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Autore: ShawnSpenstar    20/01/2015    2 recensioni
Tutti noi conoscamo bene la storia dei sei maestri della luce (sette con Kajitsu) che liberarono Gran RoRo dalla tirannia del re del mondo Altrove ma, prima di Dan e soci, c'è stato sicuramente almeno un altro maestro della luce che ha portato quasi a compimento la sua missione. Quella che vi racconterò è l'avventura di questo guerriero, è la storia di una sconfitta certo ma è comunque degna di essere raccontata e io spero di farlo al mio meglio.
Siete pronti per un nuovo, vecchio, viaggio a Gran RoRo?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Julian Fines, Magisa, Nuovo personaggio, Re del mondo Altrove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guardiana e il mondo Altrove
 
 
Attimi infiniti trascorsero prima che la bellissima donna dai capelli rosa liberasse Julian dal suo affettuoso abbraccio. Mentre ancora gli teneva le mani, il duellante inglese alzò lo sguardo verso di lei; vide il suo viso sporco di terra bagnarsi a causa delle lacrime che le scendevano dagli occhi, il suo sorriso farsi sempre più dolce; era come se avesse trovato il più grande tesoro della terra.
Il motivo di tanta gioia gli era tuttavia ignoto; era sicuro di non aver mai incontrato la ragazza che stava davanti a lui per cui non riusciva a spiegarsi come mai lei sembrasse conoscerlo. "Ti ho cercato per così tanto tempo" aveva esclamato con una voce rotta dal pianto risvegliatasi dal suo stato di incoscienza ed era accaduto in contemporanea con l'emissione di un'intensa luce rossa da parte della gemma posta in cima a quello strano bastone a cui si appoggiava prima di svenire.
 
"Avevo quasi perso la speranza" sussurrò "a-avrei dovuto essere più fo-forte"
 
"Le s-sono grato per que-questa di-dimostrazione d'affetto" rispose Julian a voce altrettanto bassa "ma glielo ripeto, te-temo che lei mi abbia c-confuso con qualcun altro, io no-non ti con…"
 
"Non potrei mai confondermi!" lo interruppe lei, incapace di trattenere la propria felicità "il mio scettro si è illuminato, anche dopo tanti anni di opacità è riuscito a riconoscere in te il potere del simbolo"
 
"I-il potere… del simbolo?" disse il biondo incredulo mentre le parole di Veirhal gli ritornavano alla mente "m-ma non può e-essere, se co-così fosse io s-sarei u-un…"
 
"Tu sei un maestro della luce!!" gridò la giovane buttandosi di nuovo tra le braccia dell'uomo
 
La rivelazione risuonò nella locanda, che, esclusi i due, era piombata nel silenzio più assoluto sin dal risveglio della donna, con una eco degna di un canyon. L'inglese, sempre stretto in quella piacevole morsa, si volse per osservare il pubblico; solo Veirhal e il locandiere erano ancora in quella bettola e, date le loro espressioni, erano probabilmente ancor più sorpresi di lui.
 
"Oh, c-che maleducata che sono stata" constato la rosa ricomponendosi "il mio nome è Magisa"
 
"Molto piacere" replicò l'uomo "io sono Julian Fines…" si voltò per cercare il suo compagno di viaggio "… eee il granroriano appoggiato alla porta è il mio amico Veirhal Olamaris"
 
"Julian, Veirhal, il piacere è tutto mio credetemi" esclamò sorridente "stavate per prendere qualcosa da bere, giusto?"
 
"Veramente avremmo già fatto, vuole qualcosa anche lei, magari un bicchiere d'acqua per rinfrescarsi della sua camminata nel deserto?" domandò Veirhal
 
"Meglio una bella pinta di birra gelata, anzi, ne prendo due" rispose lei sorprendendo i due viaggiatori
 
"Due birre in arrivo allora" gridò il locandiere calcolando contemporaneamente il conto
 
"Fai quattro" gli fece eco Julian "Ne prendiamo un'altra anche noi"
 
"Okay, basta che mi paghiate"
 
"Stia tranquillo, signor malfidente" lo prese in giro la ragazza "offro io a tutti"
 
"Ahh… allora va bene" bofonchiò
 
Dopo un veloce brindisi, i tre si sedettero ad uno dei tavoli per bere e discutere di come si stava evolvendo la situazione. Julian era ovviamente il più interessato, erano tre giorni che si tormentava riguardo al motivo per cui era giunto a Gran RoRo , che ripeteva che avrebbe voluto poter fare di più; questo era molto più di quanto avesse mai potuto sognare.
 
"E'… è sicura c-che io sia u-un maestro d-della luce?" balbettò senza sapere se a causa dell'imbarazzo o dell'eccitazione
 
"Dammi pure del tu" esordì la ragazza "e, per risponderti, si, sono sicura; il mio scettro non può sbagliare, se in te ha percepito la luce del nucleo è perché tu sei un duellante capace di canalizzare in se l'energia del simbolo rosso"
 
"Hai detto scettro? Sei una maga o qualcosa del genere?"
 
"Esatto, sono una maga" rispose intristendosi quasi subito "una maga con ben pochi poteri in questo momento in realtà"
 
"Cosa intendi dire? Nonostante non abbia mai nemmeno immaginato che la magia potesse essere reale non pensavo che i propri poteri si potessero perdere"
 
"E' così da quando ho perso il mio mazzo" spiegò la ragazza "la mia energia magica è indissolubilmente legata ad esso e… e-e purtroppo sono stata costretta a cederlo dopo la mia prima e più atroce sconfitta"
 
"Aspetta, parli di un mazzo di Battle Spirits?" domandò stupito l'uomo "ma è impossibile! Noi umani abbiamo inven… ehm, abbiamo scoperto Battle Spirits solo nel 1974"
 
"In realtà è perfettamente possibile" replicò lei con un sorriso "io non sono un'umana, sono nata circa quattromilaundici anni fa nel regno di topazio"
 
"Nel regno di… SEI UNA GRANRORIANA?!!" gridò l'inglese ricomponendosi appena si rese conto del tono eccessivo "scu-scusa, è che sei assolutamente i-identica a…"
 
"A voi umani, intendi? Già, non ne conosco il perché ma in realtà sono molte le razze di questo mondo con tratti fisici molto simili agli umani, pensa che alcuni son..."
 
