peso invisibile prima che i corpi interi, dopo un ultimo fremito di vita, esplodessero
in mille pezzi insozzando la stanza intera con le scorie rimaste. Nulla rimase
degli scagnozzi del mago. Babidi si osservò attorno e grazie ad una magia
differente ripulì l'intera stanza da quelle schifezze, tornò alla
sua amatissima sfera e con gioia notò che la fantomatica freccetta era
aumentata ancora anche se di poco.
« Andiamo avanti a piccoli passi ... » mugolò il mago a denti
stretti « ... Ma con Darbula sono al sicuro, tutto andrà a meraviglia
» concluse poi per darsi maggiore coraggio, sapendo che se le cose fossero
proseguite a tal modo ne avrebbe avuto un grande bisogno.
******
Da lontano proseguii ad ascoltare attento la conversazione tra
Piccolo e il signor Goku che stava proseguendo lentamente poiché il namecciano,
per motivi che non voleva rivelare, lasciava pochi indizi che potessero indicare
un piano delineato. Il sayan poi, che in più di un'occasione aveva dimostrato
la propria carenza d'intelletto (detta così però sembra che gli
stia dando dello stupido ... cosa che non penso in realtà), cercava ogni
qualvolta di snocciolare qualche informazione che però, anche se aiutato
dall'amico Crillin che pure lui non capiva a fondo, non voleva arrivare. Il
tutto era rimasto sospeso lasciando un'unica cosa in evidenza: Piccolo aveva
bisogno di mio padre per mettere a punto il suo piano.
« Dai Piccolo dimmi di più. Non ci ho capito niente! » piagnucolo
Goku disperato dal fatto che fosse l'ennesima volta che non riusciva a cogliere
qualcosa di nuovo dallo sguardo imperscrutabile dell'altro. L'ex Dio della Terra
ringhiò e dovette urlare in faccia al sayan apparendo scortese e irritatissimo
« FAI QUELLO CHE TI HO DETTO E BASTA. NON C'E' ALTRO CHE DEVI CAPIRE,
ZUCCONE! ». Goku aggrottò un poco le sopracciglia un po' impettito
ma dopo uno sbuffo e un "E va bene" con un tono pesante, avanzò
di pochi passi verso il campo di battaglia. Si fermò quando raggiunse
una roccia che era vicino al suo figliolo, portò le mani ai fianchi della
bocca e dopo aver inspirato molta aria urlò più ché poté
« GOHAN, TIENI DURO! FAI DEL TUO MEGLIO FIGLIOLO, NOI NON INTERVERREMO
SE POSSIBILE! ».
Il primogenito dell'eroe guizzò in alto del cielo, si fermò quando
sentì di essere per un attimo al sicuro e si voltò in direzione
del genitore che ancora rimaneva vicino a quel grosso masso « MA PERCHE'
MI DICI QUESTO PAPA'? » urlò Gohan verso Goku che rispose pochissimo
dopo con il suo solito sorriso sul volto: « HO FIDUCIA IN TE RAGAZZO MIO,
SCONFIGGILO! ». Il super sayan riuscì soltanto a sorridere prima
di ritrovarsi Darbula nuovamente addosso.
Goku ritornò verso di noi e prima di raggiungere suo figlio minore si
fermò un istante a fianco di Piccolo. I due si osservarono e si creò
un lieve silenzio che soltanto il più giocondo ruppe poco dopo accompagnato
da un suo sorriso: « Andava bene così? ». L'alieno sorrise
smettendo di fare lo scorbutico « Certo, al resto ci penso io »
sibilò con un tono un po' strano, forse un poco malefico ...
Goku si avvicinò a Goten e si mise seduto anch'egli sulla stessa roccia
visto che vi era abbastanza spazio « Allora, come andiamo? » disse
il Son sorridente al suo piccolo campione mentre con una larga mano gli scompigliava
tutti i capelli del poveretto che però, a discapito di chi possa pensarla
diversamente, se la rideva come un matto facendo intuire che per lui tutto andava
a meraviglia. Senza volerlo posai gli occhi su di loro per un solo istante pensai
che sarebbe stato una bestialità pretendere che in un futuro prossimo
mi sarebbe potuta capitare una cosa anche solo simile ... « E tu Trunks?
». Mi svegliai improvvisamente da quello che era un mio viaggio momentaneo,
scrollai un poco la testa e forse vergognato da quel mio atteggiamento confuso,
non alzai lo sguardo verso il signor Goku. « Sì, tutto bene, grazie
... » bofonchiai giusto per fare cadere la discussione, cosa che però
non accadde visto che il "nemico/amico" di mio padre insistette con
un'altra domanda: « Sul serio? ».
Non risposi, voltai il viso davanti a me e alzai gli occhi andando a risalire
poco a poco la figura di Vegeta che rimaneva piantata in quella zona ristretta.
