Stupido,
idiota di un cuoco!
Io ho
preso la mia decisione, mi spieghi perché TU ti sei messo in mezzo?
Non
posso, Sanji, non posso proprio lasciartelo fare.
***Flash Back***
Zoro
si stava allenando.
Sanji
stava cucinando. Ma quella volta era distratto. Distratto proprio dallo
spadaccino. Dalla finestra della cucina poteva benissimo vedere la sua schiena
muscolosa e imperlata di sudore. Osservava i muscoli flettersi a seconda dei
movimenti.
In
quel momento Zoro si voltò. Sanji fece in tempo a distogliere lo sguardo. Ma,
di tanto in tanto, lanciava occhiate furtive al bel spadaccino.
Ancora
una volta s’incantò a guardare il petto questa volta.
La
lunga cicatrice procuratagli da Mihawk spiccava sul petto nudo.
Sanji
sospirò.
Zoro
continuava ad allenarsi incurante delle dolci carezze che erano gli sguardi del
cuoco.
“Ehi,
Sanji, che cos’è questo odore?” chiese Nami entrando.
Il
diretto interessato cascò completamente dalle nuvole.
“Cos…ah!”
urlò poi spaventato nel vedere la manica della camicia che andava a fuoco.
Cominciò
a correre per tutta la cucina e poi si catapultò sotto al rubinetto. Aprì
l’acqua e in pochi attimi il fuoco si spense.
“Fa
vedere…hum sembra proprio una bella bruciatura. Meglio se ti vai a far medicare
da Chopper.” Disse Nami prendendo delicatamente la mano di Sanji.
“No,
non fa niente, devo finire di cucinare.” Cercò di protestare quest’ ultimo.
“Finire
di cucinare…?” chiese Nami spostandosi di lato per permettere così a Sanji di
vedere…il completo disastro.
Sanji
si rabbuiò.
“Vado
in infermeria.” Disse soltanto. E se ne andò. Nami lo guardò perplessa.
“Non
mi ha adulata, e non è da lui distarsi mentre cucina. Mah! Chissà che cosa gli
succede!?”
disse
scuotendo la testa.
Zoro
vide il cuoco uscire dalla cucina tendendosi il braccio sinistro. Lo seguì con
lo sguardo e poi lo vide sparire in infermeria.
All’improvviso
si sentì pervadere da uno strano desideri di sapere come stava e assicurarsi
che stesse bene.
Ripose
in fretta e furia gli attrezzi e si asciugò velocemente il sudore di dosso.
Si
fermò improvvisamente quando gli balenò in mente un pensiero.
“
Sto facendo questo per quel damerino?” ma poi sorrise. Si stava facendo questo
per quello stupido sopracciglio arricciato.
Perché
da parecchio tempo ormai si era accorto delle occhiate che gli lanciava. Quella
mattina poi…aveva sentito chiaramente il suo sguardo puntato sulla schiena.
Sospirò.
Tutte quelle attenzioni non gli dispiacevano per niente.
Ma
lui…cosa provava per Sanji? In fondo al cuore lo sapeva. Ma mai e poi mai l’avrebbe ammesso a se stesso.
Perso
come era nelle sue riflessioni non si era accorto di essere arrivato davanti
all’infermeria.
Senza
pensarci entrò.
Sanji
il braccio sinistro teso davanti a lui, la bocca storta in una smorfia di
dolore. La bruciatura è più grave di quello che sembrava. Tutto il polso era
bruciato e anche una parte della mano intorno al pollice.
Chopper
stava spalmando una crema molto unta su tutto il perimetro della scottatura.
Sanji
sussultò quando la piccola renna lo toccò un po’ più forte.
Finito
di spalmare la crema il dottore di bordo fasciò la mano.
“Ecco
fatto.” Disse con un sorriso.
Sanji
guardava a terra.
“Grazie.”
Mormorò.
La
piccola renna lo guardò per un secondo, poi si accorse della presenza di Zoro.
Senza dire niente se ne andò, lasciando i due ragazzi da soli.
Zoro
si appoggiò al muro e incrociò le braccia.
“Mi
spieghi come hai fatto?” chiese.
Sanji
non rispose. Non ne aveva voglia. Anche perché doveva spiegare che stava
guardando lui. che se lo stava mangiando con gli occhi. Perché lui si era
accorto di provare qualcosa di più della semplice amicizia per lo spadaccino.
Nonostante litigassero sempre, nonostante le apparenze facessero sembrare
l’esatto contrario, lui amava Zoro.
E
confessarglielo, equivaleva a suicidarsi. Mai gliel’avrebbe detto. Mai. Non
voleva soffrire. Non più di quanto stesse soffrendo ora. Perché sapeva che
l’altro lo avrebbe guardato con disprezzo. Sapeva che non avrebbe mai accettato
una cosa del genere. E allora l’avrebbe perso per sempre. No, era molto meglio
se le cose restavano così come erano.
“Allora?
Non mi rispondi?” chiese nuovamente lo spadaccino.
Sanji
trasalì.
