Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    17/01/2015    1 recensioni
Dopo essere tornati ad Arendelle, Elsa, Anna e i loro amici si godono il meritato riposo. Ma dal profondo nord arriva una nuova minaccia.
Maia, la Regina dell'Inverno, è venuta a reclamare indietro il suo cuore. Al suo fianco un esercito di creature ghiacciate che invadono il fiordo.
Rimasta sola e senza alleati, Elsa dovrà intraprendere una lunga e pericolosa odissea per salvare i suoi cari e il regno.
Fino al confronto finale con Maia per decidere chi, tra le due, sarà l'unica Regina dell'Inverno...
Cursed è il terzo (e ultimo) episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Anna si siede a un capo della tavola. Al capo opposto, Elsa la guarda con espressione triste. ― La cena è quasi  pronta ― dice la regina. ― Mangi con me o vuoi che ti faccia preparare qualcosa di tuo gradimento?
Anna fa spallucce.
― Magari la torta al cioccolato? Posso dire a Gerda di...
Anna si alza. ― A dire il vero non ho molta fame.
Elsa si alza e la raggiunge. ― Aspetta un attimo. Non andare via.
Anna si ferma. ― Elsa, io...
― Anna, ti prego, parliamo.
― Di cosa?
― Di ciò che ha detto Kristoff prima di partire.
Anna abbassa gli occhi. ― Ti chiedo scusa. Non so che cosa gli è preso, ma non appena sarà tornato metterò le cose in chiaro con lui.
― Che cosa vuoi dire?
Anna solleva gli occhi. Sono lucidi. ― Tu sei mia sorella e non ti abbandonerò mai. Mai.
Elsa la guarda stupita. ― Lui ti ha chiesto...
Anna scuote la testa. ― Non a parole, ma l'ho capito. Ha paura. Di te. Di quello che potrebbero fare a me.
Elsa annuisce. ― Anche io temo per te. È per tutte le volte ti ho messa in pericolo. Sono una minaccia costante per voi, il regno e tutti quelli che amo. Sa che sposandoti le sue responsabilità aumenteranno, specialmente verso di te. Io credo che non voglia stare qui e che non abbia il coraggio di dirtelo per non ferirti.
Anna scuote la testa. ― Ti stai immaginando tutto.
― Vorrei.
― Provalo ― dice Anna con aria di sfida.
Elsa scuote la testa esasperata. ― È così, ti dico.
Il pavimento vibra come scosso da un terremoto. Una folata di vento si abbatte sulle finestre e le vetrate mandandole in frantumi. Fiocchi di neve riempiono l'aria vorticando attorno alle due ragazze.
Anna si guarda attorno spaventata. ― Elsa? Sei tu?
Una patina di ghiaccio si forma sulle pareti, si espande fino al soffitto e prosegue verso le altre sale.
Anna fissa spaventata la sorella. ― Se ti ho fatta arrabbiare mi dispiace.
― Non sono io ― esclama Elsa sorpresa.
***
Il cortile della reggia è un'immensa lastra di ghiaccio. La morsa gelida sta avvolgendo le torri e i tetti quando Elsa e Anna escono dal portone e si guardano attorno meravigliate.
Colpi possenti vibrati contro il portone del cortile lo fanno piegare verso l'interno e poi cedere sui cardini, che vengono divelti.  
Un golem di ghiaccio afferra il portone e lo scaglia lontano, mandandolo a conficcarsi contro il muro.
― Stai indietro ― dice Elsa allontanando Anna con il braccio.
Dall'ingresso distrutto un lupo di ghiaccio balza nel cortile e fiuta l'aria, prima di ringhiare verso le due sorelle.
Elsa punta le braccia verso la creatura.
― Se fossi in te non lo farei.
La donna è in piedi vicino all'ingresso del cortile. Indossa un abito bianco come la neve. La pelle è diafana e sottile come se una patina di ghiaccio vi fosse stata stesa sopra. I capelli sono neri e lucidi come se fossero bagnati.
