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Autore: Mew_vale    15/01/2015    3 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 23.
 
 
 
Diego
La curiosità per sapere di cosa hanno parlato la mia Isa e mia sorella, mi opprime! Siamo tutti riuniti in sala del consiglio, aspettando il resto dei convocati quando entra Daniele Valencia con Patrizia.
“Buon giorno a tutti.” Salutano entrambi. Ma la madre della bionda finta cosa c’entra?
“Salve anche a voi.” Saluta mia madre.
“Patrizia! A cosa dobbiamo il piacere di averti qui oggi?” Domanda mio padre, con una nota d’ironia.
“Ciao Armando!” Lo saluta lei, scocciata. Sfrontata esattamente come la figlia!
“Ho decido che da oggi mia moglie potrà partecipare alle anteprime delle collezioni.”
“Tu hai deciso, Daniele? L’ultima volta che ho controllato tua moglie non figurava come socia!”
“Nemmeno la tua, Armando!”
“Mai sentito parlare di comunione dei beni?”
“Come no, so benissimo cos’è.”
“Avete finito? Chi manca per la riunione?” S’intromette mio fratello. In quell’istante entra Ugo.
“Ma guarda un po’, abbiamo anche Patzy Pat oggi!”
Patrizia lo saluta tutta sorridente con due baci sulle gote.
“Hai fatto qualche incantesimo, un esorcismo o che altro a questo energumeno che hai come marito?”
“Niente di tutto questo Ugo, è stato lui a propormi di venire!”
“Daniele, ci sorprendi sempre in peggio con le tue trovate!” Lo punzecchia mio padre.
“Mai quanto hai fatto tu in passato, Armando. Oh, ma non credo che questa sia la sede più adatta per menzionare determinati episodi che mi hanno lasciato… sconcertato. O sbaglio?” Lui e mio padre si scambiano sguardi freddi e mi domando a cosa si riferisca Daniele Valencia! Mamma invece ha uno sguardo strano, sembra nervosa visto che non fa che battere la gamba sotto il tavolo.
“Comunque, per rispondere alla domanda di mio fratello, stiamo aspettando Mariabeatrice, Mario Calderon, Giulio e Giulia.” Intervengo.
“Ci sarà anche Calderon? Ma che sorpresa! Lo ha invitato lei dottoressa Betty?” Interviene Daniele.
“DANIELE!” Urla mio padre.
“Dai Daniele, smettila.” Gli dice sottovoce sua moglie.
“Sai Daniele, capisco tua sorella e Mario Calderon, devono arrivare fin qui e magari c’è traffico. Ma Giulio e Giulia hanno trovato traffico nei corridoi?” Domando con ironia.
“Ah, di certo no Diego visto che di là non c’è nessuno. Ovviamente ancora lasciate fare a quelle impiegate tutto quello che vogliono! Comunque i miei figli stanno per arrivare, tanto mancano ancora altri, no? E questo qui chi sarebbe?”
“Francesco Mèsa signore.” Si presenta porgendo la mano verso Daniele e Patrizia i quali l’afferrano.
“Daniele Valencia.”
“Patrizia Fernandez Valencia.”
“Vi presento il nostro nuovo direttore del personale.” Dico.
“Che fine ha fatto Mora?”  Mi domanda Daniele.
“Il dottor Mora si è preso un periodo di attesa di sei settimane.” Spiego brevemente.
 
 
 
Mario
Quando il taxi accosta di fronte all’Ecomoda, vedo scendere da un altro taxi una donna avvolta da un’ingombrante pelliccia e che porta in capo un capello ridicolo. Non può che essere Mariabeatrice Valencia! Quando scendo e chiamo il suo nome, lei si volta a mi aspetta sul portone.
“Salve Wilson.” Saluto.
“Buon giorno dottor Calderon, Salve signorina Valencia. Potete accomodarvi!”
Alla reception vediamo un tipo mai visto prima, perciò riteniamo doveroso presentarci.
“Salve. Siamo due azionisti. Mario Calderon e Mariabeatrice Valencia. Ci stanno aspettando.”
“Buon giorno, io sono Massimiliano Zanonato, sono stato appena assunto. Prego, sono già tutti riuniti e vi aspettano.”
“Zanonato… Non mi sembra di queste parti!”
“No signore, sono italiano.”
“Parla la nostra lingua perfettamente. Cosa l’ha spinta a trasferirsi a Bogotà?”
“Preferirei non parlarne, signore, con tutti il rispetto.”
“Si figuri, perdoni la domanda indiscreta.”
“Una donna! Dev’essere una donna!” Asserisce Mariabeatrice tutta concitata. Sembra aver centrato il punto, perché il viso del tipo si fa di colpo scuro.
“Andiamo Mariabeatrice. Con permesso Massimiliano.”
“Vi auguro una buona giornata, sono a vostra completa disposizione.”
Vedo che le cose non sono cambiate e credo che mai muteranno: scrivanie vuote tanto per cambiare! Quando i gatti non ci sono, i topi ballano! Partecipare di nuovo a queste riunioni dopo tanti anni, mi fa uno strano effetto. Sembra non sia cambiato niente, e invece di cose ne sono cambiate. Mi domando che scusa inventerà Betty per sfuggire alla mia vista questa volta! Visto che non c’è nessuno che ci accompagna, ci annunciamo da soli. Mariabeatrice spalanca la porta della sala.
“Sorpresa!! Patrizia, ma cosa ci fai qui?”
“Ciao Mariabeatrice! Sei in forma come sempre!”
In forma? Ridicola come sempre! Armando mi lancia sguardi tesi e sembra imbarazzato.
“Salve a tutti, come state?”
“Dottor Calderon, ben ritrovati. Si accomodi!” Mi saluta il presidente, ignorando di cosa sono stato capace in passato verso i suoi genitori, in special modo verso sua madre.
“Mario.” Mi saluta Armando porgendomi una mano che io afferro.
“Ciao Armando. Beatrice, come sta?”
“Divinamente.” Risponde lei, senza alzarsi per afferrare la mia mano, sotto gli occhi stupiti di tutti. Bhe, quasi di tutti visto che Patrizia, Ugo e Daniele conoscono ogni virgola della storia!
“Manca ancora qualcuno?” M’informo.
“Sì, i figli di Daniele che sembrano essere stati inghiottiti dalla terra!” Risponde Armando.
“Provo a chiamarli!” Dice Patrizia, estraendo il cellulare.
“Lei cosa fa qui?” Domando sotto voce ad Armando, che siede all’altro capo del tavolo.
“Daniele le ha permesso di partecipare all’anteprima!”
“Che vuol dire?”
“Non credo che questi siano problemi che la riguardano, dottor Calderon!” Mi fulmina Beatrice.
“Che problemi? Quando voi tre confabulate non c’è mai da stare tranquilli.” Interviene Daniele Valencia.
“Niente di cui debba preoccuparsi. Il dottor Calderon, si stava solamente domandando come mai sua moglie partecipa alla riunione.”
“Allora mi vedo costretto a prendere le parti della dottoressa come caso eccezionale. Prenditi gli affari tuoi Calderon.”
“Va bene, va bene. Come non detto!”
Capisco che non vado tanto a genio ad alcune di queste persone!
 
 
 
Isabella
Questa riunione dei soci e dei dirigenti ci permette di starcene un po’ in pace. Entriamo in bagno e subito Annamaria si china ed estrae da un vano sotto il lavandino, una bottiglia di Gin e dei bicchieri di carta.
“Ma cosa tenete lì?” Chiedo stupita.
“Questo è il bar della banda, amica mia!” Risponde Annamaria.
“E lo apriamo per le occasioni speciali!” Mi spiega Sandra, mentre distribuisce i bicchieri.
“E cosa festeggiamo?” Domando.
“Ma come cosa? La tua relazione con Diego! In alto i bicchieri!”
Sorridente, seguo le altre quindi mi alzo e sollevo il bicchiere. Ne bevo un sorso e tossisco, non vado matta per il Gin.
“Purtroppo possiamo permetterci solo questa goccia, alla nostra età!” Interviene Mariana.
“Allora, dicci! Ieri sera cos’avete fatto di bello?” Mi domanda Annamaria. Io, come se fossi sulle nuvole, spiego loro delle rose, dei cioccolatini, del ristorante, della gelosia verso Francesco. Tutte si gasano. Devo dire che sono cinquantenni con l’anima da ventenni!
“E Camilla cosa ti ha detto circa il suo compleanno?”
“Ah sì, sentite. Nei prossimi giorni probabilmente ci sarà una << riunione compleanno >>! I Mendoza hanno in mente di organizzare una festa  a sorpresa per Diego e il dottor Lorenzo per Domenica sera! Silvia ed io dovremmo trovare il modo di portarli fuori città per il pomeriggio, e poi a cena dove si terrà la festa!”
“Bhe non sarà difficile, organizzate una gita!” Mi dice Berta.
“Camilla mi ha già dato dei suggerimenti, e anche circa il regalo!”
“E cosa ti ha detto?” Mi domanda incuriosita Mariana.
“Mi ha spiegato che Diego è appassionato di lettura, non lo avrei mai immaginato mi sono domandata << e dove lo trova il tempo? >>. Camilla mi ha raccontato che ha dovuto rinunciare a molte passioni negli ultimi anni, visto che tra studio e lavoro già aveva poco tempo, e in quel poco Paola lo trascinava da un evento all’altro. Gli diceva che era da sfigati stare a casa  a leggere, che non aveva mica settant’anni.” Spiego loro.
“Sapevamo che Diego ama leggere, ma il resto no. Roba da matti, adesso uno non può neanche stare a casa  a leggere!” Commenta Berta.
“Sono certa che il tuo regalo lo farà felice, sarà contento di poter gestite il suo tempo libero come crede e di dedicarsi alle sue passioni!” Mi dice Mariana.
“Io sono certa che c’è qualcos’altro che ama fare nel tempo libero!” Afferma Annamaria, tutta concitata.
“ANNAMARIA!” L’ammoniscono tutte. Il mio viso avvampa!
“Cos’ho detto? Non dirmi che non avete fatto niente di niente! Avessi io la tua età, cara mia! Ma quei giorni sono andati!”
“Bhe, quei giorni te li sei goduti e non poco!”
“Berta, non offendere!”
“Perché, ti sei dimenticata di Mario Calderon?”
“Mario Calderon?” Domano stupita.
“Eh sì cara mia! La nostra Annamaria ha avuto una tresca con il dottor Calderon, mentre lui stava ufficialmente con Patrizia Fernandez!” Mi spiega Berta.
“La moglie di Daniele Valencia?”
“Esatto, non si può dire che abbia passato la sua giovinezza in convento!”
“BERTA!” La rimprovera Annamaria.
“Ah Berta, piantala!” Afferma Mariana.
“Bhe, la sera del suo compleanno potrebbe essere l’occasione perfetta per darci dentro!” Afferma Annamaria.
Vorrà davvero fare l’amore con me? E la sera del suo compleanno?
 