“Mi
vuoi lasciare in pace?” disse infine, optando per l’opzione litigata. Stava
aspettando la rispostaccia di Zoro, ma questa non arrivò.
Lo
spadaccino infatti c’era rimasto male alla risposta del cuoco.
“Guarda
che io mi sto preoccupando seriamente per te. Comunque se vuoi che me ne vada…”
si staccò dal muro e fece per andarsene.
Sanji
sgranò gli occhi e si alzo di scatto allungando la mano sinistra.
“No
aspetta…aaaaah” urlò tenendosi poi la mano di nuovo. Una fitta improvvisa lo
aveva pervaso per tutta la lunghezza della bruciatura.
Si
ri-sedette pesantemente sul letto.
Zoro
si precipitò da lui. Il cuoco tremava da capo a piedi. Zoro gli mise una mano
sulla spalla.
Sanji
no capì più niente. Abbandonò la testa sulla spalla dello spadaccino. Con
l’altro braccio Zoro gli cinse la vita. Fece scivolare anche l’altro attorno
alla vita del biondo.
Rimasero
così per diversi minuti.
Poi
Sanji rialzò la testa di scatto e spinse via Zoro. Di nuovo una fitta tremenda
lo percosse. Strinse i denti.
Zoro
sorrise dolcemente e gli passò una mano sulla guancia.
“Se
continui a muoverti così ti farà sempre male.” Sussurrò poi.
Si
guardarono negli occhi. E Sanji capì. Capì che non era un caso disperato il
suo. Perché anche Zoro…
Non
ci fu più nulla.
Lo
spadaccino lo aveva attirato a sé. Ed ora le loro bocce s’incontravano
delicatamente.
Zoro
passò una mano dietro la nuca del cuoco e lo attirò ancora di più a sé.
Delicatamente la sua lingua chiese a Sanji il permesso di entrare. Questi non
se lo fece ripetere due volte e socchiuse le proprie labbra.
Le
loro lingue s’incontrarono e si esplorarono. In un gioco di piacere che portò
entrambi al settimo cielo.
Si
staccarono solo per riprendere fiato.
“Non
pensavo baciassi così bene testa d’insalata!” sogghignò Sanji.
“Anche
io ti devo fare i miei complimenti sopracciglio arricciato.” Lo sfottè Zoro
“Ah,
e in ogni caso ben tornato!” aggiunse poi.
Sanji
sorrise. Entrambi si alzarono e si diressero verso la cucina.
“Ah
finalmente! Sanji io ho fameee!” Rufy aveva una faccia stile broncio.
“Ecco,
ecco pozzo senza fondo ora cucino qualcosa.” Sbuffò Sanji. Prese una padella
ma, ancora una volta la scottatura gli diede fastidio.
“Accidenti!”
esclamò il cuoco. Zoro si alzò e raccolse la padella.
“Dimmi
che devo fare.” Sussurrò. Sanji gli fece cenno con gli occhi per indicare gli
altri.
Zoro
afferrò al volo il concetto ( strano per lui!) e alzò le spalle.
“Se
per te non è un problema.” Si affrettò a dire. Sanji scosse la testa. I due
cominciarono a preparare la cena. Con Sanji che impartiva ordino a Zoro e
quest’ultimo che li eseguiva.
Non
poté mancare qualche leggero insulto, ma i due insieme riuscirono a stupire
l’intera ciurma.
Tutti
quanti li guardavano stupiti. Zoro e Sanji che cucinavano insieme senza litigare o minacciarsi di morte? Che
diavolo era successo? Dove erano i veri Zoro e Sanji?
Poco
dopo la cena era pronta. Tutti si misero a tavola.
“Huuummm
che buonoooo Sanji sei bravissimo!” esclamò Rufy.
Zoro
alzò la testa dal piatto.
“Ehi
biondino vedi di non prenderti tutto il merito!” scherzò.
Sanji
sorrise.
“Già,
ma tu ci hai messo solo le mani. Io ci ho messo il cervello!” esclamò.
“Ah!
Allora ricordami di non aiutarti più!” sogghignò Zoro.
“Mi
pare di ricordare che non te l’avessi chiesto!” Sanji fece finta di pensare.
Zoro
era a corto di risposte. Si limitò a lanciare un’occhiataccia al cuoco. E un
muto “facciamo i conti dopo!”
Quella
sera tutta la ciurma era riunita sul ponte. Motivo: festa!
Eh
già. La festa non era motivata. Tutta la ciurma aveva voglia di festeggiare.
Ad
un certo punto della serata Zoro si avvicinò a Sanji. Gli toccò la spalla e gli
fece un cenno con la testa.
Sorridendo
il biondo lo seguì.
Scesero
in cabina.
“Allora
testa d’insalata, volevi farmela pagare?” chiese sorridendo Sanji.
“E
anche cara!” scherzò Zoro. Poi gli si avvicinò. Gli mise una mano sotto il
mento e s’impossessò delle sue labbra. Sanji gli passò una mano sulla nuca e
poi scese lungo il collo.
sulla
schiena. Fino al bacino. Da lì poi la fece scivolare sotto la maglia dello
spadaccino e ripercorse le stesso tragitto, solo che questa volta la sua mano
scivolava sulla pelle di Zoro.
