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Autore: Rosalie97    18/01/2015    1 recensioni
La civiltà umana è progredita talmente tanto da riuscire a costruire navi spaziali abbastanza solide per grandi viaggi nello spazio ed installazioni militari e scientifiche in luoghi fuori della Terra. Ed uno tra i più grandi traguardi è proprio quello della stazione sulla superficie di Marte.
Questa è la prima missione nella quale gli umani mettono piede sul pianeta rosso. La squadra dovrà essere il più possibile adatta, ma questo non è un problema, perché il capo che gestisce la missione, Chris McLean, ha già i nomi dei partecipanti pronti.
La missione è seria e pericolosa, tutti sulla Terra aspettano di sapere i risultati degli studi archeologici e dei test scientifici. Tutto va alla grande intanto sulla superficie di Marte, se non per gli screzi tra i membri dell’equipaggio. Ma qualcosa improvvisamente cambia, quando i due scienziati e le due archeologhe scoprono qualcosa di incredibile e spaventoso.
Da quel momento, ognuno correrà un grave pericolo, perché dal quarto pianeta del Sistema Solare si è liberato qualcosa di terribile e mortalmente pericoloso.
A tutti voi che leggete, siete i benvenuti nella Danger Zone.
Genere: Avventura, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Dawn, Max, Scarlett, Sky | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La giovane alzò gli occhi verso il grande edificio che stava davanti a lei e sorrise compiaciuta. Finalmente era giunto il suo momento di gloria, tutti l’avrebbero ricordata, avrebbero pronunciato il suo nome e sarebbe divenuta famosa come la leader della prima missione umana sul pianeta rosso. Quando aveva ricevuto la notizia al telefono, una settimana prima, quasi non ci aveva creduto. Ma aveva accettato subito, cos’altro avrebbe potuto fare?
Stringendo la spallina nera di stoffa ruvida della borsa che portava appesa alla spalla destra, Scarlett fece un passo avanti e poi un altro ancora, dirigendosi verso l’entrata del grande edificio nel quale per una settimana si sarebbe preparata all’imminente partenza. Certo, coi tempi non ci stavano molto, ma a lei questo non importava, la cosa fondamentale era il fatto di essere stata scelta e di essere addirittura la leader della missione.
Era emozionata, non stava più nella pelle. “Potrò scoprire dal vivo cose che nessun scienziato ha mai avuto modo di scoprire prima di me! Sarò ricordata come una tra i più grandi scienziati di tutto il mondo!” pensò entusiasta, mentre spingeva sull’inserto di legno della porta a vetro d’entrata dell’edificio e superava la soglia.
La gente che andava di qua e di là, chi correndo affannato e chi con un’estrema calma, non pareva nemmeno accorgersi di lei, ma nemmeno a Scarlett importava poi molto di loro. Si affrettò a raggiungere la scale che l’avrebbero condotta al piano superiore, dove si sarebbe dovuta incontrare con una ragazza di cui non ricordava il nome che l’avrebbe accompagnata alla sezione giusta. Lì, finalmente, avrebbe conosciuto la sua squadra. Non le avevano detto i nomi degli altri membri e quindi, per una settimana, Scarlett aveva rimuginato su chi avrebbe potuto incontrare una volta giunta alla base.
Salì in fretta i gradini, quasi saltando da uno all’altro, finché non giunse al primo piano. Il corridoio era quasi deserto e sulle pareti color giallo senape si succedevano miriadi di porte di legno scuro. Il soffitto dall’intonaco bianco era dotato di piccole lampadine circolari che rendevano l’atmosfera più fredda, con la loro luce gialla e forte.
In fondo al corridoio, all’angolo, era posta una pianta dalle grandi foglie verde scuro sistemata all’interno di un vaso di porcellana di un bel grigio chiaro. Faceva freddino, lì dentro, notò, ma non se ne preoccupava dato che indossava la sua bella giacca marrone all’ultima moda che si era comprata per festeggiare l’ingaggio.
<< Signorina Lebedev? >> chiese la voce di una ragazza, e Scarlett si voltò di scatto verso la propria sinistra. Poggiata alla parete, una giovane la stava guardando con un sorriso. Era bassa, in confronto a lei, ed aveva corti capelli color rosso sangue che si intonavano al rossetto. Era vestita in modo informale, con un top rosso e con dei pantaloncini color verde militare lunghi fino al ginocchio. Ai piedi portava un paio di sandali con la zeppa ed attorno al collo aveva una striscia di velluto nera che sembrava talmente stretta da strozzarla.
