Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Cinziart_96    20/01/2015    3 recensioni
Immaginate.
Immaginate di poter cambiare l'Universo. Di Tempo, Spazio e Materia avrete bisogno.
Immaginate che questi tre poteri fossero nelle vostre mani. Scorressero nella vostra mente.
Immaginate cosa potreste cambiare in meglio... tutto.
Però non tutti sono di buon cuore come voi, no.
C'è chi vuole rifare tutto a sua immagine.
C'è chi vuole il potere sopra ogni altra cosa.
C'è chi, non riuscendo a controllare i tre poteri, perde se stesso.
Ma immaginate qualcosa di ancora peggiore. Creare un intero Universo solo per porgli fine.
* * *
--->Seguito della FF: "Dottore, abbiamo un problema."
NON è strettamente necessario averla letta per la comprensione dell'attuale storia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Telepathic
 
Nella testa di Niki tutto rimbombava. Non c'era niente che non trasmettesse un eco, anche debole, ma quando si infrangeva nelle pareti dei suoi pensieri pareva moltiplicarsi di intensità. Quando la mano bianca del suo amico Damos entrò nel suo campo visivo ebbe un sobbalzo e chiuse forte gli occhi. Il piccolo alieno ebbe l'accortezza di non dire nulla quando lo prese per mano, cercando di non perderlo nella massa di bambini che, barcollanti, seguivano le indicazioni delle donnine.
Iniziava a odiarle anche lui. Era da una settimana che quel trambusto continuava, sempre uguale, ogni giorno e loro non facevano altro che ripetere, a oltranza, quelle quattro frasi preparate. Era snervante. Ancora non capiva come Damos riuscisse a controllarsi, evitando di prenderle per quel camice bianco sgualcito e strattonarle, tentando di svegliarle almeno un po'. Un'intera e lunga settimana, stando ai conti dell'amico. Purtroppo solo dopo Niki si accorse che Damos non eccelleva in matematica. Quindi poteva essere passato molto più tempo di quello che sembrava. O molto meno. Ma in ogni caso non importava molto. Da ogni punto di vista, quella vita iniziava a mostrarsi com'era in realtà: un incubo. Ogni singolo giorno, da quando aveva messo piede su quel pianeta, la procedura standard era alzarsi, uscire dal dormitorio, fare colazione, sentirsi bruciare l'anima da Zeta.
Semplice ed efficace. Poi, ogni tanto, senza preavviso, avveniva la così detta 'Selezione' e qualche ragazzino spariva.
Niki ebbe un brivido che si propagò fin alla punta della sua coda blu notte.
Ora la testa faceva meno male, anche se sembrava un ubriaco con quel suo andamento barcollante e instabile. Non che ne avesse visti molti, di ubriachi, ma questa è una di quelle cose che si sanno e basta. Fu un vero sollievo quando riuscì a sdraiarsi sulla sua branda. Appoggiò lentamente la testa sul cuscino e chiuse gli occhi.
-Sei tutto intero?- chiese la voce curiosa di Damos dal lettino di fianco al suo. -Orecchie, cervello e coda?-
Niki mosse impercettibilmente ogni parte del corpo. -Sì. Ci sono tutto.-
-Bene.- rispose l'altro girandosi su un fianco per guardarlo. -Perché io credo di aver dimenticato di tirare un pugno sul naso a quell'odioso mostro nero.-
Le sue parole, dette con così tanta serietà, ebbero l'effetto desiderato e l'amico scoppiò a ridere. Da quanto tempo non riusciva a ridere? Quel mostro continuava a togliere vitalità e sembrava un miracolo riuscire anche solo a sorridere per un momento.
-Ma Damos! Non sai nemmeno se ce l'ha un naso!- esclamò Niki in risposta.
-Tutti hanno un naso.- ribatté lui ridacchiando.
-No, non è vero. I cani di Barcellona no. Respirano dalla bocca.-
-E allora io farò in modo di creargli un naso, grossissimo per di più, e quando gli tirerò un pugno si schiaccerà così tanto che gli rientrerà nella faccia.- spiegò incrociando le braccia, la coda bianca rilassata sul materasso.