 
 
Cèsar
Osservo oltre l’oblò dell’aereo la vita dell’aeroporto, domandandomi come sarà la vita in Spagna. Secondo mia sorella avrei dovuto parlare più chiaro con Michael, confessargli che mi attrae ma che non me la sento di condividere col mondo questa parte di me. Invece ho preferito lasciarlo libero di vivere la sua vita, ma l’ho fatto nel modo più egoista e bugiardo che potevo. Dicendogli che non m’interessava, mentendo. Spero di non pentirmi e con questo viaggio di schiarirmi le idee. Il volo ha subito un leggero ritardo, così l’aereo non è ancora decollato. Martìn non ha fatto che estrarre il cellulare della tasca che dalla suoneria che emetteva indicava una chiamata in entrata, e ha premuto il tasto rosso. Tutto questo guardandosi bene dal mostrarmi lo schermo. Il cellulare squilla per la quarta volta. Lui ancora lo estrae, se lo porta al lato destro del suo corpo per nasconderlo da me e se lo rimette in tasca.
“Come mai non rispondi?” Gli domando.
“Stiamo per decollare e poi, come avrai potuto intuire, non ho voglia di parlare con questa persona!”
“E’ un tuo amico?”
La mia domanda è piuttosto chiara: un ex? Un tipo che hai piantato? O magari una donna, non potrebbe essere? Lui scuote la testa.
“No, un creditore fastidioso, un problemino di soldi ma niente di grave.”
L’hostess bionda che si avvicina, interrompe la conversazione.
“Scusi signore, dovrebbe spegnere il suo cellulare. Allacciate le cinture, tra poco decolliamo.”
“Mi scusi.” Risponde lui, con un sorriso di circostanza.
 
 
 
Giulio
Mia sorella sembra proprio convinta della sua scoperta, ed io sono ansioso di sapere di cosa si tratta. Arriviamo a fianco alla sua auto e lei, con aria soddisfatta, sbatte sul cofano la cartellina arancione. Io la apro e dentro vi è un foglio. Lo osservo sconcertato. Non può essere! Giulia si porta una mano alla bocca e mi guarda mentre io la fulmino con lo sguardo.
“Sarebbe questa la scoperta formidabile?”
“Io pensavo che…”
“Tu pensavi, tu pensavi. Quando mai pensi! Ho perso tanto tempo per leggere un curriculum vitae! E poi chi sarebbe questo Francesco… Mèsa?!”
“Non ne ho idea.” Mi risponde lei, con aria mesta.
“Su una cosa hai ragione: la tua scoperta mi ha lasciato senza parole!”
“Giulio, ieri Diego reggeva in mano questa cartellina! Ne sono certa! E non sembrava che fosse andato da Roberta e da Lorenzo per discutere di una nuova assunzione!”
“Su questo non ti posso dare torto, è strano che abbia indetto una riunione con il vice presidente commerciale e la direttrice finanziaria per assumere un nuovo dipendente. Quindi tu prima di trafugarla non hai sbirciato dentro?”
“No! Davo per scontato che contenesse qualcosa di forte, come potevo immaginare che Diego l’avesse svuotata?”
“Diego ha tolto i fogli dalla cartellina.” Rifletto a voce alta. “Ti ha per caso vista mentre lo spiavi?”
“Mmmm, non credo. A cosa pensi?”
“Che ti abbia visto e abbia nascosto altrove il contenuto della cartellina. In tal caso doveva essere qualcosa d’importante che ovviamente non vuole si sappia.”
“Mi dispiace Giulio, io credevo contenesse qualcosa d’importante!”
“Spero che almeno la tua sostituta sia un po’ più sveglia!”
“Non cominciare a offendere, Giulio! A proposito di lei, come pensi di guadagnarti la sua fiducia?”
“Cosa intendi?”
“Non basteranno le tue doti sessuali, se la fidanzata di Lorenzo dovrà spifferarti cose che riguardano l’azienda, ammesso e non concesso che Lorenzo gliele riferisca, dovrà fidarsi ciecamente di te, come se fosse innamorata!”
“Sei matta? Dovrei far innamorare quella tipa? Ma fammi il favore! Tra l’altro ha già avuto il piacere di conoscermi in tutta la mia vera essenza! L’altro giorno al club abbiamo avuto uno scontro verbale quando mi ha visto baciare Camilla e litigare con lei. Sa già come sono fatto, non crederà alle mie moine da bravo ragazzo!”
“E allora non dovrai dimostrare solo a lei il tuo lato buono. Dovrai lasciare in pace Camilla e David! Dovrai cambiare atteggiamento se vorrai che qualcuno tra queste mura si fidi di te!”
“Dovrei fare tutte queste cose?”
“Sei tu quello che vuole la presidenza costi quello che costi!”
“E cosa dovrei fare secondo te? Fingere da un giorno all’altro che Camilla mi sia indifferente?”
“No, dovrai semplicemente tendere ad entrambi un ramoscello di ulivo! Vai da lei e le dici che la lascerai in pace e non farai più a guerra a David, a patto che lei tenga per lei quel segretuccio che sappiamo! Poi andrai da David, e gli dirai che sei pentito dei tuoi peccati! E con questo gesto amorevole non solo donerai a tutti un po’ di tranquillità famigliare, ma riscatterai la tua immagine agli occhi di tutti, anche di Roberta. Perché, diciamocelo, in questi anni non è che ti sei guadagnato la sua stima! Specie quando le hai palpato il fondoschiena alla sua festa di diploma,con che coraggio poi!”
“Se avessi saputo che era mia sorella….!”
“Appunto, devi preparare il terreno se vuoi che la sorellina ti riveli i segreti di Lorenzo e Diego! E di sicuro la voce della tua nuova e buona condotta giungerà alle orecchie della tua futura amante, Silvia!”
“Guarda un po’ chi arriva!” Esclamo, mentre entrambi ci giriamo a guardare una ragazza bionda e riccia che smonta dalla sua utilitaria. Al golf club avrà anche dimostrato di essere presuntuosa, ma senza dubbio terribilmente sexy. La bionda ci passa a fianco e si dirige verso l’ascensore.
“Salve.” Ci saluta. Giulia la saluta di rimando, mentre io mi limito a un cenno del capo e non la perdo di vista.
“Prendi le scale, e rimetti questa al suo posto.” Dico a mia sorella sotto voce, mettendole in mano la cartellina. Lei mi sorride e mi strizza l’occhio prima di andare. Silvia, mentre aspetta l’ascensore, mi rivolge le spalle. Io mi sistemo il nodo della cravatta azzurra che indosso, che richiama il colore dei miei occhi. Avanti Giulio Valencia Fernandez, si va in scena! Mi avvicino a lei e la osservo di sghembo, lo stesso fa lei per qualche istante prima di distogliere lo sguardo. Le porte si aprono e la faccio entrare per prima.
“Prima le signore.” Dico, sorridendo e abbozzando un inchino.
“Più o meno gentile, visto che ho solo 25 anni e non sono sposata!”
“Quindi mi hai rivelato la tua età e che non hai alcun legame. Volevi mettermi a conoscenza di questi dettagli?” Le dico, rivolgendomi frontalmente a lei. Lei fa lo stesso con me, fissandomi negli occhi ad ogni mia parola.
“Proprio no, non vedo perché dovrei rivelare cose di me a uno che bacia le altre con la forza!”
“Non lo hai raccontato al tuo ragazzo, come mai?”
“Fidanzato. Il termine esatto è fidanzato!”
“Io non credo. Fidanzato è un termine che implica degli impegni, e degli impegni non sono nello stile di Lorenzo Mendoza, lo sapevi? Lui si stufa presto.”
“Come lei a quanto pare, visto che solo l’altro ieri ha baciato Camilla e adesso tenta un approccio con me! Come se durante il nostro incontro io le avessi mandato dei segnali positivi!”
“Scontro. Il termine più esatto è scontro!” Le dico, scimmiottandola per ciò che ha detto lei prima a me, ma sempre sorridendo e mantenendo un tono di voce suadente. Purtroppo le porte dell’ascensore si aprono, e dobbiamo interrompere la nostra conversazione.
“Silvia!” La saluta la sua amica Isabella.
Isabella, certo… Perché non ci ho pensato prima? Lei ha quasi il pieno accesso alle informazioni finanziarie, essendo la segretaria di Roberta. Di sicuro conosce varie cose!
“Cosa fai qui?”
“Lorenzo mi ha chiesto il favore di ritirargli dalla tintoria delle camicie!” Le risponde, alzando una busta rigida.
“Lui adesso è in riunione, puoi dare il tutto a me!” Dice Sandra. Silvia ubbidisce e, dopo aver salutato le segretarie, gira sui tacchi per tornare all’ascensore.
“Alla prossima, è stato in piacere.” Affermo.
“Buona giornata dottor Valencia.” Mi risponde con distacco. Entra nell’ascensore e se ne và. Non si volta e non mi guarda… Ma era solo il secondo round. E non mi sta più di tanto sulle scatole!
Entro in sala del consiglio e tutti mi osservano, mancavo solo io. Mi casca subito l’occhio su Camilla e improvvisamente mi torna alla mente una cosa. Devo rinunciare a lei. Devo lasciare in pace la ragazza di mio fratello, anche se è una mia ex, per il bene della famiglia. E per riscattare la mia immagine con tutta questa gente. Ce la farò? Da quando l’ho rivista un anno fa una volta tornato dall’università, ogni notte mi tornano alla mente le immagini delle poche ore che abbiamo passato insieme. La sua timidezza al nostro primo bacio, la sua insicurezza mentre mi sbottonava i jeans la prima volta che abbiamo fatto l’amore, che poi per lei era veramente la prima volta. Tremava come una foglia… Mentre per me era solo un capriccio, per me lei era solo una bellissima ragazza. La bellissima ragazza dell’ultimo anno. Io desideravo solo fare il figo con i miei amici! Credevo che ne avrei riso in eterno, ma mi sbagliavo. Mi sbagliavo di grosso. Magari Silvia sarà un ottimo diversivo. Nei suoi piani intriganti, Giulia ha ragione: è ora che lasci in pace Camilla. Ho avuto la mia occasione e l’ho bruciata.
“Allora, ti siedi o vuoi assistere alla riunione in piedi sulla porta come un babbeo?” Mi rimprovera Diego. Torno alla realtà, richiudo la porta alle mie spalle e occupo il posto accanto a papà.
 