La sua pelle era diafana, pallida e senza alcun difetto. Quando si mosse, scostando le braccia da dietro la schiena, Scarlett vide che portava ai polsi moltissimi braccialetti di ogni colore.
<< Si, sono io >> rispose Scarlett.
<< Piacere di conoscerla >> la ragazza allungò il braccio destro e tese la mano, in attesa che la russa la afferrasse. Quando Scarlett lo fece lei aggiunse: << Io sono Zoey Smithers, ma mi chiami pure Zoey. >> Le sorrise, << Oh, e mi dia del tu. >>
<< Anche tu, quando si rivolgono a me dandomi del “lei” mi sento vecchia >> scherzò Scarlett. Non era da lei, era una ragazza seria, composta e che non aveva tempo per lo shopping e le battute sarcastiche, ma ultimamente niente seguiva lo scorrere normale degli eventi.
<< Perfetto >> Zoey sorrise nuovamente. << Prego, mi segua, la… ti porterò alla nostra sezione. Gli altri ti stanno già aspettando. >>
<< Sono l’ultima? >> chiese Scarlett quando si incamminarono. << Sono in ritardo?>>
<< Oh, stia… cioè, sta tranquilla, sono gli altri ad essere arrivati in anticipo. Sono giunti qui ieri, ma nessuno tra loro si è ancora conosciuto, quindi è come se foste arrivati tutti contemporaneamente >> Scarlett annuì, anche se non seguiva il ragionamento di Zoey. Tuttavia non lo disse e continuarono a camminare in silenzio fino a che non giunsero ad una scala che scendeva fino al piano di sotto, in un atrio nel quale uomini e donne vestiti in tailleur andavano di qua e di là con cartelle alla mano.
<< Questo posto deve essere immenso >> disse Scarlett poggiando la mano destra sul corrimano delle scale mobili.
<< Oh si, mi creda, lo è >> rispose Zoey, con un tono enigmatico, e per il resto del tragitto nessuna delle due aggiunse più nulla.
 
Scarlett doveva ammettere che durante i minuti in cui lei e Zoey erano rimaste chiuse nell’ascensore, nel più completo silenzio, non si era sentita minimamente in imbarazzo. Di solito si sarebbe sentita a disagio, come qualsiasi altra persona chiusa da quattro piccole mura con uno sconosciuto, ma stavolta c’era qualcosa di diverso. Forse era il luogo, il momento particolare della sua vita, o magari la stessa Zoey.
Quando le porte dell’ascensore si aprirono la giovane si voltò verso Scarlett e le disse: << Eccoci qui, ora siamo alla nostra sezione, il piano 33. >>
<< S-siamo… >>
<< Si, trentatré piani sotto il livello del terreno >> rispose la rossa, con un sorriso. << Non è la prima >> riprese a parlare dopo che si furono incamminate, << ad avere avuto questa reazione. >>
Scarlett non replicò alla frase di Zoey, si limitò a guardarsi attorno, sorpresa. Stavano percorrendo un lungo corridoio dalle mura spoglie e grigie, il soffitto era basso, distava solo qualche centimetro dalle loro teste, ma stranamente l’atmosfera era calda, le piccole lampadine poste qui e lì per illuminare la strada avevano una bella luce calda ed accogliente.
Le due continuarono a camminare per un po’. Ogni tanto il corridoio svoltava a destra o a sinistra, aprendosi in altre strade, ma Zoey continuava imperterrita ad andare avanti, e Scarlett la seguiva, anche se era estremamente curiosa di vedere cosa mai si nascondesse alla fine di quelle vie non illuminate.
Si fermarono solo quando giunsero dinanzi ad un altro ascensore. Zoey estrasse dalla tasca dei pantaloni un badge con la sua foto ed il suo nome e che recitava la scritta: “ADDETTA ALLA SEZIONE 33 E ALLA SEZIONE DZ5.” Le porte si aprirono, le due entrarono e Scarlett notò con sorpresa, grazie alle pareti di vetro, che l’ascensore non si muoveva verticalmente ma orizzontalmente, seguendo delle rotaie che davano sul vuoto.
<< Wow, questo posto è incredibile. >>
<< Ti sembra di essere in un film di fantascienza, vero? >> chiese Zoey con un sorriso.
<< Si… >> la russa si guardò attorno, mentre tentava di restare in equilibrio. << Zoey? >> disse poi, lanciando un’occhiata alla ragazza e distogliendo l’attenzione dalla visione futuristica di quel luogo.