"Perdonami se ti interrompo ma temo che tra poco questo locale diverrà poco piacevolmente affollato" disse un Veirhal finora stranamente silenzioso indicando alla finestra qualcosa fuori dal locale
 
A Julian non servì un grande sforzo mentale per capire a cosa si stesse riferendo il compagno di viaggio, del resto le ragazze del villaggio miao-miao gliel'avevano detto chiaramente che la bettola era un noto luogo di ritrovo di criminali.
Rapidamente si voltò verso la cassa e si fece passare dalla maga il necessario per pagare la consumazione dopodiché domandò al gestore se ci fosse un uscita secondaria, la donna era ancora gravemente debilitata e non era il caso di coinvolgerla in un altro scontro con i briganti locali. L'uomo li fece uscire dalla porta sul retro e, in silenzio, i tre raggiunsero la nave partendo appena tutti ebbero raggiunto il proprio posto; Magisa si sdraio sul divano, che occupò in tutta la sua lunghezza, addormentandosi velocemente  mentre Julian si sedette sul tavolino posto di fronte ad esso pronto ad intervenire nel caso ce ne fosse stato bisogno, la salute della maga sembrava essere ormai stabilmente buona ma era sempre meglio non fidarsi più di tanto.
 
Si allontanarono dalla baracca silenziosamente e immisero nuovamente nell'arida pianura che sembrava caratterizzare gran parte del regno di rubino.
La velocità della nave si manteneva costantemente su livelli medi per evitare, come Veirhal aveva già spiegato al tempo della discussione con Dragan, che il corpo molto indebolito della donna venisse sottoposto ad una pressione troppo elevata e quindi potenzialmente dannosa e, grazie a ciò, l'inglese poteva osservare il panorama che scorreva dalle lunghe vetrate laterali molto più facilmente; non brillava per varietà di elementi o di colori, era solo una sterminata distesa di polvere rossa la cui uniformità era interrotta solo da piccoli tornado di pulviscolo o da sporadiche formazioni rocciose dalle forme e dimensioni più disparate. Era comunque uno spettacolo.
 
-Come può un mondo così bello essere così marcio?- si domandò -anche tra gli uomini esistono divisioni ma raramente sono così diffuse e così profonde… perlomeno al giorno d'oggi-
 
Diede un ultima occhiata alla giovane: dormiva beatamente avvolta nel suo manto, come se avesse dimenticato tutti i suoi problemi; si alzò e mosse in silenzio verso la cabina di comando tenendo costantemente d'occhio che non si svegliasse dopodiché, arrivato a destinazione, picchiettò leggermente sulla spalla del capitano.
 
"Si?" domandò a voce troppo alta
 
"Ssss" replicò portando l'indice alla bocca e facendo segno di abbassare il tono "così la svegli"
 
"Scusa" sussurrò Veirhal dimostrando di avere recepito il messaggio "allora? Cosa c'è?"
 
"Penso che questa sera sarebbe meglio trovare un vero posto in cui pernottare"
 
"Cos'è? Non ti piace il mio divano?" replicò ironico il pilota "se è quello che ti preoccupa, sappi che non devi più fare i turni di guardia, per sicurezza ho tenuto il generatore di campi di forza dei ladri"
 
"Idiota non parlavo per me" ribatté l'umano vagamente offeso "dicevo per lei"
 
"Ah"
 
"E, per inciso, il tuo divano fa schifo"
 
"Non osare ripeterlo" sibilò cercando inutilmente di colpirlo con il pugno destro
 
"Andiamo, lo sai benissimo anche tu che questa nave è un rottame che viaggia per puro miracolo"
 
"Spera che lei non abbia sentito" biascicò l'Olamaris accarezzando la cloche con aria delirante "o potrebbe decidere di spegnersi da solo dopo tutte queste offese"
 
"Finiscila di fare l'idiota" ribatté l'altro "allora, conosci un posto dove potremmo…"
 
"Secondo te, genio? Guarda che ho trascorso tanto tempo quanto te in questo mondo"
 
"Lo so, pensavo che, magari, avessi accennato a qualcosa con lady Fresia"
 
"Cooosa!! Ma tu di cosa diavolo pensi che… ahhh, lascia perdere… e comunque no, non so dirti dove potremmo trovare un ostello, penso che… …"
 
"Pensi che? Non lasciare le frasi in sospeso!" sbottò l'umano
 
"… te lo dico tra poco, prima raggiungiamo quelle rocce" concluse accelerando poi in direzione della montagna poco avanti a loro
 
Arrivati a destinazione, il pilota manovrò con attenzione e cura per parcheggiare la nave dietro ad alcuni enormi agglomerati minerali; una volta terminate le operazioni , spense la nave, tirò la leva dello stazionamento e attivò il campo di forza repellente, poi, lasciato il posto di guida, si diresse nel "soggiorno" seguito dal collega posizionandosi davanti al corpo addormentato della maga.
 
"Penso che, tra noi, l'unica ad avere una conoscenza quantomeno discreta di questo mondo …" spiegò rassegnato "… sia proprio lei"
 
"Io però non me la sento di svegliarla" replicò tranquillo Julian
 
"Nemmeno io" ammise il granroriano rivolgendosi poi verso l'uomo "e allora? Che si fa?"
 
"Mmm… direi di aspettare che si svegli da sola" concluse il Fines "nel frattempo noi potremmo fare un duello veloce"
 
"Mi piacerebbe molto" disse l'altro "ma non possiamo farlo: tu non hai più un'armatura"
 
"Se duelliamo senza terreno in tre dimensioni non ci serve l'armatura" controbatté Julian molto rilassato "sai, da dove vengo io, tutti i duelli si giocano così"
 
"Ho capito che tipo di duello intendi, pensa che noi invece giochiamo così solo nelle lezioni ai club e nemmeno sempre per dirla tutta"
 
"Vorrà dire che faremo un ripasso" sogghignò l'inglese estraendo il mazzo "sei pronto?"
 
L'altro non disse nulla, prese a sua volta in mano il proprio mazzo di carte e si sedette a terra, dalla parte del tavolo opposta a quella in cui si trovava l'amico; con aria di sfida fece scivolare fuori da un tubetto i nuclei necessari per iniziare una partita dopodiché lo lanciò in direzione del biondo che lo afferrò abilmente al volo.
 
