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Autore: Butterfly8    16/01/2015    5 recensioni
Questa storia è il seguito de "I quarant'anni di Betty". In questa storia avranno un ruolo più attivo tutti i protagonisti "secondari". Armando e Betty sono uniti più che mai e saranno i punti di riferimento per tutti gli altri. Buona lettura e aspetto i vostri commenti e recensioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Sono in ufficio da Armando, alla New Tech. Sono letteralmente scappata dall’Ecomoda. Noi avremmo dovuto comunque vederci per pranzo, ma dopo la mia lite con Camila non sono riuscita a stare un minuto in più lì dentro.
“Mia sorella deve essere davvero impazzita!” mi dice mio marito. “Non posso credere che ti abbia detto quelle parole!” aggiunge.
“Ti prego di credermi Armando, non me le sono inventate” gli dico.
“Cosa le passa per la testa? E poi come si è permessa?” mi dice lui.
“Lei crede che io sia una morta dentro. Che non ami il brivido. Che sono ancora sposata con te perché mi sento brutta dentro e penso che nessun uomo a parte te, possa trovarmi affascinante. E ha aggiunto che piuttosto che accettare di essere io che mi freno, perché sono insicura e ho paura che nessuno mi voglia, fingo di amarti e di portare avanti la sceneggiata del nostro matrimonio!” gli dico. “Non so se riuscirò mai a perdonarla per queste parole” aggiungo asciugandomi una lacrima.
“Betty, non tormentarti” mi dice Armando “questa volta mi sentirà! Evidentemente non sono bastate tutte le discussioni che abbiamo avuto finora. Non so cosa le stia succedendo ma è evidente che sia un’altra! Anche se è mia sorella, non posso credere che sia cambiata così senza un motivo!”
“Non lo so mostro!” gli dico io. “Non sono riuscita a stare per più di dieci minuti nello stesso edificio con lei. Non credevo che pensasse questo di me e si mostrasse mia amica invece!”
Armando viene verso di me e mi abbraccia. Io mi sciolgo in lacrime.
Non so neanche perché sto piangendo. Forse perché l’attacco di Camila era del tutto inaspettato. Stavo solo cercando di convincerla a dare una possibilità alla sua famiglia. A non rovinare tutto. Lei mi ha detto che per fortuna non tutte le donne sono come me.
“Mi ha detto che per fortuna non tutte le donne sono come me. Per fortuna esistono donne vive!” dico a lui.
“Basta Betty, non tormentarti più” mi dice mio marito. “E’ palese che abbia voluto ferirti.”
“Solo Daniele Valencia mi ha rivolto parole altrettanto terribili nella mia vita. Mi sono sentita una bugiarda. Come se tutto quello che ho vissuto finora non fosse che una menzogna!” gli dico. SO bene che solo a sentire nominare Daniele Valencia, Armando si altera. Ma spero capisca quello che voglio dire.
Sento che si inquieta. “Betty” mi chiede “Perché hai pensato che la tua vita fosse tutta una bugia? Lo sai che non lo è. La tua vita è la mia vita. E tu sai che io ti amo sinceramente.”
“Lo so” gli rispondo. “Ma tu non sai cosa si prova a sentirsi dire quelle cose, dopo che per venticinque anni della tua vita ti sei sentita una donna brutta, con l’idea di non meritare quello che hanno tutte le donne, per il solo fato di essere brutte, anche se lo desideri con tutta te stessa. Mi ha fatto sentire come se io per tutto questo tempo sia stata una bugiarda che si è appropriata della vita di un’altra. Mi ha fatto sentire come quando tu hai pestato Nicolas e Marcela Valencia è entrata nel mio studio e mi ha detto che io, una semplice comune mortale e segretaria, non mi dovevo permettere mai e poi mai di schiaffeggiare Armando Mendoza! Anche se tu lo meritavi” dico.
Armando mi asciuga le lacrime con i pollici e poi mi stringe forte a se.
“Secondo me” mi dice “dobbiamo riportare questa storia nei giusti binari. Tu non sei una bugiarda. Non sei una donna morta dentro. Al contrario. Sei viva e bellissima. E’ mia sorella che è completamente fuori di testa. A meno che tu non pensi che sia vero che ti stai accontentando di me per paura e io non voglio credere che sia così, voglio pensare che tu sia follemente innamorata di me…”
“Lo sai che sono follemente innamorata di te … per davvero” lo interrompo io.
“Appunto” continua lui “proprio per questo penso che tu possa tranquillamente andare avanti per la tua strada. Con me. Non permettere a quella sciroccata di Camila di far passare la tua vita come una bugia. Tutto quello che abbiamo ce lo siamo guadagnato a lacrime e sangue. Lo sappiamo bene, noi” mi dice.
“Hai ragione” gli dico. Lo bacio sul mento. “Grazie. Sapevo che parlare con te mi avrebbe fatto bene.”
“Mi dispiace Betty” mi dice lui.
“E perché?” gli chiedo.
“Se non fossi andato via dall’Ecomoda…” inizia.
“Non voglio più sentire queste sciocchezze. Quello che combina tua sorella non è né mia, né tua responsabilità. E’ abbastanza grande da prendersi la responsabilità delle sua azioni” gli dico io.
Lui mi bacia dolcemente sulle labbra. Non posso fare a meno di pensare che lo amo tantissimo. A dispetto di quello che dice mia cognata, io sto con lui perché lo amo.
“Mario mi ha detto che Sandra è incinta, che gran casino!”mi dice Armando.
“Tua sorella non intende lasciarlo. Dice che non vuole rinunciare alla sua ritrovata libertà e felicità. Lui cosa vuole fare?”
“Non lo sa. Non ha deciso niente. Mi ha detto solo che Sandra esce con un tizio, Adam, che poteva essere lui il padre, ma che non lo è. La cosa lo infastidisce e … punto, non sa che fare!”
“Non ho voglia di pensare a loro in questo momento” gli chiedo.  
Armando va verso la scrivania e prende la sua giacca.
“Cosa ne dici se ci prendiamo il pomeriggio libero?” mi chiede. “Tu hai da fare in ufficio? Io niente di urgente!”
“Nemmeno io. Oggi non tornerei in Ecomoda nemmeno se mi costringessero! Possiamo aspettare che i bambini escano da scuola e fare qualcosa tutti assieme!”
“Mi sembra un’ ottima idea…! Abbiamo anche il tempo per stare da soli!” mi dice lui sorridendo sornione. Dio quanto lo amo!