-La cosa che mi preoccupa di più...- iniziò Niki con un ampio sorriso. -...E' che tu ne saresti capace.-
Fu la volta di Damos a ridere, accendendo la sua coda in sintonia con la sua risata cristallina. -Certo che lo farei! Io non dico niente che non farei.- concluse con aria superiore.
Tuttavia il divertimento dei due amici venne interrotto da un brontolio cupo, sommesso. La coda di Damos si spense contemporaneamente alla sua risata.
-Co... Cosa succede?- balbettò Niki mettendosi a sedere sul letto, gli occhi sbarrati per la paura.
-Ci muoviamo.- rispose l'altro afferrando le lenzuola tra le dita. -Mi chiedevo tra quanto sarebbe successo, in effetti.-
-Come facciamo a muoverci? Siamo su un pianeta!-
Damos alzò un sopracciglio. -Ma i pianeti si muovono. Girano intorno a una stella.-
Il bambino annuì e basta, non completamente convinto di quella risposta; non aveva molto senso discuterne ora. -Ma comunque non così velocemente!- esclamò terrorizzato.
-Ehi, calma! Stai calmo!- esclamò scendendo dal letto per raggiungere l'amico. Barcollò per qualche passo a causa degli improvvisi scossoni del suolo e finì con la faccia sull'altro letto.
-Cosa lo fa muovere così? Forse ci stanno risucchiando... e poi ci mangeranno!- riprese Niki afferrandosi la coda. -Ma io non voglio essere mangiato!-
Damos lo prese per le spalle, scuotendolo leggermente. -Piantala di dire sciocchezze! Piantala!- gli urlò.
Il bambino si zittì subito e con lui tutti i presenti nel dormitorio, aggruppati o al materasso o alle lenzuola, alcuni anche al cuscino, aspettando che gli scossoni finissero.
Il ragazzino bianco abbassò la voce. Non era convincente far ricadere l'attenzione su di sé. Non in un momento del genere. Altrimenti tutti lo avrebbero adocchiato come guida e non ci sarebbe stato nulla da fare per fargli cambiare idea. Già era successa una cosa simile. Poi, il leader, come lo chiamavano, è stato ucciso da Zeta.
-Ti conviene abituarti al rollio, Niki.- gli disse lasciandolo. -Non la smetterà per almeno tre mesi.-
Il bimbo blu spalancò gli occhi. -T... Tre mesi?-
L'altro annuì, alzando le sopracciglia per dare un'aria da 'uomo' vissuto. Non fece molto effetto.
-Ehi, aspetta un momento.- iniziò Niki. -Come hai fatto il calcolo?-
Damos abbassò il mento, incassando il collo nelle spalle. -Io, beh... sono andato a stima.-
Il bambino sbuffò. -Staremo a vedere se sono tre mesi di rollio e terremoti o molto meno.- disse, ormai completamente sordo ai gemiti e i sospiri tristi degli altri bambini. Ora il movimento ondeggiante del suolo nemmeno lo spaventava più.
-Questo rollio è fantastico.- esclamò alzandosi dal letto.
-Questo rollio è... ma sei matto?!- disse Damos barcollando fino alla sua branda per sdraiarcisi sopra.
-No, affatto! Guarda che roba!-
Niki era in piedi tra i due letti e rideva. Spostava da una gamba all'altra il peso di tutto il corpo, mantenendosi in perfetto equilibrio grazie alla coda, che fendeva l'aria con movimenti fluidi e dolci. Armoniosi.
-Ooh, ti prego Damos! Devi provarlo!-
-No, sono stanco.- ribatté quello dandogli la schiena.
Il bimbo blu abbassò la coda fino a terra, perdendo il ritmo con il pianeta. Sapeva che quando il suo amico rispondeva in quel modo non c'era molto da fare. Stava pensando a qualcosa ed era meglio non disturbarlo, nemmeno per giocare insieme. Così, molleggiando sulle gambe come un acrobata, Niki si avvicinò al gruppo di bambini che, accovacciati a terra, giocavano con dei giocattoli sgualciti e mezzi rotti che qualcuno tentava anche di aggiustare.
