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Autore: TheAntlers    19/01/2015    1 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Secondo voi è morta?" 
"No, respira ancora."

I nitriti e i ripetuti tonfi che Sharon provocava agitandosi sotto il controllo di un uomo barbuto e tozzo, fecero svegliare Winter.

Era sdraiata a terra, d'un fianco, i suoi occhi si aprirono cautamente, mentre una mano si muoveva curiosa sopra l'erba umida.

"Chiamate le guardie!"
"Stanno già arrivando."
"Guardate il braccio!"

Diversi contadini bisbigliavano tra loro.

Quando la ragazza fu in grado di aprir gli occhi, il suo sguardo era ancora appannato, a causa della violente botta alla testa, che sanguinava leggermente alla fronte.
Si lamentò leggermente mentre cercava di rimettersi in piedi, ma invano. Quando i suoi occhi le permisero una vista migliore, Winter indietreggiò di poco, strisciando, vedendo una folla di persone che la circondavano ad ogni lato.
Per la maggior parte di loro erano uomini barbuti, con vestiti che parevano stracci rotti e alquanto sporchi. Le donne, invece, la squadravano cautamente e con indifferenza; molte di loro portavano diverse bisacce contenente acqua, e sembravano parlarle tra loro.
Non riusciva ad elaborare le loro parole, ne ad elaborare tutto il resto, ancora confusa da quella botta e da ciò che riusciva a vedere.

Ne strade, ne macchine, solo distese di verde. Intravide del fumo, proveniente probabilmente da un villaggio in valle.

Provò ad alzarsi, ma ciò che riuscì a fare fu solo di metter forza sulle braccia, stringendo i denti, prima di cadere esausta sul terreno erboso.

"Guardate, ha un marchio al braccio!"
"Un marchio!"

Furono le prime parole che riuscì a sentire pienamente.

Marchio?

Una donna fece cadere una borraccia di acqua a terra, correndo via, seguita da alcuni bambini.

Poi un acuto dolore al braccio la fece urlare dal dolore, come lamine affilate che le squarciavano la carne. Il dolore era allucinante e stremante; ed esattamente come tutto era iniziato, Winter tornò in un buoi tenebroso.

***

"Sveglia, ragazzina!"

Un uomo sui 30anni, snello, altro e bruno, diede lievi schiaffi a Winter, cercando di svegliarla. Ma la ragazza sembrava avvolta in un sonno profondo, e non reagiva.

"Svegliati!" urlò allora la guardia, colpendola più forte.

Winter aprì gli occhi di scatto, respirando velocemente. Si guardò intorno, confusa e spaventata.
Si sentiva la testa bollire, come potesse scoppiare da un momento all'altro.
Era inginocchiata su un pavimento duro, lucido e freddo. I polsi dolevano, e solo dopo pochi ma interminabili secondi capì di essere stata legata strettamente con una corda.

I muri erano decorati da affreschi e quadri, raffiguranti quelli che dovevano essere Re e Regina.
A terra erano presenti diverse pellicce di animali, adagiate sul marmo del pavimento.

"Dove mi trovo?" chiese, prendendo un po di coraggio, ma spaventata dalla sua stessa voce.

"Alle corte del Re" rispose una voce al suo fianco.

Si accorse solo allora di avere una mano adagiata sulla spalla sinistra, stringendogliela.
Guardò la mano, risalendo fino al volto dell'uomo che le aveva parlato. Il suo sguardo era rivolto in avanti... così, quasi inconsciamente, anch'essa si girò alla sua visuale.
Trasalì quando si accorse della presenza di un uomo sulla cinquantina, con un'aria minacciosa e severa, seduto comodamente su un trono. Indossava una veste rossa, ed una pelliccia nera alle spalle. La barba leggermente mozzata, gli occhi di un grigio metallico e le labbra lievi e sottili.
Adagiata alla testa, una corona dorata rivestita da quelli che sembravano essere diamanti. Strizzò gli occhi, portando l'indice della mano destra sulle labbra.

"Cosa... Dove..."

Pensieri contrastanti le giravano per la testa, vietandole di compiere una frase sensata.

"Chi ti ha inviata, chi sei?" l'uomo in corona le parlò, alzandosi impetuoso.

Il respiro di Adele era irregolare, i battiti aumentavano.

Sto sognando, sto solo sognando, è un sogno.

"Allora? Parlami!" urlò il Re, spoderando una spada.

La ragazza guardò l'arma, paralizzata, sgranando gli occhi.

"Non te lo chiederò un'altra volta, ragazzina!" le parlò lui, avvicinandosi pericolosamente alla ragazza.

"Io non lo so, non so come sono arrivata qui!" disse lei di un fiato, in totale panico.

Sto sognando.
Continuava a ripetersi, quasi cercando di auto-convincersi.

Il Re la guardò sospetto. Le girò intorno, alzando la spada a mezz'aria, puntandogliela.

''Sei una spia, vero?"

"Io...Cosa?" disse sconvolta e ancora confusa, guardandolo negli occhi.

"Abbassa lo sguardo, bambina" sputò lui, in un ringhio.