 

***

 

Due giorni dopo…
Siamo a casa nostra. Io, Alberto, Roberto e Dodo siamo accomodati sul mio divano per vedere la partita della nostra squadra del cuore.
La situazione è davvero assurda. Guardo Betty che sta sistemando sul tavolino davanti il divano patatine e bibite. Da due giorni la amo ancora di più di prima. Percepire che la sua fragilità non sia affatto scomparsa, nonostante tutti i passi in avanti che abbiamo fatto, mi ha spezzato il cuore. E allo stesso tempo mi ha fatto sentire vivo! Ora la guardo e so che dietro questa donna apparentemente sicura di se, ce n’è una, che è quella di cui io mi sono innamorato tanti anni fa, che è vero ho ferito,  che è ancora in cerca di cose vere, autentiche, pure, che mi fa essere un uomo migliore. Ringrazio il cielo che sia così. Anche se per farla tornare in superficie, quella stupida di mia sorella, le ha detto delle cose terribili.
Mia figlia Aurora arriva gattonando alla velocità della luce verso il tavolino. La prendo in braccio e la bacio.
“Dove vai, cucciolotta?” le chiedo.
Lei mi risponde con un sorriso e dice “Pa…pà!”
Arriva la mia primogenita. “Scusate, mi è scappata da sotto gli occhi. È terribile questa qui. So già che me ne farà vedere di tutti i colori.”
Betty sorride e mi guarda.
“Vieni qui” dice Alberto prendendomela dalle braccia. “Vieni dal tuo zio preferito” e la solleva facendola giocare e ridere.
Guardo la mia strampalata famiglia. Dunque, noi Mendoza, io, Betty e i nostri figli, non c’è dubbio che siamo assieme, poi ospitiamo mio nipote Dodo e adesso anche Alberto! Abbiamo fatto bene anni fa a compare anche l’appartamento davanti il nostro e farlo diventare una unica sola grande casa! Così c’è posto per Gina, la nostra governante che al bisogno rimane qui e ora anche per lui. Mia sorella l’ha cacciato di casa.  Non era andato via. Voleva provare a recuperare la sua famiglia, ma sua moglie non è stata dello stesso avviso. Così, la mia casa non è più la mia casa. È un circo.
Betty interviene, prende Aurora dalle braccia di mio cognato, o ex cognato non so, poi chiama Camila e con loro se ne va nella nostra camera. Prima però ci guarda e ci dice “Buona partita ragazzi, però niente urla, niente briciole e niente di rotto ok???”
“Ma ziaaaaa” dice Dodo “per chi ci hai preso! Saremo compostissimi!” le risponde.
Sono certo che faremo una terribile baraonda!
“Armando” mi dice Alberto sottovoce per non farsi sentire dai piccoli “hai una moglie favolosa. Spero che tu te ne renda conto!”
“Lo so” gli rispondo. Lo so che è davvero così.
“Se…” continua Alberto.
“Si, so anche questo, se solo l’avessi incontrata prima di me, non te la saresti lasciato scappare. Me lo dite tutti” aggiungo un po’ infastidito.
“No” mi dice Alberto ridendo. “Volevo dire … Se solo tua sorella avesse la stessa dedizione alla famiglia che ha Betty!! Per tanti anni è stato così! Cosa le sta succedendo?” chiede Alberto, un po’ a me, un po’ a se stesso.
Magari avessi una risposta!