"Io sono nato pronto"
 
 
"Fase d'attacco" dichiarò tranquillo Julian posando la mano e inclinando il suo spirit preferito "attacco con Meteorwurm, grazie al suo effetto di livello 3 posso scegliere il bloccante e così costringo Titus alla lotta"
 
"Okay, blocco con Titus" ribatté Veirhal per nulla felice di dover sacrificare uno dei suoi spirit preferiti
 
"Attivo poi l'effetto di livello 1 del nexus Tempio a Piramide che mi consente, se il mio primo attacco è stato portato da uno spirit con Impatto Devastante ed esso ha sconfitto il suo avversario per differenza di PB, di eliminare un numero di spirit avversari schierati la cui somma di PB è pari o inferiore ai PB dello spirit sconfitto… elimino Pedone Gustav da 2000 PB e Douglas il Gladiatore di livello 2 da 6000 PB"
 
Seguendo le parole dell'avversario, il granroriano sposto i tre spirit negli scarti e raccolse i nuclei presenti su essi nella riserva.
 
"Ora attacco con Ankillersauro e Oviraptor" proseguì l'inglese
 
"Blocco Oviraptor con Humphrey Muscoloso Sbruffone!"
 
"E io non te lo permetto… azione lampo!" esclamò il biondo "utilizzo la magia Fuoco della Vittoria grazie alla quale posso eliminare due spirit con un massimo di 3000 PB o uno spirit con 3000 PB e un nexus… distruggo quindi Humphrey da 3000 PB e il nexus Rissa Internazionale"
 
Sempre più nervoso, l'Olamaris spostò anche le ultime due carte dal terreno del tabellone dopodiché diede un'ultima occhiata alle vite; non dichiarò nemmeno l'intenzione, semplicemente spostò le ultime due gemme negli scarti e tese la mano sinistra all'avversario mentre con la destra ricomponeva il suo mazzo.
 
"Bel duello!" esclamò "mi sono divertito a sfidare un maestro della luce"
 
"Sei molto forte anche tu" constatò l'altro
 
"Già, purtroppo però la mia strategia principale perde di efficacia se lo spirit avversario ha già in partenza più PB del mio Titus"
 
"Potresti aggiungere un terzo spirit chiave con più PB" consigliò Julian raccogliendo a sua volta le proprie carte "ovviamente dovresti togliere uno dei due Titus per evitare che il costo di evocazione diventi insostenibile ma potrebbe risultare una soluzione pratica quanto vincente: bypassi il problema intaccando solo parzialmente la tua strategia"
 
"Si beh, dovrei prima trovare una carta del gen…"
 
Il capitano della Stella Blu si zittì improvvisamente e rivolse le sue attenzioni al vecchio divano; la giovane donna, che fino a quel momento era rimasta sdraiata e assopita si era improvvisamente svegliata e ora era seduta intenta a strofinarsi gli occhi.
Resisi conto della situazione, i due duellanti si sedettero sul tavolo proprio davanti a lei attendendo che recuperasse completamente la lucidità; quando la ragazza ebbe terminato  si trovò così davanti gli inquietanti sguardi dei due compagni di viaggio.
 
"Che diavolo stavate facendo, razza di pervertiti?!" sbottò la maga "leggermente" irritata
 
"Cosa?! Noi non… n-noi non stavamo facendo proprio niente" replicò un Julian non esattamente felice di quelle insinuazioni "ti stavamo solo tenendo d'occhio per evitare che avessi una ricaduta"
 
"E lo stavate facendo in due? E allora si può sapere chi sta guidando quest'avanzo di riciclaggio?"
 
"Ehi, piano con le parole!" ribatté Veirhal "la Stella ora e in stazionamento ma potrebbe anche decidere di non ripartire più se non la finite di insultarla"
 
"In realtà penso che, in quell'ambito, gli insulti siano l'ultima cosa di cui preoccuparsi" attaccò nuovamente la rosa "ad occhio, sono riuscita a notare, tra interno ed esterno, almeno dieci buoni motivi per cui questa scatola di latta potrebbe rompercisi sotto i piedi"
 
Poiché tutti e tre erano particolarmente cocciuti, servirono alcuni minuti di accesa discussione perché tutto si acquietasse. Al termine dello scontro, i partecipanti ripresero i loro posti originari e poterono quindi iniziare una nuova, più tranquilla e ben più importante conversazione.
 
"Si" rispose la maga alla domanda dei due "conosco un luogo dove potremmo fermarci per la notte, tra l'altro è anche abbastanza vicino"
 
"Perfetto" fece Vey entusiasta "vieni nella cabina di comando che così mi indichi la strada"
 
"Farò molto di più" disse lei sorridendo e rubando il comando del campo di forza dalle mani del pilota
 
"Ma cos... bastarda!" urlò rabbioso l'Olamaris precipitandosi al suo inseguimento
 
Il duellante di Selveya si lanciò lungo la scalinata che portava dalla sala alla porta d'ingresso ma prima che potesse fare alcunché si rese conto che il campo era già disattivato. La ragazza lanciò allora il congegno ad un Veirhal che aveva sempre meno chiara la situazione e poi saltò a sorpresa dal fuori dalla nave.
I due membri del ridotto equipaggio della nave osservavano attoniti la scena; pensarono per alcuni secondi che la maga avesse deciso di andarsene e di lasciarli da soli a continuare la loro ricerca ma una squillante voce di donna proveniente dalla cabina di comando li richiamò alla realtà. Raggiunsero la cabina di corsa e, dal vetro, videro la giovane dai capelli rosa in piedi sul cofano della vettura impegnata a reggere con le mani in manubrio di uno strano oggetto simile ad una bicicletta.
 
"Grazie per avermi fatto recuperare un po' di forze, senza non sarei mai riuscita ad evocare il mio mezzo di trasporto!" gridò con un enorme sorriso sulle labbra "per ringraziarvi vi farò strada fino alla locanda in prima persona"
 
Detto ciò, scese dalla nave e si posizionò poco avanti. Veirhal prese allora il suo posto ai comandi, accese la nave e disattivò lo stazionamento, infine inviò Julian al portone perché annunciasse a Magisa che erano pronti per partire; l'umano fece come indicatogli e, ricevuta l'indicazione, la maga iniziò ad uscire dal nascondiglio tra le rocce puntando poi il manubrio della sua bici verso ovest.
 
"La direzione è quella!" gridò in direzione della nave impegnata in una complicata retromarcia
 
"Okay , tra poco ci siamo anche noi…" gli rispose Julian restando poi in attesa "… perfetto! Siamo pronti!"
 