 
 
Diego
Finalmente Giulio e sua sorella ci hanno fatto il sacrosanto favore di arrivare, perciò possiamo iniziare a discutere dei modelli e del lancio che ci sarà tra otto settimane. Tutti abbiamo di fronte una cartellina con il preventivo totale della collezione, comprendete stoffe, accessori e le spese per la sfilata, documento redatto da Roberta. Più o meno tutti sincronizzati apriamo la cartellina e iniziamo a guardarne il contenuto. Per poco non mi viene un infarto! Osservo brevemente mio fratello e vedo che anche lui mi rivolge uno sguardo, mentre entrambi spostiamo lo sguardo su Roberta. Ma è impazzita? E’ una cifra esorbitante!
“La collezione ci viene a costare questa cifra qui?C’è uno zero in più secondo me!” - Afferma con ironia Daniele (dando voce ai miei pensieri segreti), per poi unire le mani sul tavolo. - “Chi ha redatto questo preventivo?”
“Io dottor Valencia. Inserendo i materiali scelti da Ugo e Camilla e le modelle che abbiamo sempre ingaggiato!” Risponde Roberta.
“Il punto è che le cose sono leggermente peggiorate e quello che potevamo permetterci tre mesi fa ora non possiamo più permettercelo. Questo a causa della vostra trovata di richiedere quel prestito!”
“Daniele, valeva la pena di tentate un salvataggio della sede di Palm beach!”
“No Armando, dovevamo liquidare tutto alle prima difficoltà,come avevo sempre suggerito! A proposito, come va la vendita di quegli immobili?”
“Non siamo qui per discutere di questo, torniamo al preventivo per favore?” S’intromette Lorenzo. Sono preoccupato per la cifra che dovremo sborsare, e dalla sua faccia vedo che lo è anche mio fratello.
“Ad ogni modo, non è diverso dal costo delle precedenti collezioni, dottor Valencia! Sono sempre gli stessi fornitori, le stesse modelle e la lista è lunga! Non siamo sull’orlo del fallimento!” Aggiunge mia madre.
“Sì… E poi venderemo questi spazi pubblicitari, questo abbasserà il costo che vedete tutti. Come potete notare dall’ultima voce.” Balbetto, giusto per non fare scena muta visto che sono il presidente. Sono ancora interdetto dalla vista di tanti zeri!
“Ci potremo rivolgere a dei fornitori esteri che conosco io.”
“E dove le metti le spese di spedizione e le tasse doganali? Ragiona Daniele! Il costo sarà comunque uguale a questo, rivolgendoci a fornitori esteri!” - Gli strilla contro mio padre. - “Non è possibile che adesso devi anche metterti a discutere sui materiali che abbiamo sempre utilizzato!”
“Ah no, i preziosi materiali che ho scelto personalmente non si toccano! E’ chiaro?!” Strilla Lombardi.
“Che siano preziosi, non ci piove!” Risponde Daniele.
“Io direi che questo resoconto ha la mia piena approvazione e possiamo iniziare con l’organizzazione. Voi che dite?” Domanda mia madre a tutti, raggiungendo consensi. Riusciremo a restare ancora a galla dopo aver finanziato una collezione tanto cara? E se non venderà quanto speriamo?
“Io penso sempre che dovremmo liquidare tutto!”
“DANIELE BASTA! E’ UNA VITA CHE SENTO QUESTA LITANIA, NE HO ABBASTANZA!” Sbotta mio padre, mentre mamma e Camilla cercano di contenerlo.
“Che dite di spostarci nello showroom?” Propone mia sorella.
Mentre ci spostiamo nello showroom per assistere alla presentazione, Lorenzo mi prende in parte per un braccio e non è difficile immaginare quello che deve dirmi. Prima di parlare, prendiamo qualche secondo visto che Giulio e Giulia hanno rallentato il passo, ovviamente per ascoltare la nostra conversazione. Che coppia di rompi scatole!
“Fratello, dobbiamo discutere di quel preventivo. E’ un costo esorbitante!”
“Lo so, ma non è molto diverso dai costi delle precedenti collezioni. Cosa ci possiamo fare?”
“Stavolta mi vedo d’accordo con Daniele. Tre mesi fa non avevamo le banche sul collo come ora! Abbiamo sbagliato a richiedere quel prestito per la sede di Miami.”
“Sai bene quanto mamma, papà e zio Nicola ci tenessero a farla funzionare. E’ stato un investimento sbagliato, ma io sono certo che ci risolleveremo!”
“Non capisci? Non possiamo spendere tutta quella cifra per la collezione, ci resteranno le briciole da dare alle banche! Mi ha chiamato Bezerra prima, il quale mi ha ricordato gentilmente che siamo in ritardo con la rata. Dobbiamo dare loro quei soldi quanto prima, non vogliono aspettare che la collezione venda, ovvero fra 10 settimane minimo!” M’informa mio fratello.
“Accidenti…. E come mai ha chiamato te e non Roberta?”
“Voleva parlare personalmente con me, era una conversazione amichevole, visto il rapporto di affari di lunga data tra l’Ecomoda e la Banca Montreal, e tra le nostre famiglie.”
“Forse è il caso di rinfrescare un po’ loro la memoria a Carlos Bezerra, su questo rapporto di amicizia che ha menzionato.”
“Vuoi che prenda appuntamento con lui?”
“Sì, magari al Le Noir, un pranzo informale. Parlaci e cerca di addolcirlo un po’! Ma adesso andiamo dagli altri, qui diamo dell’occhio non vorrei che si facessero delle domande.” Dico, mentre ci avviamo allo showroom dove la prima modella sta calcando la passerella. Berta arriva alle nostre spalle, accompagnata dalla banda al completo e dalla mia Isa, con cui mi scambio un sorriso.
“Dottori, dottori!”
“Berta, cosa c’è? Andiamo di fretta.” Affermo.
“Dovrei parlare urgentemente con voi!”
“Magari dopo, adesso dobbiamo assistere alla sfilata.” Dice Lorenzo.
Prendiamo posto un po’ in disparte rispetto agli altri, mentre penso al da farsi.
“Dovresti dire anche a Giulia che sei felicemente fidanzato, così la smetterebbe di lanciarti quelli sguardi languidi!” Mi sussurra Lorenzo, osservando che Giulia mentre sfila guarda sempre verso di me.
“Ti giuro che sto per alzarmi e darle un calcio nel culo! Prima ho anche detto a mamma e papà che tra me e lei non c’è mai stato niente!”
“E come facevano a saperlo?Come mai te lo hanno chiesto?”
“Hanno detto di aver sentito un pettegolezzo delle racchie, ma io credo che glielo abbia detto Camilla, lei ci era già arrivata vedendo Giulia che mi stava appiccicata al club.”
“Ah le donne, che problema!”
“Ma cosa siamo senza di loro?”
“Hai ragione, sono essenziali!”
“Non per quello che pensi tu, e non tutte sono fonte di problemi.” Dico, guardando Isabella che, poggiata con la spalla a una parte, commenta la collezione con Sandra. La mia Isa le sorride, e sembra molto interessata al modello che indossa questa modella ovvero pantaloni a sigaretta color topo, una camicetta azzurra con le balze al collo (spesso gliene ho notate addosso di simili) e una giacca. Lei si accorge che la sto guardando quando le cade lo sguardo su di me e sembra in imbarazzo. Abbozzando un sorriso si scosta i capelli dietro un orecchio e posa nuovamente i suoi occhi celesti sui miei. Avverto di nuovo quella sensazione di calore e disagio.
 
 
 
Francesco
Ammiro la sfilata impressionato. Sono modelli bellissimi, ma ovviamente preferisco quelli maschili che hanno iniziato a sfilare ora! Durante il defilé siedo alla sinistra di Roberta, mentre io alla mia sinistra ho il vuoto del pavimento.
“Non sarà un campione di simpatia, ma questo Lombardi mi sembra un ottimo stilista! E anche Camilla Mendoza, ovviamente!”
Sussurro a Roberta.
“Altroché! Compensa la scarsità di simpatia con il talento!”
Penso che mi piacerà lavorare qui, e che mi dispiacerà andarmene tra sole sei settimane!
“I grandi padroni si scontrano sempre così durante le riunioni?”
“E oggi non hai visto nulla! Mio padre, Lorenzo, Diego, Camilla e i loro genitori mi hanno sempre riferito di scenate al limite della realtà tra Armando Mendoza e Daniele Valencia, dopo ogni riunione!”
“Mi sa che Daniele Valencia non può permettersi di compensare la mancanza di simpatia con il talento, però!”
Sembra che quel tipo abbia sentito che ho pronunciato il suo nome (o magari sa leggere le labbra?) perché vedo che alza lo sguardo verso di me. Io gli rivolgo un sorriso di circostanza e lui torna a concentrarsi sulla sfilata. Roberta ride per la mia battuta.
“Come no! Il suo talento è quello di rovinare la vita delle persone!”
“Hai detto poco!”
Lei ride ancora.
“Sei simpatico, lo sai?”
“Ti ringrazio,anche tu. Considerando che la prima persona che ho incontrato questa mattina è stata il campione mondiale di antipatia, tutti voi altri non potete starmi antipatici!”
“Io potrei consigliarti di tenerti alla larga da Giulia e Giulio Valencia.”
“Giulia la conosco di fama!”
“Che vuoi dire?” Mi domanda, mentre io mi mordo la lingua per aver parlato troppo!
“Voglio dire che è una modella abbastanza famosa! Silvia, la ragazza con cui convivo, ama leggere le riviste di gossip e moda dove Giulia compare sempre!”
“Silvia vive con te?” Mi domanda lei, leggermente interdetta. Io annuisco.
 
 
 
Camilla
La sfilata è finita da poco, e sono contenta che i modelli siano piaciuti a tutti! Ripongo ogni abito con attenzione nel rivestimento protettivo che porta il marchio Ecomoda. Sono così assorta da non sentire che è entrato qualcuno, fino a che non sento una mano picchiettare sulla mia spalla. Immaginando che sia David, sorrido e mi volto.
“Amore mi…” Ma le parole mi si strozzano in gola.
“Complimenti, bellissimi modelli.”
“Sappi che sto per mettermi ad urlare, e non sarà affatto piacevole se entreranno David e soprattutto mio padre! Devo rammentarti che ti ha preso per il collo e te la stavi per fare nei pantaloni?”
“Non sono mica un serial killer. E comunque non sono qui per infastidirti né per invitarti a cena, tutto il contrario.”
“Spiegati.” Gli dico, incrociando le braccia.
“Ti lascerò in pace Camilla, a partire da oggi. Lascerò in pace te e mio fratello.”
“Dove sta la fregatura?”
“Non so scherzando. Non posso continuare in eterno a desiderare le ragazze di mio fratello e a farci a botte, minando la stabilità famigliare. Che è già abbastanza compromessa senza le mie trovate.”
“Quale droga hai assunto?”
“Ho anche io un cuore e un cervello!”
“Sì, entrambi nei pantaloni. Immagino tu abbia trovato un’altra povera disgraziata da molestare, e perciò hai preso questa decisione!”
“Bhe, ti sbagli. Camilla, vorrei anche chiederti un favore.”
“Sapevo che c’era la fregatura!”
“Non dovrai dire niente a David di noi.”
“Di solito quando si chiede un favore, non si dice << per favore >>?” Ironizzo.
“Per favore.” Mi dice lui, ignorando la mia battuta. Osservo il suo sguardo supplichevole. Sembra… sincero?
“Dopo che ho finito di parlare con te, andrò a chiedere scusa a David per tutto quello che gli ho fatto passare. Io vorrei un rapporto migliore con lui, ma questo non potrà mai succedere se tu gli dirai che la ragazza che ama tanto, quella che pensa non essere mai stata con me, colei alla quale ai suoi occhi faccio tanto schifo, è stata con me prima di stare con lui.”
“In poche parole mi stai ricordando che non conviene neanche a me dirglielo! Bhe scordatelo perché ho decido di essere sincera al 100% con lui quindi ciao!” Dico, voltandogli le spalle, credendo di aver messo fine a questo supplizio. Ma lui mi afferra un polso.
“Ti prego, sono serio.” Mi ricorda, sempre con quell’aria da cane bastonato che non ho mai visto sul suo volto.
“Dici sul serio? Vuoi davvero costruire un rapporto tra fratelli con lui?”
“Questa mattina papà, straordinariamente, ha trattato mia madre come sua moglie, adesso vanno così d’accordo! Se posso evitare altre scazzottate future con David, di spezzarmi l’osso del collo in macchina e le sfuriate di papà… Io ti lascerò in pace. Pensaci, il mio numero cel’hai.”
Lui si volta e se ne và lasciandomi di stucco. Giulio aveva gli occhi lucidi.
 