Quel pianeta era abbastanza assurdo. Si muoveva molto più velocemente del normale e i rumori che provenivano dall'esterno erano a dir poco inquietanti. Brontolii e schiocchi cupi accompagnavano le giornate, riempendo le menti dei bambini. Talvolta più forti, a intervalli regolari, come se là fuori, dietro ai vetri appannati si nascondesse qualcosa di brutto. Qualcosa di grande e feroce che mangiava tutto quello che gli capitava a tiro. E ora si stava muovendo, portandosi dietro il pianeta su cui loro appoggiavano i piedi.
Da un lato, Niki si sentiva al sicuro. Ancora non li aveva divorati, quindi il mostro aveva bisogno di loro. Ma qualcosa ancora non tornava. Che senso aveva uccidere alcuni bambini se ne aveva bisogno? Con un brivido prese in mano un trenino blu e rosso, facendolo scorrere davanti a sé. Una ruota uscì dai binari e altre tre si incepparono poco dopo.
Questo pianeta è impossibile. Ed è governato da un mostro nero che ci brucia l'anima, pensò Niki rinfilando la ruota al suo posto. Per di più, un mostro ancora più grande, e così freddo da appannare i vetri, è là fuori pronto a mangiarsi via tutto, concluse amaramente aggiustando più o meno bene le ruote incastrate nel trenino. Vorrei solo tornare a casa mia, dai miei fratelli e sorelle, da mia mamma, pensò appoggiando a terra il giocattolo, mi piacerebbe tanto sapere che stanno tutti bene e mi aspettano a casa con il tè e i biscotti triangolari che fa mio papà.
Il bimbo appoggiò una sua manina blu sul tettuccio rosso della locomotiva, dandogli una leggera spinta. Il trenino si mosse per circa venti centimetri poi una ruota uscì dal suo binario e altre tre si bloccarono, arrestando la corsa.

*         *         *

Alex era sdraiata sul suo nuovo letto ed era già da un po' di tempo che uno strano brusio l'aveva svegliata.
-La mia pietra non ha lo stesso colore di un pomodoro acerbo.- disse aprendo gli occhi.
Le espressioni stupite delle sue amiche e del Dottore la fecero sorridere, un attimo prima di venire stretta in un abbraccio.
-Alex!- disse Iris con un ampio sorriso, subito seguita da Lara.
-Meraviglioso, ti sei svegliata finalmente!-
-...parla quella che ha dormito per più di mezza giornata di fila.- disse il Dottore incrociando le braccia.
Ma a dispetto di quella posa, appoggiato al muro con le gambe accavallate, sorrideva tranquillo.
Le ragazze non gli badarono, lasciando la loro amica.
-Cosa intendevi con pomodoro acerbo?- chiese infine Lara.
-Non ne ho idea. Lo hai detto tu, non io.- rispose semplicemente Alex mettendosi seduta sul letto.
La ragazza guardò Iris, cercando di capirci qualcosa, ma quando anche il Dottore le rivolse un'espressione interrogativa, lasciò perdere il loro aiuto.
-Alex... io non ho parlato di pomodori. Sono rimasta qui con Iris e il Dottore per tutto il tempo a provare i bracciali. Non c'entravano molto i vegetali.- spiegò lei un po' preoccupata.
-E' strano allora... ti ho sentito chiaramente dirlo.- ribatté lei massaggiandosi la fronte.
Il Signore del Tempo la guardò. -Probabilmente lo hai sentito dalla tua testa, non dalle orecchie.-
-Dalla… testa?- chiese Iris alzando un sopracciglio.
Lui annuì, staccandosi dal muro per sedersi sul letto di fianco ad Alex. Come un vero dottore terrestre, la osservò attentamente negli occhi e solo quando si fu accertato che era tutto a posto, le permise di rimettersi gli occhiali.
-Sì, dalla testa. Come vi stavo spiegando poco fa, questi bracciali creano un collegamento tra voi, fisico ma soprattutto psichico. Probabilmente, Lara...- disse lui alla ragazza. -...hai pensato che la pietra di Alex ha quel particolare colore. Il bracciale deve aver percepito il pensiero come messaggio e lo ha inviato a lei telepaticamente.- spiegò alzandosi dal letto per osservare i visi delle tre amiche.
Avevano un'aria abbastanza stupita. Ciò poteva significare solo una cosa: domande. Il Dottore sorrise leggermente quando i suoi sospetti si rivelarono fondati e Iris prese la parola.
