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Autore: lovato_is_theway    19/01/2015    1 recensioni
Abbie, una ragazza che voleva prendere in mano la sua vita si ritrova distrutta da una storia finita male.. riuscirà a riprendersi grazie ad una certa "Demetria Devonne Lovato".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Marco ho bisogno del tuo aiuto. C’è Demi Lovato nel mio letto.-
-TI SEI FATTA DEMI LOVATO?!- Disse sconvolto
-Certo che no idiota. Era a terra fuori dal locare completamente ubriaca. Non sapevo che fare e l’ho portata a casa mia, ti prego porta l’anti sbornia che prepari sempre a me.-
Quando mi ubriacavo troppo e svenivo Marco preparava un intruglio verde che mi faceva subito stare meglio e non mi aveva mai detto gli ingredienti quindi lo avevo chiamato.
-Okay arrivo subito- Disse attaccando senza salutare, ma chi poteva rimproverarglielo  lo avevo svegliato in piena notte.
Era passata mezz’ora e Demi era ancora lì, stesa sul mio letto. Avevo sempre sognato di incontrarla, lei era il mio idolo ed anche se nessuno lo sapeva le sue canzoni mi avevano aiutato molto. Certo avrei preferito che fosse venuta con le sue gambe e che non fosse ubriaca, ma era un inizio, e poi quando si sarebbe svegliata le avrei parlato. Mentre io pesavo alle parole che avrei usato per spiegarle perché era nel letto di un’estranea e non nel suo, qualcuno bussò alla porta: Marco.
-Ehi, sei arrivato finalmente- dissi piano per evitare di svegliare Demi.
-Si, dai facciamo presto io devo tornare a casa a dormire disse-
-No ormai rimani qua è troppo tardi per andare a casa e poi hai lasciato dei vestiti nel mio armadio per domani andranno bene-
-Grazie sei un angelo- disse schioccandomi un bacio sulla guancia.
Salimmo di sopra e Demi non si era mossa di un centimetro, non volevo svegliarla sembrava così serena, ma domani si sarebbe sentita malissimo quindi la scossi un po’, le sollevai la testa e lei gemette
-Bevi, avanti- le dissi sorreggendola.
Lei aprì la bocca ma non gli occhi, Marco le verso quella roba verde nella gola poi mi disse:
-E’ troppo ubriaca perché si svegli subito, dalle un’oretta io vado a dormire di là.- si alzò cercando di non fare rumore e se ne andò nell’altra stanza. Rimanemmo sole, di nuovo. Io la guardavo dormire e le accarezzavo i capelli pensando che si rilassasse erano passati cinque minuti, o forse un ora non riuscivo a capire da quanto tempo la stavo osservando, era così bella che non volevo  smettere. Ad un certo punto scosse la testa poi aprii gli occhi e mi guardò confusa.
-Chi sei tu, e dove sono?- disse confusa reggendosi la testa con una mano e guardandosi intorno. Io le sorrisi le dissi il mio nome e le spiegai perché era nel mio letto e perché si era sentita subito meglio, lei non si mosse, mi guardo per qualche secondo poi si avvicino a me, i suoi occhi erano bellissimi, mi ci sarei persa dento se non fosse stato che spostai lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca, lei si era avvicinata troppo ed io stavo incominciando a sentirmi a disagio non riuscivo a distogliere lo sguardo da quelle rosse, carnose, perfette labbra. Quando capii che mi voleva solo abbracciare mi rilassai e mi godetti quell’angolo di paradiso che erano le sue braccia. Nonostante la puzza d’alcool fosse tanta non riusciva a coprire il profumo che avevano i suoi capelli, così dolce un po’ come lei, ma lei lo era di più. Non aveva smesso di ringraziarmi da quando si era staccata da quell’abbraccio. Avrei tanto voluto che non lo facesse ma lo fece ed io ritornai a fissare quei meravigliosi occhi marroni. Si alzò barcollando un po’ poi fece per prendere la borsa.
-Cosa fai?- le chiesi stupita. Lei mi sorrise.