 
 
David
La sfilata è finita da poco, e ancora una volta la mia Camilla ha lasciato tutti di stucco. Probabilmente lei sarà tornata in atelier per sistemare tutto, mentre noi siamo di nuovo riuniti in sala del consiglio stuzzicando qualcosa dal un vassoio di voulevant. Giulio torna dal bagno, e mi sembra stramente triste. Mi si avvicina e mi chiede di parare in privato, per tanto lo accompagno nel mio ufficio, domandandomi cos’avrà da dirmi.
“Eccoci qui, dimmi tutto. Stai bene Giulio? Hai gli occhi rossi,come se stessi covando qualcosa.”
“Probabilmente è così. David, io so che le cose tra noi non sono mai andate bene, e ultimamente meno che mai. E so che in ogni occasione è stata colpa mia.”
“Wow, è la prima che te lo sento ammettere! Cosa succede? Si stato in pellegrinaggio a Medjugorje?”
“No.”
“A Lourdes?”
“Puoi smetterla di prendermi per il culo? Vorrei fare un discorso serio.”
“Allora accomodati.” Gli dico, indicando il divano. Servo due bicchieri di scotch. Lui se lo rigira tra le mani osservando il pavimento. Sembra che stia cercando qualche risposta nel pavimento in cotto! Ma che cavolo ha?
“Ho parlato con Camilla poco fa e…” Ora ha la mia più totale attenzione. Mi scosto dalla scrivania e avanzo verso di lui, mentre lui alza un palmo verso di me.
“Stop. Sono andato a dirle che vi lascerò in pace d’ora in avanti!”
Senza dire niente, gli do la possibilità di proseguire.
“Ho passato tutta la vita a portarti via le ragazze, per me era una sorta di gioco! Di sfida… Ma mi rendo conto che per te non è stato per niente un gioco.”
“No, per niente. Ce ne hai messo di tempo!” Dico, con tono freddo.
“Lo so.”
“Posso sapere da dove arriva l’illuminazione?”
“Non so… Mamma e papà vanno di nuovo d’accordo… Sai della cena?” – io annuisco –“Poi il mio incidente… Sarei potuto morire in quella macchina e l’ultimo ricordo che avresti avuto di me sarebbe stato il mio pugno. Tutti si sarebbero ricordati di Giulio lo stronzo, il violento, il superficiale!”
“Posso capire che lo fai per mamma, per papà e sì, anche per me. Ma non dirmi che vuoi riscattare la tua immagine con tutti! Te ne sei sempre sbattuto allegramente i coglioni delle opinioni degli altri!”
“Non può essere che voglia che gli altri vedano qualcos’altro in me? Ho anch’io un lato buono, sai?”
“Non lo nego, anzi sono contento se hai deciso di metterlo in mostra.”
“Io sono venuto per chiederti scusa David, parlo davvero.”
Osservo mio fratello dritto negli occhi. E’ Giulio il ragazzo moro, con gli occhi azzurri, ben vestito che ho davanti? Ha l’aspetto di mio fratello, ma ha qualcosa che non so riconoscere. Lui si alza e porge il bicchiere verso di me.
“Lascerai seriamente Camilla in pace? Per me non è un gioco, stiamo parlando della mia relazione con la ragazza che ho sempre amato.”
“Sempre amato?” Mi domanda. Io poso per un breve istante lo sguardo a terra, poi lo riporto su di lui.
“Sono innamorato da Camilla dai tempi della scuola. Capisci ora perché non mi va di scherzare su questa storia?”
“Io non ne avevo idea.” Mi dice, stranamente sconvolto. Sbatte ripetutamente le palpebre. Capisco che sia caduto dalle nuvole,ma mi sembra una reazione esagerata!
“Adesso cel’hai.” Dico, facendo tentennare il mio bicchiere contro il suo. Entrambi ne beviamo un sorso, poi lui posa il bicchiere e fa per uscire dal mio ufficio.
“Spero che avrai veramente l’onore di mantenere le tue promesse. Hai detto che lo fai anche per mamma e papà… Se dovessero essere tutte frottole, non avresti più una famiglia.”
“Parlavo sul serio David.” Termina, chiudendosi la porta dietro di sé. Spero davvero che tenga fede a ciò che ha detto!
 
 
 
 
Giulio
Abbandono l’ufficio di mio fratello provando una strana sensazione. Se Giulia fosse stata presente,mi avrebbe detto qualcosa del tipo << Bravo! Hai recitato così bene che sembravi autentico! >>. La verità è che non so dov’è finita la finzione e dove ha parlato Giulio. Mi conosco così poco? Le lacrime, gli occhi lucidi non erano in programma… No, non era decisamente previsto che mi commovessi nel dire a Camilla che l’avrei lasciata in pace per sempre. E con David… Non sono così certo di aver recitato perché le parole e le azioni sono nate in modo naturale. Mentre aspetto l’ascensore, mi sembra di essere stato catapultato nel deserto del Sahara! Non c’è un’anima in giro. Mi volto, e sulla scrivania devo il sacchetto che Silvia ha lasciato per Lorenzo. Sporgendomi leggermente, noto che dentro vi è un biglietto: lo afferro e lo apro, stando attendo che nessuno mi veda.
 
Ecco qui le tue camicie, lavate e profumate. Ovviamente dal lavasecco! Io amo servirti in un altro modo, piccolo mio! A tale proposito, di fianco alla tintoria c’è un sexy shop! Ma tu lo sapevi?! Non ho resistito così sono entrata per dare un’occhiata (adesso so che sorriderai e alzerai un sopracciglio!)….
 
Sì, è esattamente ciò che ho fatto! Il biglietto prosegue con:
 
…Ho preparato per te una sorpresa… succulenta! Ti suggerisco solo di non cenare questa sera! A stasera, la tua Silvietta. Un bacione!
 
Se solo fossi amico di Lorenzo, domani mi farei dire in cosa consiste la sorpresa. Ripongo il biglietto al suo posto, un attimo prima che sbuchi mia sorella.
“Allora?”
“Ho parlato con entrambi.”
“E…?”
“David sembrava convinto, Camilla meno. Non so se terrà il becco chiuso…. Ma lo spero.” Sì, spero che non dica niente a David. Credo che infondo non mi dispiacerebbe avere con lui un rapporto da normali fratelli!
“Scusa ma cos’hai fatto agli occhi?” Mi domanda, vedendo il leggero rossore.
“Allergia.”
“Allergia a cosa?”
“Alle domande! Ci vediamo.” Le dico, entrando in ascensore per lasciare l’Ecomoda.
 