-Ciò vuol dire che ogni volta che penseremo a una di noi, il pensiero le arriverà automaticamente?- chiese, leggermente dubbiosa sull'utilità di questa funzione inclusa nel braccialetto.
-No, no!- rispose prontamente il Dottore, scuotendo la testa. -Li avete appena indossati, perciò il problema è solo momentaneo. Tra qualche giorno capirete meglio come funzionano e saprete controllare cosa inviare e cosa no.- spiegò con un ampio sorriso a illuminargli il viso. -Tra l'altro ora siete tutte vicine quindi il segnale è piuttosto forte.-
-Dobbiamo, in pratica, applicare la nostra telepatia, che già sappiamo usare, ai bracciali. Giusto?-
-Esattamente Lara!-
-Oh, beh,... allora siamo a posto! Possiamo andare a provarli subito?- chiese la ragazza, implorante, battendo le mani impaziente di provare il suo nuovo regalo di Natale.
Le amiche la guardarono scuotendo la testa, chiedendosi come facesse ad essere sempre così contenta per ogni cosa che succedeva o scopriva.
-Ehi, calma!- esclamò il Dottore. -Il tempo non ci manca. Prima di tutto... Alex, ce la fai a tirarti su?- chiese porgendole una mano.
Lei annuì in risposta, afferrando le sue dita per scendere dal letto, ormai disfatto. Per un breve istante il suolo parve scomparire sotto i suoi piedi, facendole perdere l'equilibrio. Fortunatamente la presa salda del Signore del Tempo non la abbandonò e, tempo qualche secondo, l'equilibrio tornò come prima.
-Sì, tutto a posto. Credo.- disse lei, correggendo la posizione degli occhiali sul naso.
Lara la raggiunse un attimo dopo per regalarle un abbraccio, quando entrambe si bloccarono, voltandosi verso Iris che, fino a quel momento, era stata in silenzio.
-Non posso crederci... possibile che tu in testa abbia solo e soltanto il cibo?-
Le due amiche si sciolsero dall'abbraccio, osservando la mora per vedere la sua consueta espressione stizzita. Al contrario, quest'ultima rispondeva al loro sguardo con aria interrogativa. Lo stesso per quanto riguarda il Dottore, che cercava di capire cos'altro stava succedendo, alternando gli occhi da Iris ad Alex e Lara.
-E... E voi come fate a sapere che io ho fam... Oh, giusto.- Iris abbassò lo sguardo sul suo braccio destro. -Il braccialetto. E va beh, sentite! E' la Viglia di natale, io a quest'ora mi mangio sempre una cioccolata con i biscotti.- sentenziò incrociando le braccia e mettendo il broncio, peggio di una bambina di cinque anni.
Il Signore del Tempo, memore delle vicende nell'altro Universo, già prevedeva il solito battibecco, così si intromise subito per calmare i bollenti spiriti.
-D'accordo... calmi tutti. Iris effettivamente ha ragione: è la Vigilia di Natale e siete state proprio voi a dire che oggi non volevate pensare troppo a quello che... beh, a ciò che sapete fare. Volevate divertirvi, no?-
Le tre ragazze annuirono piano, sapendo bene cosa aspettarsi.
-Fantastico!- esclamò infine il Dottore con un sorriso. -Ora, visto che siamo tutti d'accordo, che ne dite di andarci a bere una cioccolata calda con biscotti e poi andare a provare i vostri regali?-
La risposta non poté che essere affermativa. Iris sorrise vittoriosa e uscì dalla camera correndo verso la cucina del TARDIS. Lara seguì un attimo dopo il suo esempio, ma dopo aver superato di circa un metro l'amica, si smaterializzò con un divertito 'Ci si vede in cucina'.
La mora rallentò un po' l'andatura, sbuffando sonoramente, dopo essersi ricordata che la stanza che stavano cercando era più o meno dalla parte opposta di dove si trovavano loro.
-E poi sono io quella che bara...- mormorò a denti stretti.
Alcuni passi indietro, Alex e il Dottore camminavano tranquillamente, con in faccia un sorriso strano dopo aver assistito alla scena di 'Chi arriva prima, vince!', palesemente vinta da Lara. Entrambi si stavano chiedendo se le due ragazze avessero davvero diciotto anni o appena cinque.