-Me ne vado, hai detto che quel tuo amico che mi ha portato quella specie di “pozione miracolosa” sta dormendo nell’altra stanza e non voglio disturbare- disse lei sempre con il sorriso. Erano le 5.00 ed alle 7 Marco si sarebbe svegliato perciò le dissi:
-Sta’ tranquilla non  disturbi affatto, e poi il mio amico fra un paio d’ore se ne va’. Facciamo così, tu resti a dormire qui, ed io dormo sul divano, quando Marco se ne andrà io lo sentirò ed andrò a dormire nella stanza degli ospiti, d’accordo?-  Le chiesi speranzosa, sapevo che non mi sarei alzata dal divano ma non mi andava di salutarla in quel momento avrei voluto parlarle ancora.
-D’accordo- disse – Ma tu oggi pranzi con me e non voglio sentire storie, e poi ti devo ancora ringraziare per tutto quello che hai fatto stanotte.-
-Perfetto- le risposi eccitata, se mi avessero fatto una fotografia in quel momento credo proprio che avrei avuto una scintilla negli occhi come quelle che si vedono nei cartoni. –E non mi devi ringraziare, sul serio, è stato un piacere.-
Ero uscita dalle stanza e avevo quasi chiuso la porta quando sentii Demi che mi chiamava entrai pensando che le servisse qualcosa e senza accorgermene ero fra le sue braccia.
-Abbie ti prego dormi con me non voglio che tu stia nel divano e non voglio rimanere da sola- Aveva una voce supplicante e mi guardava con la faccia da cucciolo. Io però non credevo fosse il caso visto i miei “sentimenti” verso le ragazze, certo lei questo non poteva saperlo, ma non volevo rischiare. Non volevo che sapesse quello che provavo, non volevo che mi vedesse in modo diverso, decisi di rifiutare cercando di non farglielo capire.
-Demi davvero non c’è problema sto bene, il divano è comodissimo e poi io non credo che sia il caso di dormire insieme avrai bisogno dei tuoi spaz..-
-Guarda che lo so che ti piacciono le ragazze.. non c’è problema, non ti devi vergognare..- Mi interruppe lei con tono dolce. Cazzo lo sapeva, come?! Io non le avevo detto nulla come poteva saperlo? Dissi soltanto:
-Come fai a saperlo?- Lei mi guardo per un secondo cercando di non mettermi in imbarazzo, poi disse:
-Ehm.. ecco.. Stasera, quando non ero ancora troppo ubriaca, ti ho visto "sbavare" dietro ad una ragazza e provarci..  scusa lo so che non erano affari miei  ma..- La interruppi prima che potesse finire
-Non c’è problema tranquilla.. ma davvero non credo sia il caso.-
-Per favore..- sussurrò abbassando lo sguardo. Era così tenera che non riuscii a dirle di no
-Oh, va bene ma sarebbe meglio chiudere la porta o Marco penserà.. si insomma..- diventai rossa all’improvviso non riuscendo a finire la frase, le mi guardò e annui come se avesse capito.
Mi svegliai alle 12.00 e Demi dormiva ancora, quasi mi dispiaceva svegliarla era così bella mentre dormiva. Cercai di allontanare quel pensiero e la svegliai nel modo più carino che conoscevo:
-Buongiorno Signorina Lovato.. ha dormito bene?-
-Oh Buongiorno anche a lei signorina.. ho dormito benissimo devo dire.. e poi c’era una ragazza bellissima che mi abbracciava, sarebbe stato impossibile dormire male!- Arrossii violentemente e lei se ne accorse per questo mi tirò verso di lei e mi abbracciò. Verso le 13.00 Demi andò a casa per fare una doccia e cambiarsi, anch’ io avevo bisogno di una doccia perciò mi diede appuntamento in un ristorante per le 13.30. ci incontrammo là e Demi aveva prenotato un tavolo appartato per non farsi riconoscere dalla gente che era intenta a mangiare. Quando arrivai aveva anche già ordinato per entrambe così mi sedetti. Durante il pranzo parlammo del più e del meno, sapevo che lei sarebbe dovuta andare via ma non mi erano mai piaciuti gli addii quindi feci finta di nulla. A fine pranzo le dispiaceva separarci, così mi invitò nella sua stanza d’hotel decisi di andarci anche se di nuovo mi sarei sentita in imbarazzo (IO-DEMI-UN LETTO). Si era creato un legame speciale fra di noi: Una finiva le frasi dell’altra e passavamo molto tempo in silenzio a guardarci negli occhi. Appena arrivammo lei butto la borsa su una sedia e si distese sul letto. Io rimasi appoggiata alla parete a guardarla e pensare che fosse la cosa più bella che mi fosse mai capitata era l’unica persona che riusciva a distrarmi e non mi faceva pensare a.. Niki. Nell’istante in cui quelle quattro lettere si unirono nella mia mente formando quel nome i miei occhi si incupirono e Demi se ne accorse perché si alzò dal letto venne verso di me punto i suoi occhi nei miei e si avvicino pericolosamente alle mie labbra. Io sapevo quello che stava per succedere e sapevo anche che a Demi non piacevano le ragazze anche se si definiva “Bisex”. Se fosse accaduto non sarei stata in grado di fermarmi, di lasciarla andare, di salutarla. Per questo quando punto gli occhi sulle le mie labbra io fui più veloce di lei, raccolsi quel briciolo di forza di volontà che mi era rimasto e le diedi un bacio.. sulla fronte. Lei abbassò gli occhi a terra delusa, ma sollevata. Sapeva che si sarebbe pentita nell’istante stesso in cui l’avesse fatto ma le fece quasi male il fatto che io l’avessi rifiutata.