 
Isabella
Con le altre, ho potuto ammirare la sfilata ma dei modelli ho visto poco e niente perché per tutto il tempo ho avuto gli occhi incollati su Diego, e lui i suoi su di me! Quindi, come me, anche lui non avrà visto niente! Seduta alla mia scrivania, lo osservo mentre parla con la sua famiglia. Ogni tanto sposta lo sguardo su di me e ogni volta sento una morsa allo stomaco! Sono pazzamente innamorata di lui, e mi domando lui cosa prova quando mi guarda negli occhi, quando i nostri sguardi s’incrociano, quando mi bacia? Ieri sera grazie a lui ho passato la serata più magica della mia vita… Di solito se qualcuno fa per te determinate cose, è perché prova per te qualcosa. Inizialmente credevo volesse solo farsi un giro, ma se così fosse, è stato due volte a casa mia e ieri sera in auto, quindi le occasioni per saltarmi addosso non gli sono mancate. Invece non mi ha ancora sfiorato, mentre a me il pensiero di fare l’amore con lui mi sfiora eccome (e mi spaventa al tempo stesso). Come devo interpretare questo suo comportamento? Devo credere che non mi ha ancora sfiorato perché prova qualcosa per me? Sono convinta che devo vivere tutto senza troppi film, ma il quesito stuzzica il mio cuore e la mia testa! Che emozioni causo in lui?
“E’ sorda per caso?!” La voce di Daniele Valencia, mi riporta alla realtà e salto in piedi come una molla.
“M-mi scusi dottor Valencia.”
“Stava dormendo ad occhi aperti per caso? Sarà mezz’ora che la chiamo.”
“Mi scusi, io ero sovrappensiero.”
“Ah, questo l’ho notato perfettamente.”
“Posso aiutarla in qualche modo dottor Valencia?”
“Sì, può rinfrescarmi la memoria sull’abisso che separa un’azionista o un dirigente da una semplice segretaria.”
“Mi scusi?” Domando, perplessa.
“Ha la memoria corta? E lavora nella direzione finanziaria? Bisogna avere buona memoria per questo genere d’impiego! Le ho chiesto se lei conosce la differenza tra un azionista e un impiegato.”
“Ovviamente sì dottore.”
“Bhe, mi è giunta voce del contrario.”
So perfettamente a cosa si riferisce. Un conto è rispondere dietro a sua figlia con Diego vicino a me, un altro conto e sentire la ramanzina di Daniele Valencia da sola. Perciò non dico una parola.
“Lei è una dirigente?”
“No.”
“Allora è un’azionista come me, come mio figlio Giulio, oppure Michael, David… O come mia figlia Giulia?”
“No.”
“E’ una Mendoza o una Valencia?”
“Nossignore.”
“E’ un’impiegata?”
Io annuisco.
“Bene, allora la prossima volta che un qualsiasi dirigente le chiederà di portarle qualcosa, che sia un resoconto, un caffè o la luna lei cosa farà?”
“Dovrò ubbidire.”
“Oppure intende ancora prendersi il lusso di prendere in giro mia figlia?”
“Non succederà dottore, chiedo scusa. Si è trattata di una situazione particolare che non si ripeterà più”
“Certo, so che è stata aizzata dal presidente a prendersi gioco di mia figlia.”
“No, io non intendevo affatto dire questo!”
“Ma io sì. Diego Mendoza era seduto proprio accanto a lei e le dava man forte,le suggeriva di rispondere dietro a mia figlia e sorrideva orgoglioso. Vuole negarlo?”
Io mi limito ad abbassare lo sguardo.
“Spero non si ripeta più nulla del genere! Le ricordo che lei è nella MIA azienda, nell’azienda di MIA figlia! Potrà anche godere della protezione di Diego Mendoza, ma questo non l’autorizza a mancare di rispetto ai dirigenti! Se Diego le mettesse in mano una pistola e le dicesse << si spari >>, lei ubbidirebbe ciecamente? E’ un burattino per caso? Che Diego se li sbrighi da solo i suoi problemi con mia figlia, e spero che lei in futuro non sarà ancora così stupita da ripetere errori del genere! Passi una buona giornata.” – Daniele Valencia si volta, ma Massimiliano gli blocca la strada – “ Con permesso.” 
Massimiliano lo guarda in malo modo, mentre il mio viso è in fiamme. Non so da quanto se ne stava lì!
“Dottore, sono venuto a dirle che il suo autista la sta aspettando. Ho provato a chiamare ma il telefono della signora Annamaria Fuentes de Contreras squillava a vuoto.”
“E’ un classico. Buona giornata.”
“Dottore?”
Daniele Valencia si volta.
“Mi dica, alla svelta perché ho molti impegni.”
“Io penso che dovrebbe prendersi la briga di conoscere VERAMENTE i suoi figli, e solo in seguito potrà sparare giudizi sui loro comportamenti e quelli degli altri verso di loro.”
Cazzo. Massimiliano deve essere impazzito! E’ un attimo, prima che il viso di Daniele Valencia diventi più serio del solito. Torna verso di noi con passo lento e felpato, ma Massimiliano non si sposta di un millimetro, per nulla intimorito da questo energumeno che a me, onestamente, fa un certo terrore! Trattengo il fiato, preoccupata che possa avventarsi su di Massimiliano da un momento all’altro.
“Come scusi?”
“Ho detto che dovrebbe prendersi la briga di conoscere meglio i suoi figli, nel bene ma soprattutto nel male.”
“E’ così stupido che ha anche il coraggio di ripetermi quello che ha detto?”
“Allora sono stupido due volte, perché se vuole glielo ripeto per una terza volta. Isabella non ha fatto nulla e che sua figlia non faccia puntualmente agli altri!”
“Ma come diavolo osa?! Lei c’era per caso ieri durante quell’episodio?”
“No, ma ho avuto a che fare con sua figlia questa mattina. Se non lo sapesse, mi ha invitato a colazione per propormi di allearmi con lei, per aiutare suo figlio Giulio a fare le scarpe al dottor Diego Mendoza. A lei questo sembra il comportamento di una ragazza dolce e gentile?”
“Sei un’insolente!”
Ecco, adesso lo mena. Daniele Valencia si avventa su Massimiliano, afferrandolo per il colletto della camicia. Accorrono tutti i Mendoza dallo showroom, David, Michael, Giulia, Roberta e Francesco dall’atelier, Mario Calderon con la sorella di Daniele e per finire la banda che si era rintanata in bagno.
“Papà, ma sei impazzito?!” Gli domanda suo figlio David, separandolo da Massimiliano. Osservo la scena attonita. Diego si avvicina a Massimiliano.
“Va tutto bene?” Gli domanda, con tono preoccupato.
“Sì.” Risponde lui, freddo.
“DANIELE VALENCIA! QUALE ROTELLA TI E’ ANDATA FUORI POSTO IN QUEL TUO CERVELLO MENOMATO?!” Strilla Armando Mendoza.
“Voglio vedere te Armando, se il primo cretino che passa offendesse tua figlia!”
“Non ho detto niente di falso, dottor Valencia!” Ribatte Massimilano.
“Di che parlate?” Domanda Giulia, sgomenta.
“Il tuo caro paparino stava solo infierendo su Isabella per l’averti risposto indietro ieri per la storia del caffè. Continua ad asserire che tu sei una santa donna, perciò gli stavo raccontando della conversazione che abbiamo avuto questa mattina a colazione!”
Giulia si nasconde il viso con una mano, mentre io capisco sempre meno! Diego ed io ci osserviamo sgomenti, cercando ogni uno risposte negli occhi dell’altro.
“Certo, il nostro centralinista stava coinvolgendo due dei miei figli, Giulio e Giulia, in un fantasioso complotto ai danni di Diego, per soffiargli la presidenza! Asserisce che questa mattina mia figlia l’abbia invitato a colazione per proporgli di entrare in questa cellula terroristica!”
“Proposta che ho ovviamente rifiutato.”- Specifica Massimiliano, rivolgendosi a Diego ed a me. - E non mi sto inventando niente, altrimenti come mai Santa Giulia è rossa e sgomenta?”
La reazione nasce istintiva, quando tutti ci voltiamo verso Giulia e la guardiamo.
“Papà, sta farneticando ovviamente!” Dice Giulia, rivolgendosi a suo padre.
“Ah… Ehm… Veramente, dottor Diego scusi…. “ – interviene Berta – “ Io… anzi, noi, poco prima che iniziasse la riunione, stavamo tornando dal bagno alle nostre scrivanie, quando abbiamo visto la signorina Giulia entrare di soppiatto in presidenza. Reggeva una cartellina arancione che deve aver lasciato nel suo ufficio perché quando è uscita non l’aveva più. Noi non sappiamo se sia coinvolto anche il dottor Giulio perché lui è arrivato dopo quando la signorina Giulia era entrata in sala, ma di sicuro lei stava frugando in presidenza.”
Diego guarda sbigottito Giulia, la quale suddetta vipera ha le parole bloccate in gola.
“Tu….TU TI SEI INTRUFOLATA NEL MIO UFFICIO PER TRAFUGARE DEI DOCUMENTI, RAZZA DI IMBECCILLE?!” Inveisce Diego.
“MODERA I TERMINI CONTRO MIA FIGLIA!”
“SCORDATELO DANIELE! SIAMO TUTTI STANCHI MORTI DI AVERLA TRA I PIEDI! Non fa che trattare tutti come pezze da piedi, passa sopra a tutti, sul lavoro non fa una mazza e adesso complotta anche, a quando pare!”
“GIULIA, Dì QUALCOSA!” Le esorta suo padre, rosso dalla vergogna.
“Papà… Io credevo che in quella cartellina ci fossero le prove di alcuni illeciti che questi due tipi stanno progettando! Tu non sai che fanno di quelle riunioni segretissime con Roberta! E ieri si è tenuto strette la cartellina arancione e un’altra verde, che però non ho trovato.”
Roberta Mora sbianca, sono certa che non si aspettasse simili accuse da parte della sorellastra.
“Certo, siamo un’associazione a delinquere a quanto pare! Immagino tu abbia già guardato cosa c’è nella cartellina arancione, ma vorrei che lo vedessero anche gli altri giusto per porre l’accento sulla tua innata stupidità!”
Mentre Diego si allontana per andare in presidenza, osservo l’espressione spaventata del dottor Lorenzo. Ma cosa conterranno mai queste cartelline? Diego torna con le due famigerate cartelline e le porge a Daniele.
“Ecco qui, in quella arancione c’è il curriculum vitae del nostro neo-assunto Francesco Mèsa. Adesso direte << ma il curriculum te lo ha dato questa mattina >>, ma qui dentro ieri c’erano i c.v. di altre persone, ed ero andato prima da Roberta e poi da Lorenzo per esaminarli! Documenti che poi ho archiviato personalmente, visto che Cèsar era impegnato con i preparativi per la partenza e non poteva occuparsi di queste questioni! Mentre passiamo a quella verde… Ecco la sensazionale scoperta signore e signori, contiene idee e appunti della dottoressa Roberta Mora! SEI SODDISFATTA PICCOLA FICCANASO?!” Termina Diego, nervoso più che mai e rosso dalla rabbia. Giulia deglutisce con aria mesta. Daniele rende le cartelline a Diego e prende la figlia per un braccio.
“Spero non vi dispiaccia se la porto a casa.” Dice Daniele, in imbarazzo per la scena creatasi.
“Cosa? Puoi portarla nello Sri Lanka, a Tripoli, anzi più lontano ancora, a Teheran! Qui nessuno piangerà!” Dice Diego. Giulia segue il padre, ma non prima di aver lanciato una brutta occhiata a Massimiliano.
“Passiamo da casa più tardi.” Dice loro, il dottor David.
Restiamo tutti di sasso per qualche istante.
“Perdonatemi, tutto questo casino è scoppiamo a causa mia.” Si scusa Massimiliano.
“Vuole scherzare? Le faremo costruire un monumento nel parcheggio, anzi in mezzo alla strada! Credo che a partite da domani quella lì non si farà più vedere per parecchio tempo!” Dice il dottor Lorenzo.
“Per quanto mi riguarda, ti sei guadagnato la mia stima, i miei rispetti! Non avrei sopportato quella cretina per altre tre settimane!” Asserisce Ugo Lombardi.
“Certo che il dottor Valencia poteva anche scusarsi con me, quando ha scoperto che poi così innocente non è la sua figlioletta!” Asserisco, suscitando i sorrisi del dottor Calderon e del dottor Mendoza.
“E’ evidente che non conosce Daniele Valencia, è già abbastanza se sen’è andato con la coda tra le gambe e si è vergognato a morte. Senza offesa per i figli ancora presenti e per te Mariabeatrice. Ma io, Armando e Beatrice ne sappiamo qualcosa. No?”
“Oh sì, quello è il suo massimo! Non si spezza neanche sotto tortura!” Aggiunge il dottor Armando.
“E’ assurdo che Giulia abbia immaginato che stiate commettendo qualche illecito! Cosa immaginava di trovare in queste cartelline?”
“Ah, questo lo devi chiedere a lei mamma!” Risponde Diego alla madre, la quale ha totalmente ignorato Calderon e la sua domanda, al contrario del marito.
“Michael ed Io siamo imbarazzatissimi, non capisco cos’abbia preso a nostra sorella! Dev’essere totalmente impazzita.”
“David, non devi essere tu a scusarti.” Gli ricorda Lorenzo.
“Io vado a pranzo, con permesso.” Si allontana Massimiliano.
“Scusate.” Afferma Diego, raggiugendolo.
“Io direi che potremmo andare a pranzo per rilassarci e dimenticarci di questa scena pietosa, voi che dite?” Propone Camilla.
“Diego ed io dovremmo sbrigare alcune cose di lavoro, ordineremo qualcosa dalla caffetteria.” Spiega il dottor Lorenzo ai presenti. Camilla coglie la palla al balzo e mi lancia un segnale facendo l’occhiolino.
“Va bene, allora ci vediamo più tardi!” Dice Camilla.
“A più tardi.” Diego, tornato dal suo colloquio durato due secondi con Massimiliano, prima di rientrare nel suo ufficio con il fratello, mi strizza l’occhio.
“Armando, dove pranzi tu?Torni a casa con tua moglie?” Domanda il dottor Calderon al dottor Armando.
“Io… Sì, io tornerò a casa.”
“Per la verità… mamma, papà, credo che potremmo approfittare dell’assenza di Diego e Lorenzo per riunirci e parlare della festa a sorpresa! Andiamo tutti a pranzo insieme!” Dice Camilla sotto voce, coinvolgendo anche me.
“Mi sembra un’ottima idea!” Le risponde il padre.
“Ovviamente questa è una riunione a porte chiuse.” Dice la madre di Diego, rivolgendosi al dottor Calderon.
“Ovviamente!” Risponde il dottor Calderon, per nulla risentito nell'essere stato tagliato fuori.
“Bene, ci vediamo tutti al Bonterra!” Dice Camilla. Sarà certamente un altro posto super elegante come il Le Noir!
“Camilla, devo chiamare Silvia?”
“Certamente, ed è invitato anche lei Francesco, ovviamente!”
“Grazie mille.”
Dopo aver telefonato a Silvia, aver informato la banda, Freddy e Jimmy ci accingiamo tutti a raccogliere le nostre cose. Prima di uscire, busso alla porta di Diego.Entro e Lorenzo si concentra su delle carte senza lasciare la stanza.
“Sto andando via con le altre a pranzo.”
“Allora ci vediamo dopo!” Mi dice, accarezzandomi i capelli.
“Cosa vi siete detti prima tu e Massimiliano?”
“Poco e niente… Io l’ho ringraziato per non essersi tenuto per sé quelle informazioni, lui mi ha detto semplicemente che io sono l’ultima persona con cui vuole parlare. E sen’è andato. Io penso che sappia di noi due sai?”
“Pensi che glielo abbia detto Giulia?”
“Sì, può essere. E lei chissà da chi l’ha saputo… Voci! Almeno adesso è tutto chiaro.”
“Almeno. Adesso vado, a dopo!”
“A dopo.” Prima di dividerci, ci salutiamo con un casto bacio.
 