 

***

 

“Cosa hai detto?” mi chiede Betty.
Siamo nel nostro letto. La partita è finita. Tutti dormono, tranne Alberto forse. Che però è dall’altro lato della casa.
“Ho detto: cosa ne dici se avessimo un altro figlio??” ripeto.
“Ho sentito benissimo” ribatte lei.
Capisco che è sconvolta dalla mia richiesta. L’ho presa in contropiede.
“Perché no?” le dico. “Pensaci. Stiamo bene insieme. Ci amiamo. Abbiamo una famiglia meravigliosa. Abbiamo già tre figli, che differenza può fare averne un altro??” aggiungo. Ok, la differenza la conosco anche io! Però intanto…
Betty mi guarda con intenzione.
“Vorrei capire” mi dice “da dove nasce questa richiesta? E lo so già che stiamo bene assieme e abbiamo una bella famiglia!”
“Ti guardavo in salotto e pensavo che mi piacerebbe avere un altro figlio da te. Possibilmente maschio così pareggiamo le cose!” le dico.
“Possibilmente maschio??” mi dice Betty “e se invece nascesse un’altra femmina cosa succederebbe? Dovremmo fare altri due figli possibilmente maschi per pareggiare le cose?”
“NOOO mostro! Se fosse femmina … direi solo povero Roberto … tre contro uno! Ma sarei felice lo stesso!”
“Armando sei serio?” mi chiede Betty. “La tua richiesta non dipende in alcun modo dal fatto che ti ho detto che Camila pensa che io stia con te per paura di non trovare nessun’altro?”
Mia moglie è terribile.
“Sgomberiamo il campo da dubbi” le dico io tranquillo. “Mi ha infastidito quello che ti ha detto Camila. Tantissimo. A me, così sembra che tu stia con me per pietà. Cioè che tu mi stia facendo un favore ad essere qui e non da qualche altra parte. Come ti ho già detto due giorni fa, spero, ma ne sono anche convinto che noi stiamo insieme solo perché ci amiamo. Se mia sorella non ama più Alberto, non significa che tu non devi più amare me, no? Non capisco perché un problema suo, deve essere un problema nostro. Io ti amo. Tu mi ami. Me lo hai detto tante volte e dimostrato tante volte. Mi piacerebbe avere un altro figlio. Tutto qui. Se tu non vuoi … va bene lo stesso” concludo.
La vedo sorridere. Si rifugia nelle mie braccia.
“Sono perplessa” mi dice. “Ma solo perché Aurora è molto piccola. E io non ho più le energie e la forza fisica di una volta. Abbiamo già tre figli da seguire … e noi … e l’azienda!”
“Lo so” le dico.
“Facciamo così” dice. “Lasciamo fare alla natura. Che te ne pare? Sarebbe la prima volta che programmiamo di avere un figlio. Smettiamo di prendere precauzioni. Se rimango incinta, sarà successo e ne saremo tutti felici. Se non succede, evidentemente non dovevamo avere un altro figlio. Va bene? Che te ne pare?” mi chiede.
“Me ne pare che ti amo tanto, dottoressa mostro!” le dico stringendola ancora di più e baciandola con passione. Adoro sentire il momento in cui si abbandona tra le mie braccia, solo allora mi sento il re della terra.