"Bene, andiamo" replicò lei prima di voltarsi verso la strada di fronte
 
Dopo una leggera spinta con il piede destro, la ragazza iniziò a pedalare con forza e grinta, le ruote cominciarono una vorticosa rotazione, inizialmente molto lenta e poi sempre più veloce ogni secondo che passava, e il mezzo si mise in moto con un incredibile scatto.
Contemporaneamente, alla guida della Stella Blu, Veirhal rimaneva in attesa di premere sull'acceleratore; per sicurezza, aspettò che la ragazza avesse raggiunto un certo vantaggio nei confronti della nave dopodiché inserì il limitatore di velocità e partì all'inseguimento. Julian era in piedi accanto a lui nella cabina di comando, il suo compito sarebbe dovuto essere di controllare i movimenti della loro amica e segnalarli al pilota nel caso egli se li fosse persi ma, essendo la velocità molto elevata e lui senza gli appositi occhiali, il suo contributo non poté che essere minimo.
 
Percorsero alcuni chilometri senza alcuna deviazione, poi, ad un certo punto, Magisa svoltò bruscamente a sinistra. Si immisero quindi in un canyon, uno stretto budello compreso tra due mastodontiche pareti di roccia rossa, per una lunghezza che ai due sulla nave, impegnati in manovre ben più complesse per poter assecondare le curve del canale, parve incalcolabile e sfociarono in un posto che non fece altro che confermare, a Julian, quanto grande fosse la bellezza di quel mondo: era un sentiero sterrato che tagliava una fitta foresta, che si estendeva a perdita d'occhio avanti a loro, procedendo senza ostacoli tra due ali di verde; gli alberi più alti erano spesso disposti lungo o non lontano da entrambi i margini del sentiero e le loro fronde più lunghe si intrecciavano tra loro oscurando il cielo e generando uno spettacolare canale verde in cui l'aria era piacevolmente fresca e intrisa di profumi; infine, terminati il sentiero e il bosco, una sterminata pianura su cui, come in ambienti quali steppe o savane della Terra, il marrone chiaro della terra era spesso nascosto da macchie di erba verde di dimensioni più o meno vaste.
L'inglese, che finora non era riuscito a gustarsi nel giusto modo quegli splendidi panorami, si spostò nella sala e, attraverso le enormi vetrate laterali, guardò ciò che stavano lasciando alle loro spalle: un meraviglioso bosco delimitato a nord da un enorme e interminabile catena montuosa della quale non si riuscivano a vedere gli estremi.
 
"Non me ne ero accorto neanche io" gridò Veirhal dalla cabina "quella catena sembra quasi dividere a metà questo mondo, a sud questa pianura e a nord un altopiano in gran parte deserto"
 
"Un altopiano?" domandò stupito l'uomo
 
"Eh già, nemmeno quello avevo notato eppure, mentre attraversavamo il canyon, il computer di bordo la segnalava come discesa"
 
"Wow, questo posto è incredibile"
 
"Vero! Il regno di smeraldo è molto più monotono nei suoi paesaggi"
 
"Ehi voi due, smettetela di fare commenti di costume e tenete gli occhi sulla strada" gli gridò Magisa  "eccola, quella là, avanti a voi, è la locanda di cui vi parlavo"
 
A quell'indicazione anche i due sulla nave accelerarono alzano sensibilmente il limite imposto dal limitatore di velocità. Non potevano proprio fare a meno di notarla poiché spiccava molto se comparata al nulla che la circondava, appariva come un piccolo edificio interamente costruito in mattoni con delle belle pareti bianche e almeno due piani oltre a quello a livello del terreno; avvicinandosi sempre più notarono poi che, in realtà, non era neanche tanto piccola, la costruzione, e che anzi le sue dimensioni erano addirittura sufficienti ad nascondere quasi interamente alla loro vista una nave, che solo da poco avevano notato essere parcheggiata dietro di esso.
 
"Però!" esclamò Julian "chi l'avrebbe mai detto, c'è un piccolo hotel nel bel mezzo della piana"
 
"Ora non esageriamo" ironizzò Magisa "le camere sono abbastanza piccole e c'è giusto l'indispensabile ovvero bagno, letto e una piccolissima sala perché tanto la cucina è quella del bar"
 
"Dici poco"
 
"E tu invece ti accontenti di poco"
 
"Purtroppo quando nasci in una famiglia non ricca dell'Inghilterra non è che puoi scegliere se accontentarti o no, tesoro"
 
"Stai per caso insinuando che io sia una viziata?" ribatté stizzita tanto dalla velata accusa quanto dall'appellativo
 
"Tu lo dici… tesoro"  proseguì Julian trattenendo a stento le risate
 
"Chiamami ancora tesoro e questa notte ti converrà non dormire" chiuse lei sfrecciando davanti al locale
 
"Parcheggia dietro al locale" consigliò Julian al suo amico pilota
 
"Sicuro" rispose quello e come un fulmine si mosse verso il lato sud, dove rapidamente sistemò il veicolo assicurandolo poi tramite l'accensione del campo di forza repellente
 
Raggiunse rapidamente Julian che invece si trovava in piedi davanti all'edificio intento a contemplarne la facciata; vedendosi raggiunto dal compagno tuttavia notò una cosa che fino a poco fa non aveva considerato.
 
"Aspetta ma dove è finita Mag… ahhh"
 
Non riuscì mai a concludere quella frase, un ignoto corpo contundente di notevoli dimensioni glielo impedì andando a colpirlo violentemente prima all'altezza dello stomaco e poi, con una rapida rotazione, in pieno volto, facendolo tra l'altro cadere a terra nella polvere.
Quando riprese completamente conoscenza, l'inglese si ritrovò ancora a terra sdraiato sulla schiena; in piedi molto vicina torreggiava la statuaria figura di Magisa, che, in quel momento, sembrava tutto fuorché una delicata fanciulla anche se il dubbio che non lo fosse mai stata cominciava ad essere sempre meno "dubbio", che reggeva in mano il suo scettro.
 
"Questo è per avermi dato della viziata!" sibilò lei scavalcandolo e dirigendosi verso la locanda
 
"Mi sa che non ti conviene prendere in giro una donna" lo prese in giro, mentre lo aiutava a rialzarsi, Veirhal con lo sguardo, falsissimo, di uno che la sa lunga
 
L'inglese lo guardò fisso con un'espressione da omicidio istantaneo per alcuni secondi sperando che quel ridicolo sorrisetto che il granroriano aveva sul volto si dissolvesse ma nulla accadde, l'Olamaris era davvero troppo divertito. Ricordando gli ottimi consigli di sua madre su come trattare gli imbecilli recidivi, il biondo si incamminò in silenzio verso la porta; solo una volta rispose a uno delle continue prese in giro dell'amico e replicò in modo laconico e sentito… anzi, risentito.
 