"Sua Maestà, porta un marchio" aggiunse ad un tratto la guardia, scoprendole il braccio.

Sulla carne di Winter, impresso dolorosamente, appariva uno strano marchio, che sembrava essere stato inflitto con lame affilate.
Una T al contrario, circondata e soffocata da quelli che sembravano essere piccoli serpenti, con denti aguzzi.
La pelle doleva, bruciava come il carbone ardente. Winter strinse i denti, cercando di cacciare quel dolore in un piccolo e sperduto angolo della sua mente.

"Sembra il simbolo dei-"

"Thuata" continuò il Re, confermandolo più a se stesso, che alla guardia.

Visibilmente agitato, chiuse gli occhi, cercando di evocare la calma.

"Quei maledetti! Non avranno mai il loro tributo!" ringhiò, con gli occhi ardenti di rabbia, ed i pugni stretti.

Thuata. Tributo. Re. Marchio. Dove mi trovo? Cosa succede?

Stormi di pensieri migravano dalla mente di Winter, che, confusa com'era, non riusciva ad aprir bocca per dire qualcosa.

"Alle segrete, che venga giustiziata domani, all'alba. E riempite le segrete di guardie, sia fuori che dentro!" comandò il Re, cercando di mascherare, senza risultati, il proprio nervosismo.

"Agli ordini, Sua Maestà" si inchinò il moro, aiutando bruscamente la ragazza ad alzarsi.

"Cosa?" pensò quest'ultima ad alta voce, con tono basso, quasi sussurrando.

***

"Dentro." Le ordinò la guardia che l'aveva scortata alle segrete, spingendola dentro una cella.

È vero. E' tutto vero!

Le si riempirono gli occhi di lacrime. E sul suo viso pallido una lacrima le rigò una guancia.
Le parole del Re le vagavano per la testa, infondendo in lei paura e, per lo più, confusione.

La sua confusione era così ampia che non aveva spazio per accogliere anche il terrore, fortunatamente.

"Il tributo dei Thuata" sentì dire ad un tratto da un uomo alla cella accanto, con un tono scherzoso, accompagnato da uno sbuffo incredulo.

La ragazza si girò verso di lui.
Il prigioniero guardava il vuoto, come interessato ad osservare qualcosa di preciso, tanto che Winter si girò con lui, ma non trovò niente di interessante.

"Chi sei?" sbottò allora, guardandolo curiosamente.

Si accorse che la voce le tremava, come una foglia.

Il prigioniero sembrava essere sui venti anni. I capelli leggermente lunghi e castani. Gli occhi grandi, color cioccolato, visibili appena sotto i ciuffi di capelli.

"Oh, nessuno" rispose lui sorridendo appena, con tono menefreghista.

Si sedette ad un lato della cella, ticchettando ritmicamente sulle sbarre della cella.

Ci furono secondo di silenzio, poi il ragazzo girò lo sguardo verso Winter.

''Mi chiamo Bress" la informò con tono esageratamente cortese,
sorridendole.

Ma il suo sorriso nascondeva più di un apparente gesto amichevole e confortevole. La ragazza infatti, a tale comportamento, ne fu solo più intimidita.

"Il tuo nome, invece?"

Lei esitò un attimo, come avesse dimenticato anche quello.

"Winter" si decise a dire poi, abbassando lo sguardo per rialzarlo subito.

"Winter" ripeté Bress in un mormorio melodioso, ammiccando nuovamente un sorriso, mentre l'espressione della ragazza rimaneva sempre priva di emozioni. Pietrificata.

"Non ti preoccupare, Winter. I tuoi arriveranno a momenti."

Il giovane guardò oltre le sbarre che sigillavano quella che doveva
essere una piccola finestra che affacciava al cortile esterno.

"I miei?" ripeté interrogativa, agitando la testa e avvicinando le sopracciglia tra loro.

La giovane rossa parve confondersi ancor di più. Iniziò a tirarsi nervosamente alcune ciocche di capelli.

"I Thuata!" specificò allegramente Bress, agitando le mani in
quello che poteva sembrare un abbraccio all'aria.

Winter non poté far a meno di notale la muscolosità delle sue braccia, deglutendo al pensiero di ciò che avrebbe potuto farle, se solo avesse voluto.

E' pazzo. Pazzo.

"Oh, tranquilla. Ti spiegheranno tutto loro" aggiunse poi, con tono che poteva sembrare quasi ironico.

Poi distolse lo sguardo da lei, sedendosi nuovamente sopra il suolo pietroso. La sua espressione parve cambiare radicalmente, per alcuni secondi. Come colpito da pensieri confusi.

"Spiegarmi cosa?" chiese lei, insicura della sua stessa voce, che le uscì infatti in un sospiro.

Bress la guardò per qualche istante, sospirando... come se in fondo in fondo, nella sua paura e curiosità, la compatisse. Si passò una mano tra i capelli rossi, quasi identici a quelli della ragazza.

Non sa proprio nulla, allora.

"A ciò a cui sei destinata, Winter. E' normale che tu mi tema in modo innato, pur non
conoscendomi nemmeno."

  
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