 
 
Betty
E’ stato tutto meno doloroso del previsto, ma ugualmente è stato un supplizio! Farei volentieri a meno di vederlo! Per il corso della sfilata è stato seduto accanto a mio marito, e per tutto il tempo ho udito come un ronzio, visto che non faceva che parlare! Commentando l’avvenenza di modelle che potrebbero comodamente essere sue figlie e rievocando i tempi andati. Lo avrei volentieri strozzato! E questo individuo dovrebbe uscire con mio marito? Armando, nonostante abbia 57 anni e un infarto sul groppone, è ancora un uomo affascinante e che viene notato. E le gatte morte non hanno età, soprattutto quelle che conosce Mario Calderon! Mi dirigo con mio marito all’ascensore, dove ci sono il già nominato idiota e Mariabeatrice Valencia.
“Sembrava di essere tornato indietro di 30 anni, no?” Domanda Mario, non so esattamente se a me o a mio marito.
“Io mi domando cos’abbiano di difettoso i geni di Daniele e Patrizia!”
“Brrr, che accoppiata!” Commenta Calderon.
“Qualsiasi problema abbiamo, li ha ereditati tutti quella mentecatta di Giulia!”
“Mi dispiace per Isabella, ieri si è sentita parole da Giulia, oggi da Daniele Valencia!” Affermo.
“Io vedendo la faccia di Daniele ho goduto! Credo volesse essere inghiottito dalla terra per la vergogna!” Afferma mio marito.
“E’ stato bello essere qui, come ai vecchi tempi!” Ribadisce Mario Calderon, rivolgendomi un sorriso disinvolto. Così faccio qualcosa che volevo fare da tempo ovvero gli tiro un calcio in mezzo alle gambe, sotto gli sguardi attoniti di tutti.
“Betty, ma cosa fai?” Mi domanda mio marito.
“PIACERE?! Per te “piacere” è stato poter ammirare le modelle come il maniaco che sei sempre stato e assistere a queste scenate! Come se fossero uno spettacolo cui applaudire! E non si può dire che per gli altri sia stato un piacere averti qui, vecchio pervertito!”
“Betty?” Mi riporta alla realtà la voce di mio marito.
“Scendete?” Domanda Calderon, nell’ ascensore con Mariabeatrice.
“Ovviamente aspetto il prossimo!” Puntualizzo, fulminandolo con lo sguardo.
“Arrivederci.” Saluta Calderon, seguito a ruota da Mariabeatrice. Armando risponde agitando la mano.
“Arrivederci.” Rispondo di rimando, prima che quei due spariscano.
“E’ stato tanto terribile?”
“Sì Armando, lo è stato! Quando guardo Calderon io rivedo ogni parola di quella lettera, mi tornando alla mente i vostri colloqui che ho origliato, e non posso accettare che Calderon conosca i miei più intimi segreti di ragazza che avevo annotato sul mio diario!“
“Amore mio, questo è il passato. Quanto vorrei che te lo potessi lasciare alle spalle…” Mi dice, accogliendomi contro il suo petto.
“L’ho fatto Armando, con te l’ho fatto. Ho perdonato Marcella per le offese che mi ha riservato… Ho fatto lo stesso con Patrizia, e cerco di sopportare Daniele. Non sono una persona che riserva rancore! Ma Calderon non sarà mai degno di perdono! Ti ricordi quella sera che ho cenato a Bonterra con Daniele?”
“Come dimenticarla?”
“Ti dissi che se una cosa simile fosse successa con Daniele, sarebbe stato molto diverso perché da lui potevo aspettarmelo. Lui e Patrizia hanno sempre giocato frontalmente, davanti a me erano esattamente orribili come lo erano dietro. Daniele ed io ci siamo sempre parlati francamente! Anche Marcella non ha mai nascosto il disprezzo che provava per me. Mentre Calderon ha finto di stimarmi tanto, e anche quando è stato smascherato, ha continuato imperterrito a disprezzarmi e ad aizzarti verso una vita considerata! Tu sei tornato sui tuoi passi, ti sei pentito perché qui sotto batte un vero cuore… Ma Calderon non l’ha mai fatto perché sotto quella scorza non c’è niente in grado di battere, niente che gli indichi quando sta sbagliando! E una persona così non avrà mai i miei rispetti e la mia stima!”
“Potresti darti alla scrittura, ci sai fare con le parole.”
“Sto parlando seriamente. E prima, durante la sfilata stavo per ucciderlo! Ti rendi conto che non faceva che commentare donne che possono essere sue figlie?! E’ assurdo!”
“Lui rimpiange i tempi andati! Ora una ragazza così può solo limitarsi a guardarla.”
“Ci mancherebbe, sono convinta che alcune siano anche minorenni! Quel tipo è solamente peggiorato in tutti questi anni!”
“Adesso ascoltami tu dottoressa mostro… Io amo solamente una donna, ne ho sempre amata solo una in tutta la mia vita. Se qualche volta dovessi uscire con lui, sarebbe solo per farmi due risate. Non ho pensato ad altre quando eri a Cartagena con Michel la prima volta, né la seconda. E dovrei farlo adesso secondo te? Sono passati degli anni ma non è cambiato niente qui dentro, va bene?” Mi dice, portandomi una mano sul suo petto all’altezza del suo cuore. Io annuisco e dopo aver ammirato i suoi penetranti occhi neri, ci baciamo.
“Scusate…” Dice Camilla,arrivando con David.
“Andiamo?” Domanda David.
“Certo David!” Rispondo con un sorriso. Lui e mio marito si guardano per breve istante, senza parlarsi. Spero che prima o poi stringano uno straccio di rapporto suocero-genero!
 
 
 
Mario
“Mariabeatrice, possiamo prendere un solo taxi se non ti da fastidio!”  Le propongo, così non è costretta ad aspettarne un altro. Lei accetta e saliamo.
“Dove vi porto?”
“Io devo andare all’aeroporto!”
“Io al Plaza. Accompagni prima la signorina.”
Il taxista ubbidisce e fa partire il tassametro.
“Torni di già a Miami?”
“Esatto, vado a fare compagnia a Marce visto che suo marito ed Alexander sono in viaggio a Los Angeles!”
Marcella, Alexander… Chissà come sarà oggi Marcella, che reazione avrebbe rivedendomi. Quando sento il suo nome, mi torna inevitabilmente alla mente la notte che abbiamo passato insieme, poco tempo dopo aver abbandonato l’Ecomoda. Entrambi in collera con Armando, entrambi presi  a sfogarci, ma lei di più. Distrutta e disperata. Il fattore X è stato senza dubbio l’alcool che abbiamo assunto; Se fosse stata sobria Marcella non sarebbe mai andata a letto con me, non se avesse avuto il pieno controllo delle sua facoltà mentali. Mi basta pensare al modo in cui mi ha cacciato via dal suo appartamento la mattina seguente… Alexander.
“Alexander ha gli stessi occhi di Marcella!”
“Impossibile non notarlo! Il mio nipotino preferito ha due luminosi occhi verdi!”
“Assomiglia al padre?”
“Non lo so!”
“Che significa che non lo sai?”
“Oh, non dovrei parlarti di queste cose!”
“E per quale motivo?” Domando, immaginando con un certo terrore i motivi!
“Perché sono cose che riguardano mia sorella!”
“Ti sto semplicemente chiedendo se assomiglia al marito di Marcella, che non conosco!”
 “Impossibile! Non dovrei parlare di queste cose, ma lo sanno tutti che Alexander non è il figlio naturale di Russell, anche se lo ha cresciuto da quando aveva 12 anni!”
“Marcella ha un primo marito?”
“No, Alexander è frutto di una breve storia che ha avuto mia sorella, in seguito ha deciso di tenere il bambino. Ale le ha riempito la vita, le ha dato uno scopo in quel momento buio che stava vivendo!”
“Alexander deve essere nato poco dopo che Marcella ha abbandonato l’Ecomoda, non mi sembra più piccolo di così!” Asserisco, in cerca di conferme mentre del sudore freddo inizia a bagnarmi la fronte.
“Compirà 28 anni a Giugno!”
La mia mente allenata ai calcoli mentali, compie un breve calcolo. Mi blocco di colpo e non mi rendo conto del taxi che frena bruscamente all’entrata dell’aeroporto.
“Le sembra il modo di frenare?!” Lo sgrida Mariabeatrice, battendo il palmo contro il divisorio il plexiglass.
“Perdonatemi, ma quello davanti ha inchiodato all’improvviso.”
“Mi aiuta con il bagaglio?”
“Ovviamente signora.” Dice il taxista smontando.
“Mario tutto bene? Hai sbattuto la testa contro il pannello?”
“No, sto bene. Forse. Allora fai buon viaggio!”
“Alla prossima, ecco qui la mia metà del conto per il taxi!”
“No, offro io.  A presto.” La saluto, con aria assente. Che sia possibile che Alexander sia il frutto dell’unica notte che ho passato con Marcella? Che sia mio… mio… Porca vacca, non riesco neanche a dirlo! Mi passo una mano sulla fronte fradicia. O è così, o Marcella subito dopo è stata con un altro uomo. Opzione che spero sia vera!
“Allora, signore. Sempre al Plaza?” Mi domanda il taxista. Io rispondo con un flebile “sì”.
 