"Sinceramente… vaffanculo Veirhal!"
 
 
Il sole era ormai al tramonto quando i tre scesero al bar per mangiare qualcosa; essendo fornito di sole otto camere, il locale non era particolarmente affollato, c'erano solo un paio di avventori appoggiati ai pilastri che sorreggevano i due piani superiori e un uomo intento a salire la scalinata a chiocciola posta, sul lato in cui si trovava anche l'ingresso, nell'angolo opposto rispetto a quello, il sinistro, da cui l'equipaggio della Stella Blu stava scendendo. I tavoli erano tutti liberi ma loro non si sedettero, dovevano fare solo uno spuntino veloce per mettere qualcosa sotto i denti e poi tornare nel segreto della loro stanza a discutere di questioni troppo importanti per essere rimandate.
Consumarono in fretta e rapidamente tornarono alla loro camera, la numero sei, chiudendone a chiave la porta non appena entrati. Quando l'aveva vista la prima volta, Julian ne era rimasto piacevolmente sorpreso: era composta da una specie di piccolo soggiorno arredato in modo essenziale in cui l'unico "lusso" era rappresentato da un comodo divano ad elle, con due coperte aggiuntive "offerte" dalla casa, e da altri due piccoli locali, un bagno e una camera con un letto singolo; l'ambiente era ottimamente riscaldato e illuminato, il sistema dei nuclei dell'edificio doveva essere di alta qualità, e sull'assai ridotta scrivania presente in sala, unico pezzo di mobilio escluso il divano e due sedie, spiccavano due tabelloni di gioco e un paio di bustine da cinque carte di Battle Spirits gentilmente offerte dalla casa; nonostante non fossero molti, anche gli arredi erano di ottima fattura tanto che all'inglese pensò di trovarsi di fronte a dei prodotti provenienti dal suo mondo.
 
"No, non vengono dalla Terra" spiegò Magisa "però siete stati proprio voi umani ad insegnarci come farli"
 
L'inglese si voltò in direzione di Veirhal che gli rispose con un'occhiata soddisfatta come a dire "Visto, te l'avevo detto!" e sorrise; effettivamente sembrava che, a differenza delle molte "missioni civilizzatrici" portate avanti nella storia umana, questa volta gli uomini fossero riusciti a portare miglioramenti nelle vite di un altro popolo senza per forza condire il tutto con spade o fucili… si beh, esclusi ovviamente il re del mondo Altrove e suoi seguaci.
 
"Alte tecnologie e ottimi servizi senza danni ambientali" constato l'uomo guardando fuori dalla finestra in direzione del bosco "questo posto potrebbe essere il luogo esistente più vicino al Paradiso"
 
"Noi però abbiamo anche la fortuna di poter contare su una fonte di energia praticamente inesauribile" rispose Magisa sorridente "se il nucleo progenitore si estinguesse tutto Gran RoRo cadrebbe con esso"
 
"Un po' come, per noi, se il nostro sole smettesse di brillare"
 
"Ottimo paragone" replicò la maga ammiccando "ora però penso che dovremmo iniziare a parlare di cose più importanti"
 
"Concordo" fece Julian "vorrei che mi parlassi un po' di tutta questa storia; è accaduto tutto troppo in fretta e fatico ancora a comprendere la situazione, è tutto così nuovo"
 
Magisa sorrise amorevolmente e cominciò a ricomporre mentalmente i pezzi di quella storia che per anni aveva narrato e che da troppo tempo ormai le sembrava sempre più una leggenda, se non addirittura una crudele menzogna.
 
"La leggenda della schiavitù di Gran RoRo…" spiegò "… racconta che un giorno arriverà un duellante la cui passione è senza limiti; egli sarà riconosciuto da tutti perché in lui risplenderà la vera luce, quella dei simboli dei sei mondi, unica luce in grado di dissipare le tenebre dell'oppressione e spezzare il giogo del tiranno"
 
Mentre le parole le scorrevano come un fiume dalle labbra, la giovane donna non poté fare a meno di farsi assalire dal timore dell'ennesimo fallimento; era conscia che non avrebbe dovuto e se ne vergognò immensamente, ma dopo anni di formule ripetute, di consigli eternamente uguali, ed eternamente inutili, e di duellanti baldanzosi molto più pieni di vacuità che di talento gli fu difficile non avere l'atroce dubbio che anche questa volta il finale sarebbe stato lo stesso, che anche questa volta si sarebbe ritrovata a terra, prostrata dal dolore e con le lacrime agli occhi per una libertà ormai così lontana da sembrare una chimera.
Bastarono tre parole per cambiare tutto, per farle capire che invece questa volta le cose sarebbero andate diversamente, in una direzione inaspettata.
 
"E' tutto qui?" domandò un po' delusa la voce del Fines rompendo il viavai dei pensieri della maga
 
"Co-cosa?" replicò lei incredula
 
"Beh, è che… si, insomma, il tuo racconto mi sembra… incompleto" provò a spiegare "forse è colpa mia, ma io ho bisogno di conoscere tutta la storia per poter lottare al meglio; ho bisogno… di sapere che posso fidarmi ciecamente di te"
 
La ragazza fu sul punto di scoppiare a piangere dalla gioia a quelle parole.
Nessuno prima d'ora si era mai interessato realmente di Gran RoRo. I maestri della luce umani erano sempre stati  troppo distaccati mentre quelli granroriani troppo sospettosi, c'erano poi quelli molto giovani, ai quali, per giustizia, spesso concedeva l'opportunità di rinunciare, e quelli a cui la missione interessava solo per alimentare il loro ego; con tutti questi non era mai stato necessario andare più in la dell'essenziale.
 
"V-vuoi da-davvero che ti parli del nostro mondo?"
 
" Se così non fosse non l'avrei chiesto, ti pare?" ribatté con una punta di spavalderia
 
Sorridente, Magisa si apprestò ad iniziare la sua narrazione ma, prima che potesse esordire, il suo interlocutore la interruppe con una fondamentale domanda.
 
"Per prima cosa dimmi chi sei veramente?"
 