-Scusa ho frainteso tutto- disse girandosi-io pensavo che fosse quello che volevi.. non pensavo che non mi vedessi.. in quel modo- sussurrò quasi in lacrime. Io ‘avvicinai a me e le alzai il viso con un dito in modo che i miei occhi si puntassero bene nei suoi e non su le sue labbra e le dissi:
-Ehi, io ti vedo solo in quel modo, ma tu te ne saresti pentita. Ci saresti stata male. E tutto questo ti avrebbe solo confusa. Noi abbiamo qualcosa di speciale e so solo io il bene che ti voglio e non voglio che tutto si rovini a causa mia. Era chiaro che stavi solo cercando di consolarmi per qualcosa che neanche sapevi ed è proprio questo che ti rende speciale, il fatto che tu capisca la gente senza che ti dica nulla, solo con uno sguardo.- lei stava piangendo a testa bassa ed io non sapevo più cosa dire- Questo è un grande dono Devonne. – appena pronunciai quel nome alzò la testa e mi sorrise, DIO QUEL SORRISO, avrei voluto prenderlo e.. No non ci dovevo pensare.
 Il suo sorriso era contagioso e fece ridere anche me. Credo che fosse.. come ipnotizzata perché scosse  la testa cercando di scacciare via un pensiero sbagliato, ma davvero non ne capivo il senso, il mio era un semplice sorriso. Alla fine della serata  mi disse che il giorno dopo sarebbe andata via e che quello sarebbe stato il nostro ultimo giorno insieme, ci rimasi male, infondo sapevo che sarebbe dovuta partire ma speravo tanto che quel giorno non fosse domani. Andò in un’altra stanza per mezz’ora dicendomi di aspettarla lì, lo feci nonostante la curiosità fosse molta.  Poi ritorno aveva gli occhi lucidi si vedeva che stava per piangere ma glielo impedii dicendole che ci saremmo riviste e che quello non era un addio, non ci credevo nemmeno io, ma dovevo sembrare convincente così le sorrisi. Alla fine scendemmo nella hall dell’albergo e stavamo per salutarci quando lei mi diede un lettera che probabilmente aveva scritto quando si era allontanata. Appena la presi lei scappò via piangendo, anche se avevo capito che le avrebbe fatto troppo male salutarmi di persona mi ferii il fatto che lo avesse fatto con una lettera. Mentre tornavo a casa la curiosità di sapere cosa c’era scritto cresceva sempre di più ma non potevo certo leggerla in mezzo alla gente perciò appena aprii la porta gettai tutto sul letto e lessi la lettera:
“Cara Abbie…”


SPAZIO AUTRICE:  volevo ringraziarvi per le recensioni positive che avete lasciato e per avermi fatto sapere che la storia vi piaceva. Come avete notato questo capitolo è un po’ più lungo ma il primo era solo un’introduzione alla storia che doveva ancora cominciare, d’ora in poi i capitoli saranno più o meno di questa grandezza quindi spero solo che vi piacciano. Volevo anche dirvi che non sonno una di quelle persone che se non hanno un numero di recensioni non postano perciò quando avrò un capitolo pronto lo posterò. Ah e lo so che è cattivo lasciarvi così senza sapere cosa c'è scritto nella lettera ma mi piace tenervi un pò sulle spine.. un bacione a tutti.  – B
   
 
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