Questi
si staccò dalla bocca del cuoco per emettere un lieve gemito.
Sanji
sorrise dolcemente.
“A
chi è che volevi farle pagare eh?” scherzò.
Zoro
non disse niente, ma fece lo sgambetto al biondo e entrambi cascarono sul
divano. Il biondo sotto e il verde sopra di lui.
“A
te!” rispose serio Zoro.
E
gli tolse la maglietta. sanji accolse la sfida. E, a sua volta tolse quella di
Zoro.
Entrambi
a petto nudo, si baciarono di nuovo. Poi Zoro dalla bocca scese sul collo del
biondino. E poi ancora sul petto. Li si fermò su un capezzolo e glielo succhiò
leggermente. Sanji gemette di piacere.
Zoro
smise di torturalo e in un sol colpo gli tolse pantaloni e mutande. Sanji
rabbrividì.
l’altro
depositò un ultimo bacio sulle labbra del cuoco.
“Se
mi devo fermare dimmelo ora.” Disse soltanto.
Ma
gli occhi lucidi di piacere di Sanji risposero per lui. zoro annuì lentamente.
E
poi in un attimo fu dentro di Sanji. Questi trasalì e trattenne il fiato.
“Rilassati.”
Gli sussurrò dolcemente Zoro all’orecchio. Sanji fece come gli aveva detto.
Poco dopo il dolore che sentiva si trasformò lentamente in piacere.
Vedendo
che si era abituato, lo spadaccino cominciò a muoversi. Piano, poi sempre più
velocemente.
Ben
presto i loro movimenti divennero uno soltanto e i due si fusero in un unico
piacere che portò entrambi all’apice del piacere.
Zoro
si stese a fianco di Sanji. I due rimasero un poco in silenzio.
“Devo
dire che se questo è il modo in cui me la fai pagare, mi piace molto.” Sussurrò
Sanji ancora in preda ad un grande piacere.
zoro
sorrise.
***Fine
Flash Back***
Corro.
Corro per tutte le rovine di questo posto. Dove diavolo sei? Dove sei finito stupido di un marimo?
Perché mi hai colpito? Perché non mi hai permesso di aiutarti? Dannazione se ti
è successo qualcosa di grave non me lo perdonerò mai! Ne perdonerò te.
Ma
perché hai deciso di sacrificarti e di subire tutto il dolore di Rufy?
Accidenti dove sei…oh no!
Finalmente
ti ho trovato ma….cos’è tutto questo sangue? E anche tu ne sei pieno. Stai
fermo immobile. No, ditemi che non è vero. Non puoi essere morto!
“Zoro,
ma che diavolo è successo qui? Cos’è tutto questo sangue?” ti chiedo più
spaventato che mai.
“Niente.
Non è successo assolutame…” ma non termini la frase perché ti mancano le forze
e cadi fra le mie braccia.
Ti
prendo. E cominciò a camminare.
“Ehi
Zoro…” comincio a dirti.
“…non
mollare. Devi ancora diventare lo spadaccino più forte del mondo.” Cerco di
sdrammatizzare.
“Sanji…”
mi dici debolmente.
“…Ti
amo!”
E mi
stupisci perché fino ad ora non me l’avevi mai detto.
“Ti
amo anche io.”
Angolo
autrice
Salve!
Si lo so ci ho messo troppo ad aggiornare! Humm non mi convince molto sto chap
ma mi rimetto al vostro giudizio! Dunque
le parti in prima persona si svolgono durante la puntata di Thriller
Bark, o come cavolo si scrive, dove Zoro deve sopportare tutto il dolore di
Rufy e Sanji cerca di impedirglielo. Ora io lo visto in giapponese
sottotitolato in spagnolo quindi la maggior parte dei discorsi sono inventati!
Bè fatemi sapere!
Desme:
bè non proprio prestissimo ma ho aggiornato! Humm si in effetti le ZoRu le
adoro ma anche le ZoSa mi piacciono e…oddio in effetti amo tutte le coppie di
questo cartone! Eheheh baci a presto e grazie!
A_DaRk_FeNnEr:
oddio lo scritto giusto? No perché ho una capacità di storpiare i nomi che fa
paura! Ehehe per il resto…se Zoro prima era OOC ora è totalmente e
irrimediabilmente OOC!!! Spero che ti piaccia lo stesso bacioniii!!
Fri:
ehehe si in effetti sono troppo poche le storie su questi due! Bè non è
propriamente una ZoRu ma spero che ti piaccia uguale! Si in effetti il caro
Capitano ha troppi nomi! Eheheh anche qui Zoro rasenta il diabete! Spero ti sia
piaciuto! Baciiii!
Ahaha
spero che non mi verrete a cercare per problemi di diabete o roba varia ma sono
in crisi di coccole da ragazzo ( voglio un ragazzooooooooooo!!!!) e quindi mi
sono messa a scrivere in tutta dolcezza! Baci!