"Cosa?!" chiese lei incredula
 
"Ho già incontrato delle persone che hanno sofferto molto a causa del dominio del re" spiegò tranquillo senza abbassare lo sguardo "eppure il loro dolore non è nemmeno lontanamente comparabile al tuo… ci deve essere per forza qualcosa di più in te rispetto a tutti gli altri"
 
"Allora l'hai capito" constatò raggomitolandosi nel mantello "beh, hai ragione; io non sono una semplice maga, io sono la maga guardiana di Gran RoRo, colei che avrebbe il dovere di proteggere il mondo Altrove da ogni minaccia… ma, purtroppo, il re mi ha sconfitto ormai molto tempo fa, mi ha sottratto il mazzo e, con esso, la maggior parte dei miei poteri. La Magisa che vedi ora è il risultato di un fallimento: prima di me non un singolo guardiano si era mai dimostrato incapace di difendere la libertà di questo mondo; ho sempre desiderato entrare nella storia… adesso che ci sono riuscita, darei la mia vita pur di uscirne"
 
"Temo ci sia una sola porta" scherzò l'empatico inglese cercando di consolarla "sinceramente non penso sia colpa tua; i duelli in fondo sono così, a volte li vinci, nel mio caso sempre, e a volte li perdi"
 
"Ma il re viene dal "vostro" sedicesimo secolo! Come ho potuto perdere nel gioco che noi abbiamo inventato contro un uomo che non avrebbe dovuto nemmeno conoscere Battle Spirits" ribatté lei per nulla consolata "sono stata una vera idiota a non cogliere i segni del suo inganno.  L'ho lasciato libero di insinuarsi tra noi, di fingersi nostro amico; al contrario lui si dimostrò un uomo dall'intelligenza fuori dal comune: comprese immediatamente l'importanza che Battle Spirits aveva per noi e ne studiò attentamente le meccaniche e le innumerevoli strategie, in quello stesso periodo iniziò a dare sempre più frequentemente aiuto alle persone in difficoltà facendosi poi ricompensare con alcune carte e con una nave; così facendo, poco alla volta, mise insieme il suo mazzo e viaggiò per tutti i mondi alla ricerca di carte introvabili con cui renderlo il più forte di tutti i tempi"
 
"Direi che ci è decisamente riuscito" intervenne tristemente Veirhal
 
"Già, e il peggio deve ancora venire" sentenziò rabbiosa "vagando per i sei regni, infatti, acquisì, non so come, una conoscenza delle dinamiche politiche e sociali di Gran RoRo che non credevo di poter riscontrare in un umano"
 
"Beh, non che ci voglia molto" ironizzò amaramente il duellante di Selveya "non siamo esattamente degli assi nel fingere di essere in buoni rapporti con gli altri granroriani"
 
"Un tempo eravamo molto più discreti, specie in presenza di stranieri" replicò con un mezzo accenno di sorriso sulle labbra "ma  non servì a niente: quell'uomo era dotato di un'intelligenza sopraffina e di uno sguardo capace di vedere nell'anima delle persone. Dopo essersi guadagnato mazzo e fiducia di molti granroriani mi diede la caccia; mi sconfisse in duello e mi sottrasse mazzo e poteri acquistando così un formale dominio assoluto sul nostro mondo ma, nonostante tutto, avevamo ancora la possibilità di fermarlo; all'epoca non aveva ancora un potente esercito su cui contare e non era ancora stata emanata la Prima Legge di Gran RoRo…"
 
"E' la legge che impone a due contendenti di risolvere le loro questioni tramite un duello se questo viene richiesto da un autorità o in presenza di essa" spiegò Veirhal ad un perplesso Julian
 
"Esatto! A quel tempo però quella legge non era ancora stata imposta e con una rivolta generale avremmo persino potuto ribaltare la situazione, purtroppo i -ehm, ehm- "dubbi" persistenti che ogni razza aveva nei confronti delle altre ci impedirono di organizzarci velocemente ma nessuno di noi credeva fosse un problema; in fondo, quanto poteva essere pericoloso un essere umano armato solo di un mazzo eccezionale e di un'autorità che, per quanto fosse reale, non poteva imporre?"
 
"Non siete riusciti a capire quale fosse la sua vera arma micidiale" constatò Julian osservando Magisa intristirsi sempre di più
 
"… il suo contrattacco fu… qualcosa di inconcepibile che in un attimo distrusse la nostra sola speranza di poter giungere ad una grande alleanza totale: il Patto dell'Equilibrio di Gran RoRo"
 
"Non ne ho mai sentito parlare" esplicitò l'inglese "di cosa si tratta?"
 
"E' uno storico accordo promosso molte migliaia di anni fa dall'allora mago guardiano del mondo Altrove e da colui che è ricordato come il primo umano giunto a Gran RoRo" chiarì Magisa
 
"Ah, quindi il re non è il primo"
 
"Quasi; è stato tuttavia il primo a ritornare a Gran RoRo dopo averlo lasciato"
 
"Okay… e in cosa consisterebbe questo patto?"
 
"Si narra che, a quell'epoca, esistessero delle fortissime tensioni tra le varie tribù dovute alle molte spinte egemoniche dimostrate da alcune di esse. Il nostro mondo fu a lungo sull'orlo di una sanguinosa guerra generale e i pochi che se ne rendevano conto non riuscivano a trovare un modo per impedirla, fu allora che venne in nostro aiuto questo vostro simile; aveva già viaggiato molto a Gran RoRo e ci racconto che, nell'epoca da cui proveniva, le guerre flagellavano il suo mondo e sembravano non aver mai fine, disse che non avrebbe mai permesso che anche questo facesse la stessa fine. Con un gruppo di fautori della pace intraprese un secondo viaggio tra i regni alla ricerca di qualcosa che potesse suggerirgli una soluzione; durante tale itinerario tuttavia raccolse anche molte informazioni sulla cultura e sulla società del nostro mondo; durante una veglia notturna poi, si dice che egli espresse ad uno dei compagni il suo disappunto riguardo ad alcune faide che secondo lui erano insensate e portò come esempio l'assurda mancanza di fiducia reciproca dei due regni meno potenti di Gran RoRo, quello di rubino e quello di smeraldo, i quali secondo lui si sarebbero dovuti alleare per sostenersi reciprocamente e non farsi schiacciare dalle altre potenze"
 