<< Si? >>
<< Posso farti una domanda? >>
<< Ma certo >> sorrise, sembrava un dolce coniglietto, tanto che Scarlett non sarebbe rimasta sorpresa se le fossero spuntate due orecchie sulla testa.
<< Cosa vuol dire “sezione DZ5”? >>
Improvvisamente Zoey si bloccò, per poi scoppiare in una risatina nervosa, << Mi dispiace, ma non posso dirtelo. Se lo facessi poi dovrei ucciderti >> la rossa rise ancora, e così fece Scarlett, pensando che l’altra stesse scherzando, ma il suo cuore saltò un battito quando vide uno strano riflesso, quasi inquietante, negli occhi di Zoey.
 
La situazione era alquanto imbarazzante. I membri della squadra si guardavano l’un l’altro, ma la maggior parte lanciava occhiate a Scarlett, cosa che le dava non poco fastidio.
<< Bene! >> Esordì la voce dell’uomo che si stava dirigendo verso il gruppetto di giovani scienziati. Era alto, indossava una maglia color senape a maniche corte e dei pantaloni in jeans lunghi fino alle ginocchia. Ai piedi portava delle infradito ed i suoi capelli neri erano tutti sparati di qua e di là, non pettinati.
I suoi occhi neri fissarono tutti i presenti e poi un sorriso gli illuminò il volto.
<< Salve a tutti e benvenuti nel mio ufficio >> spalancò le braccia e fece una giravolta.
<< Salve >> lo salutò una ragazza dai lunghi capelli neri, sorridendo.
<< Tu devi essere Sky >> disse l’uomo, allungando la mano destra e afferrando quella sinistra di lei in una forte stretta.
<< Si, sono io. >>
<< Benvenuta. >> Disse, e poi, rivolgendosi a tutti gli altri,  aggiunse: << Seguitemi. >>
Lui si incamminò ed il gruppetto lo seguì. Raggiunsero una stanza dalle porte a vetri. Al centro c’era un lungo tavolo dalla superficie di legno scuro, attorniato da sedie. Tutti presero posto, non prestando attenzione a chi si sedeva accanto a chi, tutto l’interesse ora era rivolto a quell’uomo così strano.
<< Mi presento, >> disse, seduto a capotavola, le mani poggiate sulla superficie fredda del tavolo, << io sono Chris McLean, sono il vostro capo, colui che dirige questa missione. Cosa sapete del vostro incarico? >> chiese andando direttamente al punto focale della situazione.
<< Che andremo su Marte >> disse un ragazzo. Era seduto alla destra di Scarlett, era basso ed aveva corti capelli viola. La sua pelle era pallidissima e lui era vestito con una tuta di velluto grigia.
Chris trattenne una risata, << Solo questo? >>
<< Quella a cui parteciperemo è forse la più importante missione dopo quella dell’Apollo 11. Saremo i primi a mettere piede sul quarto pianeta del nostro Sistema Solare, andremo dove nessuno ha mai potuto andare, faremo la storia >> intervenne Scarlett, seduta composta sulla sedia, la schiena dritta e la voce sicura.
<< Esattamente, signorina Lebedev. >>
<< Sei russa? >> replicò il ragazzo seduto accanto a lei, e Scarlett sospirò.
<< Si, qualche problema? >> la sua voce era acida, mentre gli lanciava un’occhiataccia.
Chris intervenne chiudendo sul nascere la questione: << Esattamente, siete stati scelti per questa missione così speciale, siete fortunati come pochi. >> I ragazzi si scambiarono un sorriso, ma lui intervenne nuovamente: << Ma se mi farete arrabbiare potrei staccarvi la giugulare, quindi, miei cari amici, è meglio che non facciate di testa vostra, soprattutto quando sarete su Marte. Dovete seguire i miei ordini, e quando non potrò darvi delle direzioni da seguire >> era giunto il momento di rivelare che era Scarlett il loro leader, << dovrete ascoltare il vostro leader >> allungò il braccio sinistro e fece un cenno, << Scarlett Lebedev. >>
<< Cosa? È lei la leader della missione?! >> Scattò il ragazzo. << Perché? Perché non io?! >>
Chris si poggiò due dita a cavallo del naso, << Ecco a voi Max Shelter, secondo in comando. >>
Scarlett si trattenne dallo scattare in piedi come aveva fatto Max e urlare, limitandosi invece ad imitare il gesto di Chris.
<< Accetta che non sei tu il leader >> intervenne una ragazza. Era alta ed aveva la pelle color caffè, priva di imperfezioni, corti capelli neri e due occhi color ossidiana.