Elsa scende un gradino per volta senza staccare gli occhi dalla donna. ― Chi sei? Che cosa vuoi?
La donna avanza di qualche passo. Il lupo ringhia e si muove verso di lei, accucciandosi ai suoi piedi. ― Buono.
Oltre le mura della reggia, Arendelle è avvolta da una nebbia color latte che avvolge il villaggio e il fiordo. In quel biancore solo la reggia sembra esistere.
Elsa si ferma alla base della scalinata, le braccia sollevate e pronte a colpire. ― Ti ho fatto una domanda.
La donna le rivolge un sorriso mettendo in mostra i denti affilati. ― Mi chiamo Maia. E sono la regina. Dovresti per lo meno inchinarti di fronte a me, Elsa di Arendelle.
Elsa si acciglia. ― Se vieni in pace, ti do il benvenuto nel mio regno.
― Il tuo regno? ― Dice Maia con tono divertito. ― Il tuo regno non esiste più, usurpatrice. L'ho cancellato in un solo giorno e di esso non rimarrà nemmeno il ricordo.
― Arendelle...
― È solo un punto nel mio reame ― grida Maia. ― Ti ho osservata a lungo, Elsa di Arendelle. Avrei tollerato la tua presenza, così come ho sopportato quella dei tuoi predecessori, ma tu hai preso qualcosa che mi appartiene. ― Le punta contro l'indice. ― Una cosa a cui tengo molto.
― Dimmi che cosa ho preso e te lo restituirò, ma lascia in pace il mio regno.
Una dozzina di soldati emerge da dietro l'angolo della reggia. Mentre marciano compatti, puntano le balestre contro Maia.
― Maestà ― grida uno dei soldati. ― Ce ne occupiamo noi. Allontanatevi.
La donna li accoglie con un largo sorriso.  
― No ― grida Elsa alzando un braccio. ― Vi ordino di non...
Una patina di ghiaccio si forma attorno ai piedi di Maia, si espande fino ai soldati e li avvolge in una morsa ghiacciata. Un istante dopo, sette statue di ghiaccio brillano sotto il sole.
Elsa guarda Maia. ― Non fare loro del male, ti prego.
― Ma guardati ― dice Maia divertita. ― Sei davvero patetica, Elsa di Arendelle. Tieni davvero molto a queste persone, ma io so bene che c'è qualcuno che ti è particolarmente a cuore.
Il ghiaccio si espande, supera Elsa e si arrampica per le scale. Anna fa un passo all'indietro. La patina di ghiaccio la circonda.
Elsa punta le braccia contro Maia. ― Ora basta ― grida.
Un dardo di ghiaccio si forma tra i palmi, viaggia veloce verso la donna.
Maia solleva una mano e il dardo esplode in migliaia di frammenti cristallini. Ricadendo al suolo evaporano lasciandosi dietro una nuvoletta di vapore.  
Elsa punta di nuovo le braccia. Un muro di ghiaccio si forma tra lei e Maia e si muove verso la donna, che punta l'indice contro la lastra, che esplode disseminando schegge cristalline per tutto il cortile della reggia.
Elsa alza una mano.
Maia allarga le braccia. Una patina di ghiaccio si forma sotto i piedi della regina di Arendelle, risale lungo le gambe e il tronco e le intrappola le braccia. ― Basta giocare, Elsa ― dice con voce priva di inflessione.  
Maia avvicina il viso a quello di Elsa. Questa stringe i denti. La morsa del ghiaccio si serra attorno al suo collo. ― Se non vuoi darmi ciò che è mio, io mi prenderò qualcosa di tuo.
Il ghiaccio avvolge Anna nella sua morsa. Nella mano di Maia appare una luce color latte che si condensa fino a diventare un cristallo. La donna lo mostra a Elsa. ― Se lo rivuoi indietro, vieni da me e porta quello che mi hai rubato. Hai due giorni di tempo.