"Conosco anch'io questa leggenda" si inserì Veirhal "pare che furono quelle parole ad accendere la luce nella mente dell'altro interlocutore il quale comprese che, anche se era impossibile stipulare un alleanza generale, si poteva concludere un accordo tra le nazioni minori, che tanto avevano ben poco da temere l'una dall'altra, in modo da racimolare una forza sufficiente da opporre, con il benestare del sempre neutrale regno di topazio, alle potenze più importanti"
 
"Wow, non ti facevo così ferrato sulla storia, Veirhal" scherzò Magisa, finalmente un po' più allegra, prima di ricominciare il lungo racconto "la compagnia propose con vigore il progetto includendo poi  anche il regno di zaffiro, soprattutto perché gli altri due non avevano un vero esercito con cui difendersi, all'interno dell'alleanza; il risultato fu, contro ogni pronostico, eccezionale, l'alleanza venne stabilita e le nazioni più potenti dovettero rinunciare alle loro pretese. Tale alleanza era conosciuta come il "Patto dell'Equilibrio" ed era l'unico punto su cui potevamo far leva per arrivare ad una alleanza granroriana… ma lui anticipò le nostre azioni e, con una mossa che, mi duole ammetterlo, fu magistrale, nominò il re del regno di zaffiro suo alto dignitario"
 
"E fu sufficiente questo a demolire il frutto di un estenuante lavoro congiunto?" domandò incredulo
 
"Comprendo la tua difficoltà nell'afferrare la questione, in fondo sei arrivato qui da pochi giorni" proseguì lei con un tono dolce "a Gran RoRo, come sulla terra del resto, sono molti gli indicatori che determinano la potenza di un mondo, ricchezza, sviluppo tecnologico e altri, ma non tutti hanno uguale peso,anzi, uno di essi è estremamente predominante sugli altri: il prestigio; più le tribù che abitano un certo mondo sono prestigiose più quel mondo acquista forza e diritti su gli altri"
 
"Con diritti non intenderai dire che…"
 
"Purtroppo si, Julian! Intende leggi, non scritte, che decretano la superiorità del mondo e dei suoi abitanti su tutti gli altri " si intromise Veirhal "ricordo, ad esempio, che esisteva una legge orribile che diceva che un Mazoku valeva circa cento abitanti del mio mondo e che quindi poteva disporne a suo piacimento"
 
"Ma è una cosa abominevole!" sbottò l'inglese piuttosto alterato "ed esiste ancora?... questa legge intendo"
 
"No, quando ha conquistato il potere, il re ha cancellato tutte le antiche leggi e ha promulgato una serie di nuovi principi , scritti e, nel complesso, molto più giusti" replicò non riuscendo a trattenere un certo livore "so bene che ha anche assegnato poteri speciali al suo esercito e che ci ha concesso certe libertà, molto, relative solo perché la Prima Legge è più che sufficiente per imporci il suo dominio ma non mi pare di ricordare che, tra i vari principi, ne esista uno che afferma che un umano vale cento dei miei compatrioti"
 
"Non penso che basti per considerarlo una brava persona!" esclamò Magisa
 
"Non ho mai detto questo infatti" fece il granroriano
 
"Però sembri pensarlo"
 
"Non dire certe idiozie, per favore" scherzò Vey con il suo classico atteggiamento da sbruffone "non hai la minima idea di quanto abbia odiato il dover fuggire di casa o l'essere costretto ad osservare in silenzio centinaia di miei conoscenti ed amici venire arrestati e condannati a lavorare"
 
"Lo spero" sentenziò fulminandolo con lo sguardo per poi rivolgersi ancora a Julian "tornando a noi, la nomina consentì, appunto, al regno di zaffiro di guadagnare quel prestigio che prima non aveva il quale, di conseguenza, abbandonò l'alleanza. Privati della principale forza militare ed economica del Patto, agli altri due regni praticamente non rimase altra scelta che sottomettersi, una ribellione avrebbe significato inimicarsi anche il regno di zaffiro e decisero di optare per quello che in quel momento sembrava il male minore; non dovette passare molto tempo perché anche il regno di perla, retto dai cavalieri d'argento che sono sempre stati molto bravi a saltare sul carro del vincitore, si alleasse con il re, un'alleanza decisamente fortunata tra l'altro; infine si arresero anche i regni di topazio e ametista… beh, a dirla tutta i Mazoku si considerano ancora in guerra, almeno formalmente, ma in realtà ormai l'intero mondo Altrove è in suo potere"
 
"Mi dispiace" sussurrò malinconico Julian
 
"Non devi, tu non hai fatto nulla di male" ribatté dolcemente lei "in verità io non ho mai pensato che l'idea della rivoluzione potesse funzionare; non sapevo come avrebbe risolto il problema ma ero certa che non sarebbe crollato, per questo decisi immediatamente di mettermi alla ricerca dei maestri della luce"
 
"Beh, grazie per avermi raccontato tutto, ora conosco meglio il mio avversario e so che posso fidarmi completamente di te… ti prometto che farò tutto il possibile per porre fine alla dittatura del re, restituiremo Gran RoRo ai suoi abitanti e ricostruiremo il patto dell'equilibrio così ogni granroriano potrà vivere in pace nel proprio mondo"
 
"No-non… non potevo chiedere di meglio" disse la giovane donna
 
"Perfetto!" esclamò Veirhal con soddisfazione "e quindi, ora dove andiamo?"
 
"Da nessuna parte, genio!" gli replicò scherzosa la maga "adesso ci riposeremo, così domani saremo pronti per la nostra missione"
 
"E quale sarà la nostra destinazione?" domandò Julian
 
"La leggenda dei maestri della luce è molto più complessa di come normalmente la si narra, io stessa non la conosco a fondo" spiegò lei "ma esistono sei muri di pietra, uno in ogni mondo di Gran RoRo, su cui sono incisi dei frammenti che, uniti nel modo corretto, raccontano la forma originaria della storia. Purtroppo non so dirvi, di preciso, dove si trovino e per questo domani ci dirigeremo per prima cosa al villaggio della tribù Gurii, gli abitanti sono dei cari amici e sono certa che ci aiuteranno volentieri"
 
"Penso che lo farebbero anche se non li conoscessi" la prese in giro Veirhal "perfino i Mazoku rispettano i maghi del regno di topazio, figurarsi se può permettersi di non farlo un manipolo di abitanti del più povero dei sei regni"
 
"Ah, quindi, secondo te, io sarei un approfittatrice" sibilò Magisa con una leggera irritazione nella voce
 
"Beh, sei una donna, vieni da un regno di grande prestigio, hai potere e sei molto bella" elencò il granroriano incurante delle poco criptiche indicazioni che il collega umano gli lanciava riguardo lo stare zitto "direi che la risposta è ovv… AH, AHIOOO!!!!"
 