*          *         *

Una mezz'oretta più tardi e tutti erano seduti intorno a un tavolo rettangolare, attrezzato con varie qualità di biscotti più o meno grandi, più o meno alieni; tra le mani una tazza colma della dolce bevanda fumante. Il tempo stesso parve rallentare i secondi, dilatare i minuti, che i quattro amici spesero nella tranquillità più totale. Sembrava che tutte le preoccupazioni, i problemi, le paure vissute fino a qualche giorno prima e soprattutto la fatica appena passata, svanissero nel nulla, come il vapore che usciva dalle cioccolate.
Iris, con la sua tazza bianca a strisce rosse, si era accoccolata sulla sedia, sorseggiando tranquilla la bevanda scura, inizialmente coperta da una soffice panna bianca. Silenziosamente era rimasta a osservare il Dottore che spiegava come un complesso problema di fisica potesse essere risolto, a parer suo, facilmente con semplici equazioni di chissà quali e quanti gradi. Alex lo ascoltava rapita, come se avesse paura di perdersi anche solo una vocale del complicatissimo ragionamento di lui. La sua tazza color panna si era quasi completamente svuotata e ora era sul tavolo a raffreddarsi. La ragazza era troppo impegnata ad ascoltare il Signore del Tempo per anche solo pensare alla sua merenda.
Lara, inizialmente anche lei incuriosita dal discorso del Dottore, aveva iniziato ad ascoltarlo. Tuttavia, dopo nemmeno dieci minuti aveva rinunciato all'ardua impresa constatando che nei suoi discorsi comparivano un po' troppo spesso aggettivi o, peggio ancora, concetti troppo complicati da capire. Si era perciò ritrovata a mangiare qualche biscotto e a giocare con il cucchiaino e la sua tazza bianca e azzurra che aveva già da tempo svuotato. Aveva atteso pazientemente che l'infinito monologo del Dottore finisse, per poi convincere le sue amiche a provare i loro bracciali e, qualche momento dopo, erano tutti e quattro in sala consolle.
Il Signore del Tempo si era appoggiato ai comandi osservando le ragazze accomodarsi: Iris sulla poltroncina in pelle, Lara appoggiata con la schiena alla balaustra in ferro e Alexandra seduta a gambe incrociate sulle grate della sala principale. Un silenzio strano aveva avvolto la stanza, lasciando all'udito del Dottore solo il rassicurante ronzio prodotto usualmente dal TARDIS.
Pochi minuti dopo e le tre studentesse avevano cominciato a utilizzare quello speciale collegamento psichico creato dai bracciali. Essendo già in grado di utilizzare la telepatia, il contatto era molto facile e immediato ma comprendeva comunque un certo sforzo di concentrazione: la parte difficile era capire cosa inviare e cosa no. Era una sorta di ampliamento della mente. I 'margini' diventavano sottili e quasi inesistenti, permettendo al pensiero di uscire e andare a cercare la persona a cui era indirizzato. Paradossalmente era più complicato trattenere i ricordi piuttosto che inviarli.
Così per facilitare lo scambio di dati virtuale, i loro sguardi si incontravano di continuo, a volte seri e concentrati, altre volte accompagnati da sorrisi appena accennati.
Il Dottore si sentiva abbastanza tagliato fuori dal discorso perciò, per far passare il tempo, decise di prendere il suo cacciavite per trovare qualcosa da fare. Fece appena in tempo a girarlo per un paio di volte tra le mani che una risata, inizialmente trattenuta, cominciò a diventare sempre più forte e divertita, riempendo il silenzio che solo qualche minuto prima si era creato. Il Dottore distolse lo sguardo dal suo cacciavite sonico per poi osservare Iris che per poco non cadeva dalla poltroncina, piegata in due dal ridere.
-Cosa?- le chiese con aria interrogativa, ma quando non ricevette nessuna risposta, spostò lo sguardo anche sulle altre due.
Appena si voltò iniziarono a ridere pure loro e l'uomo ebbe la curiosa sensazione che la causa del loro divertimento fosse proprio lui.
-Cosa?! Che succede ora?- chiese di nuovo, passandosi distrattamente una mano tra i capelli.
L'unico effetto ottenuto fu uno scroscio di risate ancora più forte.