Elsa stringe i denti, il ghiaccio che la intrappola trema  e scricchiola, ma resiste.
Maia le mostra il sorriso affilato e si volta. Scivolando sul ghiaccio come se vi fosse sospesa, scompare oltre l'ingresso del cortile seguita dal lupo e dal golem di ghiaccio.
Anna percorre qualche metro e si ferma. Quando si volta, i suoi occhi sono di un azzurro intenso e innaturale.
***
Gli zoccoli di Sven risuonano sull'acciottolato. Steso sul dorso, Kastelgaard vede sfilare ai lati le case dai tetti spioventi. La strada è immersa in una nebbiolina bianca che forma piccoli vortici al passaggio della renna.
― Piano amico, piano ― sussurra Kastelgaard guardandosi attorno.  
Sven drizza le orecchie.
Una bambina sbuca da un vicolo, parandosi in mezzo alla strada. Sven scarta di lato evitandola d'un soffio.  
― Attenta ― urla Kastelgaard.
La bambina prosegue dritta senza voltarsi.
Sven punta le zampe e si ferma. Una dozzina di abitanti di Arendelle occupa il centro dell'incrocio.
― Ehi, voi ― grida Kastelgaard. ― Toglietevi di mezzo.
Nessuno lo degna di un'occhiata. Un uomo, gli occhi fissi nel vuoto, gli passa accanto.
Kastelgaard smonta dalla renna e lo avvicina. ― Mi stai ascoltando, amico? ― Prende l'uomo per le spalle e lo scuote. Questi lo fissa on sguardo assente, gli occhi di un blu intenso. ― Ma che vi prende a tutti quanti?
Sven emette un guaito.
Da dietro un angolo è sbucato un marinaio che si trascina sul selciato. Kastelgaard corre verso di lui. ― Gull, che bello vederti ― Sorride. ― Ma che sta succedendo?
Il sorriso si spegne quando nota l'andatura incerta di Gull e lo sguardo assente dietro gli occhi azzurro chiaro.
Perplesso, Kastelgaard si piazza davanti al marinaio. Quasi esita e poi gli gira attorno, proseguendo come se nulla fosse.
Sven e Kastelgaard si scambiano un'occhiata. La renna indica la reggia con un movimento della testa.
― Giusto ― dice Kastelgaard saltando in groppa.  
***
Sven supera con un salto ciò che rimane del cancello divelto dai cardini ed evita i calcinacci disseminati in giro.
Kastelgaard guarda spaventato la devastazione. La sua espressione diventa di terrore quando individua Elsa ai piedi della scalinata.
La regina è intrappolata nel ghiaccio, le braccia distese lungo il corpo.  
Kastelgaard balza a terra e corre da lei. ― Elsa ― grida. ― Cos'è successo?
Gli occhi pieni di lacrime sono l'unica cosa visibile del viso di Elsa.
― Ti libero io ― dice Kastelgaard iniziando  staccare il ghiaccio che ricopre la ragazza. Si volta e guarda Anna, immobile al centro del cortile. ― Anna, che cosa è successo qui? Vieni ad aiutarmi.
Anna fissa un punto oltre le mura del cortile.
― Anna che... ― esclama Kastelgaard. Quando nota gli occhi azzurri e vuoti della principessa, il resto della frase gli muore in gola. Le sue dita scivolano sul ghiaccio. ― Prendo qualcosa per scaldarti ― dice correndo via. Sale le scale a due a due.
Sven si avvicina ad Anna, emette un guaito e si inginocchia ai piedi della ragazza.
Kastelgaard torna con delle coperte sotto il braccio e una lanterna nella mano. ― Questo ti aiuterà ― dice avvolgendo Elsa nelle coperte.
― È successo qualcosa di grave qui.
― Cosa? ― domanda Sven
― Ancora non lo so, ma prima devo scongelare Elsa.  