Lasciai che l'azzurro dei miei occhi rimanesse confuso sotto quella piccola
cascata di capelli glicini quando, avendo raggiunto con i primi il volto di
papà, notai che guardava in mia direzione. « Sì, non si
preoccupi ... » riuscii soltanto a mormorare riabbassando lo sguardo quando
compresi che, ancora una volta, non ero io l'oggetto del suo sguardo ma bensì
Goku. Se accadeva qualcosa di particolare Vegeta entrava nello stato d'allerta
soltanto se la stranezza comprendeva il suo eterno rivale ...
Gli occhi color della notte rimasero fissi sulla figura di Goku per parecchio
tempo mentre nel frattanto riecheggiavano tutt'attorno i boati della lotta e
le nuove esplosioni: la sua espressione proseguiva a rimanere livida per colpa
delle riflessioni che rimbalzavano nella sua mente, per colpa di quella discussione
che aveva iniziato ad ascoltare troppo tempo dopo il principio, per colpa di
quell'incoraggiamento secondo lui di troppo nei confronti dello sbarbatello
ormai alla deriva, come se fosse stata l'ennesima sottolineatura dei loro propositi
... Non si pose domande sul perché non lo guardassi, sul perché
mi ero atteggiato in maniera schiva con lui poco prima e sul perché proseguissi
con tale atteggiamento. In quel momento non rientravo minimamente nei suoi programmi.
La sua indifferenza non mi faceva sentire meglio ...
Il principe dei sayan si voltò nuovamente verso lo scontro e ci mostrò
la schiena ancora una volta. Rimasi com'ero e non mi accorsi che sia Goku che
Goten mi osservano impensieriti, avendo compreso che qualcosa non andasse ...
non la smisero finché non accadde ciò che fece allarmare per un
attimo pure me: Gohan venne colpito duramente al braccio ferito e questo lo
fece schiantare a terra dopo un viaggio rapidissimo durato millesimi di secondo.
Darbula scivolò nel cielo con una rapidità che aveva dell'inverosimile
e poi, dopo aver riempito la bocca di saliva, sputò in direzione del
ragazzo che purtroppo, ridotto com'era, faticava a muoversi rapidamente. Di
lì a un attimo accadde ciò che scatenò qualcosa nel mio
burbero padre: Piccolo scattò verso Gohan, lasciò che la schifosa
sostanza lo colpisse e poi, prima che la fossilizzazione andasse bel oltre il
livello che aveva raggiunto nel giro di pochi secondi, si strappò il
mantello e il turbante di dosso facendoli schiantare addosso a una roccia. Il
namecciano scattò in direzione del demone e rapidamente iniziò
con esso un combattimento che aveva come parola d'ordine "velocità":
i colpi erano rapidi, leggeri ma colui che riusciva a prendere di sorpresa l'altro
aveva la possibilità di comandare per i minuti successivi.
Vegeta scoppiò di rabbia sentendosi preso in giro, sciolse la stretta
delle braccia e chiuse i pugni con forza. Voltai gli occhi verso di lui quando
percepii tutta quella forza tremenda e poi, quando dopo una frazione rapidissima
di librò in cielo, scattai anch'io in piedi, con il naso rivolto verso
l'alto per studiare meglio la situazione: Piccolo ricevette un pugno sul viso
che lo obbligò a voltare la faccia a lato, Darbula colpì ancora
con maggiore potenza facendo allontanare maggiormente il namecciano. Vegeta
apparve alle spalle del demone e lo colpì alla nuca con tutta la forza
che poté facendolo schizzare in direzione del suolo e facendogli creare
all'impatto una voragine gigantesca nella quale, per poco, Gohan non venne coinvolto.
Papà si mosse in direzione di Piccolo e lo afferrò rudemente per
il collo della parte superiore della tuta da combattimento facendo in modo che
i loro volti fossero piuttosto vicini « Hai preso l'iniziativa, vero muso
verde?! Se quì c'è qualcuno che deve prendere il posto di quel
marmocchio sono io, non ti immischiare! ».
Piccolo scacciò mio padre e lo riportò a distanza ragionevole,
sogghignò con aria beffarda facendo irritare maggiormente l'altro «
E chi l'ha deciso? Tu? ». I due iniziarono a discendere mantenendo i loro
sguardi rivolti su colui ognuno di loro aveva dinanzi. Le rocce vicine si scostarono
un poco quando Darbula, subito dopo essersi ripreso dall'attacco, si issava
con il preciso scopo di riprendere la situazione sotto controllo, cosa che però
non accadde subito perché qualcosa lo distolse dai suoi obiettivi.
« L'unico che può mettere fine a questa buffonata sono io soltanto,
levati di mezzo! » sbraitò Vegeta carico di rabbia perché
sentitosi preso in giro dall'intromissione del namecciano nello scontro. Piccolo
assottigliò gli occhi ma la sua fermezza gli permise di reggere il confronto
« Nessuno ha stabilito che dovevi intervenire tu ».
« Questo vale anche per te! ».
Papà non si accorse di essere caduto in trappola ...
... Continua ...