 

***

 

E’ mattina. Siamo già tutti attivi. Gina è già arrivata. Non saprei come fare senza di lei. Per fortuna mia mamma ha accettato di buon grado la sua presenza ed adesso viene a casa nostra solo per stare con i suoi nipoti. Con tutta la gente che stiamo ospitando, la mia privacy è praticamente inesistente, però in qualche modo è anche bello.
Mentre sorseggio il caffè penso alla richiesta di Armando che sta entrando in sala da pranzo dove è tutto apparecchiato per la colazione. Vorrebbe avere un altro figlio. La verità è che anche io lo vorrei. Mi piacerebbe tantissimo. Però non mi piace programmare! Tuttavia sarebbe bellissimo avere un altro cucciolo Mendoza per casa. Un maschietto come vuole lui.  Che sarebbe vicino d’età con Aurora e che una volta cresciuto potrebbe dare man forte a Roberto. Mi piacerebbe chiamarlo Armando. Lui ha scelto Aurora, il mio nome, io sceglierei il suo. Troppi Armando in famiglia. Potremmo chiamarlo Junior! ‘Calma Betty, calma. Neanche esiste e lo hai già fatto andare all’università!’ dico a me stessa.
Dalla reception chiamano per avvisarci che stanno salendo Camila, Isa e Juan.
Vedo Alberto agitarsi. Armando gli dice di stare calmo.
“Che bello” dice Camila sprezzante “la famiglia perfetta. Tutti insieme attorno a un tavolo per la colazione!” 
“Perché non stai zitta?” le chiede Armando. “Nessuno ti costringe a stare qui se ti da fastidio quello che siamo. Puoi andare via anche subito!”
Lei pare ammorbidirsi. “Sono venuta qui per chiedere ad Alberto di portare i ragazzi a scuola e per parlare con Betty.”
Io, ho Aurora in braccio. Le sto dando il latte. Stringo la mia bambina forte a me.
“Io non ho niente da dirti” le dico. In questi due giorni in azienda sono stata felice di ignorarla. 
“Ma io devo parlarti!” dice lei.
“Anche io devo parlare con te, Camila” sibila furente Armando.
“E così sei subito corsa dal tuo difensore?Per una semplice cosa che ti ho detto?” chiede lei.
“Cosa succede??” domanda Alberto.
“Niente” gli rispondo io. “Per favore, se ti è possibile, puoi portare tu i ragazzi a scuola?” gli chiedo.

“Dopo ti racconterò tutto” gli dico facendo infuriare Camila.
“Santa Betty protettrice della famiglia!” dice ostica Camila.
“Camila” interviene Alberto “so che da qualche parte dentro di te c’è un’altra te e non so cosa è successo per farti cambiare così tanto, ma sappi una cosa, se avessi saputo che questa è la vera te, non ti avrei mai sposata, né ti avrei scelta come madre dei miei figli!”. Detto questo va via, si rivolge ai ragazzi ed esce con loro per portarli a scuola e poi andare al lavoro.
Vedo che Dodo rivolge a sua madre uno sguardo carico di odio.