Elsa muove le braccia, il ghiaccio si frantuma in mille pezzi. Si affloscia tra le braccia di Kastelgaard, che la sostiene e la appoggia sui gradini. ― Maia ― sussurra.
― Riprendi fiato, Elsa ― dice Kastelgaard.
― È stata Maia ― ripete la regina.
― Chi?
Elsa scuote la testa. ― Non lo so chi è. È arrivata all'improvviso dicendo che le avevo rubato qualcosa che le apparteneva e poi ha iniziato a congelare tutto. ― Solleva la testa di scatto. ― Anna ― esclama alzandosi e facendo due passi verso la sorella prima di piegarsi sulle ginocchia.
Kastelgaard l'afferra prima che cada. ― Devi riprenderti prima.
Elsa si raddrizza e raggiunge Anna sostenuta da Kastelgaard. Quando fissa lo sguardo assente della sorella, le labbra le tremano. ― Anna. Che cosa ti è successo?
Anna continua a fissare il vuoto.
― Anna?
Kastelgaard la costringe a distogliere lo sguardo. ― Sono così tutti gli abitanti di Arendelle. E anche il mio equipaggio, temo.
― Tutti? ― domanda Esa sbigottita.
Kastelgaard annuisce. ― E non è la cosa peggiore ― aggiunge indicando i soldati congelati.
― Maia, che cosa hai fatto?
Kastelgaard ed Elsa si avvicinano. Sotto la patina che li ricopre, i soldati muovono gli occhi e le labbra senza emettere alcun suono.
― Sono vivi ― dice la regina.
― Puoi fare qualcosa per aiutarli?
Elsa scuote la testa.
― Che magia è questa?
― Non lo so ― dice Elsa. ― Ma so chi può dircelo.
― Chi? ― domanda Kastelgaard.
Gli occhi di Elsa si spostano verso le montagne che circondano il fiordo. ― I troll.
***
Olaf cammina a passo lento, la testa a forma d'uovo che si volta a destra e sinistra. Il sentiero corre in mezzo ad alberi alti e frondosi. Al posto del naso ha un fungo sistemato alla bell'e meglio al centro del viso. All'improvviso si ferma e starnutisce. ― Devo essere allergico ai funghi ― dice tirando su col naso. ― Ehi, c'è nessuno? Kristoff? John? Sven? Ragazzi, venite fuori. Il golem se n'è andato.
Olaf si ferma davanti a un tronco tagliato in due e si siede con aria affranta. ― E ora che faccio?
Un ruggito risuona al di sopra degli alberi.  
Olaf balza in piedi. ― Eccolo che ritorna ― esclama terrorizzato. Nella foga sbatte contro un tronco e rimbalza a terra come una palla di gomma. ― Ahia.
Il terreno vibra al ritmo di passi giganteschi. Un'ombra prende forma e dal folto del bosco e un istante dopo emerge la figura gigantesca di un golem di ghiaccio.
Il golem si ferma davanti a Olaf, si china e lo guarda incuriosito.
― Erik ― esclama Olaf gioviale. ― Sei davvero tu stavolta?
Il golem mostra un sorriso e lo solleva senza alcuno sforzo. Olaf gli stinge il collo con un abbraccio.
― Non sai quanto sono contento di vederti. Lo sapevo che non eri cattivo.
― Golem cattivo ― dice Erik minaccioso. ― Io buono ― aggiunge toccandosi il petto.
― Quel golem ha preso Kristoff e...
― Kristoff amico ― esclama Erik.  
― Dobbiamo trovarlo. Tu sai dov'è?
― Andiamo dall'amico Kristoff ― dice con voce tonante mettendosi in marcia.
― Aspetta ― grida Olaf. ― Così ci farai scoprire.
Il golem avanza di corsa tra gli alberi, calpestando e sradicando tutto ciò che trova sulla sua strada.
Olaf sospira rassegnato.