 
 
Lorenzo
Il pranzo che abbiamo ordinato, petti di pollo con funghi e purea di patate, arrivano in poco tempo. Togliamo la carte stagnola dal piatto, ed iniziamo a mangiare non perdendo di vista quel maledetto preventivo!
“Prima stavo per morire d’infarto! Credevo davvero che Giulia avesse letto i dati sulla RDL e che li stavi per far vedere a tutti!”
“Sei matto? Per fortuna sono un passo avanti a Giulia e ho nascosto quei documenti!”
“Come lo sapevi?”
“Ieri, uscito dall’ufficio di Roby per venire da te, ho notato che Giulia era goffamente nascosta dietro una parete dello showroom. Esco dal tuo ufficio ed era poggiata all’ascensore che fingeva di smanettare col telefono. Poi ha finto di chiamare l’ascensore per coprire la sua figura! Preoccupato che oggi qui ci sarebbe stato troppo via vai, ho svuotato la cartellina e l’ho lasciata sulla scrivania. Ma non avevo calcolato di mettere dentro il curriculum di Francesco, l’ho fatto senza pensarci perché stava lì a portata di mano.”
“Cha fortuna fratello. Sei stato un genio, hai fatto fare a Giulia la figura dell’idiota!”
“Sì, ma io credo non sia tutta farina del suo sacco. Metti che lei avesse trafugato i documenti della RDL, non sarebbe mai stata capace di leggerli!”
“Lei no, ma Giulio sì. Credi sia coinvolto?”
“Ne ho la certezza! Ricordati che anche lui è entrato tardi in riunione!”
“Ma le racchie hanno detto di non averlo visto con lei, quando Giulia rimetteva a cartellina al legittimo posto!” Ricordo a mio fratello.
“Saranno saliti apposta in due momenti diversi!”
“E poi i complottatori aziendali saremmo noi!”
“Almeno adesso sappiamo che Giulia è una spia di suo fratello!” Ne deduce Diego.
“Che per fortuna non dovremo sopportare ancora per molto! E’ probabile che si dimetta domani dopo la scenata di oggi! Sarebbe un sogno!”
“Comunque, di sicuro Giulio negherà di essere coinvolto in ciò che è successo oggi e cercherà di uscirne pulito…”
“…e la sorella non farà il suo nome.” Aggiungo.
“Lui non rinuncerà ad impicciarsi!”
“Credi che troverà altri alleati in azienda?”
“Tipo? Qui lo odiano tutti! E David e Michael non si abbasserebbero mai a cose del genere!”
“Ha anche un’altra parente in azienda, il caro Giulio.”
“No, no! Lorenzo, stai esagerando, pensi che lei potrebbe farci un voltafaccia simile? Ma è ridicolo!”
“No, non dico questo. Ma metteresti una mano sul fuoco sostenendo che Giulio non ne approfitterà per avvicinarsi magicamente a lei? Mmmmm…”
“L’importante è che lei non ci caschi, che non dica niente della RDL perché ti dico una cosa: quando inizierà a fruttare, quell’azienda costituirà la nostra salvezza!”
“Ma questo avverrà tra qualche mese, e nel frattempo cosa facciamo con la Banca Montreal? Vogliono quel pagamento.”
“L’unica cosa che possiamo fare, è lavoraci Bezerra.”
“Ah, se fosse una donna sarebbe più facile! Oppure, mio caro presidente, dovremmo lavorarci questo.” Affermo, alzando il preventivo della collezione.
“Che vuoi dire? Non te ne uscirai ancora con la storia di creare questi modelli con materiale di scadente qualità!”
“No, c’è un’ altra via C’è un nostro amico, che a sua volta fa affari con un tale che può procurarci del materiale identico, a metà prezzo. E con l’altra metà potremmo accontentare Bezerra!”
“Che amico?”
“Gonzalo Torres!”
“Dio, sarà un’eternità che non lo vedo e non lo sento!”
“Lui potrebbe mettermi in contatto con questo tale!”
“Conosce un tale? Chi? Dove vive?”
“Io lo conosco di fama!”
“Definisci << fama >>!”
“E’ un contrabbandiere, contento fratellino?”
 
 
 
Isabella
Ci accingiamo ad entrare tutte al Bonterra, e vediamo un ragazzo elegante venirci incontro per accompagnarci al tavolo. Siamo le prime ad arrivare, e scegliamo i posti che più ci aggradano.
“Daniele Valencia ha dimostrato più volte di essere insopportabile nel corso degli anni, ma oggi ha proprio esagerato! Difendere sua figlia per come si è comportata ieri, che bestialità!” Afferma Berta.
“Incute un certo terrore.”
“E’ normale, non hai mai avuto a che fare con lui! Ma vedrai che col tempo imparerai a trattarlo come si deve!” Mi rincuora Annamaria.
“Azzardo un’ipotesi, parlavate di Daniele-vampiro-Valencia?” Afferma Armando Mendoza, arrivando in compagnia di sua moglie, di Camilla e del dottor David. Il dottor Mendoza si siede a capotavola, alla mia destra. Camilla si siede alla destra del padre. Io mi alzo per cedere il posto a sua moglie.
“Le cedo il posto dottoressa!”
“Non disturbarti, mi siedo accanto a mia figlia. Anche se sto lontano da lui per un’oretta, pazienza!”
“Ah, buona a sapersi!” Risponde il marito, sorridendo di rimando e alzando un sopracciglio. Beatrice, dopo avergli dato un bacio si siede accanto a Camilla. Arrivano Francesco e Silvia, che si siedono in quest’ordine accanto a me.
“Finalmente conosciamo la famigerata fidanzata di Lorenzo, credevamo fossi un fantasma o un essere mitologico!” Scherza Armando Mendoza.
“Sono fatta di carne ed ossa invece! E’ un vero piacere, Silvia Duarte.”
“Piacere mio, Armando Mendoza e mia moglie Beatrice.”
“Molto piacere signora!”
“Piacere mio, ma non mi va che mi chiamiate signora o dottoressa! Betty va bene!” Dice, rivolgendosi ad entrambe. Arrivano Roberta Mora che, dopo aver guardato di sfuggita Silvia, prende posto accanto a David (che si è seduto vicino a Beatrice). Michael Valencia si siede accanto a Francesco e la banda occupa i posti all’altro capo del tavolo insieme a Freddy, Jimmy e Anna Contreras, che viene presentata a me, a Silvia ed a Francesco. L’antipasto arriva in men che non si dica, e iniziamo tutti a stuzzicare le tartine al salmone.
“Allora, il piano è questo! La festa dovrebbe iniziare alle 19, in un ristorante che decideremo insieme. Nel pomeriggio Silvia porterà Lorenzo fuori città,e lo stesso vale per Isabella con Diego!”
“Eh? Mi sono perso qualcosa?” Interrompe Michael Valencia.
“Non solo tu!” Aggiunge Ugo Lombardi, che siede a fianco a lui. Il mio viso avvampa.
“Isabella, credo spetti a te rispondere!” Mi esorta il padre di Diego!
“Oh, andiamo, lo dico io! Isabella e Diego hanno iniziato una relazione!” Annuncia al mio posto Annamaria, tutta concitata.
“Sembra un vizio di famiglia, vero Armando furioso?”
“Riempiti la bocca e stai zitto, isterica di un Lombardi!”
“Tanto per la cronaca, eravate gli unici due a non saperlo!” Specifica il dottor David.
“E’ bello essere considerati!” Scherza Michael Valencia.
“Tornando al piano, e sapete già dove portarli?” Domanda Betty e ma ed a Silvia.
“Camilla mi ha raccontato del pic-nic che avete fatto al lago, per il loro decimo compleanno…” Esordisco, interrotta dalle risate di Armando, Betty, Camilla e Roberta Mora.
“Mi sono beccato un’influenza fulminante!” Racconta Armando Mendoza.
“E chi se lo dimentica! E’ rimasto a letto per 10 giorni e non faceva che lamentarsi!” Ricorda Betty, raccontando la storia a me e Silvia.
“Per forza! Vi racconto com’è andata la cosa. Diego si era incapricciato che voleva imparare a pescare, e Lorenzo gli è andato dietro! Quei due, da buoni gemelli, hanno sempre fatto tutto insieme! Il problema era che io, Nicola,che sarebbe il padre di Roberta e Cèsar,mio padre e mio suocero non sapevano niente di pesca! Abbiamo guardato vari tutorial su internet, ma le cose non sono andate esattamente bene! Prima di tutto Nicola doveva portare le esche, e non le ha portate, quindi le abbiamo rubate a uno che ci stava vicino. Era rinchiuso nella tenda e gliele abbiamo soffiate sotto al naso, che addormentato! Quando era ora di gettare gli ami, la bava si attorcigliava continuamente a quella degli altri pescatori, e ogni volta era un non finire di insulti! Noi, diplomaticamente, spiegavamo che era il compleanno dei miei figli e loro, meno male, si chetavano! Poi a Nicola è caduta la valigetta con gli attrezzi da pesca, nuova di zecca, nel lago e nel tentativo di aiutarlo ha trascinato nel lago anche me! Ed era gelido!”
“Sì, ma Diego e Lorenzo si sono divertiti un botto!” Aggiunge Camilla.
“Perché tu? Hai riso come una pazza delle nostre sventure!” Spiega Armando.
“Sono sempre così divertenti le vostre gite di famiglia?” Domanda Silvia, che è meno tesa di me davanti alla famiglia del suo ragazzo.
“Per fortuna no, altrimenti la cosa sarebbe al quanto tragica!” Risponde Betty.
“Allora, pensate di portare Lorenzo e Diego al lago?” Mi domanda Armando. Io annuisco.
“Sì, credo sia una bella idea. E verso l’ora di cena, suggeriremo di andare nel ristorante in questione.” Rispondo.
“E a che ristorante avevate pesato?”
“Non saprei mamma, io pensavo al Bellini che a Diego piace tanto, mentre Lorenzo non ha nessuna preferenza. Se va bene a tutti!” Propone Camila. Il Bellini… Mi spunta un sorriso perché sarà sempre il luogo del nostro primo appuntamento.
“Credo che Isabella sia d’accordo!” Osserva Armando, probabilmente notando il mio sorriso.
“Sì, il Bellini mi piace molto visto che fa cucina italiana. Io ho origini italiane e ho vissuto lì per lungo tempo.” Rispondo, non spiegando del tutto i motivi per cui amo tanto quel posto!
“Sì, sì! Di certo lo ami per questo motivo!” Dice Silvia, con malizia facendomi arrossire. Mi sporgo leggermente in avanti per guardare oltre Francesco, che per fortuna ci divide, e le lancio un’occhiataccia mentre lei risponde con una linguaccia.
“E smettila, che le va il pranzo per traverso e ci tocca trovare qualcuno che sappia praticare la manovra di Heimlich!”
“E’ bello avere un amico come te, che mi augura sempre il meglio!” Lo sgrido. Lui in risposta di scompiglia i capelli. La mia battuta vedo che causa un sorriso sui volti di Betty ed Armando. Incrocio per un breve istante i loro sguardi, e li vedo scambiarsi occhiate eloquenti, come se si leggessero nel pensiero. Staranno parlando di me?
“Sapete che siete una bellissima coppia, così affiatata!” Si complimenta Silvia, con i signori Mendoza.
“Sei molto cara!” Le dice Betty.
“Lo penso davvero, basta guardarvi!”
“I vostri genitori vivono in città?” Domanda Armando, non certo per impicciarsi ma per conoscerci meglio.
“Mia madre sì, mentre mio padre non ne ho idea! I miei hanno divorziato anni fa.” Spiega Silvia, e poi l’attenzione si sposta su di me. Ecco, ora dovrò dire la cosa che dico sempre che scatenerà degli “oh, mi dispiace cara!”, per non dire invece che Ingrid e Juan Carissi sono due grandi stronzi. Due errori della natura!
“I miei genitori sono morti in un incidente stradale, quando avevo 14 anni.”
“Oh, mi dispiace, perdona la domanda!” Mi dice Armando, mentre il suo volto si tinge di dispiacere. Io scuoto il capo.
“Non importa.” Lo rassicuro, abbassando lo sguardo.
“Bene, allora contatterò personalmente il Bellini! Prenoto tutta la sala sotterranea, va bene?” Rompe il silenzio Camilla.
“Certamente. Io mi occuperò di avvisare Sofia della festa!” Dice Betty ai presenti.
Finito il pranzo, ci alziamo per tornare chi a casa e chi all’Ecomoda. Il primo incontro con la famiglia del mio fidanzato, non è andato tanto male e posso tirare un respiro profondo!
“Li siete piaciute!” Sussurra Camilla, passando accanto a me e a Silvia.
 