Consegno Aurora a Gina, che si allontana con molta discrezione per farci parlare.
“Camila” inizia Armando “non ti permettere mai più di dire a Betty tutto quello che le hai detto, e non ti permettere mai più non di dire, nemmeno di ipotizzare che la nostra famiglia, la mia famiglia si fonda su una bugia, hai capito??”
Armando è davvero furioso. “Non avrei mai e poi mai pensato che avrei dovuto difendere la mia famiglia da te, ma se è così sappi che lo farò senza alcun problema. Non puoi andare da Betty e farla sentire in colpa perché è leale con la sua famiglia, ed è ancora innamorata di suo marito che poi sarei io, tuo fratello, tra l’altro. Che hai in quella testa?”
Camila  molto turbata. “Mi rendo conto di avere esagerato” mi dice. “Sono venuta per scusarmi infatti, per le parole che ti ho rivolto. Scusami”
“Delle tue scuse non me ne faccio niente. Mi hai offeso e ferito, e io non lo meritavo. Sono sempre stata tua amica” le dico.
“Forse” dice lei “se tutti smetteste di attaccarmi, di dirmi che sto sbagliando, se qualcuno si mettesse dalla mia parte, le cose sarebbero diverse. Invece, tu che sei mio fratello, ti schieri con mio marito!” lo accusa lei.
“Io non mi schiero con nessuno” controbatte Armando. “In questa storia, ti ricordo, tu ti sei buttata a capofitto in una relazione clandestina con il mio migliore amico che era a sua volta quasi impegnato con un’altra. Hai tradito tuo marito e io mi sono ritrovato ad dover ospitare tuo figlio, il quale è davvero furioso con te.”
“Mi dispiace se mio figlio ti è inopportuno … lo convincerò a tornare a casa” gli dice Camila.
“Non dire scemenze Camila. Dodo non è affatto inopportuno. È un ragazzo straordinario. La porta di casa mia è sempre aperta per lui, per Isa, per Juan. Sono i miei nipoti. Ti sto solo dicendo che IO devo mettere una pezza al rapporto che c’è tra TE e TUO FIGLIO. Ti odia Camila. Come ti ho già detto gli hai rovinato la vita.”
“Non riesco a credere che questa donna” dice Camila indicandomi “ti abbia cambiato fino a questo punto! Armando Mendoza che da lezioni di fedeltà coniugale non si può sentire. Hai dimenticato tutto quello che sei stato capace di combinare?”
Si rivolge a me.
“E tu Betty? La Santa Betty … Non hai forse baciato Daniele Valencia, quasi rovinando il tuo matrimonio.  Avresti dovuto farlo. Almeno adesso staresti con l’uomo che vuoi davvero!” 
“Io sto con l’uomo con cui voglio stare! Mio marito e ti pregherei di non intrometterti più nella mia vita privata” le dico.
“E tu non intrometterti più nella mia. Da oggi parleremo solo di lavoro!” mi dice. Prende la sua borsa e va via.
Quando restiamo solo io e Armando, lui mi stringe forte tra le sue braccia. Io ricambio il suo abbraccio. Se potessi vorrei trascorrere tutta la giornata così.
“C’è chiaramente qualcosa che non va in Camila” dico io “e dovremmo scoprire cosa! Non si è mai comportata così!”
“Le persone cambiano Mostro” mi dice lui. Te l’ho già detto. È una che si stufa subito. Secondo me è riuscita a restare sposata con Alberto per tutto questo tempo perché sapeva che nostri genitori disapprovavano.”
“Non lo so Armando. Non mi sembra possibile che tua sorella, improvvisamente possa passare dall’essere innamorata di Alberto ad odiarlo. In due mesi.  Dobbiamo essere discreti, ma dobbiamo capire se c'è qualcosa sotto a parte la storia della ritrovata libertà.”
“Ti ripeto che secondo me non c’è niente sotto. È proprio lei fatta così! Non so da chi abbia preso!” mi dice lui.
“Il carattere folle intendi? Avrei qualche idea al riguardo” gli dico sorridendogli.
“Mostro, purtroppo devo andare a lavorare, altrimenti ti avrei fatto vedere quanto io sia suscettibile!” mi dice baciandomi.
Di solito lo lascio andare velocemente. Ma questa mattina ho voglia di baciarlo. Sarà stata Camila penso a provocarmi. Lui pare apprezzare il mio atteggiamento. Però poi ad un certo punto smette e mi dice “Devo andare al lavoro Betty … ci vediamo dopo!”
Lo guardo uscire. Obiettivamente Armando è quel tipo d’uomo che invecchiando migliora. Di certo non è vecchio, ma il suo fascino aumenta sempre di più, ed io, sono la donna più fortunata del mondo ad essere al suo fianco. Non so se senza di lui avrei avuto il coraggio o la forza per essere davvero me stessa. L’unica cosa che so è che non sto con lui per paura che nessun’altro mi voglia. Sto con lui perché IO voglio lui e solo lui. E forse avremo un altro bambino. Con questa consapevolezza vado a prepararmi per andare al lavoro anche io.

   
 
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