***
China sul dorso del cavallo, lo sguardo puntato in avanti, Elsa guarda il sentiero con espressione determinata. Dietro di lei, Sven arranca lungo la strada tirandosi dietro un carro. Kastelgaard stringe le briglie tra le mani. Sul pianale siede Anna, lo sguardo perso nel vuoto. Al suo fianco Olaf, l'espressione dispiaciuta.
Elsa si lascia raggiungere dal carro.
― Faresti bene ad andare avanti ― dice Kastelgaard. ― Ti sto rallentando.
Elsa guarda nella direzione che sta seguendo. ― Non lascio Anna da sola.
Lui si acciglia.
― Scusa, ma dopo aver visto ciò di cui è capace Maia...
Kastelgaard scuote la testa. ― Lascia perdere. Credevo che tu fossi l'unica a... insomma, ad avere certe capacità.
― Lo credevo anche io.
― Sei sicura che i troll ci aiuteranno?
― Sono scontrosi e solitari, e molto riservati. Ma anche saggi ― dice Elsa. ― Loro ci diranno cosa fare, ne sono certa.
***
― Dunque è questa la valle dei troll? ― domanda Kastelgaard saltando giù dal carro. Sven lancia occhiate in giro, le orecchie tese.
Elsa cammina sul tappeto di muschio che ricopre il terreno. L'espressione della regina è perplessa. ― C'è qualcosa di strano ― dice voltandosi a destra e sinistra. A parte qualche minuscolo sasso, la superficie appare sgombra di ostacoli.
Olaf avanza con andatura ondeggiante fino al limite dell'anfiteatro naturale che racchiude la valle, prende un sassolino che sta nella sua mano e lo agita. ― Non c'è nessuno. Dove saranno finiti tutti?
Un masso rotola verso Kastelgaard, che si scansa con un balzo di lato. La pietra si arresta davanti a Elsa e si schiude, rivelando all'interno un troll dall'espressione accigliata. ― Oh, siete voi maestà. Non vi aspettavamo.
Elsa si china verso di lui. ― Vorrei parlare con Granpapà. Sai dirmi dove posso trovarlo? È importante.
― Si è nascosto con gli altri nella grande caverna.
― Nascosto? ― domanda Elsa stupita. ― Perché?
― Per via di Maia ― risponde il troll triste. ― Venite, vi porto da lui. ― Si piega in avanti e rotola via.
Olaf lo segue di corsa. Kastelgaard aiuta Anna a scendere e insieme a Elsa segue il troll.
***
La volta della caverna è bassa e costringe Elsa, Kastelgaard e Anna a procedere piegati sulle ginocchia. La principessa, la mano in quella della sorella, ha lo sguardo fisso e spento.
Granpapà li accoglie con espressione preoccupata al termine di un lungo corridoio di pietra che si allarga in una sala più vasta. Il pavimento è una distesa di licheni e muschio interrotta da piccole fumarole che emettono degli sbuffi di vapore. I troll raccolti vicino a esse si voltano verso la regina. ― Elsa ― esclama il troll. ― Ti stavo aspettando. ― I suoi occhi corrono verso Anna e si intristiscono. ― Immagino che tu abbia già fatto conoscenza con Maia.
Elsa si piega verso il troll. ― Chi è? Che cosa vuole da me?
― Ti dirò tutto quello che so ― dice Granpapà. ― Ma prima lasciami esaminare Anna.
Dal fondo della sala, Brick e Bulda rotolano verso di loro. ― È un essere pericoloso ― dice il vecchio troll. ― Vi avevo diffidato dal farla arrabbiare, ma voi niente ― conclude scuotendo la testa affranto.
― E Kristoff? ― domanda Bulda preoccupata. ― Come sta il mio ragazzo?
Elsa distoglie lo sguardo.
― Temo sia stato preso anche lui ― dice Kastelgaard. ― Ma non ho idea di dove si trovi ora.