-Smettetela. Volete dirmi che c'è?- chiese appoggiando la mani ai fianchi con aria di rimprovero.
-S... Scusaci... ma, vedi...- tentò di iniziare Alex. -E' che tu...-
-Io cosa?-
-No! No, no, no! Non dirglielo!- la interruppe Iris alzando le mani per bloccarla.
Lara ancora rideva, tenendosi la pancia con le mani: sembrava che nemmeno riuscisse a respirare.
-No.- disse risoluto il Signore del Tempo. -Ora me lo dite.-
Le amiche si scambiarono uno sguardo divertito poi Iris, dopo aver lanciato un'occhiata a Lara, si decise a dare una spiegazione.
-Ecco, vedi...- iniziò mordendosi un labbro. -Lara pensa che tu abbia dei capelli anti-gravità.-
La ragazza fece appena in tempo a finire la frase che scoppiò nuovamente a ridere, accompagnata dalle amiche, che si rotolavano a terra dalle risate. Il Dottore le guardò sconvolto, non riuscì nemmeno a dire qualcosa, perché Alex aveva preso faticosamente la parola.
-E sai...- disse mentre le risate interrompevano al frase. -...devi ammettere che ha assolutamente ragione!-
Lara ormai non respirava praticamente più, le gote arrossate dal dolce dolore che stava subendo. Al contrario, il Dottore aveva un'espressione indecifrabile, un sopracciglio alzato per cercare di capire cosa ci fosse di così divertente nei suoi capelli. Più di novecento anni di dignitosa vita da ultimo Signore del Tempo andata in frantumi per colpa di quelle tre ragazzine umane.
-Bene.- concluse serio. -Ora, se non al smettete subito di ridere, finirete fuori da quella porta.-
Iris ponderò per un momento l'idea ma quando gli occhi si posarono sulla sua amica Lara che gemeva leggermente, cercando di recuperare fiato, declinò l'offerta con un 'scusa' da parte di tutte e tre.
-Okay, dai. Scuse accettate.- disse lui con un sorriso mentre allungava una mano verso Alex e Lara per aiutarle ad alzarsi in piedi.
Le due ragazze barcollarono un momento ma poi, abbracciandosi, ritrovarono l'equilibrio con un risata.
-Sapete...- iniziò Iris. -...dovremmo andare, ora.-
Lara sporse il labbro inferiore. -E perché?-
-Beh, non hai pensato che anche lui potrebbe aver qualcosa da fare?-
-Mmh... no.- rispose lei stupita. -Hai qualcosa da fare?-
Subito Alex interruppe il Signore del Tempo che altrimenti avrebbe risposto negativamente alla sua domanda.
-No, no, no.- disse trascinandola verso la porta. -Lui ha sicuramente qualcosa da fare, vero Dottore? Bene. E non verrà certo a dirtelo a te, comunque sia.-
Alla fine della frase si era ritrovata con indosso il suo cappotto e la sua sciarpa dorata ad avvolgerle il collo.
-Ehi!-
Mezzo secondo dopo e si era materializzata tra le braccia del Signore del Tempo per salutarlo con un abbraccio.
-Grazie di tutto, Dottore!- esclamò da sotto la sciarpa.
-Grazie a voi, ragazze!- rispose lui con un sorriso mentre salutava con altri abbracci anche Alex e Iris.
Poi le tre varcarono al porta della cabina blu e il parco ricoperto da una soffice neve bianca sembrò raccogliere i loro sorrisi con garbo. Non nevicava quasi più e qualche raggio di sole usciva pigramente dalle nuvole chiare illuminando l'ambiente.
-Ciao Dottore!-
-A presto!-
-Ciao! ...E Buon Natale!-
Il Signore del Tempo ricambiò l'augurio con un sorriso mentre con la mano salutava dall'interno della sua nave spaziale. Appena la porticina si richiuse senti, ovattate, le risate delle tre amiche che a poco a poco si affievolivano. Prima di sistemare le carte e i fiocchi usati per incartare i regali, il Dottore si passò distrattamente una mano tra i capelli pensando che no. Non aveva dei capelli anti-gravitazionali.
 
 
////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////


Note Autrici:
Luogo: Razzacoricofallapatorius ^_^
Tempo: Ora di pranzo!