<< Vi presento invece Jasmine O’Connel, che sarà archeologa al fianco di Sky Jean >> Chris indicò la ragazza dai lunghi capelli neri e dal fisico atletico che lo aveva salutato in precedenza.
<< A cosa diavolo ci servono due archeologhe su Marte?! Sono inutili >> intervenne Max.
<< Ehi! >> gridò Sky. << Io sono anche una un’esperta in fisica e sulla vita extraterrestre. >>
<< Hai mai visto un alieno? >> intervenne Scarlett, adesso con le braccia incrociate al petto e gli occhi color oliva puntati su Sky.
<< No… >>
<< E allora come fai a dire di esserne esperta? >> Concluse Max.
<< E tu allora?! In cosa saresti esperto? >> Replicò Jasmine. La situazione aveva dell’incredibile, mentre i quattro si davano addosso l’un l’altro e Chris e il resto del gruppetto stava in silenzio a guardarli.
<< Sono un biologo, sono un esperto in ingegneristica e in meccanica. Dubito fortemente che tu possa avere conoscenze più ferrate di me in fisica e chimica, Jean >> rispose lui con tono superiore.
<< Mi chiamo Sky. >>
<< È uguale. >>
La francese stava per rispondergli per le rime quando Chris intervenne nuovamente. << La possiamo finire?! Branco di idioti! >>
<< Ehi! >> urlarono loro all’unisono.
<< Zitti. Quindi… stavo facendo le presentazioni, prima che voi iniziaste a comportarvi come dei bambini >> Sempre con la mano sinistra indicò una ragazza bionda che stava seduta in silenzio e lo guardava. << Lei è Dawn Jensen, biologa esperta. >>
<< Come me >> dissero all’unisono Scarlett e Max.
<< Si, ma lei è molto più brava di voi. Diciamo che… La natura pare parlarle. >>
<< Anche le vostre anime mi parlano, posso vedere le vostre aure. La tua, Scarlett, è rossa come il fuoco, mentre la tua, Max, è viola, come i tuoi capelli. >>
Lui spalancò gli occhi e la fissò, per poi dire: << Questa è suonata. >>
<< Perché, tu no? >> replicò Jasmine. Max e Sky iniziarono a parlarsi sopra l’un l’altro, mentre lei spalleggiava l’archeologa e lui le insultava.
<< Ehi, ehi! La vogliamo finire?! >> urlò Chris, e tornò il silenzio. << Grazie. Dicevo… Lei è Dawn, le sue conoscenze in biologia superano di gran lunga le vostre. >>
<< Non ci saranno piante su Marte, lo sai vero? Sai perché è chiamato “pianeta rosso”? Perché… >> prima che Max potesse finire Chris urlò: << O taci o giuro che ti faccio a stelle e strisce e poi t’appendo al posto della bandiera qui fuori! >> ed il giovane tacque subito.
<< Ragazzi, è un piacere conoscervi, spero potremo essere amici oltre che colleghi >> intervenne Dawn, ma nessuno le rispose.
Chris riprese a parlare. << Poi c’è Shawn Edwards, quella specie di barbone che vedete >> indicò il ragazzo, vestito con una maglia rosa a maniche lunghe, un giubbotto arancio fosforescente senza maniche ed un berretto verde di lana. << Lui è il meccanico, sarà di aiuto a Scarlett e Max per le riparazioni. >>
<< Come diavolo fai ad indossare un berretto?! Ma non hai caldo?! >> intervenne una ragazza vestita in modo pacchiano. Nel sentirla pronunciare quelle parole a Scarlett venne in mente la frase: “Senti da che pulpito proviene la predica.”
<< Lei invece è Anne Maria Martinez, aiutante di quella ragazza bionda che vedete, Bridgette Wolf, che sarà il vostro medico. >>
<< Per me è un piacere conoscervi >> disse Bridgette. << Mi impegnerò nel mio lavoro, se ce ne sarà bisogno. >>
<< Anche per me è un piacere >> disse Shawn, lanciando un’occhiata a Jasmine, che rimase sorpresa del suo sorriso. Dopotutto non era un brutto ragazzo, notò Scarlett, solamente si vestiva come avesse trovato gli abiti che indossava in un cassonetto. Almeno, però, non puzzava, ciò era un aspetto positivo.
<< Tutti qui? >> chiese la russa.
<< Non proprio >> rispose Chris.
<< In che senso non proprio? >> Domandò Max.
Il capo della missione li guardò, pensando, per poi dire: << Seguitemi. >>
  
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