Bulda si nasconde il viso tra le mani.
― Lo troveremo ― dice Elsa. ― Te lo prometto.
Granpapà sfiora la testa di Anna col palmo della mano. Nell'aria fluttuano immagini confuse e sfocate da un biancore latteo. Il troll sospira e con un gesto vago della mano le immagini scompaiono. ― Come pensavo ― dice voltandosi verso gli altri. ― Il problema è la sua mente, non il suo cuore.
― È grave? ― domanda Kastelgaard.
― Meno di quanto temessi, ma è pur sempre qualcosa al di sopra delle mie capacità.
― La prima volta che venimmo qui ― dice Elsa. ― Riuscisti a curarla.
Granpapà la guarda affranto. ― Ricordi quel giorno, Elsa?
La regina annuisce.
― Ricordi anche quale fu la prima cosa che chiesi a tuo padre? Se eri nata con quel potere o se era un maleficio?
Elsa annuisce di nuovo.
― I poteri di Maia derivano da una maledizione ― continua Granpapà. ― A differenza dei tuoi che sono un dono, per lei sono il risultato di un evento fortuito.  
― Ma come può essere? ― domanda Kastelgaard.  
Granpapà sospira triste. ― Esistono forze che non possiamo comprendere, né tantomeno controllare. Elsa, tu ne sei la prova vivente. Hai affrontato pericoli immensi. Hai imparato a dominare i tuoi istinti e a vincere la paura, guadagnandoti il rispetto e l'amore degli altri.
Elsa si guarda le mani.
― E hai dimostrato di meritare quei poteri. Ma per Maia è stato diverso. Lei non è cresciuta con questo fardello. Non ha ottenuto i poteri per caso. Lei non è stata scelta. Non sente alcun dovere verso gli altri.  
― Ma che cosa vuole da me? Perché mi ha fatto questo? ― domanda Elsa guardando Anna.
― A questo posso rispondere io ― dice Brick avanzando di un passo. ― Negli anni passati a viaggiare per il mondo ― aggiunge. ― Ho ascoltato molte leggende. Una di queste riguardava la Regina dell'Inverno. Ella è una signora vestita di bianco che giunge negli inverni più freddi per fare incetta di cuori, soprattutto quelli dei fanciulli che passano troppo tempo nella neve.
Il viso di Elsa si illumina. ― Me la raccontava anche mia madre, qualche volta.
Brick annuisce. ― Esiste in molte forme, ma come in ogni leggenda c'è un fondo di verità. La regina è un essere reale. Prima ancora che assumesse il nome e l'aspetto che ha adesso, era la sovrana di un regno antico e potente che si trovava molto più a nord di qui. Un giorno decise di avvolgere il mondo nel freddo perenne. Gli alberi morirono, le piante appassirono, i mari congelarono. I sovrani degli altri regni le chiesero di smetterla, ma lei era sorda a ogni invocazione. Così furono costretti a usare la magia per contrastarla. Maia venne sconfitta ed esiliata. Si nascose nel Cuore dell'Inverno dove non poté più tormentare i regni vicini, circondata dai suoi simulacri di ghiaccio, in compagnia dei cuori che aveva collezionato nei lunghi anni passati a vagare per il mondo. Da allora di lei non si seppe altro.  
― Che bella storia, che bella storia ― saltella Olaf applaudendo. ― Come finisce?
Brick sospira. ― È già finita.
Olaf lo guarda deluso.
― Non hai risposto alla mia domanda ― dice Elsa.
Brick guarda Anna. ― Quando Kristoff e tua sorella sono tornati dal Cuore dell'Inverno, hanno portato con se un oggetto di cristallo.
― Il mio cuore. ― Elsa si sfiora il petto con la mano.
Brick scuote la testa. ― Nel momento in cui è caduto in quell'abisso, è diventato di Maia. Lei lo considera una sua proprietà. E lo rivuole indietro.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: heliodor