Colpevolmente distratto dalle sue stesse elucubrazioni, Veirhal non si era affatto accorto che la sua interlocutrice dallo scarso senso dell'umorismo si fosse alzata in piedi sul divano e avesse cominciato mimare il gesto del salto per darsi lo slancio… se ne rese conto perfettamente, però, nell'istante in cui ella si fiondò su di lui sbattendolo a terra. La ragazza gli "morse" il braccio sinistro con uno dei suoi stivali, che, in quel momento, a Julian parvero essere quasi dei serpenti, e, piegandosi sulle ginocchia, si abbassò fino a raggiungere le sue orecchie.
 
"Non ti azzardare mai più a mettere in dubbio le mie buone maniere, hai capito?" sussurrò con un tono dolce e minaccioso al tempo stesso
 
"S-si!"
 
"Preferisco: "Si, milady"!"
 
"Oh, andiamo; questo e tr… NO, AHI!" gridò di nuovo Vey sotto gli occhi di un Julian che tratteneva a fatica le risate "vabenevabenevabene… si, milady!"
 
"Vedi che con l'educazione si ottiene tutto" lo irrise lei liberandolo dalla sua morsa
 
"Educazione?!" fece perplesso Julian senza rendersi conto di aver parlato ad alta voce
 
"LE VUOI PRENDERE ANCHE TU?!!" urlò la donna voltandosi e mostrando all'umano uno sguardo incendiario
 
"N-no, g-grazie" ribatte quello imbarazzato mentre aiutava Vey a rialzarsi
 
"Bene!" esclamò lei sedendosi su uno dei due divani "credo sia ora di riposarsi"
 
"Sono d'accordo" disse Julian appoggiando il portamazzi sulla scrivania e prendendo tra le mani una sedia "tuttavia , per quanto mi "dispiaccia", non accetterò mai di dormire in un letto mentre una signora è costretta ad accontentarsi del divano; non sarebbe un comportamento degno di un gentiluomo inglese"
 
Detto ciò, spostò la sedia su un unico braccio e tese la mano libera alla giovane per aiutarla a rialzarsi. Ella intuì immediatamente le sue intenzioni e rispose con cortesia all'invito, alzandosi e dirigendosi verso la camera; giunti accanto al letto, l'umano poso a terra la sedia e la maga vi appoggiò delicatamente il mantello.
 
Buonanotte" le disse delicatamente
 
"Anche a te, Julian" rispose lei prima di infilarsi sotto le coperte
 
Il biondo uscì in silenzio dalla stanza e raggiunse il suo collega nella sala; anch'egli aveva posto il proprio portamazzi sul unico mobile presente e ora dormiva sdraiato su un divano sotto una delle due coperte in più.
Osservare quelle scene fece emergere tutta la sua stanchezza; In pochi secondi anche l'inglese si ritrovò sdraiato su un divano, l'altro, e protetto dal calore di un telo pesante, i suoi occhi erano stanchi ma sembravano non volersi chiudere, erano costantemente rivolti verso l'alto… ma non al soffitto, bensì al cielo, quel cielo che, da domani, sarebbe stato testimone del più grande capitolo del libro della sua vita.
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Vi avevo promesso che ci avrei messo di meno e infatti eccomi qui con il settimo capitolo di questa lunga storia. Come prima cosa vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto, recensito o inserito questa storia tra le seguite o preferite, spero che anche chi ha solo letto la stia apprezzando; ringrazio poi HikariMoon per i suoi messaggi e le chiedo scusa per non averle ancora risposto, cosa che farò al più presto.
 
Ora, come avrete letto, il capitolo è particolarmente improntato sul dialogo e, in particolare, sul racconto del passato del mondo Altrove; ovviamente quasi ogni particolare narrato è di mia invenzione e non ha riscontri nella serie ma, essendo io un appassionato sia di storia e cultura sia di politica e società, mi andava di creare una storia di Gran RoRo aggiungendovi poi dissidi, problematiche e casi politici (ma anche costumi e culture) come se stessi raccontando la storia del nostro mondo e ispirandomi alle classi sociali umane per rappresentare i comportamenti dei granroriani (ad esempio, il regno di ametista ricorderà molto la struttura sociale del feudalesimo (nessuna città e vari palazzi tipo quello di lady Namii per intenderci) e i Mazoku i suddetti signori feudali o gli hidalgos spagnoli); spero possiate apprezzare l'idea.
 
Il capitolo contiene inoltre la vera introduzione di Magisa, la quale diventerà ovviamente la coprotagonista della storia. Come avrete notato, ho scelto di farla nativa del regno di topazio, il più snobbato dalla serie, e questo per due motivi essenziali:
1) Dare un ruolo importante anche a tale regno sia nella mia storia sia, indirettamente, in "Dan, il guerriero rosso"
2) L'affinità tra Magisa, dotata di poteri magici, e le carte gialle, che hanno il loro punto forte proprio nelle carte magia; tale affinità è simboleggiata, tra l'altro, anche dallo spirit chiave, nonché unico spirit, della maga, Ambrosia Imperatrice Magica, che come ben sappiamo è una carta gialla.
 
Questo capitolo esemplifica inoltre quello che dovrebbe essere lo stile da qui in poi: una continua alternanza di momenti d'azione ( che non saranno per forza dei duelli) e dialoghi e un range di toni che potrà variare, anche nello stesso capitolo, dall'angst al comico.
 
Concludo dandovi appuntamento al prossimo capitolo (che purtroppo arriverà tra un po' dato che, in questo periodo, ho gli esami) nel quale troveremo qualche carta in più (ci sono ancora due bustine da aprire se ricordate bene), qualche informazione culturale, qualche problema ma soprattutto qualche vecchia conoscenza (non pensate a Zonguri, non è ancora nato).
 
Ciao e alla prossima.
 
ShawnSpenstar
 
P.S/Nota (non so bene come classificarlo): Magisa non è proprio proprio senza carte, il suo mazzo "magico" è nelle mani del re ma qualche carta gli è rimasta (quella del mazzo e dei poteri sarebbe una questione che fa parte della "mia" cultura del regno di topazio e che sarà spiegata all'interno della storia quando i nostri ci arriveranno).
  
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