*il Sipario si apre e bla bla bla. Il solito. Questa volta però ad accogliere il pubblico non c’è il Dottore ma il Tipo del retroscena*
Il Tipo: Buongiorno a tutti. Questa volta, sono spiacente di comunicarvi che il Dottore non potrà presentare a causa della sua… *si sofferma a pensare, alzando gli occhi al cielo* A causa della sua temporanea assenza.
Le aurici e tutto lo staff è felicissimo di accogliervi qui, nel glorioso teatro di Razzacoricofallapatorius. Spero non abbiate avuto troppi problemi nel trasferimento. In primo luogo grazie mille a tutti per aver letto il capitolo e un grazie ancora più profondo a chi vorrà scrivere un commento. Ricordate che le recensioni aumentano la felicità delle persone e le critiche migliorano la qualità dei capitoli a venire.
Vediamo quindi come funzionano i bracciali che il Dottore regala alle ragazze. Nemmeno a pensarci, ecco che come al solito usano il loro straordinario potere per qualcosa di così stupido come prendere in giro i capelli di qualcuno. Avrebbero potuto benissimo scherzare su quello che lui chiama “Tardis”. Andiamo… chi mai prenderebbe sul serio un’astronave aliena che ha l’aspetto di una cabina telefonica blu? Nemmeno ne esistono più di quel colore! E’ completamente passato di moda…!
*Il Tipo fa un attimo di pausa, aspettandosi una qualche reazione da parte del pubblico che lo guarda indifferente. Solo qualche grillo produce il suo verso di apprezzamento alla “battuta”. Moltissime sono le persone (e gli alieni) che iniziano a rimettersi le giacche con l’intenzione di andarsene*
Il Tipo: M-ma non è di questo che dovrei parlare. ^_^” Questo capitolo è stato intenso, interessante, con una nota finale di dolcezza e ilarità che nel complesso suggerisce una sublime sensazione di pacata armonia. Sono assolutamente sicuro che voi tutti siete impazienti di leggere il seguito e, perché no? Se mai quell’incompetente di un Signore del Tempo dovesse essere nuovamente assente potrei sostituirlo i-
*Dal retroscena si sentono dei passi, qualche bisbiglio affrettato e preoccupato seguito da passi di corsa che bloccano il pubblico in pericolosa prossimità delle uscite di emergenza*
Dottore: Salve pubblico! :D Vedo che avete tutti i cappotti ancora addosso perciò sono addirittura in anticipo! Molto bene!
Il Tipo: Coff… coff…
Dottore: Oh, ma ci sei anche tu! Mi dispiace dirti che questa volta non potrai tirarmi addosso padelle. U_U
Il Tipo: Hai ragione. Ci vogliono le pentole, questa volta.
Dottore: O__O Che cosa? Perché?!
Il Tipo: SEI IN RITARDO, IDIOTA! >:(
Dottore: Cosa?! Non può essere! Ho controllato, è la una esattamente adesso!
Il Tipo: Non siamo sulla Terra, idiota. Siamo su Razzacoricofallapatorius. >:(
Dottore: …ah. Oops. ^_^”
Il Tipo: Ma non ti preoccupare. Ho già pensato io a intrattenere il pubblico!
Dottore: Sì, ho notato. No, dico, lo hai visto quello lì in fondo? Sta dormendo alla grossa e hanno tutti una faccia da funerale. Questi al prossimo capitolo non ci tornano ed elimineranno la storia dalle seguite. >:(
*Il Tipo fa per ribattere ma viene prontamente bloccato*
Dottore: Sei un disastro come presentatore e, lasciatelo dire, non hai nemmeno un minimo di stile. v-v
Il Tipo: Ah, è così, eh? E allora io me ne vado! >:( *se ne torna da dove è venuto*
Dottore: Molto bene. :) Era ciò che volevo. Scusate per le note estremamente noiose che siete stati costretti ad ascoltare. Sono mortificato, non avevo capito che il luogo di ritrovo era cambiato- Spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi dispiacerebbe se fosse il contrario. ç_ç
Ci vediamo nel prossimo capitolo!! :D
*Il Sipario si chiude e bla bla bla. Ormai lo avete imparato, dai.*

Un abbraccio
Gallifrey e co.



La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per nostro puro diletto.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Cinziart_96