 
 

Michael
Fuori dal ristorante, aspettiamo i parcheggiatori con le nostre auto. Quando David inizia la conversazione:
“Sai come sta andando il viaggio?” Domanda David a Roberta.
“No, ora avrà il cellulare spento. Lo sentirò questa sera!”
Dentro di me soffro come non mai. Mi sono preso una cotta per una persona irraggiungibile, ed è ora che mi abitui all’idea che ha gusti differenti dai miei, e che un giorno lo vedrò all’altare aspettando la sua sposa. E come se non bastasse, dopo il putiferio scoppiato oggi, lo stato d’animo di mio padre non è più impostato per ricevere la notizia che suo figlio è gay!
“Roberta, va tutto bene?” Le domanda David.
“Tutto bene.”
“E tu Michael? A che pensi?”
“Io stavo pensando a Giulia ed a papà. Dopo quello che è successo oggi non so se sia il caso di dire a papà della mia omosessualità.”
“Hai aspettato abbastanza, Michael! Prima mamma e papà che si separano, poi gli scontri tra me e Giulio, il suo incidente… Non puoi sempre mettere gli altri davanti a te! E poi di Giulio non devi più preoccuparti, pensa che oggi mi ha chiesto scusa, ha detto che lascerà in pace Camilla d’ora in poi. Che non vuole più intaccare alla serenità famigliare!”
“Ma và?” Domando sorpreso. Lui annuisce.
“Bene no? Almeno una cosa si è sistemata. David ha ragione, non puoi lasciarti influenzare dalle sciocchezze di Giulia!”
“Pensare che tu, Diego e Lorenzo stiate commettendo degli illeciti dietro le nostre spalle. Mi sembra assurdo che abbia fatto un simile pensiero!” Commenta David.
“Quando ha detto che secondo lei centro anche io, mi sono sentita mancare. Ed io che pensavo di poter costruire un rapporto con lei adesso!”
La mia auto arriva, e mi ci avvicino con Roberta.
“Che fai, vieni?” Domando a mio fratello.
“Aspetto Camilla, e torno con lei. A dopo!”
 
 
 
Camilla
Dopo aver salutato i mie, ci dividiamo all’uscita. Vedo che David mi ha aspettato e ripenso all’accordo che mi ha proposto Giulio. Cosa devo fare?
“Amore mio, ti stavo aspettando per parlarti.”
“Cosa succede?” Gli domando, immaginando cosa sta per dirmi.
“Ho parlato con Giulio oggi. E’ venuto da me per promettermi che ci lascerà in pace, che non ti tampinerà più! E ha detto di voler creare un vero rapporto con me,che vuole una famiglia serena. E’ vero che ti ha parlato?” Io annuisco.
“Sì, è venuto prima da me a dirmi le stesse cose grossomodo, e che te ne avrebbe parlato.”
“Ha anche aggiunto che l’incidente ha cambiato la sua visione d’insieme, che non vorrebbe mai morire ed essere ricordato come lo stronzo che è!”
“Credo che stare ad un passo dalla morte sia un monito per tutti. In quelli istanti ripensi alla tua vita e ciò che hai fatto, specie le cose brutte.”
“Se dovesse essere vero, mi farebbe piacere amore mio! Primo perché non dovrò più temere che ti baci, e secondo perché avrò un fratello con cui andrò d'accordo!”
“Davvero gli credi e sei contento?”
“Io voglio credergli perché è ciò che ho sempre voluto da lui, e mi renderebbe molto ma molto felice! Tu non saresti felice se ti lasciasse in pace?”
“Ovvio che sì amore mio.” Gli rispondo. David mi bacia e poi mi abbraccia. In che guaio mi sto mettendo? Davvero voglio accettare l’accordo con Giulio? Mi devo fidare di lui? Oh, che indecisione!
“Tu cosa devi dirmi di così misterioso?” Mi domanda David. Sto per aprire bocca quando mi accorgo che non so cosa dire!
“Dico che te lo dirò stasera, adesso dobbiamo tornare al lavoro!” Gli dico. Almeno ho ancora qualche ora per pensarci su!
 
 
Kelly
Mi tiro su bene i collant a vita bassa, così che non si creino pieghe. Quindi infilo la mini gonna, le carpe col tacco e la camicetta scollata. Passo della lacca sui capelli, e controllo il trucco quando suonano alla porta. E’ arrivato! Non passo dei momenti con lui da quando ho lasciato Miami per trasferirmi a Los Angeles, per assistete mia madre malata. Apro la porta e lui mi guarda con quei suoi occhi penetranti. I capelli brizzolati lo rendono irresistibile! Lo adoro, benché abbia grossomodo 30 anni di più. Prima di fiondarmi su di lui, lo faccio entrare. Una volta richiusa la porta, lo spingo verso di essa e lo bacio con foga.
“Quanto volevo farlo! Mi sei mancato da morire amore mio, stare con te e non poterti toccare come ieri sera è una tortura!”
“Lo so amore mio, ma non sarebbe stato saggio abbandonarci a certe effusioni davanti a mio figlio!”
“Figliastro!”
“E’ mio figlio, anche se nelle sue vene non scorre il mio sangue!”
“E dove lo hai parcheggiato per venire qui?”
“E’ rimasto in albergo, è incollato al pc per terminare la pubblicità del tuo libro.”
“Allora ne avrà per un po’ di tempo!”
“E la tua amica dove l’hai messa?”
“E’ andata a fare l’unica cosa che sa fare meglio,ovvero spendere  e spandere! Poi oggi arriva la madre, quindi non verrà qui per un bel po’!”
Inizio ad inumidire il suo collo con le mie labbra carnose. Stringo leggermente la pelle tra i denti e gli sfugge un gemito. Avvolgo la sua vita con la mia gamba, quando il cellulare squilla. Il suo cellulare. Sospirando, mi stacco da lui e raggiungo il salotto.
“Lo sai che devo risponderle.” Mi dice. Io rispondo con un cenno del braccio, così ascolto la sua conversazione.
“Marcella amore mio, come stai?... Tua sorella è in viaggio?... bene dai così avrai compagnia in questi giorni!... Io? Sono con l’editore della cliente di cui mi sto occupando…”
Occupando è in termine esatto! Mentre lo pronuncia, gli sfugge un sorriso. Non resisto e gli vado incontro, posando arrogantemente una mano sul cavallo dei suoi pantaloni. Lui la scosta esortandomi a stare buona.
“…. Sì, procede bene l’affare. No amore mio, non so quanto ci metterò! Probabilmente Alexander tornerà prima di me,sai che il suo lavoro è prettamente legato alla grafica mentre io dovrò restare qui per occuparmi della campagna…. Lo so piccola, dispiace anche a me. Tesoro adesso vado, mi sta aspettando l’editore. Ciao, passa una buona giornata. Ti amo anch’io!”
Quando lui posa il telefono, mi viene incontro e mi afferra prepotentemente per i polsi. I nostri nasi si sfiorano.
“Lo sai che non devi fare così!”
“Puniscimi Russell McNamara!”
Lui non se lo fa ripete e mi bacia con foga conducendomi verso la stanza da letto.
 
 
 
FINE CAPITOLO 23.
 
 
Perdonate l’enorme ritardo, ma il caricabatterie del PC è andato in pappa! xD E se non esistesse Amazon avrei dovuto aspettare altro tempo per uno nuovo! #chiedoperdono
Vi è piaciuto il capitolo? Cosa ne pensate di Massimiliano, ha agito bene? Adesso Giulia cosa farà, si inasprirà ancora di più o deciderà di andarsene dall’Ecomoda con la coda tra le gambe?
Cosa pensate dell’idea di Lorenzo di rivolgersi a questo “tale” non proprio onesto? Diego accetterà?
Il pranzo-riunione-per-la-festa vi è piaciuto?
Magari penserete che non dedico molto tempo alla reazione di Betty alla presenza di Mario, ma la storia è ancora lunga e ricordatevi che in “Ecomoda” le cose non sono andate troppo diversamente, Betty ha ignorato Mario il più delle volte,lamentandosi con il marito e le amiche.
A proposito di Mario,cosa credete che farà ora che ha la pulce nell’orecchio circa Alexander? Del resto, la medicina e la matematica non sono opinioni soggettive!
E così la cenetta intima tra Daniele e Patrizia è stata compromessa. Cosa pensate che dovrà dirle Daniele?
Credete che Michael dovrebbe dire tutto alla famiglia anche se in questo clima o gli conviene aspettare?
E Giulio verrà coinvolto da Giulia nelle loro trovate o si salverà?
Pensate che Camilla dirà al suo ragazzo di lei e Giulio,o che accetterà l'accordo di quest'ultimo?
Quanto credete sia stronzo il marito di Marcella?
Alla prossima!

 
 
   
 
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